Scarica Ettore e Achille: il confronto tra due eroi e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Greco solo su Docsity! ILIADE Libro IV SUNTO ILIADE di Omero - Libro quattordicesimo - Prove di traduzione interlineare con note grammaticali e vocabolario essenziale in linea. Riccardo Guiffrey P ogetto di t aduzio e i teg ale dell Iliade di O e o ΙΛΙΑΔ Σ – Διὸς ἀπάτη. Introduzione al libro La struttura del libro XIV è chiara, semplice, e consiste di un anello concentrico di temi narrativi il cui epicentro è costituito dalla s e a dell i ga o di Era ai danni di Zeus, scena che in antichità ha dato il titolo – ιὸς ἀ ά – all i te o li o: • A (1-134) : il consiglio dei comandanti greci: la prospettiva della sconfitta; • B (135-152) : rinnovato intervento di Poseidone; • C (153-353) : Era seduce Zeus; • B -401) : Poseidone guida i Greci verso il combattimento; • A' (402-522) : i Greci mettono in fuga i Troiani: possibilità di un successo. Ad una prima lettura il libro sembra possedere una sua intrinseca e indubbia unità, se pure con un piccolo sconfinamento rappresentato dai versi 14.506-15.4: una breve struttura ad anello che si accavalla al termine del libro. La scena centrale ostituis e u u ità ell u ità, e pot e e esse e sta ata dal esto del li o: a essa ade pie la stessa fu zio e del esto del ibro, quella di ita da e l i pla a ile ava zata dei T oia i. E i aso il li o se z alt o u apolavo o, e ostituis e u pa adig a della tecnica compositiva omerica del virtuosismo del poeta nella composizione delle diverse scene tematiche già note, e che ritroviamo ui: il di attito, l eso tazio e, la ge ealogia, il a o to della attaglia e osì via. Come si è detto, il libro deve il suo titolo al ele e episodio dell i ga o di E a ai da i di )eus: il racconto di Zeus che si addormenta per effetto delle astuzie di Era (153-362) costituisce il fulcro della narrazione. Questo episodio - che ha una sua continuazione in 15.1-366 ed una sua probabile introduzione in 13.1-125 – è semplice, diretto, lineare e quasi privo di difficoltà critiche interne, così come è spiritoso, pieno di grazia e di sana sensualità: qualità queste ultime che regalano a questa deliziosa s e a u a a ata i dividualità ell a ito degli episodi più elli dell Iliade, e lo seg ala o o e l ope a di u a sola a o. Solo un passaggio, il cosiddetto Catalogo Κepo ello -327), è stato messo in discussione da Aristarco in poi; e solo un punto del racconto rimane oscuro: il messaggio riferito dal Sonno a Poseidone in 354 sgg. senza alcuna istruzione, per quanto ne sappiamo, da parte di Era. Al contrario, le scene che introducono e continuano lo ἱ ὸς ά ος di )eus ed E a so o i te di diffi oltà e du i. Un primo problema si presenta sin da subito: per quale ragione Era decide di interferire solo a questo punto ? Poseidone ha potuto operare indistu ato pe tutto il p e ede te li o, e l idea di dist a e l atte zio e di )eus o u i ga o giu ge davve o t oppo ta di. Nitzs h a ivò a sugge i e he l i ga o di )eus o dev esse e o side ato su essivo agli eve ti del li o XII, ma ad essi conte po a eo: la s e a dell a o eggia e to di )eus he spiega pe h Poseido e o ve ga osta olato e t e aiuta i Greci nella prima parte del libro XIII. Quindi nel libro XIV i versi 154 sgg. (αὐ ί α ᾽ ἔ / ὸ ὲ οι ύο α . . . fa o riferimento all azio e di Poseido e o ei ve si i ediata e te p e ede ti, a i . sgg. E l i o t o di Poseido e o i comandanti feriti (14.136) è un evento da collocarsi nel contesto delle esortazioni in 13.83 sgg. Ma u a se o da diffi oltà, he pot e e a h essa spiega si o la o gettu a di Nitzsch: il problema del combattimento tra Aiace ed Ettore. In 13.809-832 abbiamo uno scambio di invettive e parole di sfida tra i due eroi, che però non portano a nulla, e su di esse il libro XIII si chiude. Invece in 14.402 ci troviamo nel mezzo di un combattimento senza un inizio. Il ῶ ος con cui la scena inizia dovrebbe, in accordo con la pratica epica, seguire un passaggio che introduce i due guerrieri: in realtà abbiamo solo u ge e i o ife i e to all ese ito el suo o plesso. Ma a he l ipotesi di Nitzsch non rende completamente conto del testo omerico nella sua forma attuale: una regressione così violenta ad un punto così lontano della narrazione è impensabile senza una qualche spiegazione. Qualsiasi ascoltatore deve ragionevolmente supporre che lo ἰα ή in 14.1 si riferisca a ἴα in 13.834, e t e se o do uest ipotesi si dov e e isali e fi o a αὐΐα οι di 13.41 oppure ad ὅ α ος ᾽ ἀ ίασ ος ἐ ύ θ di . . U a tale regressione richiederebbe un complesso lavoro di immaginazione anche da parte di un lettore attento e ben preparato: che possa compiere un simile collegamento un ascoltatore senza nemmeno una parola di spiegazione è fuori discussione. In ogni aso hia o he la s e a all i izio di uesto li o si adatta eglio o l i izio, e o o la fi e, del li o XIII: he Nesto e e gli altri comandanti vengano fatti uscire dalle loro tende dal rumore e dalle grida dei combattenti è una cosa che può essere ragionevole appena il muro viene superato, no ua do la attaglia già da ual he te po i o so, ava ti e i diet o all i te o del muro. A questo punto la conclusione di Leaf (p. 63) è che le due storie non siano contemporanee, ma alternative: il libro XIV rappresenterebbe dunque una continuazione alte ativa al li o XII. Κ ipotesi o atu al e te u ive sal e te o divisa: pe Janko (pag. 149- la soluzio e del p o le a o ologi o sta i ve e ella te i a a ativa di O e o, osì o e t a l alt o spiegata da C. H. Whitman e R. Scodel in Se ue ce a d si ulta eity i Iliad , , a d , HSCP 85 (1981), 1-15. Già T. Zielinski aveva s ope to he O e o spesso p ese ta s e e si ulta ee o e se a adesse o u a dopo l alt a: u a s e a he il poeta mette da parte viene congelata, immobilizzata, per esse e poi ip esa più ta di ello stesso pu to i ui l aveva las iata. Così l i te ve to di Poseido e i 13.10-38 sembra accadere in modo quasi istantaneo, dal momento che la battaglia viene congelata allo stesso istante. Ed è per questa stessa ragione che Nestore, che ha cominciato a bere nella sua tenda in 11.624 sgg., sta ancora bevendo in 14.1, una lunghissima bevuta che ha creato qualche imbarazzo negli scoliasti. Allo stesso modo il consiglio di gue a e l i ga o di )eus si i t o etto o el duello t a Aia e ed Etto e, au e ta do e osì l i po ta za e ea do u effetto di suspence: annunciato dalle invettive di 13.809 sgg. inizia solo in 14.402 e senza alcun preliminare. Omero utilizza un semplice, presagendo, prevedendo, osservando (da ὄσσο αι, solo qui detto di oggetti inanimati), i percorsi, i cammini (da έ θος, ἡ, o plu ale poeti o ete o lito έ θα apidi, legge i da αι ός, ά, ό , dei ve ti he fis hia o, dalla vo e hia a da ι ύς, ί ια, ι ύ αὔ ς7, οὐ ᾽ ἄ α ο ί αι οὐ έ σ , senza un esito, a caso, né avanza, procede (da ο ί ο αι, per rendere chiaro il senso del verso Bentley ὸ ί αι , da u lato o dall alt o da οὐ έ σ : il senso è che non muove né in avanti né di lato), ί ι α ι έ ο α αβή αι ἐ ιὸς οὖ ο , prima che scenda giù (da α αβαί ) un qualche soffio di vento (da οὖ ος, ὁ) chiaro, forte, deciso (da ί ), da Zeus, 20 ὣς ὃ έ 8 ὅ αι αϊ ό ος α ὰ θ ὸ così questi, il vecchio, rifletteva tra sé e s , di atteva ell a i o da ὁ αί ), dibattuto, diviso (da αί ) nel (suo) cuore ι θά ι᾽, ἢ θ᾽ ὅ ι ο ἴοι α αῶ α ώ , t a due p opositi da ι θά ιος, α, ο ), se andare (da ἶ ι) in mezzo alla schiera, alla massa dei Danai dai veloci cavalli, 22 ἦ ᾽ Ἀ ΐ Ἀ α έ ο α οι έ α αῶ . oppu e o l At ide Aga e o e pasto e di ge ti. 23 ὧ έ οἱ φ ο έο ι οάσσα ο έ ιο ἶ αι9 E così a lui che rifletteva sembrò (da οάσσα ο, fo a o e i a dell ao isto, pe lo più usata all i pe so ale esse e più o ve ie te da ί , ο , ge . ο ος, comparativo – senza grado positivo in uso – formato da έ ος) βῆ αι ἐ ᾽ Ἀ ΐ . οἳ ᾽ ἀ ή ο ς ἐ ά ι ο a da e dall At ide da ἐ ί, o l a usativo dell oggetto o dello s opo per il quale ci si muove, per esempio una persona come in 2.18). Questi si uccidevano (da ἐ α ί ) gli uni gli altri α ά οι: ά έ σφι ὶ οῒ α ὸς ἀ ι ὴς combattendo; risuona (da άσ ) il bronzo indistruttibile (da ἀ ι ής, ές a questi sul corpo σσο έ 10 ίφ σί αὶ ἔ σι ἀ φι ύοισι. mentre si colpivano (da ύσσ o le spade da ίφος, ος, ό) e con le lance (da ἔ ος, ος, ό flessi ili ad entrambe le estremità (da ἀ φί ος, ο ). 27 27 έσ ο ι ὲ ύ β ο ιο φέ ς βασι ῆ ς Co Nesto e s i o t a o o da σ βά , al medio frequente in Omero reggendo il dato: Omero utilizza fo e epi he dell ao isto, i izia ti o β - oppure σ β - solo in questo senso; si veda anche al verso 39) i re alunni di Zeus ὰ ῶ ἀ ιό ς11 ὅσοι β β ήα ο α ῷ mentre tornavano su (da ἄ ι ι) da lungo le navi, quanti erano stati feriti (da βά ) con il bronzo, ΐ ς Ὀ σ ύς αὶ Ἀ ΐ ς Ἀ α έ 12. il figlio di Tideo, Odisseo e Agamennone figlio di Atreo. ο ὸ ά ῥ᾽ ἀ ά θ ά ς ἰ ύα ο ῆ ς13 Infatti molto lontano dalla battaglia avevano tirato a secco (da ἐ ύ ) le (loro) navi θῖ ᾽ ἔφ᾽ ἁ ὸς ο ιῆς: ὰς ὰ ώ ας14 ίο ὲ 7 La personificazione prosegue: il termine αὔ ς può essere reso con molte parafrasi, ma il senso rimane quello che il mare in qualche modo attende un soffio deciso, ι έ ο […] οὖ ο , da pa te di )eus, he lo aiuti a de ide e i u se so o ell alt o. 8 Costruzione incrociata, chiastica: Nestore riflette se entrare in battaglia o cercare Agamennone: decide poi di cercare Agamennone mentre la battaglia va avanti. Il verso 20 è una variazione unica di ἷος ὃ αῦθ᾽ ὥ αι α ὰ φ έ α αὶ α ὰ θ ό , espressione che ricorre 7x in Omero, in seguito a monologhi: si veda per esempio 1.193, 11.411 o 18.15. 9 23 = 13.458. 10 Il verso 26 descrive un combattimento ravvicinato, come in 16.637. Si veda anche 13.146-148. σσο έ segue un caso dive so σφι : uesto uso a ti ipa il ge itivo assoluto. Il edio i di a ui e ip o ità, olpe dosi l u l alt o , o e βα ο έ i 12.289. 11 In ἀ ιό ς, ἀ α- implica che essi stanno venendo verso la terraferma da lungo le navi: ὰ ῶ viene spiegato in 30-36: i comandanti stanno venendo a vedere che cosa succede. 12 29 = 380. Tutti e tre i re qui menzionati erano stati feriti nel lilbro 11: Agamennone in 252, Diomede in 376 e Odisseo in 437. 13 È chiaro dal contesto che ̂ ς vuole indicare le loro navi, cioè quelle di Diomede, Odisseo e Agamennone, non in generale la flotta. 14 ὰς ὰ ώ ας è suscettibile di due diverse interpretazione: (i) dal momento che queste navi (quelle dei comandanti) essi avevano tirato a secco per prime sulla spiaggia (nella prima linea vicino al mare), ma avevano costruito il muro vicino alle ultime (la li ea più lo ta a all i te o ; oppu e ii dal o e to he ueste le alt e essi aveva o ti ato a se o ella p i a fila verso la terra (lontano dal mare) e avevano costruito il muro vicinissimo, a ridosso delle loro poppe. άς è articolo. La decisione in effetti ruota intorno alla parola ῆισι . I i uesto te i e vie e p eso ad i di a e l ulti o, la più este a, opposto alla p i a, la più i p ofo dità. Ma a uesta ipotesi si oppo e E odia o, he o ietta he O e o utilizza l aggettivo ός pe i di a e l este ità di u si golo lu go oggetto, e ai pe i di a e l ulti o di u a se ie, di u a fila. “e uesto ve o e o so o a issi ili e ezioni a uesta egola, allo a l a alisi de isa e te i favo e di ii . A he ῶ αι ῆ ς è ambiguo: in ῆ ς ὅσαι ῶ αι ἰ ύα αι ἄ ι lungo la riva del mare grigio, spumoso (da ο ιός, ά, ό , anche ός, ό : lette al e te a uto , ife ito ai apelli ia hi o g igi pe l età ; Queste i fatti pe p i e ve so la pia a ἴ σα , αὐ ὰ ῖ ος ἐ ὶ ύ ῃσι ἔ ι α . avevano tirato a secco, ma avevano costruito (da έ ) il muro a ridosso delle ultime. οὐ ὲ ὰ οὐ ᾽ ὐ ύς ἐὼ ἐ ήσα ο άσας αἰ ια ὸς ῆας α έ ι , σ ί ο ο ὲ αοί: No, infatti, non permise (da ύ α αι) la spiaggia (da αἰ ια ός, ὁ), pur essendo larga, ampia, di contenere (da α ά ) tutte le navi, e si accalcavano, si ammassavano (da σ ί ) gli uomini. ώ ῥα ο όσσας ἔ σα , αὶ ῆσα ἁ άσ ς ui di i file su essive, fila dopo fila, a s aglio i da ό οσσοι, αι, α , le ti a o o in secco, e riempirono (da ί ι dell i te o 36 ἠϊό ος σ ό α α ό , ὅσο σ έ αθο ἄ αι15. del lido (da ἠιώ , ό ος la g a de o a, i o atu a da σ ό α, ό, ge .σ ό α ος), quanta chiudono insieme, comprendono (da ἐ αθ ῖ , Ep. ἐ αθ ῖ , aor. 2 poetico da ἴ ; da σ έ , σ έ ) i promontori (da ἄ α, Ion. ἄ , ἡ). ώ ῥ᾽ οἵ ᾽ ὀ ίο ς16 ἀϋ ῆς αὶ ο έ οιο Così quelli desiderosi di vedere (da ὀ ί , il più antico desiderativo in σ ί , e il solo in Omero: la costruzione con il genitivo non sembra naturale secondo Leaf ad loc.) la guerra (da ἀϋ ή, ῆς, ἡ: g ido di gue a; tu ulto , a a he gue a; attaglia; o atti e to e il combattimento 38 ἔ ι ἐ ι ό οι ίο ἀθ όοι: ἄ ο έ σφι tutti insieme (da ἀθ όος, α, ο ve iva o appoggia dosi a, soste e dosi o da ἐ ί ), la lancia; doleva (da ἀ ύ ) ad essi θ ὸς ἐ ὶ σ ήθ σσι . ὃ ὲ ύ β ο αιὸς il cuore nel petto. Questi dunque venne incontro, il vecchio 40 έσ , ῆ 17 ὲ θ ὸ ἐ ὶ σ ήθ σσι Ἀ αιῶ . Nestore, e fece spaventare, fece balzare (da ήσσ ), il cuore nel petto degli Achei. ὸ αὶ φ ήσας οσέφ ί Ἀ α έ : E a lui, articolando la voce, diceva il potente Agamennone: 42 ὦ έσ ο ϊά έ α ῦ ος Ἀ αιῶ 18 « O Nestore, figlio di Neleo, grande gloria degli Achei, ί ι ὼ ό ο φθισή ο α ῦ ᾽ ἀφι ά ις; pe h ai da ί , Ep. forma sincopata per ί ο ), lasciata la guerra distruttrice, che fa strage di uomini (da φθισή , ο ος, ὁ, ἡ, φθί , ἀ ή ), qui te ne vieni (da ἀφι ά ) ? θα άσσ ς le p i e avi so o uelle più vi i e al a e, il he suppo ta i odo de iso l ipotesi i ; a i . uesta stessa esp essio e i di a uelle più lo ta o ell e t ote a, tutto dipe de do dalla p ospettiva. Lo stesso dicasi per ά al posto di έ, he i aspette e o o ii . Pe di più l ipotesi i si adatta olte eglio al te o e o plessivo del passaggio. È u a o traddizione spiega e la dista za delle avi dall a ea del o atti e to affe a do he il muro dove avveniva il combattimento era stato costruito in prossimità delle loro poppe. Dunque complessivamente sembra più opportuno accettare un insolito significato per ός , ricordando che questo termine non è molto comune, e che in 9 su 25 occorrenze si trova nella formula σὶ ἐ ὶ ῆισι, ἐ ὶ ῆισι έ σσι , che è ambigua, in quanto utilizzata per combattimenti che avvengono presso le navi più distanti, ma anche alle loro poppe. Allo stesso modo ῶ ος vie e utilizzato sia pe l est e ità di u asta et . he pe il p i o di u a serie. Secondo i grammativi ύ o e sosta tivo pe poppa si disti gue pe l a e to dall aggettivo. Qui di se si adotta l i te p etazio e ii do ia o s ive e ύ ισι qui, con i MSS. ed Erodiano, mentre Cratete vuole ῆισι , adottando p esu i il e te l i te p etazio e i . Vie e o u e e te detto he uesto ve so i o t addizio e o la pa te fi ale del libro VII, implicando che la costruzione del muro ebbe luogo al momento in cui le navi vennero tirate a secco. Questo è certamente non i pli ito i ueste pa ole, i hiede do u i pe fetto piuttosto he l ao isto ἔ ι α . La frase ha un senso puramente topografico, non storico-cronologico. 