Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

L. Anolli, P. Legrenzi, Psicologia generale, Sintesi del corso di Psicologia Generale

Esame di PSICOLOGIA GENERALE (Università Cattolica del Sacro Cuore) Anno accademico 2020-2021

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 10/01/2022

Hydra90
Hydra90 🇮🇹

4.5

(221)

580 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica L. Anolli, P. Legrenzi, Psicologia generale e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! SINTESI COMPLETA DI L. Anolli, P. Legrenzi, Psicologia generale Esame di PSICOLOGIA GENERALE (Università Cattolica del Sacro Cuore) Anno accademico 2020-2021 UNA SCIENZA IN EVOLUZIONE: PASSATO, PRESENTE E FUTURO LE RADICI DELLA PSICOLOGIA La psicologia è nata rendendosi autonoma dalla filosofia e dalla neurofisiologia. ® L’autonomia dalla filosofia è stata resa possibile dal passaggio dello studio della mente sul piano filosofico allo studio della relazione tra mente e corpo sul piano naturalistico e L’autonomia dalla neurofisiologia è stata resa possibile dal passaggio dallo studio del cervello sul piano fisiologico allo studio dell'unità cervello-mente e delle sue interazioni con l’ambiente. In sintesi la psicologia si occupa dell’unità mente e cervello e delle sue relazioni con il comportamento dell'essere umano inserito nel suo ambiente sociale. WUNDT E LO STRUTTURALISMO L'inizio formale della psicologia viene fissato nel 1879, quando Wundt fondò il primo laboratorio di psicologia a Lipsia. Il suo approccio venne chiamato strutturalismo. ® Strutturalismo: disciplina sistematica e atomistica che considerava i fatti psichici come somma di elementi semplici. Wunat sosteneva che l'oggetto della psicologia fosse lo studio dell'esperienza diretta, ossia il contenuto di coscienza. Egli usò il metodo introspettivo. e Metadointrospettivo: dopo aver presentato uno stimolo a un soggetto, gli si chiede di descrivere cosa egli stia provando. Analizzando le verbalizzazioni fornite dai soggetti, si può comprendere meglio la struttura della mente. Questo metodo fu criticato, in quanto non era ritenuto scientifico: era impossibile all’osservatore dimostrare l'accuratezza dei resoconti verbali prodotti dai pazienti. JAMES E IL FUNZIONALISMO Negli Stati Uniti si sviluppò il funzionalismo con James. ® Funzionalismo: primo approccio alla psicologia che si concentrava sulle funzioni dell'attività mentale e sul ruolo del comportamento nel permettere agli individui di adattarsi ai loro ambienti. Il funzionalismo si sviluppò inseguito alla pubblicazione delle teorie evoluzioniste di Darwin: egli sosteneva che le attività psichiche subiscono un'evoluzione per selezione naturale. Divenne quindi importante studiare la coscienza nei suoi cambiamenti e nelle sue funzioni di adattamento dell’uomo. Il funzionalismo descrisse la coscienza come uno stream of counsciousness, ovvero un flusso dinamico di esperienza non scomponibile. La simulazione ha però creato molti dubbi: ci si chiede se essa costituisca una vera spiegazione dei processi mentali e se ne sia una descrizione attendibile. Neisser criticò il paradigma HIP: @ Livello metodologico: venne criticato l'allontanamento dai processi di vita quotidiana a vantaggio di sole indagini di laboratorio e di simulazione. ® Livello teorico: si cerca di reintegrare nei processi intellettivi il ruolo dell'ambiente o Cognitivismo ecologico: afferma la funzione adattiva della mente in funzione dell'ambiente, mentre l'orientamento HIP tende a concepire la struttura mentale come fissa e priva della capacità di trasformarsi in relazione alle esigenze ambientali Successivamente si è iniziato a parlare di scienza cognitiva. ® Scienza cognitiva: approccio interdisciplinare allo studio dell’intelligenza artificiale, con lo scopo di stabilire come le conoscenze sono codificate dalla mente, della quale si indaga l'architettura funzionale Alla scienza cognitiva appartengono due teorie: e Modularismo: teoria sulla conoscenza elaborata da Fodor secondo cui esistono moduli di conoscenza specifici e incapsulati. Il presupposto di partenza è che il comportamento di un individuo sia determinato dalla struttura mentale. Vi sono nel soggetto degli apparati (trasduttori) che convertono gli stimoli ambientali in un formato mentale (rappresentazioni). Fodor distingue tra i sistemi di input e i sistemi centrali della mente: o Input: sono moduli che elaborano le informazioni che ricevono dagli apparati di trasduzione in modo automatico. Ogni modulo lavora in autonomia e a ciascuno corrisponde una base cerebrale ed è informazionalmente incapsulato, ovvero ha accesso a una porzione ristretta di informazione che viene elaborata in maniera rapida, senza che il processo sia influenzato dal contesto o Sistemi centrali: ricevono gli output del modulo e li integrano. | sistemi centrali sono responsabili della fissazione delle credenze, degli atti di volontà e dei processi di pensiero superiore. L'attività dei sistemi centrali è lenta e non è settorialmente specializzata e Connessionismo: paradigma teorico della scienza cognitiva che cerca modelli dell’architettura mentale nella struttura e nel funzionamento del cervello. L'architettura mentale ha il modello di una rete di unità di elaborazione in cui vi sono: o input o output © unità nascoste: mediano il passaggio degli stimoli dall’input all’output, collocate tra i due gruppi di unità Tutte le unità sono collegate da nessi attraverso i quali passano attivazioni che possono modificare la rispondenza delle unità. Le reti connessioniste vengono anche dette reti neurali. Secondo questo modello la conoscenza è distribuita sull'intera rete. INTERAZIONISMO E UMANESIMO e Interazionismo: approccio psicologico che focalizza l’attenzione dalla mente al soggetto-in-interazione con il mondo e con altri soggetti. Diversi autori diedero dei contributi a questo approccio: ® Interazionismo simbolico: Mead definisce il Self (Sé) di un oggetto composto da IO+ME: o lo: parte più individuale o Me: costituito dai molti modi in cui gli altri vedono il soggetto (figlio, studente, amico) Mead nega l’esistenza di un Sé precostituito rispetto alla sua vita sociale e alle sue interazioni ® Scuola sistemica: in essa viene teorizzato un parallelismo tra il concetto di funzione in matematica e il concetto di relazione in psicologia: il soggetto viene definito dalle relazioni in cui è inserito e che lo definiscono. Un cambiamento del soggetto è possibile solo modificando l’intero sistema, ossia l'insieme di relazioni e Interazionismo culturale: si sostiene che la vita della mente sia un dialogo che si sviluppa grazie a una coordinazione tra l'individuo e il mondo e tra gli individui tra loro. Viene ripreso il soggetto di società intrinseca dell’individuo e la cultura assume un ruolo centrale nella costruzione del Sé. Il pensiero viene considerato nella sua dimensione narrativa, e le finalità di questo approccio sono la comprensione e l’interpretazione dell'esperienza umana. Bruner conia il concetto di transazione, Bràten quello di inter-soggetti costruzione dei sistemi culturali di significato della realtà. La transazione quindi necessita di un costante lavoro di interpretazione. ogni individuo partecipa attivamente alla TEORIE DELLA MENTE EMBODIED Le teorie della mente embodied si sono sviluppate nell'ultimo decennio e si basano su tre corolla 1. La mente è embodied, ossia incarnata, integrata con la struttura cerebrale 2. Le sue competenze cognitive e comunicative sono relational mind, ovvero descrivibili solo in interazione 3. L'attività della mente è situata in un ambiente fisico e sociale Questi tre aspetti dimostrano la necessità di andare oltre la nozione di mente, verso lo studio di mente-cervello. LA RICERCA IN PSICOLOGIA IL METODO SCIENTIFICO Il metodo scientifico è l'approccio attraverso cui gli psicologi sistematicamente imparano a conoscere e comprendere il comportamento umano e altri fenomeni di loro interesse. Si sviluppa in tre fasi: 1. Identificare la domanda Porsi una domanda riguardo alla natura e alle cause di un comportamento 2. Formulare una spiegazione o Sviluppare una teoria che spieghi il fenomeno osservato: le teorie sono spiegazioni generali e predizioni che riguardano il fenomeno di interesse o Formulare un'ipotesi: un'ipotesi è una predizione formulata in modo da permettere di essere testata e controllata. Le ipotesi quindi derivano dalle teorie e servono a testarne il fondamento. Per poter essere indagate le ipotesi devono subire un processo di operazionalizzazione, ovvero di traduzione in ipotesi specifiche verificabili che possono essere misurate ed osservate 3. Effettuare una ricerca La ricerca è un’indagine sistematica volta alla scoperta di nuove conoscenze, con lo scopo di comprendere il grado di accuratezza delle ipotesi e quindi delle teorie. Possiamo utilizzare vari metodi di ricerca: o Rassegne della letteratura: ricerca in cui i dati già esistenti vengono esaminati per verificare un'ipotesi o Osservazione: ricerca in cui uno sperimentatore osserva specifici comportamenti che avvengono naturalmente senza apportare alcun cambiamento alla situazione. L'osservazione porta a una difficoltà, quella di non poter controllare i fattori di interesse. Inoltre nel momento in cui le persone sanno di essere osservate, probabilmente potrebbero modificare le loro azioni o Ricerca con sondaggio: ricerca in cui si pongono una serie di domande su comportamento, pensieri e attitudini a un campione che rappresenti la popolazione. Anche questo metodo porta però a una serie di difficoltà: se il campione non è rappresentativo, il risultato del sondaggio ha poco valore; l’intervistato può rispondere in modo impreciso o la domanda può essere posta in modo ambiguo; l’intervistato può non voler ammettere di avere determinate preferenze o attitudini. o Studio di casi: studio intensivo e approfondito di un individuo o di un piccolo gruppo di persone su cui fondare altre ricerche o grazie al quale riconoscere altri casi simili o Ricerca per correlazione: ricerca in cui viene esaminata la relazione tra due gruppi di variabili per determinare se sono associate o correlate. La variabile è un comportamento, evento o altro che può in qualche modo cambiare. La forza e la direzione della relazione delle due variabili sono indicate dal coefficiente di correlazione, che può andare da +1a -1. »Correlazione positiva: indica che quando il valore di una variabile aumenta, possiamo predire l'aumento di valore dell'altra variabile = Correlazione negativa: mentre il valore di una variabile aumenta, il valore dell'altra diminuisce. Tuttavia tra le due variabili non vi è con certezza una relazione causale: non sempre una implica l’altra con un nesso di conseguenza logica. Questa incapacità della ricerca per correlazione di dimostrare la relazione causa-effetto rende questo metodo non sempre utilizzabile. Ricerca sperimentale: l'esperimento è lo studio della relazione tra due o più variabili attraverso il cambiamento di una di esse e l'osservazione degli effetti di tale cambiamento su altri aspetti della situazione. Il cambiamento viene chiamato manipolazione sperimentale. Nella ricerca sperimentale devono esserci le seguenti componenti: = Gruppo sperimentale e gruppo di controllo: il gruppo sperimentale è il gruppo di soggetti che riceve il trattamento, il gruppo di controllo invece non lo riceve. Questi due gruppi vanno messi a confronto per poter isolare cause specifiche per le loro scoperte, e trarne conclusioni causa-effetto = Variabile dipendente e indipendente: la variabile dipendente è quella che non viene manipolata dallo sperimentatore, la variabile indipendente viene invece manipolata ed è quella che ci si aspetta cambi dopo il trattamento della variabile dipendente: un'ipotesi predice come una variabile dipendente dipenda dalla manipolazione della variabile indipendente = Assegnazione randomizzata dei partecipanti: procedura in cui i partecipanti vengono assegnati a gruppi sperimentali diversi sulla base del caso Una volta che una teoria è stata verificata da un esperimento però bisogna che quel risultato sia replicato attraverso altre procedure e in situazioni diverse. Tramite la meta-analisi gli psicologi uniscono i risultati in una conclusione. LA PSICOLOGIA E LE PSICOLOGIE: AREE DI INTERVENTO AREE DESCRIZIONE Neuroscienza comportamentale Esamina la base biologica del comportamento Psicologia clinica Si occupa dello studio, della diagnosi e del trattamento dei disturbi psicologici Neuropsicologia clinica Unisce le aree di biopsicologia e psicologia clinica, focalizzandosi sulla relazione tra fattori biologici e disturbi psicologici Psicologia cognitiva Si focalizza sullo studio dei processi mentali avanzati Counseling psicologico Si focalizza su problemi di adattamento educativo, sociale e professionale Psicologia interculturale Studia le similitudini e le differenze del funzionamento! psicologico all’interno e tra le varie culture e gruppi etni Psicologia dello sviluppo Esamina come le persone crescono e cambiano dal momento del loro concepimento fino alla morte Psicologia dell'educazione Si occupa di processi di insegnamento e apprendimento, come la relazione tra intelligenza e risultati scolastici, e dello sviluppo di tecniche di insegnamento migliori Psicologia dell'ambiente Prende in considerazione la relazione tra le persone e il loro ambiente fisico, tra cui l'influenza dell'ambiente sulle nostre emozioni e la quantità di stress che sperimentiamo in particolari situazioni Neuroni specializzati che si attivano non solo quando una persona mette in atto un comportamento ma anche quando la persona osserva un altro individuo che attua tale comportamento. Attivandosi quando vediamo qualcuno fare qualcosa, questo neurone ci consente di individuarne gli scopi. La capacità di imitare risulta quindi innata, e i neuroni specchio si pongono alla base dell’empatia e dello sviluppo del linguaggio degli esseri umani. DOVE SI INCONTRANO 1 NEURONI: COLMARE IL VUOTO Il sistema di trasmissione nervosa in alcuni punti non ha bisogno di una connessione strutturale tra i suoi elementi, ma vi è una i: ® Sinapsi:spaziotra i due neuroni in cui l’assone di un neurone trasmittente comunica con i dendriti del neurone ricevente (connessione chimica) Quando un impulso nervoso arriva al bottone sinaptico questo rilascia un corriere chimico chiamato neurotrasmettitore e Neurotrasmettitore: sostanza chimica che trasporta messaggi attraverso la sinapsi ai dendriti di un neurone ricevente. Ogni tipo di neurotrasmettitore ha una configurazione distintiva che gli permette di posarsi in una specifica area del ricettore. Il messaggio chimico trasmesso dal neurotrasmettitore è fondamentalmente di due tipi: e Messaggio eccitatorio: messaggio chimico che rende più probabile l'attivazione di un neurone ricevente e il passaggio del potenziale di azione lungo l’assone e Messaggio inibitorio: messaggio chimico che previene e diminuisce la probabilità che un neurone ricevente si attivi | neurotrasmettitori possono essere disattivati dagli enzimi o essere riassorbiti dai bottoni sinaptici in un riciclo chimico chiamato reuptake NEUROTRASMETTITORI: INGEGNOSI CORRIERI CHIMICI Tra i più comuni neurotrasmettitori vi sono: ® Acetilcolina (ACh): è coinvolta nei movimenti, perché trasmette i messaggi relativi ai muscoli scheletrici. È anche implicata nelle capacità mnemoniche e una sua mancanza può essere associata alla sindrome di Alzheimer e Glutammato:ha un ruolo importante nella memoria e Acido gamma-amminobutirrico (GABA): neurone inibitore primario del sistema nervoso e Dopamina(DA): implicata in movimento, attenzione e apprendimento. La sindrome di Parkinson è provocata dalla deficienza di dopamina ® Serotonina:è associata alla regolazione del sonno, della fame, dell'umore e si ipotizza il suo coinvolgimento in comportamenti come l’alcolismo, la depressione e Endorfina:ha una struttura simile ai farmaci antidolorifici, può generare una sensazione di euforia IL SISTEMA NERVOSO E IL SISTEMA ENDOCRINO: LA COMUNICAZIONE ALL’INTERNO DEL CORPO IL SISTEMA NERVOSO SISTEMA NERVOSO CENTRALE E PERIFERICO Il sistema nervoso è diviso in due parti: centrale e periferico ® Sistemanervoso centrale (SNC): parte del sistema nervoso che include cervello e midollo spinale. o Midollo spinale: contiene un fascio di nervi che partono dal cervello e corrono lungo la schiena ed è il mezzo principale per la trasmissione dei messaggi tra il cervello e il corpo. Inoltre esso controlla anche alcuni comportamenti, chiamati riflessi. o Riflessi: risposte automatiche e involontarie agli stimoli, vi sono coinvolti tre tipi di neuroni: = Neuroni sensoriali (afferenti): neuroni che trasmettono l'informazione dalla periferia del corpo al sistema nervoso centrale =. Neuroni motori (efferenti): neuroni che comunicano l'informazione dal sistema nervoso ai muscoli e alle ghiandole del corpo = Interneuroni: neuroni che connettono i neuroni sensoriali a quelli motori, trasportando i messaggi tra i due ® Sistema nervoso periferico (SNP): parte del sistema nervoso che include il sistema sensoriale e quello motorio; costituito da lunghi assioni e dendriti, si ramifica dal midollo spinale e dal cervello e raggiunge le estremità del corpo. Il sistema motorio a sua volta è composto dal sistema somatico e dal sistema autonomo, che connettono il SNC con gli organi di senso, i muscoli e le ghiandole. o Sistema nervoso somatico: parte del sistema motorio specializzato nel controllo dei movimenti volontari e della comunicazione dell’informazione e dagli organi di senso o Sistema nervoso autonomo: parte del sistema motorio che controlla i movimenti involontari. Questi cambiamenti fisiologici provengono dall'attivazione di una delle due parti che costituiscono