Scarica Introduzione ai media digitali Adam Arvidsson e Alessandro Delfanti e più Sintesi del corso in PDF di Teorie e tecniche della comunicazione multimediale solo su Docsity! Introduzione ai media digitali Cap.1:INFORMAZIONE E MEDIA DIGITALI L’ambiente digitale Nelle nostre società i media digitali sono diventati strumenti pervasivi e influenzano la sfera sociale così come quella economica, del lavoro, politica e comunicativa. I cambiamenti innescati dalla diffusione delle tecnologie digitali stanno trasformando in profondità il modo in cui produciamo e distribuiamo informazione e conoscenza. La diffusione dei media digitali è cresciuta costantemente a partire dagli anni ’80 del XX secolo, con la messa in commercio di computer a basso prezzo, di facile uso e pensati per un mercato di massa e dall’introduzione del World Wide Web negli anni ’90, che ha portato la rete nelle case e nelle imprese. Negli anni 2000 si è assistito all’emergere del web collaborativo, cioè di software e piattaforme online che permettono agli utenti di produrre e distribuire contenuti in prima persona, e delle tecnologie mobili che hanno trasformato l’esperienza in rete da quotidiana a totale. L’emergere e l’affermazione di media digitali è alla base di trasformazioni profonde non solo nel modo in cui funzionano i media, ma anche nell’organizzazione della produzione e nell’economia delle società avanzate. Metafora ecologia dei media: un mondo dove vi è un insieme di relazioni e interazioni che costituiscono l’ecosistema e lo trasformano. Seguendo questa metafora, si assiste all’evoluzione di nuove “forme di vita”: motori di ricerca, social network ecc. L’ecologia dei media di arricchisce inoltre di nuove “strategie di sopravvivenza”: i social network forniscono servizi gratuiti in cambio dei dati degli utenti, i partiti politici usano la rete per accumulare consenso ecc. Benkler parla della nascita di un ambiente digitale in cui gli individui hanno un ruolo più attivo all’interno del sistema dei media. I media digitali I media digitali sono un insieme di mezzi di comunicazione basati su tecnologie digitali: computer e reti che si sono diffuse a partire dagli ultimi decenni del XX secolo, affiancando e poi integrandosi con i mass media tradizionali, come televisione, giornali, radio. Lo studio dei media digitali include oltre agli strumenti tecnologici, anche le piattaforme software, i protocolli di rete, le nuove forme di socialità in rete e le trasformazioni dell’economia e della comunicazione. I media digitali possiedono alcune caratteristiche principali che li differenziano dai media tradizionali, ovvero, sono anche multimediali, interattivi, ipertestuali, distribuiti, mobili e sociali. Digitali: possono trasformare codici analogici in digitali e viceversa e trasportare molto rapidamente quantità immense di informazione. Convergenti: diversi tipi di contenuti (scritti, sonori, visivi ecc.) convergono in un unico supporto produzione e fruizione di contenuti diversi effettuate con un unico dispositivo. Internet rappresenta una convergenza tra industria culturale e industria delle telecomunicazioni, che sono sempre più interconnesse e indistinguibili. Ipertestuali: grazie al sistema dei link un utente può personalizzare il proprio percorso di fruizione, passando da un testo a un video ecc. Distribuiti: al contrario dei mass media tradizionali, non sono centralizzati e unidirezionali, ma hanno un modello distribuito di gestione delle tecnologie di informazione 3 peculiarità: • Diffusione tecnologie a basso costo e accessibili per i consumatori • Diffusione dell’accesso alle reti con Internet (e il WWW) • Software e piattaforme consentono di creare contenuti mezzi di produzione e distribuzione non più centralizzati individui comunicano in una struttura orizzontale a rete. Interattivi: possibilità di interagire direttamente con i contenuti, modificandoli e producendoli in prima persona utenti non più passivi (palinsesto televisivo), possono votare, commentare ecc. Sociali: social network servizi basati sulla gestione e la formazione di reti sociali Mobili: possibilità di accedere alla rete da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Queste caratteristiche tecnologiche raggiungono una dimensione globale in rete. Internet è un sistema di comunicazione che: 1. Ha una struttura a rete distribuita: informazioni posizionate sui server ai quali i computer si collegano