Scarica Lezione simulata su Virgilio e più Slide in PDF di Lingua Latina solo su Docsity! LEZIONE SU VIRGILIO GIUSEPPE CIMINO Presentazione della lectio Il seguente intervento didattico è concepito come sezione di una unità di apprendimento su « Virgilio e la Roma di Augusto » nel primo quadrimestre e ha l’obiettivo di approfondire le caratteristiche dello stile poetico, le scelte, le finalità e la vita, di chi fissò il canone di alcuni dei più importanti generi letterari: la poesia pastorale con le Bucoliche, la poesia didascalica con le Georgiche, e l’epica nazionale nell’Eneide. Il modo in cui riflette sulla crisi a lui contemporanea nelle Ecloghe e nel poemetto georgico e riconosce la ragione dei vinti nell’Eneide, piegando l’esametro con armonia ed espressività, rivela in lui una sensibilità dai tratti straordinariamente moderni: a distanza di oltre due millenni Virgilio ha ancora molto da dirci. Profilo della classe La classe è composta da 18 studenti: Student i 10 ragazze 8 ragazzi 16-17 anni Tratti distintivi del gruppo Diversi livelli di preparazione e stili di apprendimento Buona parte dimostra un certo interesse per la disciplina Tendenza alla distrazione da parte di alcuni allievi Profilo della classe (BES) In classe è presente un alunno con Bisogni Educativi Speciali: Alunni con certificazione DSA – comorbilità dislessia / disortografia lieve (L. n. 170/2010) Metodologie e strumenti Metodologie Strumenti Brainstorming Libri di testo Lezione frontale e partecipata Mappe concettuali Cooperative learning Dizionario Peer to peer (per recupero) LIM Discussione con la classe Prerequisiti Possedere la capacità di decodificare un testo Conoscenza di Virgilio, del suo stile e della sua metrica, delle sue opere e del contesto storico, politico, economico e socio-culturale in cui l’autore ha vissuto e svolto la sua attività Conoscere le varie fasi di svolgimento di un’analisi Confronto con la lingua e la civiltà greca Obiettivi di apprendimento • Comprendere le caratteristiche e le specificità dei generi in cui si è cimentato Virgilio • Cogliere l’entità delle riformulazioni di Virgilio dei canoni, del suo stile, della lingua, della metrica, tramite l’analisi del testo • Peculiarità del linguaggio poetico Conoscenze • Individuare le tematiche principali di un testo in prosa • Eseguire l’analisi del testo sotto il profilo tematico, lessicale e formale • Fare possibili riferimenti all’attualità Abilità • Spirito critico, capacità di rielaborazione e metacognizione • Uso appropriato della lingua italiana in forma scritta e orale • Capacità di lavorare in gruppo in maniera costruttiva • Metodo di studio autonomo • Uso critico degli strumenti informatici e telematici nelle attività di studio Competenze ENEIDE (1, 1-33) Il proemio dell’Eneide ha una struttura complessa, su cui agiscono l’originalità di Virgilio e l’influsso omerico. La tradizionale invocatio alla