Scarica Mappe sul cuore, arterie e circolazione fetale e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Anatomia solo su Docsity! IL CUORE Cosa è? il cuore è un organo impari , non mediano, localizzato nel mediastino, con una proiezione nella colonna dalla quinta all' ottava vertebra toracica. risulta essere non mediano perché non è localizzato lungo il piano di simmetria bilaterale ma è spostato verso i 2/3 verso sinistra. per questo va ad occupare una parte di spazio che sarebbe destinata al polmone, per questo il polmone di sinistra è più piccolo rispetto a quello di destra, nel cui spazio è presente un'estesa fossa cardiaca che va ad accogliere il cuore. Dove è localizzato? è localizzato a livello del mediastino, quello spazio di torace delimitato lateralmente dalle due logge pleuropolmonari, zone che sono occupate dai polmoni avvolti dalla loro pleura lateralmente nel mediastino si trovano le due pleure parietali che rivestono la faccia mediastinica del polmone; anteriormente si trova lo sterno posteriormente il mediastino è limitato dalla colonna vertebrale inferiormente è chiuso dal diaframma superiormente è aperto in quanto devono passare i vasi che si dipartono dal cuore, la trachea e l'esofago, che si trovano posteriormente al cuore. L'AORTA L'aorta si origina dal ventricolo di sinistra, inizialmente è ascendente, compie un arco e poi incomincia la sua discesa dapprima nel torace e continua a livello addominale. inizialmente si trova lateralmente all'esofago, successivamente scavalca il bronco di sinistra fino a farsi spazio tra l'esofago e la colonna, perché l'esofago si sposta in avanti; a questo punto si porta in una posizione posteriore rispetto all'esofago. TESSUTI DEL CUORE Il cuore è avvolto dal pericardio, il quale si fissa in corrispondenza del centro frenico del diaframma ed è costituito da due strati: pericardio fibroso e pericardio sieroso. il pericardio fibroso è lo strato più esterno che superiormente si fissa presso l'avventizia dei grossi vasi. il pericardio sieroso che va a contatto con la superficie del cuore e strutturalmente simile alle altre sierose come la pleura polmonare. esso aderisce con un foglietto parietale al pericardio fibroso e con un altro foglietto viscerale alla superficie dell'organo (cuore). FOGLIETTI VISCERALI Quello che aderisce alla superficie del cuore, rimane stretto e attaccato alla restante parte della parete del cuore ed entra nella costituzione di esso, prendendo il nome di epicardio. I foglietti che vanno a costituire la parete del cuore, sotto l'epicardio, sono il miocardio (tessuto muscolare) e l'endocardio che riveste tutte le cavità del cuore, costituito da endotelio che poggia sulla lamina basale. Parte 3 L'endotelio risulta fondamentale, in quanto garantisce che all'interno del cuore e dei vasi non si vengano a creare dei fenomeni di coagulazione intravasale che possono portare alla morte. i due foglietti sono in continuità l'uno con l' altro e il loro punto di riflessione si trova in corrispondenza del punto in cui i grossi vasi entrano ed escono dal cuore. per questo, il cuore, non può essere completamente circondato e isolato dal resto del corpo, perchè la sua funzione è sia quella di spingere il sangue in tutti i distretti e sia quella di raccogliere il sangue proveniente da tutte le parti del corpo. FACCIA DIAFFRAMATICA, APICE, MARGINI I margini del cuore sono quelle linee in cui si ha il passaggio dalla faccia anteriore a quella posteriore del cuore. L'apice si proietta in corrispondenza del quinto spazio intercostale di sinistra, risulta essere costituito da parte della parete del ventricolo sinistro. Inoltre, il solco longitudinale ( rappresentato dalla parete che va a separare in due ventricoli), va a incontrare il solco della faccia sterno costale a destra dell' apice. Si forma un'incisura determinata dall'incontro del solco longitudinale posteriore con quello anteriore ed è il punto in cui il ventricolo di sinistra incontra quello di destra. CONFORMAZIONE INTERNA DEL CUORE I ventricoli hanno dimensioni