Scarica La storiografia greca, Erodoto, Tucidide e Senofonte. e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Lingue e letterature classiche solo su Docsity! La storiografia. La storia come indagine nasce nel V secolo a.C. in Ionia. Nelle sue prime fasi è logografia, diversa dalla storia che inttendiamo oggi. I logografi scrivono in prosa (molti brani sono ancora elaborati per essere eseguiti oralmente), di arrgomenti nuovi rispetto alla tradizione. La Historie dei logografi, raccolgono tradizioni mitiche e locali, etnografia, racconto di viaggi, geografia e si contrappone alla poesia dei rapsodi per la natura e la quantità di informazioni che trasmette all'uditorio. Come l'epica, si propone di conservare, nella memoria collettiva, atti gloriosi e memorabili. Logografia e storia scaturiscono da una mentalità radicalmente nuova soprattutto per l'atteggiamento critico e razionalista che caratterizza l'indagine dello storico che è consapevole che la complessità degli eventi richiede strumenti interpretativi più potenti rispetto a quelli di una civiltà tradizionale. I primi storici, da Ecateo ad Erodoto, non mettevano al bando il mito, anzi lo inglobavano, lo rivisitavano secondo una prospettiva più critica. Via via però il mito si avvia ad occupare una parte progressivamente sempre meno rilevante. Si assiste a un lento distaccarsi dalla tradizione poetica orale questo è dato da alcuni aspetti dell'Historiae ionica, principalmente per la sua natura polimorfa. La cultura greca si sta avviando a diventare la cultura dominante in tutto il Mediterraneo. Alle radici della storiografia greca troviamo vari filoni: miti e tradizioni locali, racconti sulle fondazioni di città, genealogie di famiglie illustri: tutti i documenti scritti e i dati che li compongono sono sottoposti all'autopsia dello storico. Rispetto alla memoria scritta elaborata presso le antiche civiltà orientali, la storiografia greca apporta un'innovazione fondamentale: le cronache egizie o babilonesi sono cronache di palazzo, redatte per glorificare le imprese del sovrano. La storiografia greca è laica e si sviluppa dalla libera osservazione degli eventi da parte di un interprete che analizza la realtà in modo parziale; per le cronache di palazzo la storia si esaurisce nella vicenda personale; tra tutti gli eventi vengono selezionati solo quelli che riguardano gli interessi del re. Gli storici greci propongono al pubblico fatti e personaggi meritevoli di entrare nella memoria storica, selezionati in base a criteri personali. Da ciò scaturiscono i problemi fondamentali della storiografia erodotea: ricerca degli elementi che formano la specifica identità del mondo greco, contrapposto a quello barbaro; la concezione della politica, riflessioni su costituzioni e forme di governo. Fondamentale per la storiografia è anche la concezione rettilinea del tempo. Gli eventi che si svilupparono nel corso del V secolo contribuirono a fare dello storico uno scrittore specializzato, il cui oggetto principale divenne la storia politica, la riflessione sugli strumenti che determinano la crescita e il declino delle nazioni, l'indagine sulle cause e sugli sviluppi dei fatti, tutto questo giunse a maturazione con Tucidide con una storiografia di carattere scientifico. Erodoto Nasce ad Alicarnasso attorno al 484 a.C.; che In quegli anni era sotto il dominio dei cosiddetti "barbari", che nella sua opera descriverà poi con grande interesse e con acuto spirito di osservazione. Le guerre persiane portano a grandi sconvolgimenti in questo territorio, infatti la famiglia di Erodoto fu esiliata ed è in questo periodo che si colloca la maggior parte dei viaggi da cui Erodoto trasse la materia per la sua opera storiografica. Successivamente, Alicarnasso, non più sotto il controllo dei persiani, entrò nella lega ateniese (454). I rapporti di Erodoto con Atene furono molto stretti, fu amico