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Letteratura latina - Gian Biagio Conte - Riassunto, Sintesi del corso di Letteratura latina

Riassunto del libro per l'esame di lingua e letteratura latina - prof.ssa Lisa Piazzi - Unipi - Lettere. Comprende nozioni dei periodi storici principali, tutti gli autori della prima e della seconda parte, con approfondimenti sulla vita e le opere.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 16/02/2022

L.unipi
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Scarica Letteratura latina - Gian Biagio Conte - Riassunto e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura latina solo su Docsity! ALTA E MEDIA REPUBBLICA [Prima parte: le origini della letteratura e il teatro]. LIVIO ANDRONICO [iniziatore letteratura latina] – Data nascita e morte incerte - Giunto a Roma da Taranto, assume il nome Livio dal suo patrono Livio Salinatore. Fu professore. 240 a.C. Prima rappresentazione di un testo drammatico, ai Ludi Romani (Nascita letteratura latina) [la scrittura prima era usata per leggi, statuti, trattati, dai ceti superiori] 207 a.C. Fondata la Collegium scribarum histrionumque, confraternita degli autori e attori. Opere Ci restano i titoli di 8 Tragedie sulla guerra di Troia, alcuni nomi “Achilles” “Equos troianus”; anche palliate come “Gladiolus” Più importante opera: Odusia (Traduzione in saturni, il più antico verso romano, dell’Odissea di Omero), ebbe portata storica enorme, divulgando la cultura greca a Roma e facendo progredire la letteratura in lingua latina. Importante nell’aver concepito la traduzione come operazione artistica, staccando la lingua letteraria dal linguaggio quotidiano, sostituendo per esempio la musa greca in camena, divinità italica delle acque, e ricercando il pathos, tipico della poesia romana. Le opere di Andronico nascono dal riporto, traduzione di tragedia greca. Da Livio Andronico in poi la poesia si presenterà come un mezzo per la gloria di uomini e famiglie illustri, e il poeta sarà considerato garante e dispensatore di fama. GNEO NEVIO – [polemiche anti nobiliari] – Data di nascita ignota, Plebeo, morte 204 a.C. in Esilio a Utica (Africa) – Origine Campana Partecipa alla 1^ Guerra Punica Opere Numerose tragedie di cui 2 Praetexta (Romulus, fondazione di Roma e Clastidium, vittoria di Casteggio contro i galli, sono quindi tragedie di argomento romano) e commedie, importanti in quanto sarà il predecessore di Plauto e Terenzio, ma differente in quanto proponeva attacchi personali (Famiglia Metelli) a personaggi politici che evidentemente gli costarono l’esilio. Più importante è il Bellum Poenicum (saturni) narra la storia di Enea che da Troia giunse nel Lazio e della 1^ Guerra Punica. Primo testo epico con un tema romano. Caratterizzata da figure di suono: allitterazioni, ripetizioni, assonanze che formano la struttura del saturnio (verso debole). Lo stile vede una mescolanza tra poesia ellenistica e ispirazione nazionale. Sperimentalista. TITUS MACCIUS PLAUTUS _ PLAUTO – Umbro, cittadino libero – data di nascita e morte 255 – 184 a.C. (Protagonista della commedia nuova con Terenzio) Opere 21 commedie giunte a noi tra cui, Miles gloriosus; Asinara; Captivi. Tipologie di commedie Prevedibilità degli intrecci e ricorrenza limitata dei Tipi di personaggi, stile varia poco da commedia a commedia, si conclude con il “rimettere a posto le cose” es. gli innamorati che si riuniscono. Sviluppo della trama prevede la lotta tra 2 antagonisti per l’ottenimento di un bene. La vittoria è quasi sempre del giovane e il perdente ha la giustificazione della sconfitta che trova rispondenza nei canoni culturali del pubblico. Commedia del servo vede binomio giovane – servo astuto, in cui il giovane delega il servo di aiutarlo. Il servo è il personaggio chiave che gestisce l’intreccio da cui presero spunto numerose commedie europee degli anni 1500 e 1700 esempio Shakespeare (Iago = servus callidus); Commedia degli equivoci altra tipologia importante. Importante la Fortuna, la Tyche greca. Plauto si differenzia dai modelli greci per la scelta di forme cantate (cantica) e un senso del comico che trae da situazioni quotidiane autentiche (schiette e popolaresche). COMICO DI PLAUTO = Intreccio dei modelli greci + azione creativa = lirismo comico. Commedie non divise in atti ma composte da parti recitate e cantate. Differenza con Terenzio = Commedia di Plauto si svolge entro i limiti dell’intreccio senza fornire riflessione critica alla mentalità o discussioni sui dogmi sociali. Non c’è nessun morale, tanto meno nella figura del servo astuto, incompatibile con un messaggio morale, che però porta una imprevedibilità nella vita quotidiana. Non c’è una scelta di Plauto tra realismo e finzione. CECILIO STAZIO – cittadino libero, nascita a Milano 230 a.C. morte 168 A.c. – Amico di Ennio. Autore di commedie palliate (Plocium più conosciuta, Pllokion di Menandro). Si può collocare per importanza con Plauto e Terenzio, nonostante siano stati perduti i suoi testi. Differenza con Plauto è che è più legato alla commedia nuova ateniese e al modello greco (Menandro in particolare), accostandolo di fatto a Terenzio più che a Plauto. [MENANDRO – 342/291 a.C. – commediografo greco, comicità più sottile, che risalta l’individuo e non per forza prende in giro altro personaggio] TERENZIO – liberto, nasce a Cartagine nel 185 a.C. muore nel 159 a.C. – suoi protettori Scipione Emiliano (condusse la guerra contro Cartagine nel 147 e la sua distruzione nel 146) e Lelio. Opere – 6 commedie giunte a noi integralmente, derivanti dai modelli della Commedia nuova attica (Andria di Menandro; Hecyra, successo al terzo tentativo; Eunuchus di Menandro, più di successo essendo più vicina alla comiticità plautina; Phormio; Adelphoe di Menandro); l’intreccio delle commedie si conclude con un’agnizione (riconoscimento, scoperta) finale. Differenza con Plauto che non sottopone il pubblico a meditare, Terenzio è interessato ad approfondire la psicologia dei “tipi” di personaggi (rifiutando la farsa popolare plautina di inseguimenti e litigi, comportando riduzione comicità e conseguente insuccesso presso il pubblico di massa), mantenendo l’inquadramento dell’intreccio plautino ma rinunciando all’esuberanza comica, e mettendo però in scena gli ideali di rinnovamento culturale scipionico. Altro elemento di distinzione è la ricerca del verosimile (concetto di cultura ellenista) adeguandosi ad una lingua in un certo senso reale ma settoriale, cioè parlata da classi urbane ben educate. Questi tratti presuppongono un pubblico più avanzato. E ciò lo dimostra anche l’utilizzo del prologo (innovazione importante): per Plauto era uno spazio di informazione panoramica sulla trama, per Terenzio i prologhi sono personali prese di posizione su vari aspetti. L’interesse di Terenzio per la Commedia nuova attica e per Menandro deriva dalla coesistenza di un modello culturale (humanitas) ed uno letterario (stile e tecnica drammatica). Le commedie di Menandro erano state anche modello per Plauto ma non era vicino alla sua poetica. Terenzio ebbe molto successo, di lui ne parlano Cicerone, Cesare, Dante. Dopo Plauto, Cecilio Stazio e Terenzio la palliata fu vista come genere all’antica, e il I secolo a.C. fu invaso da generi come l’atellana e il mimo (imitazione di scene di vita quotidiana, attori senza maschere, donne interpretate da donne, si basava su improvvisazioni, capriole, equivoci, canzoni), rispondenti ad una libera flessibilità strutturale. Il mimo si evolse poi verso un balletto-recitazione muta, il pantomimo. Il prevalere di queste opere dimostra il decadere delle forme di teatro tradizionale (tragedia e commedia). FABIO PITTORE – Prima della storiografia in lingua latina di Catone, Pittore scrisse un’annalistica in greco (fondazione di Roma/Fine 2^ Guerra Punica). Guerre puniche – 1^ 264 / 241 ; 2^ 219 / 201 ; 3^ 149 / 146 a.C. Il 146, distruzione di Cartagine e depredazione dei suoi tesori artistici, è intrepretata come l’allontanamento dai costumi nobili che avevano fatto grande Roma. Seguiranno problemi con il rapporto del modello culturale greco. 