Scarica Riassunto Introduzione ai media digitali, Arvidsson Delfanti e più Sintesi del corso in PDF di Storia Dei Media solo su Docsity! 1. CAPIRE I MEDIA DIGITALI! I media digitali sono diventati una delle principali ‘ossessioni’ della società contemporanea.! I media digitali rappresentano un settore cruciale della società contemporanea anche in relazione al loro peso economico, produttivo e politico. Nel 2012 la ricchezza prodotta sul pianeta proveniva dalle comunica- zioni digitali.! I media digitali stanno trasformando flussi e geografie della comunicazione. Essi non si stanno evolvendo in maniera uniforme in tutte le parti del mondo e talvolta hanno addirittura ampliato le disuguaglianze.! Nelle società contemporanee il digitale rappresenta un centro nevralgico d’interessi culturali, politici ed eco- nomici. Stephane Vial (2013) ha parlato di «ontofania digitale»(dal greco on·essere, faneia·apparizione) utilizzando un’espressione traslata dalla semantica religiosa per indicare quanto l’universo digitale condizioni l’esperienza e la percezione del mondo contemporaneo.! Negli ultimi decenni molte delle maggiori paure e insicurezze, speranze e aspettative positive sono state ri- petutamente associate alla diffusione dei media digitali.!! Il concetto di ‘digitale’ si è spesso definito in contrapposizione al termine ‘analogico’.! Due sono gli elementi principali della digitalizzazione dei media:! - numerizzazione;! - binarizzazione.! Quello della digitalizzazione è anzitutto un macro-fenomeno consistente nella numerizzazione, ovvero nella conversione in cifre dei contenuti prima espressi in linguaggi differenti.! La digitalizzazione (dall’inglese digit·cifra) è la semplice assegnazione di valori numerici.! La sovrapposizione tra digitalizzazione e linguaggio binario è uno dei passaggi decisivi che ha caratterizzato la diffusione simbolica e materiale dei media digitali nella cultura contemporanea.! L’informazione digitalizzata è differente da quella analogica.! Trattare tutte le forme di comunicazione allo stesso modo permette di:! - smaterializzare i contenuti dei media;! - comprimerli e trasferirli più in fretta;! - conservarli in supporti che occupano poco spazio perché l’informazione digitale è densa;! - manipolarli o modificarli in maniera semplice.! Tutti questi processi, con i media analogici, erano più complicati e costosi perché occorreva manipolare og- getti fisici.! La digitalizzazione ha anche comportato la produzione di nuovi hardware dedicati alla lettura, riproduzione e conservazione di tali contenuti.!! Le prime osservazioni che hanno individuato il fulcro delle trasformazioni in atto nella società moderna risal- gono al periodo immediatamente successivo alla seconda guerra modale e al successo di due cornici teori- che emerse in quegli anni: la cibernetica e la teoria dell’informazione.! La cibernetica fu un innovativo ambito disciplinare definitosi negli anni ’50 da Nobert Wiener.! Nel 1948, Claude Shannon tacciò le basi logico-matematiche di un modello di trasferimento della comuni- cazione, chiamato «teoria dell’informazione».! Tali modelli rappresentarono un riferimento centrale dei nascenti media studies e permisero di identificare ‘la comunicazione’ come dimensione cruciale della società post-bellica.! Possiamo identificare almeno cinque differenti idee di nuove ‘società’ emerse nella seconda metà del ‘900 che hanno in qualche modo aperto la strada all’idea di società digitale.! 1) Società dell’informazione: vedeva l’informazione come una forza irresistibile in grado di rivoluzionare interamente la società. Tale concetto fu introdotto nel anni ’60 e la sua origine è incerta. Il tema della società dell’informazione incrocia quello della digitalizzazione specialmente sotto il profilo dell’innovazio- ne tecnologica;! 2) Società post-idustriale: definizione del sociologo Daniel Bell dei primi anni ’70. Prevedeva il passaggio imminente da un’economia basata sulla produzione di beni a una incentrata sui servizi. Un punto di con- tatto tra società post-industriale e società digitale è la centralità acquisita dalla dimensione immateriale e dai servizi per la realtà socio-culturale contemporanea;! 3) Convergenza dei media: la convergenza dei media si basa sulla digitalizzazione dei contenuti, dei di- spositivi e delle reti di trasporto dell’informazione;! 4) Post-moderna: anni ’80. Queste riflessioni individuano una cesura tra modernità tradizionale e un’epoca post-moderna caratterizzata dal crollo di valori e di narrazioni sociali condivise. Negli ultimi anni la defini- zione post-moderna è diventata un’etichetta utile per mettere in rilievo alcuni fenomeni associati alla rivo- luzione digitale;! ! ! 