Scarica La povertà educativa e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Sociologia solo su Docsity! La povertà educativa Definizione: “la privazione della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni” (ispirata alla convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza). Questa definizione si riferisce alla mancata acquisizione di capacità e competenze cognitive (lettura e matematica) e non cognitive o “socio-emozionale” (creatività, curiosità, motivazione, adattabilità, gestione dello stress) questo va a inficiare la capacità di condurre una vita autonoma e attiva. La povertà educativa si riferisce alla privazione del diritto di sviluppo. Importante creare interventi per sostenere diritto alla saluto e all’educazione del bambino, interventi che possono essere un potente motore per la crescita del Paese, attraverso la promozione della giustizia sociale e dell’equità. Quando nasce la povertà educativa? Prima infanzia periodo cruciale, dalla nascita fino all’età scolare si formano le competenze principali. Il ritardo di acquisizione di tali competenze nei primi anni di vita è difficilmente colmabile perché nel periodo fetale e nei primi anni di vita il numero di neuroni e reti sinaptiche è maggiore. Quindi la qualità di interazioni che il bambino ha nei primi anni ha un effetto molto importante. La povertà educativa produce effetti prima dell’ingresso a scuola, è influenzata da ambiente famigliare, economico e sociale. I bambini che vivono in contesti di povertà economica sono maggiormente penalizzati. Come combattere la povertà educativa nei primi anni di vita? La povertà educativa non è inevitabile. Le politiche educative e di cura possono contribuire a interrompere il circolo vizioso della trasmissione della disuguaglianza. Il nido e i servizi per la prima infanzia Molti studi hanno mostrato effetti positivi degli interventi volti a promuovere lo sviluppo integrale dei bambini nei primi anni di vita; importante frequenza del nido e della scuola dell’infanzia per ridurre gap di competenze tra diversi livelli sociali. Per bambini che provengono da situazioni di svantaggio economico e sociale frequentare un contesto educativo nei primi anni di vita ha effetti positivi, ci si riferisce in particolare all’acquisizione di abilità cognitive quali la memoria, la comprensione orale e scritta, la sociabilità, lo sviluppo fisico e motorio, competenze di calcolo e il problem solving. Effetti positivi perdurano negli anni successivi. I bambini che si trovano in condizioni svantaggiose e che hanno frequentato un nido hanno più probabilità di sviluppare la resilienza ovvero la capacità di reagire in situazioni avverse. Permanenza dell’effetto positivo dell’intervento della prima infanzia. (effetti positivi maggiori per servizi a tempo pieno e per tempo prolungato) Heckman studioso delle polite educative per l’infanzia. I bambini che hanno partecipato a programmi di pre-scuola hanno mostrato competenze cognitive migliori. Heckman ha mostrato inoltre come per ogni dollaro investito nei servizi per la prima infanzia promette un ritorno di 7 (aumento del livello socio-economico dei beneficiari) Curva di Heckman mostra il ritorno economico degli investimenti nel capitale umano durante arco di vita. 2018 commissione europea ha delineato una proposta di raccomandazione per il consiglio europeo riguardante implementazione di un quadro di indicatori di qualità da applicare nei servizi. La qualità è definita da: rapporto numerico educatore/bambini, formazione educatore, coordinamento, ambienti, relazione con territorio e famiglie, governance. “Tuscan approach dell’educazione dei bambini” esperienza finalizzata a sviluppo del sistema integrato dei servizi educativi per l’infanzia. Sviluppo di esperienze locali, pubbliche, private fra loro molto diverse e per questo non omologabili poiché legate a interpretazioni originali frutto del contesto locale che le ospita: organizzazione spazio, idea curriculum flessibile e aperto al possibile, coinvolgimento delle famiglie, formazione personale, funzioni di governance. (5 elementi di qualità del tuscan approach) “Reggio emiglia Approach”: tratti distintivi: partecipazione delle famiglie, lavoro collegiale tra tutto il personale, immagine di bambino competente e soggetto portatore di diritti, importanza dell’ambiente educativo, presenza atelier e figura dell’atelierista, coordinamento pedagogico e didattico. Segue la centralità dei cento linguaggi. Bambini hanno possibilità di avere più incontri. Le politiche sociali e di sostegno alla genitorialità. Servizi educativi della prima infanzia devono essere complementari ad altri interventi di welfare volti a facilitare la qualità dell’interazione tra genitori e bambini a casa. Queste politiche di welfare agiscono sullo sviluppo dei bambini in diversi modi: sostegno economico a famiglie più disagiate, benefici per consentire donne più partecipazione al mercato del lavoro. Piu lavoro donne più presenza di qualità per i figli e stimolata partecipazione dell’altro genitore. Servizi prima infanzia accompagnati da programmi volti a politiche costruttive per sviluppo bambini,