61-68 carmina docta, maggiore estensione e impegno stilistico, metri vari (esametri, pentametri, galliambo). Catullo dimostra la sua ascendenza alessandrina-callimachea. Sperimenta nuove forme compositive, si cimenta nel genere epico detto Epillio (carme 64) narrando le nozze di Peleo e Teti e utilizzando il metodo della digressione, l’Ekphrasis, nella quale descrive la storia ricamata sulla coperta nuziale, quella dell’abbandono da parte di Arianna a Nasso, da parte di Teseo, dopo averlo aiutato con il suo filo ad uscire dal labirinto del Minotauro dopo averlo sconfitto. Altro Epillio è il 63; Sono invece Epitalami (canti nuziali) i carmi 61 e 62. Il carme 66 è un omaggio al poeta principe dell’alessandrinismo, Callimaco, traduzione in versi latini dell’elegia La chioma di Berenice (che narra la trasformazione da ricciolo di Berenice a costellazione). Il 68, su cui si discute se debba essere considerato come 2 componimenti, riassumendo i temi principali della poesia di Catallo, l’amore, l’amicizia, dolore per la morte del fratello. 69-116 epigrammi, carmi brevi in distici elegiaci (esametro + pentametro). Lo stile combina linguaggio letterario e lingua parlata (sermo familiaris). Termini come labella, turgidulì, ocelli. Ebbe enorme successo immediato, meno nel medioevo, e successivamente di nuovo molto con Petrarca, Foscolo e Pascoli. TITO LUCREZIO CARO – Nasce forse in Campania nel 90 a.C. / muore suicida nel 50 a.C. – Le sue polemiche antireligiose determinarono l’accusa cristiana su una sua probabile follia. Opere – De rerum natura (traduce il titolo dell’opera più importante di Epicuro, perduta, il Perì Physeios), 6 libri conservati integralmente , dedicato al governatore Gaio Memmio (amico di Catullo). Lucrezio, sostenitore dell’epicureismo, sceglie il poema epico didascalico, nonostante Epicuro condannasse la poesia (soprattutto omerica) in quanto essendo connessa al mito, distoglieva, allontanava dalla realtà. Questa scelta fu probabilmente legata al voler raggiungere uno strato superiore della società. Il de rerum natura articolato in 3 coppie di libri: Libri I e II sono di fisica epicurea; libri III e IV sono di antropologia epicurea; libri V e VI sono di cosmologia. Il libro III è dedicato alla confutazione del timore della morte: Lucrezio propone 29 prove scientifiche sulla mortalità dell’anima oltre che a far parlare la natura stessa “Se la vita trascorsa è stata piena di gioie, questi può ritrarsene come un convitato sazio e felice dopo un banchetto; se, al contrario, è stata segnata da dolori e tristezze, perché desiderare che essa prosegua?”. In Lucrezio c’è un chiaro contatto con la letteratura diatribica ellenistica (contrasto, attrito). Critica la religione, dicendo che opprime la vita degli uomini con il suo peso, turbando le gioie con la paura, ma se gli uomini capissero che dopo la morte c’è il nulla smetterebbero di avere paura. È quindi necessaria una conoscenza sicura delle leggi che regolano l’universo, rivelando la natura mortale del mondo, dell’uomo e quindi dell’anima. Importante differenziazione con i poeti ellenistici, è il voler descrivere e spiegare gli aspetti della vita del mondo e dell’uomo, convincendo il lettore, instaurando un rapporto lettore-discepolo che segua il percorso proposto dall’autore, e che comprenda lo stile sublime dell’autore divenendo un lettore sublime. Lucrezio è intenzionato ad evitare che la mancanza di spiegazioni razionali riconduca il lettore ad accettare spiegazioni mitologiche o superstizioni. Dedica ampio spazio alla storia del mondo e alla sua nascita, che non è stata opera di un Dio, ma bensì generata da circostanze naturali. Messaggio importante: la natura segue le sue leggi, nessun Dio la piega ai bisogni dell’uomo. Alla retorica del mirabile (ammira e stupisciti) sostituisce la retorica del necessario necesse est. Il pessimismo di Lucrezio occupa un ruolo centrale, egli ripete che la ratio (ragione e discorso) da lui esposta è foriera (annunciatrice) di serenità e libertà interiori. Cicerone è come se lo abbia volutamente ignorato, così come gli autori cristiani. Ritrovata fortuna dal 1418 quando viene scoperto un manoscritto in Alsazia e inviato a Firenze per essere ricopiato. MARCO TULLIO CICERONE – Homo novus - nasce ad Arpino (nel Lazio) 106 a.C. da agiata famiglia equestre (equites, classe sociale nobile, ricchi tanto da poter possedere un destriero nella cavalleria) – muore ucciso dai sicari di Antonio nel 43 a.C. Studia retorica e filosofia prima a Roma poi tra 79/77 in Grecia ed Asia. Tra il 81 e il 66 è avvocato, questore, edile, pretore. Nel 63 è Console e reprime la Congiura di Catilina, ma nel 58 Clodio (tribuno popolare, fratello di Clodia, la Lesbia di Catullo) lo manda in esilio con l’accusa di aver condannato senza processo i complici di Catilina. Rientra a Roma nel 57. Nel 49 allo scoppio della guerra civile si schiera con Pompeo (che mirava all’appoggio degli Equites), che perde, ma ottiene il perdono di Cesare e scrive per lui il Brutus e l’Orator. Dopo la sua morte nel 44 torna alla vita politica attiva e si schiera contro Antonio (Filippiche) ma quando Ottaviano si stringe nel secondo triumvirato con Antonio e Lepido, Cicerone viene ucciso dai sicari di Antonio. [Famosa la sua amicizia con Tito Pomponio Attico*]. Opere ▪ Numerose Orazioni che si intrecciano con la vita politica di Roma (le 4 Catilinariae, svelano le trame sovversive di Catilina, nella 1^ di fronte al senato riunito introduce una prosopopea; Pro lege Manilia; Pro Roscio Amerino; Pro Murena; Pro Sestio; Pro Milone, assume la difesa del suo amico Milone quando dopo vari scontri tra le bande di Clodio e Milone, nel 52 resta ucciso Clodio; Orazioni Cesariane come Pro Marcello; Filippiche, orazioni pronunciate contro Antonio per indurre il senato a considerarlo nemico pubblico dichiarandogli guerra e a staccare Ottaviano da Antonio, manovra che fallisce, perché Ottaviano si unisce in triumvirato con Antonio e Lepido, i tre diventeranno padroni di Roma e Antonio vorrà Cicerone morto, che verrà