il sistema nervoso autonomo = Sistema simpatico: parte del sistema nervoso autonomo che agisce per preparare il corpo in situazioni di emergenza, impegnando tutte le risorse dell'organismo a rispondere a una minaccia = Sistema parasimpatico: parte del sistema nervoso autonomo che agisce per calmare il corpo dopo che è stata risolta una situazione di emergenza LE BASI EVOLUTIVE DEL SISTEMA NERVOSO Il sistema nervoso è organizzato gerarchicamente: le regioni relativamente nuove e più sofisticate regolano le parti più primitive del sistema nervoso. ® Psicologia dell'evoluzione: branca della psicologia che cerca di identificare i modelli di comportamento che derivano dalla nostra eredità genetica. Il suo lavoro ha condotto allo sviluppo di un nuovo campo: la genetica comportamentale GENETICA COMPORTAMENTALE La nostra eredità evolutiva si manifesta anche attraverso il nostro comportamento e Genetica comportamentale: disciplina che studia gli effetti dell'eredità sul comportamento: cerca di comprendere come vengono ereditati alcuni tratti e quale influenza esercita su di essi l’ambiente La nostra eredità genetica ci predispone infatti a rispondere in un determinato modo agli stimoli ambientali. | ricercatori hanno identificato circa 25000 singoli geni, posti in una specifica sequenza su un particolare cromosoma. Questi geni fanno parte del Progetto del Genoma Umano, che ha identificato la sequenza di tre bilioni di coppie chimiche che costituiscono il DNA IL SISTEMA ENDOCRINO: SOSTANZE CHIMICHE E GHIANDOLE e Sistemaendocrino: rete di comunicazione chimica che manda messaggi in tutto il corpo attraverso il flusso sanguigno; è intimamente collegato all’ipotalamo ed il suo compito è quello di secernere ormoni Ormoni: messaggeri chimici che circolano attraverso il sangue e influiscono sul funzionamento di altre parti del corpo. Gli ormoni attivano solo quelle cellule che sono ricettive e sintonizzate sul messaggio ormonale appropriato Ghiandola pituitaria (ipofisi): chiamata anche ghiandola maestra, è la principale componente del sistema endocrino, che secerne gli ormoni che controllano la crescita Il cervello svolge il ruolo di regolare l'equilibrio interno del corpo, e assicura che sia mantenuta l’omeostasi attraverso l’ipotalamo IL CERVELLO LO STUDIO DELLE FUNZIONI E DELLA STRUTTURA CEREBRALE: ESPLORARE IL CERVELLO Il cervello viene studiato attraverso l’uso di tecniche di scansione cerebrale: . Elettroencefalogramma (EEG): registra l’attività elettrica del cervello attraverso degli elettrodi posizionati all’esterno del cranio Tomografia computerizzata (TC): utilizza un computer per costruire un'immagine delle strutture del cervello combinando raggi X presi da angolature diverse. È molto utile per mostrare delle anomalie nella struttura, ma non fornisce informazioni sull'attività cerebrale Risonanza magnetica (RM): fornisce un'immagine dettagliata e tridimensionale delle strutture e dell’attività cerebrale puntando verso il corpo un potente campo magnetico Dispositivo superconduttore a interferenza quantica (SQUID): è sensibile ai cambiamenti nei campi magnetici che si verificano quando i neuroni si attivano Tomografia a emissione di positroni (PET): mostra l’attività biochimica all’interno del cervello in un dato momento impiegando un liquido radioattivo iniettato nel flusso sanguigno IL NUCLEO CENTRALE: IL NOSTRO “CERVELLO PRIMITIVO” . Nucleo centrale (paleoencefalo): detto anche cervello primitivo, controlla le funzioni di base come l'alimentazione e il sonno ed è comune a tutti i vertebrati. Esso ha varie strutture: o Romboencefalo: contiene il midollo, il ponte e il cervelletto: = Midollo: controlla molte funzioni corporee fondamentali, come la respirazione e la pulsazione cardiaca = Ponte: congiunge le due metà del cervelletto, agisce come un trasmettitore di informazioni motorie = Cervelletto: si trova sopra il midollo e dietro il ponte. Il suo compito è di controllare l'equilibrio del corpo o Formazione reticolare: si estende dal midollo al ponte, è una parte di cervello fatta di gruppi di cellule nervose che possono attivare immediatamente altre parti del cervello per produrre un eccitamento generale del corpo o Talamo: parte del cervello localizzata all’interno del nucleo centrale che agisce principalmente come un’indaffarata stazione ripetitrice, soprattutto per informazioni che riguardano i sensi o Ipotalamo: minuscola parte del cervello, localizzata sotto il talamo, che mantiene l’omeostasi e produce e regola comportamenti vitali di base come l’alimentarsi, il bere e l’attività sessuale LA SENSAZIONE SENTIRE IL MONDO INTORNO A NOI ® Sensazione: attivazione degli organi di senso a opera di una sorgente di energia fisica ® Stimolo: energia fisica che provoca una risposta a livello di un organo di senso ® Psicofisica: studio della relazione tra gli stimoli e la nostra esperienza psicologica di essi SOGLIE ASSOLUTE ® Sogliaassoluta: la minor intensità di stimolo necessaria affinché questo sia recepibile. Il termine soglia indica il confine tra: o Valori sovraliminari: stimoli che riusciamo a cogliere o Valori infraliminari: stimoli che non riusciamo a cogliere Si distingue tra: o Soglia assoluta iniziale: il limite inferiore o Soglia assoluta terminale: il limite superiore al di sopra del quale non percepiamo più nulla Il nostro sistema sensoriale è in grado di recepire solo determinati stimoli per i quali disponiamo di recettori in grado di captarli, mentre non è predisposto a captarne altri, come i raggi ultravioletti. Nella realtà i nostri sensi non percepiscono alcune stimolazioni a causa del rumore e Rumore: stimolazione di fondo che interferisce con la percezione di altri stimoli Le procedure utilizzate per determinare le soglie si chiamano metodi psicofisici e Metadipsicofisici: studiano la relazione tra la variazione di intensità fisica di uno stimolo e la variazione di sensazione di ordine soggettivo. Il metodo più comune è il metodo dei limiti o Metodo dei limiti: lo sperimentatore presenta al soggetto diverse serie di stimoli in ordine ascendente fino a che il soggetto inizia a percepirli o discendente fino a che non riesce più SOGLIE DIFFERENZIALI: RILEVARE I CAMBIAMENTI DI INTENSITÀ TRA STIMOLI ® Soglia differenziale: minima quantità di cambiamento nell’intensità di uno stimolo (stimolo standard) necessaria per recepire la differenza rispetto a uno stimolo di confronto. La differenza di intensità tra i due stimoli viene chiamata incremento di stimolazione SC-Ss= AI e Legge di Weber l'incremento di stimolazione richiesto per avere una soglia differenziale (differenza appena percepibile) è proporzionale all'intensità dello stimolo standard. stimolo: più grande è lo stimolo, maggiore è l'incremento necessario K=AI/I Dove K è una costante minore di 1. Questa legge afferma che una differenza appena percepibile è una proporzione costante rispetto all'intensità di uno stimolo iniziale. Egli trovò che la differenza appena percepibile per il peso è di 1:50. Di conseguenza ci vorrà un aumento di 1 gr su un peso di 50 gr e un aumento di 10 gr su un peso di 500 gr per rendere la differenza percepibile @ Legge di Fechner La grandezza della sensazione evocata da uno stimolo è proporzionale al numero di differenze appena percepibili sopra la soglia assoluta S=Klog(I) Dove: o S: intensità della sensazione o K: costante di Weber o Log(I): logaritmo dell'intensità dello stimolo Ciò significa che all'aumento in progressione geometrica dello stimolo corrisponde un aumento in progressione aritmetica della sensazione. Poiché gli intervalli della differenza appena percepibile hanno le stesse dimensioni, mentre gli intervalli dell'intensità dello stimolo diventano man mano più grandi, la curva salirà in modo meno ripido (curva logaritmica) Asse verticale (Valori) Ampiezza della sensazione o os 1 15 2 25 3 Intensità dello stimolo LA NUOVA PSICOFISICA: | FATTORI SOGGETTIVI Agli inizi degli anni ‘60 vennero mosse alcune critiche alla psicofisica classica: a) Giudizio sensoriale del soggetto: i soggetti sono in grado di valutare l'intensità di una sensazione associandola a un numero (stima di grandezza). || soggetto funge quindi da strumento di rilevazione, e la relazione tra il giudizio sensoriale del soggetto (‘P) e l'intensità dello stimolo (I) è una funzione di potenza secondo cui la grandezza soggettiva della sensazione è proporzionale all'intensità dello stimolo elevata a una certa potenza \P=KI” b) Adattamento sensoriale: aggiustamento delle capacità sensoriali dopo una esposizione prolungata a stimoli fissi. Questa diminuzione della sensibilità agli stimoli sensoriali è dovuta al fatto che le cellule recettive del nostro corpo sono maggiormente sensibili ai cambiamenti di stimoli c) Teoria della detenzione del segnale: teoria che considera l'influenza della presa di decisione sulla rilevazione dell’esistenza o meno dello stimolo da parte del soggetto Il giudizio sugli stimoli sensoriali inoltre è influenzato anche dal contesto sensoriale in cui il soggetto si trova, perché i giudizi sono emessi nel contesto di esperienze sensoriali precedenti LA VISTA La vista comincia con la luce ® Luce:tipo di onda di radiazione elettromagnetica che viene misurata in lunghezza d’onda. ® Spettro visivo: ventaglio di lunghezza d’onda a cui l’uomo è sensibile LA STRUTTURA DELL'OCCHIO 1. Il raggio di luce riflesso da un oggetto viaggia prima attraverso la cornea, la quale, grazie alla sua curvatura, rifrange la luce per metterla a fuoco più chiaramente. 2. Dopoaverattraversato la cornea, la luce attraversa la pupilla, un buco nero al centro delliride. La grandezza dell'apertura della pupilla dipende da quanta luce è presente nell’ambiente. 3. Una volta passata dalle pupille la luce entra nel cristallino, il quale provoca una curvatura dei raggi di luce tale da focalizzarli adeguatamente. Il cristallino focalizza la luce cambiando spessore (accomodazione) 4. L'immagine giunge sulla retina: qui l'energia elettromagnetica della luce è convertita in energia nervosa. Esistono due tipi di cellule ricettive alla luce (fotoricettori): bastoncelli e coni o Bastoncelli: cellule ricettive sottili e cilindriche altamente sensibili alla luce: hanno un ruolo di primaria importanza nella visione periferica e nella vista notturna, sono situati all’esterno della fovea e sono tra i 100 e i 125 milioni. Sono inoltre coinvolti nell'adattamento al buio o Coni: cellule ricettive responsabili della messa a fuoco dettagliata e della percezione del colore. La più alta concentrazione di coni si trova nella fovea, sono tra i 5 e i 7 milioni e sono coinvolti nell'adattamento alla luce IL COLORE Alla base della visione del colore vi sono due processi: ® Teoriatricromatica della visione: teoria secondo la quale esistono tre tipi di coni nella retina, ciascuno dei quali risponde principalmente a una specifica varietà di lunghezza d'onda. ® Teoria dei processi opponenti di colore: teoria secondo la quale le cellule ricettive sono legate a coppie e lavorano in opposizione l’una all’altra INVIARE IL MESSAGGIO DALL’OCCHIO AL CERVELLO i bastoncelli e i coni contengono sostanze fotosensibili che innestano una risposta neurale che è poi trasmessa ad altre cellule nervose all’interno della retina, chiamate cellule bipolari e Cellule bipolari: sintetizzano l'informazione visiva che viene inviata al cervello attraverso il nervo ottico e Nervoottico: parte del sistema nervoso centrale. | segnali della metà sinistra delle due retine vengono trasmessi all’emisfero sinistro del cervello, mentre i segnali della metà destra di ogni retina proiettano all’emisfero destro. Questo avviene in un punto chiamato chiasma ottico ELABORAZIONE DEL MESSAGGIO VISIVO L'immagine neurale trasmessa al cervello è una versione migliorata del reale stimolo visivo. L'elaborazione finale avviene nella corteccia visiva2 del cervello, dove hanno luogo la codifica e l’organizzazione. e Estrazione delle caratteristiche: processo per il quale i neuroni della corteccia visiva sono attivati in modo specifico per cui sono specializzati a elaborare caratteristiche diverse Gli impulsi nervosi vengono processati simultaneamente in parti cerebrali differenti specializzate per sistemi specifici. LA VIA VENTRALE E LA VIA DORSALE: RICONOSCERE GLI OGGETTI E AGIRE CON GLI OGGETTI L'integrazione degli stimoli visivi da parte del cervello avviene a più livelli contemporaneamente. Sono state codificate 30 aree corticali visive divise in due vie: ® Viavisiva ventrale: collega l’area visiva primaria nel lobo occipitale con regioni del lobo temporale ® Viavisiva dorsale: collega tra loro l’area visiva primaria nel lobo occipitale con aree del lobo parietale 1. Secondo una prima ipotesi: o Via ventrale: è dedicata alla percezione degli attributi di un oggetto (cosa fa). o Via dorsale: analizza la posizione degli oggetti (dove è) Le due vie lavorano in modo indipendente ma complementare IL DOLORE Le sue cellule ricettive sono distribuite in modo disomogeneo in tutto il corpo. Il dolore è la risposta a una grande varietà di stimoli e costituisce un meccanismo di difesa per il corpo. Quando una cellula è danneggiata rilascia la sostanza P che trasmette messaggi di dolore al cervello. Il dolore è classificato in due tipi: ® Acuto:lancinante, pungente e non è avvertito nei tessuti profondi e Lento: nauseante, cronico. È associato a distruzioni di tessuti L'esperienza del dolore ha un grado di soggettività: è Teoria del gate control: recettori specifici nervosi a livello del midollo osseo sono collegati a determinate aree del cervello legate al senso del dolore L'esperienza del dolore può essere ridotta in due modi: e Altri impulsi riempiono i condotti nervosi legati al dolore e Intervengono fattori di tipo psicologico PROPRIOCEZIONE La propriocezione è la capacità di percepire il proprio movimento e la posizione del proprio corpo nello spazio attraverso più segnali che provengono da stimoli sensoriali diversi ed ha sede nell’udito, nel tatto. Siamo in grado di esplorare la realtà in quanto i sensi non coincidono con il loro organo di senso ma con la capacità di integrarli. La propriocezione è possibile grazie a specifici recettori: ® Recettorivestibolari: strutture del labirinto nell'orecchio interno ® Fusi neuromuscolari: situati nella muscolatura volontaria e provocano l'immediato invio di segnali al midollo spinale. e Organidi Golgi: posti in corrispondenza della giunzione muscolo-tendinea e sensibili alle variazioni di tensione. e Terminazioni di Ruffini: presenti a livello cutaneo. ® Corpuscoli del Pacini: presenti a livello cutaneo profondo. La componente cosciente della propriocezione comprende: a. La sensazione di posizione articolare che avverte della posizione in cui si trova un arto. b. La sensazione del movimento articolare. L'archeopropriocezione è invece incosciente e permette di rendersi conto dell'ambiente circostante senza pensare ai muscoli che si muovono, all'equilibrio e alla postura, rendendo stabile il corpo senza coinvolgere la coscienza. INTEGRAZIONE TRA I SENSI Percepiamo la realtà a livello multisensoriale, non basiamo mai la lettura di un fenomeno solo sulla sua rappresentazione visiva. i segnali vengono quindi lavorati in modo polisensoriale. Normalmente ci facciamo un'idea di un oggetto attingendo simultaneamente alle informazioni che ci arrivano da più sensi. Integriamo quindi i vari aspetti e vi attribuiamo delle valenze specifiche e differenti. L'informazione multisensoriale è ridondante, in quanto raccoglie informazioni sulle medesime proprietà ambientali e complementare, poiché le informazioni vengono raccolte da canali sensoriali diversi e integrate tra di loro. POLISENSORIALITÀ percezione di stimoli da più canali sensoriali, l'integrazione polisensoriale è quell'insieme di regole che permettono di unificare gli stimoli sensoriali e come lavorano insieme per integrarsi. Gli eventi che stimolano più di un senso (dati multisensoriali) sono percepiti più intensamente in tutti i sensi coinvolti. | diversi sensi raccolgono le informazioni in modo peculiare, ed esse vengono trasdotte e rielaborate. Nel momento in cui vengono rielaborate hanno linguaggi con una struttura comune, fatti in modo tale da potersi interfacciare. ® Integrazione vista e udito: esperimento di Shams, Kamitani e Shimojo (2000): il soggetto osserva un punto mentre sente un suono oppure due: nel momento in cui sente due suoni pensa di vedere due segnali visivi, dal momento che assegniamo la collocazione temporale di un evento al suono che esso produce, mentre la sua collocazione spaziale alla vista. | due dati quindi si integrano a vicenda. afferriamo in modo più competente un oggetto in movimento se siamo in grado di sentirlo arrivare. Una parte degli stimoli percettivi hanno la funzione di permetterci di anticipare il movimento altrui: non stiamo solo recependo uno stimolo ma ci stiamo impegnando per rispondere. Anticipiamo quindi i criteri di interazione reciproca. e Integrazione tatto e vista: l’attenzione visiva è in grado di migliorare la nostra sensibilità tattile. possiamo percepire la grandezza e la forza (intensità di resistenza) con l'integrazione dei due sensi. e Integrazione vista e gusto: attribuiamo un sapore e una consistenza a un cibo dopo averlo guardato: non sempre quindi il gusto vince sulla vista, anzi se non vi è un buon abbinamento tra la vista e il gusto un prodotto non viene apprezzato. SINESTESIA Capacità di poter attivare a livello soggettivo delle risposte che attivano più sensi pur provenendo da uno stimolo raccolto da un solo senso. Lo stimolo sinestesico è monosensoriale ma attiva risposte che manda a livello centrale ad attivare risposte che avremmo per altri sensi. La sinestesia riproduce su una scala monosensoriale regole di integrazione dei sensi che sono parte delle regole che abbiamo in condizioni polisensoriali. Vi sono due teorie che provano a spiegare il fenomeno sinestesico: @ Teoria psicolinguistica (Osgood, Marks): le sinestesie nascono come fenomeni di natura cognitiva, sono quindi dei meccanismi che la nostra mente attiva e permettono di rendere più solida, coesa, immediata e veloce l'interazione tra la percezione e l'elaborazione cognitiva di un oggetto. Uniamo quindi forme, colori suoni integrando le diverse informazioni per poter percepire l’ambiente. Le sinestesie sono in grado di provocare una maggiore emozione, in quanto ricaviamo salienza dagli stimoli percettivi. @ Teoria neurologica (Cytowic): secondo questa teoria si ritiene che ci sia una disposizione di tipo neurologico per cui la percezione viene rielaborata in modo distinto in due strutture: la corteccia che lavora in modo analitico e il sistema limbico (legame con le emozioni) che lavora in modo più sinergico e coeso unificando le informazioni dello stimolo. A livello limbico siamo quindi stimolati da un'esperienza polisensoriale. Nella capacità di muoversi nello spazio intervengono fenomeni che riguardano la rappresentazione dell’informazione spaziale mentre si acquisisce. Le azioni più semplici richiedono: ® Percezione dello spazio e Coordinazione del movimento e Integrazione con le informazioni acquisite La cognizione spaziale è formata da tre livelli: 1. Acquisire l'informazione spaziale: per poter acquisire informazioni dall'ambiente dobbiamo usare tutto il sistema senso motorio (vista, udito, tatto, movimento). Nella nostra esperienza noi siamo ancorati al suolo da una forza, quello che percepiamo è che c'è un assetto delle cose regolato dalla legge di gravità. L'asse gravitazionale (verticale) è essenziale per la percezione dello spazio 2. Rappresentare l'informazione spaziale: La rappresentazione dell’informazione spaziale è quella che mi da delle coordinate: attribuisco allo spazio che ho intorno delle coordinate di impostazione (rappresentative) che diventano punti di riferimento per rappresentare lo spazio e quindi potercisi muovere. 