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Lettera a una professoressa di Scuola di Barbiana Storia d’Italia Einaudi Edizione di riferimento: Lettera a una professoressa, Libreria editrice fiorentina, Firenze 1976 Storia d’Italia Einaudi I il professore presuntuoso Gianni è milioni la piramide inseguimento 1951 prima elementare mancato guadagno 1 renitenti i bocciati sparare in un cespuglio seconda elementare Pierino pane amaro le mamme preti e puttane frazioni di eguaglianza assegni familiari contadini uomini prima del tempo mistero il lago la tavola a colori nomadi invecchiare è proibito non c’è spazio voglia di bocciare l’immaturo prima media il cartello strage di vecchi strage di poveri 25 26 26 28 28 28 29 29 30 30 31 31 31 32 32 33 34 35 35 36 36 37 37 38 39 39 39 40 Storia d’Italia Einaudi Vv riportare la busta 4l l’ortolano 42 seconda media 43 il luogo della casa 43 un compito da quattro 43 di chi parla? 44 l'obbligo 45 riassunto 45 la professione di papà 47 non è povertà di soldi 48 Nati diversi? 48 cretini e svogliati 48 difesa della razza 48 i figlioli degli altri 49 rimuovere gli ostacoli 49 Toccava a voi 50 scaricabarile 50 il babbo di Gianni 50 supplenza 51 le ripetizioni 51 l’impiegatuccio 51 le cipolle 52 meglio i preti 52 la libertà 53 le mode 53 la difesa dei poveri 54 abbracciamoci tutti 54 La selezione serve a qualcuno 55 fatalità o piano? 55 il sistema fiscale 55 Storia d’Italia Einaudi VI a chi giova? parlar chiaro i fascisti povero Pierino Il padrone esiste? la casa di Pierino piove sul bagnato speciale lavora gratis la mamma di Pierino la parte del leone La selezione ha raggiunto il suo scopo all'università nei partiti i candidati la Camera potere nero P.LL. Per chi lo fate ? buona fede il nazista più timidi di me per l’Onore della scuola per il ragazzo stesso per la Giustizia per la Società eguaglianza Le riforme che proponiamo il tornitore 56 56 57 58 58 58 59 59 60 60 61 62 62 62 63 63 63 64 64 64 65 65 65 65 66 66 67 67 67 Storia d’Italia Einaudi VII Il fine acerbi avari scontenti dicesi maestro scuola chiusa selezione doverosa occhio allo scopo l'individuo il Seminario Scuola di Servizio Sociale mirare alto maestri disoccupati casta La cultura che occorre esodo cultura agricola soli come cani cultura umana La cultura che chiedete latino matematica filosofia pedagogia Vangelo religione il conte storia educazione civica i giudizi 91 91 91 92 92 93 93 93 94 94 95 95 95 96 97 97 97 98 98 99 99 100 101 101 102 103 104 104 105 Storia d’Italia Einaudi x il genio scuola d’arte una tecnica umile pigrizia Processo penale compito in classe ozio e terrore opinioni personali una domanda intelligente la seconda lingua morta inaugurare ricatto l’arte L'infezione un verme il dubbio tagliato fuori La posta l'elemosina la lingua dei poveri la religione girasoli lessi apolitica elogio della bugia un credito Annibal Caro Disinfezione superficiali vendetta seconda vendetta 105 106 106 107 108 108 109 109 110 110 111 111 112 112 112 113 113 114 114 114 115 115 116 116 116 117 118 118 118 118 Storia d’Italia Einaudi XI aspettiamo una lettera 119 Parte terza. Documentazione 121 Note alla tavola A 121 Note alla tavola B 127 Note alla tavola C 127 Note alla tavola D 1bI Note alla tavola E 134 Note alla tavola F 134 Storia d’Italia Einaudi XII Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa dentro. Forse non è né viltà né eroismo. È solo mancanza di prepotenza. I montanari la pluricl Alle elementari lo Stato mi offrì una scuola di seconda categoria. Cinque classi in un’aula sola. Un quinto della scuola cui avevo diritto. È il sistema che adoprano in America per creare le differenze tra bianchi e neri. Scuola peggiore ai poveri fin da piccini. scuola dell'obbligo Finite le elementari avevo diritto a altri tre anni di scuola. Anzi la Costituzione dice che avevo l'obbligo di andarci. Ma a Vicchio non c’era ancora scuola media. Andare a Borgo era un’impresa. Chi ci s'era provato aveva speso un monte di soldi e poi era stato respinto come un cane. Ai miei poi la maestra aveva detto che non sprecas- sero i soldi: «Mandatelo nel campo. Non è adatto per studiare». Il babbo non le rispose. Dentro di sé pensava: «Se si stesse di casa a Barbiana sarebbe adatto». Barbiana A Barbiana tutti i ragazzi andavano a scuola dal prete. Dalla mattina presto fino a buio, estate e inverno. Nes- suno era «negato per gli studi». Storia d’Italia Einaudi Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Ma noi eravamo di un altro popolo e lontani. Il babbo stava per arrendersi. Poi seppe che ci andava anche un ragazzo di S. Martino. Allora si fece coraggio e andò a sentire. il bosco Quando tornò vidi che m’aveva comprato una pila per la sera, un gavettino per la minestra e gli stivaloni di gomma per la neve. Il primo giorno mi accompagnò lui. Ci si mise due ore perché ci facevamo strada col pennato e la falce. Poi imparai a farcela in poco più di un’ora. Passavo vicino a due case sole. Coi vetri rotti, abban- donate da poco. A tratti mi mettevo a correre per una vi- pera o per un pazzo che viveva solo alla Rocca e mi gri- dava di lontano. Avevo undici anni. Lei sarebbe morta di paura. Vede? ognuno ha le sue timidezze. Siamo pari dunque. Ma solo se ognuno sta a casa sua. O se lei avesse bisogno di dar gli esami da noi. Mallei non nea bisogno. i tavoli Barbiana, quando arrivai, non mi sembrò una scuola. Né cattedra, né lavagna, né banchi. Solo grandi tavoli intorno a cui si faceva scuola e si mangiava. D’ogni libro c’era una copia sola. I ragazzi gli si stringevano sopra. Si faceva fatica a accorgersi che uno era un po” più grande e insegnava. Il più vecchio di quei maestri aveva sedici anni. Il più piccolo dodici e mi riempiva di ammirazione. Decisi fin dal primo giorno che avrei insegnato anch'io. Storia d’Italia Einaudi Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa il preferito La vita era dura anche lassù. Disciplina e scenate da far perdere la voglia di tornare. Però chi era senza basi, lento o svogliato si sentiva il preferito. Veniva accolto come voi accogliete il primo della classe. Sembrava che la scuola fosse tutta solo per lui. Finché non aveva capito, gli altri non andavano avanti. la ricreazione Non c’era ricreazione. Non era vacanza nemmeno la domenica. Nessuno di noi se ne dava gran pensiero perché il la- voro è peggio. Ma ogni borghese che capitava a visitarci faceva una polemica su questo punto. Un professorone disse: «Lei reverendo non ha studia- to pedagogia. Polianski dice che lo sport è per il ragazzo una necessità fisiopsico»!. Parlava senza guardarci. Chi insegna pedagogia all'U- niversità, i ragazzi non ha bisogno di guardarli. Li sa tutti a mente come noi si sa le tabelline. Finalmente andò via e Lucio che aveva 36 mucche nella stalla disse: «La scuola sarà sempre meglio della merda». ! Polianski = non sappiamo chi sia, ma sarà un famoso edu- catore. pedagogia = arte di educare i ragazzi. ‘isiopsico = metà di un parolone che adoprò quel professore e che non ricordiamo intero. Storia d’Italia Einaudi 5 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Comunque sul principio era l’unica materia scolastica che li svegliasse. Avevamo un libro di anatomia’. Si chiudevano a guardarlo in un cantuccio. Due pagine erano tutte consumate. Più tardi scoprirono che son belline anche le altre. Poi si accorsero che è bella anche la stori: Qualcuno non s'è più fermato. Ora gli interessa tutto. Fa scuola ai più piccini, è diventato come noi. Qualcuno invece siete riusciti a ghiacciarlo un’altra volta. le bambine Delle bambine di paese non ne venne neanche una. Forse era la difficoltà della strada. Forse la mentalità dei genitori, Credono che una donna possa vivere anche con un cervello di gallina. I maschi non le chiedono d’essere intelligente. È razzismo anche questo. Ma su questo punto non abbiamo nulla da rimproverarvi. Le bambine le stimate più voi che i loro genitori!. Sandro e Gianni Sandro aveva 15 anni. Alto un metro e settanta, umilia- to, adulto. I professori l’avevano giudicato un cretino. Volevano che ripetesse la prima per la terza volta. » libro di anatomia = libro che adoprano gli studenti di me- dicina. Studia il corpo umano pezzo per pezzo. 4 Per esempio nel 1962-63 in prima media furono promossi il 652% dei maschi e il 70,9% delle bambine. In seconda media il 72,9% dei maschi e l'80,5% delle bambine ( Annuario Statistico dell'Istruzione 1965 pag. 81) Storia d’Italia Einaudi Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Gianni aveva 14 anni. Svagato, allergico alla lettura. I professori l’avevano sentenziato un delinquente. E non avevano tutti i torti, ma non è un motivo per levarselo di torno. Né l'uno né l’altro avevano intenzione di ripetere. Erano ridotti a desiderare l’officina. Sono venuti da noi solo perché noi ignoriamo le vostre bocciature e ‘mettiamo ogni ragazzo nella classe giusta per la sua età. Si mise Sandro in terza e Gianni in seconda. È stata la prima soddisfazione scolastica della loro povera vita. Sandro se ne ricorderà per sempre. Gianni se ne ricorda un giorno sì e uno no. la Piccola Fiammiferaia La seconda soddisfazione fu di cambiare finalmente pro- gramma. Voi li volevate tenere fermi alla ricerca della perfezio- ne. Una perfezione che è assurda perché il ragazzo sente le stesse cose fino alla noia e intanto cresce. Le cose re- stano le stesse, ma cambia lui. Gli diventano puerili tra le mani. Per esempio in prima gli avreste riletto per la seconda o terza volta la Piccola Fiammiferaia e la neve che fiocca fiocca fiocca?. Invece in seconda e terza leggete roba scritta per adulti. Gianni non sapeva mettere l’acca al verbo avere. Ma del mondo dei grandi sapeva tante cose. Del lavoro, delle famiglie, della vita del paese. Qualche sera andava col babbo alla sezione comunista o alle sedute del Consiglio Comunale. © La Piccola Fiammiferaia = novella di Giovanni Cristiano Andersen scrittore danese del 1800. La neve fiocca fiocca fiocca = verso di una poesia di Giovanni Pascoli. Storia d’Italia Einaudi Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Voi coi greci e coi romani gli avevate fatto odiare tutta la storia. Noi sull’ultima guerra si teneva quattr’ore senza respirare. A geografia gli avreste fatto l’Italia per la seconda vol- ta. Avrebbe lasciato la scuola senza aver sentito rammen- tare tutto il resto del mondo. Gli avreste fatto un danno grave. Anche solo per leggere il giornale. non ti sai esprimere Sandro in poco tempo s’appassionò a tutto. La mattina seguiva il programma di terza. Intanto prendeva nota delle cose che non sapeva e la sera frugava nei libri di seconda e prima. A giugno il «cretino» si presentò alla licenza e vi toccò passarlo. Gianni fu più difficile. Dalla vostra scuola era uscito analfabeta e con l’odio per i libri. Noi per lui si fecero acrobazie. Si riuscì a fargli amare non dico tutto, ma almeno qualche materia. Ci occorreva solo che lo riempiste di lodi e lo passaste in terza. Ci avremmo pensato noi in seguito a fargli amare anche il resto. Ma agli esami una professoressa gli disse: «Perché vai a una scuola privata? Lo vedi che non ti sai esprimere?» i Lo so anch'io che Gianni non si sa esprimere. Battiamoci il petto tutti quanti. Ma prima voi che l’avevate buttato fuori di scuola l’anno prima. Bella cura la vostra. SA questo punto volevamo mettere la parola che ci venne alla bocca quel giorno. Ma l'editore non la vuol stampare. Storia d’Italia Einaudi 10 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa il coltello nelle vostre mani Ma davanti a quel tema che me ne facevo delle regole umili e sane dell’arte di tutti i tempi? Se volevo essere onesto dovevo lasciare la pagina in bianco. Oppure criticare il tema e chi me l’aveva dato. Ma avevo quattordici anni e venivo dai monti. Per an- dare alle magistrali mi ci voleva la licenza. Quel fogliuc- cio era in mano a cinque o sei persone estranee alla mia vita e a quasi tutto ciò che amavo e sapevo. Gente disat- tenta che teneva il coltello dalla parte del manico. Mi provai dunque a scrivere come volete voi. Posso ben credere che non ci riuscii. Certo scorrevano meglio i scritti dei vostri signorini esperti nel frigger aria e nel rifrigger luoghi comuni. il complesso del trabocchetto Il compito di francese era un concentrato di eccezioni. Gli esami vanno aboliti. Ma se li fate, siate almeno leali. Le difficoltà vanno messe in percentuale di quelle della vita. Se le mettete più frequenti avete la mania del trabocchetto. Come se foste in guerra coi ragaz: Chi ve lo fa fare? Il loro bene? gufi, ciottoli e ventagli Il loro bene no. Passò con nove un ragazzino che in Francia non saprebbe chiedere nemmeno del gabinetto. Sapeva solo chiedere gufi, ciottoli e ventagli sia al plu- rale che al singolare*. Avrà saputo in tutto duecento vo- * gufi, ciottoli e ventagli = queste tre parole in francese sono più difficili delle altre. I professori all'antica le fanno imparare a mente fin dai primi giorni di scuola. Storia d’Italia Einaudi 13 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa caboli e scelti col metro di essere eccezioni, non d’essere frequenti. Il risultato è che odiava anche il francese come si potrebbe odiare la matematica. il fine Io le lingue le ho imparate coi dischi. Senza neanche accorgermene ho imparato prima le cose più utili e fre- quenti. Esattamente come s'impara l'italiano. Quell'estate ero stato a Grenoble a lavar piatti in una trattoria?. M’ero trovato subito a mio agio. Negli ostelli avevo comunicato con ragazzi d'Europa e d'Africa. Ero tornato deciso a imparare lingue a tutto spiano. Molte lingue male piuttosto che una bene. Pur di po- ter comunicare con tutti, conoscere uomini e problemi nuovi, ridere dei sacri confini delle patrie. imezzi Nei tre anni delle medie noi avevamo fatto due lingue in- vece di una: francese e inglese. Avevamo un vocabolario sufficiente a reggere qualsiasi discussione. Pur di non farla lunga su qualche sbaglio di gramma- tica. Ma la grammatica appare quasi solo scrivendo. Per leggere e parlare si può fare senza. Poi pian piano S'orec- chia. Più tardi chi ci tiene può studiarla. Del resto con la nostra lingua si fa così. Si riceve la prima lezione di grammatica dopo otto anni che si parla. Dopo tre che si legge e che si scrive. Nei programmi nuovi son consigliati i dischi anche per voi. Ma i dischi vanno bene in una scuola a pieno ? Grenoble = città della Francia. ostelli= alberghi per la gioventù. Storia d’Italia Einaudi 14 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa tempo, dove le lingue si imparano per svago nelle ore di stanchezza. Un par d’ore al giorno sette giorni la settimana. Non tre ore la settimana come da voi. Nelle vostre condizioni è meglio non adoprarli. i castelli della Loira Agli orali s’ebbe una sorpresa I vostri ragazzi parevano pozzi di cultura francese. Per esempio parlavano con sicurezza dei castelli della Loira!°. Più tardi si seppe che avevano fatto soltanto quello in tutto l’anno. Poi avevano in programma alcuni brani e li sapevano leggere e tradurre. Se fosse capitato un ispettore avrebbero fatto più figu- ra loro di noi. L'ispettore non esce dal programma. Ep- pure lo sapete voi e lui che quel francese non può servire a nulla. E allora per chi lo fate? Voi per l'ispettore. Lui per il provveditore. E lui per il ministro. È l'aspetto più sconcertante della vostra scuola: vive fine a se stesso arrivisti a 12 anni Anche il fine dei vostri ragazzi è un mistero. Forse non esiste, forse è volgare. Giorno per giorno studiano per il registro, per la pagella, per il diploma. E intanto si distraggono dalle cose belle che studiano. Lingue, storia, scienze, tutto diventa voto e null’altro. Dietro a quei fogli di carta c'è solo l’interesse indivi- duale. Il diploma è quattrini. Nessuno di voi lo dice. Ma stringi stringi il succo è quello. !° Loira = fiume della Francia. Storia d’Italia Einaudi 15 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa storia che vive e progredisce. Diventano quelle povere creature che siete voi. il giornale La storia di questo mezzo secolo era quella che sapevo meglio. Rivoluzione russa, fascismo, guerra, resistenza, liberazione dell’Africa e dell’Asia. È la storia in cui sono vissuti il nonno e il babbo. Poi sapevo bene la storia in cui vivo io. Cioè il giornale che a Barbiana leggevamo ogni giorno, a alta voce, di cima a fondo. Sotto gli esami due ore di scuola spese sul giornale ognuno se le strappa dalla sua avarizia. Perché non c'è nulla sul giornale che serva ai vostri esami. È la riprova che c'è poco nella vostra scuola che serva nella vit: Proprio per questo bisogna leggerlo. È come gridar- vi in faccia che un lurido certificato non è riuscito a tra- sformarci in bestie. Lo vogliamo solo per i nostri geni- tori. Ma politica e cronaca cioè le sofferenze degli altri valgono più di voi e di noi stessi. la Costituzione Quella professoressa s'era fermata alla prima guerra mondiale. Esattamente al punto dove la scuola poteva riallacciarsi con la vita. E in tutto l’anno non aveva mai letto un giornale in classe. Dovevano esserle rimasti negli occhi i cartelli fascisti «Qui non si parla di politica». Una volta la mamma di Giampiero le disse: «Eppure mi pare che il bambino da che va al doposcuola comu- nale sia migliorato tanto. La sera a casa lo vedo legge- re». «Leggere? Sa cosa legge? La COSTITUZIONE! Storia d’Italia Einaudi 18 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa L’anno scorso aveva per il capo le ragazzine, quest'anno la Costituzione». Quella povera donna pensò che fosse un libro sporco. La sera voleva far cazzottare Giampiero dal suo babbo. il Monti Quella stessa professoressa a italiano voleva a tutti i costi le strane fiabe d’Omero. Ma almeno fosse stato Omero. Era il Monti!!. A Barbiana non s'era letto. Solo una volta, per ridere, si prese il testo greco e si contò le parole d’un canto. Centoquarantuno per cento! Ogni tre