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L'Inquisizione Spagnola: Strumento di Controllo Religioso e Politico, Appunti di Cultura Spagnola

Una dettagliata analisi dell'inquisizione spagnola, un tribunale ecclesiastico istituito nel 1478 su richiesta dei re ferdinando e isabella con l'obiettivo di unificare la cultura e la religione della spagna. L'inquisizione divenne uno strumento nelle mani della monarchia spagnola per eliminare l'influenza islamica ed ebraica, portando all'espulsione degli ebrei e alla conversione forzata di musulmani e conversos. Il funzionamento dell'inquisizione, il ruolo dell'inquisitore generale tomás de torquemada, le condanne e le torture inflitte, nonché l'impatto sociale ed economico di questa istituzione. Vengono inoltre analizzati i tentativi di riforma dell'inquisizione e la sua graduale evoluzione nel corso dei secoli, fino alla sua definitiva abolizione nel 1834. Una panoramica approfondita di un capitolo cruciale della storia spagnola, con implicazioni che vanno ben oltre l'ambito religioso e toccano aspetti politici, sociali ed economici della spagna dell'epoca.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 18/06/2024

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alespos 🇮🇹

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L’inquisizione spagnola
Il 19 ottobre 1469 Ferdinando, il re di Sicilia ed erede al trono d'Aragona sposò Isabella,
erede al trono di Castiglia. Isabella era una devota cattolica mentre il suo sposo intendeva la
religione come strumento per controllare i propri sudditi. L’Inquisizione sarebbe stata lo
strumento perfetto per eliminare la religione islamica e quella ebraica come voleva
Ferdinando. Dopo la loro unione, infatti, i due chiesero al papa di istituire il tribunale
ecclesiastico soggetto al loro controllo con l’obiettivo di unificare la cultura e la religione
della Spagna.
Papa Sisto IV non voleva l’Inquisizione ma Ferdinando insistette convincendo il pontefice ad
emanare la bolla il 1 novembre del 1478. Con questo documento autorizzò la Corona
spagnola ad istituire un tribunale che però avrebbe avuto giurisdizione esclusivamente sui
conversos, ovvero gli ebrei o i musulmani che si sono convertiti per diversi motivi: per
costrizione, per indifferenza religiosa o per fede sincera.
Il 6 febbraio 1481 venne celebrato il primo “auto da fé”, ovvero una cerimonia solenne con la
quale gli inquisitori spagnoli proclamavano la condanna degli eretici. Nello stesso anno
un’ordinanza obbligò gli ebrei a chiudersi nei ghetti mentre i giudei vennero espulsi.
Ormai la Spagna è caratterizzata da un clima d’odio in cui le denunce e le accuse contro i
conversos aumentano sempre più perché disprezzati sia dai cristiani che dagli ebrei. Si
raggiunsero livelli di isteria ed esaltazione fanatica tanto da far scrivere a Sisto una lettera per
frenare gli eccessi, in cui scrisse di condanne dovute all’avidità o a dispetti ma soprattutto di
condanne senza alcuna prova legittima. Il contenuto di questa lettera fu un oltraggio nei
confronti di Ferdinando che rispose al pontefice con asprezza e insinuando che i "conversos"
avessero corrotto anche Roma. Successivamente allo scambio epistolare dei due, il Papato
non ricoprì più nessun ruolo nell’Inquisizione in Spagna che divenne uno strumento della
monarchia indipendente dall’autorità ecclesiastica. Tra i motivi di questa scelta troviamo
certamente la difesa della fede cattolica ma anche il tentativo del re Ferdinando d’Aragona di
riunire il paese sotto un’unica corona dato che fino a quel momento vi erano il regno di
Castiglia e quello di Aragona in conflitto anche militare.
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L’inquisizione spagnola