3. Simulare l'informazione spaziale: lo sono in grado di simulare la rappresentazione spaziale (immagini mentali). Le immagini mentali sono simulazioni che ci aiutano a muoverci nello spazio in modo adeguato. Le immagini mentali conservano alcune caratteristiche percettive dell’esplorazione reale. Il terzo livello di acquisizione delle coordinate di spazio è tale che nella nostra mente quando noi riproduciamo un percorso manteniamo i vincoli fisici e sensoriale che avremmo nell’agire. e Il Mental Scanning è un esperimento che rappresenta quanto le immagini mentali siano influenzate dal livello fisico: il tempo di esplorazione mentale di una mappa aumenta in modo lineare all'aumentare della distanza esplorata: Fare un percorso partendo da un punto girando tutto il perimetro. Il soggetto impiega meno tempo a fare 2.25 m di quanto tempo impiega nel fare 11m. mente embodied: mente inserita nella esplorazione fisica e sensoriale. black 5m 225m brown green yellow Nel momento in cui dobbiamo compiere un gesto o una azione che coinvolga lo spazio che ci circonda occorre che noi organizziamo le nostre conoscenze considerando due aspetti: ® Acquisizione delle informazioni spaziali: esse si acquisiscono attraverso il contributo di segnali sensoriali che arrivano dai diversi sensori, non da un unico organo di senso. e Organizzazione di informazioni: partendo da rappresentazioni, così come l’esperienza nel mondo ci permette di acquisire delle rappresentazioni. In questi passaggi di organizzazione (con top-down o bottom- up) accade che noi integriamo le nostre informazioni non basandoci mai solo su una informazione sensoriale unica. ACQUISIRE LE INFORMAZIONI SPAZIALI INFORMAZIONI DINAMICHE, AZIONE E INFORMAZIONI SPAZIO-TEMPO Lo spazio e il movimento sono due rappresentazioni indispensabili per compiere qualunque gesto che richiede anche di coordinare il movimento e di organizzarlo con le informazioni che possediamo. Interviene nella percezione dello spazio-tempo la propriocezione, che ci dà informazioni sulla posizione del nostro corpo dentro lo spazio, rilevando in che modo i nostri muscoli sono contratti o rilassati senza che la vista intervenga. | ricettori propriocettivi ci danno informazioni su come ci stiamo muovendo e tengono in considerazione dei ricettori che fanno parte del sistema uditivo (recettori vestibolari: informazioni sulla velocità con cui ci stiamo muovendo e sulla coordinata gravitazionale). Oggi si parla di spazi multipli: da un lato esiste lo spazio che occupa il mio corpo, poi quello che è immediatamente intorno al mio corpo (perispace) e che posso raggiungere allungando tutti i miei arti, infine lo spazio esterno: non possiamo organizzarlo basandoci solo su informazioni sensoriali e richiede l’uso di rappresentazioni spaziali di tipo cognitivo. Se vediamo in che modo sia organizzata la percezione del movimento e dello spazio notiamo che entra in REALTÀ FISICA E REALTÀ PERCETTIVA: LA DIFFERENZA TRA IL MONDO COM'È E IL MONDO COME LO PERCEPIAMO secondo il realismo ingenuo ci sarebbe una completa coincidenza tra il mondo come è e come esso ci appare, con il concetto di percezione messo in atto in seguito alla psicologia ingenua si ha un diverso punto di vista, ovvero che noi non vediamo la realtà come essa veramente è ma solo come ci appare e filtrata: esiste infatti una differenza tra la realtà fisica e la realtà percettiva. Questo cambiamento di punto di vista e quindi passaggio dalla psicologia ingenua alla psicologia è chiamato insight. insight: modalità di apprendimento messa a fuoco inizialmente dalle teorie Gestaltiche e poi rielaborata dalle teorie cognitive del problem solving, è l'intuizione improvvisa: grazie alla fatica messa in atto per capire un determinato concetto ed avere una visione coerente di esso porta il soggetto a trovare un ordine che gli fa capire, in quanto trova un punto di vista chiaro da cui osservare i fenomeni. l’esperienza che noi facciamo è fenomenologicamente oggettiva, ma allo stesso tempo la percezione che noi abbiamo della realtà è oggettivamente soggettiva: quello che noi percepiamo è mediato dai nostri sensi e successivamente dall’elaborazione delle informazioni raccolte. intervengono infatti numerosi limiti, legati al nostro sistema sensoriale, legati al fatto che non riusciamo a cogliere le molteplicità degli input sensoriali presenti nel flusso percettivo. Il nostro corpo per rielaborare i dati sensibili che coglie può commettere degli errori (errore del fenomeno, legato alla realtà fisica, legato agli stimoli attigui, illusioni percettive, errori che nascono dalla applicazione delle regole nelle eccezioni). Realtà fisica e realtà percettiva non sempre coincidono: ® siparla di assenza dell'oggetto fenomenico quando uno stimolo presente a livello fisico non viene compare a livello percettivo ® siparla di assenza dell'oggetto fisico quando è presente l'oggetto percettivo nonostante sia assente l'oggetto fisico (allucinazione). la corrispondenza di realtà fisica e percepita è il frutto di un'attività di elaborazione ed organizzazione delle informazioni soggetta a molti errori, come: e erroredistimolo: si compie nei fenomeni di illusione ottica, per cui l'individuo descrive non ciò che vede ma ciò che sa e errore dell'esperienza: l’individuo attribuisce alla realtà fisica attributi che invece appartengono alla percezione e quindi alla realtà fenomenica. LA CATENA PSICOFISICA E IL CICLO PERCEZIONE-AZIONE la catena psicofisica è composta da tre anelli e permette di ovviare all’indeterminazione percettiva. essa segna il passaggio dalla realtà al percetto, l’indeterminazione percettiva è legata al fatto che i segnali che noi raccogliamo sono limitati. ® Stimolo distale: insieme delle radiazioni presenti nella realtà e delle forme di energia che intaccano i nostri organi di senso. Normalmente gli oggetti della realtà ci colpiscono in funzione di alcune forme di energia specifiche (energia luminosa: importante per definire contorni e forma) ® Stimolo prossimale: parte di energia dello stimolo che viene raccolta dai nostri recettori, che raccolgono alcune informazioni salienti (inizio di sensazione): i recettori trasformano l'energia esterna in energia usufruibile dal nostro sistema (energia nervosa: immagine nella retina). questa è la prima elaborazione interna ed ha lo scopo di selezionare ed elaborare alcune informazioni dall'esterno ed inviarle al nostro cervello e al nostro sistema nervoso per la percezione. A livello prossimale il soggetto non ha la tridimensionalità. Quando lo stimolo distale diventa prossimale raccoglie molte informazioni, ma esse sono vincolate ed hanno molte indeterminazioni. ® Percetto:alivello percettivo è necessario che venga fatta una ricostruzione: lo stimolo prossimale è molto indefinito e il sistema percettivo è organizzato per colmare le sue lacune, con delle regole chiamate sostanze percettive il soggetto raccoglie degli indizi che sono necessari per colmare la mancanza e attraverso questo recupero di informazioni viene generato il percetto. l'elaborazione dallo stimolo distale al percetto è immediata. durante questo passaggio viene recuperata la tridimensione. La catena psicofisica è solo una parte di un processo più articolato chiamato CICLO PERCEZIONE-AZIONE: all’interno di questo ciclo l'informazione viene usata per guidare l’attività esplorativa producendo delle anticipazioni che preparano il soggetto a ricevere determinati tipi di informazione e a cogliere quella più pertinente per i suoi scopi. Tale informazione può trasformare gli schemi precedenti in un ciclo continuo di adattamento flessibile all'ambiente. Durante la percezione il soggetto usa tutti i sensi. Per quanto riguarda quello della vista, la sua codificazione come realtà fenomenica avviene nel seguente modo: noi vediamo da due occhi e fondiamo le due immagini catturate dai nostri occhi in un'immagine sola. questa fusione avviene a livello centrale: l’immagine riceve una doppia proiezione in entrambi gli occhi nella retina destra e sinistra. quello che viene colto all’interno del nervo ottico viene poi codificato nella parte opposta del cervello: entrambi gli occhi inviano informazioni ad entrambi gli emisferi, con struttura chiasmica. questo permette la visione stereoscopica e la disparazione: vediamo due immagini e le mettiamo a fuoco e vengono registrate le differenze tra le due immagini, che vengono registrate dal nostro cervello che elabora il fattore della distanza e della profondità. INDETERMINAZIONE DELL’INFORMAZIONE OTTICAELA COSTANZA PERCETTIVA L'informazione che i nostri recettori filtrano e selezionano è parzialmente indeterminata: non siamo infatti in grado, a livello prossimale, di cogliere tutte le informazioni necessarie. Infatti nel nostro corpo durante il passaggio da stimolo a percetto avvengono due azioni: e Codifica (a livelli prossimale): l’immagine che codifica tutte le informazioni è parzialmente indeterminata. Basti pensare che a livello prossimale l’immagine che si riflette sulla retina è piatta, non tridimensionale. ® Organizzazione percettiva: chiede un recupero dell’informazione che è andata persa a livello prossimale. Essa consente di andare oltre l’indeterminazione dello stimolo prossimale rispetto al punto di riferimento, ovvero lo stimolo distale. L'organizzazione percettiva fa mettere in campo al soggetto una serie di regole, chiamate di costanza percettiva, ovvero regole per mantenere costante il rapporto tra lo stimolo distale e il percetto nonostante lo stimolo prossimale cambi continuamente. Le costanze percettive non lavorano mai sulla singola informazione, ma sono tali da mettere in relazione lo stimolo prossimale con altre informazioni raccolte nello stesso tempo nell'ambiente circostante. (lavorare su organizzazione degli elementi). ® Ipotesi della costanza: identità tra stimolo prossimale e percetto: accade quando non vengono rispettate le regole di costanza percettiva (es: avvicinare il dito al naso fino a vederlo doppio: vedo quello che si vede nella retina) Sull’informazione locale (informazione che deriva dal rapporto diretto tra un oggetto presente nella realtà fisica e lo stimolo prossimale, informazione derivata direttamente dai sensi) gravano tipi diversi di indeterminazione: e Indeterminazione occlusiva e connettiva: riguardano la forma e la corrispondenza tra il contorno dell'immagine retinica e il contorno del corpo distale. La nostra retina infatti non riproduce oggetti, bensì aree di colore. Vengono quindi usate due regole di costanza per riconoscere gli oggetti dalle aree di colore presenti sulla retina: o Costanza percettiva: Regole di occlusione: attuano una distinzione tra lo sfondo e la figura, distinguendo quindi ciò che è saliente da ciò che è retrostante. Non esiste figura se non c'è sfondo e non esiste sfondo se non c'è figura. La forma viene riconosciuta tramite fattori isolabili, quali: = Inclusione: diventa figura la regione inclusa = Convessità: diventa figura la regione convessa = Arearelativa: diventa figura la regione di area minore = Orientamento: diventa figura la regione i cui assi intrinsechi sono allineati verticalmente e orizzontalmente = Simmetria: diventa figura la regione a simmetria bilaterale rispetto a un asse ® Articolazione senza resti: diventa figura quella che quando viene organizzata lascia meno particolari inutilizzati: tendiamo a vedere un insieme che unisca più aspetti presenti possibile o La segmentazione del campo visivo: Regole di connessione: vengono applicate per unificare e distinguere alcuni elementi da altri secondo i seguenti princi * Principio di Vicinanza: si unificano elementi prossimi * Principio di Somiglianza: si unificano elementi simili » Principio di Chiusura: si unificano le linee che delimitano una regione chiusa » Principio di Continuità: si unificano le linee caratterizzate da continuità di orientamento spaziale * Principio di Pregnanza: si unificano insiemi di stimoli caratterizzati da semplicità, simmetria, regolarità Indeterminazione di grandezza (radiale): la distanza degli oggetti dal punto di vista dell'osservatore è otticamente indeterminata in quanto non colta dalla retina: una stessa regione nella retina può corrispondere a un oggetto piccolo vicino o a un grande oggetto lontano. Legge di Euclide: a livello prossimale la grandezza che viene rappresentata sulla nostra retina corrisponde alla grandezza dell'angolo ottico sotteso. Oggetti che sono a una distanza maggiore e che possono quindi avere grandezze maggiori rispetto all'oggetto usato come punto di riferimento vengono comunque proiettati sulla retina come di uguale grandezza. Questo ci accade quando non siamo in grado di introdurre la distanza nella nostra percezione visiva (guardando con un occhio solo). Noi percepiamo la grandezza applicando la regola di costanza in varianza grandezza-distanza: sappiamo che un oggetto più lontano viene percepito come più piccolo, per questo nell'immagine il mostro più lontano ci sembra molto più grande di quello più vicino, sebbene essi abbiano la stessa dimensione. Percepiamo quindi la grandezza solo in relazione alla distanza Indeterminazione cinematica: il movimento di un contorno specifica solo parzialmente il corrispettivo elemento distale: abbiamo dei vincoli tra l'oggetto in movimento e il contorno dentro cui l'oggetto si muove. Distinguiamo alcuni tipi di movimento: = Movimento indotto: Wallace dimostra come un oggetto in quiete possa essere visto in movimento: la percezione del movimento dipende dal sistema di riferimento prossimo, non da quello sovraordinato. Nell'esempio dato il punto dentro a una cornice noi tenderemo a rapportare il punto alla cornice (sistema di riferimento prossimo) e attribuiamo il movimento al punto e non alla cornice, nonostante nella realtà sia la cornice che si sta muovendo. Nel momento in cui abbiamo due punti ma nessuno sfondo tendiamo ad attribuire il movimento ad entrambi, in quanto noi non cogliamo il movimento assoluto, ma solo in relazione a dei punti di riferimento precisi ed ogni punto fa da riferimento all’altro. Gli studiosi hanno tentato di spiegare questa indeterminazione con dei livelli di soglia: il meccanismo di tipo neuropsicologico che registra le varie azioni relative al soggetto ha una soglia più elevata, quindi è meno sensibile e si attiva più lentamente, inoltre non segnala né la quiete del punto né il movimento di cornice, mentre il meccanismo che registra i cambiamenti configurazionali ha una o Accomodazione: l'osservatore registra lo sforzo associato alla curvatura del cristallino e la sfocatura dell'oggetto. ELABORAZIONE TOP-DOWN E BOTTOM-UP Nello stadio secondario di elaborazione cognitiva della percezione vi è il confronto con le conoscenze in memoria dello stimolo. Questo confronto può avvenire secondo due modalità: e Elaborazione top-down: percezione guidata da un alto livello di conoscenza, esperienza e motivazione. Ricerchiamo ciò che ci è utile dove sappiamo che potremmo trovarlo. il compito di ricerca visiva riduce la potenza dell'oggetto ad alta salienza e porta all'esplorazione visiva di zone che, seppur a bassa salienza, potrebbero contenere l'oggetto target. ® Elaborazione bottom-up: riconoscere ed elaborare informazioni che riguardano le singole componenti degli stimoli, andando a ricercare i tratti salienti nell'ambiente che ci circonda. Le diverse caratteristiche di uno stimolo (colore, densità dei contorni, orientamento, movimento) vengono combinate in un'unica mappa: la salienza sarà dunque determinata da quanto differente è una regione dell'immagine da ciò che la circonda, in colore, orientamento, profondità, ecc. PERCEPIRE LA TOTALITÀ * Affordance:guida la costruzione dell'oggetto, ho una forma che predispone il mio corpo a rispondere a seconda della forma Abbiamo una forma che attiva una ricostruzione di un certo tipo percettivo che attiva simultaneamente l’azione che io svolgo con questo oggetto (percezione-azione) ANALISI DELLE CARATTERISTICHE ESSENZIALI Prende in considerazione il modo in cui percepiamo una forma o un oggetto reagendo prima alle singole parti che lo compongono. Successivamente utilizziamo queste componenti per comprendere il tutto CAPITOLO IV STATI DI VIGILANZA E ATTENZIONE ® Stato di coscienza vigile: mette l'organismo nella condizione di poter acquisire informazioni e fornire risposte congruenti agli stimoli. Viene esperito dall'essere umano per circa il 60-70% della giornata. Questa percentuale subisce delle variazioni: o Età:iltempo concesso al sonno varia con l'età o Influenze ambientali: affaticamento, stress, processi digestivi o Differenze individuali: bisogno di sonno e Concentrazione: una forma di attenzione selettiva ® Attenzione: l'insieme dei processi che consentono all'organismo di selezionare una parte dell’informazione ambientale. Si divide in: o Attenzione divisa: consente di effettuare due o più compiti contemporaneamente o Attenzione focalizzata: determina prestazioni ottimali per precisione e velocità nel cogliere oggetti o eventi o Attenzione distribuita: permette di cogliere un maggior numero di elementi a scapito della velocità con cui ciò avviene o Attenzione selettiva: concentra l’attenzione su alcune informazioni o Attenzione sostenuta: rende possibile mantenere uno stato di vigilanza per un periodo prolungato Nell’attenzione vengono riconosciuti tre processi separati e anatomicamente distinti: 1. Meccanismodi attivazione generale del sistema di elaborazione: uno stato di allerta generalizzato 2. Meccanismo che consente di orientare e focalizzare le risorse di elaborazione verso particolari informazioni 3. Meccanismo che si occupa della gestione delle risorse attentive: decide quante risorse destinare alle diverse fonti di informazione. | processi attentivi rispondono a due criteri: = Principio di sopravvivenza: quanto prima percepiamo i cambiamenti ambientali potenzialmente pericolosi tanto prima saremo in grado di reagire in modo appropriato * Principio di economicità: è necessario ridurre la quantità delle informazioni in ingresso con la focalizzazione Per selezionare l'informazione visiva è sufficiente muovere gli occhi finché l'oggetto di interesse cade nella fovea. L'esplorazione visiva è caratterizzata da: ® Fissazioni: periodi di relativa immobilità degli occhi durante il processo di esplorazione visiva, riguardano solo alcune parti dell'oggetto osservato ® Saccadi: rapidi spostamenti degli occhi che si verificano tra una fissazione e l’altra L'attenzione è caratterizzata da multimodalità: si può cioè passare dall’attenzione visiva a quella uditiva. Le nostre risorse attentive ci permettono quindi di prestare attenzione a più stimoli contemporaneamente e di eseguire più compiti simultaneamente * Effettococktail party: abilità di focalizzare la propria attenzione uditiva su quanto detto da una particolare persona in mezzo alle altre ® Teoria del filtro precoce: assume che tutta l'informazione non rilevante venga tralasciata ® Teoria del filtro attenuato: la mancanza di attenzione non blocca completamente i messaggi in ingresso ma li attenua ® Cecità di attenzione: quando si è impegnati in compiti di attenzione selettiva possono sfuggire informazioni che non siano oggetto del compito SONNO E SOGNI LE FASI DEL SONNO Molta della conoscenza che abbiamo sulle fasi del sonno deriva dall'uso dell’elettroencefalogramma. Normalmente le persone attraversano 5 fasi nel sonno: 1. Faseuno:fasedi transizione dalla veglia al sonno, caratterizzata da onde cerebrali relativamente veloci e di ampiezza ridotta 2. Fase due: una fase più profonda rispetto alla fase uno, caratterizzata da onde dall'andamento più lento e regolare, insieme a interruzioni temporanee chiamate fusi 3. Fase tre: fase in cui il cervello procede più lentamente, con picchi e flessi più accentuati nell'andamento del tipo di onda rispetto alla fase due 4. Fase quattro: la fase di sonno più profondo, in cui l'andamento diventa ancora più lento e regolare, rendendo il dormiente sempre meno sensibile a stimolazioni esterne 5. Fase REM: fase in cui si sogna IL SONNO REM: IL PARADOSSO DEL SONNO Durante la fase REM il battito cardiaco aumenta, la pressione si alza e gli uomini hanno erezioni, il tratto più caratteristico di questa fase è il movimento oculare. La fase REM non occupa più del 20% del sonno totale di un individuo adulto. Durante questa fase i muscoli del corpo sembrano immobili, ed essa è caratterizzata dalla presenza di sogni. La fase REM influisce sull’andamento della vita quotidiana. PERCHÉ DORMIAMO E QUANTO SONNO È NECESSARIO? Il sonno è necessario per il funzionamento dell'essere umano, ma non se ne capisce ancora la ragione. La necessità si sonno varia da individuo a individuo e da età a età. La prolungata veglia può portare alla morte, ma sono stati fatti esperimenti in cui individui non hanno dormito per un massimo di 200 ore e, una volta ripreso il ritmo regolare, in pochi giorni gli effetti della veglia erano spariti. Le persone quindi non subiscono danni a lungo termine se privati del sonno. LA FUNZIONE E IL SIGNIFICATO DEL SOGNO | SOGNI RAPPRESENTANO LA SODDISFAZIONE DI DESIDERI INCONSCI? Freud vedeva i sogni come la guida dell'inconscio. ® Teoria della soddisfazione dei desideri inconsci: teoria secondo la quale i sogni rappresentano desideri inconsci che gli autori del sogno vorrebbero realizzare, ma che minacciano la consapevolezza che si ha nello stato di veglia. Per questo Freud individuò una distinzione nel contenuto del sogno: o Contenuto latente dei sogni: il vero contenuto dei sogni, spesso costituito da desideri inconfessabili, camuffato dal contenuto manifesto o Contenuto manifesto dei sogni: ciò che ricordiamo del sogno Molti psicologi rifiutano questa teoria e pensano che il fulcro centrale del sogno sia proprio l’azione che noi sperimentiamo all’interno di esso. Tuttavia recenti studi con che utilizzano i risultati della PET dimostrano che durante la fase REM si attivano le parti del cervello associate a emozione e motivazione, supportando in parte la teoria di Freud. LA TEORIA DEI SOGNI PER LA SOPRAVVIVENZA Secondo la teoria dei sogni per la sopravvivenza i sogni ci permettono di elaborare le informazioni acquisite durante la giornata. | sogni rappresentano quindi preoccupazioni che riguardano la vita quotidiana, e non desideri inespressi come sosteneva Freud. Sognare inoltre può avere un ruolo nell’aiutarci a ricordare informazioni a cui siamo stati precedentemente esposti. lavanderia una dipendenza psicologica è fisiologica. Con il passare del tempo i consumatori di cocaina subiscono deterioramenti fisici mentali. ANFETAMINE Le anfetamine sono forti sostanze stimolanti. In piccole quantità le anfetamine producono sensazioni di energia attivazione, loquacità, innalzamento della fiducia e un tono dell'umore decisamente alto. Aumenta la concentrazione e riducono la sensazione di affaticamento. Le vitamine causano anche la perdita dell'appetito e aumentano l’ansia e l’irritabilità. Se assunte per lunghi periodi possono produrre sensazioni di persecuzione e un atteggiamento di sospettosità. Se assunte in quantità eccessive le anfetamine posso portare alla morte. SOSTANZE DEPRESSIVE ® Depressivi: sostanze che rallentano il sistema nervoso attraverso il rallentamento della capacità dei neuroni di trasmettere informazioni L’ubriacatura ne è un esempio. Assunta in piccole quantità producono sensazioni temporanee di intossicazione. ALCOL Il consumo di alcol è ampiamente diffuso, Ma ci sono significative differenze di genere e cultura nel suo uso. L'abuso di alcol danneggia il cervello femminile più di quello maschile. Inizialmente l'alcol produce una riduzione delle tensioni e dello stress, Sensazione di felicità e perdita delle inibizioni. In seguito le persone si sentono instabili emotivamente e fisicamente, mostrano povertà di giudizio possono agire aggressivamente, la memoria risulta inoltre meno efficiente. BARBITURICI | barbiturici sono prescritti dai medici per favorire il sonno o ridurre lo stress E provocano una sensazione di rilassamento. Possono produrre dipendenza psicologica e se assunti insieme ad alcol possono essere letali ROIPNOL Il roipnol È chiamato droga dello stupro perché quando mescolato all’alcol impedisce alle vittime di resistere alle violenze sessuali. NARCOTICI ®Narcotici: sostanze che aumentano il rilassamento e riducono dolore e ansia o Morfina: viene usata per controllare il dolore o Eroina: inizialmente provoca sensazioni positive, in seguito provoca una sensazione di benessere e di pace. Quanti effetti svaniscono il soggetto prova uno stato di ansia estrema. Si può sviluppare una dipendenza psicologica e biologica, particolarmente difficile da curare. L'uso di metadone si è rivelato molto efficace per curare dalla dipendenza. Esso infatti soddisfa il bisogno fisiologico della droga senza riprodurne gli effetti. Il suo uso sostituisce la dipendenza biologica dall’eroina con quella biologica dal metadone ALLUCINOGENI ® Allucinogeno: sostanza in grado di produrre allucinazioni o cambiamenti nei processi percettivi L’allucinogeno più comune È la marijuana (THC). Gli effetti della marijuana consistono in sensazioni di euforia e di generale benessere. Le esperienze sensoriali sembrano più vivide e intense e l'autostima sembra crescere. La memoria può essere danneggiata e la sostanza tende a esaltare sia le sensazioni positive sia quelle negative. L'uso frequente inoltre diminuisce almeno temporaneamente la produzione del testosterone. La marijuana ha molteplici impieghi in ambito medico MDMA E LSD L'MDMA e l’LSD appartengono agli allucinogeni. Esse interessa il funzionamento del neurotrasmettitore serotonina nel cervello, causando un’alterazione dell'attività delle cellule cerebrali della percezione e MDMA: inizialmente si ha una sensazione di pace e quiete, si è osservato un declino della memoria e nelle prestazioni nei compiti di intelligenza ® LSD: produce allucinazioni, la percezione del tempo è distorta. CAPITOLO V APPRENDIMENTO: IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO e Apprendimento: cambiamento relativamente permanente del comportamento, determinato dall'esperienza I FONDAMENTI DEL CONDIZIONAMENTO CLASSICO Il condizionamento è lo stabilirsi di una connessione fra: ® Stimolo incondizionato: adeguato a provocare la risposta ® Stimolo condizionato: inizialmente inadeguato a provocare la risposta. Il primo a teorizzare questo condizionamento fu Pavlov: egli associò uno stimolo incondizionato, il cibo, che provocava una risposta incondizionata (basata su processi fisiologici dell'organismo), a uno stimolo neutro, ovvero che non dovrebbe provocare alcuna risposta, il suono di un campanello, che divenne stimolo condizionato nel momento in cui provocò una risposta condizionata. Ogni volta che i suoi cani ricevevano il cibo sentivano il suono di un campanello. In seguito ogni volta che sentivano il suono di un campanello la loro salivazione aumentava: lo stimolo condizionato provocava una risposta. APPLICAZIONE DEI PRINCIPI DEL CONDIZIONAMENTO AL COMPORTAMENTO UMANO Watson sosteneva che il comportamento viene appreso mediante un gioco di stimoli-risposte e che le differenze individuali tra le persone sono dovute esclusivamente a diverse esperienze di apprendimento, accreditando una visione dell’uomo come passivo e plasmabile dall'ambiente. Nel suo esperimento noto come // caso del piccolo Albert Watson indusse sperimentalmente una fobia: tra i giocattoli del bambino c'era un topolino bianco che non gli provocava nessuna reazione (stimolo neutro). In modo ripetuto, Watson provocava un rumore molto forte alle spalle del bambino (stimolo incondizionato) ogni qualvolta che esso giocava con il topolino. Dopo molte ripetizioni il bambino sviluppò una fobia per quel gioco e per qualsiasi oggetto bianco e peloso. Lo stimolo neutro era così diventato stimolo condizionato. Questo esperimento appare paradigmatico per il condizionamento classico, owero l'associazione di stimoli neutri a stimoli incondizionati. ESTINZIONE e Estinzione: fenomeno fondamentale dell’apprendimento che ha luogo quando una risposta precedentemente condizionata diminuisce in frequenza e alla fine scompare e Recupero spontaneo: risposta condizionata estinta dopo un periodo di riposo e senza un ulteriore condizionamento GENERALIZZAZIONE E DISCRIMINAZIONE e Generalizzazione dello stimolo: tendenza a rispondere a uno stimolo che è simile, ma non identico, a uno stimolo condizionato; più due stimoli sono simili, più è probabile che avvenga la generalizzazione ® Discriminazione degli stimoli: la capacità di distinguere tra stimoli e Compilare resoconti accurati dopo che il programma è stato attuato e Valutare e modificare il programma in corso APPROCCI COGNITIVO-SOCIALI ALL’APPRENDIMENTO ® Teoria dell’apprendimento cognitivo-sociale: approccio allo studio dell’apprendimento che si concentra sui processi di pensiero che stanno alla base dell’apprendimento stesso APPRENDIMENTO LATENTE e Apprendimento latente: apprendimento in cui un nuovo comportamento viene acquisito, ma non viene manifestato finché non è somministrato qualche incentivo per presentarlo APPRENDIMENTO OSSERVATIVO: APPRENDIMENTO PER IMITAZIONE e Apprendimento osservativo: apprendimento attraverso l'osservazione del comportamento di un’altra persona detta modello. Avviene in quattro tappe: 1. Prestare attenzione e percepire le caratteristiche più critiche del comportamento di un’altra persona 2. Ricordare il comportamento 3. Riprodurre l’azione 4. Essere motivati ad apprendere e a eseguire il comportamento del futuro La scoperta dei neuroni specchio, che si attivano quando osserviamo un altro individuo produrre un comportamento, suggerisce che la capacità di imitare sia innata APPRENDERE GIOCANDO Due meccanismi che giocano un ruolo fondamentale nel processo di apprendimento sono l'esplorazione e il gioco LA CULTURA INFLUENZA IL MODO IN CUI APPRENDIAMO? Le persone sviluppano particolari stili di apprendimento sulla base del loro background culturale e delle loro peculiarità. ® Stile diapprendimento relazionale: le persone che utilizzano con questo stile si impadroniscono del materiale attraverso un'esposizione a un’unità completa ® Stile diapprendimento analitico: queste persone sviluppando una comprensione dei principi delle componenti fondamentali riesco a comprendere meglio l’intero quadro CAPITOLO VI LAMEMORIA: CODIFICA, IMMAGAZZINAMENTO E RECUPERO DELLEINFORMAZIONI Codifica: processo con cui le informazioni vengono registrate Immagazzinamento: mantenimento delle informazioni nel sistema mnestico Recupero: le informazioni immagazzinate devono essere localizzate e richiamate alla coscienza . . . e Memoria: processo con cui codifichiamo, immagazziniamo e recuperiamo le informazioni I TRE SISTEMI DI MEMORIA: I MAGAZZINI DI MEMORIA e Memoria sensoriale: il magazzino di memoria iniziale, temporaneo, Che immagazzina le informazioni soltanto per qualche secondo, come una replica esatta dello stimolo e Memoriaabrevetermine: il magazzino di memoria che immagazzina le informazioni per 15-25 secondi, in base al loro significato invece che come semplici stimoli sensoriali e Memoriaalungotermine: il magazzino di memoria che immagazzina le informazioni in modo relativamente permanente, anche se può essere difficile recuperarle MEMORIA SENSORIALE Esistono diversi tipi di memoria sensoriale: e Memoria iconica: memoria sensoriale che immagazzina informazioni provenienti dal sistema visivo e Memoriaecoica: memoria sensoriale che immagazzina informazioni acustiche provenienti dal sistema uditivo Se le informazioni non passano in memoria a breve termine vanno perdute per sempre MEMORIA A BREVE TERMINE La memoria breve termine è il magazzino di memoria in cui le informazioni acquistano per la prima volta significato. La memoria a breve termine ha capacità di rappresentazione incompleta. La quantità specifica di informazioni che possono essere ritenute nella memoria breve termine è stata identificata come sette insiemi o chunk e Chunk:raggruppamento significativo di stimoli che possono essere immagazzinati come un’unita nella memoria a breve termine REITERAZIONE ® Reiterazione: una ripetizione di informazioni che sono entrate nella memoria a breve termine. È il processo attraverso cui le informazioni vengono trasferite dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine. ®e Reiterazione elaborativa: ha luogo quando le informazioni vengono considerate e organizzate in qualche modo e Mnemotecnica: impiego di strategie organizzative che permette di migliorare la ritenzione delle informazioni MEMORIA A LUNGO TERMINE * Effetto di posizione seriale: la capacità di rievocare informazioni contenute in una lista dipende dalla posizione occupata da un item nella lista: o Effettodi priorità: gli item presentati prima in una lista vengono ricordati meglio o Effetto direcenza: gli item presentati tardi in una lista vendere ricordati meglio I MODELLI DI MEMORIA Un altro modello sostiene che la memoria lavora filtrando: intervengono l’attenzione, la comprensione e selezioniamo il materiale da ricordare. Viene così persa l’idea di magazzino. Nel momento in cui il soggetto non sa filtrare le informazioni non può ricordare perché si trova nelle cause non distingue il materiale importante da quello non è importante. Il soggetto attiva quindi una scelta è una selezione. MEMORIA A BREVE TERMINE e Memoriadi lavoro: memoria a breve termine, vista