Scarica Manuale di linguistica e filologia romanza, Renzi,Andreose e più Dispense in PDF di Filologia romanza solo su Docsity! CAP 1.- IL DOMINO ROMANZO: il territorio in cui si parlano le lingue romanze è detto Romania. Le lingue romanze sono continuazioni dirette del latino, occupano unʼarea europea che va dall A̓tlantico, a ovest, a oltre il Dnestr, a est. La zona continua comprende 4 grandi stati: Portogallo, Spagna, Francia, Italia., si aggiungono a questi la parte francofona del Belgio, le parti della Svizzera di lingua francese, italiana e romancia, e le piccole aree della Croazia e della Slovenia in cui si parla italiano. In Francia, oltre al francese , sono parlati molti dialetti di circolazione ristretta: i patois,cioè dialetti rustici di ambito sociale ristretto, eredi di quelle che erano state un tempo varietà regionali di grande circolazione. A est, la Romania è isolata da tutti i lati dal rimanente mondo romanzo : il romeno , oltre che in questo stato, è parlato in alcune aree della Serbia, della Bulgaria e dellʼUcraina ed è la lingua ufficiale della Republica di Moldova. In Europa, le lingue romanze continuano il latino parlato nellʼimpero romano, nella cui parte orientale prevaleva il greco. Nella parte grecofona non si sono sviluppate lingue romanze e la continuazione del Greco appare limitata nello spazio alle regioni in cui si era sviluppata la civiltà greca antica. Questo dipende dal e si limita sostanzialmente alla diffusione dello spagnolo portato dagli ebrei detti sefarditi, oppure all e̓spansione del romeno in regioni non comprese nella Dacia romana. La più imponente espansione delle lingue romanze è quella conseguente alla scoperta dell A̓merica , alle navigazioni e colonizzazioni che hanno portato lo spagnolo in gran parte dell A̓merica centro meridionale. Oggi i parlanti delle lingue romanze del mondo sono più di 850 milioni. Ci sono infine le lingue creole e i pidgins: i pidgins sono lingue che si sono formate in Africa e Asia , sono caratterizzate da un lessico ridotto e da una grammatica semplificata. Alcuni pidgins sono diventati le sole lingue materne delle popolazioni locali: dotate di un sistema linguistico più complesso, prendono il nome di lingue creole. -LE PRINCIPALI LINGUE ROMANZE DI USO UFFICIALE: le lingue della penisola iberica sono il GALLEGO, PORTOGHESE, SPAGNOLO (o CASTIGLIANO), CATALANO. All e̓stremo nord nellʼarea dei Pirenei, c è̓ il basco, una lingua non romanza nè indoeuropea , forse di origine caucasica. Il punto di partenza per capire lo sviluppo delle lingue ibero- romanze è la conquista della penisola da parte degli arabi , tra 711e 718. Conseguentemente all invasione arabo, la penisola si divise politicamente in un piccolo nord cristiano e un grande centro- sud musulmano. Dal punto di vista linguistico c e̓rano, al nord i seguenti gruppo linguistici: gallego- portoghese (parte occidentale regno di Leon), lʼaustro-leonese (parte centrale regno Leon), castigliano(regno di Castiglia), aragonese (regno di Navarra e Aragona), il catalano (contea di Barcellona). Nel sud, occupato dagli arabi, la popolazione locale, romanza parlava dei dialetti spagnoli di cui abbiamo scarse testimonianze, impiegato inizialmente come lingua della poesia lirica anche in Castiglia, in particolare alla corte di Alfonso X El sabio. Nella Galizia spagnola , il gallego ha continuato ad essere usato come lingua letteraria fino al tramonto del Medioevo. Negli anni successivi, alla fine della dittatura di Francisco Franco(1875) il gallego , come il Catalano ha acquistato il rango di lingua ufficiale. PORTOGHESE= oltre a essere la lingua del Portogallo, è anche la lingua di diverse ex colonie, tra cui il Brasile. È attualmente parlato da circa 230 milioni di persone ed è la seconda per diffusione tra le lingue romanza dopo lo spagnolo. Il portoghese era in origine la variante meridionale del gallego-portoghese, diffusasi verso sud con la reconquista. Nei primi secoli la lingua scritta in uso nel regno di Portogallo coincide con la koinè gallego- portoghese, ma a partire dalla metà del 14 secolo comincia a differenziarsene progressivamente . Possiamo distinguere un gruppo di dialetti settentrionali e centro- meridionali. Il portoghese parlato in Brasile si differenzia sotto molti aspetti dal portoghese europeo e presenta una notevole stratificazione sociale: le differenze aumentano avvicinandosi ai registri parlati più informali. SPAGNOLO= è la lingua romanza più parlata al mondo ed è anche detto castigliano. Più di 480 milioni di persone lo hanno come seconda lingua. Lo spagnolo letterario era originalmente un dialetto settentrionale, ma grazie al ruolo delle reconquista si è imposto nella penisola iberica centro-orientale cancellando molte varietà. Tutta la zona medievale è castigliana, anche se presenta molti fenomeni