Scarica Mappe musi le vie della modernità e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! 1 Sp ag na e P or to ga llo n el '4 00 Fin dal primo '400 ci sono i presupposti per le esplorazioni transoceaniche. Spagna e Portogallo hanno fattori che preparano il terreno alle esplorazioni come quelli economico- organizzativi, tecnologici Il Portogallo conta sulla disponibilità di capitali di mercanti italiani. Ma anche in Andalusia sorgono fondazioni commerciali. Viene vista la mappa tolemaica del mondo che mostra che le navi possono navigare tranquillamente tra l’Africa e le Indie (Malesia, Indie orientali, China). La Spagna possiede la bussola A metà XV secolo è pronta la base tecnologica per l’esplorazione: la caravella che può navigare lontano dalle coste e rimanere in mare più a lungo. C’è lo sviluppo della teoria e delle tecniche geografiche. L’espansione portoghese: nella seconda metà del 400 volevano circumnavigare l’Africa per raggiungere l’oceano Indiano e l’Asia e controllare il traffico delle spezie. 1445 avevano scoperto Capo Verde. Negli anni 70 esplorano la Guinea, attraversano il Congo, raggiungono l’Africa sudoccidentale Nel 1487 Bartolomeo Diaz doppia la punta mediorientale del continente che prende il nome di Capo di Buona Speranza. L'esplorazione africana consentì di sfruttare risorse quali schiavi,l'oro,l'avorio,il cotone,lo zucchero,il pepe di madera Per giustificare la conquista delle terre e l'assoggettamento delle popolazioni africane i giuristi inventarano la formula terra nullius,cioè una terra non sottoposta a nessuna signoria Di qui la possibilità di imporre la signoria portoghese. L’impero portoghese aveva due limiti: difficoltà di gestire le risorse commerciali e coloniali e la dipendenza dai mercanti stranieri, soprattutto italiani. L’espansione spagnola: l'occupzione castigliana che fu portata a termine tra 1477 e 79 il portogallo riconosceva i diritti castigliani sulle canarie e la Spagna riconosceva quelli sulle isole dell'Atrantico. Il Portogallo era riuscito grazie a Giovanni II (1481- 95) a rafforzare l’autorità statale, a reprimere le spinte della grande nobiltà, a sfruttare le risorse d’oltremare. L’interesse portoghese era orientato verso l’India mentre la Spagna voleva completare la reconquista 2 Cr is to fo ro C ol om bo Colombo: nel 1479 si stabilisce in Portogallo. Il suo progetto è raggiungere le indie orientali partendo dalle coste atlantiche dell'Europa. Le mappe medievali e dei geografi arabi, le ricerche di Paolo Toscanelli i miti e le fantasie delle terre sconosciute oltreoceano sono i presupposti per il suo progetto Presenta il progetto a Giovanni II, re del Portogallo ma la risposta è negativa. Nel 1491 la risposta è invece positiva. 17 aprile 1492 la Capitolazione di Santa Fè concede a Colombo il titolo di ammiraglio viceré e governatore delle terre eventualmente scoperte ma rivendica allo stato la legittimità della spedizione. 12 ottobre 1492 Colombo avvista la terra. Crede di essere arrivato in China o Giappone ma in realtà è a Guanhani, isola delle Bahamas. La seconda spedizione è di proporzioni più grandi:1500 uomini, 17 navi. In comune avevano il miraggio dell'oro Colombo torna a casa con un carico di schiavi. 1498: terza spedizione con sole 6 navi e torna con oro, perle e preziosi. Occoreva legittimare la conquista e definire le conquiste spagnole e quelle portoghesi 1493 c'è la bolla inter cetera , papa Alessandro VI Borgia assegna alla corona di Castiglia ogni isola o terra ferma scoperta o ancora da scoprire a ovest e a est di una linea stabilita e tracciata. Il Portogallo non accettava la divisione sancita dalla bolla papale 1494 trattato di tordesillas definiva le zone di influenza di Spagna e Portogallo. L'oceano era diviso da una linea immaginaria situata a 370 leghea occidente delle isole di Capo Verde 5 Il rin as ci m en to : ca ra tt er ist ic he d i u n' ep oc a 3 tappe: l’origine nel XIV secolo, la maturità tra il XV e la prima metà del XVI e lo stadio finale nella seconda metà del XVI. Nella fase della sua maturità sono individuabili: Mutamenti culturali che investono visioni del mondo, mentalità, comportamenti. Il passaggio determinante è il passaggio dall’universalismo medievale alla nuova concezione dell’individuo e alla celebrazione dell’opera dell’uomo nel mondo. Mutamenti nella struttura politica fanno dello stato la nuova forma di organizzazione politica interna e internazionale. Il sistema europeo degli stati è il nuovo sistema di rapporti con l’occidente. Mutamenti nell’economia e nella società 6 Ri na sc im en to : g li st at i m od er ni e le n uo ve fo rm e de lla v ita p ol iti ca Quasi tutti gli stati europei hanno una un’organizzazione politica simile. Al vertice c’è il sovrano, titolare del potere che proviene direttamente da Dio, giudice supremo e legislatore. È assistito da un Consiglio del Re. Un insieme di organismi amministra i diversi settori dello stato e da essi dipendono le istituzioni periferiche. Si costituiscono rappresentanze diplomatiche stabili negli stati esteri. Questo tipo di stato è chiamato MODERNO Ma il potere legislativo, esecutivo e giurisdizionale non sono ancora distinti. I confini tra pubblico e privato sono ancora confusi e non è ancora affermata la nozione di stato impersonale. La chiesa e la nobiltà feudale hanno tribunali separati da quelli dello stato che impongono tasse ecc… “stato moderno” e “Stato del Rinascimento” indicano un organizzazione del potere diversa da quella medievale. 