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Letteratura latina: età cristiana - Riassunto dal manuale di Conte e Pianezzola, Sintesi del corso di Letteratura latina

Riassunto dettagliato dell'ultima parte del manuale "Il libro della letteratura latina" di G.B. Conte ed E. Pianezzola. Argomenti: dai Severi a Diocleziano, Tertulliano, Minucio Felice, da Costantino al sacco di Roma, Macrobio, Ammiano Marcellino, Ausonio, Claudiano, Prudenzio, Paolino di Nola, Ambrogio, Girolamo, Agostino.

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018
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Scarica Letteratura latina: età cristiana - Riassunto dal manuale di Conte e Pianezzola e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura latina solo su Docsity! LA TARDA ETA’ IMPERIALE 43. DAI SEVERI A DIOCLEZIANO I grandi mutamenti sociali III secolo → momento drammatico per due fattori: • numerose guerre civili • grossi cambiamenti interni che rimettevano in discussione i cardini dell’ordinamento statale. Manifestazione della crisi → sorgere di tendenze centrifughe → volontà di sostituire le strutture centrali dello stato con amministrazioni autonome addirittura con dignità statale (es: Palmira). Le corti imperiali tentarono di sanare il problema con politica di accentramento e processo di democratizzazione → Constitutio Antoniniana (Caracalla, 212) 235 → fine della dinastia dei Severi → anni di anarchia militare (si succedono un gran numero di imperatori che rimangono in carica pochi mesi o giorni). Intanto: • incursioni delle popolazioni germaniche (europa) • nuovo regno persiano dei Sassanidi (Asia) • pressioni da parte degli Scozzesi sul confine inglese (Vallo di Adriano) • pressioni dalle popolazioni provenienti dal sud nei territori africani. In questa situazione l’esercito assume un ruolo di primo piano: sono le truppe a decidere chi deve salire al trono imperiale. Problemi economici connessi ai problemi militari → inasprimento fiscale a causa delle spese per il mantenimento dell’esercito → aumento dei prezzi. Catastrofi naturali, terremoti ed epidemie → calo impressionante della popolazione. L’affermarsi del cristianesimo In questo clima di crisi si assiste a un rapido attecchire del cristianesimo, che nel giro di poco tempo diverrà religione ufficiale dell’impero. Nasce come religione dei ceti subalterni, ma poi si diffonde anche nei ceti più elevati, grazie ai donativi di donne di ricche e nobili famiglie. I rapporti fra il cristianesimo e l’istituzione statale sono ambigui: si alternano periodi di tolleranza e periodi di persecuzioni. Importante la LETTERATURA CRISTIANA, che è il principale avvenimento culturale di un’età non molto ricca di significative personalità di scrittori. La scuola e la letteratura erudita III-IV secolo → cresce l’importanza delle scuole → creazione di centri scolastici atti a formare il ceto di burocrati (ceto non più riservato solo alle famiglie più importanti). La notevole diffusione della cultura porta alla progressiva sostituzione del volumen (rotolo di papiro) con il codex (pergamena), meno costoso e più adatto a prendere appunti e a contenere dispense scolastiche. Nel mondo della scuola sono particolarmente attivi i cristiani → programmi identici per scuole cristiane e non → ci si formava sui classici (Cicerone e Virgilio) e sui manuali di discipline più tecniche e specialistiche (diritto, economia, …). Spiccano anche le figure di giuristi tra i più importanti per la storia del diritto romano, quali Emilio Popiniano e Domizio Ulpiano. 