per richiedere info; 2. E’ una rete ridondante: informazioni smontate in pacchetti che possono separarsi e viaggiare su percorsi diversi; 3. E’ aperto: chiunque può accedervi linguaggi e standard di comunicazione informazioni aperti e disponibili il W3C è un’organizzazione che si occupa di mantenere questi standard aperti. Ogni sito web ha un indirizzo a cui può essere raggiunto composto da codici domini (gestiti dall’Icann): nazionali .it, .uk oppure .com, .org. I media digitali e le tecnologie di rete sono composti da tre livelli differenti, legati tra loro: 1. Fisico: risorse naturali (etere) + infrastrutture tecnologiche = ambiente digitale di rete (pc, server,cavi telefonici ecc); 2. Logico: software e protocolli su cui si basano le reti; 3. Contenuti: informazioni che vengono scambiate e prodotte in rete. Tecnologie e società Le scienze sociali si occupano del legame tra società e tecnologie, sviluppando diverse teorie. Alcune prospettive vedono la tecnologia come un fattore esogeno, cioè una forza esterna il cui sviluppo è indipendente dai fenomeni sociali, come il determinismo tecnologico, secondo il quale le tecnologie sono fattori indipendenti in grado di determinare lo sviluppo delle società umane. Sono quindi le caratteristiche dei media digitali a determinare il modo in cui gli individui interagiscono tra loro, o sono responsabili di cambiamenti nella struttura economica o politica di una società. Per Karl Marx, infatti, le tecnologie hanno il potere di strutturare i rapporti di produzione; per Marshall McLuhan “il medium è il messaggio” e quindi il significato di una comunicazione è determinato dalla tecnologia mediatica utilizzata. La prospettiva deterministica è ritenuta troppo monodimensionale, nega la complessità del rapporto tra tecnologie e società e il fatto che le tecnologie sono utilizzate in modo diverso, per scopi diversi e da attori sociali diversi. Un’altra prospettiva è quella della costruzione sociale delle tecnologie, secondo la quale l’evoluzione delle tecnologie è qualcosa a cui le persone partecipano attivamente. Questo approccio riconosce il ruolo attivo degli utilizzatori delle tecnologie e sottolinea come queste non siano esogene, ma dipendono dai processi sociali dai quali hanno origine e in cui sono immerse le persone che le sviluppano. Le tecnologie incarnano i valori e i bisogni di una parte della società, dunque non sono neutrali. Altre teorie sociali parlano di coproduzione di tecnologia e società, senza focalizzarsi solo sul legame di causa/effetto, infatti, secondo questa teoria, società e tecnologie si influenzano e modificano a vicenda, in un processo di coevoluzione in cui i cambiamenti dell’una producono le altre e viceversa. La sociologia utilizza il termine affordances per descrivere le possibilità e i limiti che uno strumento tecnologico impone a chi lo utilizza, ad esempio Twitter o un software wiki sono tecnologie abilitanti, cioè permettono agli utenti alcuni tipi di azioni secondo precise forme di produzione e schemi prestabiliti, come i 140 caratteri ecc. Algocrazia: potere, sempre più profondo, esercitato dagli algoritmi in un ambiente digitale di rete Questi ultimi, infatti, rendono possibili alcune forme di interazione e di organizzazione e ne ostacolano altre. Jailbreaking: rimozione delle limitazioni presenti nel sistema operativo iOS di Apple. La possibilità per gli utenti di accedere ai media digitali non è legata solo al loro utilizzo, ma anche alla loro trasformazione. In questo senso, le tecnologie si caratterizzano per diversi livelli di apertura o chiusura: possono essere 3. Sostituzione della vecchia classe dirigente con un nuovo ceto di burocratici e tecnici senza interessi politici. Con la nuova società si trasforma anche il modello delle forme di produzione computer e automazione macchine permettono di superare l’organizzazione rigida e gerarchica della fabbrica fordista forme di produzione più flessibili lavoratori organizzati in team. Negli anni ’80 si sviluppa un’altra idea di: società postmoderna J.F. Lyotard: quando tutto è ridotto a informazione, come nella nuova società informazionale, tutto può essere rivisto e manipolato, nulla è stabile relativismo. Marshall McLuhan (anni ’60) teorico dei media “Il medium è il messaggio” impossibilità di separare il contenuto di una comunicazione dalla sua forma e dalla tecnologia utilizzata per trasmetterla. Villaggio globale Nuovi