come un insieme di magazzini dimemoria temporanei che manipolano attivamente le informazioni. Contiene: o Esecutivo centrale: interviene nel ragionamento o Magazzino visivo: specializzato in informazioni visive e spaziali o Magazzino verbale: responsabile della manipolazione di informazioni attinenti al linguaggio o Bufferepisodico: informazioni che rappresentano episodi o eventi permette di mantenere le informazioni in stato attivo per un breve intervallo di tempo per poterle utilizzare, utilizzando però una quantità rilevante di risorse cognitive MEMORIA A LUNGO TERMINE Nella memoria a lungo termine sia una distinzione tra memoria esplicita e memoria implicita: e Memoriaesplicita: con essa il soggetto ha la consapevolezza di ricordare e di agire in base a dei ricordi e Memoria implicita: non necessita di consapevolezza. Permette di compiere azioni più evolute in quanto il soggetto non ha il bisogno di rendere consapevoli i passaggi che fa. La memoria implicita nasce dall’automatismo di gesti nato da esperienze che soggetto ha fatto consapevolmente. Un'altra distinzione si ha tra la memoria dichiarativa e quella procedurale: e Memoriadichiarativa: memoria per le informazioni fattuali: nomi, date, fatti: informazioni relative alle cose. È una memoria esplicita e al suo interno sono comprese la memoria semantica e quella episodica. e Memoria procedurale: è la memoria per le attività e le abitudini, dà informazioni su come fare le cose. Se quindi in un primo momento essa è esplicita, tende a diventare implicita automaticamente All’interno della memoria dichiarativa si hanno la memoria episodica e la memoria semantica: e Memoriaepisodica: organizza eventi ricordando episodi e Memoriasemantica: organizza concerti, conoscenze e fatti generali Nella memoria episodica vi è una distinzione tra la memoria delle emozioni e la memoria emotiva: e Memoria delle emozioni: cosciente, dichiarativa ed esplicita, è mediata dall’ippocampo e dalle aree interconnesse. Viene ricordato il fatto nudo e crudo di un episodio traumatico e Memoriaemotiva: più inconscia ed implicita, mediata dall’amigdala: lo stimolo provoca tensione muscolare, variazione della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca, rilascio diormoni Siccome i sistemi sono attivati dagli stessi stimoli e funzionano contemporaneamente, i due tipi di memoria sembrano far parte di un'unica funzione. In situazioni traumatiche infatti il sistema implicito e quello esplicito funzionano in parallelo. In seguito l'esposizione a stimoli simili a quelli presenti durante il trauma può riattivare entrambi i sistemi o solo quelle implicito. o Potenziamento a lungo termine: indica che certe vie neurali si eccitano facilmente mentre viene appresa una nuova risposta. Contemporaneamente avvengono variazioni del numero di sinapsi interneuroniche mentre i dendriti si ramificano La posizione delle tracce mnestiche dipende dal tipo di materiale che viene appreso e dal sistema neurale specifico che elabora le informazioni quando vengono apprese. L’immagazzinamento delle informazioni è localizzato nelle particolari aree che hanno elaborato inizialmente le informazioni in termini di stimoli. Le aree del cervello sono specializzate in differenti tipi di attività correlate con la memoria. LE DISFUNZIONI DELLA MEMORIA: LE AFFLIZIONI DELL’OBLIO e Amnesia: la perdita di memoria in assenza di altre difficoltà mentali. La relazione tra ippocampo e memoria fu resa evidente dal paziente HM che soffriva di amnesie. Il paziente era ancora in grado di apprendere compiti procedurali e il suo QI era rimasto al di sopra della media. Il suo caso dimostrò la dissociazione tra intelligenza e conoscenza semantica e tra memoria dichiarativa e procedurale. L'amnesia può essere: o Retrograda: quando il soggetto dimentica ciò che è accaduto prima di un evento traumatico o Anterograda: caratterizzata dalla perdita della memoria di eventi che seguono una lesione. e MorbodiAlzheimer: malattia degenerativa che comprende problemi di memoria di grado elevato e SindromediKorsakoff: malattia che affligge gli alcolisti a lungo termine CAPITOLO VII LA CATEGORIZZAZIONE e Concetto:categoria di oggetti, eventi o persone con caratteristiche comuni tra loro mediante i quali organizziamo fenomeni complessi in forme più semplici. Può avere tre funzioni: o Semplificare ilflusso percettivo: riconoscere una configurazione percettiva come esemplare di una categoria conosciuta © Funzione inferenziale: assegniamo ad un oggetto molte delle caratteristiche del concetto a cui appartiene o Orientare il nostro comportamento: il concetto ci aiuta a comprendere e pensare meglio il mondo in cui viviamo IL CONCETTO DI CONCETTO: LE TEORIE TEORIA DELLE CONDIZIONI NECESSARIE E SUFFICIENTI Teoria secondo la quale il concetto può essere descritto da un insieme di tratti definitori combinati mediante operatori di congiunzione, disgiunzione o negazione. In questa teoria vi sono quattro criteri: ® Criterio di necessità: nessun tratto può venire cancellato ® Criterio di sufficienza: nessun tratto può essere aggiunto @ Criterio di non-gerarchia: la lista è priva di un ordine gerarchico e Confinidi delimitazione netta: la definizione di un concetto non è mai graduale TASSONOMIE E PROTOTIPI ® Categorizzazione: processo mediante il quale l'individuo seleziona e organizza il flusso dell'esperienza in modo da gestire e ridurne l'enorme variabilità Questa teoria si oppone alla teoria classica in quanto vede il concetto come qualcosa di mai definito e probabilistico. Rosch propone una concezione tassonomica e probabilistica teorizzando la nozione di categoria. L'organizzazione in categorie si basa su due principi complementari: e Economia cognitiva: semplificare la realtà categorizzandola focalizzando l’attenzione sui dati più frequenti ® Struttura del mondo percepito: gli oggetti vengono percepiti come dotati di una struttura correlazionale | sistemi categoriali che possiamo costruire hanno dimensione orizzontale e verticale: ®e Dimensione orizzontale: riguarda la strutturazione interna delle categorie. Esse sono organizzate attorno a un prototipo: o Prototipo: l'esemplare di una categoria che presenta il numero maggiore di caratteristiche proprie di quella categoria e il numero minore di caratteristiche di membri di altre classi I confini delle categorie sono quindi sfumati e Dimensioneverticale: è riferita al livello di inclusione nella categoria e si centra dunque su una strutturazione intercategoriale. Essa si basa su tre livelli: 1. Livello superordinato: i cui membri condividono soltanto pochi attributi. Questo livello corrisponde al livello di classe 2. Livello di base: i cui membri condividono il maggior numero di attributi distintivi del prototipo 3. Livello subordinato: i cui membri condividono le caratteristiche del livello di base ma se ne differenziano per attributi più specifici Rosch descrive il livello base come il più sfruttato poiché fornisce la decodifica della forma e della funzione degli oggetti. La priorità cognitiva assegnata a questo livello si basa su una serie di criteri: ® Criteri percettivi e morfologici: gli oggetti si raggruppano intorno a una singola immagine mentale che riflette l’intera categoria ® Criteri funzionali: gli oggetti di uno stesso livello di base rimandano ad atti funzionali simili o uguali ® Criteri linguistici e comunicativi: i termini tendono ad essere i più corti ® Criteri informativi: il livello di base è il più informativo CATEGORIZZAZIONE TEMATICA O SITUATA Secondo questo modello l’organizzazione della conoscenza è dinamica, tematica e situata, cioè legata a contesti e situazioni specifici. Questa forma di categorizzazione è più flessibile e rimanda direttamente agli eventi e alle situazioni. Si hanno quindi forme di categorizzazione diverse, basate sullo scopo di un'azione LE TEORIE EMBODIED DELLA SIMULAZIONE SITUATA ® Teoria embodied:teoria secondo la quale la rappresentazione dei concetti è collegata all’esperienza percettiva e motoria dell'individuo ® Simulazione situata: simulazione percettiva dell'oggetto Secondo queste teorie un concetto è l'abilità di costruire rappresentazioni che si adattino agli obiettivi delle azioni situate. Le informazioni di cui il sistema di concettualizzazione si avvale provengono dal percepire e dall’usare. FORMATI DEL PENSIERO: PENSARE PAROLE E PENSARE IMMAGINI esistono diversi formati del pensiero caratterizzati da specificità funzionale, interdipendenza e ridondanza. ® Specificità funzionale: pensiamo per immagini, parole, in modo procedurale (azione). essi sono funzionali ma interdipendenti * Interdipendenza:i diversi formati di conoscenza lavorano insieme per dare al soggetto una conoscenza completa da più punti di vista. e Ridondanza: le informazioni relative allo stesso evento vengono organizzate nei diversi formati in modo specifico. dalla esplorazione percettiva multimodale alla comunicazione intermodale: 1. esplorazione sensoriale di esperienza percettiva 2. concettualizzazione (rappresentazione di concetti e relazioni tra essi) 3. espressione dei significati (linguaggi e media) CONOSCENZA DICHIARATIVA x equivale a y, j, k dichiara cosa è un oggetto. insieme delle conoscenze sul mondo disponibili in modo permanente nella memoria a lungo termine. ha una funzione referenziale e crea una mappatura della realtà e dell'insieme delle esperienze di un soggetto. si tratta di una conoscenza enciclopedica, riguarda infatti il cosa è un oggetto. RAGIONAMENTO INDUTTIVO e Ragionamento induttivo: tipo di ragionamento che parte dal particolare per arrivare al generale e Conclusione induttiva: conclusione che abbiamo tratto che può essere applicata a più casi rispetto a quello su cui abbiamo informazioni L’induttività ha un grado di probabilità. I meccanismi induttivi si basano su due funzioni: @ Individuazione di regolarità: rintraccia regolarità (qualcosa che si ripete) nell'ambiente e Generalizzazione: sulla base di alcune regolarità sviluppiamo una certa fiducia che altre regolarità si presenteranno Il ragionamento induttivo non possiede un sistema di verifica adeguato a tutte le circostanze. | giudizi induttivi violano inoltre alcune leggi della probabilità, utilizzando le euristiche EURISTICHE Le euristiche vengono contrapposte all’algoritmo: @ Algoritmo: sequenza di regole che conducono alla soluzione di un problema * Euristica: strategia di soluzione di un problema semplice ed economica che si fonda su una stima della probabilità che un fatto si verifichi o meno L’euristica rende più possibile trovare una soluzione in quanto non necessita di tutte le informazioni, ma non da una soluzione certa al problema Ecco le principali tipologie di euristica utilizzate: ® Euristica dell'analisi dei mezzi e dei fini: consiste in ripetuti esami delle differenze tra obiettivo desiderato e situazione reale * Euristica del procedimento al contrario: concentrarsi sull’obiettivo invece che sul punto di partenza del problema ® Euristica della rappresentatività: usa la somiglianza tra oggetti ed eventi per fare stime di probabilità o Fallacia del giocatore d'azzardo: attribuire agli ultimi esiti una minore probabilità di verificarsi ® Euristica della disponibilità: considerare più probabile un evento sulla base della sua memorabilità LA RISOLUZIONE DEI PROBLEMI La risoluzione di un problema è data da tre fasi: * Preparazione a creare la soluzione ® Produzione della soluzione ® Valutazione della soluzione prodotta LA FASE PREPARATORIA: COMPRENSIONE E DIAGNOSI DI UN PROBLEMA Solitamente un problema rientra in tre categorie: 1. Problemi di sistemazione: ricombinare gli elementi secondo un criterio 2. Induzione di struttura: identificare la relazione esistente e individuarne una nuova 3. Trasformazione: individuare il metodo che conduce dallo stadio iniziale allo stadio finale La fase preparatoria di comprensione e diagnosi è fondamentale per la risoluzione di un problema, e spesso vi influisce il modo in cui il problema è formulato LA PRODUZIONE: GENERARE SOLUZIONI Se il problema è relativamente semplice si può cercare la soluzione nella memoria a lungo termine. Se il problema non ci si è mai presentato davanti, possiamo procedere a tentativi ed errori, ma è un processo molto lungo. Per questo vi sono altri metodi INSIGHT: REALIZZAZIONE IMPROVVISA e Insight:improvvisa realizzazione della relazione esistente tra vari elementi che precedentemente sembravano tra loro scollegati OSTACOLI ALLE SOLUZIONI: PERCHÈ LA RISOLUZIONE DI PROBLEMI È PROBLEMATICA? Numerosi fattori possono minare lo sviluppo di soluzioni creative, accurate e appropriate: ® Fissità funzionale: tendenza a pensare un oggetto soltanto nei termini del suo utilizzo specifico ® Assetto mentale: persistenza di vecchie forme di risoluzione dei problemi ® Errata valutazione delle soluzioni: basarsi su un'informazione e ignorare tutti i dati contraddittori successivi CREATIVITÀ E RISOLUZIONE DEI PROBLEMI ® Creatività: capacità di collegare idee o risposte in modo originale Sembra che diversi fattori siano associati alla creatività, uno di questi è il pensiero divergente, che contrasta con il pensiero convergente: ® Pensiero divergente: abilità di generare risposte inusuali a problemi ® Pensiero convergente: abilità di produrre risposte basate su conoscenza e logica CAPITOLO VIII LE TEORIESULL'’INTELLIGENZA: ESISTONO DIVERSI TIPI DI INTELLIGENZA? e Intelligenza: la capacità di comprendere il mondo, pensare razionalmente e usare con efficacia le risorse dispon in caso di difficoltà I FATTORI DELL’INTELLIGENZA In un primo tempo gli psicologi pensavano che vi fosse un unico tipo di intelligenza e utilizzavano un metodo statistico chiamato analisi fattoriale. * Analisi fattoriale: permette di ottenere una riduzione della complessità del numero di fattori che spiegano un fenomeno. o Fattore g: il singolo fattore generale di abilità mentale che Spearman presumeva fosse la base dell’intelligenza o Primary Mental Ability (PMA): Thurstone in seguito individuò sette abilità: ® Abilità numerica "Visualizzazione spaziale =» Memoria = Ragionamento ®Fluidità verbale = Comprensione verbale INTELLIGENZA FLUIDA E CRISTALLINA Negli anni Sessanta sono stati distinti due tipi di intelligenza: e Intelligenza fluida: intelligenza che riflette la capacità di elaborare l'informazione, di ragionare e di memorizzare e Intelligenza cristallina: accumulo di informazioni, abilità e strategie apprese attraverso l’esperienza e che possono essere applicate nel problem solving INTELLIGENZA ED ELABORAZIONE DELL’INFORMAZIONE Secondo gli psicologi cognitivisti, che sostengono il modello dell’elaborazione dell’informazione, la misura dell’intelligenza è costituita dalla modalità con cui gli esseri umani memorizzano informazioni e le utilizzano. Sternberg costruì il modello triarchico con tre sottocategorie dell’intelligenza: e Sottoteoria delle componenti: vengono considerati i processi quali la capacità di pianificare e valutare le informazioni, vi rientrano i meccanismi chiave dell’elaborazione delle informazioni e Sottoteoria dell'esperienza: considera l’esperienza individuale in un compito o in una situazione ® Sottoteoria di contesto: esplora la relazione tra ambiente esterno e intelligenza individuale LE INTELLIGENZE MULTIPLE DI GARDNER ® Teoria delle intelligenze multiple: teoria secondo cui esistono un minimo di otto diversi tipi di intelligenza, ciascuno relativamente indipendente dall'altro. Gardner sosteneva che tutti possiedono gli otto tipi di intelligenza ma in misura diversa. Qualsiasi attività infatti coinvolge tutti gli otto tipi. SOGGETTI DOTATI DI UNA PARTICOLARE INTELLIGENZA | soggetti intellettualmente dotati sono tra il 2 e il 4% della popolazione e hanno un QI che supera i 130 punti. Essi sono generalmente più sani, più alti, più forti e ottengono risultati migliori a scuola. Hanno inoltre una maggiore soddisfazione nella vita DIFFERENZE INDIVIDUALI DI INTELLIGENZA: CAUSE EREDITARIE E CAUSE AMBIENTALI Contesto ed esperienza di una persona sono potenziali fattori di influenza sul risultato. È stato dimostrato che gruppi culturali ed etnici specifici raggiungono solitamente risultati più bassi in test ideati da una determinata cultura LA RELATIVITÀ DELL’INFLUENZA GENETICA E AMBIENTALE: NATURA, EDUCAZIONE E QI ® TestdiQI culturalmente equo: test che non sia inficiato da elementi culturali Ogni cultura ha infatti il suo modo di ragionare ed organizzare, oltre a oggetti con cui ha più o meno familiarità rispetto alle altre. Per questo è difficile costruire un test corretto. Gli psicologi si sono a lungo interrogati sullo stabilire quanto contribuiscano i fattori genetici e l'ambiente nel determinare l’intelligenza INTELLIGENZA ED EREDITABILITÀ ® Ereditabilità: la misura del grado in cui una caratteristica è legata a fattori genetici, ereditari Non esiste alcuna prova per affermare che fattori genetici determinino differenze di intelligenza riconducibili all’appartenenza a una determinata etnia. | test del QI inoltre sono specifici per individui, non per gruppi. CAPITOLO IX CHE COS'È LA COMUNICAZIONE? Il segno ha una funzione di scambio, in quanto consente di scambiarsi i contenuti. vi è una crescita di complessità tra segno, codice, linguaggio e comunicazione, in quanto l’unità minima di codici e linguaggi è proprio il segno, la cui definizione è nata nella semiotica. la parola cane esiste nella mia testa prima che io la usi, esiste come significato e a livello di elaborazione di significato. il segno è un veicolo di significato condiviso. la capacità di associare un'espressione a un contenuto ci rende più capaci di organizzare i contenuti. TRIANGOLO SEMIOTICO il concetto di segno secondo questo modello riesce ad unire l'aspetto più mentale della rappresentazione con l'aspetto fisico di