44. LA PRIMA LETTERATURA CRISTIANA La letteratura cristiana in lingua latina nasce dopo rispetto a quella in lingua greca. Il Nuovo Testamento è scritto in greco e il cristianesimo si diffonde prima in oriente e poi si propaga pian piano verso occidente, pur sempre inizialmente tra comunità o di ebrei o di gente venuta dall’oriente la cui lingua madre è il greco. La lingua della liturgia inizialmente è il greco e solo dalla fine del II secolo d.C. abbiamo qualche documento di letteratura cristiana anche in lingua latina. Si sviluppa non tanto a Roma quanto piuttosto nelle province romane dell’Africa. Il primo nome di autore latino è Tertulliano, un africano. Di origini africane sono anche Minucio Felice e Cipriano. Per trovare una produzione letteraria a Roma dobbiamo aspettare la metà del III secolo. Possiamo dividere due momenti, segnati dallo spartiacque dell’Editto di Costantino (313). Tutta la prima parte della letteratura cristiana è caratterizzata principalmente dalla necessità di difendersi dalle persecuzioni. In genere si parla per tutta la letteratura antecedente al 313 di letteratura “apologetica”. Tertulliano Nato a Cartagine a metà del II secolo. Esercitò la professione di avvocato in Africa e per un periodo a Roma. Si converte in età molto avanzata e muore dopo il 220. La sua attività apologetica è caratterizzata da particolare intransigenza → ferocia contro i pagani ma anche contro i cristiani avversari nelle dispute dottrinali → sapienza retorica e stile barocco e pesante che trasforma la difesa della fede in un durissimo attacco. Opere apologetiche: ➢ Ad nationes → indirizzato ai pagani ➢ Apologeticum → indirizzato ai magistrati e alle autorità: denuncia l’infondatezza giuridica delle persecuzioni. ➢ Ad martyras → esortazione ad un gruppo di cristiani incarcerati in attesa di martirio. Opere moralistiche: ➢ De spectaculis → contro la partecipazione agli spettacoli teatrali e del circo. ➢ De idolatria → quasi tutte le attività quotidiane sono piene di paganesimo e quindi inaccettabili per un buon cristiano. ➢ De virginibus velandis, De cultu feminarum → le donne devono avere costumi discreti → misoginia tipica di questo autore. Minucio Felice Nato a Cirta ma vissuto per molto tempo a Roma, anche lui avvocato. Più tollerante di Tertulliano. Opere: ➢ Octavius → dialogo tra Cecilio (pagano), Ottavio (cristiano) e Minucio stesso. Alla fine il cristianesimo ha la meglio. Gli argomenti che compaiono sono quelli comuni a tutti gli apologeti: il monoteismo è preferibile; le persecuzioni sono ingiuste e infondate; i pagani dovrebbero capire le istanze di pace e amore del cristianesimo e convertirsi. Lo stile però non è feroce come quello di Tertulliano, Minucio fonda la sua argomentazione sulla logica e sull’amabile conversazione → attenzione all’aspetto letterario e all’elaborazione formale → modello: Cicerone. ➢ De fato Il cristianesimo di Minucio è quello dei ceti dirigenti → equilibrio e finezza, contro i sommovimenti sociali e la carica rivoluzionaria dei Cristiani radicali. 45. DA COSTANTINO AL SACCO DI ROMA ➢ Psychomachia → poemetto didascalico-allegorico che descrive il combattimento di vizi e virtù. Personaggi e scontri presentati con tecnica epica. Anche qua gusto per il macabro. Ai discorsi delle allegorie è affidato l’insegnamento morale. ➢ Contra Symmachum → l’argomento è la disputa fra Ambrogio e Simmaco sull’altare della Vittoria. Paolino di Nola Burdigala (353-431). Alunno di Ausonio. Consolato nel 378. Si fa prete e diventa vescovo di Nola dal 409. Opere: ➢ una cinquantina di Epistulae ➢ Carmina in vari metri, molti dei quali dedicati a San Felice (patrono di Nola) 48. I PADRI DELLA CHIESA Ambrogio Ambrogio, vescovo di Milano, proviene da una famiglia cristiana e nasce attorno al 340 a Treviri (all’epoca una delle capitali dell’impero). Egli è il rampollo di una potentissima e ricchissima famiglia, per questo studia presso i migliori maestri e viene avviato alla carriera amministrativa. A trent’anni è già governatore