parole due son d’Omero, una è parto della testolina del Monti. E il Monti chi è? Uno che ha qualcosa da dirci? Uno che parla la lingua che occorre a noi? Peggio ancora: è uno che scriveva una lingua che non era parlata neppure a tempo suo. Un giorno insegnavo geografia a un ragazzetto caccia- to fresco fresco dalla vostra media. Non sapeva nulla di nulla, ma per dire Gibilterra diceva Colonne d’Ercole!?. Se lo immagina in Spagna a chiedere il biglietto a uno sportello ferroviario? "Omero = antico poeta greco autore dell’ Iliade e dell’Odissea. Vincenzo Monti = poeta del 1800. Ha tradotto 1’ Iliade in italiano. ® Colonne d'Ercole=i poeti antichi chiamavano così lo stret- to di Gibilterra. È il passaggio tra il Mare Mediterraneo e l’O- ceano Atlantico. Storia d’Italia Einaudi 19 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa gerarchia delle urgenze Quando la scuola è poca il programma va fatto badando solo alle urgenze. Pierino del dottore ha tempo di leggere anche le no- velle. Gianni no. Vi è scappato di mano a 15 anni. È in officina. Non ha bisogno di sapere se è stato Giove a partorire Minerva 0 viceversa”. Nel suo programma d’italiano ci stava meglio il con- tratto dei metalmeccanici. Lei signora l’ha letto? Non si vergogna? È la vita di mezzo milione di famiglie. Che siete colti ve lo dite da voi. Avete letto tutti gli stessi libri. Non c’è nessuno che vi chieda qualcosa di diverso. ragazzi infelici Agli esami di ginnastica il professore ci buttò un pallone e ci disse: «Giocate a pallacanestro». Noi non si sapeva. Il professore ci guardò con disprezzo: «Ragazzi infelici». Anche lui come voi. L’abilità in un rito convenzionale gli pareva importante. Disse al preside che non avevamo «educazione fisica» e voleva rimandarci a settembre. Ognuno di noi era capace di arrampicarsi su una quercia. Lassù lasciare andare le mani e a colpi d’accetta buttar giù un ramo d’un quintale. Poi trascinarlo sulla neve fin sulla soglia di casa ai piedi della mamma. M'hanno raccontato d’un signore a Firenze che sale in casa sua con l’ascensore. Poi s'è comprato un altro aggeggio costoso e fa finta di remare. Voi in educazione fisica gli dareste dieci. ‘ Giove e Minerva = i greci antichi credevano o facevano finta di credere negli dei. Fra l’altro raccontavano che un maschio (di nome Giove) aveva partorito una bambina (di nome Minerva). Storia d’Italia Einaudi 20 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa vo ricorrente era che se il doposcuola non è fatto bene è meglio non lo fare. I ragazzi di paese erano per i bar e per le strade. Quelli di campagna nel campo. Di fronte a questa situazione il doposcuola non può mai sbagliare. È buono tutto. È buono perfino quell’aborto che voi chiamate scuola. Se siete contrari al doposcuola io vi consiglio di non lo far vedere. La gente è maliziosa. Potrebbe pensare che fate lezioni private ai signorini. Sud Africa Altri hanno in odio l'eguaglianza. Un preside a Firenze ha detto a una signora: «Non si preoccupi, lo mandi da me. La mia è la media meno unificata d’Italia». Giocare il popolo sovrano è facile. Basta raccogliere in una sezione i ragazzi «per bene». Non importa cono- scerli personalmente. Si guarda pagella, età, luogo di re- sidenza (campagna, città), luogo di origine (nord, sud), professione del padre, raccomandazioni. Così vivranno nella stessa scuola due, tre, quattro medie diverse. La A è la «Media Vecchia». Quella che fila bene. I professori più stimati se la leticano. Un certo tipo di genitori si dà da fare per metterci il bambino. La B è già un po’ meno e così vi: il Dovere delle gomitate Tutta gente onorata. Il preside e i professori non fanno per sé, fanno per la Cultura. Neanche quei genitori fanno per sé. Fanno per l’Avve- nire del bambino. Farsi strada a gomitate non sta bene, ma se si fa per lui diventa un dovere sacro. Avrebbero vergogna a non lo fare. Storia d’Italia Einaudi 23 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa disarmati I genitori più poveri non fanno nulla. Non sospettano nemmeno che queste cose esistano. Anzi sono commos- si. A tempo loro in campagna c'era solo la terza Se le cose non vanno, sarà perché il bambino non è tagliato per gli studi. «L'ha detto il Professore. Che persona educata. Mi ha fatto sedere. Mi ha mostrato il registro. Un compito pieno di freghi blu. A noi non c'è toccato intelligente. Pazienza. Andrà nel campo come siamo andati noi». ‘atistica sul piano nazionale A questo punto lei ci obietterà che siamo capitati a far gli esami in scuole particolarmente disgraziate. Che per l’appunto anche da fuori ci son venute notizie tutte tristi. Che lei conosce decine d’episodi veri quanto i nostri, ma che dimostrano il contrario. Allora facciamo così: abbandoniamo noi e lei le pos zioni troppo passionali e scendiamo sul terreno scientifi- co. Riprendiamo il nostro racconto da capo, ma questa volta in cifre. disadatto agli studi L'incarico delle statistiche l’ha preso Giancarlo. Ha 15 anni. È un altro di quei ragazzi di paese che voi avete sentenziato disadatto agli studi. Storia d’Italia Einaudi 24 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Da noi carbura bene. Per esempio ora è quattro mesi che è immerso in queste cifre. Non gli pare arida nemmeno la matematica. Il miracolo educativo che abbiamo operato in lui ha una ricetta ben precis Noi gli s'è offerto di studiare per uno scopo nobile: sentirsi fratello di 1.031.000 bocciati insieme a lui e go- dersi le gioie della vendetta per sé e per loro!8. il professore presuntuoso Decine di Annuari Statistici, decine di scuole visitate, altre raggiunte per corrispondenza, viaggi al Ministe- ro e all’ISTAT per i dati mancanti, giornate intere alla calcolatrice!?. Altri prima di noi avranno fatto lavori del genere. Ma son quei poveretti che poi non sanno tradurre i risultati in lingua d’ogni giorno. Noi non li abbiamo letti. Voi insegnanti nemmeno. Così nessuno di voi ha un'idea chiara di quel che avviene nella scuola. Si fece notare a un professore che era venuto in visita da noi. S’offese a morte: «È tredici anni che insegno. Ho conosciuto migliaia di ragazzi e genitori. Voi vedete le cose dal di fuori. Non siete addentro nei problemi della scuola». E allora è addentro lui che ha conosciuto solo ragazzi già selezionati. Più ne conosce e più vede distorto. '8Bocciati dalla scuola dell'obbligo nell’anno scolastico 1963-64 (vedi fonti in nota alla tavola A). ! ISTAT = Istituto Centrale di Statistica. Storia d’Italia Einaudi 25 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa inseguimento 1951 Ma la piramide ha il difetto che mette su uno stesso foglio ragazzi di 6 e di 30 anni. Colpe vecchie e nuove. Proviamo allora a inseguire una leva di ragazzi lungo gli otto anni della scuola dell’obbligo. Mancando i dati più recenti seguiamo la leva 512. prima elementare Entriamo il primo ottobre in una prima elementare. I ragazzi sono 32. A vederli sembrano eguali. In realtà c'è già dentro 5 ripetenti. A sette anni, col grembiulino e il fiocco, già segnati col marchio del ritardo che pagheranno caro alle medie. mancato guadagno Prima di cominciare mancano già 3 ragazzi. La maestra non li conosce, ma son già stati a scuola. Hanno assag- giato la prima bocciatura e non son più tornati. Se fossero tornati sarebbero con lei. In un certo senso li ha persi. Come si dice perso un mancato guadagno. Anche nelle classi seguenti si ripeterà lo stesso fatto. Se fossimo cattivi potremmo contarvi ogni anno il dop- pio di ragazzi persi: quelli che avete cacciato voi e quelli che vi mancano tra i ripetenti. 2 La leva ’52 sarebbe stata meglio perché è quella che ha inaugurato la Nuova Media. Mancano ancora troppi dati per poterla studiare a fondo. Per ora un confronto tra le due medie è possibile solo sulle prime. È sufficiente per dimostrare che non è cambiato nulla di sostanziale. Nella prima 62-63 (Vecchia Media) i bocciati furono il 33,3%. Nella prima 63-64 (Nuova Media) il 28,2%. Storia d’Italia Einaudi 28 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Se foste buone sareste voi a contarli”. i renitenti Quelli che non son mai venuti a scuola non li contiamo. Non ne esiste una rilevazione su scala nazionale. Pare però che siano pochi. Per esempio qui in Mugello Gian- carlo non ne ha trovati. Comunque per loro non avremmo da rimproverarvi. Sarebbe colpa d’altri. Soprattutto dei parroci che hanno presente tutto il popolo e possono convincere i genitori o denunciarli. i bocciati A giugno la maestra boccia 6 ragazzi». Disobbedisce alla legge del 24 dicembre 1957 che la invita a portarseli dietro peri due anni del primo ciclo». % Per maggiori spiegazioni vedi in appendice le tavole B e C e le loro note. ® Abbiamo visto che la prima dell’anno precedente aveva invece 8 bocciati (3 persi più 5 ripetenti). La differenza è dovuta al minor numero di nati del’ 51 e di ripetenti nel 57-58. Qui nel testo, per semplificare, chiamiamo bocciati anche i ragazzi che si sono ritirati