media: strumenti di mutamento sociale liberazione dalle società centralizzate e burocratiche e cancellazione delle differenze tra paesi ricchi e poveri “comunismo planetario”. La diffusione di internet a metà degli anni ’90 provocò reazioni: Nicholas Negroponte rete: tecnologia che permette di trascendere le barriere spaziali e burocratiche che caratterizzano gli stati. L’individuo in rete è un consumatore imprenditore in un mercato libero da condizionamenti statali tecnoliberismo . Ideologia californiana diffusione internet flusso libero informazione democratizzazione politica ed economia. Pekka Himanem nuova etica del capitalismo flessibilità, creatività, indipendenza dalle gerarchie e burocrazie industriali. Pierre Levy intelligenza collettiva grazie alle nuove tecnologie dell’informazione si ha una mobilitazione delle intelligenze del mondo, che possono essere distribuite e coordinate. Marx nel XIX sec. descrisse il general intellect (sapere astratto e scientifico, basato sulla cooperazione sociale) destinato a diventare la principale forza di produzione nelle società avanzate. I teorici sociali marxisti riprendono questo concetto con un’accezione negativa, elaborando il capitalismo cognitivo intelligenza collettiva e cooperazione sociale degli individui sfruttate dal capitalismo. Storia delle tecnologie informatiche e cambiamento sociale L’evoluzione della società dell’informazione è in relazione molto stretta con le modalità di produzione e di distribuzione del sapere che si affermano con la diffusione dei computer e di internet. La prima definizione di computer come lo intendiamo oggi è di Alan Turing (anni ’30 dell XX sec): una macchina capace di imitare tutte le altre macchine. Un computer contemporaneo, infatti, non è altro che un insieme di macchine che prima venivano distinte (macchina da scrivere, lettore dvd, fotocamera, calcolatrice, tv ecc). Seguendo questa definizione, il primo computer può essere considerato il telaio Jacquard (1801), utilizzato nell’industria tessile, che conteneva un programma di istruzioni per l’esecuzione di un particolare modello. In seguito Charles Babbage sviluppò due progetti: la macchina delle differenze e la macchina analitica per calcolare gli orari nelle ferrovie. Sia il telaio, sia i progetti di Babbage erano orientati ad aumentare l’efficienza dei processi di industrializzazione e delle amministrazioni burocratiche. A partire dal XVII sec. si sviluppa l’idea che la società possa essere misurata e che gli avvenimenti sociali ed economici possano essere calcolati e programmati (le vicende umane non sono più l’effetto della volontà divina). Questo atteggiamento permette la nascita di una nuova disciplina: la statistica misurare e controllare gli avvenimenti sociali da parte degli stati. Con la statistica si svilupparono nuove macchine e metodi di calcolo: Tabulating Machine Company di Hollerith diffuse computer a schede perforate nelle amministrazioni statali e nelle società commerciali nel 1924 divenne Ibm. Con la statistica nacquero nuove discipline: marketing, ricerche di mercato, management. La seconda guerra mondiale diede impulso ulteriore allo sviluppo dei calcolatori e diede forma ai computer come li conosciamo oggi. Lo sforzo bellico richiese l’applicazione dei computer per diversi scopi: balistici (bomba atomica), telecomunicazioni, crittografia ecc. Durante gli anni ’50 il costo elevato, la grandezza e la complessità dei computer, fecero sì che questi ultimi fossero gestiti solo da un “clero” di esperti e laureati in matematica; successivamente quando nel 1971 Intel inventò il microprocessore, il prezzo e le dimensioni dei computer si ridussero e così migliorarono anche le prestazioni. Secondo la legge di Moore da lì in avanti la potenza dei microprocessori sarebbe raddoppiata ogni 18 mesi. Alla fine degli anni ’70 si poteva parlare di una nuova società dell’informazione, basata sui computer. A trasformare il computer in una macchina ad uso popolare sono stati gli appartenenti alle controculture. Negli anni ’60, infatti, gli USA divennero protagonisti di una cultura di giovani studenti e ingegneri informatici vicini alle controculture, contro i sistemi gerarchici e il rigore formale da cui erano caratterizzati i computer nelle grandi università e negli istituti di ricerca nel ’68 nacquero le prime comunità di hacker dallo spirito democratico, sostenevano un approccio attivo alla tecnologia