di Pericle e Sofocle, partecipò alla fondazione di Turi, dove morirà probabilmente dopo il 430 a.C., poiché mostra di conoscere episodi della fase iniziale della guerra del Peloponneso. Erodoto è considerato il "padre della storia". Poichè rinnova profondamente questa tradizione, inserendo le singole narrazioni, dei logoi, in un contesto unitario, che dà senso a ciascuna nell'ordine generale del divenire storico. E' questo sguardo complessivo, unito alla personale minuziosa ricerca delle informazioni e alla loro verifica, la profonda novità: ciascun avvenimento è interpretato alla luce del movimento complessivo della storia che unisce popoli e nazioni. La composizione delle Storie: Quest'opera ci è giunta divisa in 9 libri ciascuno intitolato con il nome di una Musa. Non era destinata a una lettura privata come prevedeva la tradizione logografica, Erodoto teneva pubbliche relazioni di parti della sua opera. Il testo circolava poi anche in forma scritta. sono scritte in prosa, come richiedeva la cultura del suo tempo. Complessivamente, le Storie appaiono come la giustapposizione di varie sezioni cucite insieme che riportano tappe importanti della storia, come le guerre tra Greci e Persiani o la battaglia di Salamina. La base delle storie erodotee è costituita dal logos, una sezione riservata alla trattazione di un personaggio importante o alla descrizione di un popolo straniero, favorendo un'analisi più propriamente storiografica, seppur ammettendo l'esistenza di leggi segrete che regolano gli eventi umani e l'esistenza dell'elemento favoloso, come ad esempio l'oracolo di Delfi. Seleziona e pone in evidenza gli aspetti che possono colpire e meravigliare il pubblico, adotta la prospettiva secondo la quale i Greci vedevano l'altro adottando delle rubriche che parlano di religione e uomini. Erodoto è infatti considerato padre della storia e dell'antropologia. Per lui, storia è indagine di tutto ciò che è degno di memoria ed osservazione, non solo grandi eventi, ma anche grandi opere e meraviglie prodotte dalla civiltà umana. Erodoto è uno storico molto imparziale, in un tempo in cui l'antitesi Greci-barbari acquistò molto peso: per lui, la differenza tra Greci e barbari erano i sistemi politici differenti. La sua interpretazione dei fatti risponde ad un criterio religioso. Erodoto è convinto Come Eschilo nei persiani: che a governare uomini e cose esista un oggettivo ordine nella natura. La suprema Giustizia di Zeus ha posto equilibrio fra gli elementi ed impedisce che ciascuno superi i confini stabiliti. Se ciò accade, colui che oltrepassando la giusta misura si è macchiato di hybris, di tracotanza, deve necessariamente essere punito perché l'equilibrio sia ristabilito. Interviene dunque la divinità con la sua nemesis (il concetto è rimasto nell'italiano nemesi), la vendetta, la punizione divina che agisce inesorabilmente. Così i Persiani, attaccando la libertà della Grecia, carattere antichissimo di questo popolo, sono andati al di là dei limiti fissati dalla divinità, e la loro sconfitta è l'effetto tanto dell'eroismo greco, quanto della volontà di Zeus. Caratteri della storiografia erodotea: La storia di Erodoto si occupava della descrizione di popoli lontani, di leggende, oracoli, racconti folklorici. Erodoto oltre che padre della storia, può essere considerato anche padre dell'antropologia, in quanto include nella sua opera la cultura di un popolo. Erodoto seleziona e mette in evidenza gli aspetti che possono colpire e meravigliare il pubblico per la loro originalità. Nelle sezioni etnografiche si individua uno schema ricorrente, articolato secondo una successione di punti fissi (rubriche): la regione (clima, confini, geografia), gli animali, gli uomini (storia, usanze, leggi). Gli storici successivi eliminarono questi elementi e ritennero degno trattare solo la storia politica. Per Erodoto invece la Historia è tutto