15 ἠϊό ος viene qui utilizzato in un senso più esteso del termine αἰ ια ός , osì o e l i glese sho e (lido, riva) indica qualcosa di più esteso di ea h (spiaggia). Per σ ό α si veda anche il termine σ ο α ί nella nota di Leaf a 6.4; e ο α οῖο α ὰ σ ό α in Od. 5.441. I promontori sono immaginati come mascelle, e la baia che delimitano come la cavità della bocca. Per quanto riguarda il termine ἄ αι, si tratta di Capo Sigeo e Reteo, distanti circa cinque miglia. 16 È trascorso molto tempo da quando Agamennone ha lasciato il campo di battaglia (11.283), ed il fatto che solo adesso egli venga a vedere e conoscere le sorti del combattimento sembra ben richiedere qualche spiegazione. La spiegazione viene fornita con riferimento alla distanza alla quale la sua tenda si trova rispetto al muro, in modo che egli è in grado di udire il rumore della attaglia u a volta he il u o stato att ave sato. Questo dà se so a ώ, ῶ (Pallis suggerisce ῆι , locativo). 17 Qualche problema presenta questo verso. Il verbo ήσσ viene propriamente usato non per colui che causa scoramento, a atti e to, a pe olui he lo p ova. Il ve so pot e e esse e o esso dal o e to he o al u a agio e pe la uale la o pa sa di Nesto e de a ausa e sgo e to o s o e to, dal o e to he o fe ito; e l utilizzo del verbo è senza paralleli. Κ o iezio e p e ede te vale a he pe le va ia ti ῆ e ῆ . Inoltre Ἀ αιῶ applicato ai soli tre comandanti greci non ha molto senso. ήσσ ι i O e o sig ifi a alt ove solo appiatti si, a i hia si, fa si pi olo pe la pau a Od. 8.190, Od. 14.354, Od. 14.474, Od. 22.362). 18 Espressione formulare, cfr. 11.511, 10.555 e 87. ί 19 ὴ ή οι έσῃ ἔ ος ὄβ ι ος Ἕ , Temo che il forte, il possente (da ὄβ ι ος, ο , Etto e i a te ga, po ti a o pi e to da έ ), la parola, 45 ὥς ο ᾽20 ἐ ί σ ἐ ὶ ώ σσ᾽ ἀ ο ύ come un giorno minacciò, pronunciò come minaccia (da ἐ ί σ ), parlando fra i Troiani, ὴ ὶ ὰ ῶ ο ὶ Ἴ ιο ἀ ο έ σθαι che non prima da presso le navi verso Troia sarebbe partito (da ἀ ο έο αι), ὶ ὶ ῆας ἐ ι ῆσαι, ῖ αι ὲ αὶ αὐ ούς. (non) prima di dare alla fiamme (da ἐ ί ι, o l a usativo) col fuoco le navi, e di uccidere anche noi stessi. ῖ ος ὼς ἀ ό : ὰ ὴ ῦ ά α ῖ αι.21 Quello così parlava: e ora tutte queste cose si compiono. 49 ὢ ό οι22 ἦ ῥα αὶ ἄ οι ἐϋ ή ι ς Ἀ αιοὶ Ohimè, certamente anche gli altri Achei dalle belle, solide gambiere 50 ἐ θ ῷ βά ο αι ἐ οὶ ό ο ὥς Ἀ ι ὺς mettono, imprimono (da βά , cfr. 20.195 sg. e 9.434 sg.), nel (loro) cuore ira nei miei confronti, come anche Achille, οὐ ᾽ ἐθέ ο σι ά σθαι ἐ ὶ ῇσι έ σσι . e non vogliono combattere davanti alle poppe delle navi ». In 42-139, la discussione tra i comandanti consiste di sei interventi bilanciati e variegati; anche le loro lunghezze sono si et i he: i p i i due so o di e ve si, il te zo e il ua to di e , il ui di il più eve e t e l ulti o il più lungo con 23 versi. Da notare come altri schemi si incrocino. Per esempio Agamennone pronuncia il primo, il terzo ed il quinto discorso; il secondo ed il terzo si corrispondono strutturalmente; il terso e il quarto rappresentano una falsa partenza, mentre il sesto, da parte di Diomede, il più giovane tra i presenti, adatta una osservazione di Nestore, il più anziano (con 128-130, cfr. 62 sg.). Diomede controbatte al timore di Agamennone relativo al futuro successo di Ettore (nel primo discorso) con le passate glorie della sua propria famiglia; entrambe i discorsi terminano con allusioni alle truppe che esitano, che non si fanno avanti (49-51, sg. . Il suo i pli ito solle ito al dove e dei o a da ti, o e o he l atta o di Odisseo al disfattis o di Aga e o e, non adatto e incapace, li persuadono ad esortare quelli che sono ancora in grado di combattare. 52 ὸ ᾽ ἠ ίβ ᾽ ἔ ι α ή ιος ἱ ό α έσ : A lui allora rispondeva Nestore, il cavaliere gerenio: 53 ἦ ὴ αῦ ά ᾽ ἑ οῖ α ύ α αι, οὐ έ ἄ ς « Certo queste cose sono nella realtà (da ἑ οῖ ος, ο , a he fe . ἑ οί i O e o avve ute da ύ ), né in un modo diverso Ζ ὺς ὑ ιβ έ ς αὐ ὸς α α ή αι ο. )eus stesso he tuo a dall alto av e e potuto t asfo a li da α α αί ο αι). ῖ ος ὲ ὰ ὴ α ή ι , ᾧ ἐ έ ιθ il muro infatti è crollato (da α ί ), nel quale abbiamo creduto 56 ἄ ο ῶ αὶ αὐ ῶ ἶ α ἔσ σθαι23: che sarebbe stato indistruttibile (da ἄ ος, ο , ῥή ι ) baluardo, alle navi e a noi stessi 57 οἳ ᾽ ἐ ὶ σὶ θοῇσι ά ἀ ίασ ο ἔ ο σι Quelli sostengono tra le navi veloci una battaglia inflessibile, dura (da ἀ ίασ ος, ο , ιά ο αι , ές: οὐ ᾽ ἂ ἔ ι οί ς ά α σ ο ιά 19 ί ια, la normale forma omerica in altre posizione del verso, viene quasi sempre sostituita nel primo piede con ί . La sola eccezione è in 21.536 e la variante di alcuni manoscritti qui e in Od. . . ί si spiega come contrazione di ί οα = έ ϝοα da - ϝο ( ι )- α . In ogni caso ί deve essere una forma falsa. 20 Κ allusio e evide te e te alle pa ole di Etto e in 8.181, 526. Il verso 47 riprende 8.182, parte della sua esortazione, non il suo dis o so all asse lea sgg. . Dal o e to he oi, o e pu li o, a ia o as oltato ueste pa ole, o do ia o hiede i come Agamennone abbia potuto conoscerle. Non più di quanto dobbiamo farlo nel caso di Odisseo in 9.241 sgg. Questo passaggio deve dunque essere più tardo del libro VIII. Sebbene ο si ife is a ui di solo al gio o p e ede te, l esp essio e s usa ile dal momento che nella recitazione il libro VIII viene molto tempo prima. 21 48 = 2.330. 22 I versi 49-51 sono sospetti. Indicativo del carattere dubbio di questi versi il fatto che ὢ ό οι alt ove seg a l i izio d u dis o so (ma cfr. 13.99). Apparentemente abbiamo qui una aggiunta, per spiegare le difficoltà del verso 40; lo sgomento allora causato in Agamennone viene ora attribuito, in modo poco naturale, alla paura che Nestore possa aver abbandonato il combattimento per risentimento contro di lui. Per di più, a giudicare dalle parole di Agamennone al verso 65, sembrerebbe che egli apprenda del combattimento ἐ ὶ ῆισι έ σσι dal discorso di Nestore che segue. 23 56 = 68. Si veda 11.338, 437. Maledetto, sciagurato, su un esercito diverso, indegno, vergognoso (da ἀ ι έ ιος, α, ο , anche ος, ο ; forma poetica per ἀ ι ής), avresti davvero dovuto σ αί ι , ὴ ᾽ ἄ ι ἀ ασσέ , οἷσι ἄ α Ζ ὺς comandare (da σ αί , con il genitivo), non dare ordini (da ἀ άσσ a) a noi, ai quali Zeus 86 ἐ ό ος ἔ αὶ ἐς ῆ ας ο ύ ι 36 dalla giovinezza (da ό ς, ος, ἡ) e fino alla vecchiaia (da ῆ ας, ό diede, assegnò (da ί ι) di compiere, di sopportare (da ο ύ ), 87 ἀ α έο ς ο έ ο ς, ὄφ α37 φθιό σθα ἕ ασ ος. guerre furiose, terribili, finchè non ci consumiamo, non moriamo (da φθί ), ciascuno. οὕ ὴ έ ο ας ώ ό ι ὐ ά ια Così dunque (tu) vuoi dei Troiani la città dalle ampie strade α ί ι , ἧς ἵ ᾽ ὀϊ ύο α ὰ ο ά; lasciare, abbandonare (da α α ι ά = α α ί , pe la uale pativa o, la e tava o da ὀϊ ύ , att. ὀι ύ olte disg azie, olti t avagli ? 90 σί α, ή ίς ᾽ ἄ ος Ἀ αιῶ οῦ ο ἀ ούσῃ Taci (da σι ά ), affinchè nessun altro tra gli Achei ascolti questo ῦθο , ὃ οὔ ἀ ή ιὰ σ ό α ά α ἄ οι ο dis o so, he o dov e e assoluta e te da ά α , avverbio) portare attraverso la bocca, attraverso le labbra un uomo 92 ὅς ις ἐ ίσ αι ο38 ᾗσι φ σὶ ἄ ια βά ι che nel suo cuore sappia (da ἐ ίσ α αι, sape e o e fa e, esse e apa e di fa e , o l i fi ito pa la e (da βά ) in modo adatto, conveniente, retto (da ἄ ιος, α, ο ), σ οῦ ός ᾽ ἴ , αί οἱ ιθοία ο αοὶ οσσοί ᾽ e che sia scettrato, portatore di uno scettro (da σ οῦ ος, ο , σ ῆ ο , ἔ ), e al quale obbediscano (da ίθ , ίθ σθαί ι ι ta ti da οσόσ , Ep. οσσόσ , ή , ό , = όσος : O e o ha e t a e le forme, epica e comune) eserciti 94 ὅσσοισι σὺ ᾽ Ἀ ίοισι ἀ άσσ ις:39 quanti (da ὅσος, Ep. ὅσσος, , ο , entrambe le forme in Omero : qui correlato con όσος) gli Argivi sui quali regni (da ἀ άσσ : di ua ti tu sei e t a gli A givi ; ῦ έ σ ὠ οσά ά φ έ ας, οἷο ἔ ι ς: o a pe ò devo assoluta e te, total e te da ά , Adv., ᾶς, ᾶ Ep. e Ion. per ά ), biasimare (da ὄ ο αι, o l a usativo i tuoi pe sie i, i tuoi p opositi, uanto hai detto; 96 ὃς έ αι ο έ οιο σ σ αό ος αὶ ἀϋ ῆς40 (te) che esorti (da έ ο αι), mentre continua (da σ ίσ ι) la guerra e il combattimento, ῆας ἐϋσσέ ο ς ἅ α ᾽ ἑ έ , ὄφ ᾽41 ἔ ι ᾶ ο a trascinare verso il mare le navi dai solidi banchi, affinchè ancora di più σὶ ὲ ὐ ὰ έ αι ἐ ι α έο σί ἔ ς, per i Troiani si realizzino, avvengano le cose che desiderano (da ὐ ός, ή, ό , ὔ ο αι ), per quanto siano già, comunque, ugualmente (da ἔ ας, Ep. ἔ ς , vitto iosi da ἐ ι α έ ) 99 ἡ ῖ ᾽ αἰ ὺς ὄ θ ος42 ἐ ι έ ῃ. οὐ ὰ Ἀ αιοὶ 36 Il verbo ο ύ ι ha il sig ifi ato di te i a e, o lude e , el se so di po ta e al te i e. “i oti he ο ύ è il gomitolo di lana avvolto dopo la filatura. Si veda 24.7, e va ie volte ell Odissea. 37 Qui ὄφ α può essere interpretato in senso finale o in senso temporale: se lo si interpreta in senso finale, allora abbiamo amare parole di scherno nei confronti di Agamennone, e Odisseo lascerebbe intendere che la distruzione di ogni uomo è lo scopo di Agamennone; è però più naturale il significato temporale, nel qual caso si t atte e e della des izio e dell e oe tipi o, ato pe combattere, e che combatterà fino alla morte. 38 “ia o i p ese za di u a att azio e odale ella p oposizio e su o di ata ve so l ottativo della p oposizio e p i ipale o e ὅ […] ἄ οι ο è qui in relazione con ὃς ἐ ίσ αι ο : questo significa semplicemente che la condizione è considerata dallo stesso pu to di vista dell azio e p i ipale. Qui l azio e p i ipale οὔ ἄ οι ο è posta come una pura possibilità, quindi la condizione viene ugualmente lasciata come una semplice possibilità. Colui che parla non è interessato a spostare il suo punto di vista al fine di insistere sulla sua assunzione o sulla sua aspettativa di questa realtà, come potrebbe fare con un indicativo o un congiuntivo rispettiva e te. Qua do si deside a i isiste e sull aspettativa, allo a il odo vie e utato el o giu tivo, o e pe ese pio al verso 127: ὅ ᾽ ἐὺ ἴ dopo ἀ ι ήσαι . 39 Dal verso 91 inizia una progressione ascendente che ha il suo climax al verso 94, dove Odisseo pone un forte accento sulle espo sa iltà di Aga e o e: u a tale osa o dov e e esse e detta da u uo o dove l a e to posto p op io su ἀ ή ), ancor meno un uomo di senno, ancor meno un re, ancor meno un re che comandi su un popolo obbediente, e ancor meno un re che comandi su un popolo così numeroso come quello su cui regna Agamennone! La seconda metà del verso 93 è utilizzata per esempio in 1.79 e 12.229 per veggenti, non re, e contribuisce a questo crescendo. 40 Si veda per esempio 14.37. 41 ὄφ α deve essere interpretato come finale, il che aggiunge una nota di ironia: come se la vittoria dei Troiani fosse il preciso scopo di Agamennone. 42 Κ esp essio e αἰ ὺς ὄ θ ος è formulare, ma si presenta normalmente alla fine del verso. e su di noi piombi, si abbatta (da ἐ ι έ ), la rovina (da ὄ θ ος, ὁ) completa, assoluta (da αἰ ύς, ῖα, ύ . Infatti gli Achei non 100 σ ήσο σι ό ο ῶ ἅ α ᾽ ἑ ο ά , continueranno (da ἔ ) la guerra dopo che le navi saranno state tirate (da ἕ ) a mare, 101 ἀ ᾽ ἀ ο α α έο σι , ἐ ήσο σι ὲ ά ς. ma si guarderanno intorno (da ἀ ο α αί ), ed eviteranno, si asterranno da (da ἐ έ , con il genitivo della cosa), la battaglia, lo scontro. 102 ἔ θά 43 σὴ βο ὴ ήσ αι ὄ α αῶ . Allora in questo caso il tuo consiglio porterà danno, sciagura (da έο αι, aoristo congiuntivo o meglio futuro: impossibile dire quale sia), o signore (da ὄ α ος, ὁ) di eserciti, di popoli ». 103 ὸ ᾽ ἠ ίβ ᾽ ἔ ι α ἄ α ἀ ῶ Ἀ α έ : A lui allora rispondeva il sovrano di uomini Agamennone: 104 ὦ Ὀ σ ῦ ά α ώς αθί ο θ ὸ ἐ ι ῇ « O Odisseo, certo molto mi hai toccato (da αθι έο αι) il cuore con il (tuo) rimprovero (da ἐ ι ή, ἡ) 105 ἀ α έῃ: ἀ ὰ οὐ ὲ ἐ ὼ ἀέ ο ας ἄ α terribile, aspro; però io non comando (da ἄ α) che contro la loro volontà (da ἀέ , Ep.e Ion.; Att. e Trag. contr. ἄ , ο σα, ο ῆας ἐϋσσέ ο ς ἅ α ᾽ ἑ έ ἷας Ἀ αιῶ . i figli degli Achei tirino in mare le navi dai solidi banchi. ῦ ᾽ ἴ ὃς ῆσ έ ᾽ ἀ ί ο α ῆ ι ἐ ίσ οι Ora magari ci fosse (qualcuno) che desse (da ἐ έ u o siglio da ῆ ις, ἡ) migliore di questo, 108 ἢ έος ἠὲ α αιός: ἐ οὶ έ ἀσ έ ῳ ἴ 44 . o giovane o anziano! (Egli) sarebbe per me, che gradisco, che accolgo con piacere (da ἄσ ος, , ο ». 