1 5) Network society (società delle reti): la formulazione risale alla fine degli anni ’70. Nella metà degli anni ’90 la definizione è stata portata alla ribalta. È incentrata sulle trasformazioni prodotte dalla rete internet e quindi dalle comunicazioni digitali.!! Nello stesso momento storico e in paesi con tradizioni differenti, molti governi concordarono nel ritenere le infrastrutture di rete digitali un settore strategico: nella riflessione politica queste reti rappresentavano sia i canali attraverso cui sarebbero transitati flussi di dati a grande velocità e su grande scala, sia la principale risorsa per garantire sviluppo economico, sociale e culturale.!! 2. IL COMPUTER! Il computer può essere considerato il ‘padre’ di tutti i dispositivi. Diffusosi tra gli anni ’80 e ’90 è il dispositivo maggiormente identificato con l’informatica prima e con l’uso della rete internet.!! La nascita del computer recupera l’idea delle macchine automatiche per fare i calcoli.! Le macchine per eseguire i calcoli hanno una storia millenaria, si pensa che le prime furono gli abachi inven- tati dai sumeri. ! Nel Seicento, ci fu una maturazione di queste macchine, almeno dal punto di vista teorico. Furono i matema- tici Pascal e Leibniz a inventare due differenti macchine da calcolo: il primo applicò i meccanismi degli oro- logi all’esecuzione di operazioni con i numeri; il secondo inventò un dispositivo in grado di effettuare delle operazioni matematiche. Le invenzioni di Pascal e Leibniz non si diffusero.! Fu nel contesto della rivoluzione industriale che la necessità di disporre di macchine calcolatrici divenne più pressante.! Nel 1801 l’ingegnere Jacquard inventò il telaio automatico che consisteva nell’applicare un rotolo di carta perforata in cui erano contenute alcune ‘istruzioni’ che la macchina doveva seguire, se si sostituiva il rotolo di carta veniva cambiato anche il modello di tessuto prodotto.! Nella seconda metà dell’Ottocento l’idea del telaio venne applicata alle macchine da calcolo.!! Nel 1936 Alan Turing scrisse un articolo in cui riadattava i principi della logica matematica per fare funziona- re una macchina automatica in grado di svolgere operazioni più complesse in base a un linguaggio binario. Quella che venne definita macchina di Turing non era un dispositivo fisico, si trattava di una descrizione teorica dei principi logici del funzionamento di una macchina in grado di compiere calcoli utilizzando un lin- guaggio binario. Seppur astratta, la macchina di Turing rappresentava il primo calcolatore capace di compie- re operazioni complesse a partire da un linguaggio di programmazione adattabile a svariate operazioni.!! Nonostante le ingenti risorse, il primo computer non fu però sviluppato in tempo per essere utilizzato in guer- ra. Solo nell’inverno del 1945 fu completato l’ENIAC, un enorme congegno dal peso di circa 3.000 kg che occupava di più di 150 mq e la cui costruzione costò circa mezzo milione di dollari dell’epoca. L’Eniac fu il primo modello di una serie chiamata mainframes, fu usato in varie attività militari.! L’Eniac era ben diverso dai personal computer di oggi: era enorme, molto lento e per essere utilizzato richie- deva un intero gruppo di programmatori (il clero), che imputavano domande e dati attraverso schede perfo- rate.! Tra la fine degli anni ’40 e gli anni ’50 furono numerosi i mainfraimes creati grazie ai finanziamenti del gover- no americano, e alla fine di quel decennio in tutto il mondo se ne contavano circa 250 attivi.! Il primo computer sul mercato fu nel 1950 l’UNIVAC, e venne utilizzato per calcolare la popolazione pres- so l’ufficio censimento americano.! Durante gli anni ’50 e ’60 l’immagine pubblica del computer rimase associata a un’idea di controllo militare e politico e per tale ragione il computer divenne anche il principale bersaglio polemico di vari intellettuali e atti- visti politici.!! Il mainframe era molto diverso dai moderni personal computer.! Tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’70 una serie di idee ed innovazioni tecnologiche fecero compiere dei pic- coli passi nell’evoluzione da un paradigma-mainframe. Queste innovazioni furono: il desktop, ! il time-sharing e i microprocessori.! Tra i primi computer pensati per essere utilizzati da un’unica persona attraverso una tastiera posta su una scrivania ci fu il modello 610 prodotto dalla IBM, introdotto sul mercato nel 1957 al costo di 55.000 dollari (corrispondente a 450.000 dollari alla valuta di oggi), questo modello fu prodotto in soli 180 esemplari.! L’IBM 160 rimaneva comunque un computer di grandi dimensioni l’unità principale era costituita da un mobi- le alto circa un metro e lungo un metro e mezzo che conteneva tutti i principali componenti che venivano controllati attraverso una tastiera.! ! ! 