durante l’anno. Nella documentazio- ne le due categorie sono invece distinte. * La scuola elementare è divisa in due cicli: I e Il (primo ciclo) III, IV e V (secondo ciclo). «L'insegnante non ammette l’alunno alla classe successiva dello stesso ciclo soltanto in casi eccezionali (numero rilevante delle assenze, minorazioni psicofisiche) su ciascuno dei quali fornisce al direttore didattico motivata relazione scritta». Nei primi 5 anni di applicazione della legge i bocciati di prima sono stati il 15,14%, quelli di seconda il 16,88%. In una scuola Storia d’Italia Einaudi 29 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Ma la maestrina non accetta ordini dal popolo sovra- no. Boccia e parte per il mare. sparare in un cespugli Bocciare è come sparare in un cespuglio. Forse era un ragazzo, forse una lepre. Si vedrà a comodo. Fino all'ottobre seguente non sapete cosa avete fatto. È andato a lavorare o ripete? E se ripete gli farà bene o male? Si farà le basi per seguitare meglio o invecchierà malamente su programmi non adatti per lui? seconda elementare Aottobre in seconda la maestra trova ancora 32 ragazzi”. Vede 26 visi noti e le pare d’essere di nuovo tra i suo? ragazzi cui vuol bene. Poi vede 6 ragazzi nuovi. Cinque sono ripetenti. Uno di loro ha già ripetuto due classi, ha quasi 9 anni. Il sesto ragazzo nuovo è Pierino del dottore®. Pierino I cromosomi del dottore sono potenti”. Pierino sapeva già scrivere a 5 anni. Non ha avuto bisogno di far la funzionante (classi differenziali ecc.) come quella di Vicchio i bocciati di prima scendono al 6,9% (1965-66). 2 Da qui in poi potrà essere utile tenere sott'occhio il disegno di pag. 56 0 meglio ancora la tavola D. 28 Nel nostro testo Pierino è il simbolo dei 30.000 ragazzi che ogni anno saltano la prima. Vedi tavola E e sua nota. ? cromosomi = quei cosini microscopici che fanno somigliare i figlioli ai genitori. Storia d’Italia Einaudi 30 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Non sarà la maestra che ha messo queste leggi. Ma lo sa che ci sono. A ogni bocciatura ha messo i poveri in tentazione d’andarsene. I ricchi no. MESTIERE DEL BABBO contaoni] OPERAI [RMERGE]_suPER ; SU TUTTA LA 49% 305% = POPOLAZIONE o SCOLASTICA 1% 00% asti 789% SUI RAGAZZI PERSI ALLA SCUOLA TRA QUINTA ELEMENTARE E PRIMA MEDIA 15,8% FEZZAS9% pr contadini La tentazione del lavoro pesa sui poveri in età diverse secondo se sono contadini o operai. Gli 11 ragazzi che sono andati a lavorare nei cinque anni delle elementari avevano dai sette ai quattordici anni. Storia d’Italia Einaudi 33 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa La maggioranza erano contadini o comunque gente che vive in case isolate dove c’è sempre qualche faccenda da dare anche a un bambino piccolo? uomini prima del tempo Lo Stato s'è scordato di loro. Non li scrive più nel registro scolastico e non li scrive ancora in quello delle forze di lavoro. Eppure lavorano e fra le righe della legge si scopre che si sa, ma non si dice. La legge 29-1-1961 «Sulla tutela del lavoro delle don- ne e dei fanciulli» proibisce il lavoro prima dei 15 anni. Non vale per l’agricoltura. È giusto. La razza inferiore non ha fanciulli. Siamo tutti uomini prima del tempo. L'articolo 205 del testo unico INAIL stabilisce che ai contadini si paga l'infortunio sul lavoro dai 12 anni in su. Dunque si sa che lavoriamo. mistero Nonostante tutti questi persi, sulla piramide il colpo d'occhio fa onore ai maestri elementari. La forma di piramide comincia solo alle medie. Difatti a prima la maestra aveva 32 ragaz ne ha 28. Si direbbe che ne abbia persi 4 soli. . A quinta ? Non occorre provarlo. Comunque nella tavola a pag. 43 vedi una nostra rilevazione su un comune della provincia di Fi- renze (anni scolastici 1963-4, 1964-5, 1965-6). Nella categoria «super» abbiamo messo impiegati (piccoli e grandi), insegnanti, professionisti, imprenditori, dirigenti. Storia d’Italia Einaudi 34 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa La realtà è che ne ha persi 20”. Come si possa perdere 20 ragazzi su 32 e averne ancora 28 è un mistero che va spiegato”. il lago Provi a guardare un lago sull’atlante. Sembra tant’acqua e invece è esattamente quella del fiume. Ha solo rallen- tato. Perde tempo, occupa tanto posto. Poi riprende a correre e si vede che è un fiume eguale a prima. Il lago sono le scuole elementari. Se un ragazzo pass sempre occupa 5 banchi. Se ripete ne occupa 6, 7, 8 Pierino benemerito ne occupa 4 soli. Quando smetterete di bocciare risolverete di un colpo anche il problema delle aule. la tavola a colori Tutto il problema si capisce meglio sulla tavola a colori. Se tutto andasse bene ogni colonna sarebbe d’un colore solo. E invece c’è un mucchio di colori fuori posto. Provi a interessarsi solamente del giallo. Sono i nati nel ’50. La strisciolina gialla fuori posto a sinistra sono î pierini. La parte grossa che vien giù verticale sono i ragazzi dell’anno giusto. Quelli che non sono stati mai bocciati. » Questo dato è tratto come gli altri dalle statistiche su scala nazionale. È perciò inferiore al vero perché non vi appaiono le migrazioni inteme (sud-nord, montagna-pianura, campagna- città). x Il prof. Dino Pieraccioni membro del Consiglio Superiore dell'Istruzione ha dichiarato a un giornalista (15-2-1967): «scar- so livello di preparazione dei ragazzi nella scuola elementare, dove, com'è noto, nessuno o quasi viene bocciato». Storia d’Italia Einaudi 35 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa l’immaturo Ma la maestra non la pensa come me. Pierino passa sempre*. Strano. Lui che è così giovane. A sentire gli psicologi dovrebbe essere in difficoltà». Potenza dei cromosomi di dottore! Pierino s'è trovato in quinta a nove anni*. È vissuto sempre tra compagni più maturi. Non è maturato, ma si è allenato a affrontare adulti. È di quelli che saranno disinvolti con lei. Gianni invece è stato sempre a scuola con bambini più piccoli di lui. Fa un po’ il prepotente con loro, ma davanti agli adulti non apre bocca. d figoro Havana sa 2 Hi * Prima prova: Fin dall’idoneità alla seconda Pierino è pas- sato più facilmente che non gli interni. Per esempio nell’an- no 62-63 furono promossi l’87,6% degli interni e il 96,9% dei privatisti. Il fenomeno del vantaggio dei privatisti si ripete per tutte le elementari. Dalla media in poi avviene il contrario. ( Annuario Statistico Italiano 1965 tav. 90 e 97). Seconda prova: Il numero dei pierini non diminuisce anzi tende a aumentare (se ne aggiunge qualcuno che salta un anno). In seconda (59-60) ci sono 30.000 pierini. Quattro anni dopo in prima media 34.400 (vedi tavola E). ® psicologi = quelli che pensano di poter studiare in modo scientifico l'animo dell’uomo. # Qui e nell’illustrazione che segue le età sono riferite all’ot- tobre. La ripartizione per età è tratta da Distribuzione per età degli alunni delle scuole elementari e medie ISTAT 1963 (nostra tavola E). Storia d’Italia Einaudi 38 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa prima media In prima media i ragazzi sono 224. Per la professoressa son tutti visi nuovi. Degli 11 persi lei non sa nulla. Anzi è convinta che non manchi nessuno. Qualche volta brontola: «Ora che vengono a scuola tutti non è possibile far scuola. Arrivano dei ragazzi analfabeti». Ha studiato tanto latino, ma non ha mai visto un Annuario Statistico. il cartello E non le basterebbe. Bisogna che si studi anche le età sul registro. Ci sono visucci puerili e corporature esili che ingannano. All’anagrafe non guardano in faccia. Chi ha l’età riceve il libretto di lavoro. Le può scappare di scuola da un momento all’altro. Il meglio sarebbe che ogni ragazzo porta cartello: «Ho 13 anni non mi bocci». se un gran strage di vecchi Ma il cartello non lo porta nessuno. registro non guardano l’anno di nasci Ei professori sul . Guardanoi voti. 4 Perché il quadro dei ragazzi persi resti più chiaro conser- viamo anche per le scuole medie la scala 1: 29.900. In realtà al- Je medie il numero delle sezioni è molto diminuito e diminuisce ancora lungo il corso. Per questo gli insegnanti non vedono mai classi così piccole e non riescono a farsi un'idea della selezione che è stata operata. Storia d’Italia Einaudi 39 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Forse qualcuno è in buona fede. Forse addirittura s'è proposto di salvare i più vecchi. Poi lì davanti a un compito pieno d’errori s’è dimenticato tutti i propositi. Il fatto è che inesorabilmente la bocciatura colpisce i ragazzi più vecchi. Quelli che hanno il lavoro a portata di mano. Invece passano quei ragazzucci che sono in regola con l’età. Non hanno avuto motivo di bocciare negli anni scorsi. Non l'hanno nemmeno ora. La loro casa non è proprio come quella di Pierino, ma è evidente che ci manca poco. La classe vien falciata così”. TAtbreivit n 7 il Dt strage di poveri Bocciando i più vecchi i professori hanno colpito anche i più poveri. Abbiamo fatto una rilevazione sul mestiere del babbo degli invecchiati nelle elementari. 