109 10 οῖσι ὲ αὶ έ ι βοὴ ἀ αθὸς ιο ή ς45: A questi dunque parlò anche Diomede, valente nel grido di guerra: 110 ἐ ὺς ἀ ή : οὐ θὰ α ύσο : αἴ ᾽ ἐθέ « Quel l uo o vi i o: o per un lungo tempo (da θά = ή ) (lo) cercheremo, dovremo cercar(lo) (da α ύ ); se pure siete disposti (da ἐθέ ) ίθ σθαι, αὶ ή ι ό ῳ ἀ άσ σθ ἕ ασ ος a lasciarvi persuadere, e in nessun modo proverete invidia (da ἄ α αι) con rancore (da ό ος, ὁ, più radicato, profondo di ό ος , ias u o di voi , οὕ α ὴ ῆφι ώ α ός ἰ ι θ᾽ ὑ ῖ : pe h pe as ita da ά, ᾶς, Io . ή, ῆς, ἡ, Ep. dat. ῆφι t a di voi so o il più giova e; α ὸς ᾽ ἐ ἀ αθοῦ αὶ ἐ ὼ έ ος ὔ ο αι ἶ αι da padre valoroso che io mi vanto di essere, per nascita, έος, ὃ Θήβῃσι ὴ α ὰ αῖα α ύ ι46. 43 Qui (ἄ , ma in Omero è quattro volte più comune di ἄ ) assolve la sua funzione di particella modale, essendo utilizzata con il ve o pe i di a e he l azio e li itata dalle i osta ze o defi ita da o dizio i spe ifi he. T adu e i uesto aso (Willcock). i ua to e liti a u po e o e fati a; ἄ è preferito da Omero nelle proposizioni negative, ( ) con le relative. 44 Naturalmente difficile da rendere : se una tale persona si presentasse, Agamennone sarebbe felice, sarebbe proprio quello che gradisce. Per il dativo in questione si veda Monro, § 143. Il desiderio è espresso da ἴ ὃς […] ἐ ίσ οι. Cfr. . ἴ ᾽ ὅς ις […] ἀ α ί ι o Od. . ἀ ά ις ἴ ἰ ῖ . La proposizione ἐ οὶ έ ἀσ έ ι ἴ vi tual e te u apodosi di uesto desiderio: se una tale persona vi fosse, Agamennone sarebbe contento. 45 Diomede è, a questo punto, il solo eroe che deve ancora parlare, e in qualche modo lo spunto glielo offre ἢ έος ἠὲ α αιός (108). Egli risponde alla richiesta di consigli (61) da parte di Nestore, e lo contraddice persino a proposito della proposta relativa ai feriti che entrano in battaglia (62 sg., cfr. 128); ferito egli stesso, egli è in una posizione migliore per proporre che di esortare gli uomini rimanendo fuori della mischia (ἐ β έ . Questa situazio e, ell a alisi di Eustazio, i alta la situazio e di . sgg. quando Diomede rimprovera Agamennone per il fatto di proporre una ritirata, come Odisseo fa qui, ma viene poi ripreso da Nestore per il fatto di non fare alcuna controproposta in grado di presere il posto di quella di Agamennone, un fatto che Nestore attribuisce alla giovane età (57 sgg.). Qui Diomede vuole provare che la sua discendenza ed il suo valore (126) controbilanciano la sua giovane età. Diomede mostra comunque, come già in 4.412 sgg., un certo tatto nel rivolgersi ad un Agamennone che non dà certo prova di coraggio, ed omette di indicare le sue imprese. A proposito di questo passo, Willcock lamenta che la proposta di Diomede giunge abbastanza piatta dopo la lunga digressione genealogica: in realtà occorre tenere presente la struttura formale del dibattito in corso, e considerare che – come nota N. Austin – nelle digressioni paradigmatiche la lunghezza di un aneddoto è in proporzione diretta con la necessità di persuadere. 46 Questo verso – necessario per introdurre la genealogia di Diomede e richiamare il nome di Tideo – è sospetto già in antichità, probabilmente perché, secondo una tradizione attica che si trova per la prima volta negli Eleusini di Eschilo, Tideo venne seppellito ad Eleusi: qui un certo numero di tombe a cista del Medio Elledico vennero delimitate come un he ōo , senza dubbio già dedicato ai Sette contro Tebe, nel periodo Tardo Geometrico. Ma egli morì comunque a Tebe (6.222 sg.). Omero conosce la storia di questa guerra (si veda 4.376-398, 5.801-808, e si consideri anche 13.663---98, 5.801-8, 13.663-670), ma evita di dirci come Tideo, delirante e morente, divorò il cervello del suo nemico Melanippo, cosicchè Atena decise di non renderlo immortale. Questo cupo e feroce racconto era nella Tebaide, che probabilmente terminava con i funerali dei Sette fuori della città di Tebe. da Tideo, che a Tebe della terra accumulata (da ός, ή, ό , έ , quindi un tumulo di terra) copre (da α α α ύ , in tmesi). ο θ ῖ ὰ ῖς αῖ ς ἀ ύ ο ς ἐ έ ο ο, A Porteo nacquero (da ἐ ί ο αι, so o ato da, so o ge e ato da , o il ge itivo: ui il dativo, Πο θ ῖ (MSS) o Πο θέϊ, a la fo a o t atta illogi a, l u i a alt a o o e za dov i hiesta dal et o Ἀ ι ῖ in 23.792) infatti tr figli perfetti, οἴ ο ᾽ ἐ Π ῶ ι αὶ αἰ ι ῇ α ῶ ι abitavano a Pleurone e a Calidone scoscesa, 117 Ἄ ιος ἠ ὲ έ ας, ί α ος ᾽ ἦ ἱ ό α ἰ ὺς Agrio e Melas, terzo era il cavaliere (da ἱ ό ς, ο , ὁ, ma Omero ha sempre il nominativo epico ἱ ό α) Oineo, α ὸς ἐ οῖο α ή : ἀ ῇ ᾽ ἦ ἔ ο ος αὐ ῶ . padre di mio padre: per valore (egli) era al di sopra (da ἔ ο ος, ο ) degli altri. 119 ἀ ᾽ ὃ ὲ αὐ όθι ῖ , α ὴ ᾽ ἐ ὸς Ἄ ϊ άσθ Egli però rimase (da έ ) in quel luogo, mentre mio padre si stabilì (da αί , passivo) ad Argo α θ ίς: ὡς ά ο Ζ ὺς ἤθ αὶ θ οὶ ἄ οι. dopo aver errato, vagato (da ά ); infatti in questo modo forse voleva (da ἐθέ ) Zeus, e (volevano) gli altri dei. 121 Ἀ ήσ οιο ᾽ ἔ θ α ῶ 47, αῖ ὲ ῶ α (Egli) sposò (da α έ ) una tra le figlie di Adrasto, abitò (da αί ) una casa 122 ἀφ ιὸ βιό οιο48, ἅ ις έ οἱ ἦσα ἄ ο αι ricca (da ἀφ ιός, ό , anche ή, ό , con il genitivo della cosa di cui si è ricchi) di sostanze (da βίο ος, ὁ, Ep., = βίος , possedeva i g a u e o da ἅ ις, avverbio) campi (da ἄ ο α, ἡ, (ἀ ό ) οφό οι49, ο οὶ ὲ φ ῶ ἔσα ὄ α οι50 ἀ φίς, fe tili, he p odu o o f u e to da οφό ος, ο , ός , e i to o e a o olti fila i da ὄ α ος, ὁ, = ὄ ος di al e i da f utta da φ ό , ό, φύ ), ο ὰ έ οἱ όβα ᾽ ἔσ : έ ασ ο ὲ ά ας Ἀ αιοὺς e aveva molte mandrie, molto bestiame (da όβα ο , ό, f e . al plurale όβα α: ricorre in Omero solo in 23.550 e sembra indicare genericamente bestiame, di ogni tipo); aveva superato, eccelleva tra (da αί αι), tutti gli Achei 125 ἐ ίῃ: ὰ ὲ έ ᾽ ἀ ο έ , ἰ ἐ ό . nella lancia; e queste cose potete, dovete conoscerle (da ἀ ού , i.e. dovete conoscerle per averle sentite), se è davvero giusto (da ἐ ός, ά, ό ). ὼ οὐ ἄ έ ος α ὸ αὶ ἀ ά ι α φά ς Perciò non potreste, dicendomi (da φ ί) per nascita vile e un debole, un imbelle (da ἄ α ις, ι ος, ὁ, ἡ), ῦθο ἀ ι ήσαι φασ έ ο ὅ ᾽ ἐῢ ἴ . disonorare, disprezzare (da ἀ ι ά , utilizzato da Omero per ἀ ι ά : l ottativo pote ziale , il o siglio (da ῦθος, ὁ) reso manifesto (da φαί ), quello che dica per il meglio. 128 ῦ ᾽51 ἴο ό ο ὲ αὶ οὐ ά οί ἀ ά ῃ. Su dunque, andiamo alla guerra, per quanto feriti, (è) secondo necessità. 129 ἔ θα ᾽ ἔ ι ᾽ αὐ οὶ ὲ ἐ ώ θα ϊο ῆ ος Dopo che (saremo) sul posto, là, asteniamoci, teniamoci fuori (da ἔ , o il sig ifi ato di i aste go da, s etto, i te o po o il ge itivo, equivalente ad ἀ ώ θα, ἀ έ , dallo scontro, 130 ἐ 52 β έ , ή ού ις ἐφ᾽ ἕ ϊ ἕ ος ἄ αι: Il verso 114 viene quindi atetizzato da Zenodoto, ed omesso del tutto da Aristofane. Anche Aristarco probabilmente lo atetizza: riteneva Omero ateniese, e preferiva la versione attica del mito. 47 “i oti l uso del ge itivo pa titivo θ α ῶ al posto dell a usativo, si veda Monro, § 151: si tratta del genitivo quasi-partitivo, termine che si riferisce ad un certo numero di costruzioni nelle quali il genitivo viene preferito rispetto ad altri casi poichè l'azione del verbo non riguarda la persona o cosa in un modo sufficientemente diretto ed incondizionato. La tradizione ci consegna Deipilo come nome della moglie di Tideo. Dio ede stesso sposò u alt a delle figlie di Ad asto, f . 5.412. 48 Espressione formulare, in precedenza utilizzata dal poeta per individui: in 6.14 per Assilo, una delle vittime di Diomede, e in 5.544 per Diocle, padre di Cretone e Orsilico. 49 Il possesso di proprietà terriera, ovvero έ ος βασι ήϊο , dev esse e u seg o dell a issio e e ta di Tideo ella fa iglia reale, dal momento che in tempi omerici la proprietà terriera sembra essere ristretta solamente ai re. Si veda però anche 12.421 sgg. e la nota di Leaf ad.loc. per ἄ ο αι / οφό οι si veda . . 50 Qui ὄ α ος è un orto, un giardino; un filare di alberi (LSJ, Autenrieth); φ ό l al e o, spe ial e te la pia ta da giadi o. 51 ῦ , o e as pl. of ῦ ο, vie e utilizzato se pli e e te pe i ita e all azio e, o e ἄ , piuttosto he pe i vita e ual u o a venire presso di noi. 52 ἐ β έ non ha, qui, il solito significato di portarsi fuori della portata dei dardi (11.163, 4.465), ma di rimanere fuori della loro portata, dal momento che loro non ci si avvicinano del tutto. Questo uso non regolare della preposizione ἐ non è facile da spiegare: ci si sarebbe aspettati ἀ ό , che implica pura distanza, non movimento al di fuori di. Si veda 8.213 e 16.668; ma in Monro § 223 vie e i te p etato i odo legge e te dive so, assu e do i pli ita e te u idea di ovi e to. • 283-353, Era seduce Zeus. La seduzione è u te a t adizio ale, o u a e defi ita se ie di eve ti o essi, e l epos e o tie e olti ese pi. Questo modello compare in forma embrionale nella seduzione di Tiro da parte di Poseidone (Od. 11.235-57). Casi più complessi sono rappresentari dal mito di Afrodite ed Anchise, Ares ed Afrodite, Odisseo e Penelope, paride ed Elena. 153 153 Ἥ ᾽ ἰσ ῖ σόθ ο ος ὀφθα οῖσι E a dal t o o d o o da σόθ ο ος , ο osse vava da ἰσο ά ) con i (suoi) occhi σ ᾶσ᾽ ἐ ὐ ύ οιο ἀ ὸ ῥίο 64: αὐ ί α ᾽ ἔ dall Oli po, sta do su u pi a olo, u pi o da ῥίο , ό, cfr. 8.25 e 225 seguente); subito riconobbe ὸ ὲ οι ύο α ά ἀ ὰ ιά ι α lui che si agita, si da da fare (da οι ύ ) durante il combattimento glorioso, che onora gli uomini (da ιά ι α , ἡ, ( ῦ ος)), αὐ ο ασί ο αὶ αέ α, αῖ ὲ θ ῷ: il suo f atello di sa gue e og ato da αή , έ ος, ὁ, vo . ᾶ , e gioiva el uo e; Ζῆ α65 ᾽ ἐ ᾽ ἀ ο ά ς ο φῆς66 ο ί α ος Ἴ ς 158 ἥ ο ἰσ ῖ , σ ὸς έ οἱ ἔ ο θ ῷ. a vide )eus sulla i a da ο φή , ἡ, ό ς più alta da ἄ ος , α, ο dell Ida dalle olte fo ti da ο ῖ α , α ος, ὁ, ἡ), ed era odioso, detestabile al suo cuore. ή ι ᾽ ἔ ι α βοῶ ις ό ια Ἥ Fu i e ta, i de isa a uesto pu to E a ve e a da dall o hio ovi o, 160 ὅ ς ἐ α άφοι ο ιὸς όο αἰ ιό οιο: come ingannasse, potesse ingannare (da ἐ α αφίσ , Ep. = ἐ α α ά , la e te di )eus po tato e dell egida; 161 ἥ έ οἱ α ὰ θ ὸ ἀ ίσ φαί ο βο ὴ Questo poi a lei pareva, nel cuore, il piano migliore, 162 ἐ θ ῖ ἰς Ἴ ὖ ἐ ύ ασα ἓ αὐ ή , e a si lei stessa sull Ida, dopo esse si e agghi data, t u ata da ἐ ύ ), ἴ ς ἱ ί αι ο α α αθέ ι φι ό ι se mai, in qualche modo desiderasse (da ἱ ί ) congiungersi, dormire accanto (da α α α θά ), in amore 164 ᾗ οιῇ, ῷ ᾽ ὕ ο ἀ ή ο ά ια ό con il suo corpo (da οιά , Ep. a d Io . οιή: pelle , ui di o po , i Omero; il termine non ricorre altrove i O e o, e el g e o più ta do sig ifi a olo e , a i due sig ifi ati, o e i o e ta do, fa o e t a e riferimento al concetto di superficie), e così il sonno dolce, gentile (da ἀ ή , ο , ge . -ο ος, ( ῆ α , he o fa da o , e ite, alsa i o da ια ός , ά, ό , ύῃ67 ἐ ὶ β φά οισι ἰ ὲ φ σὶ α ί ῃσι. versasse, potesse versare (da έ , sulle palpe e da β έφα ο , ό , per lo più al plurale, come sempre in Omero) e sulla mente prudente, perspi a e da ά ι ος , , ο , termine epico utilizzato da Omero solo in questa espressione). βῆ ᾽ ἴ ἐς θά α ο 68, ό οἱ φί ος ἱὸς ἔ 64 Κ esp essio e σ ᾶσ᾽ ἐ Οὐ ύ οιο ἀ ὸ ῥίο si collega in modo stretto con ἰσ ῖ : la dea fe a ed osse va dall Oli po sta do i i a ad u pi a olo. Κ o di e delle pa ole, i se stesso, tale da sugge i e il segue te sig ificato: Era è in Olimpo, in cima ad un pi a olo. Il e o pe sie o della posizio e pe ò do i ato da uello dell azio e he e de iva. “i veda a he Od. 21.419 ( ό ῥ᾽ ἐ ὶ ή ι ἑ ὼ ἕ ὴ φί ας / αὐ όθ ἐ ίφ οιο αθή ος). Il participio supe fluo, ed il suo utilizzo dev esse esso a o f o to o l uso pleo asti o di ἰώ , αβώ etc. nei Trag. Senza alterare la struttura della frase il greco, al fine di otte e e u i agi e più vivida, i se is e u te i e pe des ive e l atteggia e to dell atto e, e la ollega pe posizio e o la p eposizio e he esp i e l azio e, o l atteggia e to. 65 Ζῆ α u i o ell Iliade e app ese ta u a i ovazio e della Io ia o ie tale, asata sull o igi ale a usativo Ζῆ i O e o , che era solitamente sostituito da Δία; e t ò ell uso o u e appe a p i a del te po di O e o, i sie e alle fo a a alogi he Ζ ός, -ί. 66 Si veda 13.12 ἐ ᾽ ἀ ο ά ς ο φῆς ά ο ὑ έσσ ς. 67 Il congiuntivo ύ ι diffi ile da spiega e dopo l ottativo ἱ ί αι ο, o e se l i vio del sonno sia in qualche modo subordinato ad ἱ ί ασθαι , e di esso non si possa parlare e di esso non si possa parlare con maggiore fiducia che della sua condizione, anche a esso he possia o a etta e l uso del o giu tivo dopo u te po sto i o i O ero: si veda Monro § 298. È quindi abbastanza ge e al e te a ettato he si de a ip isti a e u ottativo. U ipotesi Κeaf, ad lo . uella di legge e ύ ι β φά οισι , dal o e to he l uso lo ativo del dativo pa ti ola e te o u e elle pa ti del corpo; o piuttosto ύ ἰ ἐ β φά οισι . 68 Κa s e a tipi a dell ado a si, ui olto espa sa, a a e te si p ese ta al di fuo i di u o testo di seduzio e: i o testo omerico il passo più vicino è Od. 8.362-366, dove – come qui – la dea prima prende un bagno. Il piano di Era è così segreto che non al u a dea ad aiuta la: si veda Af odita el passo itato, e Pe elope i Od. . -197. Ma questa scena è anche collagata, nello scopo e persino nel modo in cui viene espressa, con la scena della vestizione del guerriero, specialmente se questo è una dea. Quindi ἀ β οσίῃ ὲ ῶ ο , primo elemento della lista degli strumenti di bellezza, corrisponde a ῖ ας ὲ ῶ α di 11.17; un adattamento del verso 187 compare in una scena sintetica di armamento; e i fi e l a a e to di Ate a . -744) si rifà a versi standard di uomini che si abbiagliano ed escono (per esempio 2.42-44), da cui provengono anche il verso 186 (7x in Omero) e la prima metà di 188 (cfr. Od. 2.4 sg. = 4.309 sg.), mentre i sandali sono omessi in brevi scene di vestizione di donne come per “i avviò du ue pe a da e ve so il tala o, he pe lei il suo, l a ato figlio ost uì, 167 Ἥφαισ ος, ι ὰς ὲ θύ ας σ αθ οῖσι ἐ ῆ σ 69 Efesto, e saldi i battenti sugli stipiti (da σ αθ ός , ὁ) serrò, fissò, chiuse (da ἐ α α ίσ ), ῗ ι ῇ, ὴ ᾽ οὐ θ ὸς ἄ ος ἀ ῷ : con un chiavistello (da ίς , ἡ, Ion. ΐς , ge . ι ός: lo strumento per chiudere, non una chiave, ma una se atu a, u paletto seg eto da ός , ή, ό , he essu alt o dio ap iva, poteva ap i e da ἀ οί ι). 