7 L’E ur op a de gl i s ta ti tr a la fi ne de l ' 40 0 e il pr im o '5 00 : F ra nc ia Con la sconfitta di Carlo il temerario, la conquista della Borgogna da parte di Luigi XI e l’annessione della Provenza si compie l’unificazione geopolitica della Francia. Il potere regale ha ancora alcune caratteristiche feudali: il re è a capo di una gerarchia di vassalli, conserva l’idea di un legame personale e contrattuale con la nazione. Tutte le province hanno un sistema di rappresentanza autonomo. Tutti i decreti legislativi sono redatti in nome del re e si riferiscono al diritto pubblico: amministrazione, giustizia e finanza. Il sovrano riunisce i consiglieri che deliberano le questioni da lui presentate. Il consiglio del re è un organismo di origine medievale e diventa l’istituto centrale dello stato. I caratteri che connoteranno il sistema moderno di amministrazione francese: specializzazione delle funzioni, formazione di un corpo di funzionari, creazione di un ramo esecutivo dipendente dal sovrano. Il Consiglio si articola in: Sezione di Stato con competenze di natura politica Consiglio des parties con competenze giudiziarie Consiglio delle finanze 10 L’E ur op a de gl i s ta ti tr a la fi ne de l ' 40 0 e il pr im o '5 00 : R us sia Ivan III (1464-1505) liberò la Russia dai Mongoli e la unificò. La tendenza al controllo e alla centralizzazione statale passò attraverso la tappa della sottomissione alla monarchia dei principi autonomi e dei boiari L’ideale di Ivan era un’autocrazia ortodossa cristiana, benedetta dalla divina provvidenza. Però lo zar doveva far fronte a opposizioni dell’antica nobiltà feudale Dalla metà del XVI comincia ad agire un nuovo organismo rappresentativo: gli zemskie sobory formati da rappresentanti del clero, piccola nobiltà, ceti mercantili e artigiani. Per contrastare la potenza dei boiari, Ivan III e Ivan IV il Terribile (1547-84) distribuirono la terra alla nobiltà di servizio cioè la piccola nobiltà al seguito dello zar. 11 L’E ur op a de gl i s ta ti tr a la fi ne d el '4 00 e il p rim o '5 00 : Ge rm an ia Nel XVI secolo non esiste come entità politica unitaria. Lo sviluppo statuale ha avuto luogo su due piani: 1. Dell’impero: ha perso i tre requisiti medievali della sacralità, universalità e continuità. L’Impero è affidato agli Asburgo. 2. Statuale (quello degli stati territoriali): quello degli stati territoriali. 12 La c on qu ist a de ll’ im pe ro ot to m an o ne l ' 40 0 1453 con la conquista di Costantinopoli inizia la seconda fase dell’espansione turca. In meno di un secolo conquisteranno parte dei Balcani, la Moldavia, Siria, Egitto, Belgrado, Rodi, Buda sottrarranno Kaffa ai genovesi, sottometteranno la Crimea e assedieranno Vienna. A metà del 500 con Solimano I è il più potente impero del mondo. Alla fine del secolo è in declino. Fondamenti interni del sistema turco 1. La base del dispotismo del sovrano è nel rapporto tra il sultano e le fonti di ricchezza del regno 2. Ci sono 2 istituzioni parallele 3. Non esiste il feudalesimo 4. Non si persegue nessun tentativo di unificazione delle diverse etnie e di centralizzazione 15 Ge ra rc hi e so ci al i e d el p ot er e tr a '4 00 e '5 00 Terra, commercio, esercizio delle professioni civili, pubblica amministrazione sono i settori da cui si trae ricchezza, prestigio e potere tra 400 e 500. I circuiti del commercio sono differenziati dai mercati locali a quelli regionali, a quelli a lunga distanza, dalle piccole fiere alle grandi fiere, in cui gli uomini d’affari mobilitano risorse finanziarie e usano la lettera di cambio, e le tecniche cambiarie più sofisticate. Nel Rinascimento ci sono anche grandi opere della pittura, scultura, architettura ma anche libri moderni. Orlando Furioso, Il principe, Utopia, elogio alla pazzia, la Gioconda. 16 Il sis te m a de gl i S ta ti ita lia ni ne l ' 40 0- '5 00 Alla fine del 400 ci sono 3 potenze: Spagna, Francia e impero ottomano. Hanno una politica espansionista e usano strumenti come guerre, matrimoni e alleanze diplomatiche per aumentare la propria potenza. Tre fasi della politica italiana tra metà 400 e metà 500 1. Dalla pace di Lodi alla discesa di Carlo VIII 2. La penisola durante le guerre d’Italia è totalmente dipendente dagli interessi di Francia e Spagna 3. Con la pace Cateau-Cambresis entra nei secoli bui dell’egemonia spagnola Nei primi decenni del 500 il predominio sull’Italia equivale al predominio in Europa; le poste in gioco sono 2: Milano e il Regno di Napoli. Quest’ultimo, conteso tra Francia e Spagna è importante per la posizione strategica nel mediterraneo e le risorse finanziarie del Mezzogiorno. 17 La sp ed izi on e di C ar lo V III e la fi ne de ll’ in di pe nd en za d el re gn o di N ap ol i La spedizione di Carlo VIII (1483-98) in Italia fu rapida e facile. Fu Favorita da un principe italiano, Ludovico Sforza detto il Moro Il governo di Ludovico era instabile a causa: della non legittimità del suo potere e quindi le tensioni provocate dalle spinte legittimiste la necessità del Moro di stringere un’alleanza con il sovrano di una potenza straniera il Moro chiamò in soccorso Carlo VIII e lo invitò a far valere aspirazioni angioine sul regno di Napoli. 1503 il regno di Napoli fu interamente conquistato dalle truppe italospagnole. Era l’inizio di una lunga dominazione straniera nel mezzogiorno durata sino al 1707. 20 L’i m pe ro d i C ar lo V Linee della politica di Massimiliano I d’Asburgo (imperatore dal 1508): si sposò con Maria di Borgogna e quindi ereditò le Fiandre; fece sposare il figlio Filippo con Giovanna la Pazza, figlia di Ferdinando e Isabella. Da Filippo e Giovanna nacque Carlo che nel 1506 diventa erede delle Fiandre, degli stati ereditari di casa d’Austria, dei regni d’Aragona e di Castiglia, delle loro dipendenze e domini. Il decennio 1520-30 ci fu un’elaborazione della linea politica per la parte spagnola dell’impero, nella ricerca di un punto di equilibrio tra 2 esigenze: l’affermazione dell’autorità della monarchia e la ricerca di alleanze con i ceti sociali dei singoli regni. Carlo era stato il candidato naturale ma anche il più contrastato alla corona imperiale. 21 Da lla b at ta gl ia d i P av ia d el 1 52 5 al la p ac e di C at ea u- Ca m br es is 1525: Francesco I sconfitto e catturato a Pavia deve rinunciare a Milano. Al termine di un anno di prigionia Francesco firma la pace con Carlo V. Carlo V vuole impartire una lezione a Clemente VII. Così nel 1527 I lanzichenecchi compiono il sacco di Roma (saccheggiano Roma) che rappresenta un attacco al cuore della cristianità e alimenta la paura di uno scontro tra luterani e cattolici. Il successore di Francesco I, Enrico II continua la politica diplomatica e militare del padre, riesce a occupare nella Lorena i Tre Vescovadi di Metz, Toul e Verdun Preponderanza spagnola in Italia. La Spagna conserva il ducato di Milano, la Sicilia, il Regno di Napoli, e la Sardegna e ottiene lo Stato dei Presidi 22 L’I ta lia d op o le c on qu ist e sp ag no le : u n te rr ito rio p ar tic ol ar e Le differenze nell’Italia del particolarismo sono profonde 1. Differenza tra stati indipendenti e non indipendenti, quindi integrati in un complesso politico più vasto come la corona spagnola 2. Differenza tra stati a base cittadina, allargatisi poi a dimensione regionale 3. Differenza tra le forme di governo: repubbliche o principati. Le repubbliche di Genova, Venezia, Lucca e Siena e le esperienze repubblicane fiorentine. 