condivisione di essa. Il segno infatti unisce tre aspetti: e Referente: ho in mente questo concetto (significato) ->concetto di cane comune a tutti e Espressione: componenti fisiche per realizzare un segno. il piano dell'espressione può essere una parola, un gesto, un segno grafico, è sempre fisico (significante) -> CA N E e Contenuto:appartiene all'esperienza, qualche cosa a cui il segno si riferisce nell'esperienza del soggetto. ->cane specifico immaginato da ciascun individuo il sistema di combinazione fonologica esiste nella mia mente, anche se non lo esprimo. posso quindi avere un contenuto ed un referente anche senza l'effettiva espressione dell'oggetto. esempio: P, B. i fonemi sono il tracciato dei due suoni nella mia mente come due suoni distinti. quando a livello fonologico (idea che P è diverso da B) non c'è la capacità di distinzione non li so distinguere. il piano dell'espressione crea una griglia di suoni che vengono usati per creare il codice con cui mi esprimo. è diverso quindi avere una difficoltà di pronuncia e una difficoltà di fonologia. il linguaggio non è solo costituito dal livello verbale, per poter raggiungere l'efficienza del linguaggio bisogna che il livello verbale lavori sincronicamente con altri livelli. DE SAUSURRE: MODELLO DEL SEGNO COME EQUIVALENZA essendo un linguista crede che il significato venga definito da una lingua (vocabolario): rapporto di equivalenza tra il piano dell'espressione che io utilizzo per significare e il contenuto. il legame viene dato in modo arbitrario: in ciascuna lingua ad un determinato contenuto viene associata una determinata forma. si stabilisce un'associazione arbitraria per codice tra l’espressione e il contenuto. il codice ha lo scopo di costruire segni condivisi. c'è una differenza tra il significato personale, ma alla linguistica interessa che tra il livello del contenuto e dell'espressione sia stabilito un legame equivalente. tutte le volte che dico cane quello è il contenuto che viene attivato, non c'è flessibilità. due caratteristiche salienti del segno sono: e Carattere distintivo: entra nel mio codice quel segno che è in grado di distinguersi dall'altro. nel momento in cui si costituisce un codice linguistico io creo una griglia di suoni (alcuni suoni non ci vengono naturali). i suoni che hanno un carattere distintivo vengono usati, gli altri vengono interpretati come rumori. alcuni suoni che hanno carattere distintivo per motivo fonetico possono essere confusi. la forza distintiva è sufficiente ma a volte mette a dura prova la capacità di distinzione acustica. e Carattere oppositivo: in ogni codice esistono dei suoni che combinati generano contenuti tra loro opposti (vera, pera). ciò che decide la relazione tra significante e significato è il codice. sembra che il codice viva in modo autonomo, viene eliminata la referenza. quanto più una lingua ha questa forza arbitraria oppositiva e distintiva tanto è più chiara. equivalenza tra espressione e contenuto. le differenze appartengono a te, non al tuo linguaggio PEIRCE: MODELLO DEL SEGNO COME INFERENZA il segno è qualcosa che per qualcuno sta al posto di qualcos'altro sotto qualche rispetto o capacità. la parola cane viene messa al posto del cane. il segno viene preso e la stringa di suono viene messa al posto dell'oggetto. quando costruiamo segni, il segno sta al posto dell'oggetto. la nostra capacità di rappresentare la realtà ci permette di capirla meglio, di esplorarla, di generalizzare... la capacità di riferimento crea una porzione di esperienza a cui fare riferimento. il legame tra significato e significante nel segno viene posto da qualcuno per significare. la valenza inferenziale è molto forte. l’interpretazione non è un elemento in mano al codice, ma in mano a chi significa. per qualcuno questo qualche cosa si riferisce a qualcos'altro. la natura del segno non è stabile e arbitraria ma interpretativa, è il risultato provvisorio di regole di codifica ® Eco: funzione segnica gli esseri umani hanno la capacità di utilizzare la funzione segnica funzione segnica: possibilità di creare una relazione tra l'entità di un significato e l'entità di un significante. (tra entità intese a significare qualcosa), capacità di creare segni dentro la funzione segnica si capisce che il segno assume significato diverso per diversi contesti TRASMETTERE INFORMAZIONI SHANNON: MODELLO MATEMATICO DELLA COMUNICAZIONE L'informazione è l’unità minima che compone il segnale, la comunicazione è il passaggio di un segnale da una fonte. Questo passaggio avviene con determinate caratteristiche: @ Attraverso un trasmettitore (apparato vocale) e Lungo un canale (filo del telefono) e Piùo menodisturbato dal rumore (elementi ambientali) e Aun destinatario (ricevente, entità che decodifica il messaggio) e Grazieaunrecettore (apparato uditivo) Nelle successive formulazioni vengono aggiunte altre componenti: e Ridondanza (ripetizione durante la fase di codifica) ® Filtro (selezione di determinate informazioni o di determinati aspetti del segnale) e Feedback(quantità di informazione che dal ricevente torna all’emittente) Secondo questo modello l’unità minima della comunicazione è composta da: codice di trasmissione, emittente in grado di codificare, ricevente in grado di decodificare. rumore Fonte encoding trasmettitore segnale I Tecettore decoding messaggio destinatario Canale NI sm 45 Cristina invia Grisimascolta | | Crisinasomide Serpo ascoli Sergio risponde | || Segiosomide BI 8 » INTERAZIONE E RELAZIONE Comunicazione significa relazione Nello studio della comunicazione vengono sviluppate tre aree di ricerca: ® Analisi del comportamento non verbale ® Ruolo della comunicazione nella costruzione del Sé e Fenomeno diacquisizione dei significati che il bambino sviluppa grazie all'interazione con gli adulti di riferimento IL MEDIUM, | MEDIA: OLTRE | CONFINI DEL CORPO e Medium: qualunque elemento o strumento che ci permetta di entrare in interazione e di comunicare con l'ambiente esterno o Corpo: sistema multimodale altamente complesso. È possibile comunicare attraverso i movimenti del corpo o Disegno: comprende l’uso di una specifica superficie bidimensionale e di un oggetto necessario ad imprimere segni. In questo medium vi è un vincolo, che è costituito dal fatto che lo spazio è utilizzato per rappresentare contemporaneamente sia spazio che tempo. Si verifica inoltre l'estensione del corpo a unoggetto esterno. Il passaggio dal corpo al foglio determina due grandicambiamenti: = Permanenza fisica del messaggio = Fruizione del messaggio differita nel tempo e nello spazio L'evoluzione delle nuove tecnologie ha condotto alla definizione di diversi livelli di presenza: ® Presenza fisica: l’esistenza di un oggetto in una specifica regione spazio-temporale ® Presenza soggettiva: percezione di essere collocato nello stesso scenario spazio-temporale in cui si verifica un dato evento ® Presenza come interattività: senso di presenza collegato alla possibilità di azione del soggetto ed è la possibilità di interagire a definire il grado di coinvolgimento all’interno di mondi simulati INTERAZIONE E RELAZIONE APPROCCIO INTERAZIONISTA CULTURALE La comunicazione viene vista come un momento di collaborazione tra più individui che si realizza attraverso comportamenti compresenti e coordinati. La comunicazione infatti necessita, oltre che della competenza linguistica, anche di una competenza conversazionale. Si può affermare che la comunicazione crea cultura in quanto è un momento di crescita e confronto del soggetto con altri individui. Il flusso comunicativo è la continua interazione tra i soggetti, i quali ruoli sono in continuo interscambio. APPROCCIO SISTEMICO Il sistema è un'unità comunicativa ed è composto dalla totalità dei componenti che comunicano (non dalla loro sommativa). Secondo questo approccio la comunicazione è la componente costitutiva delle relazioni umane e la principale responsabile della costruzione dell'identità individuale e sociale. Quando un soggetto comunica qualcosa ad un altro ne dà una definizione e contemporaneamente definisce se stesso in base alla definizione che dà dell'altro e alla relazione che unisce: mamma non è tale se non c'è figlio e viceversa. La comunicazione è inoltre data dall'insieme di feedback che un soggetto restituisce ad un altro. Ogni comunicatore infatti procede su due livelli distinti ed interdipendenti: @ Livello di notizia: ciò che un soggetto dice ® Livello di comando: la chiave di lettura e il valore del messaggio che il comunicatore fornisce all’interlocutore “non hai ancora preparato da mangiare?” -> è tardi ed io ho fame SVILUPPO ONTOGENETICO DELLA COMUNICAZIONE Questo approccio si concentra principalmente sull'evoluzione comunicativa del soggetto dall'età infantile. Inizialmente infatti il bambino non si percepisce come ente distinto, nel momento in cui diviene consapevole di essere un soggetto distinto può iniziare il processo di comunicazione. Lo sviluppo ontogenetico si attua in tre fasi: 1. Processo di decontestualizzazione: le strategie di indicazione divengono condivise dal bambino e dall’adulto di riferimento, ma possono essere intese solo da un gruppo ristretto di individui e in un gruppo ristretto di situazioni 2. Processo di convenzionalizzazione: il bambino riesce a costruire procedure ritualizzate concentrandosi sull’ordine dei segni e non sul significato specifico di ognuno 3. Processo di desostanzializzazione: il bambino è in grado di produrre simboli che progrediscono verso forme convenzionali più astratte, rendendolo in grado di comunicare con persone sempre più distanti dal suo nucleo familiare. Il bambino apprende mediante scambi ripetuti con le figure di riferimento, egli quindi cresce grazie alla comunicazione. L’adulto assume la funzione di scaffolding, ovvero di figura di sostegno, in quanto favorisce i dialoghi e i processi di comunicazione e illustra i modelli di comportamento da seguire. I LINGUAGGI IL LINGUAGGIO VERBALE Il linguaggio verbale è composto da più componenti: 1. Suoni:i suoni possono essere studiati da due ambiti: o Fonetica: considera il suono per le sue caratteristiche acustiche o Fonologia: studio delle unità fondamentali del linguaggio che influiscono sul significato, i fonemi, ma anche del modo in cui utilizziamo questi suoni per formare le parole e produrre significato 2. Grammatica: raccoglie una successione di regole necessarie alla corretta formulazione di frasi, sintagmi e parole 3. Sintassi: gruppo di regole che indica come le parole e le frasi possono essere combinate tra loro 4. Morfologia: indaga le più piccole parti di significato contenute nelle parole e le regole che portano alla formazione delle parole 5. Semantica: studio del significato delle parole, degli insiemi delle parole, delle frasi 6. Pragmatica: studio delle parole all’interno del loro contesto di utilizzo Levelt ha descritto il percorso dall’intenzione comunicativa all’articolazione della parola con tre livelli: 1. Concettualizzazione: viene specificata la rappresentazione semantica di ciò che si intende dire o di una singola parola 2. Formulazione:traduce la struttura semantica in una struttura linguistica 3. Articolazione: esecuzione della proposizione per mezzo della voce BASI NEUROLOGICHE DEL LINGUAGGIO Il linguaggio verbale è reso possibile da abilità cognitive e motorie e da componenti neurobiologiche specifiche. Lesioni nelle aree di Broca e Wernicke provocano specifici disturbi del linguaggio, detti afasie LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO: FARSI STRADA CON LE PAROLE Inizialmente i bambini sono in grado di distinguere fonemi identificati tra tutte le lingue del mondo. Tuttavia, dopo i 6-8 mesi tale capacità comincia a diminuire e i bambini cominciano a specializzarsi nella lingua a cui sono esposti. ® Periodocritico: periodo in cui il bambino è particolarmente sensibile a stimoli linguistici e acquisisce più facilmente la lingua Si riconoscono quattro stadi di sviluppo nell’acquisizione del linguaggio: 1. Stadio fonatorio (0-2 mesi): Caratterizzato dalla produzione di suoni quasi vocali, pianto riflesso e suoni vegetativi 2. Stadio primitivo fonatorio (2-4 mesi): avviene la produzione sequenziale di suoni che sono quasi vocali e protoconsonanti. In questo periodo si presentano le vocalizzazioni di benessere (cooing) 3. Stadio di espansione (4-8 mesi): vi è una varietà di nuovi tipi di suoni. A questa fase appartiene la comparsa del babbling, chiamato anche lallazione. ® Lallazione: produzione di una sequenza di sillabe di tipo consonante-vocale che si ripetono identiche. In questo periodo si accentua la coordinazione tra articolazione e fonazione 4. Stadio canonico (5-12 mesi): articolazione di sequenze. La fase terminale della lallazione si sovrappone alla fase iniziale dell’acquisizione lessicale Raggiunta l’età di un anno i bambini cominciano a utilizzare forme linguistiche più complesse e aumentano il numero di parole diverse che sono in grado di formulare. A partire dai 18 mesi e fino ai 30 mesi si ha il periodo di massima velocità di espansione del vocabolario Raggiunta l’età dei due anni i bambini sono in grado di parlare con un linguaggio telegrafico A tre anni imparano ad utilizzare il plurale e a esprimere il passato (fenomeno degli ipercorrettivismi) A 5 anni i bambini hanno acquisito le regole fondamentali del linguaggio L'ACQUISIZIONE DEL LINGUAGGIO: QUESTIONE DI APPRENDIMENTO O DISPOSITIVO INNATO? Vi sono due teorie principali: ® Teoria dell’apprendimento: teoria secondo la quale l'acquisizione della lingua segue i principi di rafforzamento e condizionamento. A favore di questa teoria la ricerca dimostra che più i bambini sono esposti al linguaggio più in fretta lo imparano. Tuttavia questo modello non spiega l'apprendimento delle regole grammaticali. ® Teoria della capacità linguistica innata: Chomsky sostiene che gli umani nascono con una capacità innata, sostenuto dalla sua teoria della grammatica universale: o Grammatica universale: struttura del linguaggio comune a tutte le lingue del mondo Inoltre Chomsky teorizza la LAD, il dispositivo di acquisizione linguistica: o LAD: struttura profonda del linguaggio costituita da un insieme di regole grammaticali che ci permettono di formulare e capire frasi mai sentite prima. Chomsky inoltre distingue la competence dalla performance: o Competence: conoscenza implicita della lingua o Performance: abilità nella effettiva produzione delle frasi La performance non dipende solo dalla competenza, ma anche da altri fattori cognitivi, come la memoria. Distingue inoltre le strutture del linguaggio: o Struttura profonda: livello semantico, livello al quale è collocato il significato o Struttura superficiale: livello sintattico, livello al quale sono situate le parole Con la distinzione tra le due strutture Chomsky arriva a due conclusioni: DAL LINGUAGGIO Al LINGUAGGI: L'ATTO GLOBALE E L’ INTERMODALITÀ SEMANTICA Atto comunicativo globale: entità molare, unitaria e coesa organizzata e articolata in una molteplicità diatti molecolari sovraordinati e regolati dall’intenzione comunicativa che stabilisce tra i segni relazioni semiotiche Con questa definizione si supera così la distinzione tra linguaggio verbale e non verbale: i diversi atti molecolari hanno significato solo in relazione agli altri ed esiste quindi una relazione di autonomia e interdipendenza. Intermodalità semantica: integrazione di linguaggi diversi che agiscono sinergicamente per costruire il significato della comunicazione. Vengono quindi usati linguaggi diversi (voce, gesti) in media diversi (corpo, telefono) per comunicare evento referenziale (fa riferimento alle conoscenze e ai significati) concettualizzazione (capacità del soggetto di costruire dei significati) Elaborazione (intervento dei linguaggi) evento comunicativo (indico, traduco quello che ho pensato tramite dei gesti) CAPITOLO X SPIEGARE LA MOTIVAZIONE e Motivazione: insieme dei processi di attivazione e orientamento del comportamento verso la realizzazione di un determinato scopo GLI ISTINTI: NATI PER ESSERE MOTIVATI IL CONCETTO DI ISTINTO NELLA PSICOLOGIA DELLA MOTIVAZIONE e Istinto: modello di comportamento innato, integrato nel sistema nervoso e biologicamente determinato Fin dalla nascita l'individuo è quindi dotato di un certo numero di risposte innate, caratterizzate da una associazione pre-esistente tra stimoli ambientali e tendenza al comportamento. Secondo tale approccio uomini e animali sono dotati di schemi di azione su base genetica. Tali sequenze sono eseguite in maniera fissa e rigida, diffuse nella specie e indipendenti dall’apprendimento. Il concetto di istinto fu inizialmente proposto da Darwin, il quale sosteneva che gli uomini, come gli animali, nascono con degli istinti che spingono il comportamento in una data direzione e determinano la sopravvivenza nel principio di selezione naturale. L'integrazione del concetto di istinto nella psicologia si deve a McDougall: ® Psicologia degli istinti di McDougall: teoria secondo la quale gli istinti rappresentano i motori di ogni condotta. In questa definizione è possibile rintracciare diverse componenti: o Componente cognitiva: riconoscere qualcosa e prestarvi attenzione o Componente affettiva: ogni istinto è caratterizzato da una specifica emozione o Componente conativa: l'impulso ad agire in un certo modo McDougall cercò di ricondurre il comportamento a un numero limitato di istinti, chiamati poi inclinazioni, classificandoli in un elenco di 18 categorie. Questo modello fu poi abbandonato in quanto non riusciva a spiegare comportamenti umani più complessi ETOLOGIA E IMPRINTING Studi sull’etologia portarono a importanti conclusioni: e Schemadiazione fissa, Lorenz: unità di azione composte da sequenze stereotipate di movimenti Gli studi sull’etologia