169 ἔ θ᾽ ἥ ᾽ ἰσ θοῦσα θύ ας ἐ έθ φα ι άς. E qui dopo che lei fu entrata (da ἰσέ ο αι) fermò, chiuse (da ἐ ι ίθ ι), gli splendidi battenti. 170 ἀ β οσίῃ ὲ ῶ ο ἀ ὸ οὸς ἱ ό ος Pe p i a osa o l a osia da ἀ β οσία , Io . -ι , ἡ: come unguento) dalla pelle, dal corpo, desiderabile, che suscita desiderio, 171 ύ α α70 ά α άθ , ἀ ί α ο ὲ ί ᾽ ἐ αίῳ lavò via (da αθαί ) tutte le impurità (da ῦ α , α ος, ό, per lo più al plurale), e (lo) unse (da ἀ ίφ ) i a e te, o pleta e te da ί α o u olio da ἔ αιο , ό, ἐ αία ; in Omero per lo più come olio per ungere, per esempio dopo un bagno) 172 ἀ β οσίῳ ἑ α ῷ, ό ῥά οἱ θ έ ο 71 ἦ : immortale, divino (da ἀ β όσιος , α, ο ), dolce (da ἑ α ός , ή, ό , p ofu ato o esse ze da θ ό ), che essa aveva; οῦ αὶ ι έ οιο ιὸς α ὰ α οβα ὲς ῶ72 E ua do uesto ve iva agitato da ί αι , = ι έο αι , att ave so, pe tutta la asa da ῶ α , α ος, ό di )eus dalla soglia, dal suolo di o zo da α οβα ής , ές, βαί ), 174 ἔ ς73 ἐς αῖά αὶ οὐ α ὸ ἵ ᾽ ἀϋ ή. e allo stesso modo fino alla terra e al cielo la fragranza (da ἀ ή , ἡ) giunge, si diffonde (da ἱ έο αι). ῷ ῥ᾽ ἥ όα α ὸ ἀ ι α έ ἰ ὲ αί ας Così ella dopo aver unto (da ἀ ίφ il el o po e i apelli da αί , ἡ) α έ σὶ ο ά ο ς ἔ φα ι οὺς Dopo aver pettinato (da έ ), con le (sue) mani intrecciò (da έ le sple dide t e e da ό α ος , ὁ), 177 α οὺς ἀ β οσίο ς ἐ άα ος ἀθα ά οιο. belle, ambrosie, giù dalla testa (da άς , ό , forma poetica di ά α: O e o ha a he il ge . e dat. άα ος, άα ι, e il nom. pl. άα α) immortale. 178 ἀ φὶ ᾽ ἄ ᾽ ἀ β όσιο ἑα ὸ ἕσαθ᾽, ὅ οἱ Ἀθή E intorno vestì (da ἕ ι , oppure ἀ φιέ ι i t esi l a osia veste da ἑα ός , ὁ , cfr. 5.734) che per lei Atena 179 ἔ σ᾽74 ἀσ ήσασα, ίθ ι ᾽ ἐ ὶ αί α α ο ά: grattò, raschiò (da ύ ), dopo aver(lo) realizzato, fabbricato con abilità, ingegno (da ἀσ έ , e i se iva olti lavo i i geg osi da αί α ος , ο ; i O e o solo al eut o pl. o e sosta tivo); esempio in Od. 5.230- . I uesto aso il fas i o a o oso di Af odite o ispo de alla spe iale a a del gue ie o, o e l egida di Atena o la lancia di Achille (19.387 sgg.). Quella che seguirà sarà una vera e propria aristia di Era (H. Schwabl). 69 La forma ἐ ῆ σ dalla radice ἀ di ἀ -α -ίσ ricorre solo qui e nella ripetizione del verso in 339. 70 Si ricordi 1.314, οἱ ᾽ ἀ αί ο ο αὶ ἰς ἅ α ύ α α βά ο . Cfr. 10.577. 71 Da Leaf. Qui θ έ ο ἦ il p edi ato, he e a e p ofu ato . Κ e liti a οἱ è aggiunta dal poeta senza una particolare e fasi, ed diffi ile da t adu e. “e t adu ia o e a p ofu ato pe lei , se a si voglia i te de e he e a ealizzato i odo speciale pe l uso da pa te della dea, il he o atu al e te ell idea. Κ i te p etatio e dei iti i piuttosto he il te i e θ έ ο de a esse e i te p etato o e θ έ ι, ό ῥά οἱ ἦ , dove l epiteto stato t asfe ito ella p oposizio e relativa dalla sua posizione corretta nella proposizione principale. Si veda 13.340 ( ἐ ί ισι ι α ῆις, ἃς ἶ ο α σί οας ) ed altri passaggi simili (e.g. 15.389, 646, 24.167). U o iezio e he si può fa e a uesta i te p etazio e he se toglia o il pa ti ipio la proposizione relativa ό ῥά οἱ ἦ si svuota di se so: atu al e te E a possedeva l u gue to he stava utilizza do. 72 Si veda 1.426 (Διὸς ο ὶ α οβα ὲς ῶ). 73 Per ἔ ς, Schol. B (forse Aristarco) commenta ῦ ὁ οί ς , ma è impossibile riconciliare questo utilizzo con altri utilizzi del te i e. “e a he i o igi e sig ifi asse i te a e te, del tutto , e ui fo se ovu ue, dappe tutto, i og i pa te . Questo t a sita fa il e te el sig ifi ato avve sativo, o e i se e e, alg ado tutto, o osta te tutto . È o u ue possi ile da e al te i e il suo sig ifi ato o di a io, se ve iva agitato, allo a allo stesso odo la f ag a za aggiu geva il ielo e la te a , o e se fosse stato versato su entrambe. 74 Da Leaf. ἔ σ , g atta e, as hia e , i odo da otte e e o u a supe fi ie lis ia, soffi e, o u a pelu ia. Κ ope azio e fi ale se a sig ifi a e l i te o p o esso di fa i azio e. “i veda l atti o σ ίς , utilizzato per tessuti di classe. Il termine ἀσ ́ σασα si riferisce certamente ad un ingegnoso lavoro artigianale, come in . , . , Od. . . ίθ ι per la sua posizioen sembra i pli a e he la de o azio e stata ealizzata ua do l a ito stato o pletato, pe ese pio o u lavo o di i a o. Da Janko. Il fatto che Atena, vergine, a ia ealizzato l a ito di E a sig ifi a he la dea aiuta l aiuta el suo pia o, el uale simpatizza (cfr. 8.350 sgg.); Atena realizzò anche il suo stesso aboto, in 5.735. Lorimer ritiene che essa possa aver intrecciato figure ell a ito, o e Ele a in 3.125-128, con un hysteron proteron in 179, ma sicuramente la dea lo lisciò e lo ricamò, dal momento che lo ἑα ός di li o; felpa lo ed i t e ia e delle figu e i pli a l utilizzo di la a. σ ίῃς ᾽ ἐ ῇσι75 α ὰ σ ῆθος ο ᾶ ο. lo fe ava da ο ά sul petto o spillo i da ἐ ή , ἡ, (ἐ ός , = ό d o o. ώσα ο ὲ ώ ῃ ἑ α ὸ θ σά οις ἀ α ίῃ, si passò intorno ai fianchi, si cinse con (da ώ ι), una i tu a da ώ , ἡ) adornata con, dotata di (da ἀ α ίσ , e to appe, pe dagli, ast i da θύσα ος , ὁ: si confronti 2.448), 182 ἐ ᾽ ἄ α ἕ α α ἧ ἐϋ ή οισι οβοῖσι76 poi ei lo i da οβός , ὁ) ben forati (da ὔ ος , Ep. ἐΰ -, ο , αί ) passò, infilò (da ἵ ι), gli orecchini (da ἕ α, α ος, ό , ί α ο ό α: ά ις ᾽ ἀ ά ο ο ή. a t e pe le, a t e piet e da ί ος , ο , a fo a di o a da ο ό ις , σσα, : a il sig ifi ato s o os iuto ed esisto o va ie o gettu e, si veda Κeaf, ad lo . A fo a di o a si a o da o le t e piet , o perle, o protuberanze): grande grazia splendeva, brillava (da ἀ ο ά ). έ ῳ ᾽ ἐφύ θ α ύ α ο ῖα θ ά Quindi la dea tra le dee si coprì (da α ύ ) da sopra con un velo (da ή ο , ό, άς, ά α e έ ) 185 α ῷ α έῳ: ὸ ᾽ ἦ ἠέ ιος ὥς77: bello, appe a fatto, uovo da ά ος , , ο ; e a hia o, illa te da ός , ή, ό , o e il sole; οσσὶ ᾽ ὑ ὸ ι α οῖσι ἐ ήσα ο α ὰ έ ι α78. Ai piedi lis i, lu e ti da ι α ός , ά, ό , ί α ) legò (da έ , oppure ὑ ο έ in tmesi, con il dativo: i sandali sono legati sotto i piedi) bei sandali (da έ ι ο , ό , έ : per di più al plurale), αὐ ὰ ἐ ὶ ὴ ά α ὶ οῒ θή α ο όσ ο Quindi dopo che mise (da ίθ ι) intorno al corpo ogni ornamento (da όσ ος , ὁ) βῆ ῥ᾽ ἴ ἐ θα ά οιο, α σσα έ ᾽ Ἀφ ο ί mosse per uscire fuori dal talamo, e chiamata Afrodite ῶ ἄ ἀ ά θ θ ῶ ὸς ῦθο ἔ ι : lontano, in disparte dagli altri dei (le) rivolge la parola, il discorso: 190 ἦ ῥά ύ οί ι ίθοιο79 φί ο έ ος ὅ ί ἴ , « Mi obbediresti forse, mi daresti forse ascolto (da ίθ ), in una cosa, figlia mia, quella che ti chiedo, 191 ἦέ ἀ ήσαιο ο σσα έ ό θ ῷ, oppure rifiuteresti, diresti di no (da ἀ έο αι), adirata (da ο έ ) per questo nel (tuo) cuore, οὕ ᾽ ἐ ὼ α αοῖσι, σὺ ὲ ώ σσι ἀ ή ις; . perchè io aiuto (da ἀ ή , con il dativo) i Danai, tu i Troiani ». 193 ὴ ᾽ ἠ ίβ ᾽ ἔ ι α ιὸς θ ά Ἀφ ο ί : Le rispondeva allora la figlia di Zeus, Afrodite: 194 Ἥ έσβα θ ὰ θύ α ά οιο ό οιο « Era, dea veneranda, figlia del grande Crono, αὔ α ὅ ι φ ο έ ις: έσαι έ θ ὸς ἄ , 75 Il fatto he e a fe i sul petto l a ito o spillo i più di una volta è un indizio piuttosto incerto sul tipo dello stesso. Si noti che non possiamo neppure dire se questi ἐ αί sono spilloni diritti o fibule. Leaf ipotizza correttamente che α ὰ σ ῆθος sia compatibile con i peploi do i i fe ati o lu ghi spilloni diritti, le cui teste sono allineate davanti alla spalla, sotto la clavicola. A questo tipo di spilloni da abito con punte sporgenti non protetti si fa riferimento in 5.424 sg. e forse i 734. Lorimer ritiene invece che Era indossi qui un chitone di tipo io i o o a pia s ollatu a a V, o e il più ta do σ ισ ός ι ώ . Tra gli altri, S. Marinatos sostiene che il verso 180 richiama un tipo di abito miceneo cucito alle spalle con apertura a V per la testa, e che questo tipo di abito app ese tato dall ideog a a i Κi ea e B u e o * , u etta golo o u ape tu a a fo a di V i alto, e t ata, e appe nella parte inferiore, sovraccaricato con we, forse abbreviazione per we-a2-no-i = wehanoihi (ἑα ός): si veda Ventris e Chadwick, Documents In Mycenaean Greek, alle pagine 49-52 e 482. P o a il e te l ape tu a poteva esse e st etta, i hiusa o u o spillo e o u a fi ula u a volta he l a ito e a i dossato. Notiamo ancora che Bards equipara έ ος ed ἑα ός, anche se le testimonianze che abbiamo suggeriscono che si trattava di indumenti distinti. 76 “i oti il doppio iato a uesto ve so: il p i o pe esso, il se o do o: pe uest ulti o so o state p oposte va ie o ezio i. Si noti chè i Micenei né i Minoici indossavano orecchini: quelli di Era sono certamente riferibili al periodo Geometrico. 77 Da Leaf. La descrizione indica chiamente che si tratta di lino. 78 Espressione formulare: cfr. 10.132, 22, 2.44. 79 Da Janko. ἦ ῥά ύ οί ι ίθοιο dà i izio ad u a i hiesta ge tile f . . , . : l ttativo è a metà strada tra un desiderio ed una possibilità, come ἦέ ἀ ήσαιο ost a. Ca a figlia u odo affettuoso, o u e, di ivolge si ad u a pe so a più giova e, utilizzato per esempio da Priamo con Elena o da Fenice con Achille (si veda 3.162, 9.437): i genitori di Afrodite sono in realtà Zeus e Dione. Si veda 5.370- , e poi il ve so dov hia ata figlia di )eus, Διὸς θ ά , a zi h φι ο ι ὴς (211). La divergenza di Omero da Esiodo relativamente alla sua origine si accorda con la possibilità che il poeta fosse a conoscenza di una cosmogonia in cui non vi era la castrazione di Urano. Qui si imbattè (da σ βά , O e o utilizza f e ue te e te le fo e dell ao isto Ep. he i izia o o β - oppure σ β - el se so di i o t a si o ; i atte si i , o il dativo o il “o o, f atello della Morte, 232 ἔ ᾽ ἄ α οἱ φῦ91 ι ὶ ἔ ος ᾽ ἔφα ᾽ ἔ ᾽ ὀ ό α : gli strinse (da φύ ) la mano e (gli) diceva parola, e si rivolgeva (a lui) per nome (da ἐ ο ο ά : 233 Ὕ ἄ α ά θ ῶ ά ᾽ ἀ θ ώ , « O Sonno, signore di tutti gli dei e di tutti gli uomini, 234 ἠ ὲ 92 ή ο ᾽ ἐ ὸ ἔ ος ἔ ς, ἠ ᾽ ἔ ι αὶ ῦ come una volta ascoltasti (da ύ ) la mia parola, il mio comando, così anche ora ancora ίθ : ἐ ὼ έ έ οι ἰ έ 93 ά ι ἤ α α ά α. obbedisci, lasciati persuadere (da ίθ : io pe l ete ità, pe tutti i gio i da ἦ α , α ος, ό ti i os e ò, ti dovrò riconoscenza. οί σό οι Ζ ὸς ὑ ᾽ ὀφ ύσι ὄσσ φα ι ὼ Addormentami (da οι ά ) sotto le sopracciglia (da ὀφ ύς , ύος , ἡ) gli occhi splendenti di Zeus 237 αὐ ί ᾽ ἐ ί ἐ ὼ α α έ ο αι ἐ φι ό ι. subito dopo che io giacerò, mi sarò distesa (da α α έ ο αι), in amore. ῶ α έ οι ώσ α ὸ θ ό ο ἄφθι ο αἰ ὶ94 Come doni (da ῶ ο , ό ti da ò u el t o o da θ ό ος , ὁ) sempre imperituro, incorruttibile (da ἄφθι ος , ο , φθί ), ύσ ο : Ἥφαισ ος έ ᾽95 ἐ ὸς άϊς ἀ φι ή ις96 d o o: Efesto, il io figlio s ia ato, ύ ι᾽ ἀσ ήσας, ὑ ὸ ὲ θ ῆ οσὶ ἥσ ι,97 (lo) fabbricherebbe (da ύ ) lavorando con arte (da ἀσ έ ), e sotto metterà (da ἵ ι) uno sgabello (da θ ῆ ς , ος , ὁ) per i piedi, ῷ ἐ ισ οί ς ι α οὺς ό ας98 ἰ α ι ά . sul quale potresti appoggiare (da ἐ έ , fo a dell ottativo assoluta e te a o ala i O e o i piedi lisci, lucenti (da ι α ός , ά, ό , ί α , quando banchetti, quando fai baldoria in compagnia (da ἰ α ι ά ) ». 242 ὴ ᾽ ἀ α ιβό ος οσ φώ ή ος Ὕ ος: A lei in risposta, rispondendo, diceva (da οσφ έ , usato i O e o solo all i pe fetto il “o o dol e, delizioso da ή ος , ο , = ἥ ος , da ui de iva pe e ata divisio e el testo o e i o f . . ; se p e epiteto del sonno, nella frase ή ος ὕ ος): 243 Ἥ έσβα θ ὰ θύ α ά οιο ό οιο99 « Era, dea veneranda, figlia del grande Crono, 244 ἄ ο έ ἔ θ ῶ αἰ ι ά un altro tra gli dei che vivono in eterno (da αἰ ι έ ς , ὁ, poet. per ἀ ι έ ς io 245 ῥ ῖα α ήσαι ι, αὶ ἂ ο α οῖο ῥέ θ α facilmente, senza sforzo potrei addormentare (da α ά ), anche le acque, le correnti (da ῥ ῖθ ο , ό , Att. forma contratta della forma Ion. ed Ep. ῥέ θ ο ), del fiume 246 Ὠ α οῦ, ὅς έ σις ά σσι έ αι: Oceano, che pure è (da ύ ) l o igi e di tutte le ose; Ζ ὸς ᾽ οὐ ἂ ἔ ο ίο ος ἆσσο ἱ οί ma io stesso non verrei (da ἱ έο αι) più vicino (da ἆσσο , avverbio comp. di ἄ ι , con il genitivo) a Zeus figlio di Crono, astuzie della dea. )eus, osì o e i G e i, o deve ve i e s o fitto t oppo fa il e te; a l otte i e to da pa te di E a di u a a osì i vi i ile o e l a uleto di Af odite, ed u alleato osì pote te o e il “o o, i fa o hia a e te comprendere sia l astuzia della dea, he la sua dete i azio e e la p ospettiva del suo su esso. Ma a he osì il suo pia o is hia uasi di andare a monte, in modo comico, a causa dei suoi stessi imbrogli passati Era: quando la dea rammenta al Sonno che lui già prima fece questo favore a lei, egli le rammenta degli esiti sgraditi che ne derivarono. In risposta Era offre un premio ancora più alto, ben adatto sia al Sonno che ad Era in quanto dea delle unioni – una delle Grazie, da prendere in sposa. Per caso si scopre che il Sonno è già i a o ato di u a di lo o: la eti e za del a ato e i las ia el du io se il “o o stava già pu ta do a uesto si dall inizio e se Era lo sapesse. Infine il Sonno le chiede di sigillare la sua promessa con un terribile giuramento prima che essa riprenda il suo viaggio in sua compagnia. 91 Interpretare come ἐ φύ con il dativo, oppure come in Od. 10.397 (ἔ σα έ ᾽ ἐ ῖ οι ἔφ ᾽ ἐ σὶ ἕ ασ ος). 92 Da Leaf. ἠ ὲ […] ἠ έ, o e […], osì . Co e i 16.236, Od. 8.383, cfr. 7.301. Un condronti con 1.453 suggerisce ἤ έ . Natu al e te u a possi ile va ia te ἰ έ . 93 Da Leaf. La forma corretta per ἰ έ (Vulgata) o la variante ἰ έ è ϝ ί (si vedano ἴ ο , ἴ ), per la prima volta ripristinato da Brandreth. Si veda Monro § 80. ά ι ἰ έ αι ι ί lett. significa riconoscere un debito verso qualcuno. 94 Si veda σ ῆ ο α ώϊο ἄφθι ο αἰ ὶ in 2.46. 95 Qui (ἄ utilizzato se za essu a p otasi, o l ottativo i se so pote ziale: ύ ι ). 