Scarica Arte Moderna: Fotografia, Arte Oceanica e Africana, Cubismo e Futurismo - Prof. Cordera e più Appunti in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! Lezione 28.10.2021 Verso la scomposizione della forma Il fotografo Kensuke Koike si appropria di fotografie che trova e acquisisce negli archivi fotografici dove si hanno materiali mai ritirati, li recupera manipolandoli e dando un nuovo significato, tagliando le fotografie e ricomponendole, in queste immagini di paesaggio, in alto si ha la Fortezza e al centro dell’immagine si hanno dei tagli che vengono riproposti creando delle forme rettangolari e abbandonando il tema reale per prefigurare altro, come nella foto degli sposi. Egli, inoltre sfigura anche i volti umani, come in queste fotografie, ricomponendolo in forme astratte, che rappresentano altro. La fotografia ridefinisce un canone artistico; un altro elemento del 1800-1900 è l’arte oceanica e africana, quella che con spirito coloniale viene definita Art Nègres, un’arte opposta all’arte occidentale evoluta rispetto alla storia, anche per questa arte si hanno le stesse dinamiche dell’arte giapponese, si hanno gallerie d’arte che smerciano opere e manufatti e una delle figure significative è Guillaume, collezionista e gallerista che espone oggetti di arte africana, mettendo a confronto arte occidentale e Art Nègres. L’assunzione di questi modelli non è immediata, ma Matisse nell’opera Nu blue del 1907, elaborata quando fa un viaggio in Nord Africa, quest’opera quando viene esposta subirà una forte critica, perché porta alle estreme conseguenze lo sconvolgimento del tema classico del nudo femminile, con i tratti e il volto evidenziati e resi sgradevoli all’osservatore, sintetizzando culture di natura diversa e traducendo l’impianto plastico classicistico. Fonderà anche una scultura Aurora che ha come iconografia lo stesso riferimento del quadro, quindi, ricerca una tridimensionalità su una superficie bidimensionale. Si ispira al tema classico di Michelangelo, rileggendolo sotto suggestioni diverse. Come anche le Bagnanti di Cezanne dove si vede la ricerca di coniugare culture di natura diversa e creare una nuova tipologia di pittura. Picasso nelle Demoiselles D’Avignon, scena che rappresenta delle donne all’interno di un bordello a Barcellona, riprende i canoni africani anche attraverso la fotografia. Fortier, fotografo che vive in Senegal, fa molte riprese fotografiche delle popolazioni e ha l’obiettivo di mostrare il primitivismo di queste culture rispetto la cultura occidentale, andando nelle aree di colonizzazione francese; fotografa figure femminili e molte di queste figure vengono riprese da Picasso nei suoi quadri. Demoiselles d’Avignon Riprendendo anche la pittura, utilizzando il pendaggio, rileggendo il classico o pittori contemporanei (Angres e Cezanne, nel moto di torsione delle figure). Picasso crea questo quadro dopo aver visitato il Museo dell’etnografia “El Trocadero”, che si occupa di mostrare dei manufatti che vengono considerati nel valore della testimonianza delle popolazioni, le avanguardie in questo spirito le trasformano in opere d’arte da considerare come valore formale che era insito nelle opere. Propone un modello classico che rappresenta, come esprime in una sua citazione: il suo “primo esorcismo”. In alcuni acquarelli si vede come l’approdo finale non è analogo ai primi schizzi e idee che elabora: L’opera di Picasso, il “Manifesto della pittura Cubista”, rimane nell’atelier di Picasso e rimase girata e quindi non era sicuro all’inizio della sua opera, poi venne comprata e venne posta a casa di J. Doucet nel 1924, uno stilista che rimane affascinato dalla novità della sua opera e la espone. Nel 1939 l’opera viene acquistata dal MOMA di New York che era stato appena aperto. È un’opera