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Riassunto Manuale Storia Romana Geraci-Marcone, Dispense di Storia Romana

Manuale esame di Storia Romana, Scienze dei beni Culturali

Tipologia: Dispense

2016/2017

Caricato il 08/05/2017

glorialeppini
glorialeppini 🇮🇹

4.3

(15)

11 documenti

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Scarica Riassunto Manuale Storia Romana Geraci-Marcone e più Dispense in PDF di Storia Romana solo su Docsity! Riassunto Geraci-Marcone STORA ROMANA Italia pre-romana • Dal III al II millennio-> sviluppo di proporzioni, tra l’età del bronzo e l’età del ferro i gruppi di piccole/medie proporzioni diventano organizzazioni protostatali. • Prima cultura in età del bronzo-> APPENNINICA:sulla catena untuosa da nord a sud, con insediamenti di capanne su un’impalcatura di legno che creava una difesa naturale. Questi villaggi erano circondati da un argine e avevano 2 strade • inizia sia una circolazione di merci che di persone • età del ferro: quadro differenziato di culture diverse tra loro-> Piemonte e Lombardia: Golasecca, Padova: Cultura d’Este, Etruria ed Emilia: Villanoviani, antenati degli Etruschi • Quadro linguistico variegato • Colonie della Magna Grecia in Italia meridionale es Taranto, Crotone, Locri • Civiltà dei Sardi o anche civiltà nuragica • Primi popoli a frequentare l’Italia Meridionale-> tratti indigeni, contatti con Micene di tipo commerciali ma anche vari artigiani si insediarono in Italia e diffusero la loro cultura artistica • Italia centrale-> VIII e V secolo-> espansione dei Sabini, che si intromettono tra i Latini, gli Equi e i Volsci Gli Etruschi • Orgine tra il VIII e il VII sec. a.C, con sviluppo autonomo tra l’Arno e il Tevere (Lazio, Toscana e Umbria) • Competevano con Greci e Cartaginesi • Organizzazione in città autonome governate da sovrani detti Lucumoni, in 12 città principali (es Veio, Cere, Tarquinia, Vulci), unica forma di aggregazione che aveva scopo religioso, civiltà di carattere aristocratico. • L’espansione etrusca ebbe vari stop-> 530 a.C, battaglia navale con i Focei, fondatori della Corsica, 474 battaglia con i Greci a Cuma • Fine definitiva-Z 396 presa di Veio dei Romani e perdita della Padania con i Celti • Religione-> divinità simili a quelle greche ma alcuni dei hanno origine indigena, divinità suprema il Fato , l’aldilà-> continuità della vita, la tomba è una dimora in quale vi sono anche cibi e bevande, arte di interpretazioni di segni divini-> aruspicina : esaminare le viscere • lingua-> alfabeto di 26 lettere, simili a quelle greche • tombe-> a pozzo, a fossa, e a camera (in ordine cronologico) • arte soprattuto sepolcrale, ceramica, vasellame, lavorazione di oro e argento Roma • la tradizione-> periodo monarchico 753-504 a.C, anno dell’instaurazione della repubblica; in questo periodo regnano Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servo Tullio e Tarquinio il Superbo; Romolo: prime istituzioni politiche, Numa: primi istituti religiosi, Tullo: campagne militari di conquista (es distruzione di Albalonga), Anco Marcio: fondazione di Ostia, Prisco: opere pubbliche, Servo Tullio: prime mura, Superbo: tiranno • storiografia-> Roma: risultato di un processo formativo lento e graduale, si presuppone una federazione di comunità che vivevano sparse sui colli (Palatino-> colle a forma di dado con pianta a trapezio, nucleo originario, monte con 3 alture: il Palatium, il Germalo, la Velia) • Stato romano arcaico-> era diviso in gruppi religiosi e militari : CURIE, tutti gli abitanti tranne gli schiavi,3 tribù in origine: Tities, Ramnes e Luceres; in epoca tarda-> ogni tribù aveva 10 curie e 100 senatori, doveva fornire una cavalleria di 100 uomini e una fanteria di 1000. • Monarchia-> era di tipo elettivo-> assemblea dei rappresentanti delle famiglie, era affiancato da un consiglio di anziani chiamati patres, esistevano in oltre un sacerdote: REX SACRORUM e un magistrato: INTERREX. Il re era anche capo religioso e durante i riti era affiancato dai pontifex, depositari delle leggi scritte, dal collegio degli auguri che interpretava la volontà divina e da quello delle vestali, caste che custodivano il fuoco delle dea Vesta. • la famiglia-> aggregazione piuttosto ampia, controllata da un paterfamilias, in origine era un’unità economica, religiosa e politica. Un capofamiglia, almeno in età arcaica, poteva accettare o rifiutare figli legittimi. I riti famigliari: SACRA PRIVATA, trasmessi di padre in figlio, gli antenati delle famiglie furono i primi MANES, anime, ad essere soggetto di rito funebre • donna-> netta supremazia dell’uomo, chiamata MANUS, lo accompagnava anche in eventi pubblici, poteva esser e punita o uccisa. Il matrimonio era legato solo al fine di procreare figli legittimi, ci si sposava a 12 anni. • agricoltura-> prodotto fondamentale: sale, condizioni poco favorevoli del terreno, quindi cereali: farro, alla base della plus e della mola salsa • proprietà terriere-> prima forma di proprietà: della casa e nell’orto circostante-> HEREDITIUM, poi: SORS, proprietà trasmissibile per via ereditaria • Roma dei Tarquini-> estensione da 20 a 90 km Nascita della Repubblica • Fasti-> liste dei magistrati della Repubblica, che davano il nome all’anno in corso, fasti capitolini- > datazione della fondazione 753 a.C, datazione della repubblica 509 a.C • fine della monarchia e creazione della repubblica-> potrebbe essere attribuito a un ruolo di un gruppo ristretto di aristocratici che fecero una rivolta contro il regime autocratico dei Tarquini, ma questo non significa che si instaurò subito una repubblica, si pensa che ci sia stato un periodo confuso in cui Roma è in balia tra re e condottieri. Si pensa che fu la sconfitta inflizza ai Latini e ad Aristodemo di Cuma, poco dopo la cacciata dei Tarquini secondo la tradizione, a dare l’occasione a Roma di stabilire istituzioni repubblicane. • Data della nascita della repubblica: o 508/509 c.a, ovvero 240 anni prima dell’inaugurazione del tempio della Concordia o 470-450 a.C • I poteri del re vennero trasferiti a due praetores/consules, massimi magistrati della repubblica, eletti dai comizi centuriati, a cui aspettava il comando dell’esercito, il mantenimento dell’ordine e l’esercizio della giurisdizione civile e criminale, il potere di convocare il senato e le assemblee popolari, la cura del censimento. Alcune cariche religiose che non vennero trasferite ai consules vennero trasferite ad un Rex sacrorum, a cui solo successivamente vennero affiancate sacerdozi di peso politico come gli auguri e i pontefici. Nella sfera religiosa rimase sotto il controllo dei consoli il controllo degli auspici, La durata della carica dei consoli era di un anno e entrambi avevano uguali poteri, inoltre ogni cittadino poteva appellarsi al giudizio dell’assemblea popolare contro una condanna inflitta ad un console-> PROVOCATIO AD POPULUM, originaria da una legge Valeria di P.Valerio Publicola, ma questo diritto non ebbe valore fino all’età tardorepublicana • altre magistrature-> • 509->questori, che assistevano i consoli nelle attività finanziarie • 443-> censori, tengono il censimento e sono 2, tra il IV e il III secolo avevano anche il compito della redazione delle liste dei senatori • 501-> dittatore, in caso di necessità, di durata massima 6 mesi, eletto da un console, da un pretore o da un interrex, era assistito da un magister equitum, comandante della cavalleria da lui scelto , di poteri supremi soprattutto sulla sfera militare. • sacerdozi-> rex sacrorum • flamini, personificazione di dio in terra come Giove, Marte e Quirino, rappresentati dai flamines Dialis, Martialis e Quirinalis • dodici flamini minori addetti al culto • 3 collegi religiosi principali: • pontefici: guidati da un pontefice massimo, massima autorità religiosa e nomina dei flamines maggiori, controllo sulla tradizione e l’interpretazione delle norme giuridiche • auguri: assistere i magistrati mentre si traevano gli auspici con es l’osservazione del volo degli uccelli controllavano Tivoli e Preneste, ma vennero poi bloccati da Romani e Latini; I Sabini minacciavano in vece Roma in modo diretto • Battaglia tra Roma e Veio-> tutto il V secolo: nella prima parte 483-474 i cittadini di Veio conquistano Fidene, sulla riva Latina, nella feconda parte 437-426 i Romani vendicano la sconfitta riconquistando Fidene e distruggendola, nella terza guerra 405-396 Veio venne assediata per 10 anni e con Fuorio Camillo la città venne distrutta • Nel 390 i Galli Senoni della romagna meridionale e delle Marche settentrionali vollero conquistare Chiusi, dirigendosi poi a Roma, saccheggiandola per poi scomparire. • Dopo il 390 Roma ebbe la sua ripresa con la politica estera->Dopo la conquista di Veio e le quantità di territorio fertile spartito tra i cittadini romani con la creazione di 4 nuove tribù, i Romani ebbero la Meglio sui Volsci conquistando Tuscolo nel 358, ma anche su Tivoli e Preneste nel 354 • Nel 354 Roma conclude un patto con i Sanniti, che controllavano un vasto territorio come tutti gli pennini centro-meridionali, un territorio povero che costringeva alla migrazione, organizzato in cantoni con uno o più villaggi e controllate da un magistrato di nome meddiss. Più cantoni formavano una tribù, che erano 4. Alcune di esse si staccarono andando a far parte della lega campana che aveva sede a Capua. Ma i contrasti tra Campani e Sanniti si erano