96 Attributo di Efesto, già i . , alla fi e del sipa ietto oli pi o del p i o li o. 97 Qui οσί deve esse e i teso pe i piedi , o etto da ὑ ό . 98 “i oti l esp essio e fo ula e οσσὶ ᾽ ὑ ὸ ι α οῖσι ἐ ήσα ο α ὰ έ ι α (10.186, 132, 22 e 2.44). 99 Espressione formulare con la quale il Sonno, e in 14.194 Afrodite, si rivolgono ad Era. οὐ ὲ α ήσαι ᾽, ὅ ὴ αὐ ός ύοι. pot ei addo e ta lo da α ά , α ά , a e o he egli stesso o lo voglia. 249 ἤ ά αὶ ἄ ο ὴ ἐ ί σσ ἐφ ὴ100 Già infatti anche quanto ad un altro affare me ha reso prudente, ha ammonito, a me ha dato una lezione (da ι ύσ , ι ύσσ ), un tuo comando (da ἐφ ή , ἡ , (ἐφί ι ) 250 ἤ α ι ῷ ὅ ῖ ος ὑ έ θ ος ιὸς ἱὸς101 in quel giorno quando costui, il coraggiosissimo figlio di Zeus, 251 ἔ Ἰ ιόθ ώ ό ι ἐ α α ά ας. veniva per mare (da έ ) da Troia, dopo aver saccheggiato (da ἐ α α ά ) la città dei Troiani. 252 ἤ οι ἐ ὼ ὲ ἔ α ιὸς όο αἰ ιό οιο Allora sì io misi a dormire, assopii (da έ ο αι , la e te di )eus po tato e dell egida ή ος ἀ φι θ ίς: σὺ έ οἱ α ὰ ήσαο θ ῷ dolce versandomi intorno, avvolgendo(lo) (da ἀ φι έ ); tu invece tramasti, meditasti (da ή ο αι), nel cuore malanni 254 ὄ σασ᾽ ἀ α έ ἀ έ ἐ ὶ ό ο ἀή ας,102 dopo aver sollevato, scatenato (da ὄ ι), sul mare burrasche, esplosioni (da ἀή ς , ο , ὁ), di venti furiosi, terribili, αί ι ἔ ι α ό ᾽ ὖ αιο έ ἀ έ ι ας e lui poi riconducesti, facesti sbarcare (da ἀ οφέ ), a Cos ben popolata όσφι φί ά . ὃ ᾽ ἐ ό ος α έ αι lontano da tutti gli amici. Questi, dopo essersi svegliato (da ἐ ί ) montava in collera, diveniva violento (da α αί ), 257 ῥι ά α ὰ ῶ α θ ούς, ἐ ὲ ᾽ ἔ ο α ά strapazzando, sbattendo di qua e di là (da ῥι ά ), gli dei per la casa, e me al di sopra di tutti ή ι103: αί έ ᾽ ἄϊσ ο ἀ ᾽ αἰθέ ος ἔ βα ό ῳ, e ava da έ : e e av e e s agliato da ἐ βά , con il dativo del luogo) via dal cielo (da αἰθή , έ ος , in Omero sempre ἡ) nel mare, invisibile, cancellato alla vista (da ἄισ ος , ο , α p ivativa e ϝι ̂ι ), ἰ ὴ ὺ ή ι α θ ῶ ἐσά σ αὶ ἀ ῶ : se la Notte, domatrice (da ή , ῆ ος, ὁ ( α ά ): si veda 24.4) degli dei e degli uomini, non mi salvava; ὴ ἱ ό φ ύ , ὃ ᾽ ἐ αύσα ο ό ός . fuggendo la raggiunsi, venni supplice da lei (da ἱ έο αι , o l a usativo, giu se o u ἱ έ ς ,e lui si fermò (da αύ ) pur essendo adirato (da ώο αι). 261 ἅ ο ὰ ὴ ὶ θοῇ ἀ οθύ ια104 ἕ οι. Aveva infatti timore (da ἅ ο αι) di compiere (da ἔ ) cose sgradite (da ἀ οθύ ιος , ο ) alla Notte veloce. ῦ αὖ οῦ ό ᾽ ἄ ας ἀ ή α ο ἄ ο έσσαι . O a di uovo, u alt a volta i esorti (da ἄ α a compiere, a portare a termine (da έ , uest alt a osa, impresa impossibile (da ἀ ή α ος , ο ) ». 263 ὸ ᾽ αὖ οσέ ι βοῶ ις ό ια Ἥ : A lui risponde, di rimando, E a ve e a da dall o hio ovi o: 264 Ὕ ί ἢ ὲ σὺ105 αῦ α ὰ φ σὶ σῇσι οι ᾷς106; « O Sonno, per quale motivo (da ί , meglio ί ἢ , Att. ? ιή , una forma rafforzata di ί) tu queste cose nel tuo cuore desideri (da οι ά )? 265 ἦ φῂς107 ὣς ώ σσι ἀ έ ὐ ύο α Ζῆ Forse dici, credi che Zeus tonante tanto andrà a portare aiuto (da ἀ ή , con ι ί ) ai Troiani 266 ὡς Ἡ α ῆος ι ώσα ο αῖ ος ἑοῖο; quanto si adirò fortemente da ι ώο αι, i ost uzio e ι ί ι ος, o il ge itivo della ausa a causa di Eracle, suo figlio? 100 Da Leaf. Deve notarsi che le questioni critiche sollevate da questo verso, per quanto il senso sia abbastanza chiaro, sono complesse, principalmente legate ad ἄ ο e al verbo. “i veda il Κeaf ad lo . Κ esp essio e ἤ ά (σ , ἑ) αὶ ἄ ο ᾽ è formulare (si veda 1.590, 20.90, 20.187). 101 Qui Διὸς ἱός E a le, il ui o e o i o e fi o al ve so . Questa stessa legge da vie e ipetuta a o a u volta, u po più diffusamente, in 15.18-30; e si veda anche 19.96-133 pe la ivalità t a E a ed E a le. Κ aggettivo ῖ ος esprime avversione, antipatia verso il personaggio, come in . ῖ ος Ἄ ς . 102 Il verso 254 è simile e.g. al verso 13.795 (οἳ ᾽ ἴσα ἀ α έ ἀ έ ἀ ά α οι ἀέ ῃ , o t a l alt o Od. . ὄ σας ἀ α έ ἀ έ ἀ έ α ο ἀ ή , o i odo e o evide te . , tutti o ἀ ή o ἀέ ας invece di ἀή ας, che ricorre solo alla fi e del ve so ell epos: spe ial e te i . . Il ve so uguale a 15.28. 103 Il ve o έ compare solo qui in Omero, al posto del più comune ί αι. 104 ἀ οθύ ια si spiega con il verso . ἀ ὸ θ οῦ ἶ αι . Κ uso della ost uzio e o ́ dopo ἅ ο è curiosa: ci si sarebbe aspettati l i fi ito. 105 Cfr. 6.55. 106 Si veda il verso 221 (ὅ ι φ σὶ σῇσι οι ᾷς). 107 La forma ἦ φ́ ις pone una domanda ironica, che regolarmente segue un altra domanda posta con la forma ί ἦ , come in 6.55 o in 15.244. La forma Ζῆ a fine verso si trova per esempio in 8.206 ( ῶας ἀ ώσασθαι αὶ ἐ έ ὐ ύο α Ζῆ ). 267 ἀ ᾽ ἴθ᾽, ἐ ὼ έ έ οι α ί ία ὁ ο ά 108 Ma su, io a te una delle giovanili (da ὁ ό ος , α, ο , comparativo senza positivo in uso, forma epica per ώ ος) Cariti ώσ ὀ ιέ αι αὶ σὴ ῆσθαι ἄ οι ι .109 Darò da sposare, prendere in moglie (da ὀ ί ), e perché sia detta (da α έ ) tua sposa (da ἄ οι ις , ιος , ἡ) ». Da Janko, Leaf. Il giuramento che il Sonno chiede ad Era è qui uno dei più completi in Omero, Nella sua forma più semplice (4x in Odissea) una richiesta di giuramento precede ὣς ἔφα ᾽, ἡ ᾽ […] ἐ ώ ὡς ἐ έ o si ili f . sg. , ui di αὐ ὰ ἐ ί ῥ᾽ ὄ οσέ -ά ύ σέ -ά ὸ ὅ ο = . Il poeta utilizza t e tipi di espa sio e: a ipo ta do le pa ole del giuramento, ἴσ ῦ ό αῖα f . . pe gli dei, oppu e ἴσ ῦ Ζ ὺς ῶ α f . . pe i o tali, con una lista di potenze, seguite da ἧ/ ὴ έ atti o ἧ ή pe i t odu e la osa giu ata e.g. . sgg. ; oppu e i se e do la lista delle potenze nella richiesta (Inno Om. ad Ermes, 519); oppure (c) includendo un sacrificio (3.245 sgg., 19.249 sgg.). Questa scena o i a u a ve sio e u i a di a o : il giu a e to di E a esp esso i u dis o so i di etto la dea o i a tutti gli dei dll Olt eto a , poi il a ato e ea va ietà o ette do lo Stige ed ide tifi a do ueste divi ità o i Titani. Per un giuramento sullo Stige, si veda 2.755. Κ i vo azio e agli dei dell Olt eto a o i o pa e ua do E a giu a su essiva e te . sgg. ; questo sembra indicare il desiderio di una sanzione più marcatamente personale rispetto ad un fiume, anche nel caso di un dio; a uesto s opo solo u a di astia più a ti a e a dispo i ile. Gli uo i i si appella o a he all Olt eto a i si ili i osta ze, si veda . . To a e la te a ed il a e può esse e giudi ata o e l i lusio e dell i te o o di e della natura tra i testimoni, o fo se o e u odo fisi o di i hia a e l atte zio e delle pote ze sotte a ee; si veda . . Fare un giuramento significa in effetti invocare potenze più grandi di se stessi per confermare la veridicità della dichiarazione, ponendo una maledizione sulla propria persona se la dichiarazione è falsa. È antico costume toccare, mentre si giura, un oggetto che incorpori la potenza che si sta invocando – per esempio la Bibbia nelle aule di tribunale o un altare ad Atene. I Greci chiamavano questo oggetto un ὅ ος. Qui di gli dei giu ava o te e do u a o a di a ua dello Stige Theog. sgg. ; al fi e di porre se stessa in contatto con i Titani sotto la superficie della terra e sotto il mare (8.478 sgg.), Era deve toccare la terra ed il mare. Essa stessa una divinità, Era può invocare solo dei più anziani: ma perchè scegliere i Titani, suoi stessi nemici e prigionieri? Questo fatto, insieme al suo giuramento per lo Stige, ha senso solo se Omero era già a conoscenza di una storia che si racconta solo in Esiodo (Theog. 383 sgg.). Quando Zeus dichiarò guerra ai Titani offrendo ricompense a chiunque si fosse unito a lui, Stige fu la prima a presentarsi, su suggerimento di suo padre Oceano; essa portò i suoi figli Vittoria e Potenza, che da allora vivono per se p e o )eus. Co e i o pe sa, )eus la ese l ὅ ος degli dei, e o u a uo a agio e: se Stige ed i suoi figli a ia o fronte, i Titani cacciano e spodestano gli Olimpi. Quindi Era pronuncia la tremenda maledizione secondo la quale, se ella di e ti a la sua p o essa, l i te o o di e divi o deve i alta si; il suo pia o du ue ette a is hio il do i io di )eus. Κo Stige può anche operare come un intermediario tra il mondo di sotto e quello di sopra, in quanto le sue acque fluiscono da Oceano att ave so l Olt eto a e su fi o alla supe fi ie . , Th. sgg. . Gli uo i i spesso giu a o sulle fo ti pe la stessa ragione 270 270 ὣς φά ο, ή α ο110 ᾽ Ὕ ος, ἀ ιβό ος ὲ οσ ύ α: Così di eva, gioì da αί il “o o, e rispondendo dice: 271 ἄ ι111 ῦ οι ὄ οσσο ἀάα ο ὸς ὕ , « Suvvia (da ἀ έ , = αἱ έ , o a a e giu a pe da ὄ ι , o l a usativo della pe so a o della osa sulla uale si giu a, giu a pe l a ua i viola ile da ἀάα ος , ο , ἀά )) dello Stige, ι ὶ ὲ ῇ ἑ έ ῃ ὲ ἕ θό α ο βό ι α , con una delle due (da ἕ ος , α, ο a i p e di affe a da αἱ έ ), la terra fertile, nutrice di molti, ῇ ᾽ ἑ έ ῃ ἅ α α α έ , ἵ α ῶϊ ἅ α ς 108 Da Leaf. ὁ ο ά deve t adu si giova ili , piuttosto he più giova e . “i veda ο ό ος i 4.316. In molti casi il termine è un vero comparativo, come e.g. in 2.707, 4.325 (si veda anche il superlativo ὁ ό α ος in 9.58): qui però non possiamo ipotizza e he ve ga i pli ata l esiste za di G azie più a zia e. Κe G azie, ά ι ς , sono vagamente personificate in 5.338, 17.51, Od. 6.18, Od. 8.364, Od. 18.194, come compagne di Afrodite, donatrici di bellezza etc. In . ά ις è la moglie di Efesto. Il loro numero sembra, a giudicare da questo passaggio, essere ritenuto indefinito. In Esiodo (Th. 907) troviamo il loro numero già fissato a tre; in 945 Efesto sposa Aglaia, la più giovane, ὁ ο ά α ί . Il termine ὁ ό ος non è stato spiegato in modo soddisfacente: la derivazione da ὅ ο offre raramente una buona interpretazione, e qui è abbastanza impossibile. Per […] ώσ si veda 22.66, e la nota di Lead ad loc. Con il futuro indicativo indica in generale una limitazione o condizione. 109 Da Janko, Leaf. Il verso 269 è una interpolazione metricamente scorretta: lo scriba che per primo ha fatto questa interpolazione a partire da 276 se a a ia e ato l o igi alità s ive do ἱ ί αι ἐέ αι , senza rendersi conto della quantità non corretta. Lo scopo doveva essere quello di dare un nome alla divinità. Per la prima volta compare in un MSS del secolo XIII. 110 Dal momento che il verso 270 comprime al suo interno tre concetti, ή α ο è una variante unica per fare spazio al nomedel “o o. Pe u a si ile st uttu a del ve so si veda o . e Od. . . Me t e l ao isto ή α ο compare solo qui, la forma tematica raddoppiata ( ά ο ο et . non è rara, e la forma ἐ ά si ritrova anche in 3.23, 10.541. 111 Il Sonno domanda il giuramento facendo uso di un linguaggio altisonante, che manifesta la solennità del momento. Il termine ἄ ι è un antico eolismo, (si veda 11.512), e sostituisce le piùcomuni espressioni ἀ ᾽ ἄ ed ἰ ᾽ ἄ . ῦ οι ὄ οσσο compare i . “eguo o poi due esp essio i ila iate, ῇ ἑ έ ῃ ὲ [...] / ῇ ᾽ ἑ έ ῃ, che fanno riferimento alla terra e al cielo, a o pag ati i due ele e ti da due epiteti olto esp essivi, ο βό ι α e α α έ . “i oti he l os u o e si ist o epiteto ἀάα ος i o e o u a dive sa s a sio e et i a ell Odissea, i . e . . Ora però per causa (da ἕ α oppure ἕ , Ep., Ion. e poetico ἵ α: qui preposizione con il genitivo, dopo il caso, come avviene di solito) tua qui (da ῦ ο giù dall Oli po ui ve go, ή ώς οι έ ι α ο ώσ αι, αἴ σι ῇ affinchè in alcun modo dopo (da έ ι α , altrove ό ισθ ) contro di me ti arrabbi (da ο ό ), se in silenzio οἴ αι ὸς ῶ α βαθ όο 124 Ὠ α οῖο . me ne andassi (da οἴ ο αι) alla casa di Oceano che scorre profondo da βαθύ οος , ο , o t . βαθύ ο ς , ο ». Κ i vito di )eus -328) è una versione notevolmente dilatata dell i vito di Pa ide i . - , dove a ia o u o issio e di ogni altra cosa in favore del puro rapporto amoroso, a causa del prepotente desiderio che prova. Paride ricorda il suo primo rapporto con Elena, ma il poeta ha già usato questo termine per dare una misura della libido di Zeus (295 sg.), e fa appenna accennare Zeus a questo evento nel climax della sua lista di amori passati (327), il che prende il posto del ricordo di Paride al centro del suo discorso: 3.441 ἀ ᾽ ἄ ὴ φι ό ι α ίο ὐ θέ : f . 