Scarica L'impatto del coronavirus sulla povertà educativa e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! L'IMPATTO DEL CORONAVIRUS SULLA POVERTA’ EDUCATIVA (Save the children) L'Italia sta vivendo la più grave crisi sanitaria dal dopoguerra. La pandemia ha colpito oltre 210 mila persone e causato la morte di circa 30 mila. Le misure prese per bloccare l'espansione della pandemia, la chiusura delle attività economiche, sociali e culturali e in particolare della scuola, hanno avuto un grave impatto sulla vita dei bambini, degli adolescenti e delle famiglie, con il rischio di aumentare la povertà economica e educativa. La chiusura delle attività in modo da fermare l'avanzamento della pandemia, sta avendo conseguenze economiche. L'aumento della disoccupazione, stimata dal fondo monetario per il 2020 al 12,7% e la riduzione economica delle famiglie, rischiano di aumentare l'incidenza della povertà tra i minori. Gli ultimi dati del 2018 affermano che i bambini e gli adolescenti in povertà erano un milione e 260 mila. Per condizione di povertà s'intende non avere accesso ad un paniere di beni e servizi per una vita quotidiana dignitosa. All’aggravarsi della deprivazione materiale, dovuta al covid, si aggiunge anche la deprivazione educativa e culturale dei bambini e degli adolescenti, dovuta alla chiusura delle scuole e degli spazi educativi. Una privazione prolungata, che rischia di avere effetti di lungo periodo sull'apprendimento e sulla dispersione scolastica. Se guardiamo al versante dell’apprendimento, secondo i dati OCSE- Pisa del 2018, il 24% dei ragazzi di 15 anni non raggiungeva le competenze minime in matematica, il 26% in scienze e il 23% in lettura. Le differenze geografiche, sono molto marcate, se nel Nord Ovest e nel Nord Est il 16,3% e il 15% dei minori di 15 anni non raggiunge il livello minimo nelle competenze di lettura, tale percentuale aumenta a 20,2% al centro Italia al 31,4% per il sud e raggiunge il 35,1 % nelle isole. Stessa dinamica per la matematica nel Nord Est, il 13,4% . Questi dati pongono le regioni italiane del sud e delle isole, tra aree con la maggiore incidenza di povertà, inoltre, circa il doppio degli alunni di 15 anni migranti (nati all'estero da genitori stranieri) non raggiungeva il livello di competenze minime, rispetto ai coetani non migranti, è facile intuire che la crisi del covid 19 colpirà i bambini con genitori stranieri i quali hanno rallentato o interrotto, la pratica della lingua italiana . Nei mesi del lookdown , gli insegnanti, i dirigenti scolastici hanno cercato di dare continuità attraverso l'utilizzo della didattica a distanza. Il Ministero dell'istruzione ha offerto classi virtuali e piattaforme online per tutte le scuole al fine di garantire il diritto all'istruzione. Gli sforzi per raggiungere gli studenti con la didattica, sono vanificate a causa delle condizioni abitative dei minori. Il 42% vive in case sovraffollate, e prive di spazi adeguati allo studio, a questo poi si aggiunge il 12,3% dei 6-17 enni vive in abitazioni prive di dispositivi come computer o tablet, e il 57% che ne possiede li deve condividere con altri componenti della famiglia. La didattica a distanza, necessita per l'utilizzo di piattaforme online, di competenze e di competenze digitali. Solo il 30% dei ragazzi presenta tali competenze, mentre i 2/3 hanno competenze basse di base. Altre difficoltà sono le carenze scolastiche nel periodo educativo, ovvero quello della prima infanzia e che i servizi educativi nei primi anni di vita hanno un impatto rilevante nella crescita, se si guarda alla situazione delle regioni ; Lazio e Basilicata, hanno superato il 50% di copertura del tempo pieno nella scuola primaria. Sicilia e Molise hanno percentuali al di sotto del 10%, il dato più rilevante è che non si è registrato alcun progresso nell'accesso ai servizi educativi per la prima infanzia per i minori in condizioni di svantaggio socioeconomico. Il mancato investimento nei servizi per l'infanzia, renderà la ripresa delle attività produttive e commerciali, conclusa la fase acuta della pandemia , ancora più faticosa. Altri aspetti fondamentali per pianificare la futura riapertura delle scuole, saranno il tempo pieno, la presenza del servizio mensa e infrastrutture adeguate, quindi garantire il distanziamento fisico e l’attività extra-curricolare, rafforzando e recuperando il percorso educativo dei minori che sono state minati dall’isolamento a casa. Anche la salute e nutrizione