Scarica Manuale di base di storia della filosofia e più Appunti in PDF di Storia Della Filosofia solo su Docsity! MANUALE DI BASE DI STORIA DELLA FILOSOFIA SEZIONE 1. LA FILOSOFIA CLASSICA. CAPITOLO 1. PLATONE. Platone nasce ad Atena da una famiglia nobile nel 428 a.C. in un periodo di grandi trasformazioni culturali e sociali. Un era dove viene meno la tradizione aristocratica e si afferma il pensiero dei sofisti ( l’istituzione e la cultura si dovevano trasmettere tramite l’insegnamento). Socrate affronta con coraggio l’opinione pubblica e viene processato e condannato a morte per aver introdotto nuove divinità ( per aver corrotto i giovani). Socrate divenne per il giovane Platone un punto di riferimento e dopo la sua morte, Platone erigerà un monumento perenne alla figura di Socrate nei suoi Dialoghi. È proprio per la condanna di Socrate che Platone si allontana dal regime Ateniese. Egli lascia Atena per un lungo viaggio verso l’Egitto. Qui entra in rapporto con molti filosofi, matematici provenienti dalla scuola di Pitagora. Essi saranno decisivi per comprendere il suo pensiero. 388 a.C. Platone si dirige a Siracusa dove conobbe il capo della città : Dioniso I e strinse un forte rapporto con lui. Platone decise di dedicarsi agli studi matematici e filosofici e fondò la sua scuola: L’ACCADEMIA. Tornerà a Siracusa nel 367 a.C. su richiesta del suo amico Dionisio e di suo nipote Dionisio II che sembra gradire degli insegnamenti di Platone ma in seguito entrano in conflitto e Platone viene esiliato. Dopo il ritorno di Platone ad Atene , Dionisio prenderà il potere a Siracusa con una congiura ma venne ucciso in un complotto. Platone muore nel 347 a.C.. l’Accademia gli sopravvivrà a lungo. IL CORPUS PLATONICUM Raccoglie tutte le sue opere composto da 36 titoli e fu ordinato in 9 tetralogie. Grazie al metodo stilo metrico che misura, con l’aiuto di strumenti informatici, la particolarità stilistiche di ogni dialogo, ora è possibile distinguere i dialoghi di Platone in 3 gruppi: 1. DIALOGHI GIOVANILI: segnati dal pensiero di Socrate ( anteriore al primo viaggio a Siracusa e alla fondazione dell’ACCADEMIA); 2. DIALOGHI DELLA MATURITA’: presentano la filosofia platonica e sono successivi alla fondazione dell’Accademia; 3. DIALOGHI DELLA VECCHIAIA: dove il pensiero platonico subisce revisione e viene ridimensionata la figura di Socrate; LA TEORIA DELLE IDEE: ESSERE, CONOSCENZA, POLITICA Platone entra in conflitto con i Sofisti e con il governo di Atena e avvia una ricerca che lo condurrà alla prima fondazione della storia della filosofia che ruoterà intorno a due pilastri: la ricerca morale/politica e la 1 ricerca sulle conoscenza / realtà che deve condurre a scoprire quali sono le verità ideali che possono orientare a comportamenti morali e politici dei cittadini. Come nel mondo sensibile vi sono oggetti e le persone belle vi sarà anche un èidos della bellezza dal quale essi provengono. Èidos è il modello eterno delle cose, è parte costitutiva dell’essere . L’uso ampio del mito è un’altra peculiarità di Platone riaprendo la relazione tra narrazione mito-religione e l’argomento razionale. FILOSOFIA : GIUSTIZIA E VERITA’. Platone è stato il primo pensatore a porre la questione della filosofia dal rapporto tra la “sofia” con il “philos”. Vi sono 2 dialoghi dove è incentrata questa questione: SIMPOSIO E FEDRO. IL SIMPOSIO: presenta il banchetto di gruppo di amici. Ciascun invitato deve presentare un discorso di lode a Eros. Nel suo discorso Socrate descrive un percorso dall’amore per la bellezza dei corpi conduce a riconoscere che” la bellezza delle anime è più preziosa di quella del corpo e che la ricchezza delle anime può realizzarsi in pieno solo tramite la philo-sofia ( l’amore per il sapere) che riesce a capire l’idea del bello. FEDRO: Socrate interpreta Eros come “mania”, follia, un dono divino che conduce alla bellezza. Per fare questo usa un mito, presentando il racconto del carro alato che gli consente di descrivere la natura immortale dell’anima, la sua vita celeste e il suo rapporto con le idee. Socrate richiama la funzione della filosofia come ricerca della verità e la interpreta come “dialettica”. Platone la dialettica è connessa con la matematica. Infatti la dialettica esamina criticamente i principi indimostrabili e grazie ad essi trae con il ragionamento e la dimostrazione conclusioni. LA REPUBBLICA: L’UOMO E LO STATO Un’altra linea del pensiero platonico si sviluppa attorno alla giustizia. Platone dedica il dialogo “politeia” noto come REPUBBLICA. Essa è divisa in 10 libri: 1. Qui contrasta la tesi sofista secondo la quale la giustizia sta sempre dalla parte del più forte. Chi vive secondo giustizia è più felice di chi si comporta ingiustamente; 2. Traccia delle linee di come uno stato giusto dovrebbe essere ( stato ideale in contrasto con quello che è in questo momento), emerge il problema dell’educazione (incentrata sulla musica e sulla ginnastica e non sulla poesia( imitazione del sensibile e allontana dalla realtà) 3. Nel IV libro descrive le 4 virtù che uno stato deve avere : TEMPERANZA,GIUSTIZIA, CORAGGIO E SAPIENZA. 4. NEL VII libro vi sono molti miti come quello della caverna( raffigura immagine plastica dell’azione del filosofo che si eleva al di sopra dell’opinione pubblica . La riflessione della giustizia e dello Stato prosegue con “POLITICO” e nelle “ LEGGI”. Politico:l’arte del governo viene presentata come ricerca del giusto mezzo per le diverse virtù per la vita della comunità. L’arte della politica viene paragonata all’arte tessitura. 2 Ma non è necessario arrivare alla sapienza per essere felici in quanto ciascun uomo potrà raggiungere la felicità che gli è propria cercando di produrre comportamento virtuoso in relazione al proprio carattere e alle proprie inclinazioni. Ciascuno stato deve trovare la forma costituzionale che meglio risponda alla sua realtà storica culturale( non c’è un modello di stato ideale) LA LOGICA. Gli scritti di logica (analitica) permettono il possesso di strumenti dell’argomentazione e del discorso scientifico. L’interesse di Aristotele per la logica formale è connesso alla tradizione platonica e del dialogo socratico e allo sviluppo della matematica. Con le CATEGORIE si analizzano gli elementi costitutivi del linguaggio. Essi sono 10 predicati che permettono qualsiasi giudizio: 1. SOSTANZA; 2. QUANTITA’; 3. QUALITA’; 4. RELAZIONE; 5. LUOGO; 6. TEMPO; 7. ESSERE IN UNA SITUAZIONE; 8. AVERE; 9. AGIRE; 10. PATIRE; la prima categoria ( LA SOSTANZA) ha un valore fondamentale, esprime il soggetto della proposizione e permette di articolare i giudizi che utilizzano le altre categorie; le categorie da sole sono indefinibili come gli individui perché ogni individuo è differente dall’altro ed è introducendo la differenza specifica che permette di distinguere il genere in questione. I termini “nero” e “bianco” da soli non sono né veri né falsi. L’aspetto più rilevante in Aristotele è il SILLOGISMO ( esprime insieme più proporzioni). Esso è costituito da 3 proporzioni, 2 premesse e 1 conclusione: nel sillogismo: “TUTTI GLI ESSERI VIVENTI SONO MORTALI E SE TUTTI GLI UOMINI SONO ESSERI VIVENTI, TUTTI GLI UOMINI SON MORTALI”. Nei sillogismi non è valutata la verità o falsità del ragionamento ma la sua coerenza e consequenzialità. La verità di un sillogismo prevede che premesse Siano verità universali. Per accertarsene Aristotele aveva due metodi: • INDUZIONE ( processo astrazione che conduce dal particolare all’universale); 5 • INTUIZIONE ( è la comprensione immediata principi primi); Aristotele individua 3 principi primi: ▲ IDENTITA’; ▲ NON CONTRADDIZIONE; ▲ TERZO ESCLUSO; L’ORGANUM propone il quadro completo della ricerca logica definendo le condizioni universali del ragionamento e aprendo la strada a quella conoscenza vera dell’essenza delle cose che verrà esaminata in metafisica. LA METAFISICA. (LIBRO A) :Nel primi libri Aristotele presenta una ricognizione storica relativa alla ricerca delle cause della realtà discutendo le precedenti discussioni filosofiche ; (LIBRO B): introduzione sui problemi fondamentali della filosofia prima; sei libri (IV- IX) sono dedicati alla filosofia prima; (I-M-N) discutono criticamente le teorie platoniche; (XII ) ricerca del movimento dell’essere e di Dio ( sostanza immobile ed eterna); elabora la teoria della POTENZA e dell’ATTO: ciascuna cosa può presentarsi in potenza o in atto, secondo le potenzialità della sua sostanza. Aristotele distingue modalità diverse nel rapporto tra potenza e atto. Per spiegare il divenire delle cose da alla potenza la priorità in relazione al concetto, tempo e alla specie, all’essere e alla sostanza. Aristotele distingue 4 forme di mutamento: 1. Secondo la QUALITA’: ( alterazione ); 2. Secondo QUANTITA’: (aumento e la diminuzione); 3. Secondo il LUOGO: nel movimento vero e proprio di traslazione( spostamento da un luogo all’altro); 4. SOSTANZIALE: comporta la generazione e corruzione( passaggio dalla potenza all’atto); SEZIONE II. LA FILOSOFIA CRISTIANA. CAPITOLO 3. AGOSTINO. Nasce a Tagaste, nell’odierna Algeria, nel 354. Le vicende biografiche influirono sulla sue riflessioni che sarà ispirata sia dal tormentoso interiore e dalla ricerca a lungo insoddisfatta nei primi anni, sia urgenza della sua missione. Frequenta le prime scuole nella città natale. interrompe un anno gli studi per tornare a Tagaste, giacché il padre non può più mantenerlo in una città grande come Cartagine. Agostino ricorderà questo periodo come il più brutto della sua vita. Grazie al sostegno di Romaniano un amico ricco, raggiunge Cartagine e si dedica allo studio letterario latino. 6 Si avvicinò alla Bibbia , ne viene respinto proprio dallo stile giudicato troppo barbaro, oltre che dall’obbligo di accettare certe verità solo per fede e per obbedienza a un’autorità. Fece un incontro importante con il Manicheismo ( setta che si presenta come una religione senza dogmi). Per alcuni anni seguirà questa setta convinto di aver trovato una via per la ragione e per liberarsi dal male. Insoddisfatto però delle risposte ottenute, egli si allontana dal manicheismo. Attraverso la lettura dell’Ortensio un opuscolo di Cicerone andato perduto, che esortava alla filosofia ne rimase colpito e cominciò a nutrire un vivo interesse per tale disciplina. Conosce anche una donna dalla quale ha un figlio Adeodato che morì molto giovane. Agostino apre a Cartagine una scuola di retorica ove ha modo di mettere in luce le sue doti, insegnando a vincere le cause ed esercitare l’eloquenza. Roma, Milano e la conversione. 383 Agostino si trasferì a Roma sperando di venire in contatto con centro culturale ampio e stimolante. Deluso del comportamento degli studenti si trasferì a Milano. Entrò in contatto con il vescovo D’Ambrosio. Si avvicinò al neoplatonismo attraverso interpretazione cristiana. Intraprende la conversione al cristianesimo. Più tardi egli dirà che la fede in Cristo gli ha consentito di perfezionare e correggere la dottrina platonica. 387 riceve il battesimo a Milano e decide di tornare in Africa, insieme con la madre, il figlio e amici divenuti suoi seguaci. Il ritorno in Africa. 391 viene ordinato sacerdote e nel 395 viene ordinato vescovo. Sono anni di predicazione ma di molto lavoro filosofico e teologico che darà vita a importanti opere della maturità e alle grandi controversie con gli eretici. Egli polemizzò contro manichei, attaccherà i donatisti i quali esigono che vengano nuovamente battezzati quei cristiani che davanti alle persecuzioni hanno abiurato e poi hanno chiesto di rientrare nella chiesa. Infine contro i pelagiani ( ispirano al monaco Pelagio e ritengono che l’uomo possa salvarsi con il solo sforzo della propria volontà). Agostino afferma che il peccato originale è presente in ognuno di noi . Quando i vandali invadono l’Africa Agostino rimane in città e muore alla vigilia dell’occupazione della città, nel 430. Il significato della filosofia di Agostino. La riflessione agostiniana si colloca in un ideale spartiacque tra il pensiero classico e quello medievale. Egli nello sviluppo della sua riflessione diceva che la fede non esclude l’intelligenza ne le esigenze della ragione. La felicità consiste nel conoscere Dio . Nelle prime opere emerge un Agostino che vuole conoscere Dio e l’anima; c’è il richiamo di rimanere se stessi giacché la verità dimora internamente nell’uomo. L’anima costituisce l’essenza dell’uomo l’uomo è anima unita al corpo: è destinata all’immortalità e il corpo è destinato alla corruzione. Questa immagine influenzerà molto il pensiero moderno e contemporaneo. Le grandi tematiche agostiniane. 