25 Le d ue a lte rn at iv e al la c ris i re lig io sa d el '5 00 : E ra sm o e Lu te ro 1524: Erasmo da Rotterdam pubblica l’opera “de libero arbitrio” 1525: Lutero replica con lo scritto “De Servo arbitrio” È il segno di una radicale diversità tra ragione e fede. Il pensiero di Erasmo è un originale fusione tra umanesimo e Cristianesimo Erasmo difende il libero arbitrio e il primato della volontà dell’uomo nella sua capacità di fare il bene e di evitare il male. Il Servo arbitrio di Lutero è all’opposto l’esaltazione della religione soprannaturale e l’assoluta impotenza della volontà umana. I suoi fondamenti sono: l’assoluta certezza delle sacre scritture; la certezza della salvezza attraverso la fede; l’impotenza della volontà umana; la totale divergenza tra fede e ragione. 26 Ri fo rm a e riv ol uz io ne : l a gu er ra d ei c on ta di ni d el '5 00 i livelli di questa conflittualità sono diversi: i contrasti tra il principe elettore Federico di Sassonia e l’arcivescovo di Magdeburgo sulla questione delle indulgenze Federico non tollera che il denaro dei suoi sudditi vada a finire a Magdeburgo La rivolta dei cavalieri: la grande nobiltà ha accresciuto molto poteri e giurisdizioni e ha emarginato la piccola nobiltà dei cavalieri. La guerra dei contadini 1524 - 1525 I soggetti sociali di quella che è stata chiamata guerra dei contadini non sono solo i contadini ma anche gli abitanti delle città soggette ai principi territoriali, i cittadini esclusi dagli uffici e i minatori. 27 Zw in gl y e Ca lv in o Zwigly (1484-1531) promuove la riforma delle comunità nei territori della Confederazione svizzera. Era un sacerdote e aveva studiato Lutero. Per esempio nel 1524 vengono abolite alle chiese immagini e reliquie, nel 1525 viene abolita la messa in latino; viene abolito il servizio mercenario; La riforma di Zwingly deve fare i conti con i cantoni centrali da un lato, più fedeli al cattolicesimo, dall’altro con l’ala più radicale della riforma promossa da Zwigli che è rappresentata dagli anabattisti (così chiamati perché predicano il battesimo degli adulti) Calvino: 1509 - 1564 : principi della riforma predicata da Zwingli confluiscono nell’esperienza religiosa del riformatore francese Calvino. Anche per Calvino come per Lutero le opere non possono essere un mezzo per raggiungere la salvezza della vita eterna. Come Lutero anche Calvino abolisce la mediazione del clero 30 La R ifo rm a: a re a de lla C hi es a An gl ic an a Anna Bolena, spinsero il re a chiedere l’annullamento del suo matrimonio.Al conseguente processo la regina si appellò al papa. 1534: l’atto di supremazia conferì a Enrico VIII il titolo di unico e supremo capo della chiesa anglicana: cadeva la distinzione tra sovranità temporale e spirituale; era abolita la giurisdizione papale in quanto il re era la fonte sia della giurisdizione temporale che di quella spirituale. La vera riforma in materia teologica fu opera di Edoardo VI (1547-53). 31 Co nt ro rif or m a e rif or m a ca tt ol ic a Il termine controriforma indicava l’azione con la quale un territorio veniva ricondotto con la forza alla confessione cattolica: ricattolicizzazione. Il concetto di controriforma ha un triplice significato: - la repressione antiprotestante - Il consolidamento dei dogmi e delle strutture ecclesiastiche - la riorganizzazione interna della chiesa cattolica Attraverso l’uso del concetto “riforma cattolica” l’accento batte non più sulla reazone al protestantesimo ma sul rinnovamento religioso che investe la chiesa nel tardo 400. La storiografia moderna ha superato la divisione tra i due concetti e preferisce connetterli. Controriforma e riforma cattolica sono due tendenze del cattolicesimo convergenti verso una sua più decisa affermazione. 32 Il co nc ili o di T re nt o Per Carlo V il rinvio di tutta la questione luterana al concilio rispondeva all’esigenza di collegare la riforma della chiesa al sogno dell’impero universale. Per il papato il ricorso al concilio era visto come la definizione solenne di una riforma della disciplina e dei costumi, di una risposta adeguata al dilagare dello scisma protestante. Il primo papa che ebbe la piena consapevolezza della gravità della situazione fu Adriano VI che rese attiva la presenza cattolico-romana alla dieta di Norimberga: qui presentò numerosi progetti di riforma dell’istituzione ecclesiastica che furono poi ripresi durante il concilio di Trento. Ma il concilio si aprì a Trento solo nel 1545 quando al chiesa di Roma era in una crisi profonda. Il concilio si proponeva 3 obbiettivi: - Recuperare i territori protestanti; - Arginare l’eresia - Riaffermare il primato papale in un chiesa cattolica riformata. 35 Gl i o rd in i r el ig io si e la ric on qu ist a de lle a ni m e Un altro terreno d’intervento del concilio fu quello della formazione del clero.Tra le denunce di Lutero c’era stata anche quella dell’ignoranza dei sacerdoti sull’intera materia religiosa. L’obbiettivo più importante della chiesa post-tridentina fu la riconquista delle anime: le milizie della controriforma furono gli ordini religiosi. I collegi dei gesuiti, all’origine sede della formazione dei membri dell’ordine, divennero poi vere e proprie scuole in cui andarono preparandosi le classi dirigenti delle città e degli stati europei. Il livello della cultura trasmessa nei collegi gesuiti era il più elevato dell’Europa del tempo. 36 Fi lip po II e l’ eg em on ia sp ag no la in E ur op a Carlo abdicò i suoi domini ereditari del ramo spagnolo a Filippo II nel 1556 e morì nel 1558. Protagonisti della scena politica internazionale in quegli anni erano l’impero asburgico e l’impero ottomano. La Spagna tra il 1520 e il 1570 era diventata la potenza principale in Europa. Per 4 motivi: la Spagna potè accedere con facilità a nuove fonti di ricchezza e 1.sfruttarle a basso costo 2.Notevole apertura di credito verso la corona 3.La Spagna poteva contare su una realtà politica di base relativamente unificata 4. Poteva contare su un esercito bene attrezzato e addestrato Questi fattori ebbero un peso notevole nel momento in cui Filippo II divenne re di Spagna. 