Scarica il visconte dimezzato e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! SCHEDA LETTURA Autore: Italo Calvino Titolo: “Il visconte dimezzato” Data di pubblicazione: 1952 A narrare la vicenda è il figlio della sorella maggiore di Medardo,nonché suo nipote, a quei tempi bambino. Egli spesso racconta fatti che lo hanno trovato coinvolto in precedenza, quindi parliamo di io narrante. Il narratore dimostra anche di essere a conoscenza di tutto ciò che accade all’esterno dei personaggi e all’interno del loro animo, perciò si tratta anche di un narratore onnisciente. Infine il narratore è anche palese perché dimostra costantemente la sua presenza ed esprime commenti oggettivi sui fatti che accadono. Non sono presenti flashback. Breve riassunto: La storia narrata si svolge durante la guerra tra Austria e Turchia del 1716, il periodo in cui i cristiani combattevano contro i turchi. La vicenda si apre con il passaggio del visconte Medardo di Terralba, dalla pianura di Boemia all'’accampamento dei cristiani insieme al suo scudiero Curzio. Il mattino dopo la battaglia comincia puntualmente alle 10. I soldati incominciarono a combattere e Medardo ammazza anche un uomo. Mentre il suo scudiero viene ferito egli avanza verso dei tuschi intenti a caricare un cannone. Con il suo fare coraggioso e ingenuo si mette davanti ad esso, impugnando la sua spada pensando di riuscire a combattere contro i due. In men che non si dica gli sparano una cannonata in pieno petto ed egli cade a terra. Terminata la battaglia passano due carri: uno che avrebbe trasportato i corpi dei morti e l’altro i feriti. In quel momento dato che il numero di morti abbondava si cercava di mettere sul secondo carro chiunque avesse una minima possibilità di salvarsi. | feriti, tra cui il visconte, vengono portati in ospedale per essere curati. Non avendo più gamba e braccio destri e mancandogli tutto ciò di torace e addome che si trovava tra quel braccio e quella gamba, il suo caso incuriosisce i dottori che fanno del loro meglio per riuscire a farlo vivere. Il giorno dopo egli riesce ad aprire quell’occhio rimastogli. Successivamente Medardo torna a Terralba, dove ormai tutti sono a conoscenza di ciò che gli è capitato. Ben presto però tutti si rendono conto che si tratta solo della metà cattiva, del precedente visconte. Questo è possibile notarlo da vari atti da lui compiuti. Per prima cosa uccide un averla, addestrata dal padre ad entrare ogni giorno nella sua stanza, spezzandole ala e zampa destra. Incomincia a tagliare vari animali e frutti a metà (precisamente quella sinistra),condanna per impiccagione chiunque gli andasse contro, senza un reale motivo; dà pure fuoco alla camera della balia Sebastiana di notte, accusandola di essere malata di lebbra così da farla finire a Pratofungo, il villaggio che accoglieva i lebbrosi. Il motivo di questo suo gesto è che semplicemente la donna non era d'accordo con le sue malefatte. Tenta pure di sopprimere gli ugonotti e una volta che loro rifiutano di convertirlo alla loro religione dà fuoco a metà della loro quercia. Infine tenta uccidere il nipote con dei funghi avvelenati. Dopo tali crudeltà ottenne il soprannome di “Il Gramo”. Successivamente si innamora di una pastorella, Pamela. Le lasciava animali morti che stavano a indicare i luoghi in cui si sarebbero dovuti incontrare. Se pur lei considerasse una sventura l’amore del Gramo, sembra accettare la cosa anche se si rifiuta di rimanere rinchiusa nel suo castello, cosa che lui invece avrebbe voluto. L'uomo chiede allora aiuto ai genitori, che la rinchiudono in casa con le bestie, pronti a consegnargliela. Pamela, sapendo come comportarsi con le sue bestie, riesce a scappare e si rifugia nel bosco. Lì l’unico che le porta cibo e la informa delle ultime notizie è il bambino, nipote del visconte. Il bambino spesso va a trovare la balia Sebastiana, colei che si è sempre occupata di lui e dello zio, a Pratofungo, dove grazie a dei rimedi naturali è riuscita a non contrarre la lebbra. Lo stesso bambino un giorno si addormenta davanti a uno stagno mentre stava pescando. Al risveglio si trova davanti lo zio con un ragno rosso, proteso verso di lui che gli morde la mano sinistra. Medardo dice in realtà di avere evitato che il ragno mordesse il collo al piccolo. Il nipote gli crede persino, vedendo stranamente della bontà in lui. Ben presto si scopre che si trattava della metà buona, nonché quella sinistra del visconte. Quella parte si pensava ormai fosse ridotta in cenere dopo la cannonata, ma in realtà venne trovata da degli eremiti che riuscirono a guarirla. La metà sinistra del visconte ottenne il soprannome di “Il Buono”, colui che vagava per i villaggi volendo aiutare chiunque ne avesse bisogno. Grazie alla sua infinità bontà riuscì persino a far tornare il Dott. Trelawney ad occuparsi de malati, cosa che ormai non faceva da molto.