ciò che è degno di memoria e di osservazione. Tutto è incorporato nel racconto e spesso l'autore prende posizione su ciò che viene trattato. Erodoto è convinto che la storia non sia basata solo sui rapporti di forza, ma che le stato uomo di parte nella guerra, in quanto ateniese) e proponendosi il più scrupoloso rigore nella narrazione dei fatti. Profondamente influenzato dalla visione sofista della natura e degli dèi, esclude l'intervento divino nelle vicende umane e non coglie alcun disegno di "giustizia" nel corso degli eventi. Nel suo pensiero non c'è più posto per una interpretazione in chiave teologica della storia o per destini predeterminati iscritti nel corso del mondo, né per una superiore dike o per l'oscuro fato. Nulla di misterioso nella vicenda degli uomini, nulla che per essere inteso richieda il ricorso ad una sfera superiore. a determinare il corso della storia si presentano altri elementi sui quali l'indagine dello storico si sofferma proprio come un medico che si accinge a stilare una diagnosi; una è la TUKE (la sorte) che implica svolte inattese agli eventi. poi vi sono gli elementi che condizionano l'agire umano come la brama di potere e ricchezza o l'odio verso gli avversari che condizionano le decisioni. Tucidide per questo viene considerato come il primo grande psicologo dei fenomeni di massa, le passioni dell'uomo sovvertono ogni progetto producendo decisioni irrazionali e improvvise. PRINCIPI E METODI l'orizzonte di Tucidide si può definire laico e razionale, per lui la storia è dominata da dinamiche che traggono la loro origine solo nella natura dell'uomo e in primo luogo nella legge del più forte. regola innata nella natura umana che giustifica gli impulsi d'azione. La storia tucididea è antropocentrica, ne scruta le passioni, i desideri, le ambizioni, indaga sui presupposti delle sue azioni. Nello studio scientifico dei procedimenti che inducono l'uomo a voler prevalere sugli avversari, per divenire un modello capace di illuminare i grandi eventi che si ripetono nella storia poichè la motivazione di ognuno di essi sta nelle leggi dell'agire umano. Sono tratti tipicamente sofistici il porre l'uomo al centro della storia con le sue azioni, l'attenzione volta a decifrare le leggi profonde dell'agire umano e la concezione del progresso. Tucidide mette al bando la concezione ciclica del tempo e accoglie l'antropologia dei filosofi contemporanei che sta nel progresso da un'età selvaggia sino al presente. TUCIDIDE E LA DEMOCRAZIA ATENIESE. Tucidide sa illuminare con lucidità i meccanismi dell'Atene democratica proteso a valutare come potesse portare ad un incremento del potere dello stato. I successi e le sconfitte del regime trovano in lui il loro più acuto analista al punto che nessun periodo della storia antica è per noi più chiaro. (10 anni) Scrisse di una guerra, il momento in cui l'uomo mostra la sua faccia peggiore: violenza e ferocia. Egli è capace di cogliere in quello scenario, il carattere destabilizzante della democrazia ateniese, atene infatti è per natura protesa a un incremento continuo di potere e di ricchezze per soddisfare la crescente massa popolare, ponendosi in conflitto con le altre città greche. per la democrazia ateniese non esiste possibilità di compromesso, gli avversari devono essere abbattuti e dominati da una potenza maggiore. queste caratteristiche che riducono al minimo ogni possibilità di pace, vengono indicate da Tucidide come il grande peccato del regime democratico. per quanto come ogni storico pretenda di essere imparziale, egli scrive dalla prospettiva dell'ateniese moderato, talvolta però traspare il suo punto di vista ad esempio quando osserva che l'atene dell'epoca di Pericle era di nome una democrazia ma di fatto era governata da un solo cittadino. Il discorso è tipico dello schema tucidideo, poichè ha fiducia nella capacità di persuadere con la parola. Ricorrono