37 La S pa gn a da C ar lo V a Fi lip po II Si possono distinguere 3 fasi nel regno di Filippo II (1556-98). La prima tra il 1559 e il 1565, la seconda tra il 1565 e il 1580, la terza tra il 1580 e il 1598. Fino al 1559 le linee ispiratrici della politica della politica di Filippo II sono quelle paterne; una politica sancita anche dalle strategie matrimoniali. Nel 1543 Filippo aveva sposato Maria Emanuela di Portogallo morta 2 anni dopo Quindi nel passaggio da Carlo V a Filippo II si annunciavano i sintomi dello squilibri tra la potenza politica dell’impero e la crescita economica della Spagna. 40 La te rz a fa se d el la st ra te gi a po lit ic a di F ili pp o II: l’i m pe ria lis m o at tiv o L’afflusso massiccio di metalli preziosi dalle americhe, la crisi della potenza ottomana, lo spostamento del baricentro internazionale verso l’Atlantico, inducevano il sovrano a una politica di intervento attivo rivolta a progetti espansionistici prima verso le aree più vicine, poi verso la stessa Inghilterra e Francia. 1580: annessione del Portogallo, che significava l’acquisizione di un vasto impero coloniale e un importante osservatorio sull’ Oceano Atlantico. L’integrazione politica ed economica non ci fu. Cominciava una crisi di egemonia La Spagna aveva dovuto affrontare costi molti elevati sia per l’invincibile armata che per l’intervento nelle guerre di religione francesi. Questo avveniva in coincidenza con la crisi economica e finanziaria della Castiglia 41 Il sis te m a im pe ria le sp ag no lo Uno degli obbiettivi primari che si propose Filippo II fu quello di governare il suo impero sovranazionale con un’organizzazione del potere statale più articolata rispetto al passato. La centralizzazione politicoamministrativa era indispensabile ma un organismo così composito non poteva neanche essere governato con regole e procedure uniformi Si può parlare di sistema imperiale spagnolo e in questa definizione i concetti chiave sono 2: impero e sistema. la struttura interna di ogni stato devono porsi il problema delle relazioni con il sistema imperiale di Filippo e tutte le alleanze internazionali degli stati sono condizionate da esso. Il sistema amministrativo di Filippo: c’era una divisione tra consigli dipartimentali la suprema inquisizione consigli di stato e di guerra 42 La n as ci ta d el l’O la nd a 1579: le 7 province settentrionali dei Paesi Bassi formano l’unione di Utrecht 1581 assumono il nome di Repubblica delle Province Unite in seguito mutato in Olanda La Spagna non rinunciò però così presto a questi domini: combatté ancora molto per mare e per terra e solo nel 1648, alla fine della guerra dei 30anni giunse al riconoscimento ufficiale dell’indipendenza olandese. Quello olandese non era un sistema democratico perché il potere dalla base al vertice erano monopolio di poche famigli aristocratiche. Tuttavia la vivacità del tessuto sociale, la presenza di ricche borghesie urbane, la partecipazione politica assai intensa nelle istituzioni rappresentative contribuirono a limitare il potere dello Statole e a far fallire i tentativi degli Orange di trasformare la repubblica in principato. 45 La F ra nc ia n el le g ue rr e di re lig io ne d el 1 50 0 Il periodo compreso tra la pace di Cateau Cambresis (1559) e la pace di Vervins (1598) è per la Francia di importanza storica decisiva. la Francia si avvierà verso la fine del 500 ad attuare una via allo stato moderno caratterizzata dal rafforzamento del potere centrale e della sovranità monarchica come principio unitario e garante della pace interna del territorio. L’ultimo 40ennio del 500 denominato il periodo delle guerre di religione è caratterizzato da: La crisi dinastica dopo la morte del re Enrico II di Valois (1559) 46 Lo sv ilu pp o di n uo ve te or ie p ol iti ch e in flu en za te da lla d in am ic a de lla g ue rr a ci vi le in F ra nc ia Nel 1559 moriva Enrico II lasciando 3 principi minorenni. Il maggiore, Francesco II, 14 anni, sposò Maria Stuart, regina di Scozia e morì poco dopo. La reggenza passava alla vedova di Enrico II, Caterina de Medici. A questa linea fu ispirato il primo editto di Saint Germaine (1562): Caterina concedeva libertà di culto agli ugonotti però obbligati a risiedere fuori dalle mura della città. Nella notte di San Bartolomeo (agosto 1572) furono massacrati nelle sale del palazzo reale tutti gli esponenti di spicco degli ugonotti a Parigi per celebrare le nozze del loro capo Enrico di Borbone. 47 L’E ur op a or ie nt al e Anche nell’Europa orientale alla fine del '500 l’organizzazione politico sociale era interessata a processi di trasformazione in Russia sotto Ivan IV il terribile il rafforzamento dell’autorità centrale era ottenuto dallo zar attraverso l’indebolimento del potere della grande aristocrazia russa dei Boiari. Vi fu un peggioramento della schiavitù e il decreto che segnò il punto culminante della politica di asservimento dei contadini fu emanato dal successore di Ivan IV Invece in Polonia le sorti del potere erano nelle mani della aristocrazia. 50 Re gn o di N ap ol i n el 1 50 0 La prima fase va dalla conquista di Ferdinando il Cattolico fino al 1528. In essa vi è l’esigenza spagnola di neutralizzare nella società il trauma della successione. La Spagna solo nel 1528 riuscì ad affermare la sua egemonia sul regno di Napoli Napoli fu importante nella presa di Tunisi da parte di Carlo V nel 1535, nella ripresa di Tripoli nel 1560, nella difesa di Malta. Napoli, dopo la crisi della Castiglia deve costituire soprattutto un serbatoio di risorse finanziarie da cui attingere per far fronte alle esigenze dei diversi teatri di guerra in continuo spostamento. 