portarono quindi alla conclusione che i comportamenti istintivi sono sequenze di movimenti regolate da schemi fissi di azione sensibili a un determinato stimolo: ® Stimolo-chiave: stimolo attivante schemi fissi di azione A tale proposito Tinbergen studiò il comportamento dello spinarello maschio e arrivò alla conclusione che la selettività di risposta a determinati stimoli ha un ruolo adattivo. e Imprinting, Lorenz: comportamento speci-specifico geneticamente programmato, corrispondente alla tendenza innata del piccolo a considerare come propria madre il primo oggetto in movimento con cui entra in contatto. L’imprinting avviene durante un periodo critico di acquisizione entro il quale si sviluppa la fissazione del comportamento istintivo e Modello idraulico, Lorenz: modello energetico fondato sull'idea di un’energia (specifica per un istinto) che si accumula all’interno dell'organismo e spinge per essere liberata. Se l’azione istintiva non viene svolta per lunghi periodi di tempo l'accumulo di energia aumenta e con esso anche la sensibilità agli stimoli-chiave, fino ad arrivare all'attività a vuoto, in cui la sola pressione può condurre all’azione. AI contrario se il serbatoio energetico è vuoto nessuno stimolo può portare alla liberazione dell'energia LATEORIADELLARIDUZIONE DELLE PULSIONI: SODDISFARE I PROPRI BISOGNI ® Teoria della riduzione delle pulsioni: teoria secondo la quale la mancanza di requisiti biologici fondamentali produrrebbe una pulsione allo scopo di ottenere quella determinata risorsa Questa teoria si basa sull'idea che il comportamento sia guidato dalla necessità di mantenere l’omeostasi. OMEOSTASI E TEORIA BIOLOGICA e Omeostasi: tendenza dell'organismo a mantenere uno stato di equilibrio interno ® Teoria biologica della motivazione: secondo questa teoria il corpo è caratterizzato da alcuni bisogni biologici che vanno soddisfatti per mantenere uno stato di equilibrio od omeostasi PULSIONI PRIMARIE E SECONDARIE ® Pulsioni primarie: pulsioni legate a bisogni biologici del corpo ® Pulsioni secondarie: pulsioni legate a bisogni che nascono da esperienze passate e dall’apprendimento MODELLO PULSIONE X ABITUDINE La teoria della riduzione delle pulsioni è riscontrabile in diversi modelli: ® Freud:le pulsioni di sesso ed aggressività motivano il comportamento umano e Modello pulsione x abitudine: Hull considerava componenti costitutive della motivazione la pulsione e l'abitudine: o Pulsione: attivazione dell'organismo che mette in moto un comportamento per soddisfare un bisogno =. Bisogno: condizione di carenza o necessità o Abitudine: associazione ripetuta tra un dato stimolo e una certa risposta LA TEORIA DELL’INCENTIVO: SPINTA E ATTRAZIONE Venne introdotto alla teoria di Hull il valore di incentivo e si creò così una nuova teoria: ® Teoria dell’incentivo: teoria secondo la quale la motivazione scaturisce dal desiderio di raggiungere obiettivi di valore esterni a noi, detti incentivi o Incentivo: obiettivo di valore esterno all'individuo; proprietà desiderabile dello stimolo ambientale che spinge all’azione Si è sostenuto che le pulsioni interne lavorano congiuntamente con gli incentivi esterni ISTINTI O PULSIONI? ALCUNE DIFFERENZE ISTINTI PULSIONI -Concepiti come innati -Pulsioni primarie concepite come innate -Questo approccio affida a fattori interni all'individuo la -Questo approccio affida a fattori interni all'individuo la spinta e la motivazione ad agire spinta e la motivazione ad agire -Non sono soggetti a variazioni -Possono essere soggette a variazioni tra individui e alle influenze dell'ambiente «Essendo sempre innati non sono apprendibili -Le teorie della riduzione delle pulsioni affidano un ruolo fondamentale all’apprendimento | rinforzi hanno un ruolo fondamentale nelle teorie delle pulsioni e si dividono in: ® Rinforzi primari: rinforzi che soddisfano bisogni biologici ® Rinforzi secondari: rinforzi appresi e culturalmente determinati Le teorie della riduzione delle pulsioni non riescono però a spiegare la curiosità. e Motivazione intrinseca: porta a intraprendere un'attività per il proprio piacere piuttosto che per un qualsiasi riconoscimento e Motivazione estrinseca: ha come obiettivi ricompense concrete APPLICARE DIVERSE PROSPETTIVE ALLA MOTIVAZIONE FAME E ALIMENTAZIONE I FATTORI BIOLOGICI NELLA REGOLAZIONE DELLA FAME Secondo una prima teoria la fame sarebbe data dalla contrazione dello stomaco, ma si notò che: a. La resezione delle connessioni nervose tra il tratto gastrointestinale e il cervello aveva scarsa influenza sul comportamento di alimentazione dell’animale b. Anche individui che subivano l'asportazione dello stomaco continuavano a sentire la sensazione di fame Tuttavia il ruolo del tratto gastrointestinale è stato riconsiderato. LE TEORIE DEL VALORE DI RIFERIMENTO ® Teoria glucostatica: teoria secondo la quale la motivazione della fame è regolata dai cambiamenti del livello di glucosio. | livelli di glucosio sono moderati dall’ipotalamo. Questa teoria tiene conto della regolazione della fame a breve termine @ Teoria lipostatica: teoria secondo la quale la motivazione della fame è asservita al mantenimento di una quantità costante di grasso corporeo. Questa teoria tiene conto della regolazione della fame a lungo termine, svolgendo un processo di omeostasi che regola le funzioni corporee attraverso un sistema di feedback negativo che controlla il mantenimento di un set point Il valore di riferimento del peso è in parte determinato da fattori genetici. IL RUOLO DELL’IPOTALAMO: IL MODELLO DEI DUE CENTRI L’ipotalamo svolge una funzione primaria nella regolazione dell'assunzione di cibo. ® Teoria del duplice controllo ipotalamico: teoria secondo la quale nell’ipotalamo si trovano i centri della fame e della sazietà che operano congiuntamente nella determinazione del comportamento alimentare o Ipotalamolaterale: un danneggiamento a quest'area può portare alla morte per digiuno (afagia). In questa area è situato il centro della fame o Ipotalamo ventromediale: può provocare un'alimentazione eccessiva (iperfagia). In questa area è situato il centro della sazietà Il modo in cui l’ipotalamo agisce sulla regolazione del cibo rimane ancora non chiaro. Una teoria sostiene che i due centri regolatori siano deputati al monitoraggio dei livelli di glucosio e grasso corporeo in funzione di valori critici di riferimento. L’ipotalamo ha un ruolo centrale nella regolazione del cibo, ma non lavora da solo: esso interagisce con numerosi sistemi neuroanatomici e neurofunzionali ALIMENTAZIONE E FATTORI SOCIALI Processi di natura biologica non sono sufficienti a spiegare i nostri comportamenti alimentari: ® Teorie dell’incentivo: le teorie dell’incentivo hanno posto in luce il valore motivante assunto da determinati stimoli esterni, che diventano oggetti di desiderio Fattori sociali e culturali prendono parte importante nel regolare quando e quanto un individuo mangia LE ORIGINI DELL’OBESITÀ ® Indice di massa corporea: misura utilizzata nella definizione dell'obesità, si basa sul rapporto peso-altezza Vi sono diverse teorie sulle cause dell'obesità: * Ipersensibilità a stimoli esterni fondata su fattori sociali associata a ipersensibilità alle sensazioni interne di fame @ Spiegazioni di tipo biologico (metabolismo lento, elevato numero di cellule adipose, valore di riferimento insolitamente alto). Per quanto riguarda lo sballamento di valore di riferimento vi sono diverse spiegazioni: 1. Gliindividui obesi hanno un livello più alto di /eptina, un ormone che protegge il corpo dalla perdita di peso 2. Una seconda spiegazione è legata alla grandezza e al numero di cellule di grasso nel corpo, che aumenta all'aumentare del peso La teoria del valore standard non è universalmente accettata, e ne sono state utilizzate altre: ® Teoria del valore di assestamento: teoria secondo la quale l'assunzione di cibo è diretta all'esigenza di mantenere il peso corporeo attorno a un valore personale di assestamento che dipende da una combinazione tra eredità genetica e tipo di ambiente in cui si vive DISTURBI ALIMENTARI ® Anoressia nervosa: disturbo alimentare che porta al rifiuto di cibo e a negare che tale comportamento o l'aspetto dell'individuo affetto siano fuori dalla norma. Colpisce generalmente donne tra i 12 e i 40 anni. Le persone che sviluppano questo disturbo provengono generalmente da famiglie stabili, hanno successo e sono di bell'aspetto. La loro vita ruota intorno al cibo: nonostante lo rifiutino, cucinano spesso per gli altri ® Bulimia:le persone affette da questo disturbo mangiano in maniera esagerata e vengono poi sopraffatte dai sensi di colpa e dalla depressione e si inducono vomito o diarrea per poter espellere il cibo (Comportamento purgativo). Il frequente uso di medicinali e l'alternarsi di ingestioni e comportamenti purgativi possono portare a insufficienza cardiaca. Le persone affette da questo disturbo spesso hanno un peso che rimane nella norma Le cause di questi disturbi non sono ancora certe: e Causabiologica: gli individui che sviluppano il disturbo hanno uno squilibrio chimico a livello dell’ipotalamo o della ghiandola pituitaria e Causelegatea fattori sociali: secondo questa ipotesi le cause vanno cercate nel giudizio sociale sulla bellezza e nel rifiuto del concetto di obesità e Causelegatea problemi familiari: questi disturbi potrebbero essere causati da genitori troppo esigenti o da dinamiche familiari disfunzionali IL BISOGNO DI SUCCESSO E IL BISOGNO DI POTERE IL BISOGNO DI SUCCESSO ® Bisognodi successo: un individuo ottiene soddisfazione nel cercare di raggiungere e nell’ottenere risultati di eccellenza Il bisogno di successo motiva all’autovalutazione delle proprie capacità e al confronto con livelli di riferimento. La scelta delle prove a cui un individuo bisognoso di successo si sottopone è compiuta secondo i criteri elencati da Atkinson. Un alto bisogno di raggiungere risultati positivi produce generalmente buoni esiti. Uno strumento utilizzato per misurare la tendenza al successo di un individuo è il test di appercezione tematica: e Testdi appercezione tematica: durante questo test l’esaminatore mostra una serie di immagini ambigue e chiede all’esaminando di scrivere una storia che descriva l’immagine. L'idea fondamentale usata è quella che il motivo di riuscita influenza il modo in cui l'individuo percepisce e valuta la situazione IL BISOGNO DI POTERE * Bisognodi potere: bisogno di dominare e controllare il proprio ambiente fisico e sociale. Il potere designa qualsiasi possibilità di far prevalere la propria volontà FATTORI BIOLOGICI E ADATTIVI DEL BISOGNO DI POTERE Il legame tra bisogno di potere e benessere fisico è consolidato: il potere garantisce una maggiore libertà d'azione e di spazio fisico e sociale; la mancanza di potere determina stress e conseguenti danni psicofisiologici, come atrofia dei neuroni dell’ippocampo e guasti alla memoria ippocampale FATTORI SOCIALI DEL BISOGNO DI POTERE ® Potere:quoziente della forza massima che A ha su B e della resistenza massima che B può impiegare Componenti dell’azione di potere: 1. Stato di bisogno di A: può essere soddisfatto solo dal comportamento di sottomissione di uno o più individui nei suoi confronti 2. Resistenza di B: affinché ci possa essere una dinamica di potere è necessario che B si imponga 3. Mobilitazione delle fonti di potere e selezione dei mezzi: la resistenza induce A ad analizzare le sue fonti e selezionare la più appropriata ad agire 4. Valutazione degli effetti su B e influenza delle inibizioni di potere: le fonti di potere possono non trasformarsi in comportamenti di potere ed essere inibite per motivi sociali o morali MccClelland individua due fattori inerenti al potere: e Orientamentoal potere personalizzato: orientamento che mira egoisticamente e senza inibizioni al rafforzamento della posizione del soggetto e Orientamentoal potere socializzato: orientamento caratterizzato dalla pratica del potere al servizio degli altri IL MODELLO DELLO SVILUPPO SEQUENZIALE DEL POTERE Mcclelland propone una teoria che descrive i diversi stadi di maturazione del motivo di potere, combinando le ipotesi del modello freudiano. Gli oggetti-meta vengono organizzati secondo due dimensioni: ® Fonte del potere: può essere posta all’interno o all’esterno del soggetto e Obiettivo dell'effetto del potere: può essere rappresentato dal Sé o da un altro individuo o oggetto esterno I stadio: Corrisponde allo stadio orale. Il soggetto può diventare forte assimilando qualcosa di fortificante. Ciò che produce il potere è esterno al soggetto mentre l’effetto è interno Il stadio: Corrisponde alla fase anale. Il soggetto è la fonte stessa del potere circondandosi di oggetti che dimostrano la sua forza a se stesso oppure attraverso prove di autocontrollo e dominio di sé Ill stadio: Corrisponde alla fase fallica dell’autoaffermazione. Il soggetto esperisce la forza attraverso l'influenza che ha sugli altri. A questo stadio appartiene anche la spinta ad aiutare motivata dal riconoscimento della propria superiorità rispetto a chi ha bisogno di aiuto IV stadio: Corrisponde alla fase genitale, caratterizzata da reciprocità e da fedeltà. Né la fonte né l'oggetto hanno origine nel soggetto. La fonte è posta in un principio superiore (un'idea, dio) e il soggetto si esperisce unicamente come strumento al servizio di qualcosa di superiore. L'effetto si manifesta negli altri: sono gli individui e non il soggetto che devono diventare piùforti CAPITOLO XII GLI APPROCCI PSICODINAMICI ALLA PERSONALITÀ ® Personalità: l'insieme delle caratteristiche durature che differenziano le persone; i comportamenti che rendono unico ogni individuo LA TEORIA PSICOANALITICA DI FREUD @ Teoria psicoanalitica (psicodinamica): teoria fondata sull'idea che la personalità sia motivata da forze e conflitti interni di cui le persone hanno poca consapevolezza o controllo ® Inconscio: parte della personalità di cui una persona non è consapevole e che è un potenziale fattore del comportamento. Formato da: o Preconscio: piccola parte che contiene materiale non minaccioso e facilmente riportabile alla mente o Parte profonda dell'inconscio: vi si trovano le forze istintive, i desideri, le voglie, le esigenze e i bisogni nascosti alla consapevolezza a causa dei conflitti e del dolore che potrebbero causare L’inconscio supera in quantità la parte conscia del soggetto. Freud sosteneva che per conoscere la personalità di un individuo fosse necessario svelare il contenuto del suo inconscio. Le chiavi dell'inconscio sono lapsus, fantasie e sogni. Un lapsus può essere interpretato come rilevatore dei desideri sessuali inconsci di chi parla STRUTTURAZIONE DELLA PERSONALITÀ: ES, IO E SUPER-IO Freud ha sviluppato una complessa teoria che vede la personalità composta da tre istanze separate e interagenti: ® Es:la parte innata, grezza, non organizzata della personalità, il cui unico scopo è di ridurre la tensione creata da forze primitive quali fame, sesso, aggressività e impulsi naturali ® lo:la parte della personalità che fa da cuscinetto tra l’Es e il mondo esterno ® Super-lo: l’ultima struttura della personalità a svilupparsi; rappresenta il giusto e lo sbagliato della società tramandato da genitori, insegnanti e altre figure importanti per il soggetto Il Super-lo e l’Es sono irrealistici, in quanto non considerano gli aspetti pratici imposti dalla società: il Super-lo creerebbe un perfezionista incapace di fare i necessari compromessi che la vita richiede. Un Es senza restrizioni creerebbe un individuo primitivo egoista. L’io si trova a fare dei compromessi tra le due parti LO SVILUPPO DELLA PERSONALITÀ: UNA TEORIA PER STADI Secondo Freud la personalità si sviluppa in stadi. Questa distinzione spiega come le esperienze e le difficoltà verificatesi durante uno stadio dell'infanzia possano predire caratteristiche specifiche nella personalità adulta. La teoria inoltre focalizza ogni stadio su una funzione biologica principale. ® Fissazione: conflitti o preoccupazioni che persistono oltre il periodo di sviluppo in cui si sono presentati per la prima volta | stadio: Fase orale: fase che va dalla nascita ai 12-18 mesi, in cui il centro del piacere del bambino è la bocca. Lo svezzamento rappresenta il principale conflitto durante la fase orale. Se i neonati sono eccessivamente appagati o frustrati nella loro ricerca possono rimanere fissati a questo stadio Il stadio: Fase anale: fase che va dai 12-18 mesi ai 3 anni, in cui il piacere del bambino è centrato sull’ano. | bambini ottengono piacere dalla ritenzione e dall’espulsione delle feci. Se la Ill stadio: IV stadio: V stadio: fissazione avviene durante questa fase gli adulti potrebbero mostrare eccessiva rigidità, senso dell'ordine o al contrario disordine e sciatteria Fase fallica: fase che va dai 3 anni ai 5-6 anni, in cui il piacere del bambino è focalizzato sui genitali. In questa fase si sviluppa il conflitto edipico: o Conflitto di Edipo: interesse sessuale del bambino verso il genitore di sesso opposto e identificazione del genitore dello stesso sesso come rivale. Maschi e femmine a questo punto hanno due reazioni diverse: poiché il bambino considera il padre come troppo potente, sviluppa il timore che egli possa privarlo della fonte di minaccia, ovvero l'organo sessuale. La paura di perdere il pene porta all’ansia di castrazione, che diventa così intensa che il bambino reprime il desiderio per la madre e si identifica con il padre. Le bambine invece sperimentano l'invidia del pene e incolpano le proprie madri della loro castrazione. Le bambine credono che per risolvere questi sentimenti inaccettabili debbano identificarsi con il genitore dello stesso sesso o Identificazione: processo per cui si desidera essere il più possibile come un’altra persona, imitando il suo comportamento