7 2. Trattare del cammino dell’uomo verso Dio mediante la ragione; 3. Parlare di Cristo che offre salvezza , cui le solo forze naturali non potrebbero pervenire; tommaso ritiene che la ragione si riesca a dimostrare l’esistenza di Dio e propone le famose 5 vie. La realtà contingente, che può essere e non essere, sarebbe contraddittoria , se fosse tutta verità e quindi occorre ammettere un ente non abbia i caratteri che rendono contingente le cose del mondo. Le 5 vie individuano a ciascuna un segno della contingenza del reale. 1. Nella prima via, il moto viene considerato nel suo aspetto universale, come mutamento o divenire. Si osserva che quando muta è mosso da altro. Infatti se qualcosa diviene è in potenza; 2. La seconda via inserisce una causa prima partendo dalla realtà causata; 3. La terza arguisce da realtà generabili e corruttibili, che hanno un inizio e una fine e sono possibili e non necessarie, l’esistenza di un ente necessario; 4. La quarta dalla gerarchia dei valori e dei beni sempre limitati, prova un ente perfetto; 5. La quinta dalla finalità presente in natura presso molti enti privi coscienza, dimostra l’esistenza di un ordinatore intelligente. Questi argomenti ci fanno conoscere Dio nella sua essenza. Tommaso si sofferma sull’uomo e presenta una concezione innovativa. Essa fende 2 tesi fondamentali: • La spiritualità dell’anima; • L’unità dell’uomo; l’anima è spirituale indipendente dal corpo in quanto possiede un’attività autonoma rispetto al corpo come la conoscenza dell’universale; essa è l’unica forma del corpo: l’uomo che ha conoscenza sensibile solo attraverso il suo corpo nel quale è consapevole. “ l’anima è l’atto primo di un corpo naturale che ha vita in potenza”. L’uomo non dispone di idee innate , né conosca la verità eterne dalla conoscenza sensibile. L’intelletto umano coglie il significato intellegibile del mondo delle cose sensibili e la sua prima forma fonte di conoscenza è unicamente l’essenza delle cose materiali. Nella sensazione del piacere l’uomo avverte sensibilmente la perfezione raggiunta ma questa non consiste essenzialmente nel piacere. L’uomo è chiamato a soddisfare secondo una precisa gerarchia di valori , alle diverse esigenze caratteristiche della sua natura , quella corporea, animale e spirituale: si tratta della tendenza naturale. SEZIONE III LA FILOSOFIA MODERNA. CAPITOLO 5. CARTESIO. Renè Descates , latinizzato Cartesius ( da cui Cartesio). Nasce a La Haye nel 1596; di origini nobili. Nel discorso sul metodo racconta i suoi studi , seguiti con impegno, ma anche con insoddisfazione che lo condurrà alla critica del sapere del proprio tempo e alla ricerca di una nuova via per la verità e di un nuovo sistema del sapere. 10 Allo scoppio della guerra dei 30 anni ( 1618) si arruolerà come “ gentiluomo volontario” nell’esercito di Maurizio di Nassau. Nello stesso anno incontra in Olanda uno studioso di questioni fisiche- matematiche che lo stimola nella ricerca. Abbandonata la carriera militare , si darà ai viaggi per conoscere la cultura e i costumi dei paesi europei, tra i quali l’Italia. La prima opera che segnò il progetto cartesiano fu scritta forse nel 1628 in latino e lasciata incompleta. Si tratta delle REGLOE PER LA GUIDA DELL’INTELLIGENZA nelle quali vengono proposte ventuno “ regole” per una ricostruzione del sapere universale. Rimane in contatto con molti studiosi francesi ed europei. Nel 1637 Cartesio pubblica in francese le sue principali opere scientifiche in 3 libri: 1. La diottrica ( affronta questioni di ottica ); 2. Le meteore (fenomeni meteorologici posti fra la terra e il cielo); 3. La geometria ( introduce la geometria analitica portando una svolta nella matematica). Permette l’introduzione di un opera : IL DISCORSO SUL METODO: • Autobiografia filosofica che traccia la strada percorsa da Cartesio per pervenire alle sue scoperte scientifiche Nel 1644 Cartesio curerà la redazione di un’opera manualistica in latino che potesse essere utilizzata dagli studenti e che raccogliesse i fondamenti della sua metafisica e fisica. Rifondare la filosofia. La sua esigenza è anzitutto ricostruttiva: rifondare la filosofia come ricerca della verità sulle macerie della tradizione aristotelica e tra incerti orientamenti del nuovo sapere? Bisogna trovare un metodo che conduca a una rifondazione completa della conoscenza e possa ricostruire quell’unità del sapere che la filosofia classica aveva ritenuto il suo obiettivo più alto , a partire dalla costatazione che gli strumenti forgiati dalla tradizione filosofica non sono più affidabili. Cartesio è un matematico e nel ragionamento matematico ha trovato gli strumenti che gli hanno consentito di fondare una scienza nuova ( geometria analitica) che unisce il rigore deduttivo della dimostrazione algebrica con i vantaggi intuitivi della geometria. Essa costituisce un modello rigoroso e deduttivo della conoscenza: muove da premesse certe ed evidenti e arriva a risolvere i problemi più difficili attraverso una lunga catena di dimostrazioni. Per Cartesio il metodo deduttivo presenta il vantaggio che un solo architetto possa costruire un progetto unitario del sapere a partire da pochi principi generali. L’immagine di Cartesio propone è quella piramidale dell’albero della conoscenza: nei PRINCIPI DELLA FILOSOFIA scrive che “ la filosofia è come un albero di cui radici sono la metafisica, il tronco è la fisica e i rami che escono da questo tronco sono le altre scienze che si riducono a tre principali: 1. Medicina; 2. Meccanica, 3. Morale. 11 L’albero della conoscenza. La filosofia dovrà quindi costruire un albero organicamente proporzionato nelle sue parti che poggerà sulla metafisica e si articolerà nelle grandi divisioni scientifiche avviate al tempo: fisica, medicina, meccanica e morale. La fisica cartesiana pone al centro i concetti di materia identificata con l’estensione e di movimento in linea retta dei corpi o vorticoso. Il movimento in linea retta è definito dal principio di inerzia mentre la teoria dei vortici spiegherebbe la formazione dell’universo e quella del sistema solare che ruota intorno al sole. Ripropone il problema della relazione anima e corpo. Nell’uomo l’anima razionale reagisce tramite la volontà alle passioni convogliate nello spirito animale, ma soltanto in modo indiretto, in quanto non può interagire con il meccanismo materiale delle passioni. La saggezza consiste nel saper controllare le passioni tramite l’abitudine : l’uso della ragione è determinante per considerare le motivazioni di comportamenti alternativi a quelli suscitati meccanicamente con la passione. Un discorso intorno al metodo. Cartesio non impone delle norme di un metodo ma propone un discorso sul metodo nella convinzione che questo possa essere applicato da tutti . Nel Discorso Cartesio propone un itinerario. Egli racconta propria vicenda intellettuale , mostra la via che ha seguito. Parte dall’esperienza del collegio che ritiene fallimentare perché fondata su contenuti astrusi e incoerenti, non in grado di dar conto delle conoscenze moderne e di orientare la conoscenza futura. Il nuovo metodo poggerà su 4 semplici regole: 1. La prima richiede di non cogliere mai come vero nulla che non si conosca con evidenza; 2. La seconda di dividere un problema complesso nelle sue parti semplici; 3. La terza di seguire un ordine di ragionamento che inizi dagli elementi più semplici e proceda per gradi verso la conoscenza dei più complessi; 4. La quarta di fare l’enumerazione completa dei passaggi seguiti, in modo da non trascurarne nessuno. Cartesio inaugurò il ( nella parte IV) del Discorso sul Metodo, la via del dubbio , un dubbio anch’esso esercitato con razionalità e metodo e da seguire fino alle sue estreme conseguenze. Si potrebbe ipotizzare che la certezza dei sensi, l’evidenza delle operazioni matematiche siano oggetto dell’inganno di un diavolo. Ma raggiunto il punto più elevato del dubbio il soggetto, l’io pone il dubbio, si accorge intuitivamente che proprio mentre dubita egli esprime una certezza evidente, quella di essere un soggetto che pensa: “ penso, dunque sono” Si raggiunge una verità indubitabile che poggia sulla coscienza interiore dell’io. L’idea di una sostanza infinita , eterna, immutabile dalla quale io stesso e tutte le altre cose che sono siano state creati non può provenire da un soggetto finito ma deve essere causata da un essere infinito. L’idea innata di Dio diviene garanzia indiscutibile sia della creazione del mondo, sia delle altre idee innate: dall’idea di Dio scaturisce la certezza dell’esistenza del mondo e della corrispondenza tra la realtà del mondo e le idee che lo rappresentano nella mente. 12 3. Il terzo grado di conoscenza ( intuitivo e immediato) si coglie l’ordine delle cose che procedono da Dio CAPITOLO 7. LEIBNIZ Nella Germania imperiale del 600 l’impegno filosofico oscilla tra tradizione aristotelica e le nuove teorie cartesiane. Leibniz nasce a Lipsia nel 1646 dove studia filosofia e diritto. Studi logico- matematici e incomincia una riflessione sulla possibilità di utilizzare i principi logici per costruire una lingua universale. Invenzione del calcolo infinitesimale e integrale. Importanti le ricerche fisiche che confuteranno il principio cartesiano della persistenza della quantità di moto e introdurranno il concetto di forza motrice . le indagini biologiche sull’origine della vita . Soltanto 1686 la varietà delle sue ricerche converse in un'unica esposizione: il discorso di metafisica. Egli muore nel 1716 a causa della gotta. Le ricerche logico-matematiche. Gli studi logici esprimono il primo e più durevole progetto di ricerca di Leibniz. Essi sono funzionali all’ambizioso disegno di costruire un linguaggio universale. Egli sostiene che ogni concetto elementare include in sé i suoi attributi e afferma il carattere analitico e a priori di ogni verità, compresa in ogni singolo concetto. Non è mai conoscibile in modo finito e proporzioni necessarie, a priori, la cui verità di diritto non contraddittoria e conoscibile in modo finito . Altro criterio logico è quello secondo il quale l’attribuzione di un predicato a un soggetto è un’operazione analitica , che esplicita ciò che il concetto completo del soggetto conteneva già. Le ricerche del mondo naturale. Egli muove una critica alla fisica cartesiana che riduce la materia a estensione e sostiene il principio di conservazione del movimento. L’errore di Cartesio consiste nel ridurre la materia a una sua qualità ( l’estensione), mentre la possibilità stessa di ogni movimento comporta il riconoscimento di un principio immateriale all’estensione . Egli non nega estensione della materia ma la riconosce come un aggregato di sostanze immateriale che non possiede in sé alcun principio organizzatore. Le leggi che regolano la trasmissione del movimento da un corpo a un altro non conducono a sostenere la conversione della qualità di movimento bensì quella forza viva che i fisici chiamerebbero energia cinetica. Se la forza del movimento possiede ugualmente una forza , una resistenza rispetto al movimento vi è un’energia, una forza da sostituire quello cartesiano in estensione. La metafisica delle monadi. Emerge dal contesto delle ricerche scientifiche e si definisce nel quadro di una riflessione sulla sostanza individuale e sulle forme sostanziali di origine teologica e aristotelica. Essa si presenta come il punto di convergenza delle riflessioni logiche , fisiche e metafisiche. 