2 3. INTERNET! Con internet intendiamo una particolare rete di comunicazione che deriva dal progetto americano Arpanet degli anni ’60 e che oggi si è espansa a livello globale venendo così percepita come un sistema unitario. Certamente internet non è l’unica rete di computer esistenti; ci sono reti che permettono di comunicare all’in- terno dell’azienda (intranet) o tra più aziende e fornitori-rivenditori (extranet).! Internet da un punto di vista tecnologico è una rete che mette assieme diverse tecnologie e in particolare telecomunicazioni e computer. Internet è anzitutto una rete di reti, che collega a livello planetario milioni di altri piccoli network. L’infrastruttura tecnica di internet deriva in parte dalle vecchie reti di telecomunicazione e in parte è stata creata ex novo con fibre ottiche, cavi e tecnologie wireless. ! Internet è un medium commerciale e finanziario. Basti pensare alla crescita di valore economico delle azien- de legate alla rete ma anche al fatto che internet sia diventata un gigantesco centro commerciale virtuale (amazon).! La rete internet è anche un mezzo di comunicazione personale. La natura sociale ha contribuito alla crea- zione di nuove forme di relazione tra gli esseri umani.!! ERA I: INTERNET MILITARE! Nell’ottobre 1957, in piena guerra fredda, l’Urss lanciò in orbita il primo satellite artificiale per scopi militari: lo Sputnik 1. Il satellite preoccupò l’opinione pubblica e gli ambienti militari degli Stati Uniti. Il presidente americano Eisenhower creò nel febbraio 1958 un’agenzia del dipartimento della Difesa chiamata Arpa, con lo scopo di finanziare ricerche scientifiche in ambito tecnologico. La prima idea emersa dal dipartimento fu quella di sviluppare una rete di satelliti. Licklider nel 1962 elaborò un’idea brillante: fare in modo che i computer fossero collegati. Come venne sostenuto nel progetto sottoposto all’Arpa nel 1963, in cui si pren- deva di connettere un numero ridotto di computer dell’agenzia e di altri centri di ricerca, avrebbe permesso ai ricercatori di comunicare e condividere informazioni nella convinzione di accrescere così la produttività del lavoro scientifico. Il progetto Arpanet nacque da questa convinzione.! L’aspetto innovativo riguardava le caratteristiche del messaggio, che non avrebbe viaggiato come una singo- la unità d’informazione da un nodo all’altro, ma sarebbe stato spezzettato in vari pacchetti che avrebbero seguito vie diverse e sarebbero stati ricomposti solo una volta giunti a destinazione. ! Il progetto Arpanet cambiò la propria natura, passando dall’essere una rete pensata per l’aumento della pro- duttività della ricerca a una struttura che facilitasse il controllo militare e fosse in grado di resistere a un eventuale attacco nucleare sovietico.! La rete distribuita nasce quindi come strumento funzionale agli interessi militari americani.!! ERA II: INTERNET ACCADEMICO-SCIENTIFICO! La logica di una rete di computer per scopi militari s’intersecò con quella di un’internet accademica.! Le convergenze tra ambienti militari e accademici furono tre in particolare. ! Due concetti-chiave adottati dall’universo accademico-scientifico furono quello di flessibilità e quello di spinta centrifuga: essi guidarono anche la creazione di una serie di protocolli che favorissero l’intercomuni- cazione. Negli anni ’60 Cerf e Kahn misero a punto il protocollo Tcp/Ip: Tcp si occupa di gestire i flussi d’informazione tra due nodi mentre, Ip permette di reindirizzare i dati al computer/utente che ne ha fatto ri- chiesta assegnando a ciascun terminale in rete un nome univoco. Messo a punto nel 1978 e adottato da Ar- panet nel 1983.! Un terzo elemento su cui influenze militari e accademiche si rafforzarono reciprocamente fu la costruzione fisica della rete Arpanet. Il progetto iniziale del 1968 prevedeva la creazione di una rete che collegasse quattro centri di ricerca presso università americane. Il progetto venne realizzato entro la fine del 1969 e successivamente la rete si espanse in maniera rapida: nel 1971 erano collegati 15 nodi, mentre dal 1975 Arpanet uscì dai confini americani e, con collegamenti satellitari, vennero messi in connessione anche centri di ricerca europei in Norvegia e Inghilterra. Nel 1971 fu introdotta l’Email e fu uno dei primi e più popolari strumenti con cui gli utenti di Arpanet cominciarono a scambiarsi informazioni.! A credere ad Arpanet fu la Dca che nel 1975 con la Arpa concluse un accordo di gestione della rete per tre anni, che si prolungo fino al 1983. In quell’anno Arpanet venne separata in due: da un lato una rete per usi civili dall’altro per usi militari.! A partire dagli anni ’80 l’americana Nsf iniziò a finanziare anche un’altra rete parallela ad Arpanet: Nsfnet. Arpanet appariva sempre più obsoleta e costosa e per queste ragioni venne chiusa nel 1990.!!!!!!! ! ! 