2 Vedi tavola F. Trattandosi di un'affermazione grave abbia- mo voluto appoggiarla con una ricerca particolarmente severa. Giancarlo ha raccolto i dati in 9 scuole toscane, due lombarde, una delle Marche, una dell'Emilia e una del Veneto, per un to- tale di 1960 ragazzi di prima e 1814 di seconda (anni scolastici 19645, 1965-6). » Nel disegno le età sono riferite alla fine dell’anno per cui i pierini hanno ormai undici anni e così via. Il disegno si basa sulla tavola E per la divisione secondo l’età e sulla tavola F per Vetà dei bocciati. Storia d’Italia Einaudi 40 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa seconda media A seconda, mancando i ragazzi più vecchi, l'età media si è abbassata. Il distacco dei pierini dagli altri va dimi- nuendo. Si può dire che le bocciature alle elementari invecchia- no la classe perché molti bocciati ripetono. Alle medie la ringiovaniscono perché i più vecchi trovano lavoro. il luogo della casa Anche socialmente la classe è trasformata. Abbiamo uno studio fatto da nostri amici in un comune qui vicino. Hanno provato a suddividere per categorie sociali i boc- iati di prima e di seconda media. I risultati si leggono nel grafico a fronte. un compito da quattro Quando i professori videro questa tabella dissero che era un’ingiuria alla loro onorabilità di giudici imparziali. La più accanita protestava che non aveva mai cercato e mai avuto notizie sulle famiglie dei ragazzi: «Se un compito è da quattro io gli do quattro». E non capiva, poveretta, che era proprio di questo che era accusata. Perché non c'è nulla che sia ingiusto quanto far le parti eguali fra disuguali. + Sono classificate «di paese» le case delle zone più popolose e dotate di tutti i servizi: acqua, luce, strada, negozi. Quelle classificate «isolate» sono in genere sulle pendici di Monte Morello e della Calvana. Storia d’Italia Einaudi 43 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa MESTIERE EL BASSI LUOSO DELLA CASA | comoisi = son cont caseisoLaTE — PAESE NI ROSSO | ASP INNER | PROMESSI di chi parla? Che sia l’età o la classe sociale il fatto è che a seconda media la professoressa comincia a respirare. Le è più facile finire il programma. Non vede l’ora d’arrivare a giugno. Si libererà d'altri 4 lavativi e avrà finalmente una classe degna di lei. «Quando li presi în prima erano dei veri analfabeti. Ora invece mi fanno dei compiti tutti corretti». Di chi parla? Dove sono i ragazzi che prese in prima media? Sono rimasti solo quelli che scrivevano corretto anche allora e forse anche in terza elementare. Quelli che l'hanno imparato dalla fami; Gli analfabeti che aveva a prima media sono ancora analfabeti. Se li è solo levati davanti agli occhi. Storia d’Italia Einaudi 44 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa l'obbligo E lo sa bene. Tant'è vero che a terza boccia poco. Sette a prima, quattro a seconda, uno a terza. Ilcontrario esatto di quello che doveva fare. Nella scuola dell’obbligo, l'obbligo l'avrebbe assolto portando tutti a terza. È all'esame di licenza che può sfogare i suoi istinti di selezionatrice. Non avremmo più nulla da ridire. Anzi se il ragazzo non sa ancora scrivere farà bene a bocciarlo. riassunto Il disegno a pag. 46 dà un quadro riassuntivo degli otto anni dell’obbligo*. La classe ha perso 40 ragazzi. Sedici di loro sono an- dati a lavorare prima d’aver compiuto l'obbligo. Ven- tiquattro sono a ripetere. In complesso son passati per la classe 56 ragazzi. In terza media ci sono solo 11 dei 32 ragazzi che la maestra ha avuto in consegna in prima elementare. 4 Per il motivo spiegato in nota a pag. 49 immaginiamo le medie con classi piccolissime. Si ha così l'impressione che le professoresse boccino meno delle maestre. Vista percentual- mente la cosa è ben diversa. Bocciati in prima elementare 15,4%, in seconda 18,1%, in terza 12,9%, in quarta 14,9%, in quinta 17,9%, prima media 33,3%, seconda 23,2%, terza 5,1% (vedi tavola A). * Per l’interpretazione di questo disegno vedi la tavola D e le sue note. Storia d’Italia Einaudi 45 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa non è povertà di soldi Qualcuno potrebbe anche essersi fermato per mancanza di soldi, senza colpa vostra. Ma ci sono operai che campano il ragazzo a scuola 10 0 11 anni per la terza media”. Hanno speso quanto il babbo di Pierino, ma Pierino a quell’età è già licenziato dalla media superiore. Nati diversi? cretini e svogliati Voi dite d’aver bocciato i cretini e gli svogliati. Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svo- gliati nelle case dei poveri. Ma Dio non fa questi dispetti ai poveri. È più facile che i dispettosi siate voi. difesa della razza Alla Costituente chi sostenne la teoria delle differenze di nascita fu un fascista: «L'on. Mastroianni riferendosi alla parola obbligatorio osserva che ci sono alunni che dimo- strano una insufficienza di carattere organico a frequen- tare le scuole»*!. » Dei 16 ragazzi che abbiamo visto in terza media uno s'è licenziato a 17 anni e duca 16. » Assemblea Costituente = Camera dei deputati dal 1946 al 1948. Oltre al normale lavoro preparò il testo della Costituzio- ne. La frase citata appartiene alla discussione sull'articolo 34 della Costituzione (scuola dell’obbligo) nella Prima Sottocom- missione (Seduta del 29 ottobre 1946). Storia d’Italia Einaudi 48 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Anche un preside di scuola media ha scritt stituzione purtroppo non può garantire a tutti i ragazzi eguale sviluppo mentale, eguale attitudine allo studio»?. Ma del suo figliolo non lo direbbe mai. Non gli farà fi- nire le medie? Lo manderà a zappare? Mi han detto che queste cose succedono nella Cina di Mao. Ma sarà vero? Anche i signori hanno i loro ragazzi difficili. Ma li mandano avanti. i figlioli degli altri Solo i figlioli degli altri qualche volta paiono cretini. I nostri no. Standogli accanto ci si accorge che non sono. E neppure svogliati. O per lo meno sentiamo che sarà un momento, che gli passerà, che ci deve essere un rimedio. Allora è più onesto dire che tutti i ragazzi nascono eguali e se in seguito non lo sono più, è colpa nostra e dobbiamo rimediare. rimuovere gli ostacoli È esattamente quello che dice la Costituzione quando parla di Gianni: «Tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di razza, lingua, condizioni personali e socia- È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese» (Art. 3). ®2 Lettera firmata dal preside e 18 professori in risposta allo studio di cui si parla a pag. 54. Storia d’Italia Einaudi 49 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Toccava a voi scaricabarile Una sua collega delle medie (una mite sposina che a prima ne ha respinti 10 su 28, comunista lei e il marito, gente impegnata) ci fece un’obiezione: «Io non li ho cacciati, li ho solo bocciati. Se non ci pensano i loro genitori a rimandarli peggio per loro». il babbo di Gianni Ma il babbo di Gianni a 12 anni andò a lavorare da un fabbro e non finì neanche la quarta. A 19 anni andò partigiano. Non capì bene quello che faceva. Ma certo lo capì meglio di voi. Sperava in un mondo più giusto che gli facesse eguale almeno Gianni. Gianni che allora non era neanche nato. Per lui l'articolo 3 suona così: «È compito della signo- ra Spadolini rimuovere gli ostacoli». Fra l’altro vi paga anche bene. Lui che prende 300 lire lora, a voi ve ne dà 4300. E è disposto a darvene anche di più purché facciate un orario un po” più decente. Lui lavora 2150 orel’anno, voi 522 (gli esami non ve li conto, non sono scuola)”. ® Lo stipendio netto di un insegnante delle medie inferiori va da un minimo di 1.223.000 lire l'anno (1°. classe di stipen- dio nessuno scatto) a un massimo di 3.311.000 (4°. classe di stipendio 17° scatto). L’orario di cattedra va da un minimo di 468 ore l’anno (lingua straniera e matematica) a un massimo di 540. Minimo stipendio con massimo d'ore eguale 2264 lire l'ora. Minimo d'ore con massimo di stipendio 7074 lire l'ora. Nel testo riportiamo i valori medi. Storia d’Italia Einaudi 50 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa la libertà L’altro ostacolo che non rimuovete sono le mode. Un giorno, a proposito della televisione, Gianni ci disse: «Ce le danno queste cose. Se ci dessero la scuola s’andrebbe a scuola». Con quel soggetto impersonale voleva dire la società, il mondo, qualcuno di indefinibile che guida le scelte dei poveri. Noi si coprì d’insulti: «Di scuole ne avevi due e le hai lasciate». Ma, detto fra noi, è proprio vero che ha scelto liberamente? In paese pesano su di lui tutte le mode fuorché quelle buone. Chi non le accetta si isola. Ci vorrebbe un coraggio che non può avere lui così giovane, incolto, non aiutato da nessuno. Né dal babbo che ci casca anche lui. Né dal parroco che vende giochi al bar delle ACLI. Né dai comunisti che vendono giochi alla Casa del Popolo. Fanno a gara a chi lo trascina più in basso. Come se non bastassero