e adottandone pensieri e valori Se si presentano problemi durante questa fase si possono sviluppare problemi di diversi tipi, inclusi comportamenti da ruolo sessuale improprio e il fallimento nello sviluppo di una coscienza Fase di latenza: fase che va dai 5-6 anni all'adolescenza. In questa fase le preoccupazioni sessuali dei bambini sono temporaneamente messe da parte Fase genitale: fase che va dalla pubertà alla morte. Fase caratterizzata da un comportamento sessuale maturo, che Freud identifica con il rapporto sessuale I MECCANISMI DI DIFESA . . . Angoscia nevrotici : segnale pericoloso inviato dall’lo in cui gli impulsi irrazionali provenienti dall’Es minacciano di irrompere e diventare incontrollabili Per poter fronteggiare l'angoscia gli individui sviluppano una serie di meccanismi di difesa: Meccanismi di difesa: strategie inconsce che le persone usano per ridurre l'angoscia occultando la sua fonte a se stessi e agli altri. o Rimozione: principale meccanismo di difesa, in cui un impulso dell’Es inaccettabile e spiacevole viene rispedito nell’inconscio o Regressione: le persone si comportano come se fossero a uno stadio precedente di sviluppo o Spostamento: l’espressione di un pensiero che non si vuole è spostata da una persona potente a una più debole o Proiezione: la persona attribuisce impulsi o sentimenti indesiderati a un’altra persona o Sublimazione: una persona trasferisce un impulso indesiderato a pensieri, sentimenti o comportamenti socialmente approvati Tutti noi utilizziamo i meccanismi di difesa quotidianamente. Nevrosi: disturbo mentale in cui gli impulsi inaccettabili non riescono ad essere nascosti completamente causando una lotta interiore con eccessivo dispendio di energia psichica VALUTAZIONE DEI RETAGGI FREUDIANI La psicoanalisi freudiana subì molte critiche: Mancanza di dati scientifici: il concetto di personalità è costruito su concetti non osservabili Osservazioni basate su una popolazione limitata: il campione utilizzato da Freud era composto da donne austriache dell'alta borghesia del primo Novecento. Queste considerazioni potrebbero essere non applicabili su altri campioni . . GLI PSICOANALISTI NEOFREUDIANI * Psicoanalisti neofreudiani: psicoanalisti che si sono formati con la teoria freudiana tradizionale ma successivamente hanno rifiutato alcuni dei suoi punti principali L’INCONSCIO COLLETTIVO DI JUNG Jung rifiutò la nozione dell'importanza primaria delle spinte sessuali inconsce e si concentrò sulle spinte primitive dell'inconscio in maniera più positiva: e Inconsciocollettivo: insieme comune di idee, sentimenti, immagini e simboli che ereditiamo dai nostri avi, dall'intera razza umana e anche dagli antenati animali del lontano passato ® Archetipi: rappresentazioni simboliche universali di una particolare persona, oggetto o esperienza contenute nell’inconscio collettivo. Gli archetipi giocano un ruolo fondamentale nel determinare le nostre reazioni, le abitudini e i valori nel quotidiano ADLER E GLI ALTRI NEOFREUDIANI e Adlerriteneva che la principale motivazione umana fosse la lotta per la superiorità intesa come una ricerca per raggiungere un auto-miglioramento e la perfezione, e non il bisogno sessuale e Complesso di inferiorità: situazione in cui gli adulti non sono stati in grado di superare il sentimento di inferiorità che hanno sviluppato da bambini, quando erano piccoli e limitati nella loro conoscenza del mondo e Horney sosteneva che la personalità si sviluppa in termini di relazioni sociali e dipende soprattutto dalle relazioni tra genitori e figli e da quanto siano stati soddisfatti i bisogni dei bambini. Secondo Horney ciò che le donne invidiano negli uomini non è l'organo sessuale ma l'indipendenza, il successo e la libertà. Horney fu una delle prime a sottolineare l’importanza dei fattori culturali nella determinazione della personalità ALTRE PRINCIPALI TEORIE DELLA PERSONALITÀ: ALLA RICERCA DELL’UNICITA UMANA LA TEORIA DEI TRATTI: ETICHETTARE LA PERSONALITÀ ® Tratti: dimensioni durevoli delle caratteristiche di personalità con cui la gente si differenzia ® Teoria dei tratti: modello di personalità che cerca di identificare i tratti di base necessari per descrivere la personalità LA TEORIA DEI TRATTI DI ALLPORT: L’IDENTIFICAZIONE DI QUELLI PIÙ IMPORTANTI Allport propose tre categorie essenziali di tratti: ® Tratto maggiore o cardinale: caratteristica singola che guida gran parte delle attività di una persona ® Tratti centrali: rappresentano le caratteristiche principali di un individuo; in genere vanno dai 5 ai 10 in ogni persona ® Tratti secondari: rappresentano caratteristiche che influiscono sul comportamento in un numero inferiore di situazioni CATTELL, EYSENCK E | BIG FIVE: QUANTIFICARE LA PERSONALITÀ criticate per l'assunzione che le persone siano fondamentalmente buone (nozione non verificabile) e per l'utilizzo di valori non scientifici CONFRONTO FRA LE TEORIE DELLA PERSONALITÀ Approccio Consce vs Fattori ereditari vs Libera volontà vs Stabilità vs teorico e inconsce fattori ambientali determinismo modificabilità principali teo! Psicodinamica Enfatizza Evidenzia la Accento sul Enfatizza la (Freud) l'inconscio struttura di determinismo, stabilità delle personalità che considera il caratteristiche nel innata, ereditata, comportamento corso dell'intera e nel contempo diretto e causato vita enfatizza da fattori esterni l'importanza al proprio dell'esperienza controllo dell'età adulta Tratti (Allport, | Trascura sia Gli approcci Accento sul Enfatizza la Cattell, l'inconscio sia il variano determinismo, stabilità —1delle conscio che considera il caratteristiche nel Eysenck) comportamento diretto e causato da fattori esterni corso dell'intera vita al proprio controllo Apprendimento | Trascura sia Si focalizza Accento sul Sostiene che la (Skinner, l'inconscio sia il sull'ambiente determinismo, personalità Bandura) conscio che considera il rimane sensibile comportamento ed elastica diretto e causato attraverso tutta la da fattori esterni vita al proprio controllo Biologico ed | Trascura sia Evidenzia Accento sul Enfatizza la evoluzionistico | l'inconscio sia il determinanti determinismo, stabilità delle (Tellegen) conscio della che considera il caratteristiche nel personalità comportamento corso dell'intera innate ed diretto e causato vita ereditarie da fattori esterni al proprio controllo Umanistico Enfatizza il conscio Evidenzia Accento sulla Sostiene che la (Rogers, l'interazione libertà degli personalità Maslow) tra l'ambiente individui nel fare rimane sensibile el’ereditarietà le proprie scelte ed elastica attraverso tutta la vita VALUTAZIONE DELLA PERSONALITÀ: DEFINIRE CHE COSA CI RENDE SPECIALI Test psicologico: misura standard ideata per valutare obiettivamente il comportamento; è utilizzato dagli psicologi per aiutare le persone a prendete decisioni sulla loro vita e comprendere di più loro stessi. Deve avere tre caratteristiche: o Attendibilità: si riferisce alla ripetibilità della misura di un test o Validità: un test ha validità quando misura ciò per cui è stato progettato o Basato su valori normativi: basato su misure di riferimento delle prestazioni al test che permettono di fare un confronto MISURE DI PERSONALITÀ SELF-REPORT e Misurediself-report: metodo per raccogliere dati sulle persone facendo loro delle domande su episodi del proprio comportamento Uno dei migliori esempi di misura self-report è il MMPI-2: e Inventario Multifasico della Personalità Minnesota-2: test di self-report ampiamente utilizzato che identifica le persone con difficoltà psicologica ed è impiegato per predire alcuni comportamenti quotidiani Per creare test psicologici si fa ricorso alla standardizzazione: ® Standardizzazione del test: tecnica utilizzata per validare delle domande nei test di personalità studiando le risposte delle persone con diagnosi note METODI PROIETTIVI ® Testdi personalità proiettivi: test in cui vengono mostrati degli stimoli ambigui e si chiede di descriverli o di raccontare una storia su di essi o Test di Rorschach:test che consiste nel mostrare una serie di stimoli visivi simmetrici al soggetto a cuisi chiede cosa rappresentano tali figure per lui o Test di Appercezione Tematica: test fatto da una serie di immagini sulle quali si chiede al soggetto di scrivere una storia Questi test furono criticati in quanto si richiedono troppe deduzioni da parte dell’esaminatore VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO ® Valutazione del comportamento: misure dirette del comportamento di una persona, utilizzate per descrivere delle caratteristiche indicative della personalità CAPITOLO XIII BENESSERE SOGGETTIVO Il benessere è un fattore incredibilmente soggettivo e ogni individuo ne da un’interpretazione soggettiva. ® Benessere soggettivo: condizione di raggiungimento di un equilibrio inter e intra individuale. La felicità viene percepita come: o Soggettiva: ciò che rende felici alcune persone, ne rattrista altre o Temporale: ciò che rende felici in alcuni momenti non ha sempre lo stesso effetto o Transitoria: ciò che rende felici non mantiene nel tempo lo stesso effetto Il livello di benessere soggettivo è stabile. Si è ipotizzato che le persone abbiano un set point o Setpoint: valore selezionato di livello del benessere individuale mantenuto da un sistema di regolazione che favorisce l’adattamento al variare delle condizioni ambientali ® Dienerdefinisce il benessere soggettivo come formato da due macroaspetti compresenti: o Aspetto cognitivo: grado di soddisfazione per le proprie condizioni di vita o Aspetto emotivo: grado di bilancio edonico, corrisponde alla differenza tra emozioni positive e negative Diener descrive inoltre due approcci utilizzati per identificare i fattori alla base del benessere soggettivo: o Bottom-up: raggruppa le ricerche basate sull'idea che esistono bisogni umani fondamentali e universali che un soggetto deve soddisfare per essere felice o Top-down: approccio secondo cui esistono fattori disposizionali o di personalità che devono essere indagati per individuare i fattori predittivi più importanti del benessere soggettivo Quindi secondo Diener il benessere soggettivo comprende tre caratteristiche: 1. Soggettivo e interno all'individuo: condizioni oggettive non sono necessarie alla definizione del benessere ma possono influenzarlo 2. Comprende aspetti positivi e non solo l'assenza di aspetti negativi 3. La sua misura deve comprendere sia la valutazione della componente cognitiva sia di quella emotiva dell'esperienza ® Teorie contemporanee definiscono il benessere soggettivo come uno stato mentale complessivo e durevole che comprende tre dimensioni: 1. Soddisfazione per la propria vita 2. Presenza o preponderanza di emozioni positive 3. Assenza o scarsa presenza di emozioni negative LA PSICOLOGIA POSITIVA ® Psicologia positiva: si occupa del concetto di benessere soggettivo come esperienza psicologica positiva e non come assenza di sintomi. Si focalizza inoltre sul ruolo delle risorse e potenzialità dell'individuo La psicologia positiva si occupa quindi di costruire qualità positive per potenziare preventivamente le capacità di resistenza e adattamento. Il miglioramento della vita a cui punta la psicologia positiva si sviluppa in più piani: 1. Piano soggettivo: vengono valorizzate esperienze quali la memoria di momenti di appagamento e benessere in prospettiva passata, la speranza in prospettiva futura, la flow experience e il coping come esperienza presente 2. Piano individuale: vengono esplorati tratti positivi individuali quali la capacità di amare, il coraggio 3. Piano collettivo e sociale: ci si focalizza sulle virtù civiche che spingono l'individuo ad essere un buon cittadino UNA DEFINIZIONE DI COPING e Coping: insieme dei pensieri e comportamenti utilizzati per far fronte a situazioni o eventi valutati come stressanti Il processo del coping è formato da più componenti: @ Appraisal: valutazione da parte dell'individuo e Emozioni negative e De-intensificazione delle reazioni emotive negative | processi di coping sono influenzati sia dall'ambiente esterno sia da caratteristiche disposizionali e di personalità STRATEGIE DI COPING Lazarus analizzando le strategie di coping mette in evidenza una distinzione: e Coping primario: insieme dei pensieri e comportamenti utilizzati per fronteggiare l'evento e Coping secondario: insieme dei pensieri e comportamenti utilizzati per fronteggiare e regolare la reazione del soggetto all'evento Le diverse strategie di coping rientrano normalmente in due categorie: e Copingemotion-focused: strategia di coping rivolta alla modificazione delle reazioni emotive di fronte allo stress e Coping problem-focused: strategia di coping rivolta alla modificazione del problema o della causa di stress Ecco alcune strategie di coping: e Meccanismididifesa: reazioni non consapevoli che salvaguardano autostima e senso del controllo distorcendo la percezione della realtà o Isolamento emotivo: meccanismo di difesa per cui una persona cessa completamente di provare emozioni e Coping di evitamento: nel coping di evitamento l’individuo si convince che una cosa andrà bene soltanto perché vuole che essa vada bene. Si ha quindi un rinvio del momento di affrontare una situazione stressante causandone il peggioramento Si può ricondurre il coping a una serie di tratti distintivi: multifunzionalità: il coping ha molte funzioni, tra cui la regolazione dello stress e la gestione delle cause Influenzato dalle caratteristiche valutate del contesto stressante Influenzato dalle disposizioni personali Ha l’obiettivo di elevare il benessere personale 000 STILI DI COPING: LA RESISTENZA ALLO STRESS E LA RESILIENZA ® Hardiness: caratteristica della personalità di invulnerabilità dallo stress. È composta da tre elementi: o Impegno: tendenza a compiere un'azione con la sensazione che tale attività sia importante e significativa o Sfida: sensazione che consiste nel ritenere che il cambiamento sia la condizione normale della vita o Controllo: sensazione di essere in grado di influenzare gli eventi della propria vita ® Resilienza: capacità di resistere e prosperare dopo una profonda avversità IMPOTENZA APPRESA e Impotenza appresa (learned helplessness): sentimento di impotenza causato dalla sensazione di completa incontrollabilità di una situazione PATTERN ADATTATIVI EFFICACI PER AFFRONTARE LO STRESS 1. Modificare la propria reazione fisiologica allo stress può facilitare il coping 2. Prepararsi allo stress prima che insorga (coping proattivo) 3. Ruminazione: portare alla memoria l'evento vissuto per individuare i possibili errori commessi Rendere meno minacciosa una situazione minacciosa: modificare la propria valutazione Ricerca di supporto sociale Rifiuto/evitamento del problema Autocritica NOAUA BENESSERE E SALUTE La buona salute è influenzata in parte anche da fattori psichici quali pensieri, emozioni positive e capacità di gestire lo stress PSICONEUROIMMUNOLOGIA *e Psiconeuroimmunologia: scienza medica che studia le interazioni tra fattori psichici, sistema nervoso centrale e sistema immunitario EUSTRESS E DISTRESS, SELYE e Eustress: forma adattiva di stress che prepara la difesa dell'organismo ® Distress: forma patologica di stress che riduce la capacità di difesa dell'organismo IL MODELLO DELLA SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO Modello della sindrome generale di adattamento: modello di reazione aspecifica dell'organismo a qualsiasi reazione Questo modello è organizzato in tre fasi: 1. fasediallarmee mobilitazione: dato uno stressore l’individuo viene chiamato a rispondere mettendo in campo più energie 2. resistenza: si ha dopo un tempo continuato di stress, in cui il soggetto comincia a pagare i costi psicofisici in modo maggiore. Questa fase richiede un costo 3. fase di esaurimento: si ha quando il soggetto cerca di adattarsi per un tempo prolungato ma senza riuscire ad uscire dalla situazione di stress e lo stressore si ripresenta. Si hanno costi molto alti a livello di attivazione, e si presentano sintomi opposti: irritabilità, distrazione, esaurimento della capacità di fronteggiare per un tempo così prolungato. Il soggetto non riesce più a concentrarsi, ha reazioni esagerate e in alcuni casi arriva ad avere comportamenti che possono essere quello della perdita di contatto della realtà. Il soggetto si sottrae quindi allo stressore, ha bisogno di un aiuto di sostegno psicologico CRITICHE Il modello SGA tende a descrivere la reazione allo stress come sempre uguale e sottostima il livello del coping STRESS E DISTURBI PSICOFISICI e disturbipsicofisici: problemi clinici influenzati da un’interazione di difficoltà psicologiche, emotive e fisiche Possiamo in sintesi evidenziare tre conseguenze principali dello stress: 1. lo stress ha effetti fisiologici diretti 2. lo stress induce una persona a impegnarsi in comportamenti nocivi alla sua salute 3. lo stress causa effetti indiretti che determinano un peggioramento della salute, come una diminuzione della capacità e della volontà di chiedere aiuto GLI AEIB DELLA CORONAROPATIA pattern di comportamento di tipo A: gli individui di tipo A sono competitivi, aggressivi e fortemente determinati. Questi individui sviluppano la coronaropatia con una frequenza doppia e sono soggetti ad attacchi cardiaci in quanto il pattern di tipo A determina una eccessiva attivazione fisiologica nelle situazioni stressanti pattern di comportamento di tipo B: gli individui di tipo B sono cooperativi, meno competitivi e non aggressivi ASPETTI PSICOLOGICI DEL CANCRO Le reazioni emotive dei pazienti affetti da cancro hanno un effetto critico sul decorso della malattia. Persone che adottano uno spirito combattivo hanno una maggiore probabilità di guarigione. Inoltre lo stato emotivo di un paziente influenza il sistema immunitario