5 ERA III: INTERNET CONTROCULTURALE! Accanto a usi militari e accademici di Arpanet, a partire dagli anni ’70 cominciò a credere un’altra comunità portatrice di un’idea di rete differente alternativa: si tratta di hacker, giovani studenti, attivisti politici.! Il gruppo controculturale vedeva internet come una rete in grado di collegare personal computer domestici. ! Il gruppo controculturale, specialmente gli hacker, prevedeva di utilizzare per lo scambio di dati una rete già stesa in maniera capillare sul territorio e presente nella maggioranza delle case americane, quella del telefo- no. Non è un caso che siano stati proprio gli hacker a proporre l’utilizzo della rete telefonica per la trasmis- sione dei dati e il collegamento del computer. ! Le conseguenze dell’idea controculturale di internet divennero palesi nel anni ’80 e furono di natura sociale: la struttura di rete venne utilizzata dalle prime comunità elettroniche.!! ERA IV: INTERNET COME SERVIZIO PUBBLICO! Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 Tim Bernes-Lee e un gruppo di ricercatori ebbero l’idea del World Wide Web, ovvero di trasformare una parte della rete internet in uno spazio di consultazione.! Il World Wide Web era costituito da una rete di dimensioni mondiali e qualunque documento poteva essere richiamato tramite un nome personale assegnatoli all’atto della pubblicazione e chiamato url. Tutti i docu- menti dovevano essere scritti in un linguaggio standardizzato Html. La navigazione di queste pagine sui pc avveniva tramite un browser. Il primo browser fu Netscape Navigator, successivamente la Microsoft ! introdusse Internet Explorer. Nonostante l’idea del www appaia oggi efficace e vincente inizialmente il pro- getto non suscitò interesse all’interno del Cern e venne accantonato ben due volte.! Nell’aprile 1993 il Cern cedette il software www come regalo alla comunità internazionale.! Naturalmente internet non è diffuso e utilizzato in tutti i continenti nelle medesime forme.!! ERA V: INTERNET COMMERCIALE! Il 1995 fu un anno spartiacque per la storia di internet.! Il 1° gennaio 1995 furono ammesse su internet le attività commerciali. Dall’anno successivo gli investi- menti sulle aziende che avevano a che fare con internet cominciarono ad attrarre capitali ingenti e iniziò a gonfiarsi quella bolla che poi sarebbe esplosa nel 2001 con seri danni per l’economia mondiale.! Con la bolla speculativa del 2001 si dissolse anche il mito di un’internet tutta positiva e la commercializza- zione della rete mostrò altri lati oscuri: il fatto che il gioco d’azzardo e la pornografia fossero tra i contenuti più richiesti; che la pubblicità avesse assunto forme intrusive (banner).! La popolarizzazione del web e la sua accessibilità per un pubblico mondiale si deve al fatto che la rete sia divenuta un luogo commercialmente appetibile. Nel 1998 venne lanciato Google, che con i suoi miliardi di accessi giornalieri è diventata l’azienda più importante emersa dalla «rivoluzione digitale».!! ERA VI: INTERNET SOCIALE! Dale Dougherty coniò nel 2004 il termite web 2.0.! Il web 2.0 vede gli utenti attivi a tal punto da diventare i principali produttori di contenuti. Per indicare in nuo- vo utente digitale che è al tempo stesso producer e consumer si utilizza prosumer. La produzione di que- sti contenuti è gratuita.! Le piattaforme 2.0 sono molte e in continua evoluzione.! Il primo strumento fu il Blog (nome nato dalla fusione dei termini web e log).! Un secondo esempio è Wikipedia, un’enciclopedia basata a sui contributi gratuiti creati dagli stessi lettori. Wikipedia rappresentò un’innovazione radicale nel modo di pensare il sapere enciclopedico.! L’idea venne nel 1999 a Jimmy Wales, il quale decise di avviare il progetto di un’enciclopedia libera on line seguendo il modello Linux. Il primo tentativo fu del 2000, ma il progetto Nupedia fallì. Nel gennaio del 2001 venne avviato il progetto Wikipedia basato sul sistema WikiWikiWeb. Wikipedia oggi è disponibile in circa 280 lingue e conta circa 117 milioni di visitatori ogni mese.! Un terzo esempio del web 2.0 è YouTube, la principale piattaforma di condivisione e visualizzazione di vi- deo.! Ma sono senza dubbio i social network a incarnare lo spirito sociale del web 2.0. Uno dei primi social net- work a diffondersi fu nel 2002 Friendster, seguito nel 2003 da MySpace, che ottenne un rilevante successo. Nella seconda metà degli anni 2000 nasce Facebook, creato da Mark Zuckerberg. Il successo di Facebook è stato clamoroso a livello mondiale nel 2012.! Si pensa comunque che anche questa, del web 2.0, sarà una fase transitoria nella storia della rete.!!!!!! ! ! 