maggiori rispetto agli atri la parete muscolare del ventricolo è più spessa proprio perché a differenza dell'atrio che deve pompare il cuore nel ventricolo, il ventricolo deve pomparlo in tutti i distretti del corpo necessitando di una maggiore forza propulsiva. la superficie degli atri è liscia a differenza di quella dei ventricoli, questo perché nei ventricoli si trova l'impianto a cui si agganciano le valvole mentre negli altri non troviamo questo impianto. La muscolatura del ventricolo sinistro è più grossa di quello destro ( circa il triplo), questo perché la forza propulsiva che deve imporre la contrazione del ventricolo di sinistra è maggiore perché il sangue deve raggiungere tutti i distretti del corpo a differenza del cuore di destra che deve svolgere solamente la circolazione polmonare e il tragitto che il sangue deve fare il cuore per arrivare ai polmoni è inferiore considerando il territorio di vascolarizzazione dell'aorta. Come dicevamo la superficie degli atri è liscia rispetto a quella dei ventricoli, a questo proposito anche il setto interatriale è più sottile rispetto al setto interventricolare. Nel setto interatriale è presente una zona, una depressione chiamata fossa ovale, essa risulta essere il punto in cui si aveva la comunicazione tra atrio destro e atrio sinistro nella circolazione fetale, perchè durante lo sviluppo la parte destra del cuore non funziona molto dato che i polmoni non sono ancora sviluppati e non funzionando è inutile che il sangue possa raggiungerli; quindi il circolo polmonare viene bypassato quasi del tutto. Dopo la nascita, questa valvola, la valvola di Botallo, si chiude e quello che rimane del foro presente nella parete interatriale è un ammasso di connettivo che va a costituire la fossa ovale Per quanto riguarda i ventricoli, abbiamo detto che la parete non è liscia ma troviamo dei rilievi chiamati muscoli papillari, che in corrispondenza del loro apice presentano dei piccoli tendini che vanno a fissarsi in corrispondenza dei margini delle valvole. Questi tendini quando si ha contrazione dl ventricolo impediscono che i lembi valvolari si possano ribaltare verso la cavità del ventricolo facendo si che si chiudano perfettamente. Sono chiamate anche corde tendinee che vengono messe in tensione quando i muscoli papillari si contraggono assieme a tutti gli altri fasci muscolari del cuore e la loro azione fa sì che venga impedito il reflusso del sangue dall'atrio al ventricolo perchè renderebbe vana la sistole ventricolare. Questo può non avvenire e si hanno delle condizioni patologiche quali: stenosi, insufficienza valvolare Stenosi: condizione patologica in cui la valvola mitrale che permette il passaggio di sangue dall'atrio sinistro al ventricolo sinistro non funziona correttamente a causa di un restringimento (stenosi). Insufficienza valvolare: la valvola non funzionando come dovrebbe permette il reflusso di sangue dai ventricoli agli atri. STRUTTURA DEL CUORE All'esterno del cuore troviamo l'epicardio, la muscolatura è rappresentata dal miocardio e all'interno troviamo l' endocardio. Il miocardio ha la funzione contrattile e risulta essere uno strato di muscolatura che può essere più o meno spesso; è un muscolo involontario in cui l'impulso di contrazione si genera a partire dal miocardio specifico e si propaga lungo tutta la muscolatura grazie alla presenza di strutture chiamate strie intercalari nelle quali troviamo delle giunzioni particolari che consentono la diffusione dell'impulso della fibrocellula muscolare a un'altra Per quanto riguarda la muscolatura degli atri, hanno una loro muscolatura che risulta essere diversa rispetto a quella dei ventricoli e poi vi è il miocardio specifico dove si ha l'insorgenza spontanea dell'impulso che viene convogliato prima agli atri e poi ai ventricolo. Senza il sistema di conduzione del cuore non si potrebbe avere la propagazione dell' impulso dagli altri verso i ventricoli perchè tra di essi è presente lo scheletro fibroso del cuore che svolge due funzioni: la prima funzione: funge da attacco alla