Il 19 ottobre 1469 Ferdinando, il re di Sicilia ed erede al trono d'Aragona sposò Isabella, erede al trono di Castiglia. Isabella era una devota cattolica mentre il suo sposo intendeva la religione come strumento per controllare i propri sudditi. L’Inquisizione sarebbe stata lo strumento perfetto per eliminare la religione islamica e quella ebraica come voleva Ferdinando. Dopo la loro unione, infatti, i due chiesero al papa di istituire il tribunale ecclesiastico soggetto al loro controllo con l’obiettivo di unificare la cultura e la religione della Spagna. Papa Sisto IV non voleva l’Inquisizione ma Ferdinando insistette convincendo il pontefice ad emanare la bolla il 1 novembre del 1478. Con questo documento autorizzò la Corona spagnola ad istituire un tribunale che però avrebbe avuto giurisdizione esclusivamente sui conversos, ovvero gli ebrei o i musulmani che si sono convertiti per diversi motivi: per costrizione, per indifferenza religiosa o per fede sincera. Il 6 febbraio 1481 venne celebrato il primo “auto da fé”, ovvero una cerimonia solenne con la quale gli inquisitori spagnoli proclamavano la condanna degli eretici. Nello stesso anno un’ordinanza obbligò gli ebrei a chiudersi nei ghetti mentre i giudei vennero espulsi. Ormai la Spagna è caratterizzata da un clima d’odio in cui le denunce e le accuse contro i conversos aumentano sempre più perché disprezzati sia dai cristiani che dagli ebrei. Si raggiunsero livelli di isteria ed esaltazione fanatica tanto da far scrivere a Sisto una lettera per frenare gli eccessi, in cui scrisse di condanne dovute all’avidità o a dispetti ma soprattutto di condanne senza alcuna prova legittima. Il contenuto di questa lettera fu un oltraggio nei confronti di Ferdinando che rispose al pontefice con asprezza e insinuando che i "conversos" avessero corrotto anche Roma. Successivamente allo scambio epistolare dei due, il Papato non ricoprì più nessun ruolo nell’Inquisizione in Spagna che divenne uno strumento della monarchia indipendente dall’autorità ecclesiastica. Tra i motivi di questa scelta troviamo certamente la difesa della fede cattolica ma anche il tentativo del re Ferdinando d’Aragona di riunire il paese sotto un’unica corona dato che fino a quel momento vi erano il regno di Castiglia e quello di Aragona in conflitto anche militare.

L’Inquisizione Spagnola era uno strumento totalmente nelle mani del Re che serviva a emarginare le deviazioni religiose attraverso il rogo o la prigione per evitare che si espandessero maggiormente. Questa organizzazione era divisa in tre organi principali. Il Consiglio dell’Inquisizione Generale e Suprema (Consejo de la General y Suprema Inquisición), detto anche Consiglio della Suprema, dava le istruzioni ai Tribunali, ordinava le ispezioni, esaminava i rapporti dei processi inquisitoriali e rivedeva le cause. Inoltre, in caso di membri dell’Inquisizione accusati di reati, agiva come tribunale. Il Consiglio della Suprema era quindi un vero e proprio “consiglio di governo” sotto il controllo diretto della corona, che si aggiungeva agli altri consigli che promulgavano leggi e decreti sul territorio della Spagna come il Consiglio di Stato e delle Finanze. Il presidente di questa divisione era l’Inquisitore Generale che veniva nominato dal Papa su proposta del Re, mentre gli altri membri erano inquisitori di provincia che venivano nominati dal re, prelati e avvocati. La seconda divisione era quella dei Tribunali (Tribunales) i quali giudicavano gli accusati. Erano composti da tre inquisitori che per la maggior parte erano membri del clero che avevano avuto esperienza giuridica, altri funzionari che potevano essere procuratori, segretari oppure notai e infine un difensore dell’accusato che normalmente si limitava ad informare l’accusato di come si svolgeva il procedimento. Nonostante le varie pene, è importante ricordare che i giudici erano tecnici del diritto molto competenti e scrupolosi tanto da rifiutare di bruciare delle presunte streghe, incolpate di adorare il demonio, nella città di Toledo nonostante la folla ne chiamasse la morte a gran voce. L’ultima divisione erano i Familiari (Familiares) che non avevano salario fisso. Essi incoraggiavano le delazioni: “L’atto di denunciare segretamente, per lucro, per servilismo o per altri motivi, l’autore di un reato o di altra azione soggetta a pena o sanzione, o di fornire comunque informazioni che consentano d’identificarlo^1 ”. Inoltre raccoglievano le testimonianze e catturavano gli accusati. Erano personaggi odiati dal popolo ma nonostante ciò il loro numero aumentò notevolmente dato che venivano esentati dai contributi fiscali e potevano girare armati. Fare parte dell’Inquisizione, che fosse una posizione di alto livello o meno, donava prestigio oltre a provare la “purezza di sangue”. 1 Treccani, definizione delazione, https://www.treccani.it/vocabolario/delazione/