modificare i computer e usarli per scopi differenti primi videogiochi. Negli anni ’70 inoltre si svilupparono i movimenti della nuova sinistra californiana nuove tecnologie come strumenti di liberazione. Hacker e controculture diedero vita ai primi personal computer destinati a un uso familiare Silicon Valley in cui si riunivano hacker e hobbisti (Steve Jobs, Bill Gates) per sviluppare innovazioni nuovi linguaggi di programmazione sistemi operativi a interfaccia grafica: Mac OS, (1984) Microsoft Windows (1992) trasformazione del computer da tecnologia burocratico-militare a elettrodomestico e intrattenimento per famiglie. Dalle reti alla rete grande come il mondo Negli anni ’50 e ’60 si pensò ai computer come strumenti non solo per effettuare calcoli, ma per comunicare 1° progetto di comunicazione antenato di Internet: Arpanet (lanciato dall’agenzia di ricerca militare Arpa nel 1969) collegava i supercomputer presenti nelle università americane e in alcuni centri militari è una rete distribuita composta da più nodi in cui le informazioni possono viaggiare lungo molti percorsi possibili, non esiste un nodo centrale obbligatorio e lo spegnimento di un nodo non pregiudica il funzionamento della rete. Nel 1974 nacque il protocollo Tcp/Ip che diventò lo standard della rete protocollo libero nato per decentralizzare il controllo delle comunicazioni ai singoli nodi partecipanti e prevenire la possibilità di censura delle comunicazioni. Negli anni ’70 vi erano anche le Bbs banche dati di messaggi e informazioni contenuti in PC individuali ai quali si poteva accedere attraverso le nuove tecnologie Modem. Questi sistemi erano generati dal basso e aperti a chiunque e a qualsiasi tema la rete permetteva così, non solo di comunicare, ma di propagare contenuti senza un controllo o una censura centrale. Iniziative statali Minitel (1982) rete delle poste francesi. Negli anni ’90 Berners-Lee, scienziato del Cern, scrisse e condivise con la rete, senza restrizioni, i linguaggi e gli standard del WWW: • Html: per mettere online documenti ipertestuali (testi caratterizzati da tag); • Url: indirizzi riconoscibili che identificano un contenuto presente su un server; • Protocollo Http: sistema di trasmissione delle informazioni utilizzate sul web. Questo facilitò la diffusione di una nuova rete di siti linkati tra loro il World Wide Web e grazie al primo browser di usi di massa, Netscape, la navigazione avvenne grazie a interfacce grafiche. Il WWW e i protocolli aperti Tcp/Ip permisero l’unificazione delle varie reti in Internet. Alla diffusione delle reti e alla nascita del web contribuirono anche scelte politiche anni ’80 prime liberalizzazioni operatori telefonici apertura alla concorrenza nuovo mercato delle telecomunicazioni. Negli anni ’90 il web si diffonde nelle case americane ed europee e comincia a rappresentare un’industria in espansione basata sulle dot-coms portali commerciale: Amazon, eBay new economy: qualsiasi attività online con il suffisso .com è in grado di attirare investimenti bolla speculativa: aumento sconsiderato dei costi delle azioni delle aziende di commercio online che non corrispondono al valore reale delle aziende nel 2000 crollo indice Nasdaq (indice dei titoli tecnologici sulla borsa USA) fallimento aziende della rete nuova fase tecnologica ed economica. Il futuro della società dell’informazione Le nuove tecnologie informatiche hanno conseguenze sociali fondamentali: • Automazione produzione industriale; • Organizzazione produzione in reti globali diminuzione costo della produzione materiale e della classe operaia produzione dei beni immateriali (innovazione, brand) diventa più importante; • I conflitti sociali tra i membri della società dell’informazione e coloro che ne vengono esclusi (teoria Catells) • Si rinforza la natura globale della cultura popolare. La natura della nuova società dell’informazione sembra essere tutt’altro che egualitaria dalla metà degli anni ’70 cresce la disuguaglianza salariale discesa della classe operaia industriale e sostituzione di quest’ultima con un nuovo proletariato dei servizi (es. call center ecc). Vi è anche una disuguaglianza globale, con l’accentuarsi della divisione globale del lavoro tra le regioni che producono materie prime o beni immateriali e quelle che gestiscono i processi di innovazione. Il futuro della società informazionale dipende dunque da: • Sviluppo tecnologico; • Politiche