sempre più attenuati. La tensione si riaprì quando i Sanniti attaccarono Teano e i Campani chiesero aiuto a Roma, che sarebbero andati contro al trattato ma decisero di intervenire quando i Campani si misero sotto in controllo di Roma. La prima guerra Sannitica del 343-341 si risolse con il successo di Roma che poi accettò il trattato di pace dei Sanniti. • L’accordo del 341 portò ad un ribaltamento delle alleanze-> Roma fu costretta a fronteggiare Latini, Capani, Sidicini e Volsci. Campani e Latini formarono un’alleanza. Il conflitto 341-338 fu durissimo e finì con il successo dei Romani-> venne sciolta la Lega latina, alcune città divennero municipi come Tuscolo e altre invece mantennero i loro diritti ma non potevano più relazionarsi con Roma; alle vecchie città latine si vennero ad aggiungere le nuove colonie latine. I Latini vecchi e nuovi furono obbligati a fornire eserciti a Roma e Tivoli e Preneste precedentemente latine vennero private dei loro diritti e divennero semplicemente alleati. Roma apliò quindi la propria egemonia e la potenza militare. Ai Volsci e ai Campani, Roma concedeva la cittadinanza sine suffragio e l’obbligo di pagati i tributi. Solo ad Anzio venne creata una colonia con cittadinanza romana, piccola di soli 300 coloni. • Seconda guerra sannitica-> -336-304, causata dalle nuove colonie di diritto latino sul Sacco, che i Sanniti consideravano di loro pertinenza e Napoli, indipendente e favorevole ai Sanniti, dove Roma riuscì presto a sconfiggere i Sanniti anche se il tentativo di penetrare a fondo il Sannio si concluse con un fallimento nel 321 dove i Romani vennero costretti alla ritirata delle Forche Caudine. Nel 316 si riaccese il conflitto con l’attacco di Roma a Sarticula, tra Campania e Sannio, conquistata però nel 315, quando venne ripresa anche Fegelle e vennero ripresi i contatti tra Roma e Capua. La creazione di nuove colonie latine cinse il Sannio e Roma preparò il suo esercito con uno schieramento a 3 linee. Roma affrontò sia i Sanniti che gli Etruschi a Nord, con i quali conclusero con una tregua nel 308 e batterono i Sanniti, concludendo con una pace nel 304. Vennero inglobati gli erpici senza diritto di voto, sterminati gli Equi e nel loro territorio si insediò una nuova tribù romana e tutte le popolazioni minori che abitavano in abruzzo furono costrette a concludere alleanze con Roma. • Lo scontro decisivo fra Roma e i Sanniti fu nel 298, quando i Sanniti attaccarono i Lucani e Roma accorse in loro aiuto. Il comandante dei sìSanniti, Gellio Egnazio, creò un’alleanza con gli Etruschi, i Galli e gli Umbri. Lo scontro decisivo fu nel 295 a Sentino, vicino a Sassoferrato, ai confini tra Umbria e Marche. Gli eserciti dei consoli Quinto Fabio Rulliano e Publio Decio Mure prevalsero su Sanniti e Galli. I Sanniti furono anche battuti as Aquilonia e non riuscirono a reagire alla fondazione della colonia latina di Venosa, Chiesero la pace nel 290 a.C dopo la devastazione di Sannio. Galli ed Etruschi furono bloccati nel 283 nel lago Vadimone. Nel 290 vennero sconfitti Sabini e Pretuzzi, che ebbero la cittadinanza sine suffragio. Nell’adriatico settentrionale venne annesso un territorio che prima apparteneva ai Senoni, noto come l’ager gallicus e nel 268 venne fondata la colonia di Rimini, che affiancò Roma alla Pianura Padana. I Piceni tentarono di ribellarsi contro Roma in una battaglia disperata ma si arresero nel 269, ricevendo la cittadinanza sine suffragio. • I Sanniti avevano alleati al sud come i Lucani e i Bruzi e Roma era impegnata in un trattato di non oltrepassare con le navi da guerra il capo Lacinio, nel golfo di Taranto. Ma nel 282 Turi, minacciata dai Luciani chiese aiuto a Roma che intervenì davanti al golfo di Taranto, dove prevalse la fazione anti romana che attaccò le navi e marciò sui Turi. Taranto ricorse all’aiuto dell’aiuto della Grecia, ovvero di Pirro, re dei Molossi. Pirro sbarcò in Italia nel 280 con 25.000 uomini e 20 elefanti da guerra, sconfiggendo Roma ad Areclea. Luciani e Bruzi si schierarono dalla sua parte assieme ai Sanniti. Ma pirro non riuscì a creare una grandissima ribellione contro Roma e inviò le trattative di pace, che vennero respinte. Il nuovo scontro avvenne ad Ascoli e roma salette resistere. Pirro preferì spostarsi in Sicilia per lottare contro i Cartaginesi lasciando una forte guarnigione a Taranto, poiché riteneva che con il possesso della Sicilia avrebbe dato una svolta decisiva a Roma. La Sicilia spinse i Cartaginesi a Libeo e Pirro volle sbloccare la situazione attaccando il Africa fallendo il tentativo, roma riacquistò le sue posizioni e Pirro lasciò l’impresa contro i Romani incompiuta lasciando altri eserciti e tornando in Epiro, che per inferiorità numerica persero nel 275. Pirro nel 272 morì e Taranto si arrese, diventando socia di Roma. La conquista del Mediterraneo • prima guerra punica-> nel 264 a.C Roma controllava fino allo stretto di Messina ed entra in collisione con Cartagine, quando i Marmertini vennero sconfitti dai Siracusani comandati da Ierone a Messina e chiesero aiuto a Roma invece della tutela di Cartagine. Intervenire con questa colonia fondata dai Fenici che controllava un vasto impero (Africa, Spagna Sardegna e Sicilia occidentale) significva violare i patti con Cartagine che non era una colonia da sottovalutare. Seocndo le fonti, una flotta puniva davanti alle acque di Taranto nel 272 a.C costituì una violazione dei patti. Roma decise di intervenire inviando un esercito ai Marmertini e anche se non dichiarò guerra aprì di fatto la prima guerra puniva (264-241). Nei primi anni Roma riuscì a respingere Siracusani e Cartaginesi da Messina e il re Ierone decise di unirsi a Roma nel 263. Grazie alla superiorità navale cartagine aveva un forte controllo sulla costa Siciliana, cos’ nel 260 a.C roma creò una grande flotta di quinquiremi e ebbe la vittoria con Caio Dullio a Milazzo. Nel 256, Roma iniziò l’assedio Africano e le prime operazioni furono favorevoli a Marco Attilio Regolo che però fece fallire le trattative di pace rafforzando la determinazione dei Cartaginesi e allo stesso tempo non approfittò del malcontento tra Cartagine e i suoi alleati. Venne sconfitto del 255 e nell stesso momento una flotta navale Romana venne distrutta i una tempesta. Questo allontanò la possibilità di una conclusione rapida; i Romani subirono altre due sconfitte a Trapani e Lilibeo e Roma era priva di forze navali e Cartagine non seppe sfruttare la sua superiorità navale. Roma riuscì a ricostruire una flotta dopo qualche anno di 200 quinquiremi e sconfisse Caratgine sulle Egadi nel 241. Cartagine sgomberò la Sicilia, le Lipari e le Egadi firmando un trattato di pace e pagando un alto indennizzo di guerra. • Roma si trova dunque a possedere un territorio al di fuori della penisola Italiana e Roma decise di Impostare un metodo diverso di controllo: alle comunità precedentemente sottoposte a Cartagine venne importo un pagamento di un tributo in denaro annuale e una parte del racconto di cereali di qui la Sicilia era produttrice. La giustizia, il mantenimento dell’ordine e la difesa del territorio vennero affidate ad un magistrato romano. A partire dal 227 a.C vennero eletti due nuovi pretori, uno inviato in Sicilia e l’altro in Sardegna. Da questo momento il termine provincia, venne ad assumere il significato di territorio soggetto all’autorità di un magistrato romano. • Dalla prima guerra punica alla seconda (218) entrambe le potenze hanno il loro consolidamento nelle posizioni. Per Cartagine i primi anni furono drammatici: la città non era in grado di assicurare il pagamento perciò i mercenari si ribellarono ma la rivolta fu soffocata da Amilcare Barca. I Cartaginesi organizzarono una spedizione per il recupero della Sardegna ma venne accusata di ostilità e Roma era già pronta a dichiarare guerra ma Cartagine si piegò pagando un altro indennizzo e cedendo la Sardegna che con la Corsica divenne la seconda provincia romana. Roma, dopo il Tirreno, decise di intervenire anche sull’Adriatico. Approfittando del declino dell’Epiro, il regno dell’Ilaria aveva esteso la sua influenza sulla costa dalmata, recando spesso danni con i pirati nelle coste dell’adriatico. I mercanti e i cittadini chiesero aiuto a roma e il senato inviò proteste alla regina degli Illiri Teuta che decise di dichiarare guerra nel 229. La prima guerra illirica si risolse a favore di Roma e agli Illiri fu proibito di navigare con più di due navi disarmate e di conquistare città greche sull’adriatico. Demetrio, precedentemente collaboratore di Teuta poi passato dalla parte di Roma, venne ricompensato con l’isola dalmata di Faro. A seguito di una protesta di Demetrio, di cui si temeva l’alleanza con Filippo V di macedonia, Roma intervenne di nuovo in Illiria e Demetrio fuggì in macedonia, lasciando Faro a Roma, che ebbe le premesse per entrare in contrasto con la Macedonia. Per quanto riguarda l’Italia Settentrionale, conquistarla fu difficile. I Galli tentarono di entrare a rimini nel 236 ma vennero fermati e quatto anni dopo Caio Flamini, tribuno della plebe, propose di distribuire lager Gallicus dei Senoni ai cittadini romani, in modo da osservare meglio il corridoio adriatico dove i Galli potevano passare. Con questo provvedimento i Galli Boi assieme agli Isubri e i Gesati insorsero contro Roma che si era alleata con I Galli Cenomani e i Veneti ma dopo qualche piccolo successo