raggiunto da sicari a Formia, e ucciso nel 43); ▪ Opere retoriche scritte principalmente a partire dal 55 al ritorno dall’esilio, per dare una risposta politica e culturale alla crisi (De inventionae; De oratore, 55, ambientato nel 91, anno della morte di Crasso, Cicerone è adolescente, prendono parte personaggi con l’ossessione di una crisi incombente, il modello è il dialogo platonico; Brutus, 46; Orator, 46, delinea i caratteri dell’oratore ideale); ▪ Opere politiche (De re publica, 51, altro modello dialogo platonico tra Scipione Emiliano e Lelio, ambientato nel 129, periodo di migliore forma dello stato; De legibus); ▪ Opere filosofiche, dal 46 (De finibus bonorum et malorum, dedicato a Bruto, tratta questioni etiche sul bene ed il male, mostrando una chiusura radicale verso l’epicureismo che allontana dalla vita politica e indebolisce i legami con la religione; De officis, nel 44, testamento filosofico, è un trattato non un dialogo, in cui cerca i fondamenti di una morale da cui l’aristocrazia riacquisti il controllo della società, parla inoltre del decorum cioè della coerenza delle azioni) cercando di dare una base ideale in equilibrio sul rispetto della tradizione del Mos maiorum che non impedisca l’assorbimento della cultura greca (quindi ricerca un equilibrio tra ammodernamento e conservazione); ▪ Epistolario, lettere vere che scrisse ad amici e parenti che mostrano un Cicerone non ufficiale (Ad familiares; Ad Atticum, migliore amico di Cicerone, Attico); ▪ Opere poetiche (Aratea, la più famosa, traduzione in esametri dei Fenomeni di Arato), non ebbe molto successo, ma contribuì a regolarizzare l’esametro latino e favorì l’utilizzo dell’enjambement e dell’Incastro verbale; ▪ Opere in prosa, in cui cercò di evitare i grecismi, traducendo molti termini e introducendo quindi nuove parole, creando un periodo complesso e armonioso; ▪ Traduzioni (Timeo di Platone; Protagora di Platone). Cicerone protagonista e testimone della crisi che porta al tramonto della repubblica (27 a.C. diventerà principato con Augusto). Grande avvocato e manipolatore della parola ai fini persuasivi. Ebbe molte oscillazioni politiche. Il suo eclettismo (atteggiamento filosofico fondato su coordinazione di principi scelti fra autori e correnti diversi), rinuncia al contraddittorio e alla polemica. Tito Pomponio Attico* - 101 – 32 a.C. di condizione equestre. Famosa la sua casa al Quirinale nella quale si riunivano Cicerone, Varrone, Cornelio Nepote. MARCO TERENZIO VARRONE – nasce nel 116 a.C. a Rieti, morte nel 27 a.C., fu al seguito di Pompeo in guerra, ma nel 43 Cesare gli incaricò di costruire una grande biblioteca. Considerato il Sommo Erudito, massimo conoscitore della cultura romana, accanto alle figure del sommo poeta Virgilio e il sommo oratore Cicerone. Opere – Oltre 600 libri, Conservate De lingua latina, De re rusticam, Saturae Menippae. Inoltre libri di poesie, satire, tragedie; storia, geografia, antiquaria; lingua e storia letteraria; retorica e diritto; filosofia e scienze. Opera antiquaria: Le Antiquitates, divisa in Res Humanae (origini di Roma) e Res Divinae (teologia). Opere filosofiche: Saturae Menippae, in prosimetro (prosa e versi). Tema della decadenza dei costumi romani con critica letteraria e politica. Varrone trova modello in Menippo, in Ennio e Lucilio e nella commedia di Plauto. Varrone legato a Menippo per emulazione. Le Disciplinae, 9 libri, in cui viene descritto il sapere della scienza antica diviso in arti liberali e tecniche. Agricoltura: Rerum rusticarum libri, dedicato all’agricoltura, al bestiame, alla campagna, da cui Virgilio prenderà l’idea per le Georgiche. [Varrone sarà anche la fonte principale sulle popolazioni italiche per l’Eneide di Virgilio]. Opere biografiche: Imagines, 700 ritratti con didascalia di uomini famosi sia greci che romani. PUBLIO NIGIDIO FIGULO – Altro grande erudito dell’età di Cesare, pretore avverso allo stesso Cesare, che lo esiliò e morì nel 45. Classificato tra i filosofi neopitagorici. A differenza di Varrone aveva principali interessi filosofici, cosmologici, storico-naturali. Opere – I commentarii grammatici, 29 libri, accosta argomenti grammaticali e antiquari. CORNELIO NEPOTE – nasce nel 100 a.C. nella Gallia Cisalpina, morte nel 27 a.C. Opere – De viris illustribus, raccolta di biografie in 16 libri, con l’intento di un confronto tra civiltà greca e romana. Segue l’idea di biografia delle Imagines di Varrone. L’intento di Nepote non è dimostrare la superiorità dei romani, ma interrogarsi sui caratteri originali della civiltà romana. GAIO GIULIO CESARE – nasce nel 100 a.C. a Roma, morte il 44 a.C. a Roma. Patrizio, famiglia nobile, parente di Mario e Cinna, perseguitato in gioventù dai Sillani (nella guerra civile il padre aveva scelto la fazione sbagliata, e la famiglia fu privata di potere e ricchezza; perdendo ogni avere, all’età di 16 anni, Cesare fu costretto ad intraprendere la carriera militare lontano da Roma, dimostrandosi abile nel combattimento e nella guerra, spinto dall’ambizione del potere). Dopo la morte di Silla nel 78 ritorna a Roma dall’Asia dove si trovava con l’esercito e inizia la carriera politica: dal 68 al 61 sarà questore, edile, pontefice massimo, pretore, propretore. Nel 60 patto del primo triumvirato con Pompeo e Crasso (Cesare riuscì a mediare la pace tra Pompeo e Crasso, in competizione da tempo*), console nel 59, ottiene il proconsolato (governatore provincia romana) nella Illiria e Gallia cisalpina e narbonese. Con la scusa dello sconfinamento da parte delle tribù migratrici, attacca e sottomette per 7 anni il popolo celtico. Ottiene un vastissimo potere, che sfrutta quando, ostacolato dai suoi avversari, invade l’Italia, dando inizio alla guerra civile nel 49 e sconfiggendo nel 48 l’esercito di Pompeo. Seguono una spedizione in Africa ed una in Spagna. Nel 45 è padrone assoluto di Roma, nel 44 viene assassinato da un gruppo di aristocratici. *Nel 73 la rivolta degli schiavi guidata dal gladiatore Spartaco viene contrastata da Crasso a sud di Roma, sconfiggendolo; Crasso decide di crocifiggere 6.000 ribelli lungo la strada verso Roma come monito; i ribelli riusciti a fuggire durante la battaglia vengono però cercati e uccisi da Pompeo con le sue legioni, dichiarando una volta giunto a Roma prima di Crasso, di essere stato lui a uccidere Spartaco e il suo esercito, prendendosi così i meriti spettanti a Crasso. Nasce una situazione di stallo e tensione tra i due, risolta da Cesare che in segreto propone il triumvirato: Cesare sarà nominato Console (magistrato che esercita il potere, capo della repubblica), unendo di fatto il potere militare di Pompeo, la grande ricchezza di Crasso e la propria crescente popolarità. Facendosi nominare Console, Cesare assicurò che avrebbe fatto approvare le leggi proposte da Pompeo e Crasso, che avrebbero mantenuto quindi il potere. Cesare e Crasso erano già buoni amici, consolidò il patto con Pompeo dandogli in moglie la figlia Giulia. Quindi assistiamo ad una contaminazione dei poemi omerici, differendo per il fatto che in Omero prima c’è la guerra