le voglie che abbiamo dentro. le mode Le mode gli hanno detto che i 12-21 anni sono l’età dei giochi sportivi e sessuali, dell’odio per lo studio. Gli hanno nascosto che i 12-15 anni sono l’età adatta per impadronirsi della parola. I 15-21 per usarla nei sindacati e nei partiti. Gli hanno nascosto che non c’è tempo da perdere. A 15 anni addio scuola. A 21 s’avvicina l’età dei pensieri privati: fidanzamento, matrimonio, figlioli, benessere. Allora non avrà più tempo per le riunioni, avrà paura a esporsi, non potrà certo donarsi tutto. Storia d’Italia Einaudi 53 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa la difesa dei poveri L'unica difesa dei poveri contro le mode potreste essere voi. Lo Stato vi dà 800 miliardi l’anno a questo scopo”. Ma siete ben miseri educatori voi che offrite 185 giorni di vacanza contro 180 di scuola. Quattro ore di scuola contro dodici senza scuola. Un imbecille di preside che entra in classe e dice: «Il provveditore ha concesso vacanza anche il 3 novembre» sente un urlo di gioia e ne sorride compiaciuto. Avete presentato la scuola come un male e dovevano riuscire a amarla i ragazzi? abbracciamoci tutti A Borgo il preside ha concesso un’aula ai ragazzi di terza media per un ballo con le compagne. I salesiani, per non essere da meno, organizzano il corso mascherato. Un professore che conosco si fa vedere con la Gazzetta dello Sport in tasc: Sono uomini pieni di comprensione per le «esigenze» dei giovani. Del resto è comodo accettare il mondo così com'è. Un insegnante con la Gazzetta in tasca s'intende bene con un babbo operaio con la Gazzetta in tasca, per parlare d’un figliolo col pallone sotto braccio o d'una figliola che sta un’ora dal parrucchiere. Poi l'insegnante fa un piccolo segno sul registro e i figlioli dell’operaio vanno a lavorare quando ancora non sanno leggere. I figlioli dell'insegnante seguitano a studiare a oltranza anche se «non ne hanno voglia» o «non capiscono nulla». % Relazione generale sulla situazione economica del paese 1965 Vol. Il pag. 495. La cifra si riferisce alla sola scuola dell'obbligo. Storia d’Italia Einaudi 54 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa La selezione serve a qualcuno fatalità o piano? A questo punto ognuno se la prende con la fatalità. È tanto riposante leggere la storia in chiave di fatalità. Leggerla in chiave politica è più inquietante: le mode diventano parte d’un piano ben calcolato perché Gian- ni resti tagliato fuori. L'insegnante apolitico diventa uno dei 411.000 utili idioti che il padrone ha armato di re- gistro e pagella. Truppe di riserva incaricate di fermare 1.031.000 Gianni l’anno, nel caso che il gioco delle mode non bastasse a distrarli. Un milione e 31.000 respinti l’anno. È un vocabolo tecnico di quella che voi chiamate scuola. Ma è anche un vocabolo di scienza militare. Respingerli prima che afferrino le leve. Non per nulla gli esami sono di origine prussiana”. il sistema fiscale Il curioso è che lo stipendio per buttarci fuori ve lo paghiamo noi, gli esclusi. Povero è chi consuma tutte le sue entrate. Ricco chi ne consuma solo una parte. In Italia, per un caso inspiegabile, i consumi sono tassati fino all’ultima lira. Le entrate solo per burla. Mi hanno raccontato che i trattati di scienza delle fi- nanze chiamano questo sistema «indolore». Indolore vuol dire che i ricchi riescono a far pagare le tasse sol- tanto ai poveri senza che se ne avvedano. 5 Vedi Enciclopedia Treccani sotto la voce Esami. Prussica = paste della Germania. Si usa dire che la mania militaristica dei tedeschi venga dalla Prussia. Storia d’Italia Einaudi 55 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Il più commosso fu un democristiano: «Perché mai, dovrebbero essere umiliati i più dotati di intelletto e di volontà costringendoli in una scuola dove è necessario che essi si tarpino le ali, per tenersi al volo di chi è per natura necessitato a procedere lentamente?»®. Il padrone esiste? Spesso c’è venuto fatto di parlare del padrone che vi manovra. Di qualcuno che ha tagliato la scuola su misura vostra Esiste? Sarà un gruppetto di uomini intorno a un tavolo con in mano le fila di tutto: banche, industrie, partiti, stampa, mode? Noi non lo sappiamo. Sentiamo che a dirlo il nostro scritto prende un che di romanzesco. A non lo dire bisogna far gli ingenui. È come sostenere che tante rotelle si son messe insieme per caso. N’è venuto fuori un carro armato che fa la guerra da sé senza manovratore. la casa di Pierino Forse la storia di Pierino ci può dare una chiave. Provia- mo a voler bene anche alla sua famigli: Il dottore e sua moglie sono gente in gamba. Leggono, viaggiano, ricevono gli amici, giocano col bambino, han- no tempo di stargli dietro, ci sanno anche fare. La casa è piena di libri e di cultura. A cinque anni io maneggiavo la pala con maestria. Pierino il lapis ® Onorevole Limoni. Discussione alla Camera sulla legge istitutiva della Nuova Media. Seduta del 13-12-1962. Storia d’Italia Einaudi 58 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Una sera, quasi per scherzo, portata più dai fatti che da altro, viene la decisione: «Che si mette a fare in prima? Mettiamolo in seconda». Lo mandano agli esami senza dargli importanza. Se boccia fa lo stesso. Non boccia, prende tutti nove. Una serena gioia familiare come sarebbe in casa mia. piove sul bagnato Di strano in tutto questo c’è solo la legge che i due i hanno trovata scodellata. Proibisce di is a prima un bambino di cinque anni, ma permette di iscriverne a seconda uno di sei. È una legge cretina o è fin troppo intelligente? Quei due non l'hanno scritta. Non ci hanno fatto neanche caso. Allora chi l’ha scritta? La mia mamma? speciale Come è successo in prima elementare succede poi anno per anno. Pierino passa sempre e quasi senza studiare. Io lotto a denti stretti e boccio. A lui gli c'entra anche lo sport, l’Azione Cattolica o la Giovane Italia o la F. G. Comunista, la crisi puberale, l’anno delle malinconie, l’anno della ribellione®. A 18 anni ha meno equilibrio di quanto ne avevo io a 12. Ma passa sempre. Si laureerà a pieni voti. Farà l’assistente universitario gratis. ® Giovane Italia = oggi è un’organizzazione di studenti fasci- sti. Storia d’Italia Einaudi 59 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa lavora gratis stenti volontari Sì gratis. Nessuno ci crederebbe: gli a lavorano senza stipendio. Ci siamo imbattuti in un’altra legge strana. Ma ha precedenti gloriosi. Lo Statuto di Carlo Alberto diceva: «Le funzioni di senatore e deputato non danno luogo a alcuna retribuzione o indennità»®. Questo non è romantico disinteresse, è un sistema raffinato per escludere la razza inferiore senza dirglielo in faccia. La lotta di classe quando la fanno i signori è signorile. Non scandalizza né i preti né i professori che leggono l'Espresso. la mamma di Pierino Pierino dunque diventerà professore. Troverà una mo glie come lui. Tireranno su un Pierino a loro volta. Più Pierino che mai. Trentamila storie così ogni anno. Se si prende da sola la mamma di Pierino non è una belva. È soltanto poco generosa. Ha chiuso gli occhi sui figlioli degli altri. Non ha proibito a Pierino di frequentare pierini come lui. Lei stessa e il suo marito si circondano di intellettuali. Dunque non vogliono cambiare. & Carlo Alberto = re di Piemonte Liguria e Sardegna fino al 1848. Statuto = una specie di Costituzione sulla quale son state fatte le leggi dal 1848 al 1948. © Articolo 50. Altrettanto valeva per il Sindaco e la Giunta Comunale. L’articolo 50 è stato ufficialmente in vigore fino al 1948. In Inghilterra i deputati sono pagati dal 1911. Storia d’Italia Einaudi 60 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa i candidati Le segreterie dei partiti preparano le liste dei candidati per le elezioni. Le ornano in fondo di qualche lavoratore tanto per salvar la faccia. Poi provvedono che le prefe- renze vadano ai laureati: «lasciate fare a chi sa. Un ope- raio alla Camera si troverebbe sperso. E poi il dottore è dei nostri». la Camera In conclusione vanno a far leggi nuove quelli cui vanno bene le leggi vecchie. Gli unici che non son mai vissuti dentro alle cose da cambiare. Gli unici che non son competenti di politica. Alle Camere i laureati sono il 77%. Dovrebbero rappresentare gli elettori. Ma gli elettori laureati sono 11,8%. Operai e sindacalisti alle Camere 8,4%. Fra gli elettori 51,1%. Contadini alle Camere 0,1%. Fra gli elettori 28,8%9. potere nero Stokely Carmichael è stato in prigione ventisette volte??. Durante l’ultimo processo dichiarò: «Non c’è un solo bianco di cui mi fidi». © Elenco alfabetico dei Deputati Roma 1965. Elenco dei Senatori Roma 1966. 