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LIBRO XII dell'ENEIDE (VIRGILIO) - Analisi e Commento, Versioni di Lingua Latina

Commento + Analisi grammaticale e sintattica (dettagliata) dei vv. 1-80 e vv. 697-952 del Libro XII dell'Eneide di Virgilio.

Tipologia: Versioni

2013/2014

In vendita dal 04/04/2023

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laura-galavotti 🇮🇹

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Scarica LIBRO XII dell'ENEIDE (VIRGILIO) - Analisi e Commento e più Versioni in PDF di Lingua Latina solo su Docsity! ENEIDE – LIBRO XII È stato definito il «libro di Turno», la cui menzione apre e chiude il libro. Ma sarebbe più giusto definirlo il «libro della morte di Turno», nel cui corso si attua quella progressiva preparazione e accettazione della sconfitta e della morte che ne ribalterà l’ethos da “superbus” a “humilis”. Il libro si scandisce in 4 episodi principali , il cui protagonista è sempre Turno: il Colloquio con Latino e Amata (vv. 1-80: il prologo), il Patto Violato (vv.81-310), la Battaglia (vv. 311-696) con le aristie di Enea e Turno (che si cercano ma non si incontrano per l’intervento ritardante di Giuturna, vv. 468-592), il Duello fra Enea e Turno (vv-697-952), intervallato dal colloquio tra Giove e Giunone (vv. 791-842), in cui si consuma l’epilogo del poema. 1)IL COLLOQUIO (vv. 1-80) Turno si dichiara pronto a dirimere la guerra con un duello fra lui e il rivale, e non si lascia smuovere né dalle suppliche di Latino e di Amata, né dalle mute lacrime di Lavinia: il suo destino è segnato. Turnus ut infractos adverso Marte Latinos defecisse videt, sua nunc promissa reposci, se signari oculis, ultro implacabilis ardet attollitque animos. Poenorum qualis in arvis saucius ille gravi venantum vulnere pectus tum demum movet arma leo, gaudetque comantis excutiens cervice toros fixumque latronis impavidus frangit telum et fremit ore cruento: haud secus accenso gliscit violentia Turno. Turno come vede che i Latini, fiaccati da Marte avverso , si sono persi d’animo, che ora si reclama il compimento delle sue promesse, che è indicato dallo sguardo di tutti, ancor più arde implacabile e si esalta. Come nelle terre dei Cartaginesi quel leone lacerato al petto da una grave ferita dei cacciatori solo allora si prepara a combattere, e gode di scuotere la criniera sulla nuca e, impavido, spezza la lancia conficcata del cacciatore e ruggisce con la bocca insanguinata: non diversamente cresce la violenza in Turno infiammato. 1. Turnus : per lui sono il primo e l’ultimo verso  Ut… videt [p. temporale di precedenza immediata]: ut + “videt” [video, es, vidi, visum, videre – indicativo presente]: «come vede»  Infractos [infringo, infringis, infregi, infractum, infringĕre «infrangere, spezzare» - participio perfetto con preverbio intensivo]: «fiaccati». La gravità della sconfitta (“adverso Marte”) patita alla fine del libro XI motiva la demoralizzazione (“defecisse”) dei Latini e fa risaltare per contrasto l’atteggiamento (“ultro”) di Turno, solo contro tutti. 1  Adverso Marte «da Marte avverso»: ablativo assoluto. “Adverso” [adversor, adversaris, adversatus, adversari – verbo deponente – participio perfetto]  Latinos : soggetto dell’infinitiva (v. “defecisse”) 2. Defecisse [deficio, is, defeci, defectum, deficere – infinito perfetto]: «si sono scoraggiati, persi d’animo». La fiducia, la presunzione nelle proprie forze, è una delle qualità negative che, con l’audacia, la violentia e la superbia, caratterizzano l’egocentrismo di Turno in contrasto con la pietas di Enea.  Sua nunc promissa «che ora le sue promesse»: soggetto dell’infinitiva (v. “reposci”). Si riferisce alla promessa di risolvere la guerra con un duello.  Reposci [reposco, is, reposcere – infinito presente passivo]: «si reclama il compimento» 3. Se : soggetto dell’infinitiva (v. “signari”): in anafora con “sua”, indica che Turno è consapevole della sua responsabilità.  Signari [signo, as, signavi, signatum, signare – infinito presente passivo] + oculis «è indicato dallo sguardo di tutti»: Turno se lo sente addosso come un marchio (“signum”).  Ultro «ancor più»: avverbio.  Implacabilis «implacabile»: predicativo del soggetto.  Ardet [ardeo, es, arsi, ardere – indicativo presente]: «arde». Il “fuoco” è metafora tematica di Turno, indice della sua natura impulsiva e infiammabile. 4. Attolit [attollo, is, attollere – v. difettivo - indicativo presente] + animo: «si esalta». Che gli “animi” sono di Turno e non dei Latini: il plurale con referente singolare denota la parte più emotiva della psiche, qui fra l’ardimento e l’euforia.  Poenorum : similitudine omerica, ma la localizzazione è tocco romano, essendo venuta ai Romani dal Nordafrica la prima esperienza dei leoni.  In arvis «nelle terre»: la preposizione “ in ” , in contrasto con l’ablativo prosecutivo, fissa un punto nello spazio, laddove compare la belva. 5. Saucius ille… leo «quel leone lacerato»: Turno è un leone ferito per la sua difficile situazione (e forse come simbolica anticipazione del suo destino). “Ille” in è iperbato.  Gravi vulnere [ablativo - complemento di causa]: «da una grave ferita» 2 14. Dardanium… desertorem : «il fuggiasco troiano [dardanio]», allitterazione. Turno presenta la fuga di Enea da Troia come un colpevole abbandono della patria, fatto che lo rende un disertore.  Hac… dextra [complemento di mezzo]: «con questa mano destra»  Sub Tartara [complemento di luogo]: «sotto il Tartaro»  Mittam [mitto, is, misi, missum, mittere – futuro semplice] 15. Sedeant spectentque «siedano e se ne stiano a guardare»: “Sedeant” [sedeo, es, sedi, sessum, sedere – congiuntivo presente] + “spectent” [specto, as, avi, atum, are – congiuntivo presente]. 16. Crimen commune «l’accusa contro noi tutti»  Ferro [complemento di mezzo]: «con la spada», metonimia  Refellam [refello, is, refelli, refellere – futuro semplice]: «ribatterò» 17. Habeat [habeo, es, habui, habitum, habere – congiuntivo presente]: «ci abbia in suo potere»  Victos [vinco, is, vici, victum, vincere – participio perfetto]: «sconfitti, vinti»  Cedat [cedo, is, cessi, cessum, cedere – congiuntivo presente] + Coniux (predicativo): «gli sia data in moglie» Olli sedato respondit corde Latinus: ´O praestans animi iuvenis, quantum ipse feroci virtute exsuperas, tanto me impensius aequum est consulere atque omnis metuentem expendere casus. Sunt tibi regna patris Dauni, sunt oppida capta multa manu, nec non aurumque animusque Latino est; sunt aliae innuptae Latio et Laurentibus arvis nec genus indecores. Sine me haec haud mollia fatu sublatis aperire dolis, simul hoc animo hauri: me natam nulli veterum sociare procorum fas erat, idque omnes divique hominesque canebant. Victus amore tui, cognato sanguine victus coniugis et maestae lacrimis, vincla omnia rupi; promissam eripui genero, arma impia sumpsi. Ex illo qui me casus, quae, Turne, sequantur bella, vides, quantos primus patiare labores. Bis magna victi pugna vix urbe tuemur spes Italas; recalent nostro Thybrina fluenta sanguine adhuc campique ingentes ossibus albent. Quo referor totiens? Quae mentem insania mutat? Si Turno exstincto socios sum ascire paratus, cur non incolumi potius certamina tollo? Quid consanguinei Rutuli, quid cetera dicet Italia, ad mortem si te (fors dicta refutet!) prodiderim, natam et conubia nostra petentem? A lui rispose Latino con cuore calmato: "O giovane di gran cuore, quanto più tu eccedi in impetuoso 5 valore, tanto più è giusto che io attentamente prenda consiglio e ponderi con cautela tutte le eventualità. Tu hai il regno di tuo padre Dauno, hai molte città prese con la forza, così come anche Latino ha oro e generosità; il Lazio e i territori di Laurento hanno anche altre fanciulle, e di stirpe non oscura. Permetti che io chiarisca senza reticenze queste cose non piacevoli da dire, e allo stesso tempo poni in cuore: che io dessi [in sposa] mia figlia a nessuno dei vecchi pretendenti era stabilito [dal Fato], e questo lo predicevano tutti, dei e uomini. Vinto dall’amore per te, vinto dalla parentela di sangue, da mia moglie e dalle lacrime dell’afflitta, ho rotto ogni vincolo; al genero strappai la promessa, presi armi empie. Da quel momento vedi, Turno, quali circostanze, quali guerre seguano, quanti affanni tu per primo patisca. Due volte sconfitti in una grande battaglia, a stento in città difendiamo le speranze italiche; le correnti tiberine sono calde del nostro sangue e la vasta pianura è bianca per le ossa. Perché torno tante volte sui miei passi? Quale follia cambia la mia mente? Se, morto Turno , sono disposto ad accoglierli come alleati, perché piuttosto non pongo fine alle ostilità mentre è ancora in vita? Che cos a [direbbero] i Rutuli consanguinei, che cosa direbbe la rimanente Italia, se (la sorte smentisca le mie parole!) abbandonassi alla morte te, che chiedi la mano di mia figlia? 18. Olli [dativo] «A lui»: forma arcaica di “ ille ” , derivata da Ennio. Lo stile di Ennio si estende per tutto il verso, riflettendo la gravitas di Latino in opposizione alla furia di Turno.  Respondit [respondeo, es, respondi, responsum, respondere – perfetto indicativo]  Corde sedato [complemento di modo]: «col cuore calmato» 19. Praestans animi «di gran cuore»: genitivo di relazione, affine all’ablativo di limitazione.  Quantum… consulere «quanto più tu eccedi in impetuoso valore, tanto più è giusto che io rifletta»: p. comparativa di uguaglianza. La correlazione è asimmetrica (quantum/tanto), in quanto il valore comparativo è solo implicito in exsuperas.  Ipse [pronome determinativo]: al posto di “tu” per la forte opposizione con “me” nel verso seguente.  Feroci virtute [complemento di mezzo]: «in impetuoso valore». “Feroci” in clausola, a temperare la positività di “virtute” e a caratterizzare l’impulsività di Turno. 20. Exsuperas [exsupero, as, avi, atum, are – indicativo presente]: superare un livello e quindi «eccedere»  Impensius aequum : perifrasi intensiva, propriamente «più energicamente giusto» 21. Consulere [consulo, is, consului, consultum, consulere – infinito presente]: «prendere consiglio» 6  Omnis… casus «ponderi con cautela tutte le eventualità»: “Expendere” [expendo, is, expendi, expensum, expendere – infinito presente] + Metuentem [predicativo del soggetto] 22. Sunt tibi «Tu hai» [dativo di possesso]: il sintagma latino privilegia il possesso rispetto al possessore (in dativo). La triplice anafora di “sunt” e il polisindeto allitterante “aurumque animusque” valorizzano ciò che compenserebbe la perdita di Lavinia.  