poi il viaggio, e che in Virgilio la città non viene distrutta ma fondata. Similitudini tra la guerra nel Lazio e la guerra di Troia, e tra Enea con Achille vincitore e Odisseo restauratore di pace. Importanza di Enea, eroe troiano di secondo piano, che acquisisce crescente fama tra i romani divenendo l’eroe fuggito da Troia, connesso a Romolo, per tanto consacrando i troiani come grandi antagonisti dei greci e che grazie a Roma avrebbero ottenuto la loro rivincita. Questo permetteva una parità con i greci, nel periodo in cui Roma acquisiva potere nel mediterraneo. Inoltre, grazie al figlio di Enea, Iulo, la gens Iulia, su tutti Giulio Cesare e in seguito Ottaviano Augusto, rivendicava nobili origini governando l’impero. Riassunto I. Giunone provoca una tempesta e costringe le navi di Enea ad approdare a Cartagine; favorito dalla madre Venere, Enea trova conforto in Didone, regina fenicia, che gli chiede di narrare la sua storia; II. Racconto di Enea; III. Racconto di Enea, morte di Anchise, padre di Enea; IV. Didone, abbandonata da Enea, si toglie la vita, maledicendo Enea e profetizzando la guerra Roma-Cartagine; V. Troiani in Sicilia, giochi funebri per Anchise; VI. Enea giunge a Cuma, in Campania, accede al mondo dei morti, incontra il padre e ci saranno profezie sul futuro di Roma; VII. Giunge nel Tevere e riconosce la terra promessa profetizzata; dissidi con Turno a causa della maledizione di Giunone; VIII. Enea trova l’appoggio di Evandro e del figlio Pallante; narrazione scudo di Enea con la storia di Roma; IX. Sacrificio invano di due giovan i troiani; X. Turno uccide Pallante e indossa il suo balteo; Enea uccide Mezenzio, alleato di Turno; XI. Enea piange Pallante; XII. Duello con Enea, che uccide Turno a causa dalla rabbia provocata dalla vista del balteo di Pallante. Virgilio contribuisce al miglioramento dell’esametro, innovando grazie a nuovi collegamenti tra le parole e dimostrando nuove possibilità del linguaggio. Lo stile epico di Virgilio vede un aumento di soggettività nel lettore, nei personaggi, nel narratore. QUINTO ORAZIO FLACCO – nasce da famiglia modesta a Venosa (Lucania) nel 65 a.C. - muore nel 8 a.C., perfeziona gli studi in Grecia, si arruola nell’armata di Bruto, rientra nel 41 a.C. a Roma, e intorno al 38 entra nella cerchia di Mecenate grazie a Virgilio e Vario. Relazione cordiale con Augusto. Opere – Epodi, 17 componimenti (epodo è il verso più orto seguito dal verso più lungo, formando un distico, Orazio li chiama Iambi). Raccolta di vari argomenti: invettiva, erotici, civili. Orazio trasferisce in poesia latina i metri di Archiloco, ma gli Epodi non sono traduzioni ma si ispirano ad Archiloco (poeta greco). Satire – a cui lavora in contemporanea con gli Epodi - un libro da 10 componimenti nel 35 ed uno da 8 satire nel 30. Anche in quest’opera, vari argomenti e temi, polemiche letterarie, filosofiche, linguistiche su tutti il più importante è l’elemento autobiografico. Orazio indica in Lucilio l’inventore del genere a cui risaliva la scelta dell’esametro come forma metrica, senza nominare Ennio. Di fatti da Lucilio la satira Oraziana ereditava i due tratti caratteristici: l’aggressività e l’'autobiografia, fondendo diatriba e aggressività, utilizzando l’attacco personale per ricerca morale, individuando una via per pochi illuminati (il circolo di Mecenate), segnata dall’autosufficienza interiore (autarkeia) e dalla moderazione (metriotes), orientandosi di fatto verso l’epicureismo. La satira per Orazio è più vicina alla prosa che alla poesia. (Il primo libro confronta modelli positivi e negativi, il secondo è meno autobiografico). Odi (Carmina) – inizialmente 3 libri pubblicati nel 23, dopo 7 anni di lavoro, metri e argomenti vari esempio di “variatio”; poi venne aggiunto un quarto libro di 15 componimenti, in tutto 4 libri e 3.034 versi. Le Odi offrono un punto di osservazione sull’imitatio, componente del linguaggio e non ostacolo di originalità. Modello di Orazio è Alceo, Anacreonte, Pindaro (lirica corale) e in forma minore Saffo. La ricerca del sublime deriva da Pindaro. Richiamarsi alla lirica greca antica esprimeva il volersi distinguere dall’alessandrinismo dei neoteroi. Il ruolo centrale della lirica oraziana è svolto dalla meditazione e dalla cultura filosofica, il punto centrale è la coscienza nel carpe diem, consapevolezza della brevità della vita e scelta delle gioie caduche del momento. Per quanto riguarda la lirica civile, essa condivide l’ideologia moralistica augustea, criticando il lusso e ammirando la virtus. La poesia amorosa analizza l’amore come un rituale, ironizzando con distacco. I temi ricorrenti sono la campagna, la montagna e il podere personale, spazio privilegiato per il poeta, l’angulus (dedicato al canto, al vino e alla saggezza). Tema dell’amicizia ha un ruolo fondamentale. Lo stile vede un vocabolario semplice, con moderato utilizzo di figure di suono. Epistole – raccolta di 20 componimenti in esametri: epistola proemiale dedicata a Mecenate, presentazione della nuova forma letteraria. Non è una vera e propria funzione privata reale, raccontano di una rinuncia alla vita sociale verso una periferia rustica lontana da Roma alla ricerca della saggezza. Si affrontano i temi del teatro, schierandosi con quello moderno. La forma epistolare permette in un rapporto diretto a due di elevare la posizione di un intellettuale che è interlocutore e punto di riferimento nell’elite sociale augustea. Elegia – nella letteratura greca antica indicava la poesia con il metro elegos (distico elegiaco, esametro + pentametro) di vario argomento, guerra, politica, polemica, lutto; l’elegia a Roma si caratterizza come poesia d’amore, con caratteri autobiografici soggettivi. La vita stessa del poeta è dedita all’amore, in un rapporto con la donna domina di servitium, con poche gioie e tante sofferenze. Autori più importanti: Gallo, Tibullo, Properzio, Ovidio. L’elegia è ribelle ai valori del mos maiorum, trasferendo quei valori nel proprio universo, ispirandosi alla poesia neoterica di Catullo e all’Otium. CORNELIO GALLO – 69 a.C. Gallia Narbonense – morto suicida nel 26 a.C. a seguito della condanna all’esilio derivata dalle ingiurie nei confronti di Augusto. Fu discepolo e amico di Virgilio nonché amico di Partenio di Nicea, poeta greco a cui si ispirò divenendo il mediatore tra poesia neoterica e poesia elegiaca, contribuendo al carattere distintivo dell’elegia in poesia d’amore. Opere – 4 libri di Elegie, Amores, in cui cantava di Licoride. Tema dell’amore al centro dell’opera, con rilevante importanza per la mitologia. ALBIO TIBULLO – Nato nel Lazio intorno al 55, morto nel 19 a.C. Opere – Corpus Tibullianum, preziosa dimostrazione del circolo di Messalla – 3 libri (4 in quanto il terzo viene diviso in due), di cui il primo dominato da Delia, il secondo dalla nuova protagonista, Nemesi. Tibullo, poeta agreste, non cita la mitologia, ma trova la funzione idilliaca della felicità nella campagna. È importante il tema della pace, contro la guerra. Lo stile è semplice e raffinato. SESTO PROPERZIO – Nato ad Assisi (Umbria) intorno al 49, morto nel 16 a.C. – famiglia benestante equestre, giunto a Roma entrò nel circolo di Mecenate. La donna amata è Cinzia, al centro dei suoi libri di elegie, dimostrando il rapporto di servitium e portando all’estremo il rifiuto del mos maiorum e la scelta dell’otium. Opere – 4 libri di elegie che vedono in decrescendo il ruolo di Cinzia (il primo prende nome da lei), con elegie amorose meno frequenti, concludendosi con il discidium, l’addio a Cinzia che conclude il ciclo. Il IV libro è nato dall’affermarsi della poesia di impegno civile (come l’Eneide) spingendo Properzio ad un tipo di poesia diversa, che vede comunque la figura di Cinzia ma in forma minore. Lo stile di Properzio è difficile e complesso, oscuro. PUBLIO OVIDIO NASONE – Ultimo dei grandi poeti augustei, nasce a Sulmona, nel 43 a.C. da agiata famiglia equestre, muore nel 17 d.C. Dopo aver studiato a Roma e in Grecia, all’apice del successo, viene relegato (a differenza dell’esilio non comportava la perdita di beni) da Augusto sul mar Nero (a Tomi) per cause ignote, forse per un adulterio. Opere – Amores, 49 elegie in distico elegiaco; elegie a carattere amoroso, mostra tracce di Tibullo e Properzio, ma è assente una figura femminile centrale, la donna evocata, Corinna, è una figura tenue, intermittente ed anche il phatos si banalizza con Ovidio. Si sviluppano tracce di elegia a carattere didascalico, dalla quale è evidente il collegamento con Ars amatoria, Remedia Amores, Medicamina faciei femineae. Heroides, sono la poesia del lamento, l’espressione della condizione infelice della donna abbandonata, di eroine sofferenti; oltre all’eros, l’altro tema della sua produzione giovanile, il mito, è evidente nelle 21 epistole in distico elegiaco, raccolta di lettere poetiche, la cui prima serie è scritta da eroine del mito greco ai loro amanti (Penelope a Ulisse; Didone a Enea; Arianna a Teseo), la seconda serie da 3 amanti alle loro donne con le rispettive risposte (Paride ed Elena per esempio), dimostrando la diversa fase di composizione; crea il genere letterario della lettera in versi; il personaggio che scrive parla del passato ma non conosce il futuro, di cui invece parla l’autore, inserendosi con ironia e introducendo la propria voce, per allargare la prospettiva. Ars amatoria, 3 libri, i primi 2 parlano di come sedurre una donna e di come conservarne l’amore, il terzo parla di come sedurre gli uomini (la veste formale è quella del poema didascalico, su modello di Lucrezio e delle georgiche di Virgilio); Remedia Amores, opera che ribalta gli Ars, insegnando come liberarsi dall’amore, chiudendo la stagione della poesia elegiaca amorosa; Medicamina faciei femineae; tutti in distici elegiaci; Metamorfosi, 15 libri, poema epico collettivo, che raggruppa storie diverse accomunate da uno stesso tema, che può essere contiguità geografica, analogie o contrasti tematici, o per metamorfosi, trasformazione di un uomo in animale, pianta, statua, già presente in Omero. L’opera narra dalla nascita del mondo, passando per la storia del diluvio universale e poi di Dei e semi Dei come Apollo e Giove, proseguendo per amori tragici (Piramo e Tisbe, Perseo e Andromeda), le nozze di Peleo e Teti, le imprese di Achille, Enea, il Lazio, Roma con i suoi Re, Cesare, concludendo con la celebrazione di Augusto. Ovidio tende alla varietà di genere, inserendo spesso il racconto a incastro. Argomento centrale è l’amore, non ambientato nella vita quotidiana bensì nel mito di Dei e grandi eroi, non un mito religioso ma ornamento di vita quotidiana, di amori e gelosie, rancori e vendette, un universo insidioso. Fasti, 6 libri, calendario poetico in distici elegiaci rimasto interrotto a metà, impegnato sulla poesia civile augustea superficialmente, inserendo eventi mitologici greci. Seguono poi le opere scritte in relegazione: Tristia 5 libri, sul lamento dell’infelice condizione del poeta esiliato; Epistuale ex ponto, analoghe all’Heroides, riscoprendo la poesia del lamento, divenendo oggetto stesso della sua poesia; Ibis, poemetto contro i suoi detrattori. Una vastità e varietà di generi poetici, in quanto Ovidio, pur aderendo all’elegia erotica, sperimenta e tenta altri generi, senza indentificarsi in un tipo preciso, caratterizzandosi come innovatore. TITO LIVIO – nasce a Padova nel 59 a.C. – muore a Padova nel 17 d.C. non partecipò alla vita pubblica ma entro anche lui in contatto con Augusto. Principale storico del periodo augusteo. Opere – Ad urbe condita libri, 142 libri di storiografia annalistica, rifiutando la monografia sallustiana (con cui fu in competizione) e avvicinandosi anzi alla storiografia Ciceroniana, iniziando dalle origini di Roma (fuga di Enea da Troia) e narrando di anno in anno fino al 9 a.C. (morte di Druso, figlio di Augusto) narrando con uno stile fluido e tendendo alla drammatizzazione. Livio non svolgeva propaganda, non riuscendo a scorgere nella vittoria di Augusto il rimedio al declino romano. STORIOGRAFIA GAIO ASINIO POLLIONE – 76 a.C. – 4 d.C. seguace di Cesare prima e di Antonio poi, autore delle Historiae, talento nella critica letteraria, politica, oratoria, storiografia, poesia, celebre come oratore. POMPEO TROGO – contemporaneo di Livio. Autore delle Historiae Philippicae, 44 libri, storia universale dalle vicende di Babilonia ai suoi giorni. DISCIPLINE TECNICHE MARCO VITRUVIO POLLIONE – Ex uomo militare di Cesare, scrisse il De architectura, in 10 libri, dedicato ad Augusto, nel periodo di rinnovamento dell’edilizia pubblica. AGRIPPA – Comandante dell’esercito di Augusto, compose una carta geografica del mondo conosciuto, anche se il primo Geografo puro latino fu POMPONIO MELA. nell’oltretomba. Stile rispecchia le mode letterarie del tempo, utilizzando enjambement e ricercando il pathos. La Pharsalia conobbe una rapida fortuna già nella cultura romana con qualche critica da parte di grammatici. Opere perdute, Iliacon (guerra di Troia), De incendio urbis, Medea (tragedia), Silvae (raccolta di poesie), Laudes Neronis. Petronio Petronio (Petronius Arbiter), personaggio di cui si conosce poco, fu cortigiano di Nerone, definito elegantie arbiter per la sua raffinatezza, console nel 62 d.C., suicida per volontà di Nerone nel 66. Opere, un frammento narrativo del Satyrica, romanzo in prosa con parti in versi; conservato tutto il libro 15 e parte del 14 e 16. Si tratta di narrazione di avventure, comiche, satiriche. Noto l’episodio narrato in prima persona dal protagonista Encolpio, della cena di Trimalcione, che racconta di un banchetto durante il quale si susseguono peripezie, gelosie di un amore omosessuale, litigi. Molti dubbi su quest’opera: sono incerti l’autore, la data, la trama, il titolo. Lo stile vede l’utilizzo di una lingua d’uso popolare. Non è certo che abbia scritto altre opere. La satira sotto il principato: Persio e Giovenale Aulo Persio Flacco, nasce a Volterra, da famiglia equestre, nel 34 d.C. Compì gli studi a Roma, il maestro stoico Anneo Cornuto fu decisivo nella sua vita da filosofo. Mori nel 62 d.C. Opere, Persio non pubblicò nulla in vita, l’amico