70 Stokely Carmichael (si pronuncia Stécli Carmaichel) = ca- po dei movimento «Black Power» (si pronuncia blèc péua e vuol dire potere nero) negli Stati Uniti. Quelli di Black Power chiedono il potere perché sono stanchi di chiedere l’eguaglian- za e non ottenerla. Storia d’Italia Einaudi 63 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Quando un giovane bianco che aveva speso la vita in- tera per la causa dei negri gli gridò: «Veramente nemme- no uno, Stokely?» Carmichael si voltò verso il pubblico, guardò l’amico e disse: «No, nemmeno uno». P.LL. Se il giovane bianco s'è impermalito dà ragione a Carmi- chael. Se è davvero coi negri deve inghiottire, ritirarsi in disparte e seguitare a amare. Carmichael forse aspettava quel momento. I giornali della sinistra e del centro hanno sempre fatto onore agli scritti della nostra scuola. Questa volta forse faranno coro all’astio delle destre. Allora sarà dimostrato che c'è un partito più grosso dei partiti: il Partito Italiano Laureati. Per chi lo fate ? buona fede La buona fede degli insegnanti è un problema a parte. Siete pagati dallo Stato. Avete le creature davanti. Avete studiato storia. La insegnate. Dovreste veder chiaro. Certo delle creature vedete solo quelle scelte. La cultura v'è toccata farvela sui libri. E i libri sono scritti dalla parte padronale. L'unica che sa scrivere. Ma potevate leggere tra le righe. Possibile che siate ancora in buona fede? Storia d’Italia Einaudi 64 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa il nazista Cerco di capirvi. Avete un aspetto così rispettabile. Non avete nulla del criminale. Forse qualcosa del criminale nazista. Cittadino onestissimo e obbediente che registra le casse di sapone. Si farebbe scrupolo a sbagliare una cifra (quattro, quattro meno), ma non domanda se è sapone fatto con carne d’uomo. più timidi di me Ma per chi lo fate? Che ve ne viene a rendere la scuola odiosa e a buttar Gianni per la strada? Ora si scoprirà che siete più timidi di me. Temete i genitori di Pierino? I colleghi delle scuole superiori? ‘ispettore? Se la carriera vi preme tanto c’è una soluzione: truc- cate un po’ gli scritti, correggete qualche errore mentre passate tra i banchi. per l'Onore della scuola Oppure non temete nulla di esterno e di volgare. Temete solo la vostra coscienza. Ma una coscienza costruita male. «Considererei questa promozione lesiva dell’onore e della dignità della scuola» mise a verbale un preside. E la scuola chi è? La scuola siamo noi. Come fa a servirla se non serve noi? per il ragazzo stesso «Anzi è proprio per il bene del ragazzo stesso. Non dimentichiamo che si tratta di alunni alle soglie della Storia d’Italia Einaudi 65 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa minimo comun denominatore Oggi questo sistema è illegale. La Costituzione, nell’articolo 34, promette a tutti ot- to anni di scuola. Otto anni vuol dire otto classi diverse. Non quattro classi ripetute due volte ognuna. Sennò sa- rebbe un brutto gioco di parole indegno di una Assem- blea Costituente??. Dunque oggi arrivare a terza media non è un lusso. È un minimo di cultura comune cui ha diritto ognuno. Chi non l’ha tutta non è Eguale. le attitudini Non vi potete più trincerare dietro la teoria razzista delle attitudini. Tutti i ragazzi sono adatti a far la terza media e tutti sono adatti a tutte le materie. È comodo dire a un ragazzo: «Per questa materia non ci sei tagliato». Il ragazzo accetta perché è pigro come il ‘maestro. Ma capisce che il maestro non lo stima Eguale. È diseducativo dire a un altro: «Per questa materia sei tagliato». Se ha passione per una materia bisogna proi- birgli di studiarla. Dargli di limitato o squilibrato. C'è tanto tempo dopo per chiudersi nelle specializzazioni. a cottimo Se ognuno di voi sapesse che ha da portare innanzi a ogni costo tutti i ragazzi e in tutte le materie, aguzzerebbe l'ingegno per farli funzionare. ? Difatti nessuno pose la questione né in sede di Commissio- ne, né durante la discussione in aula (vedi Resoconto stenogra- fico della seduta 29-4-1947). Storia d’Italia Einaudi 68 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Io vi pagherei a cottimo. Un tanto per ragazzo che impara tutte le materie. O meglio multa per ogni ragazzo che non ne impara una. Allora l’occhio vi correrebbe sempre su Gianni. Cer- chereste nel suo sguardo distratto l'intelligenza che Dio ci ha messa certo eguale agli altri. Lottereste per il bam- bino che ha più bisogno, trascurando il più fortunato, come si fa in tutte le famiglie. Vi svegliereste la notte col pensiero fisso su lui a cercare un modo nuovo di far scuola, tagliato su misura sua. Andreste a cercarlo a casa se non torna. Non vi dareste pace, perché la scuola che perde Gian- ni non è degna d’essere chiamata scuola. medioevali siete voi Noi per i casi estremi si adopra anche la frusta Non faccia la schizzinosa e lasci stare le teorie dei pedagogisti. Se vuol la frusta gliela porto io, ma butti giù la penna dal registro. La sua penna lascia il segno per un anno. La frusta il giorno dopo non si conosce più. Gianni per quella sua penna «moderna» e perbenino non leggerà mai un libro in vita sua. Non saprà mai scrivere una lettera decente. Un castigo sproporzionato e crudele. ‘matematica L'unico che avrebbe motivo di lamentarsi d’una scuola senza bocciati è l'insegnante di matematica. La lezione di seconda o terza è inutile per chi non sa le cose di prim: Ma la matematica è una materia sola. Non vorrà per tre ore la settimana che il ragazzo non può seguire utilmente, fargliene perdere 23 che sono a sua misura. Storia d’Italia Einaudi 69 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa ne basta meno Del resto sulla matematica si può fare un discorso come quello che è stato fatto alle Camere per il latino. Quali sono i calcoli che ognuno deve saper fare per le necessità immediate di casa o di un lavoro qualsiasi o del- la lettura d’un giornale? In altre parole: quale parte della matematica ricorda un uomo colto non specializzato? Tutta quella che è nel programma degli otto anni escluse le espressioni numeriche e l’algebra?.. Resta il problema d’arricchirsi la lingua del vocabolo algebra. Ma per questo basta una lezione sola d’algebra in tutto l’anno. Pieno tempo ripetere Sapete bene che per fare tutto il programma a tutti non bastano le due ore al giorno della scuola attuale. Finora avete risolto il problema da classisti. Ai poveri fate ripetere l’anno. Alla piccola borghesia fate ripetizio- ni. Per la classe più alta non importa, tutto è ripetizione. Pierino quello che insegnate l’ha già sentito in casa. Il doposcuola è una soluzione più giusta. Il ragazzo ripete, ma non perde l’anno, non spende e voi gli siete accanto uniti nella colpa e nella pena”. ? espressioni numeriche = operazioni complicate con cui alle medie non si può risolvere nessun problema pratico. algebra = le stesse operazioni fatte con lettere al posto dei numeri. 7 Abbiamo volutamente trascurato il problema delle classi differenziali e di aggiornamento. Quando funzionano sono la Storia d’Italia Einaudi 70 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa 88.000 A voi vi ci vorranno altri mille anni per adottare il celi- bato. Ma c’è una cosa che potete far subito: cominciate intanto a dirne bene e valorizzate i celibi che avete. Su 411.000 insegnanti delle scuole dell’obbligo 88.000 non son sposati. Di questi 88.000, 53.000 non si spose- ranno neanche in futuro”. Perché non dire agli altri e a se stessi che non è una disgrazia, ma una fortuna per essere disponibili alla scuola a pieno tempo? usa dire, non so con che fondamento, che oggi i celibi son gli insegnanti meno umani. Domani quando fosse una scelta generosa potrebbero appassionarsi alla scuola, amare i ragazzi e essere amati. E soprattutto aver la gioia d’una scuola che riesce. Pieno tempo e diritti sindacali battaglie memorabili C'è capitato in mano un giornaletto sindacale per inse- gnanti: «No all’aggravio dell'orario di cattedra! Ci sono state battaglie sindacali memorabili per fissare l'obbligo orario e sarebbe assurdo tornare indietro». Ci ha messo in imbarazzo. A rigore non possiamo dir nulla. Tutti i lavoratori lottano per ridurre l'orario e hanno ragione. ? Abbiamo ottenuto il dato tenendo per base lo stato civile dei morti e supponendo che gli insegnanti non siano né più né meno celibi degli altri cittadini. Siccome ignoriamo il futuro non esiste altro mezzo di approssimare in percentuale il destino matrimoniale o non dei viventi. Partitamente: insegnanti celibi M. 33.000, F. 55.000. Destinati al celibato M. 14.000 F. 39.000. 