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La Rosa e Amore: un amore ingannato di Venere - Marino, Appunti di Italiano

Il terzo canto del poema 'adone' di marino, che racconta il momento in cui venere si innamora di adone e come la rosa diventa il simbolo dell'amore e della bellezza femminile. Il testo illustra la ricchezza di figure retoriche e il virtuosismo tecnico tipici della poesia barocca.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 13/09/2021

Gabryl
Gabryl 🇮🇹

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Anteprima parziale del testo

Scarica La Rosa e Amore: un amore ingannato di Venere - Marino e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! ADONE Il terzo canto del poema descrive il momento in cui Venere è caduta nel tranello che le ha teso suo figlio Amore: ha trovato Adone addormentato e se n'è perdutamente innamorata. Quando Adone si sveglia, però, vorrebbe scappare, perché spaventato dalla vista della dea; allora questa lo ferma con un pretesto. Mentre guardava il giovane dormire, infatti, Venere si è punta con la spina di una rosa e ora chiede ad Adone di medicarle il piede. Pulendo e curando la ferita, il ragazzo si innamora a sua volta della dea. Venere pronuncia allora un elogio della rosa, perché è grazie a lei che questa storia d'amore è nata: come ricompensa, d’ora in poi la rosa sarà il fiore prediletto da Venere e diventerà il simbolo della bellezza femminile e della persona amata. Le sei ottave contengono i tratti peculiari della poesia di Marino e della poesia barocca in genere: il ritmo musicale, l'abbondanza di figure retoriche, l'esigenza di descrivere la realtà nei minimi particolari. Il primo verso, l’incipit:*Rosa, riso d'Amor, del Ciel fattura“, è un concentrato di figure retoriche che impreziosiscono il verso: la personificazione di Amore e Cielo; la paronomasia rosa/riso, che differiscono solo per una vocale ali, l’allitterazione (Rosa, riso d'Amor); il chiasmo che pone vicini Amor e Ciel e all'estremità del verso riso e fattura. Questa ricchezza di figure retoriche continua poi per l’intero brano in cui la natura appare vivificata, animata e personificata. L'ultima ottava raggiunge il culmine del virtuosismo tecnico: le numerose metafore s'intrecciano, traspira un certo compiacimento del poeta per la sua capacità virtuosistica.