Musa è ritardata al v.8, mentre risalta in primo piano la consapevolezza poetica di Virgilio, che con il verbo in prima persona singolare cano pare rivendicare con orgoglio il proprio ruolo di autore, accingendosi a narrare le cause che mettono in moto l’azione, che è implicitamente celebrazione delle figure di Augusto e di Cesare, che si richiamano alla discendenza divina da Venere ed Enea. Già si prefigura l’impostazione mitico-storica dell’Eneide, di come numerose vicende e fatiche, dolori e lutti, ma gloria eterna, porteranno alla fondazione di Roma. Lezione 2 Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris Italiam fato profugus Laviniaque venit litora, multum ille et terris iactatus et alto, vi superum, saevae memorem Iunonis ob iram, 5 multa quoque et bello passus, dum conderet urbem inferretque deos Latio, genus unde Latinum Albanique patres atque altae moenia Romae. Musa, mihi causas memora, quo numine laeso quidve dolens regina deum tot volvere casus 10 insignem pietate virum, tot adire labores impulerit. Tantaene animis caelestibus irae? Urbs antiqua fuit (Tyrii tenuere coloni) Karthago, Italiam contra Tiberinaque longe ostia, dives opum studiisque asperrima belli; 15 quam Iuno fertur terris magis omnibus unam posthabita coluisse Samo: | hic illius arma, hic currus fuit; hoc regnum dea gentibus esse, si qua fata sinant, iam tum tenditque fovetque. Progeniem sed enim Troiano sanguine duci 20 audierat, Tyrias olim quae verteret arces; hinc populum late regem belloque superbum venturum excidio Libyae: sic volvere Parcas. Id metuens veterisque memor Saturnia belli, prima quod ad Troiam pro caris gesserat Argis: 25 necdum etiam causae irarum saevique dolores exciderant animo; manet alta mente repostum iudicium Paridis spretaeque iniuria formae et genus invisum et rapti Ganymedis honores: his accensa super iactatos aequore toto 30 Troas, reliquias Danaum atque immitis Achilli, arcebat longe Latio, multosque per annos errabant acti fatis maria omnia circum. Tantae molis erat Romanam condere gentem Scansione metrica (guidata) Ārmă vĭrūmquĕ cănō, Troīaē quī prīmŭs ăb ōrīs Ītălĭām fātō prŏfŭgūs Lāvīniăquĕ vēnīt lītŏră, mūltum īlle ēt tērrīs iāctātŭs ĕt āltō, vī sŭpĕrūm, saēvaē mĕmŏrēm Iūnōnĭs ŏb īrām, 5 mūltă quŏque ēt bēllō pāssūs, dūm cōndĕrĕt ūrbēm īnfērrētquĕ dĕōs Lătĭō, gĕnŭs ūndĕ Lătīnūm Ālbānīquĕ pătrēs ātque āltaē moēnĭă Rōmaē. Mūsă, mĭhī caūsās mĕmŏrā, quō nūmĭnĕ laēsō quīdvĕ dŏlēns rēgīnă dĕūm tōt vōlvĕrĕ cāsūs 10 īnsīgnēm pĭĕtātĕ vĭrūm, tŏt ădīrĕ lăbōrēs īmpŭlĕrīt. Tāntaēne ănĭmīs caēlēstĭbŭs īraē? Ūrbs āntīquă fŭīt (Tўrĭī tĕnŭērĕ cŏlōnī) Kārthāgo, Ītălĭām cōntrā Tĭbĕrīnăquĕ lōngē ōstĭă, dīvĕs ŏpūm stŭdĭīsque āspērrĭmă bēllī; 15 quām Iūnō fērtūr tērrīs măgĭs ōmnĭbŭs ūnām pōsthăbĭtā cŏlŭīssĕ Sămō: | hīc īllĭŭs ārmă, hīc cūrrūs fŭĭt; hōc rēgnūm dĕă gēntĭbŭs ēssĕ, sī quā fātă sĭnānt, iām tūm tēndītquĕ fŏvētquĕ. Prōgĕnĭēm sĕd ĕnīm Trōiānō sānguĭnĕ dūcī 20 aūdĭĕrāt, Tўrĭās ōlīm quaē vērtĕrĕt ārcēs; hīnc pŏpŭlūm lātē rēgēm bēllōquĕ sŭpērbūm vēntūrum ēxcĭdĭō Lĭbўaē: sīc vōlvĕrĕ Pārcās. Īd mĕtŭēns vĕtĕrīsquĕ mĕmōr Sātūrnĭă bēllī, prīmă quŏd ād Troīām prō cārīs gēssĕrăt Ārgīs: 25 nēcdum ĕtĭām caūsae īrārūm saēvīquĕ dŏlōrēs ēxcĭdĕrānt ănĭmō; mănĕt āltā mēntĕ rĕpōstūm iūdĭcĭūm Părĭdīs sprētaēque īniūrĭă fōrmaē ēt gĕnŭs īnvīsum ēt rāptī Gănўmēdĭs hŏnōrēs: hīs āccēnsă sŭpēr iāctātōs aēquŏrĕ tōtō 30 Trōās, rēlĭquĭās Dănăum ātque īmmītĭs Ăchīllī, ārcēbāt lōngē Lătĭō, mūltōsquĕ pĕr ānnōs ērrābānt āctī fātīs mărĭa ōmnĭă cīrcūm. Tāntaē mōlĭs ĕrāt Rōmānām cōndĕrĕ gēntēm. La verifica sommativa L’insegnante alla fine dell’intervento didattico, proporrà agli studenti una verifica che darà loro modo di potersi esercitare sia per quanto concerne l’analisi testuale, sia per la produzione scritta. Collegamenti interdisciplinari Ara Pacis: Enea sacrifica ai Penati Iliade e Odisssea Arcadia, di Jacopo Sannazzaro Greco Arte greca Italiano LEZIONE 2 DE DIDONE ET ANNA SORORE «adgnosco veteris vestigia flammae.» (Eneide 4, v.23) All’inizio del IV libro, dopo il lungo racconto di Enea, Didone appare già dominata dal senti- mento d’amore che la condurrà al compimento del suo tragico destino. La regina è combattuta tra la nuova passione e il vincolo morale che la lega al ricordo del marito ucciso: confessa alla sorella Anna il suo amore, ma giura solenne fedeltà alla memoria di Sicheo. Il pianto dirotto che esplode alla fine del giuramento rappresenta il conflitto interiore del personaggio, ‘tragi-camente’ diviso. La connessione fra Didone ed Enea e l’infelice amore della regina cartaginese come origine della guerra fra Roma e Cartagine forse erano già nel Bellum Poenicum di Nevio: in ogni caso Virgilio ha dato grande sviluppo alla vicenda e ha costruito nel IV libro una compiuta tragedia, dove agisce anche il modello del teatro greco, soprattutto di Euripide. Contestualizzazione del brano Analisi del testo (Approfondimento) al v. 1 gravi ... saucia cura è la rielaborazione di un celebre verso della tragedia Medea di Ennio (Medea animo aegro amore saevo saucia, «Medea ferita nel cuore malato da un’atroce ferita», Scaenica, v. 254 V.), che riprende amplificandolo un verso dell’omonima tragedia euripidea in cui l’eroina è detta «ferita nel cuore dall’amore di Giasone» (Euripide, Medea, v. 8). L’immagine tradizionale della ferita d’amore, sviluppata in un coerente repertorio tematico nella poesia d’amore ellenistica, ritorna con le parole di Ennio in Lucrezio, nel finale del quarto libro, in una similitudine che descrive l’attrazione fisica verso l’oggetto della passione (De rerum natura, 4, v. 1047 s.): idque petit corpus mens unde est saucia amore / namque omnes pleru-mque cadunt in volnus, «la mente cerca quel corpo da cui è ferita d’amore e infatti tutti in genere cadono ripiegandosi sulla ferita». In base a testo esaminato, citazioni