fonetici nuovi come, ad esempio, lo “yeismo”. Allʼinterno dellʼarea meridionale le varietà sono limitate: quella andalusa è importante perché sembra essere in gran parte Murcia. Si distinguono inoltre, 2 gruppi dialettali orientale e occidentale. Il catalano antico presentava una forte somiglianza con lʼoccitano: esempio dalla caduta delle vocali finali diverse da -a. Il catalano, è debitore, soprattutto nel lessico,dello spagnolo . FRANCESE = circa 80 milioni di persone parlano il francese( in Francia, Svizzera romanda, Belgio, Lussemburgo, principato di Monaco e Valle dA̓osta). Il francese è stato largamente conosciuto nel mondo come lingua di cultura ma oggi è in gran parte soppiantato dallʼinglese. Nel territorio della repubbluca francese, è oggi usato pressoché universalmente a spese sia delle altre lingue che vi si parlano, sia dei dialetti originari. Il fenomeno della diffusione della lingua della regione dellʼÎle-de-France , irridiata da Parigi, è molto antico. A partire dalla metà del 12 secolo , la lingua dellʼÎle-de-France ha influenzato i testi letterari e non del nord. Nellʼ800, con l industrializzazione il francese è penetrato nellʼuso orale di tutto il paese. I dialetti antichi oggi sono ridotti a patois, di uso familiare e privi di una norma comune. I più importanti dialetti francese , che hanno avuto nel medioevo un uso amministrativo e letterario sono stati , accanto al franciano: il piccardo, il normanno, il vallone, lo champenois, il borgognone. Anglo-normanno è chiamata la varietà francese impiegata in Inghilterra per alcuni secoli a partire dallʼinvasione normanna(1066). Per indicare tutto questo complesso di varietà settentrionali medievali viene spesso impegnata la definizione coniata da Dante di “lingua dʼoil”. Il francese letterario ha subito una forte differenziazione nel corso della sua storia: Si distingue tra francese antico e francese moderno, interponendo a volte una fase intermedia, ma più vicina a quella moderna che a quellʼantica, ovvero quella di francese è meglio. Soprattutto nel corso del trecento, e poi ancora nei sociali e di fenomeni di concentrazioni urbane, si è ampiamente diffuso anche lʼuso dellʼitaliano orale. Accanto allʼitaliano, o più spesso al suo posto, si sono parlati dialetti: questi presentano le continuazione i locali del latino, e devono pertanto essere considerati sullo stesso piano dellʼitaliano, che altro non è che l e̓voluzione del latino parlato a Firenze.il fiorentino si presentava nel 300 come un dialetto particolarmente conservativo, tale da rispecchiare in modo eccezionale certi caratteri del romanzo comune come ad esempio, nella situazione del vocalismo(buono, tiene). Questo fatto dipende probabilmente dalla situazione isolata di Firenze e della Toscana rispetto le principali vie di comunicazione nella tarda antichità e nellʼalto medioevo la nuova importanza economica politica commerciale e culturale di Firenze nel basso medioevo a poi diffuso in tutta Italia un tipo di lingue particolarmente vicino al latino e per questo particolarmente gradita ai letterati. Solo a Roma lʼuso della corte pontificia e poi il ripopolamento della città da parte i toscani hanno influenzato profondamente la varietà locale. Per questo il romanesco è un tipo di toscano, mentre il dialetto della campagna romana è, com e̓ra quel originario di Roma, una parlata centro meridionale. L̓ italiano letterario e l italiano parlato di oggi, hanno come modello sostanzialmente il fiorentino. Il problema del rapporto tra lʼitaliano il fiorentino è stato dibattuto in un quadro normativo e ai fini dell e̓spressione letteraria nel corso della celebre questione della lingua. Il linguista Ascoli ha stabilito che lʼitaliano è la continuazione diretta del fiorentino antico. Ci sono infatti alcune prove di fonetica storica che differenziano il fiorentino italiano prima dai dialetti settentrionali e meridionali assieme, poi anche dagli altri dialetti toscani: -l e̓sito di -aio del lat- Arum – in una unità linguistica alla quale è stato dato il nome di ladino a partire dagli studi di Ascoli, o di retoromanzo. I fenomeni che accomunano il romancio al ladino e al friuliano sono: conservazione dei nessi di consonante+ L, la palatalizzazione di k\iniziale latino in t davanti ad a e la conservazione di -S Latina nella 2 singolare del verbo. Le tre varietà che l A̓scoli aveva supposto formassero unʼantica unità ladina, per quanto geograficamente vicine, non sono contigue, ma separate e quasi sempre da altre varietà – linguistiche, romanza. ROMENO= parlato da 24 milioni di persone. Per romeno si intende la lingua letteraria è lʼinsieme delle parlate usate nellʼodierna Romania, nella Repubblica di Moldova, in alcune regioni dellʼUcraina e della Serbia e piccole arie della Bulgaria e dellʼUngheria al confine con la Romania. Dalla