vennero sconfitti nel 225 a Telamone. Nel 222 gli Insubri vennero sconfitti a Casteggio e Roma conquistò Mediolanum e fondò 2 colonie latine: Piacenza e Cremona. Vennero costruite due nuove strade. Intanto Cartagine aveva conquistato la spagna e il patto con roma era quello di non superare il nord del fiume Ebro. Il problema era la città di Sagunto, con qui Roma aveva un patto, che si trovava a sud dell’Ebro • Annibale sfruttò Sagunto per far scoppiare una guerra e quando i Saguntini si sentirono minacciati dai Cartaginesi chiesero aiuto a roma, che non fu pronta fino al 218 quando Annibale aveva già espugnato Sagunto. L’invasione di Annibale poteva soltanto avvenire via terra, in quanto Roma era più forte con le flotte navali, così Annibali partì da nuova carthago nel 218 con un imponente esercito e valicò i Pirenei evitando gli scontri con l’esercito di Publio Conrnelio scipione. Riuscì anche ad attraversare le Alpi, subendo perdite ma avendo il consenso di Boi e Insubri. Ebbe la meglio sul Ticino e nella grande battaglia sul fiume Trebbia. Nel 219 il generale cartaginese fu in grado di sorprendere le truppe di Caio Flamino sul lago Trasimeno dove i Romani vennero annientato e Flamino venne ucciso. Venne fatto dittatore Quinto Fabio Massimo che come strategia scelse di temporeggiare, lasciando che Annibale perdesse i suoi uomini e rifornimenti, ma intanto Roma doveva assistere alle devastazioni di eserciti come quella di Marco Terenzio Varrone e Lucio emilio Paolo a Canosa, la perdita di Siracusa e Capua e l’alleanza tra Annibale e Filippo V di Macedonia. In Italia Centralela maggior parte rimase fedele a Roma che piano piano riuscì a riconquistare posizioni e nel 212 a Siracusa Marco Claudio Marcello la saccheggiò e la conquistò dopo un lungo assedio. Sull’Adriatico una flotta di 50 quinquiremi eliminò la minaccia macedonica in questa prima guerra, creando un alleanza con Stati greci a lui ostili come la Lega eolica. Nel 205 raggiunsero una pace. La svolta della guerra puniva avvenne in Spagna, dove Publio Conrnelio Scipione con il fratello Cneo impedirono che Annibale ricevesse aiuti ma nel 211 vennero sconfitti e uccisi. Venne fatto comandate in figlio di Publio Conrnelio Scipione, omonimo con il cognomen di Africano, che nel 209 si impadronì di Nova Carthago sconfiggendo poi nel 208 Asdrubale. La spedizione cartaginese che tentava di andare in aiuto di Annibale venne distrutta da Caio Claudio Nerone e Marco Livio Salinatore. Asdrubale cdde in battaglia nel 207 e Annibale si ritirò nel Bruzio, mentre Scipione sconfiggeva gli eserciti cartaginesi in Spagna. Nel 205 Scipione venne fatto console e iniziò i preparativi per invadere l’Africa, cosa che avvenne nel 204, alleandosi con il re della tribù dei Massili, sconfiggendo Cartagine nei Campi Magni. L’ultima battaglia fu nel 202 a Zama e nel 201 si siglò il trattato di pace dove Caratgine doveva pagare un’altra indennità e consegnare tutta la flotta tranne 10 navi. • Roma si impegnò subito in uno scontro con Filippo V di Macedonia. Causa della guerra fu l’attivismo del re macedone sulle coste dell’Asia Minore e nell’area dell’Egeo. Dopo aver subito una sconfitta contro Pergamo e Rodi, Filippo ebbe una vittoria a Lade e chiesero aiuto a Roma. Roma decise dopo un lungo dibattito di intervenire inviando a Filippo un ultimatum che venne ignorato, causando immediatamente lo scontro e acquisendo consensi come quello di Atene. reclutamenti. Aveva contro naturalmente di grandi proprietari terrieri e quando la legge doveva essere votata dai comizi tributi, Marco Ottavio emise il veto, impedendo la votazione. Questo veto fu destituito e la legge agraria Sempronia venne approvata. Ma i conservatori non si arresero e quando Tiberio si ripropose come candidato anche per l’anno successivo per paura di perdere l’inviolabilità venne assalito e ucciso durante i comizi elettorali da i seguaci e sostenitori si Publio Cornelio Scipione Nasica. • Dopo la sua morte la legge andò avanti ma gli alleati latini e italici con aristocrazie di grandi proprietari terrieri non erano soddisfatti di eliminare campo in eccesso e furono ascoltati da Scipione Emiliano che però morì nel 129. Allora, Fulvio Flacco console del 125 e membro del triumvirato agrario, propose agli alleati di diventare cittadini romani oppure di appellarsi al diritto di provocatio, ma la proposta scatenò una vasta opposizione. Ci furono inoltre numerose rivolte come quella di Fregellae. • Nel 123 venne eletto tribuno della plebe Caio Gracco, che ottenne due mandati consecutivi, modificando e ritoccando la legge agraria. Propose l’istituzione di nuove colonie di cittadini romani. Istituì una legge frumentaria, assicurando ad ogni cittadino di Roma una quota mesile di grano. Con una legge giudiziaria, volle limitare il senato, inserendo i cavalieri nel corpo di formazioni degli albi dei giudici e riservando ai cavalieri il controllo dei tribunali permanenti, in modo che i senatori fossero giudicati non più da giudici-senatori ma da cavalieri che prendevano in appalto le imposte. Altro provvedimento contro il senato fu quello che il senato dovesse decidere prima dell’assegnazione se una provincia era consolare, per evitare cambiamenti di tipo politico. Quando Caio e Fulvio Flacco si assentarono, il loro oppositore Druso grandi proposte e al loro ritorno il panorama politico era mutato e Caio non fu più rieletto. Il Senato fece uccidere i sostenitori dei Gracchi, Fulvio Flacco e Caio si fece uccidere da uno schiavo. • la riforma agraria venne smantellata • Prima del 133 Roma aveva 6 province: Sicilia (241), Sardegna e Corsica (237), Spagna Citeriore e Ulteriore (197), Macedonia (148-146 aggiunta della guerra acaica) e Africa (146). Nel 133 Attalo II, re di Pergamo, lascia il suo regno a Roma tranne alcune città dichiarate libere. Aristonico, chiamato poi Eumene III, si mise a capo di una rivolta terminata nel 129, quando venne soppresso e Manio Aquilio riorganizzò il territorio nella provincia romana dell’Asia, compito terminato solo nel 126. A nord si trovavano la Misia e la Troade, al centro la Lidia e a sud la Frigia, in questo modo Roma metteva piede nella penisola Anatolica. Roma venne attirata anche dalla Gallia meridionale poiché consentiva il passaggio dalla liguria alla Spagna, perciò, rispondendo a una richiesta di Marsiglia che si sentiva minacciata da galli e liguri, Roma invio Fulvio Flacco e Caio Sestio Calvino finendo per controllare l’entroterra di Marsiglia. Nel 122-121 Cneo Domizio Enobarbo e Quinto Fabio Massimo vincono contro gli Allobrogi e Avernie mettono le basi per la nuova provincia narnese fondando Narbona dedotta nel 118 che, attraversta dalla via Domizia, collegava Spagna e Italia. Nel 123 vennero conquistate la Baleari e furono fondate Palma e Pollenzia. • Dopo la creazione della provincia d’Africa, Roma si è impegnata a mantenere buoni rapporti anche con i paesi liberi vicini come con i figli di Massinissa, tra cui si era imposto Micipisa. Quando nel 118 Micipisa morì, il suo regno fu combattuto da 3 eredi: giucurta, il più spregiudicato che assassinò Iempsale e Aderbale che chiese aiuto a Roma, che decise di dividere la numidia tra i due. Ma giucurta volle impadronirsi del regno intero e attaccò la capitale della parte di Aderbale e presa la città fece uccidere il rivale, Romani e Italici, così Roma nel 111 entrò in guerra, che si concluse nel 109 con al comando Quinto Cecilio Metello e Caio Mario. Metello sconfisse ripetutamente Giucurta ma non riuscì a concludere la campagna. Così, tra le reazioni di protesta del commercianti, Caio Mario venne eletto console nel 107. Era un homo novus e incarnava un nuovo tipo di politico, senza antenati illustri. Si imparentò, sposando Giulia, con un’antica famiglia di patrizi. • Mario, bisognoso di truppe per affrontare le azioni determinanti contro Giucurta, aprì l’arruolamento volontario al capite censi, ovvero a coloro che erano registrati sui registri di censo senza beni patrimoniali, quindi nullatenenti. Con il nuovo esercito tornò in Africa ma solo dopo tre anni riuscì a catturare Giucurta, grazie a una trattativa diplomatica in cui suo suocerò Bocco lo tradì e lo consegnò ai romani. Mario vienne rieletto nel 104 e Giucurta venne portato a Roma e giustiziato. • Nel frattempo due popolazioni germaniche chiamate Cimpri e Teutoni, iniziarono a migrare verso sud a causa di problemi di sovrappopolamento. Scesi fino al Norico (Austria), furono affrontati dal console Cneo Papiro Carbone ma i Romani vennero sconfitti presso Noriea (Klagenfurt) nel 113. Intorno al 110 comparvero in Gallia, minacciando la provincia narbonese, ma quando cercarono di respingerli, i risultati furono catastrofici e i due comandanti Quinto Servilio Cepione e Cneo Mallio Massimp subirono una sconfitta clamorosa nel 105. A Roma si ebbe il terrore che potessero invadere l’Italia, così Mario prese il comando della guerra e con una riorganizzazione dell’esercito in dieci coorti da 600 uomini. Mario affrontò prima i Teutoni nel 102 che si dirigevano verso la Gallia sterminandoli ad Aqua Sextiae, mentre i Cimbri che si dirigevano verso le Alpi nel 101 vennero sterminati presso Vercellae, tra Rovigo e Ferrara. • Mario aveva creduto utile appoggiarsi a Lucio Appuleio Saturnino, auituandolo a diventare tribuno della plebe nel 103, ottenendo in cambio la proposta e l’approvazione della distribuzione delle