pubbliche; • Attori che guidano lo sviluppo ovvero scelte e ideologie di: comunità di scienziati, controculture, hacker e imprese. Cap.3 COOPERAZIONE SOCIALE ONLINE Web collaborativo e contenuti generati dagli utenti Tra le trasformazioni della società dell’informazione vi sono i fenomeni di partecipazione attiva e cooperazione alla produzione di contenuti e informazione. Gran parte dei servizi in rete, infatti, sono interattivi e non solo permettono la partecipazione degli individui, ma talvolta si basano su forme di produzione affidate completamente agli utenti. Ciò accade perché il web è caratterizzato da software e piattaforme semplici da usare anche per chi non ha competenze specifiche e strumenti come blog, wiki e sistemi di tagging e condivisione, sono alla base di questa trasformazione. Il passaggio da forme unidirezionali di comunicazione al web collaborativo ha cambiato profondamente i media e l’industria culturale. Il pubblico dei media broadcast può scegliere i contenuti da leggere e da guardare, ma non può contribuire in prima persona, né fornire feedback, cosa che invece accade con la rete. L’utente assume un ruolo centrale, chiunque ha la possibilità di fruire dei contenuti, ma anche di crearli e modificarli in prima persona, nascono quindi alcuni servizi: • la blogosfera: un ambiente formato da blog in comunicazione tra loro; • Wikipedia: enciclopedia online scritta in modo collaborativo da migliaia di utenti sparsi nel mondo. Produrre siti web personali e pubblicare online non sono più compiti riservati agli informatici Wiki: software di scrittura collettiva, che permettono a più persone di lavorare contemporaneamente a uno stesso documento; • Youtube Flickr gli utenti pubblicano, taggano e condividono video e fotografie; • eBay e Amazon servizi commerciali che usano le informazioni prodotte dagli utenti per migliorare il proprio servizio (recenzioni, voti) • piattaforme mashup (permettono di aggregare info prese da fonti diverse) mappe interattive e personalizzate di Google Maps; • Larnier la cooperazione online svaluterebbe i risultati individuali in favore di forme di collaborazione indistinte ruolo del singolo individuo irriconoscibile; • Critiche di stampo marxista le imprese sfruttano la collaborazione degli utenti per fare profitti utenti svolgono lavoro gratuito per Amazon o Facebook “sfruttamento” tuttavia non vissuto dagli utenti e non paragonabile allo sfruttamento dei lavoratori nelle fabbriche. Oltretutto il valore realizzato dal lavoro degli utenti di internet è piuttosto ridotto sfruttamento minimo rispetto a quello che avviene nel lavoro salariato • La partecipazione libera degli individui a strutture non gerarchiche amplierebbe la democrazia verso forme di governo decentrate e orizzontali tuttavia in alcune comunità online possono esserci squilibri di potere dovuti alle competenze tecniche e al ruolo di alcune persone, inoltre vi sono sistemi decisionali ben precisi: votazione, elezione anche queste burocrazie formalizzate. Cap.4 SFERA PUBBLICA, POLITICA E POTERE Dal pubblico ai pubblici attivi Con i media digitali il pubblico si diversifica ulteriormente e acquista un ruolo diretto non solo nella scelta, ma anche nella produzione e distribuzione di informazione. I media broadcast (tradizionali): • Hanno una struttura unidirezionale e centralizzata; • I ricevitori non possono fornire alcun feedback; • Possono essere commerciali e statali e in entrambi i casi il controllo economico e politico può essere assunto da un solo gruppo di potere o addirittura una sola persona (Berlusconi). I media digitali invece, modificano radicalmente questa situazione, nasce un sistema mediatico accessibile da attori non commerciali e non statali, decentrato e distribuito. Caratteristiche: • Accessibilità strumenti di produzione e distribuzione dell’informazione a costo bassissimo, accessibili per gli utenti o per chi vuole avviare un’attività nel campo dei mass media; • Struttura distribuita architettura non gerarchica della rete: tutti i nodi hanno pari dignità e l’informazione può spostarsi da uno all’altro. Dai media broadcast (da pochi a molti) si passa così ai narrowcast (da pochi a pochi) o a quelli webcast e infine socialcast (da molti a molti). Le piattaforme di condivisione di contenuti (Youtube, Pinterest ecc) hanno una dimensione dialogica facilitano il dibattito attraverso sistemi di commenti, rating e tagging. I siti di social