51 Ge og ra fia p ol iti ca d el l’I ta lia no n sp ag no la n el 1 50 0 Il problema principale per i Savoia furono inizialmente le relazioni con la Francia che in Piemonte conservava il marchesato di Saluzzo e alcune piazze forti in funzione antispagnola. Da un lato l’alleanza con la Spagna per proteggere dai turchi i suoi possedimenti in oriente, non fondata sul rapporto di subalternità agli Asburgo ma sulla reciprocità e sulla consapevolezza che Spagna e Venezia avevano bisogno l’una dell’altra per la difesa del mediterraneo; L’alleanza con la Spagna fu fondamentale per l’espansione e il consolidamento territoriale del ducato elevato al titolo di gran ducato dal papa Pio V. 52 L’e st at e di S an M ar tin o de ll’ ec on om ia it al ia na : 1 55 0- 16 00 Tra il 1550 e il 1600 l’Italia passa da 10 a 13 milioni circa di abitanti. Inoltre le grandi realtà urbane italiane come Napoli, Venezia e Roma crescono ulteriormente. Gli investimenti in attività economiche si accrescono, sale il costo del denaro, aumentano i prezzi dei beni e servizi. Collocata tra 2 grandi crisi, quella del 300 e quella del 600, questa stagione dell’economia italiana è chiamata l’estate di San Martino. La crescita della popolazione significò aumentato fabbisogno alimentare. La favorevole congiuntura internazionale ebbe un’influenza positiva anche sull’area più debole dell’economia italiana 55 La c on tr or ifo rm a in It al ia Venezia si era caratterizzata per una maggiore autonomia da Roma e dal papa. Inoltre lo stato Pontificio aveva tendenze espansionistiche nei confronti di Venezia. Nel 1606 fu nominato teologo e consultore di stato in materia religiosa il frate Paolo Sarpi ed eletto doge Leonardo Donato L’apparato politico amministrativo veneziano si rifiutò di obbedire all’interdetto e anche il clero secolare. Il regno di Napoli seppe sviluppare nei suoi intellettuali più rappresentativi una solida cultura giurisdizionalista e regalista che si oppose con energia all’estensione dei privilegi del clero. 56 L’e vo lu zio ne d el m on do isl am ic o ne l 1 50 0 Tra il XV e il XVI secolo l’Islam si diffuse in vastissime aree dell’Asia e dell’Africa. Nei primi secoli dell’età moderna furono costruiti 2 potenti imperi: quello degli ottomani e quello persiano. Ma l’islam si espanse anche in India, Indonesia, Africa orientale e Africa nera. Tutte queste aree avevano intensi scambi con i paesi e le civiltà europee Nel XVII secolo con l’avvento dei nuovi soggetti del controllo del traffico orientale, Inghilterra, Olanda, Francia, iniziò la crisi turca. 57 L’e vo lu zio ne d el m on do is la m ic o ne l 1 50 0: C in a, Gi ap po ne e In di a La Cina Nella seconda metà del 1300 dopo la cacciata dei Mongoli ci fu la dinastia dei Ming che resse il paese sino al 1644. Nel XV secolo ci fu per la Cina un consolidamento territoriale e una stabilizzazione interna Il Giappone Il feudalesimo giapponese era differente dal quello europeo. Prima di tutto la feudalizzazione era più estesa. Inoltre il legame personale tra signore e vassallo era più forte del legame economico del vassallo con la terra; L’India Nella seconda metà del 1500 grazie al re Ak bar si forma nell’India settentrionale l’impero Mogol. Il fondamento di questo stato era militare: ogni funzionario era membro dell’esercito; 60 L’a gr ic ol tu ra n el '6 00 All’inizio del XVII secolo l’espansione dell’agricoltura si interrompe: i prezzi dei cereali si abbassano. le superfici coltivate diminuiscono al di fuori di alcune aree. Ci fu quindi un mutamento di congiuntura agraria tra la fine del 500 e i primi decenni del 600 I prezzi dei cereali diminuirono rispetto a quelli delle altre merci e ai salari, la ragione di scambio fu quindi sfavorevole ai cereali. La piramide sociale si accorciò: diminuirono i contadini proprietari e i piccoli coltivatori. La crisi arrestò un processo di formazione, sia pure parziale, di risorse e di ceti orientati in senso capitalistico in alcune agricolture regionali. La superficie a coltura diminuì. 61 M an ifa tt ur e, in du st ria e co m m er ci o, fi na nz a ne l ' 60 0 Anche queste furono investite dalla crisi. Per quanto riguarda l’industria del tempo, la tecnologia era ancora uno stadio poco evoluto. Alcune innovazioni erano state introdotte nei tre settori più importanti dell’industria del tempo l’industria estrattiva la siderurgia e manifattura tessile. Soprattutto l’economia italiana fu compromessa dalla rigidità dell’organizzazione manifatturiera e ci furono crisi della vita produttiva a Venezia, Milano, Firenze, Napoli, dove si registrò una contrazione assoluta del settore tessile durante il 600. Il sistema monetario era soggetto a continui sbandamenti. L’afflusso di oro e argento americano alla fine del 500 ebbe una contrazione fortissima per l’esaurimento di molte miniere e per la crisi della manodopera indigena decimata dalle dure condizioni di lavoro. 62 I m ut am en ti de lla so ci et à ne l '6 00 La corsa alla terra, all’occupazione degli uffici dell’amministrazione statale, all’investimento nel debito pubblico, furono tendenze comuni a tutta l’aura europea. Queste tendenze non determinarono effetti sociali simili in tutta Europa. Ad esempio nell’area mediterranea dell’Europa vi era una forte ripresa del potere sociale della feudalità Invece in Francia la nobiltà di spada non perseguì il successo commerciale per 2 motivi il pregiudizio aristocratico contro il commercio e il disegno politico della monarchia la quale non voleva che la nobiltà si costituisse una base economica indipendente che le avrebbe consentito di sfidare il potere del re. 65 Il Re gn o di F ili pp o VI in Sp ag na Si apri una nuova congiuntura politica con Filippo VI (1621-65) con l’ascesa al potere del conte duca d’Olivares (1621-43) che si rese conto della crisi di fiducia e di consenso che il suo paese e le province imperiali attraversavano. 3 fasi della politica estera: I) Dalla scadenza della tregua d’Olanda II) Tra il 1627 e il 1635 III) Guera franco-spagnola (1635-48) Un nuovo imperialismo internazionale, un maggior coinvolgimento delle province nella vita economica, politica e militare della Spagna. 66 Le ri vo lte d el 1 64 0 in S pa gn a Nel 1640 scoppiarono nel sistema imperiale spagnolo 2 crisi gravissime: la rivolta in Catalogna e la secessione del Portogallo. Dopo la Catalogna anche il Portogallo dichiarò la sua indipendenza. Nel 1647 scoppiarono 2 rivolte: in Sicilia e nel Regno di Napoli. Entrambe avevano dovuto accollarsi il peso finanziario e militare degli impegni della corona spagnola Alla fine degli anni 40 la Spagna era in condizioni migliori rispetto ai primi anni 40. Il Portogallo era definitivamente perso ma c’erano la riconquista di Napoli e il contenimento del rischio di rivolte in altre regioni come l’Andalusia 67 Il re gn o di E nr ic o IV in F ra nc ia Dopo l’editto di Nantes (1598) Enrico IV aveva ristabilito in Francia la pace religiosa. Egli seppe anche capire che non si poteva governare senza alleanze sociali Così promosse una politica di consolidamento dello stato basata sulla formazione e lo sviluppo di un ceto di funzionari pubblici In politica estera Enrico IV promosse alleanze in funzione antiasburgica: con gli olandesi, con i Savoia (Carlo Emanuele I), con Venezia. 