terre d’africa. Nel 100 Mario venne rieletto al suo sesto consolato, Saturnino al suo secondo anno come tribuno delle plebe e Glaucia, suo compagno popolare, pretore.Contando sull’appoggio di Mario, Saturnino presentò una legge agraria che prevedeva la distribuzione delle terre in Gallia e fondazioni di colonie in Sicilia, Macedonia e Acaia e aveva fatto approvare una clausola che ogni membro del Senato doveva giurare di approvare la legge. Durante la rielezione di Staurnino come tributo e di Glaucia al consolato, scoppiarono tumulti e un competitore di Glaucia venne ucciso. Così Mario si trovò ad applicare il senatum consultum ultimum contro i suoi alleati che furono uccisi, allontanandosi poi da Roma. • Roma in Anatolia ha avuto grandi problemi con la pirateria. In Asia minore meridionale si trovavano le due Cicilie (Cicilia Tracheia e Cicilia Pedias). La cicili a Tracheia aveva problemi di brigantaggio interno e di pirateria sulla costa, che minacciava il passaggio dall’Egeo a Cipro e alla Siria-Fenicia. Il controllo delle zone interne aveva impegnato Seleucidi e Attalidi, mentre sui mari i Rodii. Roma decise di intervenire contro la pirateria nel 102 inviando Marco Antonio (nonno del futuro triumviro) con il compito di distruggere le basi anatoliche dei pirati. L’azione andò avanti per un paio d’anni, con la costituzione della provincia della Cilicia 102-101 per la protezione del commercio via mare. La lex de provinciis praetoriis, che tratta di pirateria del 101-100 dimostra come anche dopo il problema rimase incombente. Il gravoso impegno militare aveva costretto Mario a domandare gravosi aiuti da alleati italici e d’oltremare. Vi furono numerose rivolte servili in seguito ad un provvedimento ed un indegine condotta dai governatori provinciali, dopo le lamentale di Nicomede III che lamentava i numerosi uomini sequestrati dai pirati o venduti per debiti. I proprietari di schiavi, dopo che molti tornarono allo stato libero, si lamentarono e il provvedimento rimase morto. Le rivolte più importanti sono: schiavi delle miniere di Laurion in Attica e movimenti in Sicilia. Mise fine alla ribellione manio Aquilio. Nel 96 a.C a Roma venne lasciata la Cirenaica, ma la provincia venne dedotta solo ne 75-74 a.C. • Il decennio successivo al 100 si aprì con forti tensioni politiche e sociali. Per mettere ordine venne creato il provvedimento secondo cui tra una proposta di legge e la votazione dovessero passare tre nundine (giorni). Intanto continuava il conflitto tra senatori e cavalieri per impadronirsi dei processi di concussione; nel 95 una legge Licinia Mucia aveva istituito una commissione per controllare le richieste di cittadinanza. fu eletto come tribuno della plebe Marco Livio Druso che cercò di destreggiarsi con una politica favorevole in qualche modo ad entrambe le parti: restituì ai senatori i processi di concussione e fece una legge agraria volta alla distribuzione di nuovi appezzamenti e nuove colonie. infine volle dare agli italici la cittadinanza romana ma l’opposizione fu vastissima e Druso venne assassinato. Ma gli italici erano vicino alla ribellione • Dato che essere cittadini romani comportava enormi vantaggi, gli Italici volevano rivendicare questo diritto, in quanto avevano contribuito alle varie battaglie come con Cimbri e Teutoni. Erano esclusi dalle distribuzioni agrarie e dopo l’assassinio di Druso decisero di entrare in una rivolta armata. Ad Ascoli nel Piceno, un pretore e tutti i Romani vennero massacrati nel 90. Diedero inizio ad una guerra lunga e sanguinosa , in quanto gli Italici combattevano come loro, in tutto e per tutto. I due principali settori di operazione vennero spartiti tra i due consoli del 90: Pulbio Rotilio Lupo a settentrione contro Quinto Poppedio Silone, mentre a meridione Lucio Giulio Cesare. A Roma si cercò un provvedimento politico: venne fatta approvare l’alleanza ai cittadini italici rimasti fedeli e alle comunità che avessero deposto o deponessero rapidamente le armi. Nell’89 la legge di Caio Papiro Carbone e Marco Plauzio Silvano prometteva la cittadinanza a tutti gli alleati che si fossero registrati entro 60 giorni presso un pretore a Roma, La rivolta venne ridotta ma terminò solo nell’88 I primi grandi scontri tra fazioni in armi • I Parti della dinastia degli Arsacidi avevano sottratto possedimenti orientali al regno seleucide fino ad occupare la Mesopotamia e la babilonia. Nel 95, il loro re diventò Tigrane. Roma, instaurandosi in Asia e costituendo una provincia, avevano favorito la coesistenza di piccoli stati che si odiavano. Ma divenuto re del Ponto Mitridate VI Eupatore era riuscito a stabilire accordi con la Bitinia per dividersi Paflagonia e Galazia, impadronendosi poi della Cochide . A partire dal 104 il senato era diventato attento alle sue mosse e dopo che Cappadocia entrò nelle mani di Mitridiate, Mario si era recato da lui in missione di osservazione. Nel 92 era toccato a Silla. Approfittando della guerra sociale Mitridiate si era impossessato della Cappadocia grazie a Tigrane e ha fatto spodestare dalla Bitinia Nicomede IV. Verso la fine del 90 Roma decise di inviare una legazione Mitridate decise di dichiarare guerra a Roma, servendosi anche del malcontento verso Roma a Oriente. Verso l’88 Mitridate invase la Grecia e Roma decise di reagire dando il comando a Silla, impegnato però con l’assedio di Nola. • Mentre Silla è impegnato a Nola e accelerava le operazioni, prese il comando su Roma Pulbio Sulplicio Rufo decidendo diversi provvedimenti: il richiamo dall’esilio di quanti erano stati perseguitati per collusioni con gli alleati italici, l’inserimento dei neocittadini in tutte le 35 tribù e un limite di debito di 2000 denari per ciascun senatore, in quanto Roma era devastata da razzie e lo Stato si fava impoverendo. Infine il comando su Mitridate venne dato a Sulpicio Rufo. Silla marciò ovviamente su Roma e se ne impadronì eliminando Sulpicio e facendo approvare alcune norme. • Sbarcato nell’Epiro nell’87 Silla prese Atene e sconfisse le truppe poetiche a Cheronea e Orcomeno in Boezia nell’86. Era la fine di Mitridate in grecia. • Nel frattempo uno dei due consoli dell’87, Lucio Cornelio Cinna viene cacciato da Roma e si dirige in Campania dove viene raggiunto da Mario. Si ha così una nuova marcia su Roma e Silla viene dichiarato nemico pubblico. Dopo stragi e rappresaglie anche Mario fu rieletto console. Venne mandata poi una nuova truppa a combattere la guerra mitriadica in sostituzione a quella sillana. Verso la fine dell’84 Cinna fu rieletto console e appena seppe del ritorno di Silla cercò di anticiparlo ad Ancona ma venne ucciso dai suoi stessi soldati. • Nell’86 due armate romane di opposte fazioni si trovano a combattere insieme in Grecia ma non si scontrarono mai; agirono parallelamente ricacciando Mitridate in Asia. Si giunse a trattative di pace nell’85, nella Troade: Mitridate conservava il suo regno, ma doveva versare una forte indennità di guerra, consegnare la flotta, la BItinia a Nicomede IV e la Cappadocia ad Ariobazane. Nel’83 Silla sbarca in Italia con il bottino, a Brindisi. La pace stipulata non fu la fine delle ostilità in quanto il governatore Lucio Licinio Murena accusa Mitridate di riprepararsi alle armi che reagisce rientrando in cappadocian e sconfiggendo Murena tra l’83-81, finché non furono fermati da Silla. • A Brindisi, raggiunsero Silla Cneo Pompeo con tre legioni; riuscì a riprendessi l’Apulia, la Campania e il Piceno e sconfisse Caio Mario in Giovane, rimpadronendosi di Roma e con l’aiuto del futuro triumviro Marco Licinio Crasso distrusse le ultime resistenze avversarie. Cneo Pompeo eliminò gli ultimi oppositori in Africa e Sicilia. Silla introdusse poi liste di proscrizione con i nomi di avversari pubblici, facendo scomparire numerose famiglie. I consoli del’’82 erano morti, perciò il senato nominò un interrex, un princeps senatus Lucio Valerio Flacco che con una proposta face nominare Silla dictator legibus scribundis et rei publicae costituende, ovvero una dittatura a tempo illimitato. Iniziò poi l’opera riformatrice di Silla, presentata in anticipo nell’88 con la ebbero la meglio sulle grandi navidegli avversari. Egli poté allora rivolgere l’attenzione al Ren. Qui Usipeti e Tencteri avevano attraversato il fiume spingendosi nel territorio dei Teveri. Cesare li annientò e nello stesso anno fu compiuta un’incursione esplorativa in Britannia. Nel 54 in Britannia ci fu una campagna militare, che consentì la sottomissione delle tribù della costa e il 53 trascorse nella repressione di rivolte scoppiate a nord della Gallia, che si concluse con il secondo passaggio sul Reno. La grande crisi si verificò nel 52 sotto la guida di Vercingetorige, re degli Averni, iniziata con lo sterminio di Romani e Italici residenti a Cenabum. Vesare si precipitò subito in Averna dove assediò Gergovia, ma senza risultato, poiché fu espugnato; allora anche gli Edui defezionarono e Cesare fu costretto a chiedere aiuto a Tito Labieno che aveva sconfitto tribù insorte a Lutetia Parisorum e insieme inseguirono Vergingetorige che si rinchiuse in Alesia. cesare mise i suoi uomini in città con due linee di fortificazione e dopo un lunghissimo scontro gli assalitori furono respinti e Vergingetorige si arrese e venne portato a Roma, dove nel 46 fu fatto sfilare in un carro trionfale davanti a Cesare e decapitare ai piedi del Campidoglio. • Giunto in Siria, crasso