Cesio Basso si prese cura dell’edizione delle sue opere, dopo la revisione di Cornuto che autorizzò, dopo ritocchi sul finale dell’opera, il libro delle Satire: prologo polemico sulle mode letterarie del tempo, a cui seguono 6 satire in esametri dattilici, alcuni argomenti -> critica alla poesia contemporanea, degenerazione morale, attacca la religione ipocrita, parla del tema della libertà secondo la dottrina stoica, del vizio dell’avarizia. Le sue satire esprimono la necessità di combattere la corruzione e il vizio. Nella denuncia del vizio, Persio si riallaccia alla tradizione della satira e della diatriba. Lo stile dipende anche dalla volontà di aggredire il lettore per scuoterlo e mostrargli la realtà delle cose, scegliendo un linguaggio ordinario che rifiuta le figure retoriche, eccetto la metafora, per esprimere una lingua autentica. - Anche se le produzioni poetiche sono separate da mezzo secolo, Persio e Giovenale mostrano molti tratti in comune. Entrambi si ricollegano alla satira di Lucilio e Orazio, apportando innovazioni nella forma (piano di comunicazione più alto e distaccato) e destinazione sociale (rivolte ad un pubblico generico anziché alla cerchia di amici come L. e O.). Decimo Giunio Giovenale, di lui si hanno poche notizie certe, nasce probabilmente nel Lazio, di famiglia benestante. All’attività poetica arrivo in età matura, la morte è posteriore al 127 d.C. Opere, 16 satire in esametri, in 5 libri. Polemizza contro la corruzione morale, attaccando la generazione passata per tutelarsi contro odi e vendette; contro l’ipocrisia e l’omosessualità; la VI è la più celebre, contro i vizi immorali delle donne, con un forte accanimento esempio di feroce misoginia; nella VII rimpiange il mecenatismo e critica la misera condizione dei letterati; attacca poi cacciatori di eredità, imbroglioni e frodatori. Per il disgusto e l’astio sociale (prova di indignatio) che prova Giovenale sulla società in decadenza morale, la satira è il genere obbligato e più adatto. Al contrario di Orazio e Persio, che esponevano anche una soluzione a questi problemi, Giovenale si limita a denunciare senza coltivare illusioni di miglioramento. Si rifiuta di uniformarsi alla tradizione satirica precedente. Lo stile è definibile sublime, con ricercatezza di toni aulici e plebei. L’epica di età flavia: Stazio, Valerio Flacco, Silio Italico Tre poeti contemporanei, la poesia assume come referente l’Eneide di Virgilio. Pubio Papinio Stazio, nasce a Napoli tra il 40 e il 50 d.C. Giunto a Roma ebbe successo nelle gare poetiche e recitazioni pubbliche. Protetto da Domiziano. Morì nel 96. Opere, Silvae, 5 libri in metro vario. 2 testi epici: Thèbais e Achilleis. Perdute De bello germanico (poema storico sulle gesta di Domiziano) e Agave (pantomima). Silvae, il titolo indica probabilmente una raccolta di “schizzi”, come a dare un’aria di improvvisazione, queste poesie sono un prezioso documento sulla società dell’epoca. La leggerezza delle poesie tra però origine da poesia importante come quella di Virgilio, Orazio, Catullo. La funzione di questa poesia è definibile estetizzante, che rende belli oggetti, uomini e gesta, distanziandosene. Il carattere della poesia è colto e tradizionale; Stazio definito artigiano della parola per la sua capacità di improvvisare. Tebaide, tema del ciclo tebano, sulla guerra civile come “battaglia tra fratelli”, narra le discordie tra i figli di Edipo, Eteocle e Polinice e la guerra dei Sette contro Tebe. 12 libri, il modello di Stazio è l’Eneide. Primi 6 libri metà odissiaca, seconda metà iliadica (storia di guerra). Achilleide, poema sulla vita del giovane Achille a Sciro. La fortuna di Stazio deriva dalla comparsa nel purgatorio Dantesco, basata sulla falsa convinzione che il poeta si fosse convertito al Cristianesimo (da vero discepolo di Virgilio, che il Medioevo considerava precursore dell’avvento di Cristo) Valerio Flacco, non si hanno notizie sulla vita. Opere, Argonautica, poema epico incompiuto, 8 libri. Racconta di una serie di vicende che corrispondono agli Argonautica di Apollonio Rodio, sulla spedizione di Giàsone in cerca del vello d’oro. Non si tratta di una semplice traduzione, vi sono aggiunte, modifiche nella psicologia dei personaggi, accentuazione di pathos. Il testo risulta di difficile comprensione, il lettore per comprenderlo deve già conoscere l’opera di Apollonio. Silio Italico, nasce intorno al 26 d.C. Legato a Nerone, fu avvocato e console. Nel 101 si lascia morire di fame, provato per un male incurabile. Opere, Punica, 17 libri, incompiuto, si ipotizzava un progetto da 18 libri, parallelo agli Annales di Ennio (esempio canonico di epica anno per anno); un altro precedente arcaico può trovarsi nel Bellum Poenicum di Nevio. I Punica sono il più lungo epos storico latino a noi giunto. Racconta la 2^guerra punica 218-201 a.C., dalla spedizione di Annibale in Spagna al trionfo di Scipione. Nello sviluppo della narrazione l’uso dell’opera di Tito Livio è ampio. [L’impulso dell’opera venne probabilmente dall’Eneide, la guerra di Annibale è presentata come una continuazione di Virgilio]. Plinio il vecchio Plinio il vecchio, Gaio Plinio Secondo, nato a Como nel 23 d.C. Fu cavaliere al servizio della corte imperiale. In giovane età presta servizio militare in Germania. Fu ostile a Nerone. Muore nel 79 d.C., travolto dall’eruzione vesuviana. Opere, A seguito delle campagne germaniche, Plinio scrive il Bella Germaniae, opera storica a cui Tacito attingerà come fonte. Studiosus, trattato per studenti di retorica. Dubius Sermo, opera di grammatica. A fine Aufidi Bassi, sulla storia romana dal 50 al 70. Naturalis historia, unica conservata, enciclopedia in 37 libri che racchiudono le conoscenze acquisite dall’uomo, tra gli argomenti: cosmologia, geografia, antropologia, medicina, metallurgia. Stilisticamente Plinio è considerato da alcuni il peggior scrittore latino. [Il migliore enciclopedista latino è considerato Varrone]. Marziale Marziale, Marco Valerio Marziale, nasce in Spagna a Bibilis tra il 38 e 41 d.C. Venne a Roma nel 64 trovando appoggio della famiglia spagnola di Seneca, che lo introdusse nella buona società. Fu tribuno popolare. Lascio Roma 2 volte alla ricerca della tranquillità, prima in Emilia, poi a Bibilis, dove muore nel 104. Opere, raccolta di Epigrammi, 12 libri. Epigrammation Liber, scritti per celebrare l’inaugurazione dell’anfiteatro Flavio; Xenia e Apophoreta, sono brevi iscrizioni. I metri sono vari: distico elegiaco, end. Faleci, scazonti. Nella cultura letteraria dei flavi, c’è la tendenza al genere poetico alto, l’epica, ma si assiste alla diffusione anche dell’epigramma (genere umile). [Es. Catullo – epigrammi 69/116]. L’epigramma risale alla Grecia arcaica come opera commemorativa; in etò ellenistica è utilizzato per poesia erotica, satirica, funebre; in poesia latina, oltre Catullo, è con Marziale che l’epigramma trova riconoscimento artistico, usato per commemorazioni di momenti importanti come nascite, feste, matrimoni. Marziale sviluppa l’aspetto comico-satirico rispetto alla tradizione, avviato da Lucilio da cui Marziale prende la battuta finale per chiudere con arguzia il testo. Quintiliano Quintiliano, Marco Fabio Quintiliano, nasce in Spagna, a Calagurris nel 35 d.C. Si trasferisce a Roma in gioventù. Nel 68 iniziò l’attività di maestro di retorica, maestro di Plinio il giovane e Tacito. Morì dopo il 95. Opere, perduto il trattato De causis corruuptae eloquentiae e i 2 libri De arte rhetorica. Conservata, la Institutio oratoria, 12 libri, delinea un programma culturale e morale per l’oratore (oratore ideale come Cicerone); scopo dichiarato, riprendere l’eredità di Cicerone. 