fine della seconda guerra mondiale al 1989 il romeno fu scritto in caratteri cirillici. Nell e̓tà zarista e poi di nuovo, nel periodo sovietico tra la fine della seconda guerra mondiale e la fine del comunismo, il – rumeno è stato sotto a posto in modo va all e̓gemonia di russo, lingua veicolare e dominante dellʼunione sovietica. Il blocco delle parlate romene a due varietà principali: il tipo munteno, Che ha il centro a Bucarest e che rappresenta ora il solo tipo letterario ammesso; il tipo moldavo a est. Dopo lungo periodo di pressione e penetrazione romana, la dacia fu conquistata da Traiano nel 106. Nelle 271 venne abbandonata, perché indifendibile, da Aureliano, ma una parte della popolazione locale romanizzata dovete rimanere sul territorio. – della Francia . Un tempo era lʼarea più vasta ed è la zona che chiamiamo di “ transizione “. A questa zona appartengono il cittadino è il santongais. In Italia parlato nelle propaggini occidentali delle province di Torino e Cuneo i più importanti centro città in Italia sono quelle di religione valdese nella Val Pellice. In Spagna, nella comunità autonoma di catalogna, si parla una varietà guascona nella Val dA̓ran sul versante meridionale dei Pirenei. L̓occitano oggi è ridotto un insieme di Patois locali. Tra le varietà locali in cui è – suddiviso,ricordiamo: lʼoccitano settentrionale e lʼalpino-delfinatese, il guascone, il linguadociano, il provenzale. Oggi lʼoccitano è riconosciuto dalla Repubblica francese come lingua regionale, ma la perdita di competenza preso molti abitanti e la mancanza di una norma scritta ne impediscono tuttora lo sviluppo. FRANCO-Provenzale= un gruppo di parlate sud orientali della Francia, uniti alla Svizzera romanda è a vagli a sud delle Alpi in Italia, forma nel panorama linguistico Gallo romanza un blocco continuo e uniforme al – suo interno. A partire dalle ricerche di Ascoli, questa varietà è stata chiamata franco provenzale. Lione è stato il maggior centro letterario e linguistico del franco provenzale. Ora il francoprovenzale comprende solo dialetti rustici.tali vanno considerati anche i dialetti della Val dA̓osta e di alcune vallate dalla parte della provincia di Torino in Italia che subiscono la pressione anche del dialetto piemontese. Si stima che oggi, tra Italia, Francia e Svizzera, si è parlato da circa 200.000 persone. Esso appare spesso per le sue – stimato tra le 125.000 e 175.000 unità. Originariamente la varietà corse presentano molte affinità con il sardo, ma hanno subito lʼinfluenza Toscana nel corso dei secoli a causa della forte penetrazione pisana, soprattutto nel centro nord dellʼisola. Nel corso si distinguono le varietà dette ultra montane, parlate della parte sud- occidentale dellʼisola e più conservative, e la varietà cismontante, parlate a nord est, di tipo toscano che conservano alcuni tratti arcaici delle parlate toscane. LADINO= E parlato nellʼarea delle – Dolomiti (Trentino Alto Adige, Veneto), per un totale di circa 55.000 parlanti. Le comunità dellʼalto Adige godono, allʼinterno dello statuto da autonomia della provincia di Bolzano, del riconoscimento dellʼuso della lingua nella toponomastica, nella scuola, nella stampa e nellʼamministrazione, è in atto infatti un tentativo di standardizzazione ufficiale sulla base delle proposte suggerite da Schmid.la lingua che è stata elaborata, detta ladin dolomitan ,fonde tratti linguistici delle diverse parlate ladine. FRIULIANO = È parlato – da circa 430.000 persone nel Friuli Venezia Giulia, con l e̓ccezione di alcune isole alloglotte, tedesco o slave e di alcune enclaves venete come quella di Trieste. Il friulano presenta accanto a classe di plurali maschi sigmatici, come focus -fuochi, anche una classe che ha il plurale vocalico, che proviene dal nominativo della 2 declinazione Latina in -i. DALMATICO= Si era formato lungo le coste della Dalmazia e ha gradualmente perso di importanza nel corso dei secoli fino a estinguersi del tutto. Il dalmatico – dividono in 3 gruppi fondamentali: 1. Dialetti settentrionali: comprendono le varietà parlate del Piemonte, nella Liguria, nella Lombardia, nel Trentino, nel Veneto, nellʼEmilia è nella Romagna. Questi dialetti formano un insieme molto vario. Tuttavia presentano anche parecchi aspetti comuni che accostano alle lingue gallo romanze, distaccandole dagli altri due gruppi: sono state eliminate le consonanti doppie che invece gli altri due gruppi hanno ereditato dal latino(tosc, pelle, nap, pella )., le consonanti occlusive – intervocalica e si indeboliscono (sonorizzandosi)., doppia serie di pronomi soggetto(piem: ti it parli, ti te dizi). 2. Dialetti toscani. 3. Dialetti centro-meridionali: su una linea che congiunge Massa a Senigallia, i dialetti settentrionali si incontrano con il toscano a ovest e con lʼitaliano centro- meridionale a est.