aveva cercato di immettersi nella contesa dinastica dei Parti (54). Morto il re erano in contesa i due fratelli Orode e Mitridate e divenne re Orode ma Crasso decise di schierarsi dal fratello minore. Accompagnato da Publio, decise di invadere il pese invece che da Nordo, dalla Mesopotamia, fortemente sconsigliata. Infatti vennero attaccati e Publio fu ucciso. La provincia venne minacciata e vendicarne l’oltraggio sarebbe divenuto imperativo della Roma tardorepubblicana con Cesare, Antonio e Ottaviano. Mentre si ritirava, Crasso venne catturato e ucciso. • Mentre Crasso partiva per la Siria, Pompeo rimase nei dintorni di Roma . Tra il 54-53 cominciarono a venir meno i vincoli politici e famigliari tra Cesare e Pompeo: nel 54 morì di parto Giulia, poi morì Crasso e Pompeo inizia ad accostarsi presso gli optiate . Nel 53 vene proposto di nominare Pompeo dittatore, senza successo.All’inizio del 52 l’anarchia arriva al colmo: Clodio, che aspirava alla pretura e Milone che aspirava al consolato si scontrano e Clodio rimase ucciso. Così Pompeo venne eletto console senza collega e decise per leggi per reprimere la violenza e condannò Milone, ristabilendo un equilibrio precario. Nel frattempo però i nemici di Cesare cercarono di rimuoverlo dalla sua carica per farlo tornare a Roma. Cesare, come proconsole, pensava che il suo trattato dovesse terminare alla fine del 49, mentre per i suoi nemici intorno al 50. esame doveva quindi rivestire di nuovo il consolato congiungendolo al suo proconsolato restando però assente da Roma e questo privilegio gli era stato stabilito nel 52. Nello stesso 52 però pompeo aveva fatto approvare una legge secondo la quale tra una magistratura e una promagistratura dovessero passare 5 anni, minacciando Cesare che qualora fosse diventato console allo spirare della carica sarebbe diventato privato cittadino. Pompeo aveva anche fatto in modo di farsi prolungare la carica in Spagna fino al 47 restando però a Roma. A partire dal 51 iniziarono le discussioni sul termine del potere di Cesare e tra lui e i suoi avversari iniziò una lotta “sorda”per raggiungere da parte di Cesare l’estensione del suo comando fino al 49 per candidarsi a console nel 48. Per evitare che questa lotta continuasse, nel 50 il tribuno Cario Scribonio Curione aveva proposto che entrambi, sia cesare che pompeo, deponessero le loro cariche straordinarie e il senato si dichiarava favorevole. All’inizio del 49 Cesare manda in senato una lettera in cui dichiara di deporre i poteri solo se Pompeo li avesse deposti, ma i suoi avversari fecero in modo che si inducesse a Cesare di deporre subito le sue cariche e che il senato pronunciasse il senatum consultum ultimum, affidando ai consoli e a Pompeo di difendere lo Stato. Cesare varò allora in armi il Rubicone dando inizio alla guerra civile. Pompeo abbandonò la città per dirigersi a brindisi e imbarcarsi per l’Oriente. Cesare attraversò in fretta l’Italia trovando poca resistenza, ma non riuscì a fermare il piano di Pompeo. Ritornato per breve tempo a Roma per sistemare gli affari più urgenti, cominciò ad affrontare la minaccia occidentale, rivolgendosi contro le forze pompeiane in Spagna con le sue truppe in Gallia. Torna a Roma alla fine del 49, facendosi dichiarare dittarìtore da Marco Emilio Lepido per convocare i comizi elettorali e venne eletto console nel 48. nel frattempo Pompeo, aveva fatto di Tessaglia il suo quartier generale. Lo scontro decisivo tra Cesare e Pompeo avvenne a Farsalo e Pompeo venne sconfitto e fuggì in Egitto, dove però era in atto una contesa per il trovo tra Cleopatra VII e Tolomeo XII, quindi il suo arrivo venne giudicato scomodo e venne fatto assassinare. Cesare si trattenne in Egitto tra il 48 e il 47 allo scopo di eliminare le lotte tra i due fratelli. Venne assediato dai partigiani di Tolomeo e fu scostretto ad aspettare i rinforzi per la battaglia in cui poi il re fu sconfitto e morì nel Nilo durante la fuga, Cleopatra divenne la regina d’Egitto e ebbe un figlio da Cesare. Nel 47 il figlio di Mitridate, approfittando della situazione cercò di recuperare territori paterni ma Cesare inervenì immediatamente e lo sconfisse a Zela. Provarono a riunirsi in Africa i pompeiani sconfitti con l’aiuto di Giuba, re di Numidia, ma cesare li sconfisse a Tapso e il suo territorio divenne la provincia Africa nova. Ritornato a Roma nel 46, celebrò tutte le sue vittorie; ripartì velocemente per la Spagna dove sconfisse i figli di Pompeo Cneo e Sesto. Lì sconfisse e Cneo morì, mentre Sesto scappò. Cesare ritornò a roma e riorganizzò la politica. • A metà del 46, venne conferita a Cesare un’altra dittatura per dieci anni, per riformare lo stato. Nel 45 ricoprì il quarto consolato e nel 44 in quinto, dove divenne dittatore a vita. Aveva accumulato una serie di poteri straordinari Dopo Tapso era diventato praefectus moribus, per controllare le liste di senatori, cavalieri e cittadini, quindi di competenza censoria. Potè sedersi tra i tribuni della plebe e di fare trattati sia di pace che di guerra senza consultare il senato, il popolo e infine divenne imperator, con l’imperium a vita e pater populus. Il suo piano riforme: • facilitazioni ai debitori • cittadinanza romana anche per la Transpadana, fino alle Alpi • senato-> 900 membri tra cui cavalieri e elementi provenienti da tutto l’Impero, seguaci di Cesare • questori-> da 20 a 40 • edili-> da 4 a 6 • pretori->da 8 a 16 • le giurie dei tribunali vennero ripartite da senatori e cavalieri • durata della magistratura: due anni per i consoli e uno per i pretori • divieto di allontanarsi dallo Stato per più di tre anni consecutivi • ripristino delle finzioni originarie dei collegia • diminuzione degli avanti diritto al grano che rimase gratuito • vasto programma di colonizzazione • ritrutturazione urbanistica-> Foro Romano • riforma del calendario civile • L’ecessiva concentrazione dei poteri finirono per creare allarme tra i pompeiani ma anche tra chi venne colpito negli interessi. Quando cesare nel 44 preparò una guerra contro i Parti, a Roma venne messo in giro un oracolo secondo il quale questo regno poteva essere sconfitto solo da un re. Venne emesso allora una congiura contro le sue aspirazioni monarchiche guidata da Marco Giunio Bruto, Caio Cassio Longino e Decimo Bruto. Alle idi di marzo del 44 (15 marzo) morì pugnalato nel Campo Marzio. Agonia della Repubblica • Dopo la morte di Cesare, i cospiratori non eliminarono i suoi collaboratori Marco Emilio Lepido e Marco Antonio, quindi cercarono di riorganizzarsi ma a Roma trovarono una fredda accoglienza e si ritirarono sul Campidoglio. Antonio riuscì a creare una politica di compromesso: da un lato l’amnistia per i congiurati, dall’altro la convalida degli atti di Cesare e il suo funerale. Dolabella, che era destinato ad essere successore di Cesare quando si trovava in Spagna doveva essere console insieme a Marco Antonio e le province sarebbero state date agli assegnatari (A Marco la Macedonia e a Dolabella la Siria). Fu abolita la dittatura dalle cariche dello Stato e Antonio approfittò delle carte private di Cesare datagli dalla moglie per far partire vari progetti di legge. Cesare aveva nominato come suo successore Caio Ottavio, suo pronipote, che appena saputo tornò a Roma dall’Illiria. Reclamò la sua eredità e giurò vendetta per l’uccisione di Cesare, ricevendo l’appoggio dei cesariani e arginando i poteri di Antonio. Questi, al posto della Macedonia, si fece assegnare Gallia Cisalpina e Comata, per controllare meglio l’Italia ma Decimo Bruto, a cui era destinata la provincia si oppose e si ritirò a Modena, dove iniziò la guerra di Modena. Il senato mosse soccorso per Decimo Bruto mandando i due consoli Irzio e Pansa e ad essi venne associato Ottavio. Antonio fu battuto e costretto a ritirarsi nella Narbonese. I consoli morirono. • Morti entrambi i consoli, Ottavio il consolato e le ricompense per i soldati. Al rifiuto marciò su Roma nel 43 e nell’agosto 43 diventò console insieme a Quinto Pedio, e istituirono un tribunale per l’assassinio di Cesare. Ottavio fece ratificare la sua adozione dai comizi curiati, usando il nome di Caio Giulio Cesare Ottaviano. In Gallia, Antonio si era congiunto con Lepido e con i governatori di Gallia e Spagna, tranne Decimo Bruto che fu ucciso. Annullato il provvedimento che riteneva Antonio nemico dello Stato, nel 43 Antonio, Lepido e Ottaviano si incontrano a Bologna dove stipulano un accordo istituiscono un triumvirato per la riorganizzazione dello stato per la durata di 5 anni. Questo accordo conferiva il diritto di convocare senato e popolo e di promulgare editti. Antonio avrebbe conservato il governo della Gallia Cisalpina e Comata, Lepido la Gallia Narbonese e le due Spagne mentre Ottaviano l’Africa, la Sicilia, la Sardegna e la Corsica. Ottaviano aveva la parte più difficile da gestire, in quanto le isole erano minacciate da Sesto Pompeo. Vennero ripristinate le liste di proscrizione con i nomi degli uccisori di cesari e molti senatori e cavalieri furono uccisi e i loro beni confiscati (es Cicerone). Così facendo, Ottaviano mise in sensto anche le finanza e poté rivolgere le armi contro Oriente dove Bruto e Cassio si erano costruiti una base di potere. Ma prima, nel 42, Cesare venne divinizzato e Ottaviano divenne divi filius. Lepido e Munazio diventarono consoli, mentre Antonio e Ottaviano partirono per la Grecia. Lo scontro decisivo