2 raccolte di declamazioni, Declamationes maiores e minores. Non è certo che le declamazioni siano autentiche di Quintiliano, soprattutto la mariores. Plinio il giovane Plinio il giovane, Gaio Cecilio Secondo, nasce a Como nel 62 d.C., alla morte del padre assunse il nome dello zio Plinio, che lo adottò. A Roma studiò retorica sotto la guida di Quintiliano. Seguì la carriera forense, fu questore, tribuno della plebe, pretore; fu console nel 100; fu governatore in Bitinia nel 111. Morì nel 113. Opere, Panegyricus, discorso di ringraziamento a Traiano per la nomina di console nel 100, in cui Plinio esalta le virtù di Traiano dopo la tirannide di Domiziano [affinita con la Pro Marcello di Cicerone]; Epistulae in 10 libri (9 sono lettere personali, l’ultimo lettere a Traiano) [modello è Cicerone]. Tacito Tacito, nasce intorno al 55 d.C. in Gallia Narbonese, famiglia equestre. Studiò a Roma, sposando la figlia di Giulio Agricola (comandante militare), iniziò la carriera politica sotto Vespasiano proseguendo con Tito e Domiziano. Pretore nell’88, Console, oratore, proconsole. Morì intorno al 117. Opere, De vita Iulii Agricolae, opuscolo storico in memoria del suocero; Germania, letteratura etnografica da fonti scritte; Dialogus de oratoribus, segue la tradizione dei dialoghi ciceroniani, temi difesa di eloquenza e poesia, decadenza dell’oratoria, pensiero di Tacito è la necessità dell’Impero; Historiae, opera storica, affrontano periodo cupo di guerre civili, dal 69 al 96, anche in quest’opera è presente la convinzione che solo il principato può garantire la pace e la coesione dell’Impero. Lo stile della prosa Tacitiana mostra affinità con Sallustio, utilizzo della variatio - detta anche inconcinnitas, stile opposto alla simmetria del periodo di Cicerone; Annales, storiografica tragica, racconta la storia del principato ancora più antica, dalla morte di Augusto a quella di Nerone. Tacito fu visto da alcuni come oppositore alla tirannide, mentre per altri insegnava a fondare le tirannidi con i principi politici esposti nelle sue opere. [etnografia: Rappresentazione scritta delle forme di vita sociale e culturale di gruppi umani] [Inconcinnitas (asimmetria) si basa soprattutto sulla variatio (mutamento)] [Concinnitas è un termine usato per indicare una particolare attenzione alla forma e all'ordine] -La poesia e il teatro, si sviluppano nelle corti imperiali della seconda metà del IV secolo. L’unica commedia latina di età imperiale pervenuta è il Querolus, autore anonimo, dimostra quanto sia cambiata la struttura rispetto a Plauto e Terenzio. Autori: Ausonio, nasce a Bordeaux, fu professore di grammatica e retorica. Il più noto dei poeti dotti del periodo. Numerose opere giunte a noi sotto il nome di Opuscula: alcune opere riguardano ambienti scolastici e argomenti di insegnamento, altre illustrano personaggi famosi come i Caesares; Oratio, una preghiera; Epitaphia, poesia funeraria; Parentalia, carmi funebri; Mosella, epillio dedicato a questo fiume, opera di maggiore impegno; 114 epigrammi; 25 epistole ad amici. Claudiano, Claudio Claudiano, nasce ad Alessandria d’Egitto intorno al 370, fu a Roma nel 395, nel 400 il senato gli decretò una statua nel Foro. Morì intorno al 404. Opere: numerose poesie in esametri e distici, divisibili in carmi per l’imperatore Onorio (tra cui De nuptiis Honorii et Mariae, epitalamio per le sue nozze con la figlia di Stilicone) carmi per Stilicone (tra cui De bello Gildonico), poemi epici di argomento mitologico (tra cui Gigantomachia, sulla guerra dei giganti contro gli dei dell’Olimpo). Sostituisce per fama Ausonio. [Stilicone uomo politico e generale] - Poesia cristiana di ispirazione religiosa, autori: Damaso, papa poeta pieno di iniziative, governò la Chiesa dal 366 al 384, sul piano letterario ebbe atteggiamento aperto alla letteratura profana come Virgilio, poeta caro ai cristiani, cui la IV egloga era considerata riferirsi alla venuta di Cristo. Scrisse epigrammi. Proba, poetessa, autrice di un carme sull’antico e nuovo testamento, traendo da Viriglio versi che ricomponeva insieme per creare poesia nuova. Prudenzio, nasce in Spagna nel 348, fu avvocato. Fra il 402 e 403 fu a Roma. Opere: Praefatio, 45 versi lirici; Cathemerinon, 12 inni, comprende 6 canti da eseguire in determinati momenti della giornata e altri 6 per festività; Apotheosis, sulla trinità e la passione di Cristo; Hamartigenia, sull’origine del peccato; Psychomachia, sui vizi e virtù dell’animo; Peristephanon, sui martiri cristiani; Dittochaeon, su antico e nuovo testamento. Le opere si possono dividere in 3 gruppi: inni, poesie didascaliche, componimenti apologetici. Prudenzio sceglie come modello e rivale Orazio. Prudenzio è con Paolino di Nola la figura di maggior rilievo della poesia cristiana. Paolino di Nola, nasce a Bordeaux nel 353, alunno di Ausonio. Fu console, governatore in Campania (a Nola), vescovo di Nola. Morì nel 431. Opere: Epistulae, destinatari personaggi di primo piano come Agostino, Ausonio, temi di carattere quotidiano e teologico, rapporto Cristianesimo e cultura pagana; Carmina, metà dedicata al martirio di San Felice protettore di Nola. L’apogeo della cultura cristiana – il punto più alto - Il mondo latino risulta ancora debitore di quello greco, ma produce alcune figure di prio piano, tra cui 3 grandi Padri che condizionarono la storia del Cristianesimo occidentale: Ambrogio, Girolamo, Agostino. Ambrogio, nasce intorno al 340 in Germania. Di importante famiglia senatoria già cristiana. Frequentò le migliori scuole di Roma e intorno al 370 fu a Milano come consularis Liguriae et Aemiliae, governatore di tutta l’Italia settentrionale. Fu vescovo, grande politico, ebbe un ruolo importante nelle vicende principali dell’Impero e della Chiesa. Opere: inni, lettere, prediche, discorsi funebri o polemici -> Hexameron (sulla creazione), opere sulla verginità come De virginibus e De virginitate; teologia trinitaria De fide; De paenitentia (sul peccato e la grazia); tra le opere più note il De officiis ministrorum, elenca i doveri dei sacerdoti e dei cristiani; vari commenti sui passi dell’antico e del nuovo testamento. Lo stile di Ambrogio era apprezzato da molti, tra cui Agostino, che si convertì grazie ad Ambrogio. Risale in gran parte ad Ambrogio il fenomeno che portò la Chiesa ad intervenire sulle vicende del mondo sostituendosi alle istituzioni politiche. Con Ambrogio si assiste ad una limitazione del potere decisionale dell’Imperatore, il quale, in quanto