in tutta l'opera, e sostiene che corrispondano quasi a quelli tenuti realmente dai personaggi solo modificati sulla base dell'eikos (verosimile). Ma nell'oggettività della vicenda filtra la soggettività dello storico che lascia trapelare dai discorsi, la propria interpretazone degli eventi. Il linguaggio rivela la familiarità con la cultura della scienza contemporanea, come quando descrive accuratamente l'epidemia di peste di Atene, che dimostra gli studi di medicina della sua epoca. Sembra corrispondere alla medicina ippocratica alla descrizione di fatti storici corrisponde quella dei sintomi della malattia. Alla previsione di avvenimenti futuri fondata sulla costanza della natura umana corrisponde la prognosi medica basata sulle analogie di episodi già noti. SENOFONTE, Nacque ad Atene nel 430 da una famiglia aristocratica, ebbe con la sua città d'origine un rapporto difficile. le sue idee oligarchiche lo allontanarono da Atene e andò in Asia, alla fine della guerra del Peloponneso si arruolò come mercenario con Ciro il giovane che voleva spodestare il fratello Artaserse. Dopo la battaglia di Cunassa in cui Ciro restò ucciso guidò la marcia di ritorno dei superstiti greci verso le coste del mar nero. Tornato in Grecia strinse amicizia con il re spartano Agesileao e combattè nelle fle spartane a Coronea. Gli ateniesi lo condannarono allora all'esilio revocatogli solo alcuni anni più tardi. Il corpus delle opere di senofonte che ci è giunto completo, è molto vario, per forma e contenuti ma tutte accomunate da una vena autobiografica. La cronologiaa della produzione senofontea pone numerosi problemi e non è determinabile con precisione. Vengono ripartiti in categorie più o meno omogenee sulla base del contenuto o della destinazione in opere STORICHE, SOCRATICHE, PEDAGOGICO-POLITICHE e TECNICHE. OPERE STORICHE: ANABASI è il racconto suddiviso in 7 libri dell'avventura asiatica al seguito di Ciro e della faticosa marcia di ritorno in Grecia dei mercenari. L'opera ha un intento apologetico, ovvero vuole riscattare la figura dell'esule attraverso il resoconto del suo esemplare comportamento nel corso della difficile impresa. E' il resoconto di una spedizione militare vissuta in prima persona e raccoglie dati, nomi, quasi un libro d memorie redatto sulla base di annotazioni registrate quotidianamente e rielaborate dopo molt anni, che conferiscono all'opera un carattere diaristico. E' l'epopea di un esercito di mercenari duri e senza scrupoli animati da una feroce volontà di sopravvivenza la cui forza risiede non solo nell'addestramento ma soprattutto nella disciplina con cui un esercito sa organizzarsi schierarsi provvedere ai rfornimenti e pianificare le marce. Le pagine dell'anabasi ci rivelano il testimone oculare, nel cuore della guerra. Un esempio è il resoconto della notte di disperazione per la morte dei comandanti, quando i Greci prendono consapevolezza d'essere ancora vivi e ritornano a sperare. Non mancano passi dove la guerra appare in tutta la sua terribile crudezza: un ufficiale greco ferito al ventre da un colpo di spada corre verso l'accampamento reggendosi le interiora tra le mani. Oppure la scena in cui cercando di estorcere informazioni a due prigionieri ne uccidono uno a sangue sotto gli ochhi del compagno finchè non confessa. LE ELLENICHE: sono la continuazione delle storie di tucidide e narrano in 7 libri gli eventi che vanno dalla battaglia di cizico nel 410 alla battaglia di Mantinea nel 362. la prima sezione descrive le ultime fasi del conflitto peloponnesiaco e si riallaccia in maniera brusca alle storie tucididee per proseguire sino alla resa di Atene. Luciano Canfora ha ipotizzato che la prima sezione dell'opera è da attribuire a Tucidide. Anche le elleniche hanno carattere diaristico e ai resoconti dettagliati di certi avvenimenti che riflettono la presenza dell'autore sul luogo dell'azione, si