ebbe luogo a Filippi, in Macedonia. Cassio venne battuto da Antonio e credendo che fosse stato sconfitto anche Bruto, si tolse la vita. Ottaviano riscontrò qualche difficoltà ma riuscì a sconfiggere Bruto che decise come Cassio di togliersi la vita. Le proscrizioni vennero dissolte. • Dallo scontro a Filippi usciva il prestigio militare di Antonio che si riservò il comando su tutto l’Oriente. A Lepido venne assegnata l’Africa e a Ottaviano le due Spagne e il compito di sistemare la questione di Sesto Pompeo e di distribuire terre tra i veterani, il più difficile data la scarsità di agro pubblico e la necessità di espropriare terreni. Scoppiarono infatti le proteste dei piccoli proprietari nel 41, sfruttata subito dalla moglie di Antonio e dal fratello, allora console che se ne misero a capo. Ottaviano fu costretto ad affrontare gli insorti a Perugia, che dopo un assedio venne espugnata e saccheggiata. Lucio Antonio venne risparmiato, Fulvia andò in Grecia e altri andavano da Sesto Pompeo. Intanto Ottaviano prese entrambe le Gallie. Data la possibilità di un’alleanza tra Antonio e Sesto Pompeo, Ottaviano sposa Scribonia, sorella del suocero di Sesto Pomeo. Antonio, preoccupato si mosse dall’Oriente ma gli fu impedito di sbarcare. Grazie poi alla mediazione di amici comuni Ottaviano e Antonio si incontrarono a Brindisi, dove stipulano un accordo in cui a Ottaviano viene assegnato l’Occidente mentre ad Antonio l’Oriente e l’Africa rimase a Lepido. Antonio sposa Ottavia, sorella di Ottaviano. La situazione si complicò con le rivendicazioni di Sesto Pompeo, che lasciato fuori a Brindisi decise di bloccare le forniture di Grano. Allora Antonio fu costretto a tornare in grecia per presenziare con Ottaviano al trattato di Miseno (39), in cui a Sesto Ottaviano riconosce il governo di Sardegna, Sicilia e Corsica e Peloponneso, inoltre diventava augure e i suoi seguaci ottennero l’amnistia. Ma alle difficoltà di Antonio di cedere il Peloponneso l’equilibrio si ruppe di nuovo e Sesto ricominciò le azioni contro l’Italia, allora Ottaviano ripudia Scribnia e sposa Livia Drusilla, madre di Tiberio. Sesto abbandona Sardegna e Corsica e inizia la lotta per il possedimento della Sicilia. Ottaviano inizia con una sconfitta quindi chiede appoggio ad Antonio rinnovando il triumvirato fino al 32. Nel Frattempo Agrippa, amico di Augusto e console nel 37 aveva fatto collegare i laghi di Averno e Lucrino al mare per aver eun porto militare a Pozzuoli per avere una flotta, con la quale nel 36 inflisse una sconfitta a Sesto a Milazzo. Ottaviano tornò e fu ricoperto di onori come l’inviolabilità e ormai padrone d’Occidente, gli rimase solo la gloria militare che conquistò con campagne contro gli Illiri in Pannonia e Dalmazia. • Dopo le battaglie a Filippi, antonio aveva concentrato i suoi interessi in Oriente. Impose pesanti tributi in Asia e stipula alleanze con re e principi orientali. Il regno più potente era quello d’Egitto, dotto il regno di Cleopatra e Tolomeo Cesare. Convocata a Tarso nel 40, Cleopatra propose a Marco Antonio di essere suo ospite per un anno. Dai due nacquero due gemelli. Nel 40 i Parti invasero la Siria, l’Asia Minore e la Giudea ma Antonio non poté intervenire in quanto chiamato in Italia per la guerra di perugia e l’accordo di Brindisi. Verso la fine del 39 in generale Ventidio Basso respinse i Parti dalle province di Roma e divenuto governatore lì ricacciò al di là dell’Eufrate. Nel 37 Antonio ritrovò Cleopatra e decise di riconoscere i due gemelli avuti da lei. Nel 36 Antonio diede inizio alla spedizione pratica , arrivando ad assediare Fraata, senza però le macchine d’assedio distrutte dai Parti, perciò dovette ritirarsi. Nel 34 ci riprovò e conquisto l’Armenia. Nel 35 si ebbe la rottura definitiva tra Antonio e Ottaviano, in quanto quest’ultimo invece di inviare 20.000 legionari, mandò la sorella Ottavia con 2.000 uomini per provocarlo. Antonio ci cascò e rimandò indietro Ottavia. Così Ottaviano era offeso. Antonio rispose con la celebrazione della vittoria della conquista dell’Armenia ad Alesandria confermando a Cleopatra e Tolomeo Cesare il trovo d’Egitto. • I consoli del 32 e trecento membri del Senato, antoniani, decisero di rfugiarsi da Antonio, che ripudiò Ottavia. Ottaviano nel frattempo ottenne che antonio venisse privato di tutti i suoi poteri e Ottaviano si presentò come difensore di Roma. Dichiarò guerra a Cleopatra e la battaglia definitiva si svolse ad Azio dove Agrippa vinse su Ottaviano. Antonio e Cleopatra si rifugiarono in Egitto dove stava per entrare ottaviano e si suicidarono. Tolomeo Cesare venne elimino e l’Egitto divenne provincia romana. Augusto • Dopo Azio, Ottaviano si trova ad essere l’unica figura ad avere il potere su tutto lo Stato Romano. Nel 31 a.C, convenzionalmente, comincia il Principato, il regime istituzionale retto dal princeps, una monarchia assoluta più “velata” rispetto a quella di Cesare che con il suo assassinio era fallita. Da questo momento si nota una cesura nella storia romana. • Augusto torna in italia alla fine del 29 e si celebrano i suoi trionfi per le guerre dalmatiche, Azio e Egitto. Il processo di acquisizione dei poteri inizia solo nel 27 e Ottaviano in un discorso rinuncia a tutti i suoi poteri straordinari tranne quello di proconsole nelle province non pacificate (Spagna, Gallia, Siria, Cilicia, Cipro ed Egitto). Qualche giorno dopo il Senato lo dichiara Augusto e gli da la corona civica. Inizia la riorganizzazione delle istutuzioni, non più adatte e il principe diventa il punto di riferimento per l’equilibrio. • Tra il 27 e il 25 Augusto si reca in Galla e in Spagna dove combatte contro Asturi e Cantabri. Nel 23 vi fu una crisi, in Spagna Augusto si ammalò gravemente e il rischio di riaprire le guerre civili se fosse scoparsi era alto. Augusto pensò a Marcello, marito di sua figlia Giulia, ma morì e Giulia divenne moglie di Agrippa, che divenne il successore disegnato. Augusto depose il consolato e ricevette un imperium maius, vale a dire l’azione di proconsole su tutte le province, comprese quelle senatorie, ma il fermo della vita politica a Roma. Per sviare da questo vincolo, si fece eleggere tribuno della plebe a vita e il diritto di convocare il Senato. Augusto controllava le elezioni in due modi: nominatio, accettazione della candidatura e comendatio, raccomandazione da parte dell’imperatore. • Il 22, dopo la carestia, Augusto rifiutò la carica di dittatore per occuparsi dell’approvvigionamento di Roma. Nel 19 e 18 esercitò la carica di censore ottenendo privilegi legati al consolato, tra cui utilizzare le insegne consolari: la sella curulis e i 12 littori. Nel 23 Agrippa aveva ricevuto un imperium pro consolare per recarsi in Oriente, mentre Augusto era a Roma. Tra il 22 e il 19 Augusto si portò sul confine orientale riuscendo a recuperare le insegne di Crasso e Marco Antonio. Dato che nel 18 scadevano entrambe le cariche proconsolati di Augusto e Agrippa dovettero rinnovarle per altri 5 anni. Agrippa ricevette anche la tribuna potestas. Nel 20 Agrippa e Giulia hanno un figlio: Lucio Cesare e nel 18 Caio e nel 17 Augusto li adotta per la successione. Quando morì Lepido, nel 12, ad Augusto venne conferita anche la carica di pontifex massimo. Nel 2 divenne anche pater patriae. • Nel 29/28 e nel 18 Augusto adottò delle misure per quanto riguarda la struttura degli organi di potere. nella prima si fece conferire potere censorio e rivisitò le liste dei senatori, facendo espellere chi indegno, ovvero chi non aveva il censo corrispondente allo standard. Nel 18, invece, riporta a 600 il numero dei senatori e rese la dignità senatoria ereditaria. Augusto portò il censo minimo a un milione di sterzi e proibì l’uso della toga senatoria ai figli dei cavalieri, ma lo consentì ai figli dei senatori, che per il loro censo erano anche cavalieri. Talvolta Augusto poteva scegliere alcuni candidati che non appartenevano a famiglie di senatori. Creò quindi una nette distinzione tra l’ordo equester e l’ordo senatorius. I senatori avevano tutte le cariche più importanti, talvolta però veniva impiegato qualche cavaliere poiché il numero dei senatori non era sufficiente • L’azione di Augusto su roma fu quella di una grande monumentalizzazione; la sua residenza occupava la sede del focolare di Vesta, la sua sede da pontefice ed era diventata edificio pubblico. La sua azione di restaurazione su concentrò soprattutto nel Foro Romano e nella costruzione del nuovo foro: il Foro di Augusto. Vennero inoltre costruiti ed restaurati numerosi edifici pubblici, soprattutto per opera di Agrippa (es. Acquedotti). Dopo la crisi del 22 Augusto si assunse la carica di cura annonae e riuscì a far fronte all’emergenza dell’approvvigionamento. Ma con un’altra crisi del’8 creò una prefettura che provvedeva a questo tipo di necessità. Creò un corpo di vigili del fuoco. L’Italia non f interessata da riforme amministrative. Tutti erano diventati cittadini romani e le 400 città italiche godevano di governo autonomo e none ranno soggette a imposta fondaria. Augusto divise l’Italia in 11 regioni, per facilitare il censimento.vennero anche organizzate reti stradaliaffidati a magistrati municipali e organizzati d prefetti equestri. Il II secolo • Considerato il periodo più prospero della storia di Roma, che godette di sviluppo economico e culturale. Nerva, primo princeps, riorganizzò il sistema delle successioni