network sono ambienti di interazione comunicativa in cui i networked publics producono e condividono informazione in contesti diversi da quelli faccia a faccia tipici della sfera pubblica. Le caratteristiche delle informazioni condivise in rete sono: • Persistenza info. conservate nei database; • Replicabilità le info. Possono essere copiate e redistribuite da altri utenti; • Scalabilità possono raggiungere una platea di persone più ampia • Ricercabilità i motori di ricerca permettono di reperire informazioni perdute o sconosciute. Gli hashtag di Twitter sono un esempio di ricercabilità, grazie a questo sistema nascono pubblici temporanei intorno a una notizia o a un tema. Alcuni tipi di pubblici non si limitano a produrre o distribuire informazione, ma intervengono attivamente sull’infrastruttura tecnologica della rete pubblici ricorsivi es. programmatori di software libero. La nuova sfera pubblica in rete Le piattaforme e le pratiche del web partecipativo provocano un allargamento della platea di chi può accedere alla produzione di informazione Benkler sfera pubblica in rete. La sfera pubblica è il luogo in cui avvengono le mediazioni tra società e stato nelle società moderne prima erano gli spazi della città (caffè). E’ in questa dimensione che avviene la formazione dell’opinione pubblica, cruciale per il funzionamento della democrazia mass media indipendenti da governo e partiti contribuiscono a creare una sfera pubblica critica e a controllare l’operato del potere stesso. La concentrazione di potere nelle mani dei produttori di informazione, (quarto potere) fa sì che i mass media controllino il flusso di informazione, con la possibilità di filtrarlo a scopi politici; inoltre la loro indipendenza dal controllo governativo, contribuisce all’aumento dell’influenza degli interessi economici degli inserzionisti. Uno dei processi di trasformazione della sfera pubblica nell’era digitale è quello della disintermediazione indipendenza da figure professionali (giornalisti) che storicamente svolgevano il ruolo di intermediari tra il pubblico e l’informazione. Gli individui hanno accesso diretto a una mole immensa di informazioni nasce il citizen journalism produzione e distribuzione di notizie da parte di individui che non sono giornalisti professionisti, attraverso canali alternativi ai tradizionali e istituzionali broadcast blog. I giornali tradizionali si sono adattati al cambiamento aprendo edizioni online (per smartphone, tablet ecc) l’interazione con i lettori è al centro dell’attività comunicativa. Anche il ruolo dei giornalisti è cambiato poiché, grazie a piattaforme come Twitter possono avere la stessa visibilità dei giornali in cui scrivono. Una delle funzioni principali dei giornali è il gatekeeping seleziona le notizie che raggiungeranno o meno il pubblico con i media digitali, la selezione è nelle mani degli utenti della rete. Cambia anche l’agenda setting dettare l’agenda del dibattito pubblico scegliendo le notizie di cui si parlerà ora le notizie rilevanti possono emergere all’interno dei social network tramite processi di distribuzione blog più linkati infatti, secondo Benkler, attraverso questi processi, gli strumenti di produzione e condivisione di informazioni garantiscono i filtri di attendibilità e rilevanza es. Wikileaks organizzazione no profit nata nel 2006 che si occupa di raccogliere documenti, coperti da segreto di stato, militare o industriale, che le persone forniscono in forma anonima, verificando l’autenticità. Lo scopo è quello di aumentare la trasparenza dei governi e delle imprese. La visione di Benkler non tiene conto, però, del ruolo dei nuovi gatekeeper come i motori di ricerca (Google) o le imprese che controllano i social network. L’ambiente di rete, inoltre, non garantisce di per sé la nascita di una sfera pubblica obiettiva, diversificata e orizzontale, poiché la blogosfera e i social network tendono a favorire la cyberbalcanizzazione creazione di piccoli gruppi omogenei al proprio interno viene a mancare il dibattito fra orientamenti e prospettive diversi, che caratterizzano la sfera pubblica. Politica e movimenti sociali A partire dagli anni ’90 si è assistito a un aumento progressivo del numero di cittadini che si informano o partecipano al dibattito politico tramite i media digitali, mentre sono diminuiti coloro che utilizzano gli altri media tradizionali. Gli effetti di questi cambiamenti sulla sfera pubblica