dell’alta Italia, a Milano. In quel periodo la chiesa di Milano è contrastata da scontri tra cattolici e ariani. Il IV secolo è il periodo delle grandi eresie, in particolare delle eresie cristologiche sul rapporto tra padre e figlio. Già Costantino aveva radunato a Nicea il primo consiglio ecumenico per far sì che si sistemasse la questione del rapporto tra padre e figlio. C’era chi subordinava la figura del figlio al padre e chi ne faceva due persone con la stessa dignità. Prevalgono i cattolici che sostengono la seconda teoria. A seconda degli imperatori, poteva capitare che l’imperatore parteggiasse per gli ariani oppure i cattolici. Ad esempio, Atanasio, vescovo di Alessandria, campione di fede, andò in esilio ben 5 volte, ogni volta che saliva al trono un imperatore filo-ariano. L’imperatrice Giustina, che fa le veci del figlio piccolo, è di simpatie ariane e vuole mettere sul seggio episcopale di Milano un vescovo ariano. Nascono delle lotte e Ambrogio, che è il governatore, viene acclamato lui come vescovo (7 dicembre 374), pur non essendo ancora battezzato. Come vescovo di Milano, fa un lavoro importantissimo, tanto che la sua opera si dipana in diversi ambiti, in particolare nella riforma della liturgia. La liturgia ambrosiana differisce per alcuni aspetti dalla liturgia romana, e questo deriva proprio dall’impostazione data da Ambrogio. Le opere di questo autore sono moltissime, ricordiamo: ➢ gli Inni ambrosiani. Compone degli inni che venivano cantati dal popolo durante la liturgia, sono importanti perchè sono gli unici inni che hanno fortuna (quelli che l’avevano preceduto li avevano scritti in metri lirici, trattavano temi teologici poco abbordabili dal pubblico medio). Ambrogio, invece, utilizza dei metri giambici molto popolareggianti, utilizza immagini quotidiane e per questo avranno moltissima fortuna e troveranno molti imitatori. ➢ Abbiamo moltissimi sermoni ambrosiani che sono confluiti anche in trattati esegetici. ➢ Esamerone: testo esegetico sui sei giorni della creazione. Uno degli elementi caratteristici di Ambrogio è quello del suo rapporto con l’impero. Ci sono almeno tre occasioni in cui egli si confronta con l’imperatore: 1) 382-384: riguarda la disputa per l’Altare della Vittoria. Contrappone Ambrogio al senato di Roma. L’Altare della Vittoria è dedicato alla dea Vittoria che si trovava nella curia del senato, collocato là in occasione della battaglia di Azio e rappresentava una presenza simbolica forte. Ambrogio comincia a pressare per promulgare leggi contro il paganesimo (nel 380 c’è stato l’editto di Teodosio, che promuove il cristianesimo come religione di stato). Nel 382 viene rimossa dalla curia del senato l’altare. Il senato dal punto di vista politico non ha più alcuna funziona ma rappresenta un baluardo del paganesimo. Nel 384 diventa prefetto dell’Urbe Simmaco (cugino di Ambrogio), il quale invia a Graziano (imperatore d’occidente) una lettera per chiedere che l’altare possa essere ricollocato nella curia. Simmaco si reca a Milano, ma Ambrogio ovviamente non può tollerare una cosa del genere e pare che non abbia nemmeno accolto a corte la delegazione di Roma. 2) Episodio della sinagoga di Callinico: dei cristiani particolarmente invasati distruggono la sinagoga di questa città. Gli ebrei si appellano a Teodosio, il quale decide che la comunità deve ricostruire la sinagoga a proprie spese. Ambrogio si scaglia contro Teodosio dicendo che i cristiani avevano agito per il meglio. Teodosio dunque ritorna sui propri passi. 