15 Viene concepita una visione di Dio come essere perfetto che ha ordinato l’universo nell’armonia. La conoscenza non è altro che l’espansione graduale e continua delle percezioni poste a livello superiore rispetto alle sensazioni animali e inferiori rispetto alla razionalità. Nei corpi complessi ( umani) stabilisce a sua volta un’armonia che unisce la monadi- anima che egli chiama “ spiriti” da distinguerle con quelle che reggono gli animali, alle altre monadi che danno luogo a diversi organi corporei . CAPITOLO 8. VICO. Nasce a Napoli nel 1668. Avvia agli studi giuridici ben presto si rivolge a quelli letterari, filosofici e speculativi. Dopo il 1708 il suo interesse si sposta verso un tentativo di fondazione metafisica del mondo umano per cui elabora il progetto di un lavoro suddiviso in 3 parti. Muore nel 1744. La storia come problema filosofico in Vico. Il tema di fondo è che l’uomo non può avere accesso alla verità del mondo naturale, giacché questa è resa possibile solo grazie all’atto creativo di Dio. ben diversa è la conoscenza del mondo storico. “ Dio infatti raccoglie tutti gli elementi delle cose estrinseche e intrinseche, in quanto le contiene e le dispone, invece la mente umana , in quanto limitata, può solo andare ad accostare gli elementi estremi delle cose senza mai collegarli tutti, infatti è partecipe della ragione ma non padrona”. La mente umana è in grado elaborare un sistema di conoscenze applicabile a un ambito di fatti, quello storico costruito dall’uomo. Vico sulla scia delle grande tradizione moderna della scienza galileiana ci dice che proprio la limitatezza della conoscenza umana è alla base della regola che serve alla fisica sperimentale poiché in funzione a essa riconosciamo per vero in natura solamente ciò che è possibile riprodurre con adeguati esperimenti”. Solo Dio conosce le cose fisiche, ma l’uomo conosce e produce punti, ha la consapevolezza della non perfettibilità della conoscenza da lui prodotte. La mente umana è stata creata da Dio . essa non può attingere alla verità assoluta però attraverso la storia può cogliere le modificazioni nella mente dell’uomo. La scienza nuova. La metafisica di Vico non ha più niente della tradizione . la comprensione degli eventi storici ha bisogno di tutti i sussidi della scienza filosofica. Ma ha ancora più bisogno di commisurare i movimenti della storia con le strutture ideali della mente umana con quelle strutture che attraversa la vita degli uomini e delle nazioni. Soltanto dalla natura degli uomini derivano i costumi e da questi poi discendono i governi, i quali a loro volta, danno vita alle leggi sulla cui base si formano gli abiti civili e , infine, le costanti che caratterizzano la vita delle nazioni. Il problema di Vico non è di negare l’universalità delle forme in cui si manifesta la presenza divina nel mondo. Si tratta di muovere dalla scoperta di un’universalità propria del mondo umano che, per essere compresa ha bisogno di strumenti conoscitivi. CAPITOLO 9. HUME. 16 David Hume nasce a Edimburgo nel 1711. Figlio di avvocato. Dopo il college egli continuò gli studi di filosofia . trasferì in Francia dove si dedicò alla sua opera principale : IL TRATTATO SULLA NATURA UMANA. Poiché venne ignorato dalla stampa e accolto con freddezza dagli studiosi; nella primavera del 1740 Hume pubblicò in modo anonimo un estratto del trattato nel quale cerca di autopromuovere la propria opera fingendosi un gentiluomo che ne riassume i contenuti e ne suggerisce la lettura. Alla fine dello stesso anno pubblica la terza parte del trattato che si basa sulla politica e la morale. L’attività pubblicistica degli anni 1741- 1752. Negli anni successivi dall’uscita del Trattato, Hume si ritira e si dedica prevalentemente alla pubblicazione di 2 volumi di saggi di natura politica e morale. ebbero un successo immediato. Nel 1745 con la morte della madre decide di ritornare alla casa di famiglia. Qui si dedica alla stesura sia della RICERCA SUI PRINCIPI DELLA MORALE sia dei SAGGI POLITICI. L’ultima fase della vita e l’interesse per la storia. Nel 1752 Hume viene nominato conservatore della biblioteca degli avvocati di Edimburgo e si dedica alla stesura di una STORIA DELL’INGHILTERRA in più volumi. Nel 1763 viene accolto nei salotti degli illuministi e incontra D’Alembert, Diderot, fa amicizia con Rousseau. Empirismo. L’idea che tutta la conoscenza umana possa dividersi in quella avente caratteristiche matematico o logico e in quella che si basa sull’esperienza come le scienze naturali. Al di fuori di queste due conoscenze non è ammissibile alcuna altra possibilità per l’uomo di raggiungere una verità e in particolare Hume esclude tutte quelle discipline che hanno a che fare con il mondo sovrasensibile. Hume estende la teoria empirista che vede nell’esperienza ottenuta attraverso i sensi l’unica strada che porta alla conoscenza del mondo esterno, per cui la funzione della ragione consiste solo nella sua capacità di ordinare e sistematizzare i contenuti offerti dalle impressioni sensoriali. Importante l’influenza di Isaac Newton che aveva fondato la scienza moderna , portando a compimento la rivoluzione concettuale e metodologica operata da Galileo Galilei. Ed è proprio il metodo di questa nuova scienza che egli vuole estendere dalle scienze fisiche alla scienza della natura umana., individuando anche per essa dei principi organizzatori che rivestono la stessa funzione di quelli indicati da Nwton per le spiegazioni fisiche. Così come lui aveva visto nella legge della gravitazione universale il principio fondamentale che spiega il movimento di tutti i corpi nel sistema solare, allo stesso modo Hume pensa di scoprire nella dottrina delle associazioni delle idee il principio che permette di spiegare come sia possibile partire dalle esperienze sensibili costruire tutte le nozioni e i concetti della conoscenza umana. Sono i principi della SOMIGLIANZA, CAUSAZIONE a farci scoprire le idee complesse partendo dalle idee semplici e quindi permetterci di edificare un sistema ordinario di conoscenze, in cui base sono le impressioni sensibili. L’induzione. 17 I suoi interessi sono prevalentemente scientifici ma riflette anche sulle implicazioni metafisiche delle scienze naturali e fa osservazioni di carattere morale. Docente all’università e maturazione filosofica. Nel 1770 Kant diviene professore universitario e gode di uno stipendio fisso che gli permette di avere più tempo per lo studio. È questo il periodo più fecondo per la sua attività. Gli ultimi anni e i problemi con le autorità. Salute malferma e dal conflitto autorità. Morto il sovrano illuminato Federico II, il suo successore Federico Guglielmo II reintroduce la censura preventiva su libri e riviste allo scopo di evitare pubblicazioni critiche verso la religione. Quando Kant pubblica il volume La religione nei limiti della semplice ragione che contiene alcuni saggi di argomento religioso, il sovrano condanna il libro e gli intima di non occuparsi più di questione religiose. Kant accetta l’imposizione fino alla morte del sovrano. Il significato della filosofia di Kant. Il posto di Kant nella storia della filosofia è straordinario, paragonabile a quelli dei grandi Platone, Aristotele, San. Tommaso e pochi altri. Il suo pensiero costituisce la cerniera che chiude il pensiero moderno e inaugura il pensiero contemporaneo aprendo la stagione all’idealismo e influendo su tutta la filosofia dell’800 e 900. Nell’opera RISPOSTA ALLA DOMANDA: CHE COSA E’ L’ILLUMINISMO? Kant sintetizza in poche pagine lo spirito dell’illuminismo e l’orizzonte complessivo “ è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità e incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro” La maturità dell’uomo sta nella capacità di esser guidati dall’intelletto senza inchinarsi ad alcuna autorità che pretenda esserci da guida in virtù di una sua superiorità non legittimata dalla ragione. Ciò implica varietà di diritti: parola, coscienza e di ricerca scientifica che non deve essere limitata ad alcun tipo di autoritarismo o religione. L’uomo e la sua ragione sono il centro dove ruota il mondo, la società, la storia. La critica della ragion pura. In questa opera rivoluziona il modo in cui era stata usata prima la filosofia: essa è ora critica della ragione in quanto concerne la riflessione sul modo in cui l’uomo conosce la realtà; essa ha il compito di capire come una scienza sia possibile. La possibilità della scienza naturale e la rivoluzione copernicana. La scienza per Kant è qualcosa di più di un semplice abito mentale in quanto essa dimostra di essere universale e necessaria ma anche feconda di nuove conoscenze fattuali. Dimostra di realizzare in contempo due esigenze: 20 1. Filosofia razionalista i cui sostenitori avevano insistito sul carattere deduttivo e necessario della conoscenza della realtà; 2. Dell’empirismo i cui sostenitori avevano sostenuto l’indispensabilità della fonte sensibile affinché la conoscenza risultasse feconda e in grado di farci conoscere i fatti del mondo e non solo i nessi tra le idee. Come è possibile che ciò avvenga nella scienza? Per il fatto che si utilizza un particolare tipo di giudizio , da Kant chiamato “ giudizio sintetico a priori” che ha i vantaggi di entrambi i precedenti tipi di giudizio. Il carattere proprio della scienza è quello di formulare i suoi asserti nella forma di giudizi a priori in quanto questa esperienza deve essere organizzata e in un certo qual modo plasmata mediante dei principi sistematici posseduti dal nostro intelletto che non provengono dall’esperienza ma in un certo senso appartengono alla razza umana in quanto tale. In ciò consiste la cosiddetta “ rivoluzione copernicana” di Kant. Come Copernico spiegò i movimenti dei corpi celesti supponendo che fosse la terra insieme agli altri pianeti a girare intorno al sole, fermo come le stelle. Allo stesso modo bisogna invertire il rapporto tra la nostra conoscenza e il reale: non è il primo a doversi regolare per il secondo ma è l’oggetto che diventa tale solo in quanto è il frutto dell’attività plasmatrice della nostra mente . la conoscenza comincia con l’esperienza ma non è affatto vero che essa deriva tutta dall’esperienza , in quanto senza l’attività delle strutture mentali del soggetto non potremmo neanche parlare di esperienza. La nostra conoscenza è una sintesi tra ciò che riceviamo tramite l’esperienza e ciò che invece la nostra facoltà conoscitiva vi apporta come patrimonio suo ( posseduto a priori). Kant introduce il termine “ trascendentale” intendendo con ciò “ ogni conoscenza che, in generale, si occupi non tanto di oggetti, ma quanto del nostro modo di conoscere gli oggetti , nella misura in cui questo modo dev’essere possibile a priori”. Per cui l’approccio Kantiano viene detto “ trascendentale” intendendosi come filosofia che mira e indaga non tanto i contenuti della conoscenza , quanto il modo in cui essi vengono conosciuti. Il senso e intelletto. La critica della ragion pura prosegue col delineare nell’articolazione del processo conoscitivo dell’uomo a partire dal suo livello iniziale, in modo da far vedere queste forme a priori intervenendo nella sua costituzione . Nella estetica trascendentale Kant esamina il primo gradino della conoscenza , “ l’intuizione sensibile” e fa vedere come essa si organizzi tramite le 2 forme di spazio e tempo; ogni sensazione non può che avere una dimensione spaziale e una temporale. sull’intuizione pura tra spazio e tempo si è costruita la matematica. Spazio e tempo non esistono di per sé ma hanno solo una realtà empirica: sono legati alla nostra esperienza , al modo in cui ci rapportiamo con il mondo. Tuttavia quella dei sensi non è autentica conoscenza ma qui interviene l’intelletto. La prima parte della