70 Le c on tr ad di zio ni d el l’i m pe ro ge rm an ic o ne l 1 60 0 Il fondamento del sistema di potere negli stati germanici era costituito dal rapporto tra i principi e i ceti territoriali rappresentati nelle diete. Questi ceti erano indispensabili al principe nell’amministrazione della giustizia, delle finanze e di altri affari di stato. Rodolfo II d’Asburgo, successo a Massimiliano II, tendeva a spostare gli equilibri a favore degli interessi cattolici provocando una radicalizzazione delle divisioni politiche. Al momento di scegliere il successore nel 1617 la lega cattolica riuscì a fare eleggere Ferdinando di Stiria. La dieta boema costituì nel 1618 un governo d’emergenza. Nello stesso anno i 2 governatori cattolici venivano gettati dalla finestra 71 La g ue rr a de i 3 0 an ni : 16 18 - 48 Caratteristiche: Si scontrarono 2 civiltà, due modelli di cultura oltre che credo religiosi: protestante e cattolico. Da un lato la Boemia e gli stati germanici dell'unione evangelica, dall'altro gli stati germanici della lega cattolica, gli Asburgo d'Austria e le forze imperiali. La guerra dei 30 anni, partita da un conflitto su scala locale, produsse un mutamento Danimarca e Svezia il conflitto fu una guerra di massa, forse la prima della storia moderna: 100 milioni di europei furono coinvolti e i costi della guerra furono elevatissimi. 72 Q ua tt ro fa si de lla g ue rr a de i 30 a nn i 1) Fase boemo-palatina (1618-25). In Boema fu nominato un governo provvisorio. L'arciduca Ferdinando richiese l'intervento delle forze imperiali. Nel 1618 il primo esercito imperiale entrava in Boemia 2) Fase danese: 1625-29. L'espansionismo cattolico asburgico lambiva le potenze del Nordeuropa, in particolare la Danimarca, dove regnava Cristiano IV, che nutriva il sogno di conseguire l'egenomia sulla penisola scandinava e il dominio del baltico. Si ebbe l'appoggio di Olanda, Inghilterra e della Francia. Ferdinando II affidò il comando delle truppe imperiali a Wallenstein che sconfisse le truppe protestanti, invase la Danimarca, la costrinse a una pace umiliante e la inscluse dal gioco del conflitto 3) Fase svedese (1630-35). 1592: il re di Polonia, Sigismondo Vasa ereditò anche la corona di Svezia. 1599: la dieta svedese depose Sigismondo. Carlo IX le cui mire espansionistiche verso la Polonia e verso la Danimarca non ebbero successo ma costituirono le linee direttrici per l'affermazione della Svezia sul piano interno e su quello internazionale, che fu l'opera del successore Gustavo Adolfo. 4) La fase francese (1635-48). La Francia entrava direttamente in guerra. Da una perte Francia, Svezia e Olanda contro Spagna e impero. Al trono imperiale era succeduto Ferdinando III (1637-57). La Francia era sotto Richelieu. Altra vittoria i francesi conseguivano a Casale Monferrato. Il principe di Condè, comandante ottenne una vittoria sugli spagnoli. 1644 iniziarono le trattative di pace. La pace di Vestfalia che pose termine alla guerra dei 30 anni fu siglata nel 1648 dall'impero, dalla Francia e dalla Svezia. La Spagna non firmò il trattato e la guerra con la Francia continuò. I principi potevano scegliere la religione del loro stato, i sudditi erono tenuti a seguire quella che e stata la religione di famiglia. Chi non voleva seguire la norma doveva lasciare il paese. La Francia estendeva i suoi confini sino al Reno e incorporava i tre vescovadi di Metez, Toull e Verdun. In Italia i Francesi controllavano Pinerlo e Casale Monferrato. La Svezia guadagnava in territori germanico Brema e Verdun entrando a far parte di diritto della dieta imperiale. In Germania la ratifica e il rafforzamento dei poteri dei principi territoriali restrinsero le prrogative imperiali e svuotarono la dieta. Alla fine della guerra emergevano 3 stati germanici più potenti: BRANDEBURGO; SASSONIA; BAVIERA. 75 Sa lit a al tr on o Ca rlo I St ua rt La successione al trono di Carlo I Stuart (1624-49) si verificò nel pieno della guerra dei 30anni. In occasione dell’invio di rinforzi militari agli ugonotti francesi, esplose il conflitto tra il re e il parlamento. I parlamentari decisero di approvare la richiesta regia di denaro per far fronte alla guerra solo dopo aver ottenuto dal sovrano un importante riconoscimento della limitazione del potere assoluto. La petition of right (1628) prevedeva il consenso del parlamento per tutte le forme di imposizione fiscale straordinarie, l’attribuzione solo ai tribunali ordinari dell’emissione dei mandati di cattura. 76 I d et on at or i d el la ri vo lu zio ne in In gh ilt er ra - 16 42 Furono la guerra e la crisi e finanziaria. La Scozia era calvinista e si oppose subito all’imposizione del sistema di culto e dell’organizzazione ecclesiastica inglese episcopalista. Il blocco che si coalizzò contro l’Inghilterra aveva il suo punto di forza nei nobili privati della loro proprietà a favore degli ecclesiastici. Gli scozzesi respinsero l’imposizione inglese e dichiararono guerra a re Carlo. Nello stesso tempo il sovrano inglese aveva perso il controllo delle forze armate e l’appoggio dell’elite finanziaria londinese. Poteva ricorrere al parlamento ma facendo marcia indietro rispetto al regime instaurato negli anni 30. Tra corto e lungo parlamento l’esercito inglese era stato sconfitto ripetutamente dalla truppe scozzesi che dettarono le condizioni della tregua. 77 Pr im a fa se d el la ri vo lu zio ne in In gh ilt er ra : g ue rr a ci vi le 1 64 2- 49 Nel 1642 la cavalleria fedele a re Carlo composta prevalentemente da aristocratici si scontrava con l’esercito del parlamento detti teste rotonde. L’esercito degli oppositori del re cominciarono a conseguire alcune vittorie Vinta la resistenza del re Carlo, che nel 1646 si arrese pure agli scozzesi e fu consegnato al parlamento di Londra, la fase più cruenta della guerra civile si concludeva. Carlo I era fuggito in Scozia nel 1648; l’esercito era in fermento e non riusciva a contrastare le spinte radicali che lo agitavano, soprattutto quelle degli zappatori che occupavano terre, tentando esperimenti di comunione dei beni. 80 Q ua rt a fa se d el la ri vo lu zio ne in In gh ilt er ra : d al la m or te d i Cr om w el l a lla re st au ra zio ne d i C ar lo II 1 65 8- 60 Il figlio di Cromwell, Richard, subentrato nella carica di lord protettore, non garantiva più la sicurezza dei ceti abbienti. Nelle file dell’esercito riprendeva il diffondersi del movimento radicale. Era necessaria la rstaurazione di un ordine politico più solido. Nel 1660, un esercito al comando di Geoge Monk marciava su Londra e restituiva i poteri al parlamento. Aveva un largo sostegno sociale. Carlo II rientrava così in Inghilterra, la monarchia era restaurata, insieme alla camera dei lord e la chiesa anglicana. 