3) Episodio dell’eccidio di Tessalonica: nella città c’era stata una rivolta contro i governanti. Teodosio manda l’esercito e condanna a morte circa 7000 cittadini. Anche qua Ambrogio riprende Teodosio e lo costringe a una penitenza pubblica, per espiare questa colpa. Con questi episodi ci si fa un’idea del rapporto tra impero e chiesa: l’imperatore deve sottomettersi alle leggi cristiane. Questo conflitto tra stato e chiesa sarà caratteristico dei secoli a venire. Girolamo Nasce nel 347 a Stridone, città tra la Dalmazia e la Pannonia, il cui sito non è stato identificato. Girolamo stesso dice che, con le invasioni barbariche, la città fu completamente distrutta. Ben presto inizia a studiare e completa gli studi a Roma presso Elio Donato, uno dei maestri più importanti dell’epoca (lo conosciamo come commentatore di Virgilio e di Terenzio). Il maestro gli instilla l’amore per le lettere pagane, che egli continuerà a leggere per tutta la vita. Prima ancora dei 20 anni riceve il battesimo, a differenza della maggior parte dei cristiani che tendevano a farsi battezzare alla fine della vita per cancellare tutti i peccati. Dal 367 al 372 passa dei periodi a Treviri e ad Aquileia. Treviri è capitale dell’Impero d’Occidente insieme a Milano, dunque è ricca e piena di spunti culturali. Ad Aquileia fa esperienza di vita monastica insieme a Cromazio e Rufino, che è un suo grandissimo amico, ma poi l’amicizia si interrompe per questioni teologiche. Questa esperienza ascetica che conduce ad Aquileia fa maturare in Gerolamo, come anche in Rufino, il desiderio di viaggiare in Oriente, dove la speculazione teologica era molto più ricca. Per circa 8 dal 374 fa un primo viaggio in oriente: si reca ad Antiochia, poi fa un esperienza nel deserto della Calcide dove fa la vita da penitente che descrive nell’epistola 22. Dopo questa formativa esperienza torna ad Antiochia e poi a Costantinopoli. Nel 382 poi si reca a Roma, dove si distingue per la sua capacità intellettuale. Papa Damaso lo trattiene a Roma e lo impiega come suo segretario. Egli conosceva perfettamente il greco, cosa che non era più così scontata in occidente (anche Agostino, per esempio, il greco lo conosceva molto poco). Girolamo dunque a Roma diventa quasi “un’attrazione”, diventa un maestro e una guida spirituale in particolare per i circoli femminili di matrone romane cristiane. Entra nella cerchia di Paola, ricchissima matrona appartenente a una delle più famose famiglie romane, madre di Eustochio, fanciulla a cui Girolamo indirizza l’epistola 22. Egli non era un personaggio mansueto e docile, ma era veemente e polemico. Questa sua veemenza gli ha procurato parecchi grattacapi, tant’è che, una volta morto Damaso, Girolamo sperava di succedergli, ma se leggiamo la sua opera egli criticava il clero romano dunque era abbastanza comprensibile che non fosse scelto. Matura dunque la decisione di ritornare in Oriente. Nel 385 muore anche la sorella di Eustochio: Girolamo costringeva le fanciulle romane a rigidi digiuni, a veglie estenuanti. La fanciulla muore a causa della condotta di vita e dunque egli viene accusato di essere responsabile. Alla fine dell’anno decide di ripartire, definitivamente, per l’Oriente. Si dirige in Palestina, poi compie un viaggio in Egitto dove visita anche Alessandria, i monaci del deserto egiziano, poi si stabilisce a Betlemme dove grazie ai soldi di Paola forma due monasteri: uno maschile con a capo lui e uno femminile con a capo Paola dove vengono accolti i pellegrini della Terra Santa. Da Betlemme continua i suoi rapporti con l’occidente con un ricchissimo scambio epistolare. Muore tra il 419 e il 420. Opere: ➢ Vulgata, opera di traduzione della Bibbia. In oriente aveva studiato l’ebraico e ciò gli consente di confrontare l’originale in ebraico dell’antico testamento e di confrontarlo con la traduzione greca dei Settanta, la Septuaginta, quella utilizzata dai cristiani. Girolamo nota che le traduzioni greche non hanno interpretato correttamente alcuni passi. Di questo si era già accorto Origene, maestro