seconda parte del libro esamina come sia possibile passare dalla disposizione ancora disorganica delle nostre esperienze nello spazio e nel tempo a un mondo fatto di oggetti con saldi nessi che li legano e che costituiscono il cosmo organizzato, nel quale l’uomo vive nella sua quotidianità e che viene 21 indagato nei suoi nessi universali e necessari della conoscenza scientifica. Da una parte entrano i dati sensibili e dall’altra l’intelletto formando così giudizi. ( chiamati da Kant categorie) tra queste categorie ha molta importanza la causalità. Essa fa si che l’intelletto congiunga eventi diversi stabilendo tra essi un legame garantito dell’universalità dell’intelletto ( capacità di essere un legislatore universale che organizza l’intera esperienza umana. Kant supera lo scetticismo di Hume col sostenere che le leggi di natura non sono ricavate induttivamente dall’esperienza ma esistono solo relativamente al soggetto, che mediante le categorie dell’intelletto le prescrive alla realtà. Fenomeno e noumeno. Noi conosciamo del reale solo ciò che ci appare mediante i sensi e che organizziamo mediante le categorie dell’intelletto. La nostra conoscenza si limita ai fenomeni intesi come oggetti di una esperienza possibile e non può pretendere di cogliere i noumeni ( le cose che non sono oggetto della nostra intuizione sensibile ma che farebbero oggetto di un’intuizione intellettuale che si trova al di fuori dalle nostre facoltà conoscitive). Le categorie dell’intelletto hanno solo un uso empirico ovvero possono essere applicate soltanto a oggetti forniti dall’esperienza; il nostro pensiero non ha la possibilità di conoscere oggetti se non in quanto questi si danno nell’intuizione sensibile, perché l’intelletto non produce di per sé tali oggetti ma li sintetizza solamente. Le cose in sé sono sottratte alla conoscenza. Possiamo pensarle in quanto idea stessa della conoscenza ma non possiamo conoscerle. Il destino della metafisica. Qui si entra nel campo della ragione ossia quella facoltà del pensiero che aspira alla conoscenza di ciò che sta al di là dell’esperienza, guidata dall’esigenza verso la totalità e verso il superamento delle limitazioni dell’intelletto. La ragione forza l’utilizzo delle categorie cercando con esse di andare oltre quello per cui sono legittimate. Ad esempio: a partire dalla categoria della causalità , la ragione tenta di risalire a una causa ultima dimenticando che essa serve a sintetizzare e collegare in un nesso necessario solo le esperienze possibili ovvero i fenomeni che si danno nell’intuizione sensibile. Il frutto di questa cattiva utilizzazione delle categorie sono le idee della ragione pura che nascono tutte dall’esigenze di pervenire a un’unificazione e una completezza dell’esperienza impossibile mediante la sola funzione dell’intelletto. Sono le idee dell’anima, di Dio, del mondo che costituiscono le principali discipline metafisiche come la psicologia razionale, la cosmologia razionale e la teologia razionale. Le illusioni della ragione hanno una funzione positiva che consiste nella loro funzione regolativa: le idee pongono al nostro intelletto l’esigenza di estendere sempre più il suo campo applicativo e lo incitano a raggiungere il massimo grado di unità e completezza . Le altre opere. La CRITICA DELLA RAGION PRATICA. Se l’esistenza di una scienza della natura era stata assunta da Kant come un dato di fatto egli ritiene un dato di fatto anche l’esistenza di una conoscenza morale di cui bisogna indagare i fondamenti. 22 Tali stazioni sono: la coscienza, l’autocoscienza, la ragione e lo spirito stesso. Per Hegel ogni tappa o figura è in grado di trapassare o divenire nella figura successiva e superiore, l’insieme delle manifestazioni dello spirito costituisce un tutto dinamico che è insieme la storia del sapere individuale e delle tappe che l’umanità ha percorso per approdare alle forme moderne e più elevate della propria consapevolezza scientifica. Famose sono le parti dell’opera che dedicate alla coscienza naturale e all’autocoscienza che sono legate più all’esperienza di ciascuno di noi . egli parte dalla contraddizione da cui è segnata la coscienza , la quale è coscienza di qualcosa che a lei appare autonomo e da essa indipendente “ in se”. Hegel sottolinea come sia la coscienza stessa ad attribuire tale autonomia . L’ambiguità della coscienza : fornisce agli oggetti un’indipendenza rendendoli “ per se” . la scienza che sa tutta questa storia, allora tratta gli oggetti per quello che essi sono cioè “ se per se”. Il passaggio comporta la negazione dell’in se , una negazione che fa parte del movimento dialettico che la coscienza esercita. Hegel fa l’esempio della dialettica tra servo e padrone. Nello studio di questa figura Hegel mette in gioco i concetti di appettito, riconoscimento. Il primo è una determinazione fondamentale della vita al cui appagamento è indispensabile l’altro “ il riconoscimento”. La lotta per il riconoscimento tra autocoscienze si conclude o con la morte o sottomissione dell’avversario. Emblematico è il rapporto tra signoria e servitù. Si nota come la scissione tra lavoro e godimento impedisca al signore la certezza della propria autocoscienza perché il servo, costretto a lavorare per il signore, impedisce a questi il passaggio al concetto della propria autocoscienza. La ragione è caratterizzata dalla certezza che la realtà non è niente di diverso da essa e presenta 3 fondamentali verità di come si rappresenta: 1. Conoscitiva; 2. Pratica; 3. Virtuosa; con lo spirito si fuoriesce dalla dimensione della coscienza per approdare a figure che sono mondi storici. Hegel indaga le manifestazioni delle religioni attraverso cui matura il contenuto cui può pervenire la coscienza. Quando a tale contenuto si associa la forma assoluta maturata dalla coscienza nelle 4 precedenti tappe, questa perviene al sapere assoluto. Altre opere. La scienza della logica. Egli indaga il movimento del pensiero in quanto tale. La logica di Hegel non è uno strumento ma è il movimento del pensiero e quello delle cose. 25 Il movimento è un divenire .la dinamica del superamento della contraddizione. La contraddizione è uno dei concetti fondamentali . per Hegel ogni aspetto del pensare , della vita e del mondo presenta contraddizioni. Ma allo stesso tempo il pensiero , la vita , la storia tendono a superare le contraddizioni e lo fanno togliendole cioè negandole. Un altro concetto base è l’idea: che è rappresentata la forma più elevata cui perviene il pensare. Con l’idea Hegel non intende qualcosa di soggettivo, mentali stico, psicologico ma la modalità in cui accade l’unità tra pensiero e essere. L’enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio. Enciclopedia per Hegel è un’opera che espone le conoscenze in maniera sistematica cioè secondo la loro intrinseca necessità razionale. L’opera è divisa in 3 parti: 1. La scienza della logica; 2. La filosofia dello spirito; 3. Filosofia della natura. Un tema principale che attraversa le tre sezioni è la libertà. “ l’essenza dello spirito è quindi, la libertà, lo spirito è l’idea infinita. Diversi gradi in cui lo spirito deve passare per la sua liberazione”. CAPITOLO 12. NIETZSCHE. Nasce a Rocken a Lipsia nel 1844. La famiglia fortemente radicata nei valori tradizionali si trasferisce nel 1850 a Namburg dove nella scuola privata Friederich studia religione, musica, latino , greco e compone poesia e musica per pianoforte. Si iscrive alla facoltà di teologia di Bonn dove conosce un filosofo classico che può considerarsi il suo vero maestro. 1865 si trasferisce all’università di Lipsia per studiare filosofia classica. Nel 1869 ottiene il dottorato presso l’università di Lipsia e la cattedra di lingue e letteratura greca presso l’università di Basilea. il periodo dello Zarathustra : L’INTUIZIONE DELL’ETERNO RITORNO E L’OLTREUOMO. Dopo l’abbandono dell’insegnamento a Babilonia , Nietzsche si sposta in numerose città europee e italiane fino a stabilirsi a Genova . periodo dedicato a letture sul problema morale in cui vede luce Aurora pubblicato nel 1881. L’estate del 1881 in cui Nietzsche è ripetutamente assalito dalle sue emicranie è caratterizzato da nuove letture e approfondimenti che culmineranno nella prima formulazione della dottrina dell’eterno ritorno delle cose stesse e ritroveremo alla base dello Zarathustra. Nel 1882 pubblica LA GAIA SCIENZA e si reca a Messina. A ritorno si ferma a Roma. Nei nuovi viaggi in Italia è fatta risalire la prima formulazione dell’idea di “ super-uomo o oltre-uomo. Gli ultimi anni : il nichilismo e la volontà di potenza, un’opera mai scritta che ha fatto discutere più delle altre. 26 Gli ultimi anni furono caratterizzati da una profonda solitudine e inconciliabile contrasto con la sorella. Farà uscire a sue spese le ultime opere: al di là del bene e del male. Preludio di una filosofia dell’avvenire e per la genealogia della morale. Nei suoi manoscritti compare allora il tema della volontà di potenza su cui progetta il libro: la volontà di potenza, tentativo di una nuova interpretazione di tutto l’accadere. Intitolato nel 1886 “ la volontà di potenza”. Importanza riveste il tema del nichilismo: inteso quale caduta epocale di senso della vita e impossibilità di credenza nei valori. Dinanzi al peggioramento della sua salute nel 1888 il filosofo viene ricoverato in casa di cura ormai demente. Morirà nel 1900. Compimento o oltrepassa mento della metafisica? Il significato della filosofia di NIETZSCHE è legato al giudizio della sua collocazione di fronte alla metafisica. Egli è l’ultimo dei grandi metafisici “ porta a compimento la metafisica” come sostiene Heidegger. La filosofia nietzscheana metaforizza e riscrive i temi fondamentali della grande metafisica occidentale, sperimentando in maniera radicale e personale le conseguenze della fine della credenza nei suoi temi e valori essenziali: la verità, l’unità, e l’immanenza di senso e di razionalità degli accadimenti, la possibilità di un’universalità del bene e del male , la contrapposizione tra anima e corpo e il dualismo tra realtà e apparenza. Il super-uomo, la volontà di potenza e l’eterno ritorno sono tutte risposte e strumenti concettuali, autonomi e legati l’un l’altro, per riuscire in questa sopravvivenza. Essa si fonda sull’individuo e la sua volontà, che risultano gli unici fondamenti di qualsiasi pensiero e modalità di esistenza. Così parlò ZARATHUSTRA. Lo sviluppo della ricerca filosofica di Nietzsche viene di solito suddiviso in 3 periodi: • Giovanile ( dalla nascita della tragedia e delle 4 inattuali); • Intermedio ( periodo illuministico che va dalla pubblicazione di umano troppo umano alla gaia scienza); • Maturo ( che inizia con la Zarathustra). è un opera che presenta in modo più completa i temi fondamentali del pensiero di Nietzsche e ne permette una conoscenza d’insieme. Questi discorsi vengono tenuti insieme da un intreccio mitologico in cui compaiono personaggi di vario tipo e diversi significati simbolici. Raccontano sogni e rappresentazioni del protagonista che si esprime mediante parabole, allegorie e immagini che hanno richiesto attente interpretazioni. Nietzsche intende rivolgersi a tutti gli uomini per comunicare loro un messaggio profetico e annunziare l’avvento di una nuova era e di un nuovo uomo oltre la modernità, avvenimenti futuri per la cui descrizione le parole non hanno ancora un significato sicuro. 