affiancano ampie lacune relative a fatti dei quali egli non pot essere testimone diretto. L'opera si chiude con la confusione che ne conseguì dopo la battaglia di Mantinea dalla quale non emerse un vncitore, le elleniche restano un'opera di grande importanza per le notizie che ci consentono di conoscere quei cinquant'anni di storia. AGESILAO: è una biografia encomiastica del re spartano a cui senofonte fu legato in amicizia. LE OPERE SOCRATICHE : Senofonte fu allievo di Socrate e per celebrare la sua figura nascono alcune opere, spiccano: l'APOLOGIA che si propone di spiegare le ragioni del comportamento in apparenza superbo del filosofo di fronte ai giudici durante il processo. IL SIMPOSIO contiene i discorsi tenuti dai partecipanti di un convito a casa di Callia. I MEMORABILI che contiene detti e aneddoti relativi a Socrate in cui discute dei doveri dell'uomo e del cittadino. infine socrate appare protagonista di uno scritto a carettere tecnico, L'ECONOMICO: in cui viene riportato un dialogo immaginario tra il filosofo e Isomaco, in contrapposizione al lavoro artigianale e al commercio, descrive l'agricoltura come la più nobile tra le attività, e anche del ruolo attivo della donna che deve essere comproprietaria dei beni insieme al marito e amministratrice dello spazio interno della casa. Sempre però subordinata al marito. OPERE PEDAGOGICO-POLITICHE comprende scritti nei quali l'esperienza personale di Senofonte è lo sfondo per una riflessione politica e pedagogica che tenta di delineare l'immagine di uno stato retto da un governo saldo e funzionale. Rintraccia i modelli ideali intorno a Sparta e la Persia entrambe in contrapposizione con il sistema culturale prodotto dalla democrazia ateniese. per senofonte l'aristocrazia era l'unica via per creare un buon cittadino. Nella costituzione dei lacedemoni illustra ed esalta il kosmos (ordinamento) spartano, come modello politico ideale cge attraverso un'educazione elitaria e aristocratica crea cittadini e soldati perfetti. CIROPEDIA si ripropone lo stesso argomento in maniera approfondita. Viene narrato in 8 libri la vita di Ciro il Grande fondatore dell'impero persiano, affiancata da varie digressioni a carattere politico, morale e filosofico che fanno dell'opera una vera e propria sintesi del pensiero senofonteo e il suo attaccamento ai modelli del passato. La Persia antica è presentata come kOSMOS modello di buona costituzione in cui lo stato si prende carico dell'educazione dei cittadini fin da piccoli. La formazione aristocratica di SEn emerge nelle sue opere tecniche; L'EQUITAZIONE e IL CINEGETICO dedicai agli sport dei nobili il cavallo e la caccia e l'IPPARCHIO manuale sulla formazione del comandante di cavalleria. LE ENTRATE O POROI sono invece uno studio sulle finanze ateniesi, e una proposta economica che intende indicare alla città la strada migliore per sistemare i propri conti e reggersi autonomamnente. Senofonte è un conservatore politico, che si propone come esponente di un ideale di vita aristocratico. Fu anche un innovatore letterario poichè anticipò nuovi sviluppi della letteratura, come lo stile diaristico o la biografia o il romanzo storico. Fu contemporaneamente sia l'espressione di un vecch modo di essere, legato alla monarchia e all'aristocrazia, sia un nuovo tipo di intellettuale e politico in pratica un cittadino del mondo e padrone del proprio destino e non più espressione della civiltà della polis. Le sue opere offrono l'immagine di uno scrittore e di un uomo d'azione che sa muoversi nel campo milirare come in quello letterario. LA COSTITUZIONE DEGLI ATENIESI: Lo stile arcaico e i riferimenti al regime democratico del 5 sec. fanno escludere che sia senofontea nonostante sia compresa nel corpus senfonteo poichè incorporata alla costituzione dei lacedemoni. E' un violento pamphlet antidemocratico in cui l'autore sottopone il funzionamento del