81 La re st au ra zio ne d eg li St ua rt da C ar lo II a G ia co m o II L’istituzione monarchica, il rapporto tra la chiesa anglicana e lo stato, durante il regno di Carlo II Stuart (1660-85) erano restaurati ma dovevano fare i conti con il ruolo esercitato dalla camera dei comuni. Fu grazie ad essa che dopo il 1660 non si ebbe una pura e semplice restaurazione dell’assolutismo monarchico. Sotto Carlo II il parlamento bloccò i progetti di restaurazione cattolica del sovrano appoggiati da Luigi XIV re di Francia. Dopo l’ultima guerra anglolandese iniziò a montare l’ostilità verso la Francia e si gettavano le basi di un’alleanza anglolandese. Il successore di Carlo, il fratello Giacomo II accentuò la frattura tra il governo e l’opposizione parlamentare. 82 Gl i e sit i d el la ri vo lu zio ne in gl es e de l 1 60 0 Fu un larghissimo schieramento formato da Whigs e Tories a offrire la corona d’Inghilterra allo Statolder d’Olanda Guglielmo III d’Orange e a sua moglie Maria Stuart, figlia di Giacomo II, entrambi protestanti. Il primo atto di Guglielmo III fu nel 1689 l’emanazione del Bill of Rights (la dichiarazione dei diritti) rappresentò la fine della monarchia assoluta e definì il nuovo equilibrio costituzionale inglese fondato sulla limitazione dei poteri del re al quale spettava la funzione di capo dello stato Negli anni 40 del 600 in Europa scoppiarono molte rivolte ma un’unica rivoluzione ebbe successo. Rivoluzione fu solo quella inglese. Con il concetto di rivoluzione si intende un mutamento radicale degli equilibri politici preesistenti; come quello di rivolta una sospensione temporanea su scala regionale e locale di un assetto sociale e costituzionale che non viene intaccato nelle sue fondamenta e che conserva in altre parti del paese la sua legittimità e i suoi effetti 85 An tic o re gi m e: d ef in iz io ne questo concetto nacque durante la Rivoluzione francese, all’origine della formula è perciò il suo significato negativo. Antico regime era tutto ciò che si opponeva alle conquiste della rivoluzione. Questo termine, usato in coppia con quello di assolutismo sta a indicare i caratteri del rapporto tra lo stato e la società nei 150 anni che precedono la rivoluzione francese. Questi sono: La fonte della sovranità non è la nazione ma la persona del re. La proprietà delle potere è del sovrano Esistono corpi privilegiati che godono di giurisdizioni separate. 86 Lu ig i X IV : l a vi a fr an ce se a llo st at o m od er no Luigi XIV, nacque nel 1638 da Luigi XIII e Anna d'Austria ed ereditò la corona di Francia all'età di 5 anni. Assunse il potere nel 1661 dopo la morte di Mazarino e mori nel 1715. Egli avviò un processo di consolidamento dello stato moderno che coinvolse il governo del territorio, la politica economica, la politica internazionale. Società e stato: essendo la Francia una delle prime realtà demografiche in Europa il governo del territorio costitui la questione più importante per il sovrano. Dei 20 milioni di abitanti francesi, i 4/5 circa vivevano in campagna ma la Francia era lo stato europeo più dotato di città di media grandenza. Villagi e città facevano parte di province territoriali unificate in uno stato-nazionale ma diverse sia per usi e tradizioni che per il peso delle istituzioni e rappresentanze locali. La diversità era formalizzata nel riconoscimento da parte del sovrano nella distinzione tra pais d'election e pays d'etat: i primi ricadevano sotto l'aministrazione giudiziaria e fiscale dello stato, i secondi erano rappresentati da stati provinciali che godevano di amplissimi poteri e potevano contrattare con la corona Mentre per quanto riguarda la nobiltà moderna Luigi incentivò attraverso il conferimento di molti titoli la nobiltà di toga e d'ufficio. Questa nobiltà fu molto importante nel governo francese nell'epoca di Luigi XIV. 87 L' or ga ni zz az io ne d el lo st at o co n Lu ig i X IV Titolare del potere politico era il Re e insieme ai suoi ministri, specializzati per funzione, decideva e operava le principali scelte di governo. Questi ministri formavano l'organismo politico più importante del regno che insieme al Re decideva degli affari del stato. I ministri erano reclutati fra i maitres de requetes magistrati che avevano ricevuto incarichi o commissioni particolari direttamente dal Re, avevano fatto parte della cancellerie presso le corti sovrane, avevano svolto funzioni nella fase istruttoria di affari di stato Questi uomini, il nucleo della classe governativa francese, consentirano a Luigi di ridurre i parlamenti alla semplice funzione di registrazione automatica degli editti. Le funzioni di natura giurisdizionali venivano svolte tra il centro e pereferia. Queste cariche erano assegnate ai fedelissimi del re. Ogni parlamento , ogni corte sovrana, era padrone della propria giurisprudenza e sia in materia civile che penale fissava le norme da applicare. Gli interessi dei parlamenti si scontravano con il progetto monarchico di riformare l'ordinamento giudiziario. Per quanto riguarda la politica religiosa, Luigi voleva bloccare correnti e movimenti religiosi non aderenti all'ortodossia cattolica; arginare la diffusione dell'eresia protestante. Verso la meta del XVII secolo ci fu una larga diffusione delle idee di Cornelis Jansen, un vesovo delle fiandre influenzato da Sant'Agostino. GianSennio aveva le idee morali e dell'intorieta dell individuo come fondamento nella religione cristiana. Il movimento GianSenista fu tollerato negli anni 70 dove ci fui il conflitto tra Luigi e Papato. Ma negli anni 80 la politica religiosa di Luigi cambio nel senso più autoritario. Nell 1655 Luigi obbligò a tutti i francesi a osservare e praticare la religione cattolica. Anche il movimento giansenista subì una dura repressione all'inizio del 700 però le idee gianseniste si diffusero anche tra i togati, medio basso clero e contribuivano a