Scarica La Xilografia - Tecniche dell'Incisione e più Dispense in PDF di Tecniche Artistiche solo su Docsity! Materiali e tecnologie per la xilografia Principi tecnici della xilografia e breve storia della tecnica rilievografica Le matrici; legni di testa e legni di filo Strumenti di trasporto del disegno Strumenti e procedure per l’intaglio Strumenti per l’inchiostrazione e la stampa La xilografia Giapponese Principi tecnici della xilografia e breve storia della tecnica rilievografica Il termine xilografia deriva etimologicamente dal greco, significa scrittura su supporti in legno. Alcune fonti storiche ci tramandano che già nel VI-VII secolo a.C. in Egitto si ritrovano i primi stampi lignei per la decorazione dei tessuti. Fu in seguito la diffusione della carta, introdotta in Europa nel XII secolo dagli Arabi, a provocare l’affermazione della tecnica xilografica come linguaggio artistico. Nel corso del XV secolo, con artisti come Albrecht Durer, Hans Holbein e Lucas Cranach il vecchio, si ha la piena affermazione di questa tecnica come vera e propria forma d’arte. 1515, Albecht Durer, rhinocerus xilografia Hans Holbein xilografia Lucas Cranach Kathe Kollwitz xilografia Emil Nolde xilografia Le matrici; “legni di filo” e “legni di testa” I legni scelti in base alle caratteristiche diverse delle numerose essenze devono essere: spessi da 23 a 25 mm; lungamente stagionati; non presentare fenditure o latri difetti in superficie. Sono distinti in: legni di filo legni di testa il melo; il pero. Ogni essenza ha caratteristiche materiche diverse. Esse differiscono per compattezza delle fibre. Il supporto viene scelto in virtù del tipo di lavoro al quale è destinato. - un legno molto compatto, molto duro (mogano, pioppo, compensato di melo o di ciliegio, frassino, betulla, faggio, olmo e acero) e con fibre serrate è adatto lavori di fine tratteggio mogano faggio betulla olmo - i legni teneri, ( pino bianco, larice, cipresso e il compensato giapponese) con venature evidenti, permettono elaborazioni sintetiche e lineari. pino bianco larice Riepilogo fasi di preparazione delle matrici in legno 1 stesura della vernice turapori 2 levigatura con carta abrasiva fine 3 apprettatura con stesura di colla animale Strumenti di trasporto del disegno L’autore disegna accuratamente, con inchiostro di china, tutta l’immagine da intagliare, considerando sempre che l’immagine risulta rovesciata rispetto alla matrice. Si può procedere anche ai tradizionali mezzi di ricalco, carta lucida, carta carbone ecc. E’ opportuno, ai fini della stampa, lasciare sui lati della tavoletta un margine continuo (di 3-4mm. O più) che servirà poi da appoggio per il rullo inchiostratore. Questo margine in fase di stampa può essere mascherato (non strisce di nastro adesivo) quindi non risultare nelle stampe. Per eseguire il lavoro di intaglio è utile passare sulla superficie già disegnata con la china, uno strato sottile di colore ad olio (lacca di garanza rossa). In tal modo l’intaglio risulterà sempre ben evidente durante la fase di lavorazione. Un altro sistema di incidere o meglio di scolpire la matrice in legno di filo forse più consona a un gusto più attuale, che consente subito di verificare il lavoro che si sta compiendo sulla matrice è quello di annerire tutta la superficie del legno con inchiostro di china. Il disegno si traccerà dunque con un colore chiaro (matita bianca, gessetto, ecc.) Intaglio del legno di filo “taglio e controtaglio” Se si utilizza il coltellino l’intaglio avviene seguendo il margine sinistro del segno fatto con l’inchiostro, si pratica un primo taglio, tenendo il coltellino inclinato in modo che la punta incida nettamente e in profondità, a piccola distanza e conservando la stessa inclinazione, si pratica un nuovo taglio parallelo al primo, che in profondità, si congiunge con esso: in termini tecnici il primo è detto “taglio”, e il secondo è detto “controtaglio”. Con questi movimenti del coltellino si distacca una sottile striscia di legno dalla matrice. La sgorbia a V specie se molto sottile e affilata sostituisce quasi completamente il coltellino nei lavori più gestuali e meno meticolosi. Strumenti per l’inchiostrazione e la stampa La carta Per la stampa xilografica quasi tutta la carta è adatta; ma sono da preferirsi carte di buona qualità, resistenti, non troppo collate, soffici, lisce o non troppo ruvide, preferibilmente in carta cotone che non subisce nel tempo alterazioni cromatiche. Le carte più pesanti generano una stampa più pulita se leggermente inumidite. Si rende necessario quindi una leggera bagnatura con un passaggio di spugna. I fogli vanno dunque sovrapposti e posti all’interno di una plastica che mantiene inalterato il tasso di umidità. La carta di un certo peso, (260 gr, 280 gr quella generalmente usata per l’incisione calcografica), è stampabile con il torchio. Si possono usare anche carte molto più leggere (carta di riso, carta velina, carta cina ecc.). Tali carte non vanno assolutamente inumidite, e si stampano generalmente con procedimenti