con per legame consanguineo ma per il più meritevole per far si che l’impero rimanesse stabile. • Nerva (96-98) • Durante il suo breve regno cercò di evitare l’anarchia controllando le reazioni all’uccisione di Domiziano. Cercò di eliminare le proposte impopolari di Domiziano, avvallando la damnatio memorie e condannando chi aveva provocato processi e condanne. Dopo aver garantito l’ordine in terno si preoccupò di far assegnare lotti di terreno ai cittadini nullatenenti e trasferì la cassa imperiale il costo del cursus publicus. el 97 si manifestarono segnali di crisi, dovuti ai gravi problemi sia economici che militari. Nonostante la sua politica che mirava a una restaurazione, Nerva faticò a rimediare ai problemi economici lasciati dai Flavi e soprattutto da Domiziano. Per quanto riguarda la politica, il senato chiese la punizione degli assassini di Domiziano e Nerva acconsentì compromettendo la sua immagine e punendo coloro che lo misero al potere. Per evitare una guerra civile, adottò Traiano, che credeva in grado di affermarsimilitarmente contro i pretoriani grazie alla sua esperienza politica e militare. • Traiano (98-117) • Saputa la notizia dell’adozione, Traiano preferì rimanere a governare la Germania fino al 99 per consolidarne definitivamente i confini sul Reno. L’ambiente che riporta le fonti era a lui abbastanza favorevole, infatti viene ricordato come un sovrano giusto e fedele alle istituzioni. L’opera rilevante furono le campagne daciche (101-102, 105-106) sembrano godere del’’approvazione del senato. Forse la decisione di queste campagne derivano dal tentativo di risollevare il grave peso economico lasciato dai precedenti imperatori, in quanto la Dacia era una regione ricca d’oro. La Dacia fu ridotta a pronvicia e i prigionieri deportati, facendo si che lImpero godesse di un grandissimo bottino per finanziare le imprese militari e le opere pubbliche. Mostrò interesse per la frontiera orientale: ci fu l’annessione del territorio dei Nabatei, in cui sorgeva Petra, che determinò l’istituzione della provincia di Arabia, corrispondente all’attuale Giordania e alla penisola del Sinai. Grazie a questi territori roma aveva anche il controllo della via commerciale di mare per l’India. Infine nel 114 Traiano organizzò una spedizione contro i Parti occupando Armenia, Assiria e Mesopotamia, ma nessuna di queste, tranne la Dacia ebbe successo, in quanto Traiano dovette fronteggiare rivolte degli Ebrei in Mesopotamia e Cirene. Morì in Cilicia e divenne imperatore Adriano. • Adriano (117-138 d.C) • Discendente da una famiglia di emigrati in Spagna, che si affermò nell’aristocrazia italica, Adriano aveva percorso a Roma una carriera senatoriale, grazie all’aiuto di Traiano. Subito dopo la sua proclamazione dalle truppe, preferì abbandonare il controllo diretto delle nuove province acquisite affidandole a sovrani clienti, consolidando i confini e ponendo fine alle guerree di espansione. Si preoccupò di alleviare il malessere economico, cancellando i debiti arretrati contratti a Roma e in Italia con la cassa imperiale, attraverso distribuzioni al popolo, proseguendo il programma alimentare di Traiano. Era un amministratore attento anche per l’esercito e le province; attuò una riforma disciplinare militare e decise per il reclutamento dei provinciali. Creò anche nuove unità formate da soldati di popolazioni non romanizzate. Fu inoltre uomo di grande cultura e favorì l’arte, la letteratura le tradizioni mostrando il legame con la cultura greca.Passò gran parte del suo regno a viaggiare tra le province: tra il 121 e il 125 percorse le province danubiane arrivando in Britannia; vide poi la Gallia, la Spagna, la Mauretania, l’Africa, l’Asia Minore e la Grecia. Tra il 125 e il 129 viaggiava di continuo tra Roma e l’Africa, mettendo all’opera la creazione di sistemi di difesa come fossati. Nel 132 scoppiò in Palestina una rivolta provocata dall’intenzione di Adriano di assimilare gli Ebrei alle altre popolazioni, fondando a Gerusalemme la colonia di Aelia Capitolina, dove adriano doveva essere oggetto di culto. Trascorse dodici anni quindi lontano dall’Italia e si preoccupò di dare una forma definitiva ai governi provinciali. Divise l’Italia in 4 diretti giudiziari assegnati ai senatori di rango consolare alleggerendo il lavoro ai tribunali di Roma. Riorganizzò la carriera del ceto equestre e fece una netta distinzione tra carriera militare e civile, in una scala di rango definita sulla base del compenso.Scelse come successore il console del 136 Lucio Elio Cesare, che morì prematuramente, Adottò allora AArrio Antonino, che a sua volta adottò Lucio Vero e Marco Aurelio. • Antonino Pio (138-161 d.C) • Rinunciò ai grandi viaggi attraverso l’Impero privilegiando gli incarichi amministrativi piuttosto che militari e rimanendo quasi sempre in Italia. Il suo regno è un periodo privo di grandi avvenimenti. Ebbe buoni rapporti con il senato e fu un attento amministratore. Durante il suo regno non furono recate grandi minacce all’Impero; ci fu solo una ribellione in Mauretania. Venne avanzato in vallo di Adriano in Bretannia fino alla Scozia meridionale. • Durante il suo regno,l’Impero raggiunse l’apice dello sviluppo. • Nell’Impero Romano, vi erano numerose varietà di città: • città peregrine, preesisteni alla conquista in cui si distinguono: • città sipendiarie che pagano un tributo • città libere, con diritti concessi da Roma • città libere federate, che hanno concluso un trattato con Roma • municipi: città a cui Roma ha concesso o i diritti latini o romani • colonia: città d nuova fondazione con coloni che godono di cittadinanza romana • Marco Aurelio (161-180 d.C) • All’inizio, salito al trono, lo doveva condividere con il fratello adottivo Lucio Vero (primo caso di doppio Principato nella storia romana). Inizialmente, Marco decise di condurre una guerra partica condotta da Vero e vinta nel 166 ma fu causa indiretta della crisi che travagliò l’impero negli anni successivi, poiché l’esercito portò la peste e lo sguarnimento della frontiera settentrionale fece si che Marcomanni e Quadi si facessero pericolosi. Invasero Pannonia, Rezia e Norico e assediarono Aquileia. Allora Marco e Lucio furono impegnati nella difesa della frontiera danubiana. Lucio Vero morì nel 169 e Marco Aurelio riuscì a respingere i barbari a nord del Danubio anche se solo nel 175. Nel 175 si ribellò il governatore siriano Avidio Cassio, che però fu ucciso dalle sue truppe prevenendo un conflitto armato. Nel 177, a Lione, avvenne una sanguinosa persecuzione contro i cristiani, facendoli lottare come gladiatori con belve feroci. • Commodo (180-192 d.C) • Figlio diretto di Marco Aurelio con cui tornò la successione dinastica, diventò imperatore a 19 anni ed era la completa antitesi del padre. Entrò in completa rottura con il senato in quanto dispotico, arrogante e stravagante. concluse pace con le popolazioni sul Danubio, rinunciando al progetto del padre. Dal 182-185 il governo fu dato in mano a Tigidio Perenne che fu ucciso nel 185 e il suo ruolo fu occupato da Cleandro, che approfittò del disinteresse di Commodo per varie azioni amministrative. Una crave carestia nel 190 fece cadere il suo potere e Cleadro fu offerto come capo espiatorio. Tra il 190 e il 192 l’Imperatore lasciò il governo a Ecleto e al prefetto del pretorio Leto che completarono il dissesto delle finanze e con una congiura misero fine al regime nel 192. Pur non dimostrando interesse nelle province, durante il suo regime vi furono importanti processi di integrazione della cultura provinciale con l’accoglimento di molte divinità straniere, come Mitra. Commodo fu dipinto come il peggiore dei tiranni e subì infatti la damnatio memoriae. La crisi del III secolo e le riforme di Diocleziano • Durante il regno di Marco Aurelio e il figlio Commodo si erano manifestati fattori di crisi che divennero presto fattori di disgregazione: la moneta venne svalutata, creando crisi economica e morale, mentre in politica il senato aveva perso il controllo rispetto ai militari. La crisi si aggravò nel III secolo e le due componenti decisive della crisi furono: l’esercito e i barbari; L’esercito nominava imperatori a proprio piacimento e i barbari continuavano a fare pressione sui confini. • Con il crescere del potere dell’esercito cambia l’ideologia del potere che volge verso un’ideologia assolutistica. L’imperatore non rispetta il senato ma lo considera solo come organo burocratico soggetto alla sua autorità. • In questa crisi morale, entrano in crisi anche la tradizione e le tendenze religiose. Inizia a costituirsi la Chiesa e la religione Cristiana acquista ampi consensi, ma verso il 250 iniziò forse per paura o reazione la prima grande persecuzione contro i cristiani. • Dopo la morte di Commodo, succedette un periodo confuso e di regni effimeri. La vera lotta al potere risiedeva in abito militare tra il legato della Pannonia Settimio Severo, il governatore della Siria Pescennio Negro e il governatore della Britannia Clodio Albino. Nel 197 Settimio Severo ebbe la meglio sui suoi avversari e si mosse verso Roma con i suoi soldati. Era un generale africano originario di Laptis Magna (in Libia) e iniziò la dinastia dei Severi, finita nel 235 dopo Caracalla, Elagabalo e Alessandro Severo. Con Severo iniziò una monarchia militare, nella quale l’autorità del sovrano si basa sulla forza degli eserciti. Codusse con successo la