rafforzare il sentimento di autonomia da Roma 90 L’a ss ol ut ism o in P ru ss ia e Au st ria a lla fi ne d el 1 60 0 Dopo la pace di Westfalia negli stati germanici il rafforzamento del potere dei principi territoriali va a svantaggio dell’imperatore della dieta imperiale. Al sud i ceti territoriali hanno ancora notevoli poteri ma in altri stati la centralizzazione delle funzioni militari, economiche e amministrative tende a rafforzare il principe. La tappa importante nell’ascesa della Prussia è la Pace di Oliva: la Prussia viene annessa al Brandeburgo. Anche qui l’assolutismo non è un sistema di facile realizzazione e si afferma una via all’assolutismo che a differenza della Francia ha un fondamento nobiliare: i posti più importanti dell’amministrazione militare e civile sono conferiti all’antica nobiltà Nel 1660 la Transilvania insorse contro il dominio turco: gli ottomani ebbero la meglio e si diressero verso Vienna ma a 100 KM dalla capitale vennero sconfitti dalle truppe austriache. 91 Sp ag na e It al ia a lla fi ne d el 16 00 Dopo la pace di Vestfalia e nel corso del XVII secolo la Spagna perse: Portogallo, Franca contea, parte delle Fiandre e dell’Artois, la Cerdania e il Rossiglione sui Pirenei. Per quanto riguarda i fondamenti economici e sociali della monarchia spagnola, la Castilla nel corso del XVII secolo subì una crisi, ed essendo il cuore dell’economia imperiale, la sua crisi coinvolse l’intera Spagna. In Italia i segni di una crisi e stagnazione erano evidenti. Sulla crisi demografica che investì l’Italia, un ruolo importante fu esercitato dalle epidemie di peste che investirono quasi tutta la penisola. Dopo lo spostamento dei traffici verso l’Atlantico, la scena internazionale era dominata da Olanda, Inghilterra e Francia e l’Italia si trovò tagliata fuori dal traffico internazionale. Piemonte sabaudo: fu influenzato dal modello di politica interna della Francia di Luigi XIV. Carlo Emanuele II (1663-75) adottò una politica mercantilistica riuscendo a coinvolgere anche l’aristocrazia nella promozione dell’attività economica. Inoltre si formò in Piemonte una vera burocrazia civile e militare. Dopo 10 anni di reggenza di Maria Giovanna Battista, assunse il potere con un colpo di stato Vittorio Amedeo II 92 I p ae si sc an di na vi a lla fi ne de l 1 60 0 Nel corso della guerra dei 30anni la Svezia aveva raggiunto una statura internazionale essendo la vincitrice insieme alla Francia del conflitto in terra tedesca. Con la pace di Westfalia aveva ottenuto la Pomerania occidentale, Brema, il controllo delle foci dei 3 grandi fiumi della Germania settentrionale: l’Elba, l’Oder e il Weser. La prima guerra del nord scoppiò per il controllo del baltico. Il re svedese Carlo X invase nel 1655 la Polonia. L’elettore del Brandeburgo Federico Guglielmo e il re di Danimarca Federico III si allearono contro la potenza svedese. Il successore di Carlo X, Carlo XI promosse una distribuzione della ricchezza agricola del paese equilibrando il rapporto tra i beni della corona, i beni della nobiltà, i beni dei contadini indipendenti. Su questa base gli fu possibile garantire una bilancia dei poteri di gruppi e ceti della società e governare da monarca assoluto. 95 La g ue rr a di su cc es sio ne sp ag no la 1 70 2- 14 Un conflitto di vaste proporzioni scoppiò il 16 maggio del 1702. Nella prima fase della guerra fu evidente la superiorità terrestre della Francia ma la superiorità della flotta angloolandese, la difficoltà della Francia a tener testa agli eserciti nemici, sui molti fronti di guerra, la defezione del Portogallo e del Piemonte Sabaudo dal blocco franco spagnolo (1703) impressero una svolta decisiva alle sorti della guerra. Nel 1707 le truppe austriache entravano a Napoli: finiva dopo oltre 2 secoli la dominazione spagnola nel regno di Napoli. Gli austriaci vi sarebbero rimasti sino al 1734. Iniziarono le trattative di pace che si conclusero a Utrecht nel 1713 e Rastadt (1714). La vera vincitrice del conflitto fu l’Inghilterra. Conquistò possedimenti nell’America settentrionale a spese della Francia e nel Mediterraneo a spese della Spagna, Gibilterra e Minorca. 96 G li st at i d el l’E ur op a no rd - or ie nt al e al la fi ne d el 1 60 0 L’ASCESA DELLA RUSSIA: in Russia nasceva l’ultima e più duratura forma di assolutismo europeo con Pietro I il grande (1682-1725) della dinastia dei Romanov. Durante il primo quarto del XVIII secolo ci fu un notevole progresso della produzione industriale e anche della piccola produzione mercantile. Inoltre organizzò un esercito regolare e un efficiente marina militare e la chiesa divenne un’istituzione sottoposta al monarca. LA PRUSSIA: durante la guerra di successione spagnola emerse come nuova potenza. Federico I di Brandeburgo ne assunse il titolo di re nel 1701. Egli raccolse l’eredità del padre Federico Guglielmo e riunì tutti i territori della famiglia Hohenzollen in una formazione centralizzata anche se geograficamente non compatta. Il dispotismo degli hohenzollen bloccò lo sviluppo di istituzioni rappresentative moderne e a differenza di altri stati della Germania distrusse la forza politica dei ceti. 97 In gh ilt er ra , F ra nc ia e S pa gn a ag li in iz i d el 1 70 0 Inghilterra: nel 1701 con l’act of settlement, il parlamento inglese aveva regolato la successione alla morte di GuglielmoIII: per evitare che un discendente di Giacomo II Stuart salisse al trono e restaurasse il cattolicesimo in Inghilterra, l’atto escludeva dalla successione i suoi eredi maschi e ammetteva le femmine. Così dopo la morte di Guglielmo III (1702), sul trono inglese salì la seconda figlia di Giacomo II, Anna di Danimarca (1702-14) La Francia: la Francia degli ultimi anni del re sole pagava i costi di una politica che l’aveva condotta a diventare tra il 1648 e il 1688 la prima potenza europea. Tra la fine del 600 e la guerra di successione spagnola la crisi economica interna e la concorrenza politica internazionale imponevano allo stato l’adozione di misure fiscali ancora più rigide e un ulteriore inasprimento del controllo sociale. La Spagna: sotto Filippo V (1700-46) la Spagna dopo aver perso i domini europei si orientò verso la costruzione di un’identità politica nazionale. La riconversione da impero a nazione non significò però un ripiegamento pacifico entro i limiti attribuiti alla potenza iberica dal trattato di Utrecht.