Dunque, Torquemada si dedicò ai processi contro i moriscos^3 sospettati di falsa conversione. Gli studiosi ritengono generalmente che nei quindici anni della sua gestione del tribunale i processi furono 100.000 e le condanne a morte 2.000 rovinando tante famiglie e fornendo così il modello a cui si ispirarono i successivi inquisitori. Inizialmente, ai tempi di Torquemada, i tribunali erano itineranti ma poi vennero resi sedentari per questioni economiche. Quando gli inquisitori arrivavano in una zona annunciavano L’Editto di Grazia , ovvero un periodo di trenta o quaranta giorni per dare ai falsi conversos la possibilità di uscire allo scoperto e fare penitenza. Intanto gli inquirenti raccoglievano informazioni sui falsi cristiani. Passato il tempo dell’editto i colpevoli che venivano scoperti correvano il rischio di essere bruciati sul rogo. Ciò creò panico tra i conversos perché tutti avevano dei nemici che potevano testimoniare contro di loro anche il falso. La persona accusata, nella maggioranza dei casi, si trovava in tribunale senza sapere per cosa dovesse essere giudicato e non sapeva nemmeno chi fossero gli accusatori. Essa veniva obbligata a giurare la verità delle sue affermazioni e poi veniva interrogato sulle sue usanze, comportamenti conoscenze. Le pene variavano, infatti gli accusati non rischiavano solo il rogo ma anche la privazione dei beni che era molto temuta e faceva cadere sul lastrico intere famiglie. Un altro esempio di pena, molto temuta, era la dichiarazione di inabilità con la quale si privavano gli uomini dei propri diritti civili e quindi non potevano svolgere le professioni pubbliche che fossero civili o religiose. I giudici però utilizzavano nella maggior parte dei casi la prigione che poteva durare per un determinato periodo ma solitamente era a vita. Un’altro esempio di pena utilizzata dal tribunale era la memoria dell’infamia che consisteva nell’indossare una tunica gialla con una croce rossa per tutto il resto della loro vita oppure potevano essere strangolati in caso di diniego dei propri errori. Se i peccati non venivano rinnegati e i colpevoli si ostinavano, venivano condannati al rogo. Capitava che qualche eretico non fosse più reperibile e dunque veniva bruciata una loro immagine come gesto simbolico. Le esecuzioni e le torture avvenivano pubblicamente durante gli autodafé^4 perché sia l’Inquisizione che il popolo amavano queste cerimonie aperte al pubblico. 3 Musulmani convertiti al cattolicesimo 4 Cerimonia pubblica in cui veniva eseguita la condanna di un accusato

Iniziò un periodo di isterismo nei confronti dei giudei che durò fino ai primi anni del Cinquecento. Molte delle condanne si basavano su accuse nate dall’invidia o dal desiderio di vendetta, altre invece erano patrocinate dalla corona. I metodi di Tomás de Torquemada erano talmente brutali da far indignare anche gli ecclesiastici. Infatti lo stesso successore del papa Sisto, Innocenzo VIII, scrisse due volte al re per invocare compassione verso i conversos. Dal successore di Torquemada, Francisco Jiménez de Cisneros si iniziò a riformare l’Inquisizione. Ad ogni tribunale, sotto la guida di due inquisitori domenicani, un consulente legale, un conestabile, un accusatore e alcuni assistenti. Sempre più le condanne inflitte dall’Inquisizione spagnola consistettero in confische piuttosto che roghi o altre forme di repressione cruenta e spettacolare. L'Inquisizione diresse successivamente la propria azione anche contro i primi Protestanti, gli Erasmiani, gli Illuministi, e contro gli autori dell'Encyclopédie. Nonostante la piega presa dalle altre Inquisizioni, quella spagnola seguì poco la caccia alle streghe: la maggior parte delle donne accusate veniva prosciolta come malata di mente. L'Inquisizione fu abolita definitivamente nel 1834.