Regna «il regno»: plurale poetico  Capta [capio, is, cepi, captum, capere – participio perfetto] 23. Manu «con la forza»: “manus captus” è tecnicismo militare e giuridico.  Nec non : doppia negazione, si traduce in un’affermazione assoluta  Animus : la generosità, la disposizione a dare l’oro.  Latino : il dativo risponde chiasticamente a “tibi” del v. 22, l’antroponimo invece del pronome a “Turno” del v.11 (la decisione è presentata come una constatazione oggettiva) 24. Latio et Laurentibus arvis: ablativo prosecutivo. Non è chiaro se il rapporto tra i due toponimi sia implicativo o aggiuntivo; qui la loro associazione è allitterante. 25. Nec genus indecores «e di stirpe non oscura». “Genus” è accusativo di relazione o alla greca.  Sine [sino, sinis, sivi, situm, sinere – imperativo presente]  Haec haud mollia «queste cose non piacevoli»  Fatu [for, faris, fatus sum, fari – supino passivo]: «da dire» 26. Sublatis… dolis «senza reticenze»: ablativo assoluto.  Aperire [aperio, is, aperui, apertum, aperire – infinito presente]: «chiarire, manifestare»  Animo hauri «poni in cuore»: “Hauri” [haurio, is, hausi, haustum, haurire – imperativo presente]: «afferra» 27. Natam : «[mia] figlia». Sinonimo affettivo di “filia”  Veterum… Procorum «dei vecchia pretendenti»  Sociare [socio, as, avi, atum, are – infinito presente]: «unire» in matrimonio 7  Turno exstincto [ablativo assoluto]: “Turno” + “Exstincto” [exstinguo, is, exstinxi, exstinctum, exstinguere – participio perfetto], «morto Turno»  Sum… paratus [paro, as, avi, atum, are – perfetto indicativo passivo]: «sono disposto»  Ascire [ascio, is, ascire – infinito presente]: «ad accoglierli», si riferisce ai Troiani  Socios [predicativo del c. oggetto]: «come alleati». Enea aveva chiesto a Latino di essere chiamato “socius” (Libro VII) 39. Cur «Perché»: avverbio  Non… tollo [tollo, is, sustuli, sublatum, tollere – indicativo presente]: «non pongo fine», propriamente «non tolgo di mezzo». L’indicativo al posto del congiuntivo dubitativo fa capire che la decisione è presa  Incolumi «mentre è ancora in vita»: ablativo assoluto con valore di contemporaneità.  Potius «piuttosto» 40. Quid «Che cosa»  Consanguinei Rotuli : Latino estende ai due popoli il rapporto di sangue tra lui e Turno (v. 29)  Cetera… Italia «la rimanente Italia»  Dicet [dico, is, dixi, dictum, dicere – congiuntivo presente]: «direbbe» 41. Ad mortem [c. di luogo figurato]: «alla morte»  Dicta refutet «smentisca le mie parole»: “Refutet” [refuto, as, avi, atum, are – congiuntivo presente] 42. Prodiderim «ti abbandonassi» [prodo, is, prodidi, proditum, prodere – congiuntivo perfetto]: protasi di p. ipotetico (II tipo) – dipendenza congiuntiva  Natam et conubia nostra «la mano di mia figlia»: l’endiadi (figura retorica per cui si disgiungono due parole l'una delle quali sarebbe il complemento dell'altra) implica la parentela con la casa regnante (“conubia”: unione, parentela)  Petentem [peto, is, petii, petitum, petere – participio presente]: «che chiedi» Respice res bello varias, miserere parentis longaevi, quem nunc maestum patria Ardea longe dividit.’ Haudquaquam dictis violentia Turni flectitur; exsuperat magis aegrescitque medendo. 10 Ut primum fari potuit, sic institit ore: ‘Quam pro me curam geris, hanc precor, optime, pro me deponas letumque sinas pro laude pacisci. Et nos tela, pater, ferrumque haud debile dextra spargimus, et nostro sequitur de vulnere sanguis. Longe illi dea mater erit, quae nube fugacem feminea tegat et vanis sese occulat umbris’. Osserva gli incerti della guerra, abbi pietà del vecchio padre, che ora, triste e lontano, è [diviso] dalla patria Ardea”. Per nulla la violenza di Turno è placata dalle parole; eccede ancor più e a medicarla si aggrava. Non appena poté parlare, così prese a dire: "Il pensiero che hai, o ottimo, prego che tu lo deponga per me e lascia che io patteggi la morte in cambio della gloria. Anche noi, padre, lanciamo giavellotti con mano non fiacca, anche dalla ferita da/a noi inferta zampilla sangue. La madre divina gli starà lontano, che copra il fuggitivo con una nube femminea e che si occulti con vane ombre." 43. Respice [respicio, is, respexi, respectum, respicere – imperativo presente]: «Osserva»  Res bello varias «gli incerti della guerra»: variante allitterante (con “respicio”) della iunctura paradigmatica “eventus belli”  Miserere [misereor, misereris, miseritus sum, miserere – imperativo presente]: «abbi pietà»  Parentis longaevi «del vecchio padre»: genitivo retto da “miserere”. Il “vecchio padre” è Dauno: verrà tempo in cui sarà Turno a chiedere invano pietà per lui (v. 934) 44. Quem… dividit «triste e lontano dalla patria Ardea». Ardea è un locativo in nominativo: esso è d’obbligo con toponimi la cui forma esclude dal metro il locativo e l’ablativo. La lontananza dal padre e dalla patria è motivo proprio della figura di Achille, ma qui l’ipotesto omerico è la supplica di Priamo ad Achille. Tramite l’allusione, Latino si sostituisce al padre assente. 45. Haudquaquam «Per nulla»: l’espressività dell’avverbio è commisurata alla sua rarità.  Dictis [c. causa efficiente]: «dalle parole» 46. Flectitur [flecto, is, flexi, flexum, flectere – presente indicativo passivo]: «è placata»  Exsuperat [exsupero, as, avi, atum, are – indicativo presente]: «trabocca»  Aegrescit [aegresco, is, aegrescere – indicativo presente]: «si inasprisce», come una malattia, in ossimoro col seguente “medendo” [medeor, mederis, mederi - v. deponente - gerundio ablativo] «a medicarla» 11 47. Ut primum «non appena»: p. temporale di precedenza immediata  Fari [for, faris, fatus sum, fari – v. deponente - infinito presente]: «parlare»  Potuit [possum, potes, potui, posse – perfetto indicativo]: «poté»  Institit ore «prese a dire» (lett. «incalzò con la bocca»): metafora analogica di “insistere viam” «prendere la strada». “Institit” [insisto, is, institi, insistere – perfetto indicativo] 48. Quam… geris «il pensiero che hai per me»: prolessi del relativo. “Geris” [gero, is, gessi, gestum, gerere – pre. indicativo]  Precor [precor, precaris, precatus, sum, precari – v. deponente – presente indicative]: «ti prego»  Optime [vocativo]: supplice a “pater”  Pro me [c. di vantaggio]: «per me». Turno rivendica a se stesso la responsabilità del proprio destino. 49. Deponas [depono, is, deposui, depositum, deponere – congiuntivo presente]: «che tu lo deponga»  Letum… pacisci «lascia che io paghi con la morte la gloria», propriamente «che patteggi la morte in cambio (pro) della gloria». Al v.17 Turno aveva previsto, come conseguenza della sconfitta, solo la perdita del regno e della donna: ora, per la prima volta, della vita.  Sinas [sino, is, sivi, situm, sinere – congiuntivo presente]: «lascia»  Pacisci [paciscor, pacisceris, pactus sum, pacisci – v. deponente – infinito presente]: «di patteggiare»  Pro laude [c. di sostituzione]: «in cambio della gloria» 50. Et «anche»: eco delle parole di Ettore ad Achille  Tela… ferrumque : endiadi, giavellotti dalla punta di ferro.  Haud debile : «con mano non fiacca». Riferito per ipallage a “ferrum” invece che a “dextra”. “Debilis” si dice anche di corpo o arto che ha perso la sua funzionalità, «invalido, paralizzato».  Dextra [c. di mezzo]: «con la mano destra» 51. Spargimus [spargo, is, sparsi, sparsum, spargere – indicativo presente]: «lanciamo» in ogni direzione, termine tecnico per le armi da getto.  Et : può essere copulativo («e») o aggiuntivo («anche»), in doppia anafora della congiunzione e del pronome (et nos… et nostro) 12  Quis honos «qualche considerazione»: “honos” è forma arcaica di “honor”. Indica la manifestazione della considerazione o del rispetto che si ha per qualcuno.  Spes… una «unica speranza»: predicativo del soggetto  Senectae… miserae «d’una misera vecchiaia»: “senectae” è aggettivo sostantivato, che in Virgilio sostituisce sempre, in clausola, i casi di “senectus” non isosillabici del nominativo 58. Tu: i quattro pronomi personali morfologicamente variati in coppie chiastiche (spes tu – tu requeis / te penes – in te) sono il supporto di una climax, semantica e stilistica, di appelli.  Requies «quiete»: predicativo del soggetto.  Decus imperiumque : «l’onore e l’autorità» 59. Te penes «sta in te, dipende da te»: “penes” è preposizione con significato di «nelle mani di, in potere di»  In te… recumbit «su di te poggia la dinastia pericolante»: per mancanza di figli maschi, come una casa puntellata dal lato verso cui pende (“inclinata”).  In te «su di te» [c. di luogo figurato]: “te” può essere ablativo o accusativo, come suggerisci il parallelismo con “te penes”.  Recumbit [recumbo, is, recubui, recumbere – presente indicativo]: «poggia» 60. Oro [ōro, ōras, oravi, oratum, ōrāre – indicativo presente]: «ti prego»  Desiste [desisto, is, destiti, destitum, desistere – infinito presente]: «rinuncia a»  Manum committere «fare battaglia»: “Committere” [committo, is, commisi, commissum, committere – infinito presente]  Teucris [c. di relazione]: «con i Troiani». Il dativo al posto di “cum” e l’ablativo con i verba pugnandi è un grecismo sintattico 61. Qui te cumque manent… casus : «Qualsiasi eventi ti attenda»  Manent [maneo, es, mansi, mansum, manere – congiuntivo presente]  Isto certamine [c. di causa]: «per quella battaglia» 62. Simul «insieme [a te]»  Invisa… lumina «una luce odiosa»: perifrasi poetica per “morire” (ricorre anche per Didone nel Libro IV); 15  Relinquam [relinquo, is, reliqui, relictum, relinquere – futuro semplice] 63. Generum [predicativo dell’oggetto]: «come genero»  Captiva «prigioniera»: per Amata il matrimonio della figlia con Enea sarebbe una sconfitta.  Videbo [video, es, vidi, visum, videre – futuro semplice] 64. Accepit [accipio, is, accepi, acceptum, accipere – perfetto indicativo]: «ascoltò»  Lacrimis [c. di modo]: «in lacrime». La “virgo Lavinia” è un personaggio muto nell’Eneide, il suo linguaggio è extra-verbale: qui, alla presenza di Turno, piange e arrossisce.  