3.442 οὐ ά ώ ο έ ᾽ ὧ έ ᾽ ἔ ς φ έ ας ἀ φ ά , f . sg. 3.443 οὐ ᾽ ὅ σ […] f . , , , , sg. 3.446 ὥς σ ο ῦ ἔ α αι αί ὺς ἵ ος αἱ ῖ. (= 328) La lista di Zeus poteva ben offendere la sensibilità religiosa di Platone, ed è anche uno strano modo di dimostrare ci essere un buon amante. Come dice Aristarco, la sua breve affermazione in 315 sg. sarebbe stata sufficiente a manifestare il suo ardore; il suo elenco avrebbe piuttosto respinto Era, non l av e e att atta, ed i olt e t oppo p olissa, ve osa, data la f etta e l i siste za del dio. Qui di il iti o atetizzava - , o e a he A istofa e. Ma vi so o o iezio i fo ali all atetesi. Questo discorso è al centro del discorso di Zeus ad Era, ed eli i a lo idu e e l i te o dis o so a soli i ue ve si: a o ia lo a uesto odo, ua do il falso a o to e la o t op oposta di E a so o olto più lu ghi, dist ugge l e uili io. Κa lista si t ova a che nel punto centrale di una composizione ad anello nella quale spesso ricorrono exempla e genealogie. E i versi sono genuini, a dispetto della lo o o issio e ell i p e iso iassu to di Plato e i ‘ep. . . Rimane però il fatto che un tale resoconto offenderebbe qualsiasi moglie, e questo di Zeus deve certo risultare particolarmente irritante per Era, dal momento ella si trovò a litigare con Zeus per molte di questi amori. In effetti Zeus ha apparentemente scelto di elencare quegli amori che evocano antiche dispute con Era, che egli spera siano ormai dimenticate. Zeus vuole lusingare E a ost a do he il p ese te deside io più fo te di ualsiasi deside io p ovato p i a. È o u ue u a te i a goffa, a è anche dello humour ella e essiva lu ghezza della lista e all i p essio e he stia esagerando come gli è solito: tanto che per un momento ci chiediamo se Era sarà infine capace di portare a termine la sua missione di fronte a questa nuova prova di grossolana insensibilità, prima di realizzare che essa percepisce questa come una giustificazione alle sue azioni. Il catalogo è costruito con maestria, facendo ricorso alla variatio: Eustazio ne ha elaborata una sottile analisi, che è solo in minima parte debitrice di scholia perduti. Il termine ἔ α αι i o i ia e dà st uttu a alla lista , ; Zeus evita di ripetere il ve o t oppo spesso, o e se egli fosse o u ue vaga e te o sapevole he uesto pot e e i fastidi e E a. Dall i izio, t e donne mortali con i loro figli ricevono, ciascuna, una coppia di versi. La moglie di Issione non viene nominata; Danae viene nominata con un epiteto ed un patronimico; Europa non lo è, ma suo padre ha un epiteto e la donna ha un figlio in più. In seguito Zeus elenca, in thre versi chiastici, due mortali che gli hanno partorito due divinità: Semele ed Alcmena. La lista culmina con tre dee in appena due versi, Demetra, Leto ed Era: nominate senza loro progenie, ciascuna è presentata più brevemente di quella che precede. Zeus procede in modo ascendente, dai mortali alle divinità, terminando con la stessa Era, e la crescente evità delle des izio i dà al dis o so uell u ge za he i essa A ista o o vedeva. O goglioso pad e, egli o i a a he i suoi figli in ordine ascendente: Piritoo, Perseo, Minosse, Radamanto, Eracle e Dioniso. Omero potrebbe essere stato influenzato, nella composizione del suo catalogo, dalla lista degli amanti di Ishtar nella Epopea di Gilgamesh (VI). Però la lista di Zeus adatta con maestria poesia catalogica tradizionale, e specialmente una lista teogonica standard dei suo matrimoni, come la sua struttura, le sue affinità e la dizione provano. I Greci organizzavano tradizionalmente le loro genealogie intorno alle donne; un primo e più importante esempio è costituito dalle Eee di Esiodo, a l Odissea i lude u atalogo all i te o del uale le vergini sedotte dagli dei precedono le mogli dei mortali (11.235 sgg. e 271 sgg.). Anche Esiodo utilizza questo principio: nella Teogonia in 886-923 e 938-944 egli elenca le unioni di Zeus con sette dee, iniziando con Meti e terminando con Demetra, Mnemosine, Leto ed Era, quindi con ninfe e mortali, Maia, Semele e Alcmena. Come Omero, egli enumera i figli, e usa ugualmente la sequenza Demetra-Leto-Era, più Semele ed Alcmena; ma per gli scopi sentimentali che a ia o visto, O e o i ve te l o di e delle divinità e delle donne mortali, ed omette la progenie delle divinità. Entrambe i cataloghi sono inoltre unici nel loro utilizzare voci di due versi (Teog. 938 sg., 943 sg. e 1017 sg.): altrove sono necessari al poeta almeno tre versi per indicare chi ha sposato chi e con quali esiti. Questa lista è un capolavoro di compressione, possibile sono perché sia il soggetto che il verbo sono sottintesi in ciascuna voce, e poi h O e o o t olla tutto lo spett o delle fo ule ge ealogi he. I olti pa alleli o l Odissea, con Esiodo e con gli Inni O e i i p ova o he, lu gi dall esse e stato i te polato da u a s uola o ti e tale di poesia atalogi a, uesto passaggio deriva dalla stessa antica tradizione orale del verso genealogico. 124 Cfr. 7.422. 312 ὴ ᾽ ἀ α ιβό ος οσέφ φ έ α Ζ ύς: A lei in risposta, rispondendo, diceva Zeus che raduna le nubi: 313 Ἥ ῖσ ὲ ἔσ ι αὶ ὕσ ο ὁ θῆ αι, « Era, là (da ῖσ , avverbio ionico ed epico per ἐ ῖσ ) è possibile anche più tardi recarti (da ὁ ά ), ῶϊ ᾽ ἄ ᾽ ἐ φι ό ι α ίο ὐ θέ . ma noi, suvvia, dilettiamoci (da έ ) giacendo (da ὐ ά ) in amore. οὐ ά ώ ο έ ᾽ ὧ θ ᾶς ἔ ος οὐ ὲ αι ὸς ai i fatti i uesto odo l a o e da ἔ ς , ος, ὁ) né di una dea né di una donna a me θ ὸ ἐ ὶ σ ήθ σσι ι ο θ ὶς ἐ ά ασσ , ha domato (da α ά i o da do tutt i to o da ι ο έο αι) il cuore nel petto, οὐ ᾽ ὁ ό ᾽ ἠ ασά Ἰ ιο ί ς ἀ ό οιο125, non quando amai (da ἔ α αι, con il genitivo della persona: in Omero sempre riferito ad una passione erotica, sensuale) la moglie di Issione, 318 ἣ έ Π ι ίθοο θ όφι ήσ ᾽ ἀ ά α ο : che partorì (da ί ) Piritoo, il saggio (da ήσ , ος, ὁ) simile agli dei (da θ ός , ὁ: θ όφι , Ep. ge . e dat., singolare e plurale. Strumentale nel suo senso comitativo, si veda H. G. § 155); οὐ ᾽ ὅ α ά ς126 α ισφύ ο Ἀ ισιώ ς, ua do a o a a ai Da ae dalle elle aviglie da α ίσφ ος , ὁ, ἡ), figlia di Acrisio, 320 ἣ έ Π σῆα ά ἀ ι ί ο ἀ ῶ : che partorì Perseo, glorioso (da ἀ ι ί ος , ο , in Omero per lo più con il genitivo) tra tutti gli uomini; οὐ ᾽ ὅ οί ι ος ού ς127 ι οῖο, né quando (amai) la fanciulla di Fenice, famosa anche lontano (da ι ός , ό , 322 ἣ έ οι ί αὶ ἀ ίθ ο Ῥα ά α θ : che mi generò Minosse e Radamanto simile ad un dio; οὐ ᾽ ὅ έ ς128 οὐ ᾽ Ἀ ή ς ἐ ὶ Θήβῃ, né quando (amai) Semele, né (quando amai) Alcmena a Tebe, 324 ἥ ῥ᾽ Ἡ α ῆα α όφ ο α ί α ο αῖ α: che generò (da ί ο αι E a le, figlio dall a i o fo te, i t epido da α όφ , ο , ge . ο ος, φ ή ), 325 ἣ ὲ ιώ σο έ έ ά α β ο οῖσι : mentre Semele partorì Dioniso, fonte di gioia, di diletto da ά α , α ος, ό, αί pe i o tali da β ο ός , ὁ); οὐ ᾽ ὅ ή ος129 α ι ο ά οιο ἀ άσσ ς, 125 La lista si apre, in modo poco propizio, con la passione di Zeus per la moglie di Issione, Dia secondo οἱ ώ οι: la leggenda ricorre presso vari mitografi. Anche se la corruppe prima del suo matrimonio, il modo in cui presenta la cosa lo fa passare per un adultero. Peggio ancora, Issione e Piritoo entrambe noti violentatori; e se il figlio ha preso dal padre, questa reputazione si riflette in modo negativo sul padre. Issione cercò di stuprare Era, forse per vendicarsi su Zeus: egli perforò una nuvola con le sue sembianze, generando i Centauri; e questi rovesciarono i tavoli alle nozze di Piritoo, violentando le donne ospiti, un racconto ben noto ad Omero (si veda 1.263-265, e la nota di Kirk ad loc.). Piritoo tentò poi di rapire Persefone. Il personaggio è poi nuovamente hia ato figlio di )eus i . . Il suo o e sig ifi a olto velo e , o allu ga e to di ί per ragioni metriche. Zeus, a quanto si tramanda, si trasformò in uno stallone per generarlo. Ma questa è solo la prima delle bizzarre trasformazioni evocate in questo catalogo. Gli accoppiamenti ippomorfici sono antichi: si vedano i casi di Borea, Zefiro, Crono e Poseidone. 126 Fe e ide a o ta di o e )eus p ese la fo a di u a pioggia d o o pe i ga a e A isio e ette e i i ta Da ae, he gli ge erò Perseo: questa racconto, noto ad Esiodo (Cat. 135.1-5) era senza dubbio già corrente, anche se alcuni elementi del mito possono essere fantasiosi e basati in realtà sulla conoscenza delle favolosamente ricche tombe a tholos di Argo. Danae è consanguinea delle tre donne che seguono, in quanto sono tutte discendenti di Belo o di suo fratello Agenore. 127 La fanciulla, figlia, di Fenice, capostipite eponimo dei Fenici, è Europa. In Esiodo, Cat. 140 sg., si narra che Zeus assunse le sembianze di un toro per ingannarla a trasportarla sul mare fino a Creta: la menzione di suo figlio Minosse implica qui proprio questa leggenda. Essa generò poi anche Sarpedone. Più spesso essa è figlia di Agenore, sorella piuttosto che cugina di Cadmo (Pseudo-Apollodoro, 3.1.1). Il nome di Radamanto è oscuro. Dal momento che egli sposa Alcmena (Pseudo-Apollodoro, 2.4.11) prima di andare in Elisio (Od. 4.564), aveva connessioni con i Beoti, come sua madre. Dal pu to di vista g a ati ale ui a ia o l a usativo ί , se o do A ista o: l a usativo ί α i . , è così possiamo leggere anche qui. Ma si confronti Ἄ , έ a fianco di Ἄ α, έ α . Per Minosse, si veda anche 13.450, Od. 11.322, Od. 19.178; e per Radamanto Od. 4.564, Od. 7.323. 128 La figlia di Cadmo, Semele, e la moglie di Anfitrione, Alcmena, partorirono entrambe semidei a Tebe. Dioniso può seguire Eracle dal o e to he o al u du io sulla sua divi ità f . . : O e o di e E a le o tale i . sgg., a e uivo a in Od. 11.602 sg. Entrambe gli affari sentimentali crearono a Zeus problemi con la mogllie: Omero menziona solo la loro disputa su Eracle. Quando per la prima volta veniamo a conoscere la storia di Semele, nelle Baccanti di Euripide, apprendiamo che fu Era a causarne la folgorazione: lo Pseudo-Apollodoro (3.4.3) riferisce che Era ingannò Semele facendole chiedere a Zeus che la corteggiasse allo stesso modo un cui aveva corteggiato lei, su un carro di fuoco. Ma doveva esistere una variante, poichè Esiodo (fragm. 217a) dice che Atteone venne ucciso per aver corteggiato Semele, proprio come venne uccisa Coronide per aver macchiato il seme di Apollo unendosi con un mortale: ma la progenie divina di ciascuna delle due donne – Dioniso ed Asclepio – venne salvata dalle fiamme. 129 La figlia di Demetra è Persefone (Teog. 912), mentre quelli di Leto sono Artemide e ed Apollo. Il racconto secondo il quale Era t as i ò Κeto i i ta att ave so tutto l Egeo pe i pedi e il pa to i pli ita ell I o di Apollo sgg. e sgg. , a il poeta né quando (amai) Demetra sovrana (da ἄ ασσα, ἡ, femm. di ἄ α dagli sple didi i ioli, dalla sple dida hio a da α ι ό α ος, ὁ, ἡ), 3 οὐ ᾽ ὁ ό οῦς ἐ ι έος, οὐ ὲ σ ῦ αὐ ῆς, né quando (amai) Leto gloriosa, illustre (da ἐ ι ής , ές , ua do a ai p op io te, 328 ὡς σέο ῦ ἔ α αι αί ὺς ἵ ος αἱ ῖ . quanto ora sono desideroso (da ἔ α αι) di te e me la dolce voglia (da ἵ ος, ὁ) prende ». 329 ὸ ὲ ο οφ ο έο σα οσ ύ α ό ια Ἥ :130 A lui pa lava E a ve e a da edita do i ga i da ο οφ ο έ , ο σα, ο : f . . , : 330 αἰ ό α ο ί οῖο ὸ ῦθο ἔ ι ς. « O molto terribile da αἰ ός , ή, ό , poet. = ι ός figlio di Crono, quale discorso hai pronunciato ! ἰ ῦ ἐ φι ό ι ι αί αι ὐ θῆ αι131 Se ora ora desideri ardentemente (da ι αίο αι, f e . i O e o, pe lo più o l i fi ito gia e e da ὐ ά ( ὐ ή), poet. per ὐ ά i a o e 332 Ἴ ς ἐ ο φῇσι, ὰ ὲ ο έφα αι ἅ α α: sulle i e dell Ida, tutte ueste ose sa a o alla lu e del gio o, i ella ost a da οφαί ); 333 ῶς ᾽ ἔοι ἴ ις ῶϊ θ ῶ αἰ ι ά come sarebbe, come andrebbe a finire (da ἰ ί) se noi qualcuno degli dei che vivono in eterno (da αἰ ι έ ς , ὁ, poet. per ἀ ι έ ς ὕ ο ᾽ ἀθ ήσ ι , θ οῖσι ὲ ᾶσι θὼ vedesse, spiasse (da ἀθ έ ), mentre dormiamo (da ὕ ), e andando in mezzo (da έ ο αι, con il dat.) a tutti gli dei φ ά οι; οὐ ἂ ἔ ὸ ὸς ῶ α οί (lo) dicesse, (lo) riferisse (da φ ά )? Io non ritornerei (da έο αι) alla tua dimora 336 ἐ ὐ ῆς ἀ σ ᾶσα, σσ ὸ έ ἴ . dopo essermi levata (da ἀ ίσ ι) dal letto, sarebbe biasimevole, odioso (da σ ός, ή, ό , i Omero sempre σσ ός, ad eccezione di 11.649). 337 ἀ ᾽ ἰ ή ῥ᾽ ἐθέ ις αί οι φί ο ἔ ο θ ῷ, Ma se davvero (lo) vuoi, ed è gradito al tuo cuore, 338 ἔσ ι οι θά α ος, ό οι φί ος ἱὸς ἔ 132 il tuo tala o, he a te ha ost uito il tuo figlio 339 Ἥφαισ ος, ι ὰς ὲ θύ ας σ αθ οῖσι ἐ ῆ σ : Efesto, e saldi i battenti sugli stipiti (da σ αθ ός , ὁ) serrò, fissò, chiuse (da ἐ α α ίσ ): 340 ἔ θ᾽ ἴο ίο ς, ἐ ί ύ οι ὔα ὐ ή . andiamo a stenderci (da ί ) là, poichè ora te il letto diletta (da ἁ ά , col dativo della persona) ». 341 341 ὴ ᾽ ἀ α ιβό ος οσέφ φ έ α Ζ ύς: A lei in risposta, rispondendo, diceva Zeus che raduna le nubi: dell i o i i izza: si veda pe ò Callim. Hy. 4.55 sgg. La vicenda era certo nota ad Omero, come era noto il travaglio presso una palma in Delo (Od. 6.162 sg.). Menzionare Leto proprio nello stesso verso con Era è la peggior gaffe di Zeus. Esiodo elenca (Teog. 922) come progenie di Zeus da Era Ebe, Ares ed Ilizia. Omero ritiene anche Efesto loro figlio. 130 Il discorso di Era si struttura in una reazione alla proposta di Zeus (330-332) ed in una controproposta (333-340). Entrambe le età so o deli itate dall idea del letto , , , l ulti a delle uali u i vito all azio e ape to da ἀ ά. Con il pretesto dell i a azzo, E a evo a u a s e a del tipo di uella di Od. . sgg., dove tutti gli dei si a assa o pe vede e Af odite intrappolata, nuda, tra le braccia di Ares, una scena fonte di inestinguibile ilarità. Allora, il Sole che tutto vede aveva individuato gli adulteri intrappolati nella camera che Efesto aveva costruito (8.302); ora Zeus rassicura Era: neppure il Sole sarà in grado di scovarli e sbirciare, nel momento in cui Zeus rifiuta la sua proposta, timida e schiva, che essi si rifugino in una camera di questo tipo. Zeus ifiuta uesta p oposta pe pu a i pazie za di fa e l a o e o lei, po o sospetta do lo s o piglio he segui à: E a o solo lo attira lontano da Troia, ma lo confina in una camera che il loro figlio ha dotato di una serratura che solo lei può aprire (così bT)! Con 338 sg. si veda 166 sg.; la descrizione di questa serratura è omessa, dal momento che non farebbe un buon servizio al piano di Era menzionarla. Evidentemente si intende la medesima camera, che Efesto aveva costruito per entrambe i suoi genitori (a dispetto di οἱ al verso 166, vs. οι al verso 338) – altrimento la sua esistenza manca di senso. Quindi il termine di questo intero episodio richiama con maestria il suo inizio. Le allusioni di Omero agli dei he si i p igio a o l u l alt o so o se z alt o o u he . -387 e Od. 8.266 sgg.), ma adatta temi seri: Zeus rischia ora di patire proprio quello che ha fatto patire ai Titani. Il dio venne imprigionato e forse evirato in una antica versione della leggenda di Tifeo (Pseudo-Apollodoro, 1.6.3, sicuramente dal Ciclo, e Nonno, Dion. 1.137 sgg.). Repetendo οι (4x in 337- , E a po e l e fasi sul fatto he stato )eus a p e de e l i iziativa e oti a. 131 La costruzione della frase in 331-336 è la seguente (Leaf): ῶς ᾽ ἔοι l apodosi della p otasi o dizio ale ἴ ις […] φ ά οι, e viene ripresa ed espansa nella forma categorica in οὐ ἂ […] ἴ . Questa forma di proposizione condizionale è simile a quelle in Od. 18.223-225, Od. 18.357-361, Od. 21.195-197, i ias u a delle uali l apodosi o siste d u i te ogazio e a teposta alla protasi introdotta da ἰ o l ottativo e su essiva e te ipetuta i u alt a fo a. A uesta p oposizio e o dizio ale o plessa vie e p efissa l assu zio e ostituita da ἰ o l i di ativo i -332, come fondamenta su cui si appoggia tutto il resto; questa è la non insolita forma di due protasi ad una apodosi che è notata in 5.212. La proposizione ὰ ὲ ο έφα αι ἅ α α appartiene strettamente alla precedente. 