cristiano, è soggetto alla Chiesa per le decisioni politiche che hanno rilevanza sul piano morale. Girolamo, nasce in Dalmazia nel 347, fu a Roma nel 354, studiando nelle migliori scuole. Viaggiò in Oriente, dove fu sacerdote. Tornò a Roma e il Papa lo fece suo segretario, ma alla morte tornò in Oriente, fondò conventi a Betlemme, città in cui morì nel 420. Opere: Traduzione in latino della Bibbia, la cosiddetta Vulgata, permise alla chiesa di avere un testo unitario. Di lui restano anche un epistolario, commenti all’antico e nuovo testamento, testi di polemica religiosa e due scritti dal titolo Chronicon, che traduce l’opera del greco Eusebio, De viris illustribus, biografie di scrittori cristiani. Aspra polemica con Rufino, da cui l’opera Apologia adversus libros Rufini, scritta successivamente alla polemica contro il vescovo di Gerusalemme Giovanni Adversus Iovinianum. Agostino, nasce in Africa settentrionale nel 354, madre cristiana. Studiò a Madaura e Cartagine, dove ebbe un figlio illegittimo. Insegnò a Tagaste, a Cartagine, a Roma. Ottenne la cattedra retorica a Milano, dove grazie alle prediche di Ambrogio e alla presenza della madre che lo aveva raggiunto con il figlio, si convertì. Lasciò l’insegnamento, tornò in Africa dove fu prete e poi vescovo. Morì nel 430. Opere: si parla di 1030 scritti, suddivisibili in opere [alcuni titoli più importanti] - autobiografiche, Confessiones, opera più nota, sono narrate le vicende di Agostino - filosofiche, Soliloquia, dialogo tra Agostino e la Ragione, sulla conoscenza del Dio e dell’anima - apologetiche, De civitate Dei, sugli errori del paganesimo - dogmatiche, De trinitate, sulla trinità - polemiche, De libero arbitrio, De baptismo - morali, scritti contro la menzogna, sulla verginità, sul matrimonio, tra cui De doctrina Christiana - esegetiche, sul libro della Genesi dell’antico testamento e De consensu evangelistarum sul nuovo testamento - poetiche, alcuni carmi - lettere, oltre 200, vario argomento, a Paolino di Nola e Girolamo - sermoni, circa 500 Agostino è il più ricco e originale dei pensatori latini, le sue teorie hanno dominato nel Medioevo, esempio la teoria della relatività del tempo. Fu in grado di portare alla luce aspetti oscuri della sua anima scrivendone nelle Confessioni, nelle quali si analizza psicologicamente, enfatizzando il pathos e raccontando dell’angoscia provata nella conversione. Le confessioni sono definibili come una biografia interiore, della sua anima. Altra opera importante è De civitate Dei, contrasta definitivamente la forza pagana che cercava di imporre il proprio primato letterario e culturale. Rufino, fu prima amico di Girolamo e poi oggetto dei suoi attacchi. Opere: molte traduzioni da storie di monaci d’Egitto; polemiche su Origene; 2 libri di Apologia. Sulpicio Severo, gallico, studiò a Bordeaux, fu avvocato. Importante l’incontro con il vescovo Martino, a cui dedicò varie opere, tra cui Vita sancti Martini. Nel 399 rinunciò ai suoi beni, costruì un convento in Gallia meridionale. Da Onorio a Odoacre 410-476 - Tra i generi dei secoli precedenti più diffusi, la grammatica, da ricordare Marziano Capella, cartaginese, a lui si deve un’enciclopedia Philologia, summa della cultura e delle scienze antiche. - Storiografia: dopo Agostino, si ricordi di Orosio e Salviano. Orosio, spagnolo, fu sacerdote. Fuggì dalla Spagna per l’invasione dei Vandali. Conobbe Agostino e Girolamo. Opera principale: Historiae adversus paganos, racconta dalle origini al 417. Salviano, gallico, scrisse Ad ecclesiam, in cui invitava tutti i cristiani a consegnare alla Chiesa le proprie ricchezze per rafforzare le difese contro le invasioni barbariche. - Poesia Rutilio Namaziano, gallico trasferito a Roma. Opere: De reditu suo, poesia pagana, in cui accusa i cristiani e i germani inseriti nelle strutture dell’Impero, della decadenza: i monaci soprattutto rifiutando l’impegno militare hanno privato lo stato di forze utili a difendersi dalle invasioni. Sidonio Apollinare, nasce a Lione, fu funzionario, console, prefetto a Roma; poeta. Abbandonò all’improvviso la carriera politica per quella ecclesiastica. Fu vescovo. Opere: Carmina e Lettere in versi. Gli albori del Medioevo Dopo la caduta dell’Impero si continuò a scrivere in latino ma la rottura dell’unità politica ebbe varie conseguenze anche sulla letteratura. Nel VI secolo l’Italia è piuttosto attiva con Boezio e Cassiodoro. Boezio, nasce a Roma intorno al 480. Fu prefetto, console, magister officiorum. Accusato da Teodorico, re dei Gori che comandava in quel periodo, venne imprigionato e messo a morte nel 524. Opere: un’opera enciclopedica, opere filosofiche, traduzioni di opere di Aristotele e Cicerone. Opera più importante è il dialogo De consolatione philophiae, genere della satira menippea, in cui dialogano l’autore prigioniero e la Filosofia . Cassiodoro, nato in Calabria attorno al 490, fu questore, console, magister officiorum. Si trasferì a Costantinopoli dopo il 540, dove restò fino alla vittoria dell’impero d’oriente nel 554. Tornò in Calabria e fondo il monastero di Vivarium. Morì dopo il 580. Opere: numerosi scritti divisibili in 2 gruppi: opere fino al 540, argomento politico (Variae, Chronica), opere dopo il 540, di argomento religioso (Institutiones). - Poesia, Benedetto da Norcia e Gregorio Magno, espressione della nuova realtà medievale. Benedetto da Norcia autore della Regola, rielaborazione delle Regula magistri, destinata a governare per secoli le comunità monastiche. Letteratura in Africa Draconzio, poeta, commistione di argomenti pagani e cristiani. Opere: una tragedia, Orestis tragoedia, 2 epilli, De raptu Helenae e Medea. Altri autori: Fulgenzio, Vittore di Vita, Corippo. Letteratura in Spagna Isidoro di Siviglia, nasce a Siviglia da famiglia di origine romane. Il fratello era vescovo di Siviglia, quando morì, nel 600, gli succedette Isidoro, dedicandosi alla riorganizzazione della Chiesa spagnola e accrescendo il potere temporale dei vescovi. Opere: numerosi scritti religiosi; scritti storiografici come De viris illustribus, Chronica, Historia Gothorum, Vandalorum; opere enciclopediche tra cui Origines sive Etymologiae. Letteratura in Francia Venanzio Fortunato, nasce presso Treviso intorno al 530, studiò a Ravenna, lasciò l’Italia per un pellegrinaggio tra Francia e Germania. Scrisse panegirici di vescovi e signori del luogo guadagnandosi da vivere. Fu vescovo di Poitiers nel 597, morì nel 600. Opere: in prosa vite di santi e una biografia; in versi la Vita Martini e composizioni poetiche raccolte nel Miscellanea. Gregorio di Tours, nasce nel 538 da famiglia illustre. Compì peregrinaggio nel 563 a Tours, fu diacono e poi Vescovo. Scrisse opere di carattere religioso, famoso per Historia Francorum in 10 libri, comincia con Adamo e narra avvenimenti fino al 591. Letteratura in Britannia Beda il Venerabile, nasce nel 672 in Inghilterra del Nord, fu diacono e poi prete. Opere: omelie, scritti religiosi, scientifici, grammaticali, storiografici (più importanti, tra cui De ratione temporum, Historia eccesiastica gentis Anglorum).