Matris flagrantis «della madre ardente» 65. Perfusa [perfundo, is, perfudi, perfusum, perfundere – participio perfetto]: «bagnando», mediopassivo.  Cui… cucurrit «e un intenso rossore le affluì al volto e lo percorse infiammandolo»: propriamente «alla quale [cui] molto rossore face salire [subiecit] il fuoco [ignem] e corse [cucurrit] per il volto acceso [calefacta per ora]»  Plurimus… Rubor «un intenso rossore»  Ignem «un fuoco»: implica la metafora topica della “fiamma d’amore”. Così, indirettamente, Virgilio suggerisce la natura dei sentimenti di Lavinia. 66. Subiecit [subicio, is, subieci, subiectum, subicere – perfetto indicativo]: «affluì», propriamente «fece salire»  Calefacta [calefacio, is, calefeci, calefactum, calefacere – v. in -io – participio perfetto] + per ora: «per il volto acceso»  Cucurrit [curro, is, cucurri, cursum, currere – perfetto indicativo]: «corse» 16 Indum sanguineo veluti violaverit ostro si quis ebur, aut mixta rubent ubi lilia multa alba rosa, talis virgo dabat ore colores. Illum turbat amor figitque in virgine vultus; ardet in arma magis paucisque adfatur Amatam: ´Ne, quaeso, ne me lacrimis neve omine tanto prosequere in duri certamina Martis euntem, o mater; neque enim Turno mora libera mortis. Nuntius haec, Idmon, Phrygio mea dicta tyranno haud placitura refer. Cum primum crastina caelo puniceis invecta rotis Aurora rubebit, non Teucros agat in Rutulos, Teucrum arma quiescant et Rutuli; nostro dirimamus sanguine bellum, illo quaeratur coniunx Lavinia campo´. Come se qualcuno tingesse l’avorio indiano con porpora sanguigna, o come i gigli bianchi rosseggiano per il rosa mischiato [ad essi - in un mazzo di fiori], così la fanciulla trascolorava in volto. L’amore lo turba e fissa gli occhi sulla ragazza; aumenta il suo ardore di combattere e con poche parole si rivolge ad Amata: "No, ti prego, non accompagnarmi con lacrime né con un così grande malaugurio, mentre mi reco nella battaglia dell’aspro Marte, o madre; infatti, Turno non ha potere di ritardare la morte. Idmone, riferisci come messaggero queste mie parole che non piaceranno al tiranno frigio. Non appena l’aurora di domani, trasportata sul cocchio di porpora, rosseggerà per il cielo, non conduca i Troiani contro i Rutuli, riposino le armi dei Teucri e dei Rutuli; risolviamo la guerra col nostro sangue, su quel terreno si disputi Lavinia come sposa”. 67. Indum… ebur «Come quando si tinge l’avorio indiano di porpora sanguigna»: similitudine omerica (v. Libro IV dell’Iliade: «Come quando una donna di Meonia o di Caria tinge di porpora un avorio»), con trasferimento dell’etnico dal soggetto all’oggetto e accentuazione del contrasto cromatico con il termine “sanguineo”.  Indum… ebur «l’avorio indiano»  Sanguineo ostro [c. di mezzo]: «con la porpora sanguigna»  Veluti… si [avverbio + congiunzione – p. comparativa]: «come se»  Violaverit [violo, as, avi, atum, are – perfetto congiuntivo]: «tingesse» 68. Quis [soggetto]: «qualcuno»  Lilia multa / alba rosa «gigli bianchi in un mazzo di rose»: l’ordo verborum (l’ordine delle parole) è iconico per l’intreccio dei lessemi e delle quantità.  Rubent [rubeo, es, rubere – presente indicativo]: «rosseggiano» 69. Talis… dabat… colores «così trascolorava»  Ore [c. di limitazione]: «in volto» 17  Quaeratur [quaero, is, quaesii, quaesitum, quaerere – congiuntivo presente]: «sia disputata»  Coniux [predicativo del soggetto]: «come sposa» 2)IL DUELLO (vv. 697-790) Finalmente Enea e Turno sono uno di fronte all’altro: come Achille ed Ettore nel Libro XXII dell’Iliade. La strategia narrativa del poema e il copione omerico rendono scontato l’esito del duello. At pater Aeneas audito nomine Turni deserit et muros et summas deserit arces praecipitatque moras omnis, opera omnia rumpit laetitia exsultans horrendumque intonat armis: quantus Athos aut quantus Eryx aut ipse coruscis cum fremit ilicibus quantus gaudet que nivali vertice se attollens pater Appenninus ad auras. Iam vero et Rutuli certatim et Troes et omnes convertere oculos Itali, quique alta tenebant moenia quique imos pulsabant ariete muros, armaque deposuere umeris. stupet ipse Latinus ingentis, genitos diversis partibus orbis, inter se coiisse viros et cernere ferro. Atque illi, ut vacuo patuerunt aequore campi, procursu rapido coniectis eminus hastis invadunt Martem clipeis atque aere sonoro. Allora il padre Enea, udito il nome di Turno, lascia sia le mura sia le alte rocche e rompe tutti gli indugi, interrompe ogni azione, esultando per la gioia e terribilmente rumoreggia con le armi: grande quanto l’Athos o quanto l’Erice o quanto lo stesso padre Appennino, quando rumoreggia con gli elci agitati e si compiace di elevarsi dalla cima innevata verso i cieli. Ma ormai a gara sia Rutuli che i Troiani che tutti gli Italici volsero gli occhi, e coloro che tenevano la sommità delle mura e coloro che alla base delle mura colpivano con l’ariete, deposero le armi sulle spalle. Lo stesso Latino rimane stupito che imponenti eroi, generati in distanti parti del mondo, si scontrassero tra loro e combattessero con la spada. Ma quelli, come le piane si aprirono liberando il terreno, in un assalto, scagliate da lontano le lance, affrontano Marte [intraprendono la battaglia] con scudi e bronzo sonoro. 697. At «Allora»  Pater : Enea è chiamato “pater” in quanto capostipite dei Romani.  Audito nomine [ablativo assoluto]: «sentito il nome». Audito [audio, is, audivi, auditum, audire – participio perfetto] 20 698. Deserit [desero, deseris, deserui, desertum, deserere – presente indicativo]: la ripetizione di “ deserit ” riflette lo stato d’animo e la fretta di Enea, speculare a quella di Turno.  Summas… arces «le alte rocche» 699. Praecipitat [praecipito, as, avi, atum, are – presente indicativo] + moras omnis: «rompe tutti gli indugi»  Opera omnia + rumpit [rumpo, is, rupi, ruptum, rumpere – presente indicativo]: «interrompe ogni azione» 700. Exsultans [exsulto, as, avi, atum, are – participio presente]: «esultando», non come Achille per l’imminenza della vendetta, ma per la possibilità di porre fine alla guerra.  Laetitia [c. di causa]: «per la gioia»  Horrendum… intonat armis «fa terribilmente rimbombare le armi»: “Horrendum” è accusativo interno neutro per un verbo di suono, “Intonat” [intono, as, intonui, intonatum, intonare – presente indicativo] 701. Quantus [predicativo]: «grande quanto». Lo spunto è un breve e incongruo paragone omerico (Libro XIII dell’Iliade), razionalizzato e dilatato a un quadro maestoso, la cui imponente staticità contrasta con il dinamismo convulso della frana riferita a turno. Virgilio, in tal senso, sdoppia i referenti, che in Omero erano solo uno, Ettore.  Athos : montagna all’estremità della penisola Calcidica, alta quasi 2000 m.  Eryx : oggi Monte S. Giuliano, vicino a Trapani, sacro a Venere.  Ipse…pater Appenninus «lo stesso padre Appennino»: Virgilio oppone la catena montuosa indigena ai monti stranieri, la cui risonanza esotica (“th” e “y” non sono fonemi latini) è controbilanciata dai particolari descrittivi dell’Appennino.  Coruscius… ilicibus [c. di unione]: «con i lecci agitati». “Ilicibus” (īlex, ilicis) 702. Cum: «quando»  Fremit [fremo, is, fremui, fremitum, fremere – presente indicativo]: «rumoreggia»  Gaudet … se attollens «si compiace di elevarsi»: “Gaudet” [gaudeo, es, gavisus sum, gavisum, gaudere – presente indicativo] + “attollens” [attollo, is, attollere – participio presente] 703. Nivali vertice [c. moto da luogo]: «dalla vetta innevata»  Pater Appenninus : “pater” è epiteto cultuale. La montagna (forse il Gran Sasso) prima è umanizzata (“gaudet”), poi divinizzata.  Ad auras [c. di moto a luogo]: «verso i cieli» 704. Iam vero «Ormai in realtà» 21  Certatim «fanno a gara»: avverbio  Et Rutuli… et Troes et omnes… Itali : «sia i Rutuli che i Troiani che tutti gli Italici». “Troes” (sing. Troiesis, is – pl. Troes, Troium) 705. Convertere [converto, is, converti, conversum, convertere – perfetto indicativo – sincope di “converterunt”]: «volsero»  Qui «coloro che»  Alta… Moenia : «la sommità delle mura»  Tenebant [teneo, es, tenui, tentum, tenere – imperfetto indicativo]: «tenevano» 706. Quique: «e coloro i quali»  Imos… muros «alla base delle mura»: Virgilio identifica così gli assediati e gli assedianti.  Pulsabant [pulso, as, avi, atum, are – imperfetto indicative]: «colpivano»  Ariete [c. di mezzo]: «con l’ariete» 707. Deposuere [depono, is, soposui, depositum, deponere – perfetto indicativo – sincope di “deposuerent”]: «deposero»  Umeris [c. di luogo]: «sulle spalle»  Stupet [stupeo, es, stupui, stupere – presente indicativo]: «rimane stupito» 708. Ingentis… viros [soggetto dell’infinitiva]: «che imponenti eroi». Topico per la statura dell’eroe epico.  Genitos [gigno, is, genui, genitum, gignere – participio perfetto]  Diversis partibus [c. di luogo]: «in parti distanti», come l’Oriente e l’Occidente 709. Inter se [c. di relazione]: «tra loro»  Coiisse [coeo, is, coivi, coitum, coire – infinito perfetto – sincope di “coivisse”]: «scontrarsi», propriamente «venire a conttatto»  Cernere [cerno, is, crevi, cretum, cernere – infinito presente]: arcaismo, nell’accezione di “contendere”  Ferro [c. di mezzo]: «con la spada» 710. Ut «come»  Vacuo… campi «si vuotò la piana liberando il terreno»: l’espressione ridondante amplia lo spazio intorno ai due duellanti, come se rimanessero soltanto loro sul campo di battaglia.  Patuerunt [patesco, is, patui, patescere – perfetto indicativo]: «si aprirono»  Vacuo… aequore [ablativo assoluto nominale]: «liberando il terreno» 22 719. Quis «Chi»  Nemori [dativo – c. di svantaggio]: «sul bosco», non è di luogo perché non è in ablativo  Imperitet [imperito, as, avi, atum, are – congiuntivo presente]: «abbia il comando»  Sequantur [sequor, eris, secutus sum, sequi – congiuntivo presente]: «seguano» 720. Illi «Quelli»  Inter sese [c. di relazione]: «tra loro»  Multa vi [c. di mezzo]: «con molta forza»  Miscent [misceo, es, miscui, mixtum, miscere – presente indicativo]: «si scambiano, si infliggono» 721. Obnixi [obnītor, obnītĕris, obnixus sum, obnīti – participio perfetto]: «cozzando», propriamente «facendo forza contro»  Infigunt [infigo, is, infixi, infixum, infigere – presente indicativo]: «confliggono»  Sanguine largo [c. di mezzo]: «con abbondante sangue» 722. Colla armosque «i colli e le spalle»  Lavant [lăvo, lăvis, lavi, lautum, lăvĕre – congiuntivo presente]: «lavano»  Gemitu [c. di mezzo]: «con un gemito»  Nemus omne : «tutto il bosco»  Remugit [remugio, is, remugire – indicativo presente]: «ne rimanda l’eco». Il preverbio re- con i verbi di suono indica il rimbalzare del suono, quindi l’eco. Qui l’eco non è resa solo con i mezzi lessicali, ma è anche mimata foneticamente dalla ricorsività delle “u”. 