132 338-339 = 166-167. dopo avere indossati (da ἕ ι gli s udi, he ell a a pa e to da σ α ός , ὁ) (sono) i migliori e i più grandi, le teste con gli elmi più rilucenti (da ά αιθος, , ο ύ α ς, σί ὰ α ό α ᾽ ἔ ᾽ ἑ ό ς dopo aver coperto (da ύ ), e stringendo nelle mani le lance più lunghe, 374 ἴο : αὐ ὰ ἐ ὼ ἡ ήσο αι, οὐ ᾽ ἔ ι φ ὶ andiamo: allora io farò da guida, (vi) guiderò (da ἡ έο αι), e dico, penso che non più 375 Ἕ ο α Π ια ί έ ι ά α αῶ α. Ettore, figlio di Priamo, resisterà, per quanto molto bramoso. 376 ὃς έ ᾽142 ἀ ὴ έ α ος, ἔ ι ᾽ ὀ ί ο σά ος ὤ ῳ, Colui che sia guerriero intrepido, costante in battaglia (da ά ς , ο , ὁ, ά , = ά ος), e che regge un piccolo scudo sulla spalla, ί ο ι φ ὶ ό , ὃ ᾽ ἐ ἀσ ί ι ί ο ι ύ . lo ceda (da ί ι) ad un uomo (da φώς , ge . φ ός, ὁ) inferiore, più debole (da ί , ὁ, ἡ, neutro ῖ ο , ge . -ο ος, a . -ο α : o pa ativo i egola e da α ός , e lui indossi (da ἐ ύ , con il dativo) uno scudo più g a de da ί , ο , ge . ο ος, Co p. di έ ας ». 378 378 ὣς ἔφαθ᾽, οἳ ᾽ ἄ α οῦ ά α ὲ ύο ἠ ὲ ίθο ο: Così diceva, e quelli molto, con attenzione, lo ascoltavano, e gli danno retta, gli obbediscono: οὺς ᾽ αὐ οὶ βασι ῆ ς ἐ όσ ο οὐ ά οί ordinavano (da οσ έ ) costoro gli stessi re, per quanto feriti (da οὐ ά ), ΐ ς Ὀ σ ύς αὶ Ἀ ΐ ς Ἀ α έ 143: il figlio di Tideo, Odisseo e Agamennone figlio di Atreo; οἰ ό οι ᾽ ἐ ὶ144 ά ας ἀ ήϊα ύ ᾽ ἄ ιβο : andando in mezzo (da ἐ οί ο αι, in tmesi) a tutti facevano cambiare (da ἀ ίβ ) (loro) le armi guerresche, di Ares ano (da ἀ ήιος, , ο (forma ionica per ἄ ιος), qui con dieresi): 382 ἐσθ ὰ ὲ ἐσθ ὸς ἔ , έ ια ὲ ί ο ι όσ . quelle buone, migliori (da ἐσθ ός , ή, ό vestiva da ύ ) il migliore, quelle di qualità inferiori (da ί , ὁ, ἡ, ge . ο ος: forma epica per ί , ὁ, ἡ, eut. ῖ ο , gen. -ο ος) davano (da ί ι) al peggiore. αὐ ὰ ἐ ί ῥ᾽ ἕσσα ο ὶ οῒ ώ ο α α ὸ Poi dopo che ebbero indossato (da ἕ ι) sul corpo il bronzo scintillante (da ῶ ο , ο ος, ὁ, ἡ, epiteto epi o di α ός βά ῥ᾽ ἴ : ἦ ᾽ ἄ ά σφι Ποσ ι ά ἐ οσί θ si avviarono per andare; li guidava (da ἄ ) Poseidone scuotitore della terra ι ὸ ἄο α ύ ς ἔ ἐ ι ὶ α ίῃ145 tenendo nella robusta mano una spada (da ἄο ovvero ἆο , ἄο ος, ό (ἀ ί te i ile, affilata, appu tita da α ή ς, ς, ἀ ή = α αή ς: α - ei o posti aggiu ge u se so di sottile , lu go ἴ ο ἀσ ο ῇ146: ῷ147 ᾽ οὐ θέ ις ἐσ ὶ ι ῆ αι simile da ἴ ος, , ο , ἰ ός alla folgore (da ἀσ ο ή, ἡ): con la quale non è cosa lecita (da θέ ις, ἡ) che ci si scontri (da ί ι) 387 ἐ αῒ α έῃ, ἀ ὰ έος ἰσ ά ι ἄ ας. ella fu esta, luttuosa, o tale da α έος, α, ο : si veda ός attaglia da άϊς ἡ), ma il te o e da έος, ge . έο ς, ό p e de, lo a, pa alizza da ἰσ ά ), gli uomini. 388 ῶας ᾽ αὖθ᾽ ἑ έ θ ἐ όσ ι φαί ι ος Ἕ . Dall alt a pa te i ve e lo sple dido Etto e s hie ava i T oia i. ή ῥα ό ᾽ αἰ ο ά ἔ ι α ο έ οιο ά σσα 148 Ed ecco allora intensificarono (da α ύ ) la contesa più tremenda α ο αῖ α Ποσ ι ά αὶ φαί ι ος Ἕ , Poseidone dalla chioma scura, azzurra (da α ο αί ς, ο , ὁ, al nominativo anche α ο αῖ α) e lo splendido Ettore, 142 Leaf sottintende ἔ ισι dopo ὃς έ . 143 Il verso è uguale al verso 29: Nestore non viene qui inserito nell ele o i ua to fe ito. 144 Qui οἰ ό οι ἐ ί deve intendersi come ἐ οι ό οι: passavano in rassegna, visitavano tutte le divisioni. Il verbo ἄ ιβο deve i te de si i se so ausativo: fa eva o a ia e lo o le a atu e. 145 Si veda 8.221 ( ο φύ ο έ α φᾶ ος ἔ ἐ ι ὶ α ίῃ). 146 Si veda 13.242. 147 Qui apparentemente ῶι sta per ἄο ι , ι ῆ αι sig ifi a i o t a si o , e t a e i o tatto o , u utilizzo i solito. “e o do il senso normale della formula omerica ι ή αι ἐ αῒ ῆι (cfr. . ueste pa ole dov e e o sig ifi a e o pe esso a lui o ad essa u i si alla attaglia , osa he ui p iva di se so. Possia o t adu e el se so he ai o tali non è permesso scontrarsi nella battaglia con essa (ipotizzando un dativo strumentale: utilizzandola come arma), ma è di poco migliore. 148 Poseidone ed Ettore sono qui trattati come pari, come potenze equivalenti, come Poseidone e Zeus nel libro13: è una concezione assolutamente non omerica (Leaf). Lo stesso termine ἀ ́ è un termine più adatto ad un alleato dall esterno che ad un generale che comanda le proprie truppe: si veda 5.507, 511. Per il genitivo ο έ οιο cfr. ῖ ος ο έ οιο , . . 391 ἤ οι ὃ ὲ ώ σσι , ὃ ᾽ Ἀ ίοισι ἀ ή . I ve ità l u o po ta do aiuto da ἀ ή , o ι ί ai T oia i, l alt o agli A givi. 392 ἐ ύσθ ὲ θά ασσα149 ο ὶ ισίας έας Si gonfiò (da ύ ) il mare verso le tende e le navi 393 Ἀ ί : οἳ ὲ ύ ισα ά ῳ ἀ α ῷ. degli A givi; uelli du ue si s o t ava o da σύ ι ι o fo te, te i ile, g ido, g ido di gue a da ἀ α ός, οῦ, ὁ, (ἀ α αί ). 394 οὔ 150 θα άσσ ς ῦ α όσο βοάᾳ ο ὶ151 έ σο Nè tale, così forte rumoreggia (da βοά l o da del a e o t o la te a da έ σος, ἡ) ο όθ 152 ὀ ύ ο οιῇ ο έ ἀ ι ῇ: dal mare profondo sollevata, spinta (da ὄ ι , dal soffio da οή, ῆς, ἡ, ep. οιή, sempre in Omero) duro, terribile (da ἀ ι ός, ή, ό , ep. per ἀ ι ός), di Borea; 396 οὔ ὸς όσσός ο ὶ β ό ος αἰθο έ οιο né tale, tanto forte (è) il fragore (da β ό ος, ὁ, β έ ) del fuoco che diva pa da αἴθ : οὔ ος ἐ βήσσῃς, ὅ ᾽ ὤ ο αιέ ὕ : tra le gole (da βῆσσα , ἡ) di un monte, quando si avventa (da ὄ ι) per incendiare (da αί ) la selva (da ὕ , ἡ); 398 οὔ ᾽ ἄ ος όσσό ὶ σὶ ὑ ι ό οισι né il vento (da ἄ ος, ὁ) così forte tra le querce (da ῦς, ἡ) dalle alte chiome (da ὑ ί ο ος, ο 399 ἠ ύ ι, ὅς ά ισ α153 έ α β έ αι α αί , grida, rumoreggia (da ἠ ύ ), (il vento) che sopra tutto, massimamente (da ά ισ α: con ᾶ ο si veda ά α), grida, ruggisce (da β έ ), forte nella sua violenza, rabbioso (da α αί : si noti che Omero utilizza se p e uesto ve o, ell Iliade, pe gli uo i i , 400 ὅσσ ἄ α ώ αὶ Ἀ αιῶ ἔ ο φ ὴ quale, quanto potente era il grido (da φ ή, ἡ) dei Troiani e degli Achei ι ὸ ἀϋσά , ὅ ᾽ ἐ ᾽ ἀ ή οισι ὄ ο σα . che gridavano (da αὔ ) in modo tremendo, terribile, quando si gettavano (da ὀ ού ) gli uni sugli altri. 402 Αἴα ος ὲ ῶ ος ἀ ό ισ φαί ι ος Ἕ 154 Per primo lo splendido Ettore scaglia (da ἀ ο ί , o il dativo dell a a ed il ge itivo della pe so a contro cui si scaglia: il verbo è specifico della lancia) contro Aiace 403 ἔ ι, ἐ ὶ έ α ο ὸς ἰθύ οἱ155, οὐ ᾽ ἀφά α , la lancia, poiché si era voltato (da έ ) verso di lui direttamente, faccia a faccia (da ἰθύς, ἰθ ῖα, ἰθύ), e non lo mancò (da ἀφα α ά ), Paragone 149 La natura inanimata partecipa agli scontri tra Troiani e Greci: si veda per esempio 13.29, 21.387. Il a e l ele e to atu ale di Poseidone: il suo gonfiarsi e salire verso le navi e le tende greche incrementa il frastuono, la furia sul fronte acheo, ma è certo piapparenza che sostanza, come la partecipazione dello stesso dio. Per le reazio i della atu a all i te ve to del dio di veda poi 346-353. Tutto questo ci porta ad aspettarci un terribile scontro, prefigurando la prima tre comparazioni negative che seguono: nè il mare, nè il fuoco nella foresta, nè la burrasca sono forti come lo scontro dei due eserciti. 150 Le immagini cumulate, familiari già da 2.455 sgg., sono sono qui particolarmente potenti, convincenti, in quanto strutturate in tre coppie di versi e tenute insieme dalla sovrastante sintassi della comparazione negativa che ci conduce al verso 400, dove ὅσσ evita un anacoluto orale. Ogni immagine ha lo stesso punto di confronto, il rumore (si veda la brece, doppia comparazione in . ; u sapie te gio o di i hia i, o βοάᾳ, β ό ος, ἠ ύ ι e β έ αι he ve go o ip esi da φ ὴ […] ἀϋσά (ὄ ο σα ip e de ὀ ύ ο ed ὤ ο . Il ila ia e to, l e uili io di ias u disti o si appoggia su οὔ […] όσ σ ο , a il secondo verso è abilmente variato: in 395 abbiamo una proposizione participiale, in 397 una temporale, in 399 una relativa. E allo stesso tempo i verbi realizzano una efficace personificazione delle forze della natura, mentre ci sono ricchi effetti sonori (β, , , , ed epiteti evo ativi. 151 Il termine ο ί non ha qui alcun significato, ma ha invaso quasi tutti i MSS, mentre έ ι – quello che logicamente ci si aspetterebbe – non ha altra autorità che una citazione in Et. Magn. 214.26. Altri tentativi sono stati fatti per emendare il testo. Janko legge ο ί per όσ σ ι, come ἔ ι ή α θ ῷ per ἔ σ ι (18.53). 152 Si noti il contrasto tra il termine θά ασσα , il mare vicino alla battigia, e ό ος il mare profondo. 153 ά ισ α va con tutta la proposizione, non con έ α i pa ti ola e: il ve to he sop a tutto g ida fo te ella sua a ia . 154 Fenik trova decisamente improvviso, quasi brusco, il ritorno del racconto al duello di Aiace con Ettore, anche se questo era p ati a e te i i e te i . sgg. B us o al pu to he lo studioso p ope de ve so l ipotesi degli A aliti i se o do la uale il brano 13.833-14.401 sia stato inserito in un contesto originariamente unitario, spaccandolo ed arrestandone la conclusione. Ma anche la Teomachia viene spezzata allo stesso modo in 20.155, per essere poi ripresa in 21.383. La tecnica narrativa omerica spiega che cosa avviene, anche se rimane da domandarci perché il poeta abbia interrotto a questo modo il duello. 155 Per έ α ο ὸς ἰθύ οἱ, si veda . ἐ ὶ οἷ α έ ο . Ma la posizione del pronome non è corretta (piuttosto il verso deve significare οσ έ α ό οἱ ἰθύ , e il senso della frase sembra richiedere ὸς ἰθύ , i di ezio e del suo o iettivo , si veda H. G. § 365. Ma ἰθύ può esse e u avve io, o e i . , di etta e te ve so . ῇ156 ῥα ύ α ῶ ὶ σ ήθ σσι άσθ , lo olpì là dove le due i ghie da α ώ , ῶ ος, ὁ) erano state tese (da ί ) intorno al petto, sul petto, 405 ἤ οι ὃ ὲ σά ος, ὃ ὲ φασ ά ο ἀ οή ο : invero quella dello s udo, e uella della spada dalle o hie d a ge to; ώ οἱ ῥ σάσθ έ α όα157. ώσα ο ᾽ Ἕ , queste due a lui salvarono (da ῥύο αι) la delicata, tenera carne. Si adirò (da ώο αι) Ettore 407 ὅ ί ῥά οἱ βέ ος ὠ ὺ ἐ ώσιο ἔ φ ι ός, poiché a lui il dardo veloce era partito (da ἐ φ ύ : fuggi e da , o il ge itivo dalla a o i utile, a vuoto (da ἐ ώσιος, ο , ἐ ός , 408 ἂ ᾽ ἑ ά ἰς ἔθ ος ἐ ά ο ῆ ᾽ ἀ ί . e immediatamente indietreggiava (da ά ο αι) verso il gruppo (da ἔθ ος , ος, ό dei o pag i pe evitare (da ἀ ί ) la morte. ὸ ὲ ἔ ι ᾽ ἀ ιό α έ ας α ώ ιος Αἴας Quello allora, mentre si ritirava, se ne andava (da ἄ ι ι , il g a de Aia e Tela o io α ίῳ, ά158 ῥα ο ὰ θοά ἔ α α ῶ o u a g ossa piet a, o u asso da ά ιο , ό), (di quelli) che in gran numero ὰ οσὶ α α έ ἐ ί ο159, ῶ ἓ ἀ ί ας rotolavano (da ί ) ai piedi di coloro che combattevano (da ά α αι), dopo averne sollevato (da ἀ ί ) uno di questi σ ῆθος β β ή ι ὑ ὲ ἄ ος ἀ όθι ι ῆς, scagliò (da βά ) contro il (suo) petto (da σ ῆθος , ος, ό , sop a l o lo dello s udo da ἄ , ος, ἡ: si veda 6.118), vicino (da ἀ όθι = ἄ ι, on il genitivo che talvolta precede) al collo (da ι ή, ἡ), σ ό βο ᾽ ὣς ἔσσ βα ώ , ὶ ᾽ ἔ α ά ῃ. gettando(lo) lo scagliò (da σ ύ o e u a t ottola da σ ό βος , ὁ), (quello) ruotò (da έ ) intorno in tutte le direzioni. 414 ὡς ᾽ ὅθ᾽ ὑ ὸ ῆς α ὸς ιὸς ἐ ί ῃ ῦς PARAGONE Co e ua do sotto il olpo da ή , ἡ, ήσσ ) del padre Zeus una quercia crolla a terra (da ἐ ί ) ό ι ος160, ι ὴ ὲ θ ίο ί αι ὀ ὴ per intero, dalle sue adi i da ό ι ος , ο , ῥί α , e , p o a a u te i ile odo e da ὀσ ή, ἡ, forma attica del più antico ὀ ή) di zolfo (da θέ ιο , Ep. per θ ῖο , ό 416 ἐ αὐ ῆς, ὸ ᾽ οὔ ἔ ι θ άσος ὅς ἴ αι da essa, e davve o il o aggio da θ άσος, ος, ό (θ ασύς , = θά σος o p e de, o possiede colui, che osservi 417 ἐ ὺς ἐώ , α ὸς ὲ ιὸς ά οιο α ός, esse do lì vi i o, diffi ile da soppo ta e, pau osa da α ός, ή, ό , la folgo e da α ός , ὁ) del grande Zeus, 418 ὣς ἔ σ᾽ Ἕ ο ος ὦ α α αὶ έ ος ἐ ο ίῃσι: osì su ito, d u olpo la pote za, il vigo e di Etto e adde da ί a te a ella polve e da ο ία , Ion. ed Ep. ο ιί , ἡ, polve e , usato a he al plu ale ; ι ὸς ᾽ ἔ βα ἔ ος161, ἐ ᾽ αὐ ῷ ᾽ ἀσ ὶς ἑάφθ 162 156 Per ῇ do ia o sotti te de e olpì , da οὐ ᾽ ἀφά α . Il punto indicato deve trovarsi nel centro del petto, dove le cinghie lo attraversano: il balteo della spada appesa alla spalla destra e il telamone dello scudo alla sinistra. È chiaro che Aiace non deve indossare un pettorale (si veda 406). 157 Si veda 13.553, 4.237. 158 Per α ίῳ, si noti come la costruzione venga poi completamente alterata al verso successivo, come spesso, dopo la parentesi esplicativa. Per ά, di uelle he , vi tual e te = οἷα . Cfr. Od. . ῆ ος […] οἷά ο ὰ έφ ι, Od. . ἰ έ ις θ ός ἐσσι οὶ οὐ α ὸ ὐ ὺ ἔ ο σι , Od. . ῆ ος ἃ ία βόσ ι ἀ άσ ο ος Ἀ φι ί . ἔ α α è un termine che ricorre solo in 12.260, 13.139, 21.259, con significati diversi. La cosa più naturale è interpretarlo come = ἕ α α , che compare in 1.486 e 2.154 ad indicare pietre utilizzate come puntelli per mantenere le navi in posizione verticale. La sola difficoltà è capire come tali pietre possano essere rimaste lì intorno abbandonate in gran numero. Hayman in appendice alla sua edizio e dell Odissea suggerisce, plausibilmente, che il termine possa significare pietre utilizzate come zavorra, e queste potrebbero essere state gettate fuori dello scafo quando le navi erano state tirate a terra, in modo da evitare di sforzare lo scafo; ma in mare piuttosto che a terra. 