di autori trattati e conoscenze, scrivi un breve testo argomentativo su come i vari autori che ne hanno trattato nelle proprie opere, si siano espressi sul tema della ferita d’amore (o sulla donna). Fai particolare attenzione al brano che segue, un estratto della rhesis di Medea, tratto dall’omonima tragedia euripidea. πάντων δ' σ' στ' μψυχα κα γνώμην χειὅ ἔ ἔ ὶ ἔ γυνα κές σμεν θλιώτατον φυτόν·ῖ ἐ ἀ ς πρ τα μ ν δε χρημάτων περβολ ιἃ ῶ ὲ ῖ ὑ ῆ πόσιν πρίασθαι δεσπότην τε σώματος λαβε ν· κακο γ ρ το τ' τ' λγιον κακόν.ῖ ῦ ὰ ῦ ἔ ἄ 235κ ν τ ιδ' γ ν μέγιστος, κακ ν λαβε νἀ ῶ ἀ ὼ ἢ ὸ ῖ χρηστόν· ο γ ρ ε κλεε ς παλλαγαἢ ὐ ὰ ὐ ῖ ἀ ὶ γυναιξ ν ο δ' ο όν τ' νήνασθαι πόσιν.ὶ ὐ ἷ ἀ ς καιν δ' θη κα νόμους φιγμένηνἐ ὰ ἤ ὶ ἀ δε μάντιν ε ναι, μ μαθο σαν ο κοθεν,ῖ ἶ ὴ ῦ ἴ 240ο ωι μάλιστα χρήσεται ξυνευνέτηι.ἵ κ ν μ ν τάδ' μ ν κπονουμέναισιν εἂ ὲ ἡ ῖ ἐ ὖ πόσις ξυνοικ ι μ βίαι φέρων ζυγόν,ῆ ὴ ζηλωτ ς α ών· ε δ μή, θανε ν χρεών.ὸ ἰ ἰ ὲ ῖ ν ρ δ', ταν το ς νδον χθηται ξυνών,ἀ ὴ ὅ ῖ ἔ ἄ 245 ξω μολ ν παυσε καρδίαν σηςἔ ὼ ἔ ἄ [ πρ ς φίλον τιν' πρ ς λικα τραπείς]·ἢ ὸ ἢ ὸ ἥ μ ν δ' νάγκη πρ ς μίαν ψυχ ν βλέπειν.ἡ ῖ ἀ ὸ ὴ λέγουσι δ' μ ς ς κίνδυνον βίονἡ ᾶ ὡ ἀ ζ μεν κατ' ο κους, ο δ μάρνανται δορί,ῶ ἴ ἱ ὲ 250κακ ς φρονο ντες· ς τρ ς ν παρ' σπίδαῶ ῦ ὡ ὶ ἂ ἀ στ ναι θέλοιμ' ν μ λλον τεκε ν παξ.ῆ ἂ ᾶ ἢ ῖ ἅ Il Lazio è armato: ENEIDE (7, 623-646) Ardet inexcita Ausonia atque inmobilis ante; pars pedes ire parat campis, pars arduus altis 625 pulverulentus equis furit; omnes arma requirunt. Pars levis clipeos et spicula lucida tergent arvina pingui subiguntque in cote secures; signaque ferre iuvat sonitusque audire tubarum. Quinque adeo magnae positis incudibus urbes 630 tela novant, Atina potens Tiburque superbum, Ardea Crustumerique et turrigerae | Antemnae. Tegmina tuta cavant capitum flectuntque salignas umbonum cratis; alii thoracas ahenos aut levis ocreas lento ducunt argento; 635 vomeris huc et falcis honos, huc omnis aratri cessit amor; recoquunt patrios fornacibus enses. Classica iamque sonant; it bello tessera signum. Hic galeam tectis trepidus rapit, ille trementis ad iuga cogit equos clipeumque auroque trilicem 640 loricam induitur fidoque accingitur ense. Pandite nunc Helicona, deae, cantusque movete, qui bello exciti reges, quae quemque secutae, complerint campos acies, quibus Itala iam tum florverit terra alma viris, quibus arserit armis. 645 Et meministis enim, divae, et memorare potestis: ad nos vix tenuis famae perlabitur aura. DOPO l’unità di apprendimento Recupero Potenziamento Peer tutoring con monitoraggio dell’insegnante Realizzazione di mappe concettuali interattiva da costruire con software didattico (per esempio C-map) Verifica orale concordata Per la valorizzazione delle eccellenze: percorso di approfondimento con la lettura critica di Holzberg, Virgilio, Il Mulino, Bologna 2008, capp.1,4. In alternativa B. Conte, Virgilio. Il genere e i suoi confini, Garzanti, Milano1984