723. Non aliter «non diversamente»: avverbio  Tros Aeneas «il Troiano Enea»  Daunius : patronimico alla maniera omerica, «il figlio di Dauno» 724. Concurrunt [concurro, is, concurri, concursum, concurrere – presente indicativo]: «combattono»  Clipeis [c. di mezzo]: «con gli scudi»  Ingens fragor : «un enorme fragore»  Complet [compleo, es, complevi, completum, complere –presente indicativo]: «riempie» 725. Iuppiter ipse «lo stesso Giove»: nell’Iliade (Libro XXII), Zeus pesa «i destini di morte» di Achille e di Ettore per sapere quale sia soccombente. Cosa significhi l’espressione omerica è questione ancora discussa: Virgilio l’interpreta sulla 25 linea di un’astrazione simbolica, scindendo i due termini e rendendoli rispettivamente con “fata” (v.726) e “letum” (v. 727). In questo modo, Virgilio ripropone allusivamente il parallelismo fra i due episodi e l’identificazione di Enea e Turno con gli eroi omerici.  Duas lances «i due piatti della bilancia»: “Lances” (lanx, lancis)  Sustinet [sustineo, es, sustinui, sustentum, sustinere – presente indicativo]: «sostiene»  Aequato examine [ablativo assoluto]: Examine + aequato [aequo, as, avi, atum, are – participio perfetto]: «equilibrato l’ago» 726. Fata… Diversi: «i diversi destini»  Imponit [impono, is, imposui, impositum, imponere – presente indicativo]: «vi pone»  Duorum «dei due» 727. Quem… Letum «[per vedere] chi condanni la latta e dove penda il peso di morte»  Damnet [damno, as, avi, atum, are – congiuntivo presente]: «condanni»  Labor «la lotta»: indica il travaglio del combattimento  Quo «dove»: potrebbe valere “cuius (pondere)”, ma “vergo” richiede una determinazione locale  Vergat [vergo, is, vergere – congiuntivo presente]: «penda»  Pondere [ablativo di causa] + letum: «il peso di morte». Chi si abbassa è propriamente il piatto, determinando la morte e quindi identificandosi con essa. Emicat hic impune putans et corpore toto alte sublatum consurgit Turnus in ensem et ferit; exclamant Troes trepidique Latini, arrectaeque amborum acies. At perfidus ensis frangitur in medioque ardentem deserit ictu, ni fuga subsidio subeat. Fugit ocior Euro ut capulum ignotum dextramque aspexit inermem. Fama est praecipitem, cum prima in proelia iunctos conscendebat equos, patrio mucrone relicto, dum trepidat, ferrum aurigae rapuisse Metisci; idque diu, dum terga dabant palantia Teucri, suffecit; postquam arma dei ad Volcania ventum est, mortalis mucro glacies ceu futtilis ictu dissiluit, fulva resplendent fragmina harena. A quel punto balza non pensando al pericolo, e con tutto il corpo si erge Turno levando in alto la spada e colpisce; i Troiani e i trepidi Latini gettano un grido, si tendono le schiere di entrambi. Ma la spada traditrice si spezza e, nel mezzo del colpo, lo abbandona ardente, se la fuga non subentrasse come riparo. Fugge più 26 veloce dell’Euro come vide un’impugnatura sconosciuta e la destra disarmata. Si dice che, nella precipitazione della fretta, quando, preparandosi alla lotta, era montato sul cocchio, lasciata la spada paterna, mentre si agita[va], avesse afferrato la spada dell’auriga Metisco; e a lungo quella, mentre i Teucri volgevano le spalle dispersi, fu sufficiente; dopo che si giunse alle armi del dio Vulcano, la spada fatta da un mortale, come fragile ghiaccio, per il colpo andò in pezzi, i frammenti [che] risplendono sulla sabbia rossa. 728. Hic «A questo punto»  Emicat [emico, as, avi, atum, are – presente indicativo]: «balza»  Putans [pŭto, pŭtas, putavi, putatum, pŭtāre – participio presente]: «non pensando»  Impune «al pericolo»: avverbio  Corpore toto [c. di mezzo]: «con tutto il corpo» 729. Alte… in ensem «si erge Turno levando alta la spada»  Sublatum [tollo, is, sustuli, sublatum, tollere – participio perfetto]: «levando»  Consurgit [consurgo, is, consurrexi, consurrectum, consurgere – presente indicativo]: «si erge» 730. Ferit [ferio, is, ferire – presente indicativo]: «colpisce», senza ferire  Exclamant [exclamo, as, avi, atum, are – presente indicativo]: «gettano un grido», il composto è momentaneo rispetto al durativo “clamo” 731. Arrectae [sunt]: «si tendono gli animi», indica in senso psichico l’acuirsi dell’attenzione dei presenti  Amborum [c. di specificazione]: «di entrambi»  Perfidus… Frangitur : «la traditrice spada si spezza», si tratta del primo esempio in cui “perfidus” è riferito a un oggetto 732. Frangitur [frango, is, fregi, fractum, frangere – indicativo presente passivo]: «si spezza»  In medio… ictu [c. di tempo]: «nel mezzo del colpo»  Deserit [desero, is, deserui, desertum, deserere – presente indicativo]: «lo abbandona» 733. Ni… Subeat [protasi di periodo ipotetico (I tipo)]: «senza soccorso se non nella fuga». La protasi «se non ci fosse la fuga e il soccorso» implica un’apodosi come «rimarrebbe indifeso» (v. 734, “inermem”).  Subeat [subeo, is, subii, subitum, subire – congiuntivo presente]: «subentrasse»  Subsidio [c. di limitazione]: «come riparo»  Fugit [fugio, is, fugi, fugitum, fugere – presente indicativo]  Ocior [predicativo]: da “ocior, ocior, ocius” (comparativo) 27  Diversa fuga petit aequora : «fugge in tutte le direzioni» [Traina]  Diversa… Aequora [c. di moto a luogo?]: «verso piane lontane»  Fuga [c. di mezzo]: «in fuga»  Petit [peto, is, petii, petitum, petere – indicativo presente]: «si dirige» 743. Et nunc huc, inde huc: «e ora qui, poi là», avverbi  Incertos implicat orbis : «percorre incerti giri», senza una direzione precisa e tornando sui suoi passi. “Implicat” [implico, as,avi,atum, are – presente indicativo], propriamente «intrecciare, ingarbugliare». 744. Undique «Ovunque»: avverbio.  Densa… corona [c. di mezzo]: «con un fitto cerchio» di spettatori  Inclusere [includo, is, inclusi, inclusum, includere – perfetto indicativo – sincope di “incluserunt”]: «hanno bloccato» 745. Vasta palus: «una vasta palude», sottinteso “vi è”.  Ardua moenia : «un alta cinta muraria»  Cigunt [cingo, is, cinxi, cinctum, cingere – presente indicative]: «lo cinge» 746. Quaquam «Nonostante»  Tardata… genua : «le ginocchia rallentate», la notazione ridimensiona l’effetto della miracolosa guarigione precedente a vantaggio della virtus di Enea.  Sagitta [c. causa]: «a causa della freccia» 747. Interdum «Talvolta»: avverbio  Impediunt [impedio, is, impedii, impeditum, impedire – presente indicativo]: «ostacolano»  Recusant [recuso, as, avi, atum, are – presente indicativo]: «rifiutano» 748. Insequitur [insequor, insequeris, insecutus sum, insequi – v. deponente – presente indicativo]: «lo insegue»  Trepidi… Fervidus : predicativi in antitesi, ad indicare la trepidazione del fuggitivo e la foga dell’inseguitore.  Pedem pede… urget : «incalza il piede col piede». Il poliptoto (figura retorica antica che riprende in frasi successive di un periodo una parola, di solito la prima, della frase iniziale, mutando il caso o il genere o il numero) è un di origine omerica, a indicare la fisicità del corpo a corpo, qui solo sfiorata dal dinamismo della corsa.  Pede [c. di mezzo]: «col piede»  Urget [urgeo, es, ursi, urgere – presente indicativo]: «incalza» 30 749. Inclusum [includo, is, inclusi, inclusum, includere – participio perfetto]: «bloccato»  Veluti si [p. comparativa ipotetica]: «come se». La similitudine richiama quella omerica a proposito della fuga di Ettore, arricchita di particolari cromatici e acustici (v. «come quando un cane da caccia coglie un cervo chiuso da un corso d’acqua o dallo spauracchio di una penna rossa e lo incalza correndo e latrando»).  Flumine [c. di causa efficiente]: «dal fiume»  Nactus [nanciscor, nanciscĕris, nactus sum, nancisci – v. deponente – participio perfetto]: «raggiunto» 750. Puniceae… pennae «di penne purpuree»  Saeptum [saepio, is, saepsi, saeptum, saepire – participio perfetto]: «sbarrato»  Formidine [c. di causa efficiente]: «dalla paura». Si sbarrava la strada alla selvaggina con corde a cui erano attaccate delle penne di vario colore, prevalentemente rosse 751. Venator… canis: «un cane da caccia», letteralmente «un cane cacciatore»  Cursu [c. di mezzo]: «con la corsa»  Latratibus [c. di mezzo]: «con i latrati»  Instat [insto, as, institi, instare – presente indicativo]: «incalza» 752. Autem «Invece»: congiunzione  Insidiis et ripa… alta [c. di causa efficiente]: «dalle insidie e dall’alta sponda»  Territus [terreo, es, terrui, territu, terrere – participio perfetto]: «atterrito» 753. Mille… vias: «fugge e rifugge per mille vie», accusativo interno  Fugit et refugit [fugio, is, fugi, fugitum, fugere – presente indicativo]  Vividus Umber «il vigoroso Umbro», di razza umbra 754. Haeret [haereo, es, haesi, haesum, haerere – presente indicativo]: «gli è addosso»  Hians [hio, hias, hiavi, hiatum, hiare – participio presente]: «spalancando la bocca»  Iam iamque «or ora»: avverbio  Tenet [teneo, es, tenui, tentum, tenere – presente indicativo]: «lo azzanna» [Traina]  Similis : «quasi»  Tenenti [teneo, es, tenui, tentum, tenere – participio presente]: «lo tenesse» 755. Increpuit [increpo, as, increpui, increpitum, increpare – perfetto indicativo]: «fa cozzare» 31  Morsu… inani [c. di causa efficiente]: «da un morso vano»  Elusus est [eludo, is, elusi, elusum, eludere – indicativo perfetto passivo]: «rimane deluso» 756. Tum vero «Allora sì che»: incipit formulare  Exoritur [exorior, exoriris, exortus sum, exoriri – v. deponente - presente indicativo]: «sorge» 757. Responsat [responso, are, are – presente indicativo]: «richieggiano», il preverbio re- indica il rimbalzo del suono, il frequentativo indica la ripetizione.  Circa : «tutto intorno», avverbio.  Tonat [tono, as, tonui, tonare – presente indicativo]: «rimbomba»  Omne tumultu [c. di causa]: «ad ogni fragore» 758. Simul «Allo stesso tempo»: avverbio  Fugiens [fugio, is, fugi, fugitum, fugere – participio presente]: «fuggendo»  Simul… simul «insieme»: il secondo “ simul ” determina “increpat” in anafora per indicare contemporaneità.  