159 Il verbo ἐ ί ο all i pe fetto se a sugge i e he tali piet o i e a o utilizzato o e p oiettili a he da alt i o atte ti. Si tratta di un dettaglio particolarmente vivido che suggerisce che queste pietre venissero rimosse durante il combattimento, e i o da l el o he una vittima aveva perso e che un Greco aveva recuperato α α έ ὰ οσσὶ ι ο έ (13.579). Ma sugge is e a he ua to i sidioso e a l appoggio del piede di u o atte te i uesto tipo di attaglia. “i oti a o a o e solo i guerrieri più forti utilizzino pietre come arma. 160 Si veda 11.157 161 Qui ἔ ος dev esse e la se o da la ia, he l e oe o e i o di solito po ta o s i attaglia: Etto e ha già la iato la p i a lancia in 402 sg. 162 Il verbo ἑάφθ si trova solo qui e in 13.543 (ἐ ὶ ᾽ ἀσ ὶς ἑάφθ αὶ ό ς Πο ά ας ᾽ ἔ α ο ἐ ύ α ο α ὸ ἀΰσας172: Polidamante si vantò (da ἐ ύ ο αι) con veemenza, in modo esagerato (da ἔ α ος , ο , g ida do a gran voce (da αὔ : 454 οὐ ὰ αὖ ᾽173 ὀΐ αθύ ο Πα θοΐ αο « No davve o pe so he uesta volta, al o t a io, i ve e da αὖ , avve io αὖ, : utillizzato da Omero o e αὖ), del magnanimo figlio di Pantoo ι ὸς ἄ ο σ ιβα ῆς ἅ ιο ῆσαι ἄ ο α, dal braccio pesante, possente (da σ ιβα ός , ά, ό , freq. in Omero ed Esiodo, riferito alle braccia dell uo o , la i va o sia pa tita da ά ) la lancia (da ἄ , ο ος, ὁ (ἀ ή ), 456 ἀ ά ις Ἀ ί ό ισ οΐ, αί ι ὀΐ a ual u o degli A givi l ha i evuta da ο ί ) in corpo, e credo che lui αὐ ῷ σ ό ο α ί ό ο Ἄϊ ος ἴσ . appoggiandosi (da σ ή , con il dativo) andrà giù (da ά ι ι) nella (da ἴσ , ἔσ , quando p eposizio e, o e ui, O e o p efe is e l a usativo la asa di Ade ». 458 458 ὣς ἔφα ᾽, Ἀ ίοισι ᾽ ἄ ος έ ᾽ ὐ α έ οιο:174 Così diceva, e causò dolore (da ἄ ος, ος, ό e t e si stava va ta do; Αἴα ι ὲ ά ισ α αΐφ ο ι θ ὸ ὄ ι al bellicoso Aiace soprattutto accendeva (da ὀ ί l a i o, ῷ α ιά ῃ: οῦ ὰ έσ ἄ ι ά ισ α. al figlio di Telamone; soprattutto, proprio vicino a lui infatti era caduto (da ί ). α α ί ς ᾽ ἀ ιό ος175 ἀ ό ισ ο ὶ φα ι ῷ. Subito mentre indietreggiava (da ἄ ι ι s aglia da ἀ ο ί , o il dativo dell a a ed il ge itivo della persona contro cui si scaglia: il verbo è spe ifi o della la ia l asta s i tilla te. Πο ά ας ᾽ αὐ ὸς ὲ ἀ ύα ο ῆ α έ αι α Polidamante per sè, per quanto lo riguarda, evita (da ἀ έο αι) la nera Chera, la nera morte, ι ιφὶς ἀΐ ας, ό ισ ᾽ Ἀ ή ο ος ἱὸς balzando di lato da ι ιφίς), ma riceve (da ο ί , f . p e ede te l asta il figlio di A te o e 464 Ἀ έ ο ος: ῷ ά ῥα θ οὶ βού σα ὄ θ ο . Archeloco: per lui infatti gli dei deliberarono (da βο ύ ) la rovina (da ὄ θ ος , ὁ). ό ῥ᾽ ἔβα φα ῆς αὶ αὐ έ ος ἐ σ ο ῷ176, Κui olpì el pu to di o giu zio e da σ ο ός, ὁ, = σ ο ή della testa e del ollo da αὐ ή , έ ος, ὁ), ία ο ἀσ ά α ο , ἀ ὸ ᾽ ἄ φ έ σ έ ο : alla vertebra (da ἀσ ά α ος, ὁ) estrema, ultima (da έα ος, Ep. ία ος, , ο ), e recise (da ἀ ο ί , in tmesi) i due tendini (da έ , ο ος, ὁ ί ). οῦ ὲ ο ὺ ο έ φα ὴ σ ό α ῥῖ ές Di molto per prima la sua testa e la bocca (da σ ό α , ό, ge .σ ό α ος e il naso (da ῥίς, ἡ, gen. ῥι ός, a . ῥῖ α, pl. ῥῖ ς: al plu ale a i i , a a he aso οὔ ϊ ῆ ᾽ ἤ ῆ αι αὶ οῦ α σό ος. si avvicina (da ά , con il dativo) alla terra (da οὖ ας, ό, ge . οὔ ος) che le gambe (da ή , ἡ) e le ginocchia, mentre cadeva. Αἴας ᾽ αὖ ᾽ ἐ έ ἀ ύ ο ι Πο ά α ι: Aiace a questo punto grida (da έ α, perf. epico con significato di presente e passato, usato da Omero nella forma έ e al participio ώς: regge il dativo) a Polidamante perfetto: 470 φ ά ο Πο ά α αί οι ὲς ἐ ίσ ς « Stai attento, bada (da φ ά ), Polidamante, e dimmi (da ἐ έ , allungato ἐ έ ) in modo preciso da ής , ές), 471 ἦ ῥ᾽ οὐ οὗ ος ἀ ὴ Π οθοή ο ος ἀ ὶ φάσθαι 472 ἄ ιος;177 οὐ έ οι α ὸς ἴ αι οὐ ὲ α ῶ ἔ , fo se he uest uo o o e a deg o da ἄ ιος, ία, ιο ) di essere ucciso (da θ ί ) al posto di (da ἀ ί, con il genitivo: qui segue il suo caso) Protoenore? A me davvero non sembra (da ἴ ο αι) dappoco, nè (nato da persone) dappoco, 473 ἀ ὰ ασί ος Ἀ ή ο ος ἱ ο ά οιο Archeloco (T) 172 Come Idomeneo in 13.445 e Deifobo in 13.413. 173 La vanteria di Polidamante è sarcastica: egli ha avuto la sua vendetta per il colpo di Aiace, come appunto αὖ indica. 174 458-59 = 13.417-18. Il verso 460 è un verso debole, la cui autenticità è stata messa in dubbio, e con buoni argomenti, da Heyne and others. “e a uasi u ipe da e to, u vole hia i e he si t atta di Aia e Tela o io e o dell alt o Aia e, es luso dallo s he a dell u isio e. Κ utilizzo di ῷ non è propriamente omerico. 175 Si veda 13.516 : questa volta però è « mentre stava indietreggiando scagllia », mentre in precedenza era « contro quello che stava indietreggiando scaglia ». 176 Il termine σ ο ῷ sembra derivare da σ -έ , fr. σ ο ή , pu to di o giu zio e , ollega e to . Ma allo a la è abbastanza anomala. È hapax nella lingua greca, Per Frisk si tratta di una alterazione ad hoc di *σ ο ός < σ έ metri gratia. 177 Per simili parole di scherno si veda 13.446. Ma un fratello di Antenore domatore di cavalli, 474 ἢ άϊς: αὐ ῷ ὰ ὴ ἄ ισ α ἐῴ ι178 . o un figlio: a questi infatto sembrava (da ἔοι α) vicinissimo (da ἄ ισ ος , ο , superl. di ἄ ι; O e o ha però solo il neutro come avverbio: ἄ ισ ο oppu e più o u e e te ἄ ισ α pe as ita da ά, ᾶς, Io . ή, ῆς, ἡ) ». 475 475 ἦ ῥ᾽ ὖ ι ώσ , ῶας ᾽ ἄ ος ἔ αβ θ ό . Disse, ben riconoscendolo, e un dolore prese (da α βά , o l a usativo della pe so a e della cosa ) al cuore. 476 ἔ θ᾽ Ἀ ά ας Π ό α ο οιώ ιο οὔ ασ ο ὶ Qui Acamante colpì (da οὐ ά ) con la lancia Promaco, Beota, 477 ἀ φὶ ασι ή ῳ β βαώς179: ὃ ᾽ ὕφ ο οῖι . mentre muoveva accanto (da ἀ φιβαί , in tmesi: in modo da proteggerlo) al fratello: questi (lo) tirava via (da ὑφέ ) per i piedi. ῷ ᾽ Ἀ ά ας ἔ α ο ἐ ύ α ο α ὸ ἀΰσας: Verso di lui Acamante si vantò (da ἐ ύ ο αι) con veemenza, in modo esagerato (da ἔ α ος , ο , gridando a gran voce (da αὔ : 479 Ἀ ῖοι ἰό οι ἀ ι ά ἀ ό οι « O Argivi millantatori, buoni solo a chiacchiere (da ἰό οι , οἱ, decisamente non chiaro il significato di questo termine), insaziabili (da ἀ ό ος , ο , con il genitivo) di vanterie, minacce (da ἀ ι ή, ἡ, solitamente al plurale), οὔ θ οἴοισί ό ος ᾽ ἔσ αι αὶ ὀϊ ὺς 481 ἡ ῖ , ἀ ά οθ᾽ ὧ α α έ σθ αὶ ὔ ς. pe e to da θή , pa ti ella e liti a = ή, esp i e fo te o vi i e to i u affe azio e: p o a il e te θή più de ole De isto o pe oi soli da οἶος, α Ep. , ο ) vi saranno sofferenza, pena (da ό ος, ὁ, έ ο αι ) e dolore (da ὀϊ ύς, ύος, ἡ, att. ὀι ύς), ma una buona volta in questo modo sarete uccisi (da α α ί ) anche voi. φ ά σθ᾽ ὡς ὑ ῖ 180 Π ό α ος έ ος ὕ ι Considerate, meditate (da φ ά ), come il vostro Promaco dorme (da ὕ , naturalmente si tratta del so o della o te: solo ui vie e usato o uest a ezio e a attuto, vi to, u iso da α ά ), 483 ἔ ι ἐ ῷ, ἵ α ή ι ασι ή οιό οι ὴ dalla mia lancia, affinchè in alcun modo la vendetta, il prezzo da pagare (da οι ή , ἡ) di, per (mio) fratello ὸ ἄ ι ος ἔῃ: ὼ αί έ ις ὔ αι ἀ ὴ per lungo tempo non rimanga impagato (da ἄ ι ος, ο , ί ): anche per questa ragione un uomo prega (da ὔ ο αι) ὸ ἐ ὶ ά οισι ἀ ῆς181 ἀ ῆ α ι έσθαι . che nella dimora un parente, un fratello (da ός, ή , ve ga las iato, i a ga i diet o da ί ), come difensore, vendicatore (da ἀ ή , ῆ ος, ὁ), della rovina (da ἀ ή, ἡ) ». Promaco (A) 486 486 ὣς ἔφα ᾽, Ἀ ίοισι ᾽ ἄ ος έ ᾽ ὐ α έ οιο:182 Così diceva, e causò dolore (da ἄ ος, ος, ό e t e si stava va ta do; Π έ ῳ ὲ ά ισ α αΐφ ο ι θ ὸ ὄ ι : al bellicoso Peneleo soprattutto accendeva (da ὀ ί l a i o; Ilioneo (T) 178 Il ppf. ἐώι ι (= imperfetto) i pli a io pe savo he egli fosse , ua d e a i vita. έ è termine singolare, apparentemente esp i e uello he i te de e o o a ia di fa iglia ; a l esp essio e l idea stessa se a o o e i i. 179 Cfr. 1.37. 180 Qui ὑ ῖ può essere interpretato o come dativo etico, oppure unito a Π ό α ος e eso o e il vost o P o a o . 181 Da Ja ko. Κa vulgata ha ὼ αί έ ις ὔ αι ἀ ὴ / ὸ ἐ ὶ ά οισι ἄ ς ἀ ῆ α ι έσθαι , ui di u uo o potrebbe ben pregare che un fratello venga lasciato a casa per tenere lontana la guerra. Ma in effetti quando un uomo muore in battaglia, il suo vendicatore tiene lontano il male che egli non sia vendicato: per questo pensiero, si veda 3.196 sg. Il testo presenta due problemi. (i) non ricorre mai con il presente indicativo: una probabile correzione bizantina in MS A ha cambiato in , mentre Eustazio e taluni manoscritti tardi omettono del tutto , se za du io pe aplologia dopo αί; Munro ipotizza αί ίς . Il problema svanisce se, come suggerisce Janko, ὔ αι è un antico congiuntivo a vocale breve di un aoristo atematico ὒ . (ii) ἄ ς ἀ ῆ ς è anche la vulgata in 18.213, ma 18.100 ha ἀ ῆς ἀ ῆ α, dife so e o t o la sve tu a . )e odoto ui di legge qui ἀ ῆς, come van der Valk. Questo ripristina la formula originaria, ma non riesce a spiegare il MSS. Aristarco legge ἄ in tutti e tre i passi, ma anche questo è congettura; questa forma ionica, assente dai MSS, ricorre per la prima volta in Archiloco (frag. 18). La verità (Janko) è certo la seguente. Il termine ᾰ ή, da o, s iagu a, ovi a , di o igi e dive sa dal te i e ᾱ ϝ ή, aledizio e, i p e azio e , u sosta tivo o soleto fossilizzato i due fo ule, ἀ ῆς ἀ ῆ α (e.g. 18.100) e ἀ ὴ [ αὶ οι ὸ ] ἀ ῦ αι | (e.g. 24.489) (6x in Omero); come tale venne confuso con Ἄ ς, he i o igi e i o igi e pu a pe so ifi azio e di da o, s iagu a, ovi a . Il poeta las ia sop avvive e i . uesta fo ula, appe a o p e si ile, a ui e i . sostituis e Ἄ ος, un normale genitivo epico di Ares, che si trova in qualche MSS; a causa della sostituzione, è stato letto (unico) xon sinizesi. Ἄ ς sarà quindi un superficiale atticismo, che si trova anche come variante in 19.47. 182 I versi 486 sg. coincidono con i versi 13.417 sg. e 417 sg., con minimi cambiamenti per adattarli ad Antiloco e ad Aiace. 488 ὁ ήθ ᾽ Ἀ ά α ος: ὃ ᾽ οὐ ὑ έ ι ἐ ὴ si lanciò (da ὁ ά , con il genitivo come in 21.595) contro Acamante: questi però non rimase fermo ad attendere (da ὑ ο έ l atta o da ἐ ή, ἡ) Π έ ο ἄ α ος: ὃ ᾽ οὔ ασ Ἰ ιο ῆα del re Peneleo; ferisce (da οὐ ά ) invece Ilioneo, 490 ἱὸ ό βα ος ο ή ο , ό ῥα ά ισ α il figlio di Fo a te i o di pe o e da ο ύ ος, ο ), che oltremodo, più di tutti 491 Ἑ ίας ώ ἐφί ι αὶ ῆσι ὄ ασσ 183: Ermes amava fra i Troiani, e (cui) aveva assicurato, garantito (da ὀ ά ), possedimenti, ricchezze, abbondanza (da ῆσις, ς, ἡ άο αι ); ῷ ᾽ ἄ ᾽ ὑ ὸ ή οῦ ο έ Ἰ ιο ῆα. a lui dunque la madre generò (da ί ) Ilioneo, figlio unico. ὸ όθ᾽ ὑ ᾽ ὀφ ύος οὖ α α ᾽ ὀφθα οῖο θέ θ α, Lui allora colpì, ferì (da οὐ ά , sotto il sopracciglio (da ὀφ ύς , ύος , ἡ), alla base (da θέ θ α, ά, ίθ ι dell o hio, 494 ἐ ᾽ ὦσ ή : ό ᾽ ὀφθα οῖο184 ιὰ ὸ185 e cavò fuori (da ἐ θέ , i t esi l o hio, il glo o o ula e da ή , ἡ); la lancia da parte a parte att ave so l o hio αὶ ιὰ ἰ ίο ἦ θ , ὃ ᾽ ἕ ο ῖ άσσας e attraverso la nuca (da ἰ ίο , ό passò da ἔ ο αι), quindi quello si sedeva, crollava (da ἕ ο αι), tendendo da ά ι le due braccia, 496 ἄ φ : Π έ ς ὲ ἐ σσά ος ίφος ὀ ὺ entrambe; Peneleo avendo sguainato la spada acuta, affilata, αὐ έ α έσσο ἔ ασσ , ἀ ή α ὲ α ᾶ colpì, (la) abbattè su (da ἐ αύ , o l a usativo della pa te , il ollo da αὐ ή , έ ος, ὁ) nel mezzo, fece cadere (da ἀ α άσσ ) a terra, αὐ ῇ186 σὺ ή ι ά : ἔ ι ᾽ ὄβ ι ο ἔ ος o l el o da ή , ος, ἡ) stesso, la testa; ancora la pesante lancia 499 ἦ ἐ ὀφθα ῷ: ὃ ὲ φὴ187 ώ ια ἀ ασ ὼ si t ovava ell o hio; egli, solleva do la in alto (da ἀ έ o e da φή = ὡς u ul o, u a testa di papavero (da ώ ια, ἡ) έφ α έ ώ σσι αὶ ὐ ό ος ἔ ος ὔ α: (la) mostra (da φ ά ) ai Troiani, e vantandosi, gloriandosi (da ὔ ο αι), diceva parola: 501 ἰ έ αί οι ῶ ς ἀ α οῦ Ἰ ιο ῆος « Dite (da ἶ ο ) per parte mia, o Troiani, dello splendido, del nobile (da ἀ α ός, ή, ό , Ilio eo α ὶ φί ῳ αὶ ὶ οή αι ἐ ά οισι : all a ato pad e e alla ad e he si la e ti o, he pia ga o i asa: οὐ ὲ ὰ ἣ Π ο ά οιο ά α Ἀ ο ί αο infatti nemmeno lei, la sposa (da ά α , α ος, ἡ, ( α ά )) di Promaco, figlio di Alegenore, 504 ἀ ὶ φί ῳ188 ἐ θό ι α ύσσ αι, ὁ ό ὴ gioirà (da ά αι, con il dativo) dello sposo amato che torna, quando 183 Qui Ermes ̂ σι ὄ ασσ , in quanto dio delle greggi e delle mandrie. Quindi in Od. 14.431 il porcaio offre alle ninfe e ad Ermes. Si veda anche Od. 15.319. Il carattere pastorale di Ermes è più pronunciato nella mitologia più ta da, pe ese pio ell I o a lui dedicato. Il dio era adorato come ἐ ι ή ιος (guardiano delle greggi) a Coronea, come ιοφό ος olui he po ta l a iete a Tanagra, e come ό ιος (dio pastorale) comunemente. 184 La ripetizione di ὀφθα οῖο ai versi 493 e 494 – il termine ritorna ancora al verso 499 – a e tua l o o e della s e a o l o hio us ito dalla sua o ita: l i agi e ito a p epote te. 185 Quando ό è unito ad altre preposizioni, come ἀ ο ό, ια ό, ἐ ι ό, ι ό, ο ό, rafforza il significato di queste ultime, o aggiunge una nozione di direzione, di movimento in avanti. 186 Natu al e te il se so he a te a ado o la testa e isa i sie e all el o. 187 Per φὴ, si veda anche 2.144 ( ι ήθ ᾽ ἀ ο ὴ φὴ ύ α α α ὰ θα άσσ ς). Acamante tiene qui alta la testa del nemico ucciso, i filzata sulla pu ta della sua spada: o e la testa di u papave o sul suo lu go stelo. Qui φή , o e i B, la lettu a di Zenodoto; Aristarco leggeva φῆ = ἔφ e probabilmente atetizzava il verso segue te i te de do egli di eva, te e dola su o e la testa di u papave o . Κ a tifi iosità di uesta t aduzio e o ha isog o di esse e sottoli eata. 188 Κ i sulto di Pe eleo su lassa de isa e te uello di A a a te -485): come se fosse a conoscenza del fatto che Ilioneo è l u i o figlio, egli ette i ilievo il dolo e dei suoi ge ito i o e adeguata app esaglia pe il dolo e della oglie di P omaco. Per il tema del dolore della famiglia inserito nelle parole di dileggio dopo una serie di uccisioni, si veda anche 17.27 sg. e 21.123 sg. Saranno i Troiani a riportare le tristi notizie dal momento che a questo punto dovranno fuggire! Si noti prima di tutto il parallelismo tra α ὶ φί ῳ e ἀ ὶ φί ῳ; ἰ έ αί riprende φ ά σθ (482), e ῶ ς- οί ς costituisce un anello. Da un punto di vista morfologico entrambe gli infiniti in - αι sono epicismi anziché autentiche forme del dialetto di Lesbo (Chantraine, Grammaire Homerique, I 490-1). ἀ α ός è invece un derivato eolico da ἄ α αι.