27 Anche in Polonia prevale questo modello di vedere l’epistemologia. I quesiti dell’epistemologia tradizionale: il suo problema centrale è definire i criteri e i caratteri che devono essere presi in considerazioni per giungere alla conoscenza del reale. Si pone dei classici quesiti: ▲ Che cosa è la conoscenza? cosa intendiamo dire quando affermiamo che conosciamo qualcosa? ▲ Come dovremmo arrivare ad essa? ▲ Come ci arriviamo? ▲ I processi con cui ci arriviamo sono i medesimi di quelli con cui dovremmo arrivarci? Tesi a risposta di queste domande. a. La conoscenza è definibile come credenza vera giustificata. Ciò significa che possiamo dire di conoscere p se e solo se: • P è vero, • Crediamo in p. • Abbiamo qualche giustificazione per credere in p. Affinché si abbia conoscenza di qualcosa è peraltro necessario possedere innanzi tutto una credenza, è essenziale che questa credenza sia vera, deve essere anche giustificata. b. Quali siano le regole che bisogna seguire per pervenire alla conoscenza. Ricerca di fondamenti sicuri e su di essi deve venire eretto. Si ritiene che una conoscenza sia giustificata in base alla sua coerenza. Cioè di fatto che il sistema di credenze di cui essa è composta non contiene alcuna contraddizione. c. Compete agli psicologi la risposta alla domanda in modo in cui effettivamente si comportano gli individui nel procurarsi le loro conoscenze. A partire dalla metà degli anni 50 del 900, il compito di studiare i modi effettivi in cui si costituisce la conoscenza nella vita di ogni giorno e nel pensiero comune è divenuto compito delle cosiddette scienze cognitive. Fondazionalismo e carattere normativo dell’epistemologia: assume il carattere di una disciplina normativa indica delle norme sul modo in cui le nostre attività cognitive debbono essere condotte allo scopo di ottenere una conoscenza vera e giustificata. Ciò porta l’epistemologia ad assumersi un compito assai ambizioso: trovare il fondamento delle pretese di conoscenza avanzata dall’umanità in ogni suo campo disciplinare . lo scienziato deve richiedere la garanzia di autenticità dei propri risultati dell’epistemologo che gli rilascia una sorta di certificato attestante il loro carattere fondata conoscenza. Le origini cartesiane dell’epistemologia moderna: il problema della conoscenza è stato posto in modo esemplare e radicale in età moderna da Cartesio, che ha gettato le fondamenta dell’epistemologia quale branca autonoma della filosofia tracciando le coordinate concettuali. Le proposte di Cartesio costituivano una prospettiva unitaria caratterizzata: a. ASSUNZIONE FONDAZIONALISTA: una credenza può essere considerata autentica conoscenza quando è fondata su di una base indubitabile; b. IDEALE DEDUTTIVISTA: è vera conoscenza quella che si può derivare in maniera rigorosa da tale fondamento essente da errori, così rispondendo al dubbio scettico; 30 c. RICETTA PER OTTENERE AUTENTICA CONSCENZA: dobbiamo scartare tutte le credenze che non siano immuni da dubbi o che non possano essere a queste ricondotte mediante una catena inferenziale. ERMENEUTICA. Il termine ermeneutica indica nelle diverse discipline alla quale si applica , l’arte o l tecnica dell’interpretazione. Nata in Grecia dove rimanda al nome di Hermes il messaggero degli dei si è sviluppata come ermeneutica biblica, ermeneutica giuridica, ermeneutica letteraria ecc. Lo sviluppo filosofico di questa disciplina viene a partire da l pensiero dell’800 e poi nella filosofia del 900. L’ermeneutica nella filosofia greca e medievale: nei dialoghi platonici , i termini ermeneia ed hermeneia ricorrono spesso. Da una parte Platone parla di hermeneia rispetto agli oggetti che colpiscono il senso con espressione tra loro opposte: interpretazioni le impressione stesse prodotte dalle cose che, a differenza dalla realtà che non pongono problemi all’intelligenza richiedono invece un lavoro dell’intelletto volto a sciogliere le contraddizioni. In altri testi platonici il verbo hermeneuien fa riferimento all’arte della mediazione per esempio quella tipica dei poeti. In Aristotele prevale il senso più tecnico, l’utilizzo del termine hermeneia come espressione. In Tommaso D’Aquino c’è anche un altro significato del verbo interpretari che sposta l’attenzione sull’elucidazione dei significato e sui modi in cui esso è trasmesso si incrocia naturalmente con la riflessione sulla Sacra Scrittura. Il problema dell’interpretazione nella filosofia moderna: la storia rinascimentale e poi moderna di interpretazione nasce qui. Nasce dall’esigenza di circoscrivere l’atto interpretativo, difendendolo dai possibili abusi. Nel Medioevo il problema dei sensi della Scrittura aveva trovato una sistemazione sotto la categoria dell’interpretazione figurale; in età umanistica questa lettura si accentua in pensatori come Marsilio Ficino, Giovanni Pico della Mirandola: qui la dottrina dei diversi sensi del testo scritturale si complica con l’inserimento di elementi simbolici di origine neo-platonica e cabalista. Nella riforma protestante la cui polemica contro le interpretazioni canoniche tocca proprio l’indebita figurazione della bibbia. L’obiettivo della riforma è appunto quello di individuare un criterio che limiti gli arbitrii della interpretazione figurali: sebbene i due movimenti muovono da presupposti e con intenzioni radicalmente opposti è evidente che entrambi i percorsi si propongono di rispondere agli eccessi e agli abusi di cui abbiamo parlato. L’ermeneutica come “ koinè” filosofica contemporanea: il legame tra storia e interpretazione è formalizzato in modo esplicito da Wilhelm Dilthey, per la quale la vita spirituale dell’uomo si esprime compiutamente soltanto nel linguaggio. “ non c’è interpretazione senza storia e non c’è storia senza interpretazione” L’idea che l’interpretazione è la storia non possano prescindere l’uno dall’altra è il filo conduttore che apre la riflessione novecentesca sull’ermeneutica. 31 Martin Heidegger dice che la filosofia come “ analitica esistenziale”, cioè riflessione attorno alle determinazioni che fanno dell’uomo un essere nel mondo, un’esistenza concreta nelle sue condizioni strutturali di possibilità. Il rapporto con il mondo è soltanto in chiave interpretativa.: il linguaggio è un bagaglio di tradizioni al quale l’esserci attinge per rapportarsi al mondo e che dunque comprende di volta in volta interpretivamente. Nell’ermeneutica contemporanea ha mantenuto una posizione specifica in questo contesto proprio per la declinazione ontologica di cui si diceva; una declinazione che le ha consentito di individuare nel linguaggio non tanto un filtro attraverso cui leggiamo il mondo ma come la struttura profonda della realtà stessa. ESISTENZIALISMO. Corrente assai complessa in cui convivono prospettive teoriche differenti e contrastanti: l’esistenzialismo è approdato sulle rive del Senna è diventato un fenomeno di costume e ha influenzato il modo di pensare e di vivere. Comincia a delinearsi tra le 2 guerre mondiali per svilupparsi poi ed estendersi nel secondo dopoguerra fino agli ultimi decenni del ventesimo secolo. Centri principali sona la Germania, Francia ma pure in Italia si sono avute manifestazioni significative e originali. Esso nasce in polemiche contro tutte le filosofie che pretendono di offrire una spiegazione razionale ed esaustiva di tutto il reale. Pone l’accento su alcuni punti comuni in netta antitesi con quelle prospettive : viene sottolineata la peculiarità dell’esistenza umana rispetto a tutte le altre cose e viene rivendicata la necessità di comprensione che non rende l’uomo un oggetto pari degli altri. L’individuo umano è un singoli irriducibile, definito dalla concretezza della situazione. Egli essendo libero, può scegliere e decidere rischiosamente di sé e del proprio destino. Modalità della possibilità umana che apre una pluralità di opzioni e a un progetto in cui ogni individuo decide del proprio futuro mettendo sempre in discussione se stesso attraverso le diverse forme d’impegno. I precursori: l’autore che costituisce riferimento privilegiato per i vari pensatori esistenzialisti è il filosofo danese che aveva polemizzato con Hegel la sua proposta di un sistema assoluto e totalizzante, per rivendicare, il primato del singolo , costituito dalla sua relazione con gli altri io e con il suo rapporto diretto e immediato con Dio. Un contributo lo da anche la letteratura russa: mette in luce la tragicità dell’esistenza umana ove bene e male sono spesso contigui, mentre tratti di vita in autentica assumono l’aspetto di un tranquillo amoralismo, in cui la felicità sembrerebbe compatibile con uno stato di servitù volontaria e ben accetta. In Francia: 2 autori. Entrambi sottolineano temi come la libertà . del male e del peccato: il primo contrappone alla pretesa del razionalismo filosofico e scientifico il mistero, che avvolge l’esistenza umana; il secondo muovendo da un rifiuto della razionalità filosofica e scientifica moderna, mette in rilievo la solitudine esistenziale dell’uomo che può essere superata solo ritornando al principio divino e collo barando liberamente al compimento della creazione. 32 sviluppa un’ontologia il cui carattere fondamentale sarà la radicale alterità tra la coscienza e il mondo: la prima è nulla rispetto al secondo perché solo così può essere apertura intenzionale a tutto e assoluta libertà da ogni condizionamento. FILOSOFIA ANALITICA. In tempi più recenti il concetto si esteso fino a comprendere tutta la riflessione filosofica da Russell fino alla fase americana sotto Moore fino a raggiungere l’ultimo decennio del ventennio del secolo. Un metodo d’indagine oppure un insieme di dottrine condivise? Il privilegiare un certo tipo di problemi a preferenza di oppure la comune accettazione di una certa genealogia intellettuale? Dalla filosofia scientifica a quella analitica: la filosofia scientifica esprime l’esigenza di rendere sempre più rigorosa ed esatta la filosofia. Nel 900 con Moore e Russel. Russel ne fa un programma consapevole trovandone lo strumento fondamentale per raggiungere precisione e chiarezza nella nuova logica matematica. Vi è la volontà di far piazza pulita della filosofia tradizionale. Comunque la filosofia analitica ha anche le sue origini nella tradizione mitteleuropea . infatti la sua storia inizia nel 1874 con Franz Brentano; a Vienna si riunisce un gruppo accumunato da riflessione su filosofia e scienza che ruota intorno alla domande: “ come è possibile evitare le ambiguità e le oscurità tradizionali della filosofia? Come possiamo realizzare un accostamento tra filosofia e scienza?” Dopo la 2 guerra mondiale la filosofia analitica si interesserà al linguaggio comune laddove l’analisi del linguaggio della scienza diventa prerogativa della filosofia della scienza. Si tratta della filosofia analitica insegnata a Cambridge negli anni 40. Il metodo dell’analisi: la filosofia scientifica che ha in mente Russell è “ minimalista”; gradualista, in quanto vuole risolvere i suoi problemi un passo alla volta; è consapevole che non tutto può essere risolto e che molto va lasciato alla scienza. Infatti un gran numero di problemi filosofici si possono risolvere immettendo il metodo trovato da Galileo Galilei per la fisica. È reso possibile dalla nuova logica matematica e si concretizza con il cosiddetto “ metodo d’analisi”. Locke ha ripreso l’idea cartesiano di chiarire le idee mediante la loro scomposizione nelle cosiddette “ idee semplici”; Hume ha arricchito la metodologia analitica con la distinzione tra proposizioni analitiche e sintetiche: per ogni concetto ambiguo è necessario operare una riduzione , in grado di ricondurlo a un rapporto tra fatti o a nessi di idee. Bisogna tener distinta l’analisi grammaticale e quella logica di una proposizione: solo la trasformazione della prima nella seconda garantisce la possibilità di cogliere la verità dell’enunciato. La struttura della proposizione sta in profondità, può essere espressa più o meno in un enunciato, grazie alle risorse fornite dalla logica; quest’ultima ci permette dopo secoli di confusione di scoprire la struttura reale che regge il nostro discorso. Ogni proporzione ambigua deve essere tradotta in maniera da mostrare l’autenticità forma logica che ne esibisce la struttura profonda. La filosofia analitica del secondo 900: il linguaggio è fatto di molteplici giochi linguistici che non riflettono alcuna realtà metafisica, ma solo la condizione storica e culturale delle diverse comunità. 