capanna partica, impadronendosi nel 198 della capitale nemica Ctesifonte che fu rasa al suolo. Portò la frontiera romana al Tigri. Nel suo progetto dinastico l’esercito proclamò il suo figlio minore Caracalla Augusto e il maggiore Geta Cesare, così che i due regnassero poi insieme ma non fu così. Le spedizioni rilevanti vi furono dal 208 con la spedizione in Britannia, dove la situazione a causa della tribù dei Caledono, era precaria. Le situazioni di difesa dei confini sul vallo di Adriano non si erano ancora concluse quando Severo morì a York. A Settimio Severo succedettero Caracalla e Geta, che venne assassinato dal fratello. Concesse la cittadinanza a tutti gli abitanti dell’Impero, tranne forse i barbari non ancora assimilati, forse per ragioni di carattere fiscale in quanto aumentava il numero dei contribuenti. Cercò di fronteggiare l’inflazione con la moneta della l’Antoniano con meno valore di quello dichiarato e non si sottrasse all’ambizione di combattere contro i Parti, dove morì assassinato durante un a spedizione a Carre in Siria; vittima di una congiura, venne dichiarato imperatore Macrino, uno dei capi della congiura militare. Il suo regno durò però solo un anno e venne dichiarato imperatore il nipote di Giulia Mesa, sorella di Giulia Donna, moglie di Settimio Severo e quindi zia di Caracalla, Elogabalo. Diventato imperatore a soli 14 anni viene ricordato per le sue stranezze e per il suo misticismo e segna uno dei periodi più bui del III secolo. Viene ucciso dai pretoriani e viene dichiarato imperatore Alessando Severo. Anche lui appena un ragazzino, venne aiutato dal giurista Ulpiano, che fece in modo di riappacificare i rapporti tra Senato e Imperatore. Evento importante f il 224, anno in cui in Persia iniziò a regnare la dinastia dei Sasanidi, che presi da un forte spirito nazionalistico scatenarono un’offensiva contro la Mesopotamia romana e Severo riuscì a bloccarli. Appena rientrato a Roma, andò in Gallia minacciata dai barbari. Nel 235 fu assassinato insieme alla madre e così terminò la dinastia dei Severi, che aveva accentuato il potere dell’esercito. Aveva inizio un periodo di 50 anni di guerre militari e civili. • L’esercito proclama imperatore Massimino, con cui comincia il periodo di massima crisi, in cui si succedono circa 20 imperatori (235-284). Massimino ottenne grandi successi contro i barbari ma mise una fortissima pressione fiscale per affrontare la situazione militare e venne dichiarato nemico pubblico. Il senato proclamò Gordiano e il figlio ma i soldati fedeli a Massimino uccisero entrambi e allora succedettero venti consolari al cui interno furono nominati Augusti Pupieno e Balbino. Nel 238 Massimino tenta la presa dell’Italia ma viene ucciso dai suoi stesso soldati. Pupieno e Balbino vengono uccisi dai pretoriani, che proclamano Augusto Giordano III, che venne affiancato dal pretorio Timistieo Morì nel 244 e fu acclamato imperatore Filippo l’Arabo che aveva sostituito Timistieo in carica di prefetto pretorio. Stipulò la pace con il re dei Persian e celebrò nel 248 il millenario di Roma, ma il suo regno terminò in modo cruento e gli succedette Decio. Decio cercò di rafforzare sia i confini che le tradizioni, perseguendo i cristiani e disciminandoli duramente soprattutto tra il 250 e 51. Morì nei Balcani, combattendo contro i Goti e succedette Valeriano, che associò subito il figlio Gallieno e gli diede il potere, decentrando l’impero, in quanto conferiva a Galliento il controllo e la difesa dell’Occidente. . Valeriano fu sconfitto e fatto prigioniero dal re dei Persani e Gallieno si trovò da solo a regnare. Riuscì a fermare Alamanni e Goti ma perse la Dacia, arretrando tutta la linea sul Danubio. Numerose province si ribellavano e su governavano da sole, Gallieno dovette tollerare che all’interno dell’Impero si creassero due blocchi: Galli, Spagna e Britannia guidati da Postumo e Odenato a capo di Palmira, Siria, Palestina e Mesopotamia. • Morto Gallieno nel 268, divenne imperatore Claudio II, primo degli imperatori illidici e ebbe successi contro gli Alamanni, e Goti. Morì di peste nel 270 e l’opera di soppressione dei barbari venne completata con Aureliano che riuscì anche a sottomettere i due regni autonomi nel 272 e 274. Fece costruire grandiose cinta murarie, riorganizzando anche vari settori dello Stato e istituì un’importante riforma monetaria. Introdusse definitivamente il culto di Mitra. Venne ucciso nel 275 e ci fu il breve regno dell’imperatore Tacito, seguito da Probo, che ottenne vari successi militari. Il suo successore fu Caro, che condusse a termine la campagna contro i Persiani nel 283. Fu però anch’egli ucciso in una congiura e stessa sorte toccò ai suoi figli. Alla fine nel 285 salì al potere l’Illirico Diocleziano. • Con Diocleziano (284 per l’esercito-305) si ha la fine della crisi del III secolo. L’età di Dioc. è sostituita da riforme e novità, come la riorganizzazione del potere centrale. Sposta la sua sede a Nicomedia, capitale della Bitinia, più solida rispetto all’Occidente. Riorganizza i poteri concependo un sistema al cui vertice stanno 4 monarchi, detti tetrarchi: due Augusti, di rango superiore ai due Cesari. Il sistema doveva fronteggiare le crisi regionali. I due Augusti cooptavano i due Cesari che facevano lo stesso appena diventati Augusti. Questa riforma fu realizzata attraverso tappe graduali. Nel 285 Massimiano venne nominato Cesare per reprimere le rivolte in Gallia e l’anno successivo divenne Augusto. I due Cesari erano Costanzo Cloro, affiancato a Massimiano in Occidente e Galerio, con Diocleziano in Oriente. Diocleziano si impegnò in ogni modo sia per l’organizzazione del sistema militare, della tetrarchia e dell’economia, con nuove forme di tassazione e l’imposta sul reddito agricolo.L’Impero fu suddiviso in 12 unità regionali dette diocesi. Per quanto riguarda la riforma monetaria, coniò monete d’oro e argento di ottima qualità ma divennero presto in disuso. Per quanto riguarda l’ascesa dei prezzi, tento di imporre un calmiere con il quale si indicava il prezzo massimo . Altri editti riguardano la tutela del matrimonio e la messa al bando della setta dei Manichei, seguaci di una religione persiana, che indicano il suo aspetto conservatore. In campo militare, i successi più significativi riguardano soppressioni di rivolte in Britannia e Egitto. Nel 298 Galerio impose una pace gravosa ai persiani. Il 305 Diocleziano e Massimiano abdicarono, come previsto dal suo sistema e Cloro e Galierio divennero Augusti mentre i Cesari diventarono Massimino e Severo Daia. Ma il sistema entrò presto in crisi, in quanto dopo la morte di Costanzo Cloro, l’esercito nominò imperatore Costantino, scatenando così rivendicazioni anche da parte del figlio di Massimiano, Massenzio. Verso la fine del regno di dioclezioani iniziò anche una violenta persecuzione cristiana per unificare l’impero anche sotto l’aspetto religioso (303-304), più cruenta in Occidente che in Oriente. La fine fu ordinata da Galerio, anche se perseguirono ancora sotto le regioni di Massimino Daia. Da Costantino a Teodosio Magno • Il Periodo che va da Costantino a Teodosio I è caratterizzato da un governo diretto dai detentori delle cariche civili e militari più alte secondo rapporti gerarchici precisi. Il senato nel IV secolo non ha più un potere reale: questori e pretori hanno il solo compito di organizzare giochi mentre in consolato è un onore conferito all’imperatore. Anche il rapporto con la plebe urbana è diverso: i costi per il mantenimento di giochi ricadono sempre sulle famiglie senatorie. Giocano importanti ruoli la cultura e la scuola. • Dopo la morte di Costanzo Cloro vengono nominati imperatori Costantino e il figlio di Massimino Massenzio, causando un fallimento del sistema tetrarchico. Dopo la morte di Galerio nel 311, Costantino dimostrò di volere un potere assoluto avendo la meglio su Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio del 312, impadronendosi della capitale occidentale. Costantino si convertì al cristianesimo e vennero così inserite delle strutture della Chiesa. La sua conversione è sicuramente frutto di un calcolo politico di un uomo molto ambizioso e dominato dall’idea di missione che esigeva la protezione ultraterrena che solo il cristianesimo poteva permettere. All’inizio del 313 d.C Costantino e Licinio si incontrarono a Milano per discutere di politica religiosa; il loro accordo è noto come Editto di Milano. Però il loro rapporto entrò presto in crisi e Licinio venne sconfitto nel 324. Nel 314 Costantino convocò ad Arles 33 vescovi per fermare il contrasto tra i rigoristi e i moderati sulla questione di chi durante le persecuzioni dioclezanee aveva abiurato. Nel 325 convocò a Nicea un concilio in cui supplica i contendenti Alessandro e Ario di trovare un accordo nella loro disputa teologica. Per rendere più efficiente invece l’amministrazione provinciale le diocesi furono raggruppate in quattro prefetture: Gallie, Italia e Africa, Illirico, Oriente, rette ds un prefetto pretorio. Con la vittoria di Adrianopoli, venne fondata Costantinopoli nel 330. Tra le più importanti riforme di Costantino ci fu quella dell’esercito: i soldati che accompagnavano, ovvero l’esercito mobile, l’Imperatore (comitatus) ricevevano una paga più alta rispetto agli altri. I soldati di secondo ordine erano quelli in frontiera, i limitanei. Il comando di quello mobile era affidato a due