dipendono dal tipo di società in cui si verificano Il timore di una sfera pubblica meno controllabile può portare alcuni regimi a mettere in atto politiche per ostacolare la diffusione delle tecnologie digitali all’interno del paese, con ripercussioni sulla libertà di parola e sullo sviluppo economico. Questi problemi esistono anche nei paesi democratici, poiché il potere politico ha la necessità di mettere in atto strategie di gestione della sfera pubblica in rete. Infine l’acceso alle tecnologie digitali è sbilanciato tra paesi ricchi e poveri e tra le diverse classi sociali o generazioni all’interno dello stesso paese. L’attività politica è profondamente influenzata dai media digitali, infatti, le pratiche politiche dipendono dalla capacità di analizzare l’elettorato strategie di marketing politico mirate sui diversi media. I media digitali hanno effetti sulla partecipazione politica (abbassamento dei costi, più accessibilità) la rete rende possibili nuove strategie di mobilitazione: • La vittoria di Obama alle presidenziali USA nel 2008 è un esempio di uso delle reti a scopi politici Youtube video “yes we can”; • La creazione di un sistema informativo basato sui media digitali commerciali e alternativo a quello gestito dalle dittature in Medio Oriente Twitter revolution nel 2010 e Primavera araba nel 2011 sollevazioni popolari che hanno rovesciato i regimi autoritari in Tunisia, Egitto e Libia utilizzando le piattaforme dei media sociali come simboli di democrazia e libertà nuova modalità di partecipazione politica definita: azione collettiva. Critiche riguardo il ruolo dei media digitali nella partecipazione politica: • Slacktivism la maggior parte degli utenti in rete si limita solo a postare commenti, foto di significato politico sui propri profili e a firmare petizioni online investimento minimo che non influenza i processi decisionali della politica e non porta a nessun cambiamento sociale; • I media sociali non sono sufficienti per creare mobilitazioni di massa, ma sono utili per far viaggiare rapidamente informazioni; • L’insistenza sulle piattaforme web fa perdere di vista l’importanza rivestita dalle tecnologie mobili che contribuiscono all’evoluzione di forme di organizzazione politica online Rheingold smart mobs gruppi di utenti della rete che coordinano comportamenti collettivi tramite l’uso di dispositivi mobili. Castells li definisce: comunità insorgenti istantanee . • Problemi d’accesso e trasparenza dell’informazione Great Firewall China sistema di filtraggio di contenuti gestito dal governo cinese. Per rispondere a queste restrizioni attuate in alcune parti del mondo il parlamento islandese ha approvato la proposta di legge Immi ponendosi come porto franco per proteggere giornalisti, editori e utenti della rete di tutto il mondo, imponendo trasparenza alle amministrazioni pubbliche. Cultura civica ed evoluzione della politica online L’emergere di forme di organizzazione politica tramite strumenti e piattaforme online fa parlare della nascita di una nuova cultura civica pubblici costituiti da aggregati di persone, non solo danno la possibilità di produrre qualcosa insieme, ma forniscono anche un’educazione civica abituano alla condivisione, alla solidarietà a all’impegno per una causa comune. Pro e contro forme di attivismo in rete: • Contro tendenza ad interagire solo con i simili no dibattito con persone diverse; • Pro emergono fenomeni politici come il Partito Pirata, movimento politico per la trasparenza e la libertà di espressione es. piattaforma LiquidFeedbak fornisce ai partiti strumenti di voto sul modello della democrazia liquida ogni membro può pubblicare la propria proposta che viene messa al voto tramite sistemi che coinvolgono altri partecipanti potrebbe favorire un dibattito democratico nella sfera pubblica in rete. Lo sviluppo della società d’informazione porterà a una maggiore democratizzazione? • No In rete le gerarchie cambiano ma non scompaiono Barabasi assenza di democrazia e imparzialità i nuovi nodi di una rete tendono a connettersi a quelli già molto linkati; • No le aziende che gestiscono i social media utilizzano la retorica di democratizzazione come strategia di legittimazione in questo modo assumono il ruolo di nuovi intermediari (esprimono interessi e visioni del mondo distorte) monopolio Google principale intermediario tra utenti e contenuti della rete. Cap.5 Relazioni sociali e identità in rete