6 4. IL TELEFONO MOBILE! Il telefono mobile è il mezzo digitale che ha permesso una sorta di mondializzazione e democratizzazione delle comunicazioni. Rappresenta l’erede più diretto del telefono fisso e del telegrafo-telefono senza fili.! Il telefono fu brevettato da Alexander Graham Bell nel 1876.! Il telegrafo senza fili fu brevettato da Guglielmo Marconi nel 1896. Il wireless innovò e migliorò sotto alcu- ni aspetti il telegrafo elettrico sostituendo i fili e permettendo così a due soggetti o anche a mezzi di trasporto in movimento di scambiarsi messaggi punto-a-punto in codice Morse.! Il telefono mobile fin dal principio si è distinto dal fisso per alcune caratteristiche: ! - senza fili;! - ha costituito spesso un mezzo di comunicazione più personale che familiare;! - ha permesso constant touch o perpetual contact, ovvero la possibilità di essere sempre reperibili.! Il mobile ha costituito uno dei maggiori successi della storia dei media. Se il fisso è un medium orale, il mobile ha combinato natura orale e scritta, prima con gli sms poi grazie alla possibilità di navigare in in- ternet.!! Il radiotelefono venne sperimentato nel corso delle guerre mondiali.! Queste sperimentazioni diedero vita a due media distinti: il primo era una sorta di walkie-talkie, il radiotele- fono, utilizzato dai corpi militari e dalle forze dell’ordine per gestire le emergenze; il secondo sfruttò la debo- lezza del radiotelefono, il fatto che tutti potessero ascoltare i messaggi scambiati privatamente, utilizzandolo come mezzo per diffondere informazione e intrattenimento indirizzato a tutti i possessori di apparati riceventi. Questo secondo uso si sarebbe strutturato compiutamente negli anni ’20 divenendo la radio.!! Le differenze del radiotelefono dal telefono mobile:! - simile al walkie-talkie, i partecipanti alla comunicazione dovevano premere un bottone per parlare e rila- sciarlo per ascoltare,! - non era supportato da una vera e propria rete aperta al pubblico, ma era usato in esperienze isolate, oc- casionali e riservate a servizi speciali;! - pesavo kg;! - erano connesse alle batterie di automobili o di mezzi di trasporto;! - erano strumenti complessi da usare;! - la comunicazione era facilmente intercettabile.!! Se in termini storici le origini della telefonia mobile si possono far risalire alla fine dell’800, la sua penetrazio- ne sociale e il successo di pubblico avvennero solo alla fine del secolo successivo.! A tal proposito Gaudreault e Marion hanno introdotto il concetto di double birth, le tecnologie della comu- nicazione possono più di una volta. Il telefono mobile è nato, sicuramente, almeno due volte.!! La seconda vita della telefonia mobile si avviò a partire dagli anni ’70, quando si realizzarono le prime reti aperte al pubblico.! Dal punto di vista tecnico venne applicata al campo telefonico un’idea presentata dall’ingegnere Douglas H. Ring: dividere il territorio in varie celle all’interno delle quali i telefoni comunicavano con una stazione di base. Occorsero parecchi anni prima che questa idea fosse implementata negli Stati Uniti e il ritardo si do- vette a due ragioni: la AT&T esitava a sviluppare le proprie strategie sulla telefonia mobile e la Fcc negò a lungo le autorizzazioni necessarie per l’avvio delle sperimentazioni, che furono concesse sono a partire dalla metà degli anni ’70. ! I tentennamenti furono al tal punto consistenti che il vantaggio tecnologico ed economico accumulato dagli Stati Uniti si esaurì e il primo sistema di telefonia cellulare aperto al pubblico venne avviato in Giap- pone nel 1979 dalla Ntt.!! Furono gli anni ’80 quelli in cui la telefonia mobile cominciò realmente a diffondersi, inizialmente nei paesi ricchi e tra le fasce più abbienti della popolazione.!! L’adozione e la diffusione della telefonia mobile in Europa è stata definita da Jon Agar come il «miracolo burocratico» europeo, realizzatosi a partire dal dicembre 1992, quando svariati paesi del continente deci- sero di adottare il GSM (Global System For Mobile Comunication) come unico standard di comunicazione.! Sono tre le ragioni che spinsero all’adozione di un sistema comune:! - natura politico-economica, l’idea che il Gsm potesse rappresentare una ‘testa di ponte’, unione econo- mica e un unico mercato comune;! - natura economica, alcune aziende telefoniche europee capirono che, grazie al Gsm, sarebbero potute diventare leader nel mercato globale del settore;! ! ! 