35 Il compito della filosofia è quello di chiarire le regole che stanno alla base dei vari giochi linguistici e di dissipare gli equivoci che possono nascere nella mente dell’uomo dalla loro ignoranza. La filosofia non è più una chiarificazione logica dei pensieri ma un’attività terapeutica: ci libera “ crampi mentali” causati dalla non chiara coscienza delle regole e del modo in cui funzionano i giochi linguistici. Non ha nessuno scopo cognitivo in quanto non spiega e dimostra nulla, non sostiene “ tesi” o “ teorie” filosofiche, non scopre alcuna verità ma limita solo alla chiarificazione del pensiero. Il destino della filosofia analitica: anni 60 si tramonto nell’interesse linguaggio ordinario e una rinascita di interesse per la metafisica intesa come descrizione della struttura del nostro pensiero e del funzionamento dei nostri concetti. Dagli anni 70 in poi si ha anche il recupero interesse per la fondazione delle scienze empiriche che comprendono anche la biologia e la psicologia. FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO. Può essere intesa in 2 modi: 1. Particolare corrente filosofica che incarna in una serie di pensatori e ha delle tesi specifiche da sostenere ; 2. Come una particolare settore della filosofia che studia un aspetto peculiare ed essenziale dell’attività umana ( linguaggio); la filosofia linguistica: indica la prospettiva generale di quei filosofi che rivolgono la loro attenzione al linguaggio inteso come il luogo privilegiato in cui sono affrontati i problemi filosofici. Essa risale alla cosiddetta “ svolta linguistica” la quale introduce la concezione secondo cui i problemi filosofici sono problemi che possono essere risolti o riformando il linguaggio o ampliando la conoscenza del linguaggio che usiamo. Il linguaggio diventa l’unico mezzo per affrontare ogni problema della filosofia e di conseguenza ogni aspetto della realtà. La filosofia linguistica può prendere 2 strade diverse: • Tentativo di ricostruire un linguaggio ideale che abbia doti di chiarezza. Si procede creando dei veri e propri linguaggi artificiali. Alla base vi è l’idea che i problemi filosofici sono generati dal linguaggio e una volta riformulati in modo adeguato essi vengono dissolti; • Analisi descrittiva delle significato delle parole e delle proposizioni contenute nel linguaggio comune, nella convinzione che i problemi filosofici possono essere risolti accertando quale sia il significato autentico da attribuire alle parole . Intende la filosofia linguistica come un insieme di scienze: la filosofia analitica, il neopositivismo, l’epistemologia del 900 ma anche certi indirizzi teologici o storiografici. La filosofia del linguaggio: la sua origine è nel pensiero greco con il movimento sofista. Tra i filosofi odierni si è consolidata la tradizione che risale alle riflessioni di coloro che vengono considerati “ classici della filosofia del linguaggio” ( Russell). La filosofia del linguaggio in anni più recenti ha spesso incrociato i suoi problemi e le sue soluzioni con le linguistica teorica o generale. Quest’ultima è una specifica disciplina che mette in atto lo studio “ scientifico” del linguaggio inteso come facoltà di comunicare e di stabilire una relazione interpersonale, collegando segni linguistici e significati, con 36 intento prevalentemente descrittivo e sistematico, allo scopo di individuare le regole e le leggi che governano in generale il linguaggio umano, come si è storicamente costituito. MARXISMO. Il termine marxismo delinea un indirizzo di pensiero che si ispira alla riflessione filosofica e teorica di Marx e Engels. A partire dall’800 ha avuta una grande influenza nella cultura europea e internazionale anche per aver fornito le basi culturali e teoriche del movimento operaio, sorto nella rivoluzione bolscevica russa nel 1917, la successiva costituzione dell’URRS . Una storia dove si interessa di libertà, emancipazione . sul piano sociale solo il Cristianesimo ha avuto un importanza e influenza simile. La fasi storiche del marxismo filosofico: ♦ Un periodo iniziale: potremmo chiamare il periodo del marxismo filosofico della seconda internazionale e della costituzione della concezione del mondo marxista cui reagiscono pensatori dell’idealismo come Benedetto Croce e Giovanni Gentile. ♦ Secondo periodo: risale la pubblicazione di storia e coscienza di classe di Lukacs che ha proposto una sorta di “ hegelo-marxismo” in polemica con dogmatismo staliniano, appartiene anche la pubblicazione “ quaderni del carcere” di Gramsci. ♦ Il terzo è il periodo che inizia a cavallo della fine anni 60 e che arriva alla prima parte degli anni 80 del 900 caratterizzato da un ritorno ai testi di Marx; ♦ L’ultima fase , l’attuale in cui la letteratura di marx e degli altri classici del marxismo non ha l’intenzione di costruire o prolungare una tradizione marxista e che fa parte della “ fortuna” del classico Marx. È possibile individuare alcune problematiche in quale la filosofia è stata sfidata dal marxismo: I. La concezione della storia: Marx ha in comune con Hegel che esistono epoche storiche caratterizzate da un’unità di tutti fenomeni materiali e spirituali che la caratterizzano; che la successione delle epoche costituisca un progresso che a senso ( direzione, fine). Diversamente da Hegel , Marx interpreta i termini della contraddizione come fatti della vita materiale espressi dalle idee e dalla forma della cultura. Se per Hegel il fine della storia è libertà, per marx la storia che l’umanità moderna attraversa ha come fine il comunismo; II. La concezione dell’etica: il marxismo non si interessa all’etica individuale e interpretare quella collettiva come espressione degli interessi economici , sociali e politici delle classi. III. Alcuni indirizzi particolari: l’incontro del marxismo con la tradizione filosofica e la ricerca teorica ha dato vita ad alcune esperienze assai rilevanti che si sono tradotte in veri e propri indirizzi di pensiero che hanno caratterizzato il dibattito filosofico 900. Le più significative: la scuola di Francoforte ha fatto del marxismo la chiave teorica per una ricca analisi critica della moderna società capitalistica e delle sue espressioni culturali ; l’esistenzialismo soprattutto quello francese che ha ripreso le chiavi marxista della libertà, della scelta morale e dell’impegno politico dell’intellettuale, l’incontro tra marxismo e strutturalismo .ù NICHILISMO. 37 III. Fenomenismo, nominalismo e lotta alla metafisica: i positivisti rifiutano in generale di effettuare una differenza tra quanto ci appare attraverso i sensi e un’essenza profonda che dovrebbe essere colta solo per mezzo della razionalità: tutto ciò che abbiamo a disposizione è l’esperienza. Compito della scienza è quello di ordinare i fatti singoli, organizzarli in leggi e rendere possibile la previsione, senza cercare di immaginare ; IV. Dal positivismo al neopositivismo: neopositivismo si ricollega al positivismo dell’800 all’empirismo classico quello di Hume. Si forma nel corso dei primi decenni del 900 è quella reazione alla filosofia speculativa classica tedesca e al tradizionale cattolico, nell’intenzione di pervenire a una filosofia adeguata alle nuove svolte che stavano avvenendo in fisica come la teoria della relatività di Einstein e la nuova meccanica quantitativa. Centro iniziale del neopositivismo fu “ circolo di Vienna” che si costituisce nel 1928 . dimostra una capacità straordinaria di diffusione sia in Europa che negli Stati Uniti. V. I concetti fondamentali del neopositivismo: le influenze culturali sono state: l’empirismo e il positivismo, l’illuminismo. VI. Il destino della metafisica e il compito della filosofia: la metafisica viene vista senza alcun significato. La filosofia deve limitarsi alla funzione di chiarificazione del linguaggio. VII. Il pragmatismo americano: il suo fondatore è Peirce la cui importanza sarà per lo più riconosciuta dopo la morte in qualità di logico e i contributi dati alla semiotica . VIII. La verità come capacità di produrre azioni: l’idea principale del pragmatismo è connessa alla necessità che il pensiero dimostri operativamente la sua efficacia e venga concepito come uno strumento di azione e non di contemplazione di una realtà data. Per Dewey il modo corretto di intendere il pragmatismo è di porre in luce la funzione dei risultati come verifiche della validità delle proposizioni, purché i risultati stessi siano operativamente stabiliti e risultino capaci di risolvere il problema specifico che ha provocato quella operazione.. un’idea diventa vera , è resa vera dagli eventi. SCUOLA DI FRANCOFORTE. Sul finire degli anni 60 si designa un movimento filosofico strettamente correlato all’istituto per la ricerca sociale fondato presso l’università di Francoforte. Nato sul finire degli anni 20 e consolidatasi nel corso degli anni 30 e 40 l’istituto si era ormai trasferito a New York . al centro della sua analisi ci sono il capitalismo di Stato e la sempre minacciosa affermazione fasciste. Con la nomina di cancelliere di Hitler nel gennaio del 1933 e il rapido affermarsi della dittatura marxisti di origine ebraiche sono costretti ad abbandonare Germania. Nel 1947 con il titolo “ dialettica dell’illuminismo”. La domanda di fondo dell’opera è: perché l’umanità , invece di entrare in uno stato veramente umano, sprofonda in un nuovo genere di barbarie, come si è costretti a evincere dalle atrocità nazifasciste?” per risolvere la domanda ci si appoggia alla tesi dell’autodistruzione dell’illuminismo: nella dialettica tra dominio ed emancipazione si va affermando il lato negativo “ il progresso si capovolge nel regresso” l’illuminismo distrugge se stesso. Nel dopoguerra a oggi: terminata la guerra ristabilivano i contatti con Francoforte e riattivata la pratica vi si ristabilirono. SPIRITUALISMO. 40 Il termine compare nell’800 con Victor Cousin che con esso definisce la propria posizione filosofica e viene poi usata per indicare una corrente complessa e variegata che si sviluppa soprattutto in Francia. Viene criticata la pretesa avanzata dal positivismo di conseguire attraverso alcune scienze come la fisiologia e la psicologia una comprensione adeguata dell’uomo anche nelle dimensioni intellettuali e spirituale che varrebbe ridotte alle basi fisiche. Gli ispiratori dello spiritualismo vengono delineati in Platone e nella sua difesa di un orizzonte sovrasensibile raggiungibile mediante intuizione intellettuale ma soprattutto in Agostino e Cartesio i quali vedono nella coscienza e nell’autocoscienza il punto d’avvio della ricerca filosofica. Sottolinea la dimensione dell’interiorità cioè il raccoglimento in se stessi , il luogo dove vive la verità. Lo spirito non è concepito come una sostanza ma come attività originaria ; perciò non può essere afferrato tramite concetti. Questa tipo di esperienza risulta primaria rispetto a quella della scienza. Lo spirito umano è sempre condizionato dal suo corpo e dal mondo che lo circonda ed è aperto agli spiriti e a Dio . egli da la spiegazione ultima che l’uomo non trova in se stesso e non riesce a darsi da solo. Fra azione e intuizione: una delle componenti dello spiritualismo è offerta dalla filosofia dell’azione di Blondel , il quale ritiene che la filosofia abbia il compito di delineare le condizioni di pensabilità della religione: tra naturale e soprannaturale c’è un salto, il soprannaturale è qualcosa di gratuito ma è anche plausibile. Distinzione tra volontà voluta ( risultato conseguito sempre limitato insoddisfacente) e volontà volente ( capacità dello spirito umano di tendere sempre oltre la realtà singola). Tra spiritualismo e personalismo: Mounier fonda il movimento personalista. Riflettendo sulla crisi mondiale del 1929 interpreta come una crisi di civiltà egli polemizza sia contro l’individualismo e l’egoismo della società borghese e la concezione antropologica che ne sta alla base , sia contro il materialismo e l’ateismo, propri del marxismo e propugna una valorizzazione della persona non concentrata su di sé, ma aperta a Dio e agli altri. UTILITARISMO. Proposta normativa sulla condotta morale degli esseri umani. Essi condividono l’impostazione fatta valere con chiarezza dal fondatore di questa linea di pensiero di Jeremy Bentham : le azioni giuste debbono essere identificate nelle situazioni concrete privilegiando quella condotta che, tra le diverse alternative che si stanno di fronte, otterrà il massimo bene, ovvero la maggiore felicità generale. Essi si sono sempre impegnati nel proporre soluzioni ai problemi morali, giuridici e politici. La storia dell’utilitarismo: Brentham: liberare la società dai pregiudizi e dalle ingiustizie che mantenevano in vita un costume morale costruito per difendere gli interessi dei ceti aristocratici dominanti. Contestò le istituzioni del suo tempo: il funzionamento dei tribunali,l’amministrazione della giustizia penale e dei carceri, i meccanismi di votazione politica. Contro di esse propone di adottare l’uso del metodo utilitaristico. Attraverso una discussione pubblica delle varie opzioni disponibili era in grado di fornire riforme etiche- politiche che miglioravano le condizioni di vita. John Stuart Mill: obiettivo principale era quello di trasformare le istituzioni giuridiche e politiche . operava per trasformare la società civile in modo tale da rendere possibile la piena libertà di tutti. 