manuali. Torchio del XVII. secolo Torchi tipografici Columbian Egle Inventato in America nel 1908, questo torchio fu presto importato e poi fabbricato in Inghilterra. La rappresentazione dell’aquila è il contrappeso che sale e scende a mano a mano che la leva viene ruotata. Incidere con sostanze compatibili e sostenibili Torchi tipografico Albion Questo torchio è stato inventato in Inghilterra nei primi anni del XIX secolo. Esistono versioni di varie dimensioni. Questi torchi sono molto richiesti in quanto producono stampe eccellenti sia su supporti lignei sia su linoleum. Xilografia su “legno di testa” Le matrici derivano da sezioni orizzontali, per cui le dimensioni sono molto ridotte, allo stesso modo se si dovesse usare una superficie più ampia si dovrà provvedere ad unire più assi di legno. Preparazione delle tavole, trasporto del disegno La preparazione delle matrici è del tutto uguale a quella attuata sul legno di filo. Per l’incisione si usano gli stessi strumenti che si usano nell’incisione diretta su metallo. I bulini infatti sono largamente usati nella xilografia con legni di testa. La xilografia Giapponese • Caratteristiche tecniche • Le matrici • Il trasporto del disegno • Strumenti e metodologia per l’intaglio • Inchiostrazione e stampa delle matrici • La stampa • La carta Caratteristiche tecniche La xilografia giapponese presenta dei caratteri molto particolari rispetto a quella occidentale, l’arte di intagliare il legno viene ancora insegnata nelle scuole al pari della scrittura. L’aspetto rituale legato alla quasi sacralità dell’arte grafica è evidenziato da alcuni momenti nel lavoro dell’intagliatore che cambia di kimono a seconda delle fasi di lavoro. Strumenti e metodologia per l’intaglio Gli strumenti per incidere sono del tutto simili a quelli usati in occidente. I coltellini e le sgorbie hanno la lana più corta e impugnatura più lunga. Vengono costantemente tenuti a filo tramite affilatura su pietre abrasive. Tutti gli strumenti hanno una loro denominazione. Hangi-to Questo è il coltello base, lo strumento centrale di ogni set di intaglio per legno. Unico a non avere forma simmetrica, esiste sia per destrimani sia per mancini. Disponibile comunemente nelle misure da 1,5mm. a 9mm. in larghezza. Il manico è fatto con un legno duro, comunemente ciliegio o ebano. Le lame sono inserite in una piccola fessura intagliata nel manico trattenute dentro da un cerchio di ottone. Questo anello può essere facilmente rimosso, permettendo ti togliere la lama dopo che l'uso ripetuto ne avrà danneggiato il filo. Un esperto xilografo ha una buona collezione di questi strumenti, alcuni per intagliare in modo più grossolano, altri per lavori più fini e con angolature diverse per adattarsi ad ogni tipo di lavoro Durante il lavoro l'intagliatore cerca costantemente il cesello appropriato, su aree superiori a 6 mm. il cesello è usato con il martello, ma per tutto ciò che è al di sotto di questa dimensione si usa l'ai-suki. Oltre all'ai-suki reperibile nei negozi, non disponibile al di sotto di 1mm., gli intagliatori ne hanno una serie di più piccoli fabbricati da loro stessi. Comunemente si utilizza l'ago di una vecchia macchina da cucire, reso poi affilatissimo inserito in un manico di legno, il più a sinistra nel gruppo di cinque è uno di questi. Il metallo con cui sono fatti questi aghi è molto resistente, la punta si inserisce finemente per eliminare tutte quelle piccole schegge non volute, tra le linee incise. Maru-nomi La parola significa cesello rotondo, a differenza di altri strumenti, è usato con un martello. La lama ha una sagoma ad U, la gamma delle misure varia da 4,5mm. a 15mm. ed è suddivisa in due tipi principali: superficiale e profondo. È usata per rimuovere rapidamente ampie parti di legno dal blocco-matrice. Soai-nomi Una specie di sottogruppo degli hira-nomi, ceselli piatti, il soai-nomi ha gli angoli leggermente arrotondati. Si usano con un martello per togliere parti di legno non desiderate. La gamma delle misure varia da 9mm. a 30mm., il 21mm. di larghezza è forse il più usato. Koma-suki Questi fanno parte della famiglia dei ceselli da spinta, tenuti nel palmo come gli ai-suki, ma con una lama ad U invece che piatta. Hanno la stessa gamma di misure degli ai-suki da 1mm. a 6mm. Intagliano una specie di piccolo canale sulla superficie del blocco. San-kaku ton La parola significa coltello triangolare, corrispondente alla sgorbia a V occidentale. Le misure variano da 1mm. a 6mm. L’intaglio avviene con lo stesso principio del taglio e contro taglio. La stampa I giapponesi non usano il torchio. Stampano a mano con uno strumento particolare detto Barèn, che spesso amano costruirsi da soli con foglie di bambù intrecciate attorno ad un supporto circolare (7-15 cm. di diametro), formato dalla sovrapposizione di più fogli di carta e cartoni incollati fra loro. Il barèn viene premuto col palmo della mano e strofinato direttamente sul rovescio del foglio, con le fibre di bambù disposte nello stesso senso delle fibre della tavoletta in corso di stampa.