Increpat [increpo, as, increpui, increpitum, increpare – presente indicative]: «sollecita», con la connotazione acustica del gridare e quella effettiva del rimproverare. 759. Nomine [c. di modo]: «per nome»  Quemque «ognuno»: in contrasto col precedente “omnis”  Vocans [vŏco, vŏcas, vocavi, vocatum, vŏcāre – participio presente]: «chiamando»  Notum… ensem : «la famigerata spada»  Efflagitat [efflagito, as, avi, atum, are – presente indicative]: «chiede e richiede, chiede con insistenza», unica occasione in cui compare questo verbo non frequente e di intensa semanticità. 760. Aeneas «Enea»: Virgilio riprende dall’Iliade, dove Achille ingiunge ai suoi di non colpire Ettore in fuga, affinché nessuno gli togliesse la gloria di colpirlo  Contra «in risposta»: avverbio  Mortem… Praesensque… Exitium «morte e distruzione immediata»  Minatur [minor, minaris, minatus sum, minari – v. deponente – indicativo presente]: «minaccia» 761. Si [protasi di p. ipotetico (I tipo) – soggetto indeterminato]  Quisquam «alcuno»: non dovrebbe esserci, per cui si utilizza “quisquam”, pronome indefinito di significato negativo  Adeat [adeo, adis, adii, aditum, adire – congiuntivo presente]: «si accosti» 32 770. Stirpem: qui è «il tronco», per sineddoche.  Nullo discrimine sacrum [c. di privazione]: «indifferenti alla sua sacralità» 771. Sustulerant [tollo, is, sustuli, sublatum, tollere – indicative piuccheperfetto]: «avevano tolto»  Puro… campo [c. di luogo]: «in un campo sgombro»  Ut possent [possum, potes, potui, posse – congiuntivo imperfetto]: «affinché potessero» (p. finale!)  Concurrere [concurro, is, concurri, concurri, concursum, concurrere – infinito presente]: «combattere» 772. Stabat [sto, stas, steti, statum, stāre – imperfetto indicativo]: «si trovava»  Huc… Tenebat : «qui l’aveva conficcata il lancio e la teneva abbarbicata alla radice» 773. Detulerat [defero, defers, detuli ,delatum, deferre – indicativo piuccheperfetto]: «l’aveva portata»  Fixam [figo, is, fixi, fixum, figere – participio perfetto]: «conficcata»  Lenta radice [c. di luogo]: «nella radice resistente»  Tenebat [teneo, es, tenui, tentum, tenere – imperfetto indicativo]: «teneva» 774. Incubuit [incumbo, is, incubui, incumbere – perfetto indicativo]: «si chinò [sul ferro]»  Voluit [volo, vis, volui, velle – perfetto indicativo]: «volle»  Manu [c. di mezzo]: «con la mano»  Convellere [convello, is, convelli, convulsum, convellere – infinito presente]: «svellere», in un colpo solo (con-) 775. Telo [c. di mezzo]: «con il dardo»  Sequi [sequor, sequeris, secutus sum, sequi – v. deponente – infinito presente]: «inseguire»  Quem : «colui il quale»  Prendere [prendo, is, prensi, prensum, prendere – infinito presente]: «afferrare»  Cursu [c. di modo ]: «di corsa» 776. Poterat [possum, potes, potui, posse – indicativo piuccheperfetto]: «non aveva potuto»  Amens «delirante»  Formidine [c. di causa]: «per la paura» 35 777. Faune [c. di vocazione ]: «Oh Fauno»  Precor [precor, precaris, precatus sum, precari – v. deponente – presente indicativo]: «ti prego»  Miserere [misereor, misereris, misereri – v. deponente - imperativo presente]: «abbi pietà», l’imperativo è la forma quasi esclusiva di “misereor” in Virgilio  Inquit [inquam – v. difettivo – presente indicativo]: «dice»  Tuque «E tu»: è il cosiddetto “Du-Stil”, con cui l’orante si rivolge direttamente alla divinità invocata  Optima [predicativo]: «nella tua benevolenza» 778: Tene [teneo, es, tenui, tentum, tenere – imperativo presente]: «trattieni»  Colui [colo, is, colui, cultum, colere – perfetto indicativo]: «ho onorato», fa parte della preghiera antica anche il “ si ” deprecativo, che dichiara i meriti dell’orante. Anche Turno, come Enea, ha la sua pietas, ma più cultuale che sostanziale.  Vestros… honores : «i vostri onori» 779. Quos [c. oggetto – riferito a “honores”]: «che»  Bello [c. di mezzo]: «con la guerra»  Fecere [facio, is, feci, factum, facere – perfetto indicativo – sincope di “fecerunt”] + profanos: «hanno profanato» 780. Dixit [dico, is, dixi, dictum, dicere – perfetto indicativo]: «disse»  Opem : «il soccorso»  Non cassa : litote (formulazione attenuata, ottenuta mediante la negazione del contrario) del verbo “incassum”, può rendersi con “non invano”  In vota vocavit : espressione formulare che significa «chiamare a testimone». “In vota” è accusativo interno, “vocavit” [vŏco, vŏcas, vocavi, vocatum, vŏcāre – perfetto indicativo], quindi «non chiamò a testimone inutilmente» (letteralmente «non invocò preghiere inutili»). 36 Namque diu luctans lentoque in stirpe moratus viribus haud ullis valuit discludere morsus roboris Aeneas. Dum nititur acer et instat, rursus in aurigae faciem mutata Metisci procurrit fratrique ensem dea Daunia reddit. Quod Venus audaci nymphae indignata licere accessit telumque alta ab radice revellit. Olli sublimes armis animisque refecti, hic gladio fidens, hic acer et arduus hasta, adsistunt contra certamina Martis anheli. E, infatti, lottando a lungo e attardatosi sulla radice resistente, Enea non riuscì con tutte le sue forze a disserrare la morsa dell’albero. Mentre si sforza tenace e insiste, Nuovamente mutatasi nell’aspetto dell’auriga Metisco la dea Daunia si slancia in avanti e rende la spada al fratello. Venere, indignata che ciò fosse concesso all’audace ninfa, si accostò e svelse il dardo dalla profonda radice. Quelli eretti, recuperate le armi e il coraggio, l’uno fiducioso nella spada, l’altro fiero e superbo con l’asta, stanno l’uno contro l’altro, anelanti per la battaglia di Marte [oppure, “fanno fronte all’ansante certame di Marte”] 781. Namque «E infatti»: congiunzione  Diu «a lungo»: avverbio  Luctans [lucto, as, luctatum, luctare – participio presente]: «lottando»  Lento in stirpe [c. di luogo]: «sulla resistente radice»  Moratus [moror, moraris, moratus sum, morari – participio perfetto]: «attardatosi», esplicita la temporalità di “diu” 782. Viribus… valuit: «neanche con tutte le sue forze riuscì», come accade ad Asteropeo con la lancia di Achille  Viribus… Ullis [c. di mezzo]: «con tutte le sue forze»  Haud… Valuit [valeo, es, valui, valitum, valere – perfetto indicativo]: «non riuscì»  Discludere [discludo, is, disclusi, disclusum, discludere – infinito presente]: «a disserrare» 783. Dum [p. temporale – simultaneità]: «Mentre»  Nititur [nitor, niteris, nisus sum, niti – presente indicativo]: «si sforza»  Acer [predicativo del soggetto]: «tenace»  Instat [insto, instas, institi, instare - presente indicativo]: «insiste» 784. Rursus «Nuovamente»: determina “mutata”, dato l’ordo verborum e il senso di “procurrit” («si slancia in avanti»)  In… faciem [c. di limite]: «nell’aspetto» 37  Omnipotentis Olympi «dell’onnipotente Olimpo»: ipallage per “omnipotens”. La formularità dell’epiteto è riscattata dal contesto: è il momento della realizzazione del Fato. 792. Adloquitur [adloquor, adloqueris, adlocutus sum, adloquere, adloqui – v. deponente – presente indicativo]: «si rivolge»  Fulva… de nube [c. moto da luogo]: «da una nube giallastra». Non “rossa” o “infuocata” (smentiti dal v. 796), ma “giallastra” e temporalesca. Improbabile vedervi un’allusione alla nuvola dorata che nell’Iliade vela l’amplesso di Zeus ed Era, e quindi all’imminente riconciliazione di Giove e Giunone. La nube, in tal senso, rappresenta un punto di osservazione degli dèi, più vicino alla Terra che all’Olimpo.  Tuentem [tuero, tueris, tuitus sum, tueri – participio presente]: «che vigila» 793. Quae… finis «Quale fine»: “finis” è sia maschile che femminile. In Virgilio la selezione del genere sembra regolata dall’armonia vocalica.  Iam «già»: esprime impazienza di vedere realizzato un comando o un desiderio, perciò spesso si accompagna agli imperativi. La traduzione fonde pronome interrogativo e avverbio temporale: «Quando la finirai?».  Coniunx [c. di vocazione]: «oh moglie»  Quid denique : «Che altro» da tentare, sottinteso “tibi”  Restat [resto, as, restiti, restare – presente indicativo]: «resta» 794. Indigetem [predicativo]: «come dio indigete». “Indigetes” erano una categoria di divinità di non chiara etimologia e identificazione, forse uomini divinizzati. Enea vi fu assunto dopo la morte.  Scis [scio, scis, scii, scitum, scire – presente indicativo]: «sai»  Ipsa : «da te», senza che io te lo debba ricordare  Scire [scio, scis, scii, scitum, scire – infinito presente]: «di sapere»  Fateris [fateor, fateris, fassus sum, fateri – v. deponente – presente indicativo]: «riconosci» 795. Deberi [debeo, es, debui, debitum, debere – infinito presente passivo]: «è destinato», il verbo del Fato  Caelo [c. di luogo]: «al cielo»  Fatis [c. di causa efficiente]: «dai Fati»  Ad sidera [c. di moto a luogo]: «alle stelle»  Tolli [tollo, is, sustuli, sublatum, tollere – infinito presente passivo]: «è innalzato». Ritorna circolarmente, a incorniciare il poema dei labores di Enea, l’annuncio della sua divinizzazione. Cui l’epicureo Orazio opporrà, dopo la morte di Virgilio, che anche il “pius Aeneas” è, come tutti, “pulvis et umbra”. 796. Struis [struo, is, struxi, structum, struere – presente indicativo]: «macchini, architetti», è il verbo del costruttore, metaforicamente di inganni. 40  Qua spe [c. di unione]: «con quale speranza»  Gelidis in nubibus [c. di luogo]: «su gelide nubi»  Haeres [haereo, es, haesi, haesum, haerere – presente indicativo]: «te ne stai» 797. Mortalin… vulnere [c. di mezzo]: «con una ferita mortale»  Decuit [decet, decuit, ere – perfetto indicativo]: «era giusto». Regge anche gli infiniti del v. 799  Violari [violo, as, avi, atum, are – infinito presente passivo]: «fosse oltraggiato»  Mortali… vulnere [c. di mezzo]: «con una ferita mortale», si riferisce alla ferita di Enea del v. 323. L’indignazione di Giove s’incide in un v. inquadrato da un’antitesi semantica (mortalin/divum) e impostato su un’allitterazione chiastica (decuit/violare/vulnere/divum).  Deum [soggetto infinitiva]: «che un dio» 798. Quid [predicativo]: «che cosa»  Sine te [c. di privazione]: «senza di te»  Valeret [valeo, es, valui, valitum, valere – congiuntivo imperfetto]: «potrebbe», sottinteso “fare”. 799. Ereptum [erumpo, is, erupi, eruptum, erumpere – participio perfetto]: «sottratta», in quanto frantumatasi la spada era stata tolta a Turno (il dativo “ Turno ” determina insieme il participio e l’infinito).  