41 Il ventesimo secolo: vengono avanzate tante formulazioni etiche che identificarono il bene e la felicità generale non più con i piaceri oggettivi quanto piuttosto con il soddisfacimento delle preferenze e i desideri individuali. SEZIONE V. PROBLEMI. ANTROPOLOGIA FILOSOFICA. Kant affermava nelle sue lezioni di logica che le tre domande filosofiche fondamentali “ che cosa posso sapere?” “ che cosa debbo fare?” e “ che cosa mi è dato sperare?” e una quarta domanda “ che cosa è l’uomo?” Il progetto dell’antropologia dell’uomo di Scheler riconsidera l’intera sfera del vivente a partire dalle continuità e discontinuità che in essa si dispiegano rispetto al suo culmine metafisico nell’uomo. Comune alle piante è infatti l’impulso affettivo, la tendenza alla crescita e alla riproduzione priva di rappresentazione; comune agli animali sono gli istinti , gli atti di origine innata volti a mantenere in vita gli organismi; agli animali superiori la memoria associata, il comportamento abitudinario che fissa per prove ed errori le associazioni funzionali e l’intelligenza pratica. Esclusivo dell’uomo è il principio dello spirito. Lo schema scheleriano assegna a tutto il vivente una dimensione psichica . in quanto spirito è “ persona” che si apre illimitatamente al mondo. La condizione umana è definita da tre leggi: I. L’artificialità naturale ( radicamento nella via indiretta della cultura, secondo la quale l’uomo , privo di sicurezza istintuale si trova costretto a vivere percorrendo diversioni attraverso le cose artificiali; II. L’immediatezza mediata ( impossibilità di permanere in e di fare a meno di uno dei due termini, nel quale l’elemento intermedio è necessario per garantire l’immediatezza della connessione; III. Non in equilibrio privo di luogo e tempo essere eccentrico spaesato “ deve diventare qualcosa”. Ghelen considera la specie umana come svincolata dall’adattamento a un ambiente specifico ed esposta alla massima apertura al mondo, priva di dotazioni naturale, della guida degli istinti e della sicurezza di comportamento che consentono agli animali di mantenersi in vita . l’uomo occupa perciò una posizione particolare rispetto all’animale e a confronto a esso deve definirsi “ essere carente” sebbene egli sia nella realtà organica sottoposto alla ricchezza della pressione di stimoli molteplici e di eccesso pulsioni che lo spinge ad attivare una serie di prestazioni di esonero del contatto diretto e di azione a distanza come la coscienza, la fantasia e il linguaggio. BIOETICA. Deriva da due parole greche che rinviano a vita ed etica. Si tratta di problemi che non coinvolgono solo la filosofia ma anche la medicina, il diritto, l’economia e la politica. Si risale oncologo Potter l’iniziale uso del termine nel 1970: una scienza che unisca la competenze biologica e attenzioni umana. Si possono individuare alcuni orientamenti fondamentali: prescindendo da chi considera la bioetica solo un crocevia di discipline diverse, senza possedere autonomia e unità contenutistica , viene interpretata come l’applicazione di alcuni principi etici, apparentemente autonomi , molto generali. 42 Guardando in particolare alle singole scienze del complesso , va ricordata innanzitutto la cibernetica cha ha aperto una via privilegiata alle attuali teorie della complessità. Teoria del caos deterministico, legata allo studio matematico della dinamica dei sistemi non lineari avviato già da Poincarè agli inizi del 900, muove da riconoscimento che nei sistemi dinamici non lineari un mutamento anche in piccolo nella configurazione di partenza produrrà nel tempo differenze macroscopiche nello stato del sistema. 4 caratteri costitutivi di un sistema complesso, individuandone così il grado di complessità: ✓ È composto da molte parti; ✓ Presenta una mutua interazione o correlazione tra le parti, ovvero risulta invariante per variazioni, indipendentemente dalle sue parti; ✓ Esprime insieme eterogeneità e organizzazione, insiemi di strutture ordinate distribuite irregolarmente nel disordine ; ✓ È correlato con l’ambiente con meccanismi di feedback che lo modificano strutturalmente. ECOLOGIA. Dal greco “ oikos” ( casa, ambiente di vita) e “ logos” ( discorso , studio) può essere considerata la disciplina che studia la biosfera: il termine ecologia fu coniato dal biologo tedesco Ernst Haeckel nel 1866 sulla falsariga darwiniana dell’approccio complessivo allo studio dei viventi quale esito di processi selettivi e correlativi. La visione della natura come “ tutto in relazione” vale a dire come insieme che si struttura in equilibri dinamici ed evolutivi, da luogo nell’ecologia a diverse impostazioni: a. La prospettiva olistica vale a dire la tendenza a privilegiare il tutto alle singole parti, con richiami alle religioni e alle filosofie orientali; b. La lettura organicistica che instaura una relazione di identità tra il microcosmo del vivente e il macrocosmo dell’ecosistema; c. L’interpretazione ecocentrica , che privilegia la relazione ossia la struttura di interfaccia del vivente e gli eventi collaborativi piuttosto che la competizione adattiva; d. La critica dell’atropocentrismo in nome di una visione biocentrica che rifiuta il dominio incondizionato dell’uomo sul mondo e ne sottolinea l’azione perturbante; e. Il rifiuto del riduzionismo in nome di una lettura sistemica, dove la connessione e l’informazione contenuta nella cablatura del sistema da luogo a qualità che trascendono la sommatoria delle singole parti; f. La messa in mora della meccanica newtoniana e della linearità dei processi, a favore del fattore temporale, dell’entropia e degli eventi ricorsivi. L’ecologia trae origine da 2 pensieri: 1. Da una pare c’è la matrice razionalista, orientata a studiare i fenomeni naturali in termini fisico- chimici, liberandoli da ogni influsso metafisico, attraverso le concezioni di sostrato, di sviluppo termodinamico; 45 2. Dall’altra si trova la matrice spiritualista e post-romantica, che tende a leggere in modo olistico i rapporti tra i viventi, ma più spesso a interpretare gli equilibri della natura in opposizione all’attività dell’uomo. ESTETICA. Dimensione estetica dell’esperienza umana vale a dire l’esercizio di un atteggiamento estetico nei confronti del mondo, si esplica per lo più in alcuni giudizi, pronunciando i quali riconosciamo a qualcosa o una parte di qualcosa determinate qualità che possiamo definire “ estetiche”. Assumere un punto di vista estetico significa così giudicare un oggetto o una persona belli o brutti, graziosi o delicati. Un problema dibattuto oggi dai filosofi è quello di chiarire in che rapporto stanno le qualità estetiche di un oggetto con quelle che sono chiamate le sue proprietà di base. Da una parte si sottolinea il peso che ha la cultura, l’educazione, la storia e l’immaginazione di ognuno nell’attribuire una qualità estetica superlativa a un oggetto anziché a un altro; dall’altra si sostiene che una qualità estetica , pur non essendo la mera somma delle caratteristiche oggettive di qualcosa ha con queste caratteristiche un vincolo necessario. L’uscita dal dilemma sta forse nel sostenere che giudicare esteticamente qualcosa riconoscendogli determinate qualità e espressioni di una relazione in cui è coinvolta tanto la soggettività di ognuno e quindi anche la sua cultura, la sua educazione e la sua storia, quanto l’affettività scoperta di una qualità dell’oggetto e più in generale del mondo che arricchisce la nostra vita di senso, coinvolgendo non solo la nostra intelligenza ma anche la sfera dei sentimenti e delle emozioni. Rilevare anche differenze tra le qualità estetiche ed etiche. Quest’ultime , a differenza delle prime, si riferiscono soltanto alle persone e più precisamente alle loro azioni, al modo di comportarsi con gli altri e dell’ambiente. Differenti sono anche i giudizi estetici e quelli etici. I primi non possono essere smentiti i secondi possono essere smentiti dai fatti. Nel caso dei giudizi etici il giudizio è dato rapportando un’azione rispetto ad una norma secondo la quale si dovrebbe agire ed è confrontandosi a tale norma che un’azione e alla persona che la compie viene riconosciuto un valore. I giudizi estetici sono immediati in quanto espressione non solo dell’esperienza percettiva di qualcosa, ma anche dell’effetto positivo o negativo e dunque del sentimento che tale percezione suscita su di noi. Il mio giudizio estetico della rosa non dipende da quanto conosco di essa. Può così anche darsi il caso che vediamo qualcosa come bello senza riuscire a sapere di cosa si tratti. Possiamo riconoscere una qualità estetica a un’immagine senza sapere a cosa si riferisca e forse può anche non riferirsi a niente di reale. 1. Il nostro usare quotidiano termini come “ estetico” o “ estetica” deriva dalla nascita , nel corso del 700 di una disciplina filosofica chiamata “ estetica”. 2. La seconda considerazione concerne per il fatto che l’estetica è comunque un tipo di conoscenza . ETICA. Si occupa di problemi morali. 