7 Seconda fase → (’70/’90) i testi scritti seguirono una traiettoria di popolarizzazione parallela a quella dei personal computer (word processing);! Terza fase → (90’/seconda metà del 2000) si è caratterizzata per l’integrazione di scrittura e lettura con la rete internet, generando nuove forme di circolazione dei testi scritti;! Dalla metà degli anni 2000 possiamo riconoscere l’inizio di una nuova fase caratterizzata da un’esplicita convergenza tra forme tradizionali di stampa e dispositivi digitali; tentativo di superare la carta stampa- ta come principale supporto di lettura sostituito da devices digitali: tablet, ebook, smartphone.!! Fin dall’epoca dei computer mainframes, l’IBM sviluppò dei sistemi di scrittura destinati ai grandi uffici.! Alla fine degli anni ’60 cominciarono a circolare i primi computer dedicati esclusivamente alla scrittura, molto più ingombranti di una macchina da scrivere; negli anni Settanta vennero sviluppati i primi sistemi d’archivi- azione digitale dei testi destinati ai grandi uffici.! La diffusione dei personal computer avviò una seconda fase in cui la scrittura digitale cominciò a uscire dal contesto degli uffici per entrare nelle abitazioni private. Assieme ai primi personal computer iniziarono a dif- fondersi software per la scrittura. Il primo programma di videoscrittura destinato ai personal computer è Electric Pencil, 1976. Successivamente venne rilasciato dalla Microsoft: Word.! Oltre alla videoscrittura, altri aspetti del lavoro di scrittura e stampa vennero modificati o facilitati dai personal computer. Negli anni ’80 rilasciarono software d’impaginazione grafica: Pagemaker e QuarkXpress.! Nel 1993 fu creato il formato pdf.! Una terza fase a metà degli anni ’90 avvenuta con la popolarizzazione di internet. A costruire il motore della trasformazione attraverso internet fu la possibilità di leggere e far circolare testi scritti. Il primo tentativo di utilizzare la rete per far circolare testi scritti risale al 1971, quando Michael Hart avviò il Progetto Gutenberg. ! Hart voleva creare una sorta di biblioteca pubblica virtuale, così iniziò a digitalizzare e condividere in rete testi classici non coperti da copyright. ! A partire dalla metà degli anni ’90 la scrittura e la lettura iniziarono a trasformarsi in maniera consistente, per almeno due ragioni: da un lato, per la possibilità di pubblicazione gratuita e immediata consentita dalla rete; dall’altro, per una nuova forma logica di scrittura caratteristica del linguaggio html che rese possibile scrivere e leggere in modo non lineare, con l’uso di collegamenti all’interno del testo: ipertesto.! L’ipertesto non ha una sequenza lineare stabilita dal produttore, non ha un inizio e una fine prestabiliti e non è mai uguale a sé stesso ma è parte del cambiamento costante che coinvolge il magma della rete.! Agli inizi degli anni 2000, la possibilità di creare ipertesi pose la scrittura e la lettura al centro della rete: ini- ziarono a nascere blog.! Nella quarta ed ultima fase tutt’ora in evoluzione si cerca di sostituire i supporti cartacei in favore di una con- vergenza tra dispositivi digitali e internet.! L’idea di sostituire il libro cartaceo e poi la stampa periodica con un equivalente elettronico ha una lunga sto- ria. Negli anni ’70 Alan Kay aveva concepito l’idea del Dynabook, prototipo del libro elettronico.! Il primo dispositivo che mirava a sostituire il libro cartaceo fu Cybook. Nella seconda metà degli anni 2000 vengono introdotti nel mercato gli ebook. Uno dei primi e più diffusi è stato Kindle, 2007, distribuito da Amazon. Il secondo dispositivo protagonista della digitalizzazione è l’iPad della Apple.! Come è ricorrente nella storia dei media anche nel caso della digitalizzazione del libro è difficilmente imma- ginabile che i formati cartacei verranno completamente sostituiti dalle versioni digitali.!! Le conseguenze della digitalizzazione e della diffusione di internet sul mondo della stampa periodica, in par- ticolare dei giornali e dei quotidiani. I giornali ed i quotidiani furono tra i primi a sbarcare sulla rete.! Uno dei fenomeni più visibili delle trasformazioni prodotte dai media digitali sul giornalismo è stato il cosid- detto citizen journalism, ovvero il coinvolgimento sempre più diretto di cittadini e non professionisti nella produzione delle news. Questo ha portato la stampa periodica in crisi di lettori con diminuzioni di copie vendute e drastiche riduzioni di personale.!!!!!!!!!!!! CINEMA E VIDEO ! ! ! 10 La digitalizzazione del cinema ha coinvolto in primo luogo la sfera produttiva, introducendo nuove possibilità come gli effetti speciali. Nel 1977 le tecniche digitali vennero utilizzate per la prima volta nel film Guerre Stellari di George Lucas; nel 1979 la casa di produzione del regista, Lucas Film, creò al proprio interno una divisione dedicata alla realizzazione di effetti speciali. Tra la fine degli anni ’80 e i primi dei ’90 il ruolo degli effetti speciali digitali divenne sempre più importante nella realizzazione di molti film di grande succes- so (Jurassic Park) e la loro evoluzione tecnica raggiunse la maturità nel 1995, con l’uscita del primo film di animazione interamente realizzato attraverso l’elaborazione digitale delle immagini, Toy Story, prodotto dal- la Pixar Animation Studios.! La Pixar nacque dalle ceneri della divisione degli effetti speciali digitali della Lucas Film. Lo straordinario successo nelle sale cinematografiche trasformò questa piccola azienda nel secondo più importante produtto- re di film d’animazione, fino a quando nel 2006 la Pixar venne acquistata dalla Walt Disney Company.! Nel 1989 venne ideato il primo personaggio cinematografico interamente basato su tecniche d’elaborazione digitale (digital character). Si trattava della creatura aliena protagonista del film The Abyss di James Ca- meron.! Anche nel caso del cinema le tecniche digitali non hanno rappresentato una netta cesura con il passato ana- logico.! Dal tradizionale modello di distribuzione delle pellicole stampate in esemplari limitati e fatti viaggiare tramite corriere, nell’ultimo decennio si è infatti avviata una transizione verso un sistema di distribuzione digitale, su supporti portatili o tramite un server centrale che diffonde telematicamente le copie ai vari cinema.! Anche nei paesi più avanzati, comunque, la digitalizzazione delle sale ha riguardato in modo più capillare le multisale e le grandi strutture d’intrattenimento, mentre i piccoli cinema sono spesso rimasti legati all’uso della pellicola tradizionale.! La digitalizzazione ha facilitato sia la creazione di contenuti a livello privato, amatoriale e casalingo, sia la loro circolazione nel sistema dei media digitali.! Dalla seconda metà degli anni ’90, si diffondono le videocamere digitali non professionali, programmi di video gestibili con i pc domestici. Uno dei primi software di questo tipo fu Adobe Premiere, disponibile per i sistemi Apple dal 1991 e per Windows dal 1993.! Dalla prima metà degli anni 2000 i film circolano in rete, i network per i file sharing si moltiplicano. Il più noto deposito pirata on line di file video fu Megavideo, un servizio creato nel 2005 e chiuso nel 2012.! Gli effetti economici delle pirateria sull’industria del cinema sono stati al centro di un acceso dibattito: la pira- teria non ha abuso solo un impatto negativo sulle vendite ma anche giocato un ruolo indiretto nella promozione di film.!! FOTOGRAFIA! La produzione e la condivise delle fotografie in rete è diventata una delle pratiche digitali più comuni e ricor- renti.! Agli inizi degli anni ’70, lo Xerox Park di Palo Alto in California, fu creato SuperPaint, il primo sistema informatico dedicato all’elaborazione di grafiche per le produzioni cinematografiche e per la televisione. ! Per tutti gli anni ’80 la manipolazione digitale delle immagini si limitò quasi esclusivamente all’ambito tele- visivo e cinematografico, e solo negli anni ’90 iniziarono ad essere disponibili alcuni programmi per modificare le immagini digitali sui pc domestici. Il più noto divenne Photoshop distribuito nel 1990.! La digitalizzazione ha messo a disposizione la possibilità di manipolare artificialmente foto e immagini, tanto da mettere in crisi la fotografia come un medium realistico e credibile.! Negli anni ’90 settimanali e quotidiani cominciarono a fare largo utilizzo dei ritocchi digitali, avviando un pro- cesso di ridefinizione del rapporto tra realtà e finzione. Negli anni 2000 la manipolazione delle foto cominciò a rappresentare un aspetto caratteristico della cultura visuale diffusa nella società: s’inizio a dare sempre più spesso per scontato che le immagini che circolavano nei media su internet potessero essere frutto di modifi- che apportate da un computer.! L’intreccio tra analogico e digitale in fotografia è testimoniato dal poter vedere l’immagine immediatamente dopo lo scatto. Questa possibilità era già presente nelle macchine fotografiche Polaroid del 1948.! Il primo prototipo di macchina fotografica risale al 1975, Kodak realizzò un modello, non commercializ- zato ma funzionante, capace di registrare immagini in bianco e nero con una risoluzione di 100x100 pixel. A metà degli anni ’80, Canon immise sul mercato un nuovo modello dal costo elevato. Esso salvava le im- magini su floppy disk e venne utilizzato nel settore del fotogiornalismo. All’inizio degli anni ’90 vennero immesse sul mercato le prime camere digitali destinate ad un pubblico non professionale con risoluzio- ne di un solo megapixel e che adottavano per la registrazione delle immagini lo standard jpeg, sviluppa- to nel 1992 dall’Iso. ! La prima macchina fotografica digitale reflex fu immessa nel mercato nel 1999 dalla Nikon con una riso- luzione di 3 megapixel. Sebbene la fotografia analogica fosse qualitativamente migliore a quella digitale, ! ! 