Reddi [reddo, is, reddidi, redditum, reddere – infinito presente passivo]: «che fosse restituita», retto da “decuit” (v. 797)  Vim : «la forza», intesa come capacità offensiva  Crescere [cresco, is, crevi, cretum, crescere – infinito presente]: «ad aumentare»  Victis [c. di vantaggio]: «negli sconfitti», al plurale perché Turno rappresenta tutti i nemici di Enea. 800. Desine [desino, is, desii, desitum, desinere – imperativo presente]: «smettila»  Iam tandem «una buona volta»: avverbi.  Precibus… nostris [c. causa efficiente]: «alle nostre preghiere»  Infectere [inflecto, is, inflexi, inflexum, inflectere – imperative presente]: «piegati». Qui Giove parla, omericamente, da buon marito, che prega prima di comandare; al v.806 parlerà il re degli dèi. 801. Ne «affinché» [p. finale]  Tantus… dolor «un così grande dolore»  Edit [edo, is, edi, esum, edere – v. anomalo]: «consumi», vale come congiuntivo (in realtà antico ottativo)  Tacitam [tăcĕo, tăces, tacui, tacitum, tăcēre – participio perfetto]: «zitta, in silenzio» 41 802. Saepe… recursent: «vengano tante volte». L’avverbio, ridondante con il frequentativo, tradisce il fastidio di Giove, attenuato da “dulci” in contatto anti-frastico con “tristes”  Dulci… ex ore [c. moto da luogo]: «dalla tua dolce bocca»  Recursent [recurso, as, are – congiuntivo presente]: «vengano» 803. Ventum… est [venio, is, veni, ventum, venire – perfetto indicativo passivo (impersonale)]: «si è giunti»  Ad supremum [c. moto a luogo figurato]: «al termine». L’impersonale “ventum est” assolutizza l’evento in un emistichio.  Terris… vel undis [ablativo prosecutivo]: «per le terre e i mari»  Agitare [agito, as, avi, atum, are – infinito presente]: «perseguitare», retto da “potuisti” 804. Potuisti [possum, potes, potui, posse – perfetto indicativo]: «hai potuto» (regge gli infiniti “agitare”, “accendere”, “deformare”, “miscere”)  Infandum… bellum : «una guerra esecranda», perché ritardante il compimento dei Fati  Accendere [accendo, is, accendi, accensum, accendere – infinito presente]: «istigare», retto da “potuisti” 805. Deformare [deformo, as, avi, atum, are – infinito presente]: «disonorare», retto da “potuisti”  Domum : «una famiglia», con il suicidio di Amata  Luctu [c. di unione]: «con il lutto»  Hymenaeos [grecismo]: «le nozze», quelle di Enea e Lavinia  Miscere [misceo, es, miscui, mixtum, miscere – infinito presente]: «unire» 806. Ulterius «ulteriormente»: avverbio.  Temptare [tempto, as, avi, atum, are – infinito presente]: «provare»  Veto [veto, as, vetui, vetitum, vetare – presente indicativo]: «ti vieto». Il discorso di Giove si chiude con un emistichio perentorio, suggellato dal verbo del divieto (unica occasione in Virgilio della I persona attiva), più secco e imperioso ma meno minaccioso dell’analogo divieto di Zeus nell’Iliade.  Orsus [ordior, ordiris, orsus sum, ordiri – v. deponente – perfetto indicativo]: «parlò», sinonimo poetico di “dixit” e “locutus est” nell’accezione di “finir di parlare”, opposta a quella originaria di “cominciare a parlare, esordire”. Sic dea summisso contra Saturnia vultu: ´Ista quidem quia nota mihi tua, magne, voluntas, Iuppiter, et Turnum et terras invita reliqui; nec tu me aeria solam nunc sede videres digna indigna pati, sed flammis cincta sub ipsa starem acie traheremque inimica in proelia Teucros. Iuturnam misero fateor succurrere fratri suasi et pro vita maiora audere probavi, non ut tela tamen, non ut contenderet arcum; adiuro Stygii caput implacabile fontis, 42  Stygii… fontis : «della fonte stigia», si riferisce alla palude che circonda nove volte le dimore degli inferi. È il giuramento più tremendo e più grande che possano fare gli dèi.  Caput implacabile : «sull’impietosa sorgente» 817. Una superstitio «il solo giuramento»: qui “superstitio” vale per “vincolo religioso”  Superis… divis [c. di termine]: «agli dèi del cielo»  Quae [p. relativa]: «che»  Reddita [reddo, is, reddidi, redditum, reddere – indicativo perfetto passivo – sottinteso “est”]: «è concessa» 818. Cedo [cedo, is, cessi, cessum, cedere – presente indicativo]: «mi allontano»  Equindem «davvero»: avverbio  Exosa [exodi – ex + odi, odiste, odisse – v. difettivo – participio perfetto]: «odiate»  Relinquo [relinquo, is, reliqui, relictum, relinquere – presente indicativo]: «lascio» 819. Illud te: doppio accusativo con “obtestor”, come coi verba rogandi: «di questo solo ti prego»  Nulla… lege [c. causa efficiente]: «da nessuna legge»  Quod [p. relativa]: «che»  Tenetur [teneo, es, tenui, tentum, tenere – presente indicativo passivo]: «non è vietato», propriamente «è obbligato». Il Fato è immutabile, ma può realizzarsi in modi e tempi diversi, così Virgilio conciliava il determinismo stoico e il libero arbitrio – e quindi la responsabilità etica – degli uomini. 820. Pro Latio… pro maiestate [c. di vantaggio]: «per il Lazio, per la grandezza». “Maiestate” è termine solenne (corradicale di “magis” e “magnus”), proprio di divinità, Stati, sovrani e magistrati (solo qui in Virgilio).  Te… Obtestor [obtestor, obtestaris, obestatus sum, obtestari – v. deponente – indicative presente]: «ti prego»  Tuorum : «dei tuoi». Saturno, padre di Giove, e i re latini che ne discendono 821. Cum iam [p. temporale]: «quando ormai»  Conubiis… felicibus [c. di mezzo]: «con nozze felici», si riferisce alle nozze di Enea e Lavinia.  Esto [sum, es, fui, esse – imperativo futuro]: «sia pure», concessivo 822. Component [compono, is, composui, compositum, componere – futuro semplice]: «suggelleranno»  Leges et foedera : «leggi e patti»  Iungent [iungo, is, iunxi, iunctum, iungere – futuro semplice]: «uniranno» 823. Ne… Iubeas [iubeo, es, iussi, iussum, iubere – congiuntivo presente]: «non volere» 45  Vetus… nomen : «il vecchio nome»  Indigenas… Latinos [accusativo - soggetto infinitiva]: «gli indigeni Latini»  Mutare [mūto, mūtas, mutavi, mutatum, mūtāre – infinito presente]: «mutino» 824. Fieri [fio, fis, factus sum, fieri – infinito presente]: «diventino», soggetto “Latinos”  Vocari [voco, as, avi, atum, are – infinito presente passivo]: «che siano chiamati» 825. Vocem: «la lingua», il latino. Calco semantico dal greco, unica occasione in Virgilio con questa accezione  Viros [accusativo - soggetto infinitiva]: «gli uomini»  Vertere [verto, is, verti, versum, vertere – infinito presente]: «trasformino»  Vestem : «il modo di vestire» 826. Sit [sum, es, fui, esse – congiuntivo presente]: «sia», concessivo (come “esto” al v. 821). In triplice anafora  Albani… reges : «re Albani»  Per saecula [c. tempo continuato]: «nei secoli» 827. Romana… propago: «la stirpe Romana»  Potens [predicativo del soggetto]: «potente»  Itala virtute [c. causa efficiente]: «per l’italico valore» 828. Occidit [occido, is, occidi, occisum, occidere – presente indicativo]: «è perita»  Occiderit [occido, is, occidi, occisum, occidere – congiuntivo perfetto]: «che sia perita», in poliptoto con “occidit”. Dipende paratatticamente da “sinat”  Sinat [sino, is, sivi, situm, sinere – congiuntivo presente]: «lascia»  Cum nomine [c. di unione]: «con il suo nome» Olli subridens hominum rerumque repertor: ´Es germana Iovis Saturnique altera proles, irarum tantos volvis sub pectore fluctus? Verum age et inceptum frustra summitte furorem: do quod vis, et me victusque volensque remitto. Sermonem Ausonii patrium moresque tenebunt, utque est nomen erit; commixti corpore tantum subsident Teucri. Morem ritusque sacrorum adiciam faciamque omnis uno ore Latinos. Hinc genus Ausonio mixtum quod sanguine surget, supra homines, supra ire deos pietate videbis, nec gens ulla tuos aeque celebrabit honores´. Adnuit his Iuno et mentem laetata retorsit; interea excedit caelo nubemque relinquit. A lei sorridendo il creatore degli uomini e delle cose: "Sei sorella di Giove e prole di Saturno anche tu, come puoi volgere tali flutti d’ira nel cuore? Ma su, placa il furore inutilmente intrapreso: 46 [ti] concedo ciò che vuoi, e mi arrendo vinto e volentieri. Gli Ausoni manterranno il linguaggio paterno e i costumi, e il nome sarà come è; i Teucri rimarranno soltanto misti di sangue. Aggiungerò la consuetudine e i riti religiosi e renderò tutti i Latini con una sola lingua. La stirpe che qui sorgerà, mista di sangue ausonio, la vedrai superare gli uomini e gli dèi per devozione, né alcun popolo celebrerà i tuoi onori in egual misura". A queste cose Giunone assentì e, allietata, mutò opinione; intanto, se ne andò dal cielo e abbandonò la nube. 829. Olli [c. di termine]: «A lei», forma arcaica di “ille”. Psicologicamente, l’affettuosa ironia del padre e marito umanizza Giove e rassicura Giunone sulla realizzazione dei suoi desideri, finalmente convergenti nel nome di Roma.  Subridens [subrideo, es, subrisi, subrisum, subridere – participio presente]: «sorridendo»  Repertor : «il creatore», propriamente «l’inventore, lo scopritore». Subentra ai formulari come “pater”, “genitor”, creator”. 830. Es [sum, es, fui, esse – presente indicativo]: «sei»  Altera : «anche tu», propriamente «seconda». Tale verso indica il rango e la potenza della dea, privilegiandone il legame di sangue con Giove. 831. Irarum… fluctus?: «e tanta è l’ira che ti turbina in cuore?», metafora lucreziana. L’ira di Giunone è eredità iliadica, che subentra all’ira odissiaca di Poseidone come leitmotiv della narrazione, e non è un caso che Virgilio la richiami nel momento in cui l’opera sta per finire. La maggior parte degli editori dopo “fluctus” mette un punto fermo, a intendere che a tale iracondia si riconosce l’origine di Giunone e la sua parentela con Giove. Il verso, in realtà, suggerisce un’interrogativa, in antitesi al verso precedente: il dio sorride di un’ira così poco confacente a una dea della sua razza.  