sono aspetti importanti per lo sviluppo dei bambini, sono elementi essenziali per una vita attiva e autonoma e supportano lo sviluppo cognitivo. Durante il periodo di isolamento forzato a casa molti bambini, tra cui quelli che vivono in spazi limitati, senza giardini hanno ridotto l’attività motoria e la diminuzione delle risorse economiche di molte famiglie incide sulla capacità di spesa e garantire un'alimentazione adeguata. Il servizio di REFEZIONE a scuola, nasce per garantire un'alimentazione sana, per tutti i bambini. Già prima dell'emergenza metà di loro non accedeva a tale servizio. L'offerta delle mense ha avuto un crollo un crollo a partire dal 2012 a causa delle risorse dei comuni. La crisi generata dal covid a partire dal distanziamento fisico potrebbe ridurre ancora di più la disponibilità di tale servizio. Save the children ha deciso di svolgere in Italia un'indagine sugli effetti della pandemia, condotti dal 22 al 27 aprile di minori tra 8 e 17 anni, utilizzando un questionario. Si è notato come l’impatto economico delle chiusure delle attività commerciali è drammatico. Solo il 14% ha dichiarato che la propria situazione economica non cambierà, per la metà delle famiglie il 46% le risorse economiche sono ridotte. Più di una famiglia su 10 ha perso il lavoro. Quasi la metà delle famiglie ha dovuto ridurre le spese alimentari e il consumo di carne e pesce. Tra le famiglie con maggiori difficoltà sono quelle che vorrebbero un aiuto più consistente dagli insegnanti, e un accesso alla didattica a distanza, infatti molte famiglie contano sui loro smartphone per la didattica a distanza. Già prima del covid, il nostro paese registrava difficoltà economica, ad oggi il rischio è di vedere nei prossimi anni uno sbalzo in avanti della povertà economica ed educativa. Save the children ha cercato di sviluppare una serie di ‘’mappe del rischio educativo” volendo comprendere le provincie del nostro paese con svantaggio educativo, e quindi saranno più preparate a far fronte alla crisi e allo stesso tempo identificare le provincie dove l'impatto economico sui minori potrebbe essere stato più significativo. Le attività didattiche ed educative sono state interrotte e stanno riprendendo a diverse velocità a livello globale e Europeo. Mentre in Italia prende il dibattito sulla riapertura delle scuole, diversi paesi sciolgono le maglie del lookdown a partire dai banchi di scuola. Alcuni paesi europei hanno già riaperto , altri stanno valutando se e come aprire. I casi di studi I casi di studio si concentrano su alcuni paesi. Finlandia, Danimarca, Belgio, Germania, Francia e Spagna. La Finlandia ha un sistema educativo tra i più inclusivi al mondo. Il governo Finlandese investe il 5,7% del proprio PIL nelle spese dell'educazione, a fronte del 3,8% Italiano. Gli insegnati sonopiù giovani di quelli italiani. La Finlandia da fine marzo ha previsto restrizioni e distanziamento. La Danimarca è quelle che investe la maggiore percentuale di PIL nell'educazione il 6,5%. Come gli studenti Italiani, quelli Danesi vanno a scuola 200 giorni l’anno, nella fase del lookdown tutte le scuole sono state chiuse da metà marzo fino all'11 maggio, ad eccezione degli asili, scuola dell'infanzia , primaria e secondaria superiore che devono tenere gli esami. La Germania investe il 4,1% del PIL. Per quanto riguarda il corpo docente han le stesse caratteristiche di quello finlandese . Da marzo sono state chiuse tutte le scuole e hanno riaperto gradualmente dal 4 maggio. Rimarranno chiuse le scuole dell'infanzia e primaria dove è difficile mantenere il distanziamento. Il Belgio, dopo la Finlandia è quello che investe il maggior numero 6,3% del PIL all'educazione. Le lezioni si aggirano a 185 giorni ( 3 sett. In meno dell'italia) gli alunni non vanno a scuola dal 13 marzo e riprenderanno a maggio. Spagna ha un sistema simile a quello Italiano, gli investimenti del PIL sono 3,8%, per l’Italia 4,1%. In Spagna le scuole sono chiuse dal 14 marzo e non riapriranno fino a settembre e si prosegue con la didattica a distanza. Francia investe il 5,4% di PIL sull'educazione. Dopo il Belgio la Francia ha il corpo docenti più giovane. Differentemente dagli altri in francia ci sono classi più numerose e i giorni di scuola sono meno del nostro paese. Dall’ 11 maggio sono tornati a scuola gli alunni dell'asilo , infanzia e primarie, a fine maggio si deciderà se riaprire licei e scuole professionali. Il rientro a scuola è volontario, per chi non andrà sarà