46 La morale è una modalità della nostra esperienza, un’angolatura da cui sentiamo, vediamo e riflettiamo sulle cose. La possiamo distinguere ma anche accostare ad altra “ angolature” come il senso della bellezza, dell’ordine e dell’armonia che vediamo nella creazione umana o la simpatia che nutriamo per gli altri. La morale ha una storia e sebbene la filosofia abbia spesso ricostruito la logica e i fondamenti delle nostre considerazioni morali in termini purificati dalle vite concrete e storiche degli esseri umani , la morale esprime e trova la sua fonte nei modi in cui gli esseri umani hanno convissuto, dando importanza ad alcuni aspetti delle loro relazioni anziché ad altri. La morale che oggi ci caratterizza è frutto del processo di civilizzazione che hanno caratterizzato la modernità. Distinzione tra sfera del privato o del personale e quella del pubblico. ✓ Da una parte, la morale si estende lungo l’intero arco che va dal proprio mondo interiore e dalle scelte personali e che trova espressione nel modo unico di vivere se stessi, sino alla convinzione e agli obblighi che definiscono il senso della giustizia e dell’interesse generale. ✓ Dall’altra questi due poli esprimono sfere diverse della morale che è importante mantenere distinte: la prima da voce a orientamenti personali che rispettiamo perché danno forma alla vita di qualcuno , ma che possiamo sentire anche lontani ed estranei; la seconda sfera esprime invece principi e considerazioni che danno voce al senso di giustizia e dell’interesse generale che tiene assieme la società come una comunità di persone. FILOSOFIA DELL’EDUCAZIONE. Ogni società si perpetua e si arricchisce lasciando alle giovani generazioni partecipi della cultura di cui quella società è testimone e intorno a cui essa si identifica. Il sapere riflessivo riflette sulle credenze, saperi, organizzazione sociale e politica, cosicché anche l’educazione ne viene investita: progettazione di modelli educativi individuali di formazione, la svolta viene con Socrate che risveglia la coscienza dei giovani per renderli protagonisti della loro avventura conformazione e non come scelta personale e responsabile . Platone ridefinisce anche l’educazione sociale all’interno di una società ideale cui fissa le coordinate di struttura: le diverse classi sociali, i loro ruoli, i loro diversi percorsi educativi. Così è nata la filosofia dell’educazione che per di più per 2000 anni è stato il mezzo per riflettere sull’educazione in atto nelle società storiche e per riprogettare modelli nuovi. Nel 900 ci fu stata una radicale trasformazione dovuta: ✓ La nascita e l’affermazione sempre più cruciale delle scienze dell’educazione; ✓ Il caratterizzarsi della filosofia come sapere riflessivo analitico e critico; ✓ La crescita di un fascio articolato di modelli filosofici critici. Ciò a prodotto un ripensamento della filosofia dell’educazione caratterizzato da specializzazione e da un problematizzazione. È stato riconfermato il ruolo della filosofia dell’educazione ma la sua ridimensionata caratterizzandola al tempo stesso meglio. Le scienze dell’educazione, oggi, riconoscono i sapere di riferimento all’educazione sono le varie scienze le quali danno conoscenze per affrontare e risolvere i problemi educativi. 47 LA NARRAZIONE. Platone: ci sono cose che si lasciano spiegare attraverso il logos e cose che per essere capite hanno bisogno del mito. Chi voglia risolvere un problema di geometria deve rivolgersi al logos. Invece, quando si ha che fare con le grandi questioni etiche ( riguardano la morte, la nascita) è inevitabile prestare ascolto al mito, al racconto, alla narrazione di storie. È al mito che Platone fa ricorso ogni qualvolta si trova ad affrontare i grandi temi “ esistenziali”, temi come la responsabilità e la libertà, l’amore, la condizione umana in generale. ✓ Il mito di Er racconta dell’anima che, prima della nascita, è chiamata a scegliere fra le vite possibili rimaste a disposizione. Fatta la scelta , la vita sarà poi quella. Vita obbligata, ingabbiata in una situazione. ✓ Il mito dell’androgino a essere indagato è eros. Nelle remote origini gli uomini erano creature del tutto autosufficienti, anche e soprattutto dal punto di vista sessuale.. nessuno aveva bisogno di nessun altro, di quanto ciascuno disponeva di 2 organi sessuali e quindi riuniva in una persona tutte le dualità o coppie possibili. Ciò produsse negli uomini sicurezza tracotanza. Zeus per punirli, li separò in 2 metà. Da allora essi non fanno che cercarsi, al fine di ricomporre l’unità perduta. E che cosa è l’amore, se non questa ricerca della parte di sé di cui si soffre la mancanza? ✓ Dal mito della caverna impariamo d’essere simili a prigionieri che, incatenati in un profondo carcere, prendono per vere le figure proiettate dalla luce solare sulle pareti opposta all’uscita. Invece la verità, la realtà è la fuori. Là che va cercata, dopo essersi liberati dall’illusione. NEUROBILOGIA. Nel 900 è stato detto il secolo del cervello. Dopo la scoperta del neurone ad opera di Golgi, la nostra conoscenza del cervello ha progredito senza interruzioni. È stato utilizzazione della tecnica di studio non invasive a dare una svolta decisiva all’incremento esponenziale delle ricerche. La tomografia assiale computerizzata (TAC) e visualizzazione della risonanza magnetica (NMR) hanno permesso di tracciare una cartografia funzionale del cervello nella quale indicate con grande precisione le aree cerebrali coinvolte nelle funzioni motorie, nella sensibilità, nell’emozione, nel linguaggio, nelle operazioni matematiche, nelle decisioni, nell’attenzione. Il cervello non è solo una macchina , ma un organo le cui formazione è regolata dall’interazione fra le informazioni genetiche ereditarie e dall’ambiente. Lo sviluppo del cervello può dirsi pienamente compiuto intorno ai 20 -22 anni. Le ricerche neuro scientifiche mettono a disposizione della filosofia conoscenze sul funzionamento di capacità umane fondamentali, quali il pensare , parlare, fare scelte, interagire sensatamente con gli altri. A partire dagli anni 70 del 900 Edelman ha sostenuto che il cervello si forma attraverso due processi selettivi: la selezione naturale e la selezione somatica. Questa teoria definita “ darwinismo neurale” si fonda su un altro principio detto “ rientro” riguarda il modo in cui operano in maniera integrata gli eventi selettivi, descritti dai primi due principi: permette infatti di spiegare l’interazione fra le mappe cerebrali e la sincronizzazione dell’attività dei gruppi neuronali. Si tratta del meccanismo che consente le coordinazioni spazio-temporali nei diversi eventi sensoriali e motori. Le emozioni non decidono per noi ma ci danno delle informazioni che la ragione da sola non riuscirebbe a raccogliere . il cervello è in grado di cogliere segnali dal corpo e di simulare anticipatamente le reazioni conseguenti a un certo comportamento, una capacità che Damasio definisce “ marcatore somatico”. 50 “ neuroetica” : si occupa delle questioni etiche, sociali, legali, politiche e mediche che scaturiscono dall’applicazione delle scoperte scientifiche sul cervello alla pratica medica, alle interpretazioni della legge e alla politica sociale. PRATICHE FILOSOFICHE. La consulenza filosofica è nata in Germania con Achenbach . ha il vantaggio di essere una forma di razionalità prospettiva , in grado , dunque di prendere le mosse dalle particolari concezioni del bene degli individui per orientarle internamente. Se la morale di Kant metteva da parte le emozioni, i sentimenti e le particolari concezioni del bene dei singoli, interpretandoli come lati dell’umano eticamente non qualificati , per puntare sull’immediata adesione del singolo alla legge universale. Nell’ermeneutica di Achenbach trovava le categorie filosofiche che gli permettevano di contrapporsi sia al riduzionismo etico di stampo naturalistico sia al trascendentalismo universalistico che fonda il ragionamento etico sulla messa in mora delle particolari concezioni del bene degli agenti morali. Egli aveva pensato alla consulenza filosofica come una modalità sia di sostituzione della psicoterapia sia la sostituzione della filosofia accademica, oggi si tenta di differenziare il ruolo del filosofo pratico sia dal terapeuta sia dallo studioso universitario. Lo sviluppo più interessante è quello che vede il filosofo operare in ambiti istituzionali. L’ipotesi è che di “ consulenza filosofica” necessitano individui che operano in ospedali, aziende pubbliche che private, centri interculturali, università, scuole, istituzioni penali, centri di riabilitazione per persone altrimenti disabili. Da dove sorge il bisogno della filosofia in ambito biomedico? La nascita e la morte non sono più solo eventi a cui gli esseri umani sono esposti. Le ricerche sulla procreazione mettono a nostra disposizione tecniche rivoluzionarie e rendono possibili pratiche riproduttive che fanno sorgere difficili questioni antropologiche di genere ed etiche. Se la riproduzione umana non è più necessariamente dipendente dal rapporto d’amore fra uomo e donna e se può accadere attraverso pratiche che non hanno più niente a che fare col sesso, a quali trasformazioni antropologiche si sta avviando il nostro genere? Le ricerche genetiche rendono oggi possibile non solo un intervento farmacologico utile a riparare danni al DNA dei feti. Anche la morte è diventato un concetto che necessita di essere aggiornato in riferimento agli ultimi sviluppi delle ricerche bio - mediche. PSICOANALISI . Nel contesto dei primi del 900, quando nacque la psicoanalisi apparve soprattutto come dimensione irrazionale, in conflitto con l’orientamento positivista e la morale collettiva. Dal punto di vista teorico, l’inconscio non trovava posto nelle categorie scientifiche, né in quelle filosofiche. Da un punto di vista pratico ovvero terapeutico era sconvolgente che assumessero valore i sogni, le pulsioni sessuali, l’infanzia, i lapsus e un insieme di elementi che fino ad allora erano considerati insignificanti o ridicoli. La psicoanalisi si limitava e si limita a mostrare un altro universo di senso e valori, l’inconscio appunto, accanto alla coscienza e si occupa delle relazioni fra questi due mondi, gli “ inferi” e la superficie, in vita di una loro “ integrazione” . eppure fu sufficiente dare statuto al mondo dell’ombra perché si producesse uno shock sulle concezioni e la morale divenuta scienza. 51 Ci sono molte varianti della psicoanalisi. Alcune come quella di Jung sono più inclini a considerare l’inconscio un universo di significato decisamente irrazionale, un mondo a sé che nel peggiore dei casi è in radicale contrasto con la coscienza , mentre nel migliore dei casi ne costituisce un complemento e un sostegno. Secondo Jung , il mondo della luce e della superficie ( l’io e la coscienza) e il mondo nell’oscurità ( l’inconscio) sono due dimensione a sé di natura molto diversa. Il pericolo è che uno dei due mondi si sottometta all’altro : ossia il predominio dell’uno o dell’altro è una forma di patologia grave; dove domina l’inconscio si parla di psicosi e dall’altro estremo , dove domina la coscienza si parla di “ narcisismo” Altre concezione che sono più concrete, orientate alla vita di relazioni e in particolare ai primi rapporti madre-bambino , le cosiddette “ relazioni oggettuali” cioè relazioni dell’infanzia con l’oggetto materno. È la concezione più realistica perché indica degli antecedenti fatti che possono essere collegati a disturbi psicologici. STORIA. Gli uomini hanno sempre cercato di dare un senso alle miriadi di eventi, individuali e collettivi, che si svolgono durante la loro esistenza e a quelli che precedentemente li hanno condizionati. I miti , le leggende , le fedi religiose, le interpretazioni dall’alto offerte e imposte da sacerdoti , indovini stregoni o sovrani. A partire da Erodoto e da Tucidide, la storia nasce in Occidente per lo più come resoconto di un’indagine e testimonianza di ciò che si è visto odi ciò che si è sentito raccontare da testoni diretti. Quando la storia si allarga anche al passato si pone il problema di individuare delle spiegazioni più generali degli eventi , per evitare che diventino un pulviscolo mosso dal vento. Nascono le storie universali, che contengono le prime filosofie della storia. STRUTTURALISMO/ POST-STRUTTURALISMO. Lo strutturalismo si afferma , tra gli anni 50 e 60 del secolo scorso come un delle correnti di pensiero più complesse e stimolanti , in grado di interagire produttivamente con molti ambiti del sapere, dal linguistico all’antropologico e allo psicoanalitico. Foucault indica: • Le dinamiche specifiche della razionalità moderna con l’esclusione della ragione, di tutto ciò che viene appunto identificato come qualcosa di folle; • Le modalità di produzione dei discorsi ,delle pratiche discorsive riferibili, nella loro varietà, ai diversi periodi storici nei quali trovano le condizioni inspiegabili per la loro realizzazione / articolazione; • La presenza, alla base della formazione e della circolazione dei discorsi, di una volontà di verità, già criticamente compresa da Nietzsche , che si pone come la forma attraverso cui il potere concretizza quegli ordini di discorso che garantiscono della sua durata e vitalità. È proprio l’attenzione al potere a caratterizzare in modo sempre più esplicito la ricerca foucaultiana, soprattutto nell’ultimo periodo della sua elaborazione , concentrandosi sull’analisi dei binomi potere-sapere. 52 55 56 57