alessandrino. Girolamo, quindi, traduce in latino l’antico testamento direttamente dall’originale ebraico, senza il tramite del greco. Ritraduce anche il Nuovo Testamento, cercando di dargli una forma più elegante. La Vulgata sarà poi sancita come testo canonico anche dal Concilio di Trento. ➢ Libro di interpretazione di nomi ebraici, che non hanno una radice greca o latina. Anche il significato dei nomi era importante per gli interpreti cristiani. ➢ Libro di luoghi biblici, per spiegare i nomi dei luoghi che si trovano nella Bibbia. ➢ Opere polemiche: quelle che più caratterizzano l’indole del personaggio. ➢ Opera di traduzione: lui e Rufino si impegnano in una fittissima opera di traduzione per tradurre in latino molte opere greche (Cronaca di Eusebio di Cesarea, opere di Origene, …). Girolamo rimpingua l’opera di Eusebio con anche i fatti dell’occidente (a lui dobbiamo le notizie sulla biografia, ad esempio, di Lucrezio). ➢ Vite di Santi e monaci. ➢ De viris illustribus (394): vuole dimostrare che anche i cristiani annoverano un numero di figure eminenti che non sfigura con gli uomini importanti pagani. Stila un elenco di uomini illustri della cristianità, fino ad arrivare a se stesso. ➢ Corpus di epistole: sono suddivise nei diversi periodi della sua vita. Agostino E’ importante perchè rappresenta la figura di intellettuale che chiude la fase dell’età antica e apre alla fase del Medioevo. Egli è Africano, nasce attorno al 354 a Tagaste. La madre è una fervente cristiana, il padre no. Era un ragazzo di brillanti doti e, pur provenendo da famiglia umile, trova chi gli sovvenziona gli studi prima a Cartagine e poi a Roma. Si forma presso i migliori maestri, a Cartagine vive una vita di studi ma anche allegra e spensierata a fianco di una donna che gli darà un figlio (sempre osteggiata dalla madre). Simmaco lo raccomanda per un posto a Milano, capitale dell’impero, e là avviene la svolta della vita di Agostino: va ad ascoltare una predicazione di Ambrogio e si converte al cristianesimo. Viene battezzato da Ambrogio e matura il desiderio di tornare in Africa. Sulla strada del ritorno, a Ostia, muore la madre Monica. Torna in Africa dove conduce un primo periodo di vita ascetica e ben presto viene mandato a coadiuvare il vescovo di Ippona, al quale poi succede, rimanendo in carica fino alla morte (430). Agostino scrive un’infinità di opere, sia contro gli eretici (in particolare i manichei) sia opere dottrinali. ➢ Confessiones → in 13 libri. Non sono confessioni di peccati, ma piuttosto “lodi, esaltazioni di Dio”. I primi 9 libri contengono anche un resoconto autobiografico (fino alla morte della madre). Nel libro X fa spazio a riflessioni filosofiche. Negli ultimi 3 libri commenta il testo biblico della creazione. Grande spazio all’analisi psicologica: ne deriva che le Confessiones sono la prima autobiografia nel senso moderno del termine (ovvero di toni prevalentemente introspettivi). ➢ De civitate dei → in 22 libri, scrive quest’opera per difendere i cristiani dalle accuse dei pagani di essere stati la rovina dello stato (in seguito al sacco di Roma, 410). Teorizza l’esistenza di due città: la città terrena (del diavolo) e la città celeste (di Dio) che coesistono intrecciate nella realtà del mondo. Gli stati sono espressione della realtà terrena, quindi sono destinati a morire; la città di Dio è eterna. Idea innovativa: la storia non deve essere storia delle nazioni, ma storia dell’umanità VS tradizione pagana che ha sempre scritto la storia come un susseguirsi di imperi. ➢ Dialoghi di Cassiciaco → discussioni del gruppo di intellettuali che si era ritirato con Agostino in una villa a Cassiciaco. ➢ Soliloquia → dialogo fra Agostino e la Ragione sulla conoscenza di Dio e dell’anima. ➢ Opere teologiche: De Trinitate, …