11 quest’ultima presentava altri tipi di vantaggi: le foto erano trasferibili su pc, manipolazione con pro- grammi grafici, condivisibile in rete.! Col passare degli anni le macchine fotografiche digitali divennero sempre più economiche e dotate di una risoluzione da permettere anche la stampa su carta di buona qualità. ! Le principali industrie dell’era analogica si fecero promotrici della transizione verso il digitale, ma non tutte le aziende riuscirono a traghettare con successo le proprie attività nel nuovo panorama digitale. La Kodak, che creò la prima macchina fotografica digitale, nel 2012 fu costretta ad avviare la procedura di fallimento vendendo i propri brevetti alle principali aziende del settore informatico tra cui Ap- ple, Google e Microsoft.! Una delle principali piattaforme a offrire la possibilità di conservare e condividere le proprie foto digitali è sta- ta Flickr. Nel corso degli anni Facebook è divenuto il più grande archivio fotografico del pianeta. Un servizio come Instagram mette in rilievo ancora una volta il legame culturale tra analogico e digitale: no- stalgia delle vecchie tecnologie analogiche (Polaroid).!! TELEVISIONE! La televisione è stato il medium che più ha trasformato l’esperienza quotidiana di spettatori e cittadini, con- tribuendo e modificando non solo le relazioni sociali, ma anche l’intera percezione del mondo. Con lo svilup- po di internet, negli ultimi anni si è sempre più spesso discusso di una presunta «fine della televisione» o quantomeno della crisi della tv quale medium di massa. Il ruolo storico della televisione è quello di «orolo- gio sociale».! Il processo di digitalizzazione ha trasformato il suo ruolo sociale sotto quattro dimensioni:! 1. l’evoluzione;! 2. la digitalizzazione, da analogico a digitale;! 3. la trasformazione del televisore in quanto dispositivo tecnico di visione;! 4. introduzione di internet.!! Il processo di digitalizzazione del segnale televisivo si è sviluppato dagli anni’90. Gli attuali standard utiliz- zati a livello globale per la televisione digitale sono stati definiti nel corso degli anni ’90 sempre da gruppo Mpeg dell’Io. Lo standard del segnale audio-video digitale da utilizzare per la televisione è mpeg-2, 1994. !! Il televisore fu ideato negli anni’20, entrato nelle case delle famiglie tra gli anni ’50 e ’60, ha aggiunto il colore negli anni ’70. Con la digitalizzazione, la tv si è arricchita ulteriormente di nuove funzioni e accesso- ri.! Oltre all’aumento dei canali, è stata ideata una nuova generazione di dispositivi: Smart tv o Hybrid tv, capaci di integrare la possibilità di connettersi a internet. !! YouTube rappresenta la più caratteristica convergenza tra internet e televisione dal punto di vista culturale. Non è un caso che YouTube abbia scelto di utilizzare una terminologia televisiva per descriversi: canali.!! Il successo di molte serie televisive dipende non solo dal momento del loro consumo televisivo, ma anche dal modo in cui i contenuti tv vengono appropriati, raccolti e rielaborati dai fan attraverso strumenti della rete. Uno dei primi e più noti esempi è stato Lost, i cui fan dal 2005 hanno condiviso le vicende su un sito web Lostpedia. Con l’affermarsi di queste «culture partecipative» sul web, il rapporto tra offerta televisiva e pubblico si è modificato, a partire dal coinvolgimento attivo degli spettatori particolarmente motivati.!! RADIOFONIA! La radio rappresenta il più antico tra i media elettronici.! Possiamo schematizzare il processo di digitalizzazione della radio concentrandoci su due differenti aspetti.! Il processo di digitalizzazione della radiofonia si è sviluppato dalla metà degli anni ’80 in parallelo con quello della tv. Il sistema digitale di trasmissione radiofonica nacque negli anni ’80 come progetto dichiara- tamente europeo. Nel 1987 la Comunità Europea finanziò il progetto di ricerca Eureka-147 con l’obiettivo di creare uno standard di trasmissione audio in digitale. Tra il 1989 e il 1994, il gruppo Mpeg dell’Iso mise a punto uno standard di codifica digitale Dab.! Il progetto di digitalizzazione della radiofonia si sviluppò con grandi ritardi. Il Dab non riuscì a imporsi come standard globale della radiofonia digitale.! A differenza della digitalizzazione della radiofonia tradizionale, la contaminazione tra radio e internet si è in- vece rivelata da subito foriera di nuovi modelli di trasmissione e consumo dei contenuti sonori. Una delle prime radio a trasmettere attraverso internet fu nel 1993 Internet Talk Radio. ! Negli anni ’90 fu sviluppato un software che permetteva lo streaming audio: RealAudio Player.! ! ! 12