78 Il Rinnovamento della scuola 8 ottobre 1966. Storia d’Italia Einaudi 73 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa privilegio strano Ma il vostro orario è indecente. Un operaio lavora 2150 ore l’anno. I vostri colleghi impiegati statali 1630. Voi da un massimo di 738 (mae- stri) a un minimo di 48 (professori di matematica e lin- gua straniera). La scusa che avete da rivedere i compiti a casa e da studiare non vale. Anche i magistrati hanno da scrivere le sentenze. Voi poi i compiti potreste non darli. E se li date potreste correggerli coi ragazzi nel tempo che li fanno. In quanto a studiare, tutti hanno da studiare. E gli operai ne hanno bisogno più di voi. Eppure se vanno a una scuola serale non pretendono d'essere pagati. In conclusione diciamo che il vostro orario di lavoro è un privilegio strano. Ve l’ha regalato il padrone fin da principio per motivi suoi. Non è stata una vostra conquista sindacale. esaurimento nervoso Nello stesso giornaletto si legge che le vostre ore settima- nali sono: « sufficienti a esaurire la capacità di dispendio psicofisico di una persona normale». Un operaio a una pressa sta otto ore al giorno teso nel terrore di lasciarci le braccia. Davanti a lui non lo direste. Ci sono poi migliaia di professori che non sono stanchi per far ripetizioni a chi li paga. Finché non vi sarete ripuliti di loro, siete dall’altra parte. È difficile vedere in voi dei lavoratori con diritti sindacali. Storia d’Italia Einaudi 74 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa sciopero Per esempio lo sciopero. È un diritto sacro del lavorato- re. Ma con l’orario che fate il vostro sciopero fa schifo. Se studierete Gandhi scoprirete infinite altre tecniche di lotta identiche allo sciopero nella sostanza e diverse nella forma. Una soluzione potrebbe essere d’iscrivervi al sindaca- to magistrati e scioperare solo nelle ore in cui lavorate da giudici: interrogazioni, scrutini, esami, registri da riem- pire. Quando invece toccate quelle poche ore di insegna- ‘mento la gente capisce che di noi non ve ne importa nul- la. Chi farà la scuola a tempo pieno? Coll’orario che fate la scuola è guerra ai poveri. Se lo Stato non può imporvi aumenti d’orario non può fare scuol: È una conclusione grave. Finora si diceva che la scuola statale è un progresso rispetto alla privata. Ora bisognerà ripensarci e rimettere la scuola in mano d’altri. Di gente che abbia un motivo ideale per farla e farla a noi. attenzione ai vocaboli Teniamo i piedi in terra. La mattina e d'inverno la scuola la farà lo Stato. E seguiterà a farla «interclassista» (attenzione ai vocaboli: il classismo dei ricchi si chiama interclassismo). Nel pomeriggio e d’estate bisogna che la faccia qual- cun altro e che la faccia anticlassista (attenzione ai voca- boli: l’anticlassismo i ricchi lo chiamano classismo). Storia d’Italia Einaudi 75 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Finché gli insegnanti e le materie di studio sono quelli che sono, meno i ragazzi ci stanno e meglio è. È una scuola migliore l'officina. Per mutare insegnanti e contenuto ci vuole ben altro che la vostra lettera. Questi problemi vanno risolti sul piano politico». in mancanza di meglio È vero. Un parlamento che rispecchi: tutto il popolo e non soltanto della borghesia, con un par di leggi penali vi metterebbe a posto. Voi e i programmi. Ma in parlamento bisogna andarci noi. I bianchi non faranno mai le leggi che occorrono per i negri. Per andare in parlamento bisogna impadronirsi della lingua. Per ora, in mancanza di meglio, è bene che i ragazzi vengano a scuola anche da voi. e le esigenze di deformazione professionale Poi di certo non siete tutti come pensa il Borghi Forse vi siete deformati proprio facendo scuola in una scuola così. Non avete preferito i signorini per malizia, è solo che li avete avuti troppo sotto gli occhi. Troppi di numero e troppo tempo. Alla fine vi siete affezionato a loro, alle loro famiglie, al loro mondo, al giornale che si legge in casa loro. Chi ama le creature che stanno bene resta apolitico. Non vuol cambiare nulla. la pressione dei poveri Ora le cose stanno trasformandosi. La popolazione sco- lastica cresce anche malgrado le vostre bocciature. Storia d’Italia Einaudi 78 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Con una massa di poveri che preme, che ha bisogno di cose elementari, non potrete spingere il programma per Pierino. Tanto più se farete la scuola a pieno tempo. I ragazzi dei poveri vi rifaranno nuovi voi e i programmi. Conoscere i ragazzi dei poveri e amare la politica è tutt'uno. Non si può amare creature segnate da leggi ingiuste e non volere leggi migliori. III. Un fine la scuola dei preti Una volta c’era la scuola confessionale”. Quella un fine l’aveva e degno d’essere cercato. Ma non serviva gli atei. Tutti aspettavano che la sostituiste con qualcosa di grandioso. Poi avete partorito il topolino: la scuola per il tornaconto individuale. Ora la scuola confessionale non esiste più. I preti hanno chiesto la parificazione e danno voti e diplomi come voi. Anche loro propongono ai ragazzi il Dio Quattrino. la scuola comunista La scuola comunista proporrebbe qualcosa di un po” meglio. Ma non vorrei esser maestro e dover misurare le parole. Vedere negli occhi dei ragazzi il dubbio: dice quello che è vero o quello che conviene? È proprio necessario pagare l'eguaglianza a questo prezzo? scuola confessionale = scuola che dichiara apertamente di voler portare i ragazzi a una data religione o idea politica. Storia d’Italia Einaudi 79 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa cercasi fine onesto Cercasi un fine. Bisogna che sia onesto. Grande. Che non presuppon- ga nel ragazzo null’altro che d’essere uomo. Cioè che va- da bene per credenti e atei. Io lo conosco. Il priore me l’ha imposto fin da quando avevo 11 anni e ne ringrazio Dio. Ho risparmiato tanto tempo. Ho saputo minuto per minuto perché studiavo. fine ultimo Il fine giusto è dedicarsi al prossimo. E in questo secolo come vuole amare se non con la politica o col sindacato o con la scuola? Siamo sovrani. Non è più il tempo delle elemosine, ma delle scelte. Contro i classisti che siete voi, contro la fame, l’analfabetismo, il razzismo, le guerre coloniali. fine immediato Ma questo è solo il fine ultimo da ricordare ogni tanto. Quello immediato da ricordare minuto per minuto è d’intendere gli altri e farsi intendere. E non basta certo l’italiano, che nel mondo non conta nulla. Gli uomini hanno bisogno d’amarsi anche al di là delle frontiere. Dunque bisogna studiare molte lingue e tutte vive. La lingua poi è formata dai vocaboli d’ogni materia. Per cui bisogna sfiorare tutte le materie un po” alla me- glio per arricchirsi la parola. Essere dilettanti in tutto e specialisti solo nell’arte del parlare. Storia d’Italia Einaudi 80 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa servono per noi. Irrigheranno il deserto, caveranno bra- cioline dal mare, vinceranno malattie. A te che te ne importa? Non dannarti l’anima e l’amore per cose che andranno avanti anche da sé. Storia d’Italia Einaudi — 83 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa PARTE SECONDA ALLE MAGISTRALI BOCCIATE PURE, MA Inghilterra l’esame vero Dopo la licenza partii per l'Inghilterra. Avevo 15 anni. Prima lavorai da un contadino a Canterbury. Poi da un vinaio a Londra. Nella nostra scuola l’andare all’estero equivale ai vo- stri esami. Ma è esame e scuola insieme. Si prova la cul- tura al vaglio della vita. In conclusione è un esame più severo dei vostri, ma almeno non si perde tempo sulle cose morte. Suez Al nostro esame sono passato bene. Sono tornato a casa vivo e ho riportato anche quattrini. Ma soprattutto sono tornato pieno di cose capite che sapevo raccontare. Prima di me, di casa nostra, era stato all’estero solo lo zio Renato. In Etiopia alla guerra. Da piccino appena seppi un po’ di geografia gli chiesi di raccontarmi del canale di Suez. Non s'era accorto d’esserci passato. pacifista Me all’estero a ammazzare contadini non mi ci portere- te. Ci son stato in casa. C'era un ragazzo della mia età. Storia d’Italia Einaudi 84 Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa Una figliola più piccola. Hanno una stalla come noi, rac- colgono patate, fanno fatica. Perché dovrei ammazzarli? Mi è molto più straniera lei. Ma stia tranquilla, pur- troppo mi hanno educato pacifist cockney A Londra stanno peggio che in campagna. Eravamo nei sotterranei della City a scaricare camion®. I miei compagni di lavoro erano inglesi e non sapevano scrivere una lettera in inglese. Spesso se la facevano scrivere da Dick. Dick qualche volta chiedeva consiglio a me che ho studiato sui dischi. Anche lui parla soltanto cockney. Cinque metri sopra le nostre teste c'erano quelli che parlano «l’inglese della regina». Il cockney non è molto diverso, ma chi lo parla è se- gnato. Nelle loro scuole non bocciano. Deviano verso scuole di minor pregio. I poveri nelle loro si perfezio- nano a parlar male. I ricchi a parlar bene. Dalla pro- nuncia si capisce quanto uno è ricco e che mestiere fa il suo babbo. In caso di rivoluzione si sbudelleranno tutti facilmente. contro un muro Quando tornai in Italia non mi ricordavo nemmeno d’es- sere stato timido. Spiegarsi alle frontiere, leticare coi principale e coi monarchici, difendersi dai razzisti e dai finocchi, rispar- miare, decidere, mangiare strano, aspettare la posta, in- ® City (si pronuncia Siti) = quartiere di Londra dove hanno la sede i grossi commercianti. cockney (si pronuncia còeni) = dialetto dei poveri di Londra. Storia d’Italia Einaudi 85