contraddittoria, rappresenta delle prostitute e lo fa senza lo stile accademico, ma usando come modelli delle donne africane. Gli adii: espresso in termini espressionisti con colori che si amalgamano con un senso di strazio; Quelli che vanno: dal finestrino del treno vedono le case che si moltiplicano, con un linguaggio diverso dal precedente, perché si hanno tratteggi di colori; Quelli che restano: rappresenta la tristezza con un colore verde e scompone le figure pur essendo nella loro mobilità mobile con un’atmosfera che partecipa nel sentimento delle persone. Serie II, MOMA (New York): Il tema dello stato d’animo lo tocca da vicino e rappresenta lo stesso tema in maniera diversa negli stessi anni in una seconda serie al MOMA di New York dove non si ha una evoluzione pittorica, ma sono esperimenti che pongono in modalità diverse di esprimersi e non sono lineari, quasi Impressioniste o istanze Cubiste, fino ad arrivare a istanze nuove. Duchamp: Questo senso del movimento e l’idea di Boccioni in Quelli che restano viene ripreso nelle opere di Duchamp Il nudo, giovane e triste in treno dove sintetizza le idee di Boccioni, unendo elementi diversi, ricontestualizzando l’iconografia. Nella Risata di Boccioni si ha un movimento in un contesto in cui noi capiamo, un locale parigino, ma di cui poi il senso della risata viene espresso scomponendo e ripetendo elementi reali, come il bicchiere che viene ripetuto, il tavolino scomposto; riflette il movimento interno attraverso un movimento esterno con elementi reali. Il movimento della figura umana nella scultura di Boccioni “Forme uniche della continuità nello spazio” del 1913 (le fusioni avvengono nel 1930, quando era già morto in guerra come Sant’Elia) si hanno elementi di rottura macchinali, riprendendo la forma umana che viene ricomposta e scomposta, ponendo in discussione l’unicità dell’opera d’arte, dove possono essere realizzati dei multipli dell’opera d’arte. Romolo Romani: Anch’egli muore in guerra, ma parte da posizioni Futuriste, progressivamente si stacca fino ad arrivare a esiti Surrealisti della figura umana, spingendo le istanze arrivando a composizioni senza caratteri dell’anatomia. Balla: Sulla cultura dell’arte Futurista, i pittori portano alle estreme conseguenze l’opera d’arte, estendendosi al di fuori della cornice (Preraffaelliti; Seurat), lo fa Balla e occupando l’architettura con la sua arte a Roma nella Villa Huffer, Bal-Tic-Tac del 1921, venne portato alla luce nel 2020, un esito di studi e restauri, ci danno l’idea di un pittore che porta la sua tela su uno spazio, mette insieme svariati sensi nell’opera. Casa Balla a Roma viene aperta ai visitatori, rendendo pubblico uno spazio privato; è uno spazio vissuto dove la casa cambia fino alla morte di Balla, ma in questa casa si sottolinea il contributo degli altri abitanti della casa, come la moglie. Si ha uno spazio pittorico sulle pareti, mobili e stoviglie, volendo tradurre nella tridimensionalità quelle istanze futuriste arrivando ad esiti astratti. Mostra “0.10”: L’ultima mostra Futurista del 1915 a San Pietroburgo e si intitola ”0.10”, si pone in maniera nuova nei confronti dell’arte e delle esposizioni ed è l’esito di vicinanze delle avanguardie russe e italiane. La Sala Malevic viene dedicata a lui ed è importante perché è un compendio dell’arte Astratta di Malevic, rinnovando i canoni espositivi e i criteri espositivi, facendo della sala un’opera d’arte. Le opere vengono esposte con un ordine che non segue i canoni tradizionali e la prima opera astratta viene posta sull’angolo della sala, ci dice di una nuova volontà e lui stesso ci spiega che quel luogo era quello delle icone, quindi un tramite con una realtà altra, formale e legata alla spiritualità ortodossa con dinamiche di novità e rivoluzione nel panorama Russo e Europeo.