Tantos… fluctus «tali flutti»  Volvis [volvo, is, volvi, volutum, volvere – presente indicativo]: «volgi»  Sub pectore [c. di luogo]: «nel cuore», propriamente «sotto il petto» 832. Verum age: «Ma su», avverbio + interiezione  Inceptum [incipio, is, incepi, inceptum, incipere – participio perfetto]: «intrapreso»  Frustra «inutilmente»: avverbio  Summitte [summitto, is, summisi, summissum, summittere – imperative presente]: «seda, placa», con la nozione implicita di sottomettersi 833. Do [do, das, dedi, datum, dare – presente indicativo]: «concedo»  Vis [volo, vis, volui, volle – presente indicativo]: «vuoi, desideri» 47 si quando letum horrificum morbosque deum rex molitur, meritas aut bello territat urbes. Harum unam celerem demisit ab aethere summo Iuppiter inque omen Iuturnae occurrere iussit: illa volat celerique ad terram turbine fertur. Non secus ac nervo per nubem impulsa sagitta, armatam saevi Parthus quam felle veneni, Parthus sive Cydon, telum immedicabile, torsit, stridens et celeris incognita transilit umbras: talis se sata Nocte tulit terrasque petivit. Postquam acies videt Iliacas atque agmina Turni, alitis in parvae subitam collecta figuram, quae quondam in bustis aut culminibus desertis nocte sedens serum canit importuna per umbras, hanc versa in faciem Turni se pestis ob ora fertque refertque sonans clipeumque everberat alis. Compiute queste cose, il genitore medita solo tra sé un altro pensiero e dispone di allontanare Giuturna dalle armi del fratello. Si dice [vi siano] due esseri pestiferi di nome Dire, che la Notte fonda generò insieme alla Tartarea Megera con un unico parto, le legò con uguali spirali di serpente e aggiunse ali di vento. Queste appaiono accanto al trono di Giove, sulla soglia del re irato, e acuiscono la paura ai mortali infelici, ogni volta che il re degli dei scatena l’orrorosa morte e le malattie, o terrorizza le città meritevoli con la guerra. Giove fece discendere una di queste, veloce, dalla sommità del cielo e [le] ordinò di mostrarsi come presagio a Giuturna: quella vola ed è trasportata verso la terra in un rapido vortice. Non diversamente la freccia, scagliata dalla corda [dell’arco] attraverso una nube, che un Parto e un Cidone ha lanciato, armata del fiele di un feroce veleno, arma mortale, sibilando varca le celeri ombre, non scorta: così la nata dalla Notte si recò e si diresse sulle terre. Dopo che vede le schiere iliache e le moltitudini di Turno, contrattasi nell’improvviso aspetto di un uccello notturno, che a volte sui sepolcri o sui tetti deserti, a notte tarda, appollaiato canta lugubre tra le ombre, trasformatasi in questo aspetto, la peste si porta e riporta sul volto di Turno stridendo e sferza lo scudo con le ali. 843. His actis [ablativo assoluto]: «compiute queste cose». Actis [ago, is, egi, actum, agree – participio perfetto]  Aliud «un altro pensiero»  Secum [c. di compagnia]: «fra sé»  Volutat [voluto, as, avi, atum, are – presente indicativo]: «medita». Il monologo interiore è visto dagli antichi come un dialogo con se stesso, per questo troviamo “secum”. Solo nel latino imperiale e con Seneca subentrerà “intra”. 844. Parat [paro, as, avi, atum, are – presente indicativo]: «dispone»  Dimittere [dimitto, is, dimisi, dimissum, dimittere – infinito presente]: «di allontanare», propriamente «congedare». Termine tecnico della lingua militare.  Ab armis [c. moto da luogo]: «dalle armi» 845. Dicuntur [dico, is, dixi, dictum, dicere – presente indicativo passivo]: «Si dice» 50  Geminae pestes «due esseri pestiferi»  Cognomine [c. di limitazione]: «col nome di»  Dirae [c. di nominazione]: «Dire». Se questi mostri infernali debbano identificarsi con le messaggere celesti di Giove e strumenti della sua giustizia è questione discussa. Virgilio, infatti, ne disloca la sede: per le Furie gli Inferi (da cui possono essere evocate in terra), per le Dire l’Olimpo (da cui possono essere mandate in terra). 846. Quas: «che» [p. relativa]  Nox intempesta : «la Notte fonda»  Tartaream… Megaeram : «la Megera del Tartaro». Una delle tre Furie che risiede nel Tartaro, insieme a Tisifone e Alletto, che Giunone manda a sobillare Amata e Turno. 847. Uno… partu [c. mezzo]: «con un solo parto»  Eodem «insieme, nello stesso momento»: avverbio  Tulit [fero, fers, tuli, latum, ferre – perfetto indicativo]: «generò»  Paribus… spiris [c. di mezzo]: «con uguali spirali», la ricorsività allitterante della “s” richiama il sibilo dei rettili.  Revinxit [revincio, is, revinxi, revinctum, revincere – perfetto indicativo]: «cinse» 848. Ventosas… alas: «ali di vento», propriamente “che fanno vento”  Addidit [addo, is, addidi, additum, addere – perfetto indicativo]: «aggiunse» 849. Ad solium [c. di luogo]: «al seggio/trono»  Iovis : «di Giove»  Saevi… regis [apposizione di “Iovis”]: «re irato», epiteto di circostanza e probabile ricordo del Zeus omerico  In limine [stato in luogo]: «sulla soglia» 850. Apparent [appareo, es, apparui, apparere – presente indicativo]: «sono ai suoi ordini», verbo tecnico degli “apparitores”, personale subalterno ai magistrati.  Acuunt [acuo, is, acui, acutum, acuere – presente indicativo]: «acuiscono»  Mortalibus aegris : «ai mortali infelici», clausola formulare, derivata da Omero e contestualizzata tramite l’allitterante “metum” «la paura» 851. Si quando «ogni volta che»  Letum horrificum «la morte orrorosa, terrificante»: le Dire annunciano morte, malattie e guerre, come i cavalieri dell’Apocalisse.  Deum [alternativo “deorum”]: «degli dèi» 51 852. Molitur [molior, moliris, molitus sum, moliri – v. deponente – presente indicativo]: «scatena», propriamente «smuove»  Meritas… urbes : «le città dovute», letteralmente «che lo meritano»  Aut bello [c. di mezzo]: «con la guerra»  Territat [territo, as, avi, are – presente indicativo]: «atterrisce» 853. Harum «Di queste»  Demisit [demitto, is, demisi, demissum, demittere – perfetto indicativo]: «fece discendere»  Ab aethere summo «dalla sommità del cielo» 854. In… omen [c. di modo – in + accusativo]: «come presagio»  Iuturnae ; «a Giuturna»  Occurrere [occurro, is, occurri, occursum, occurrere – infinito presente]: «di venire incontro»  Iussit [iubeo, es, iussi, iussum, iubere – perfetto indicativo]: «ordinò» 855. Volat [volo, as, avi, atum, are – presente indicative]: «vola»  Celeri… turbine [c. mezzo]: «in un rapido turbine»  Ad terram [c. moto a luogo]: «verso la Terra»  Fertur [fero, fers, tuli, latum, ferre – presente indicativo passivo]: «è portata» 856. Non secus ac: «Non diversamente, anche», altro incipit formulare per introdurre una similitudine  Nervo [c. moto da luogo]: «dalla corda» dell’arco.  Per nubem [c. moto per luogo]: «attraverso una nube», al posto degli attesi “per auras” o “par aera”, in quanto la freccia, come la Dira, non si vede.  Impulsa [impello, is, impuli, impulsum, impellere – participio perfetto]: «scagliata» 857. Armatam [armatus, armată, armatum – participio perfetto]: «armata, provvista»  Saevi… veneni : «di un feroce veleno», forse quello dei serpenti, che si credeva secrezione del fiele. La similitudine riguarda sia la velocità della Dira che l’effetto del suo intervento, ossia un “dolore insanabile”.  Parthus : «un Parto», ripetuto per anadiplosi (figura retorica per la quale si ripete la parola a cui si vuol dare maggiore evidenza). Con l’aggiunta dell’etnico “Cidonio”, da una città di Creta (i cretesi erano arcieri famosi)  Quam [p. relativa]: «che»  Felle : «del fiele» 858. Sive «oppure»: congiunzione 52 867. Illi «A lui»  Novus… torpor : «un ignoto torpore», nel senso di mai provato prima  Solvit [solvo, is, solvi, solutum, solvere – presente indicativo]: «indebolisce»  Formidine [c. di causa efficiente]: «per la paura» 868. Arrectae [arrigo, is, arrexi, arrectum, arrigere – participio perfetto]: «drizzati»  Horrore [c. di causa efficiente]: «per l’orrore»  Faucibus [c. di luogo]: «in gola»  Haesit [haereo, es, haesi, haesum, haerere – perfetto indicativo]: «si fermò» 869. At procul ut «Ma come da lontano»: incipit formulare [p. comparativa]  Stridorem… et alas : «lo stridore e le ali»  Agnovit [agnosco, is, agnovi, agnitum, agnoscere – perfetto indicativo]: «riconobbe» 870. Infelix… Iuturna: «l’infelice Giuturna», l’epiteto nell’Eneide non è mai riferito a divinità celeste e prelude al vano desiderio di morte.  Scindit [scindo, is, scidi, scissum, scindere – presente indicativo]: «si strappa», tipica manifestazione del lutto.  Crinis… solutos : «i capelli sciolti». “Solutos” [solvo, solvis, solvi, solutum, solvĕre – participio perfetto] 871. Unguibus [c. di mezzo]: «con le unghie»  Soror [predicativo del soggetto]: «la sorella», col rilievo dell’iperbato e della cesura, il predicativo ripropone la causa del dolore.  Foedans [foedo, as, avi, atum, are – participio presente]: «deturpando»  Pugnis [c. di mezzo]: «con i pugni» 872. Quid «In che cosa»: inizia il monologo di Giuturna, di stampo più tragico che epico (in Omero, ad esempio, Apollo abbandona Ettore al suo destino senza una parola di rammarico) e denso di implicazioni ideologiche (v. 879).  Tua… germana «tua sorella»  Potest [possum, potes, potui, posse – presente indicativo]: «può»  Iuvare [iuvo, as, iuvi, iutum, iuvare – infinito presente]: «aiutare» 873. Durae: «insensibile» alla sorte del fratello, come fosse colpa sua l’impossibilità di salvarlo.  Superat [supero, as, avi, atum, are – presente indicativo]: «resta da fare»  Qua… arte [c. di mezzo]: «con quale espediente» 55  Lucem : «la luce della vita» 874. Morer [moror, moraris, moratus sum, morari – v. deponente – congiuntivo presente]: «protrarti»  Tali… monstro : «a tal mostro»  Possum [possum, potes, potui, posse – presente indicativo]: «posso»  Opponere [oppono, is, opposui, oppositum, opponere – infinito presente]: «opporre» 875. Iam iam «Or ora»: la geminatio iniziale indica la rassegnata accettazione di un tempo indifferibile.  Linquo [linquo, is, liqui, lictum, linquere – presente indicativo]: «lascio, abbandono», il semplice per il composto “ relinquo ” è un poetismo  Ne… terrete [terreo, es, terrui, territum, terrere – imperativo presente]: «non spaventate», forma di divieto arcaica e poetica  Timentem [timeo, es, timui, timere – participio presente]: «chi già teme» 876. Obscenae volucres [c. di vocazioni]: «o uccelli di malaugurio», riferito alle Dire.  Verbera : «le sferzate»  Nosco [nosco, is, novi, notum, noscere – presente indicativo]: «conosco» 877. Letalem: «della morte». Aggettivo poetico, attestato a partire da Virgilio.  Nec fallunt [fallo, is, fefeli, falsum, fallere – presente indicativo]: «né mi nascondo», equivalente negativo di “nosco”  Iussa superba : «i comandi dispotici», l’arroganza del potere che, nella protesta di Giuturna, assimila l’omnipotens Giove a un tiranno come Mezenzio. Anche nell’Iliade Zeus era definito “arrogante” da Era, ma in Virgilio la portata ideologica della “superbia” dà alla protesta della dea un particolare spessore, ribaltando la tavola dei valori etico- politici dell’Eneide. 878. Magnanimi Iovis: «del magnanimo Giove», Giuturna attribuisce a Giove la “magnanimitas” propria di Enea, dopo avergli attribuito la “superbia” di Mezenzio e di Turno.  Haec «Queste cose»  Pro virginitate [c. di scambio]: «in cambio della verginità»  Reponit [repono, is, reposui, repositum, reponere – presente indicativo]: «rende» 879. Quo «A che scopo»  Dedit [do, das, dedi, datum, dare – perfetto indicativo]: «donò»  Cur «Perché»: iteratio epica , il vano desiderio di morte segue specularmente il vano rifiuto dell’immortalità. 56  Mortis… condicio : «la condizione dei mortali», cioè la possibilità di morire, come Amata. “Condicio” è la situazione derivante da un accordo e alla quale si è quindi tenuti.  Adempta est [adimo, is, ademi, ademptum, adimere – perfetto indicativo passivo]: «è stata negata» 880. Possem [possum, potes, potui, posse – congiuntivo imperfetto]: «Potrei», irreale del presente  Tantos… dolores : «dolori tanto grandi»  Finire [fīnĭo, fīnis, finii, finitum, fīnīre – infinito presente]: «far cessare» 881. Comes ire [eo, is, ii, itum, ire – infinito presente]: «andare come compagna» nell’ultimo viaggio. Così invoca la morte la madre di Eurialo, Ecuba per la morte di Ettore, Castore per la morte di Polluce, Elettra per la creduta morte del fratello. Virgilio gioca questo desiderio di morte contro l’impossibilità della morte, sulla scia di una duplice tradizione: poetica e filosofica. Qui non è tanto in discussione la natura del divino, quanto l’universalità del dolore e il mistero della sofferenza come prezzo della Provvidenza (rappresentata da Giove). Delle due divinità ostili ai Troiani, sarà Giuturna a pagare questo prezzo, come le vittime “umane” della storia.  Comes [predicativo del soggetto]: «come compagna»  Misero fratri [c. di vantaggio]: «per il misero fratello»  Per umbras [c. moto per luogo]: «tra le ombre» 882. Immortalis ego: «Io immortale?», sottinteso “sum”. L’interrogativa converte una constatazione in una protesta, nel senso di “a che mi serve questa immortalità?”.  Quicquam… dolce : «qualcosa di dolce», nel senso di “niente”.  Meorum : «di mio», neutro 883. Te sine [c. di privazione]: «senza di te», anastrofe  Erit [sum, es, fui, esse – futuro semplice]: «sarà»  O quae… mihi : «Oh, quale abisso sarà abbastanza profonda da inghiottirmi?», letteralmente «Quale terra potrebbe spalancarsi (dehiscat, congiuntivo potenziale) abbastanza profonda (satis ima, predicativo) per me?». Sono le stesse parole pronunciate da Turno in un momento di disperazione (Eneide X), segno di un comune destino di dolore.  Dehiscat [dehisco, is, dehiscere – congiuntivo presente]: «potrebbe spalancarsi» 884. Manis… ad imos: «giù tra i Mani», oppure «nel profondo dell’Ade»  Demittat [demitto, is, demisi, demissum, demittere – congiuntivo presente]: «farebbe scenedere» 885. Tantum effata : «Così detto», incipit formulare. “Effata” [effor, effaris, effatus sum, effari – v. deponente - participio perfetto] 57  Clausum [predicativo dell’oggetto]: «chiuso»  Cava… terra [stato in luogo]: «nel cuore della terra»  Condere [condo, is, condidi, conditum, condere – infinito presente]: «di nascondere», retto da “opta” 894. Quassans [quasso, as, avi, atum, are – participio presente]: «scuotendo», in segno di sofferenza  Tua fervida… dicta : «le tue parole sferzanti»  Non… terrent [terreo, es, terrui, territum, terrere – presente indicativo]: «non atterriscono» 895. Ferox [c. di vocazione]: «oh arrogante»  Di : «gli dèi»  Iuppiter hostis : «Giove nemico». Turno riconosce l’ostilità del divino con un’espressione di forte spessore polemico, perché nuova e rarissima è l’attribuzione di “ hostis ” a una divinità. La sequenza dèi-Giove compare anche nel monologo di Ettore (Iliade XXII: «Gli dèi mi hanno chiamato alla morte […] non c’è scampo: questo era da tempo il volere di Zeus»), come dolente rassegnazione al proprio destino, temprata del proposito della morte eroica. Nelle parole di Turno, invece, strutturate su una forte antitesi pronominale (me tua… di me) emerge l’amaro orgoglio di una sfida perduta. 896. Nec plura effatus : «Né aggiungendo di più». “Effatus” [effor, effaris, effatus sum, effari – participio perfetto]: «aggiunto»  Saxum… ingens : «un masso enorme», anch’esso antico ceppo di confine  Circumspicit [circumspicio, is, circumspexi, circumspectum, circumspicere – presente indicativo]: «adocchia», propriamente «scorge guardandosi intorno» 897. Saxum antiquum ingens «un antico sasso enorme»: il referente (saxum) è enfatizzato da tre procedimenti: l’anadiplosi (ripetizione della parola a cui si vuol dare evidenza) con l’aggiunta di “antiquum”, la doppia sinalefe (la pronuncia monosillabica di due vocali o dittonghi appartenenti a due parole diverse venute a contatto nel verso “saxum antiquum ingens”) e la coppia asindetica degli epiteti (“antiquum ingens”).  Campo [stato in luogo]: «nella pianura»  Quod [p. relativa]: «che»  Forte : «per caso»  Iacebat [iaceo, es, iacui, iacere – imperfetto indicativo]: «giaceva» 898. Limes… Positus : «a far da confine». “Positus” [pono, is, posui, positum, ponere – participio perfetto]: «posto»  Agro [stato in luogo]: «nel terreno» 60  Litem ut discerneret arvis : «per dirimere la contesa per i campi». Virgilio fonde i concetti di “separare i campi” e “dirimere la lite”.  Ut [p. finale]  Discerneret [discerno, is, discrevi, discretum, discernere – congiuntivo imperfetto]: «separasse»  Arvis [dativo di vantaggio]: «per i campi» 899. Vix «A mala pena»  Lecti [lēgo, lēgas, legavi, legatum, lēgāre – participio perfetto]: «scelti» tra i più forti. Il soggetto si ricava da “hominum” del v. seguente  Bis sex : «dodici uomini». “Bis sex” è scomposizione poetica dell’ametrico “duodecim”  Cervice [stato in luogo]: «sulle spalle»  Subirent [subeo, is, subii, subitum, subire – congiuntivo imperfetto]: «potrebbero caricarselo», irreale del presente 900. Qualia… corpora [predicativo del soggetto]: «quali», propriamente “della natura dei quali”.  Producit [produco, is, produxi, productum, producere – presente indicativo]: «genera» 901. Ille… heros: «lui, l’eroe»  Manu… trepida [c. di mezzo]: «con mano affannata». “Trepida” è in contrasto con la “robusta mano” dell’ipotesto omerico: il termine non rivela timore, ma agitazione, preludio dell’insuccesso.  Raptum [rapio, is, rapui, raptum, rapere – participio perfetto]: «afferrato»  Torquebat [torqueo, es, torsi, tortum, torquere – imperfetto indicativo]: «lo roteava». Virgilio utilizza l’imperfetto perché l’azione non giunge a compimento, in contrasto col perfetto del composto terminativo (“neque pertulit ictum”).  In hostem [c. di svantaggio]: «contro il nemico» 902. Altior [predicativo del soggetto – intensivo]: «più alto»  Insurgens [insurgo, is, insurrexi, insurrectum, insurgere – participio presente]: «levandosi», ossia tenendo alto il masso sulla testa.  Corsu : «nella corsa»  Concitus [concĭĕo, concĭes, concitum, concĭēre – participio perfetto]: «rapido» Sed neque currentem se nec cognoscit euntem tollentemve manu saxumve immane moventem; genua labant, gelidus concrevit frigore sanguis. Tum lapis ipse viri vacuum per inane volutus nec spatium evasit totum neque pertulit ictum. Ac velut in somnis, oculos ubi languida pressit nocte quies, nequiquam avidos extendere cursus velle videmur et in mediis conatibus aegri succidimus; non lingua valet, non corpore notae sufficiunt vires nec vox aut verba sequuntur: 61 sic Turno, quacumque viam virtute petiit, successum dea Dira negat. Tum pectore sensus vertuntur varii; Rutulos aspectat et urbem cunctaturque metu letumque instare tremescit nec quo se eripiat, nec qua vi tendat in hostem, nec currus usquam videt aurigamve sororem. Ma né si riconosce nel correre né nel camminare o nell’alzare il masso enorme con la mano o nel muoverlo; le ginocchia cedono, per il freddo si rapprende gelido il sangue. Allora la pietra stessa, [lanciata] dall’eroe nell’inutile vuoto, rotolando non percorse tutto lo spazio né portò a segno il colpo. E come nei sogni, quando di notte la languida quiete grava sugli occhi, invano ci sembra di voler avidamente prolungare la corsa e, affannati in mezzo agli sforzi, crolliamo; la lingua non è in grado [di funzionare], non bastano le consuete forze nelle membra né fuoriescono la voce e le parole: così a Turno, qualunque via cerchi con il suo valore, la dea esecranda gli nega il successo. Allora nel cuore sensazioni diverse si agitano; osserva i Rutuli e la città, indugia per la paura e trema all’incombere della morte né vede dove possa salvarsi, né con quale forza possa combattere contro il nemico, né [vede] in nessun luogo il cocchio o la sorella che gli faceva da auriga. 903. Currentem [curro, is, cucurri, cursum, currere – participio presente]: «nel correre». Vanno così tradotti gli altri participi della contemporaneità che inquadrano il distico in due coppie semanticamente descrescenti.  Se nec cognoscit [cognosco, is, cognovi, cognitum, cognoscere – presente indicativo]: «né si riconosce», cioè non riconosce le sue forze a causa dell’effetto della Dira.  Euntem [eo, is, ii, itum, ire – participio presente]: «nel camminare» 904. Tollentem [tollo, is, sustuli, sublatum, tollere – participio presente]: «nell’alzarsi»  Manu [c. di mezzo]: «con la mano»  Immane : più che “ingens”, è “enorme”, come se ne sentisse il peso.  Moventem [moveo, es, movi, motum, movere – participio presente]: «nel muovere», come se Turno facesse fatica anche a sollevarlo. Con i participi “currentem”, “euntem”, “tollentem” indica una progressione paralizzante. 905. Labant [labo, as, avi, are – presente indicativo]: «cedono, vengono meno»  Gelidus concrevit frigore : «si è ghiacciato», propriamente «si è rappreso raffreddandosi». Concrevit [concerno, is, concrevi, concretum, concernere – perfetto indicativo]: «si è rappreso»  Frigore [c. di causa]: «per il freddo» 906. Tum: «Allora», avverbio  Lapis ipse : «la stessa pietra», “ipse” è in contrapposizione a “viri”  Viri : brachilogia (contrazione) con il significato di «lanciata dal guerriero» 62