muscolatura degli atri e dei ventricoli consentendo il movimento dell'organo la seconda: fornisce una base di impianto per le valvole: tricuspide, bicuspide, a nido di rondine dell'aorta e dell'arteria polmonare. La superficie degli atri risulta essere irregolare in quanto vi giungono le vene e la loro superficie è ricoperta dall'emergenza delle arterie; Vi sono dei fasci propri che si trovano intorno allo sbocco delle vene e nel momento in cui si ha la contrazione dell'atrio, quindi la sistole ( il restringimento), spingono il sangue nel ventricolo e chiudono gli orifizi della vena cava superiore, inferiore e delle vene polmonari impedendo che il sangue torni indietro. L'importanza dei fasci propri o anulo - spirali, è quella di far sì che il sangue arrivato rimanga li e passi al ventricolo; essi sono assimilabili a uno sfintere e funzionalmente sono come le valvole. Inoltre abbiamo i fasci comuni suddivisi in fasci trasversi e fasci verticali: I fasci trasversi passano trasversalmente dalla superficie di un atrio. I fasci verticali si fissano sullo scheletro fibroso del cuore. La muscolatura dei ventricoli è costituita da tre strati strato intermedio costituito da fasci propri che risiedono nella parete dei ventricoli e hanno un andamento spirale. poi abbiamo i fasci comuni che suddividiamo in fascio anteriore e fascio posteriore, che superiormente si inseriscono nello scheletro fibroso del cuore e si portano verso l'apice del cuore. Inoltre formano uno strato superficiale al di sopra dei fasci propri perchè una volta arrivati all'apice del cuore formano una sorta di otto, si piegano, passano all'interno e si trovano più profondamente rispetto ai fasci propri. Per cui formano un sistema anteriore e uno posteriore e sono sia superficiali rispetto ai fasci propri che profondi. poi abbiamo i fasci suturali che si portano da un ventricolo e costituiscono una coesione tra ventricoli, impedendo che agiscano come strutture separate. CIRCOLO POLMONARE Il circolo polmonare ha inizio in corrispondenza del ventricolo di destra da cui si origina l'arteria polmonare che emerge anteriormente rispetto all'emergenza dell' aorta L'arteria polmonare passa al di sotto dell'arco aortico e da li si suddivide in due rami che si portano nell'ilo del polmone; A partire dall'arteria polmonare e dall'aorta è presente un legamento: il legamento arterioso che risulta essere un residuo embrionale, questo perchè durante la vita embrionale al pari del foro ovale di Botallo era presente un collegamento tra arteria polmonare e aorta che faceva si che una porzione di sangue presente nell'arteria polmonare bypassasse il circolo polmonare arrivando direttamente all'aorta; dopo la nascita, inizia la respirazione polmonare e questo condotto non ha più alcuna funzione e si chiude, il residuo è il legamento arterioso. L'arteria polmonare si divide nel ramo di destra e ramo di sinistra, entrambi si portano nell'ilo del polmone; il ramo ramo dell'arteria polmonare entrerà nel polmone accompagnata dal rispettivo bronco; la trachea si biforcherà in due bronchi e fuoriescono le due vene polmonari di destra e sinistra che porteranno il sangue ossigenato nella porzione sinistra del cuore Sia il bronco che l'arteria polmonare diminuiscono il loro calibro, perchè il bronco deve ridurret la sua parete e alla fine sarà formata da un solo strato di cellule per far si che attraverso esse si abbiano gli scambi respiratori; Le ultime ramificazioni dell'arteria polmonare si risolvono in una fitta rete di capillari che va a circondare tutto l'alveolo dove in sangue cederà CO2 e assumerà O2. Dai capillari si formano delle venule post capillari, sino a che queste venule si uniscono a delle vene di calibro maggiore e danno origine alle vene polmonari che si portano sull'atrio destro. ioMotomondiale L' ARTERIA DEPUTATA A VASCOLARIZZATE TUTTE LE Parti del Nostro corpo ↓ AORTA → MEDIASTINO ANTERIORE INIZIALMENTE EMERGE DAL VENTRICOLO di sinistra E SI PORTA VERSO L'ALTO , DIVENTANDO ASCENDENTI. A UN CERTO PUNTO COMPIE UN arco , Annamo A Trovarsi NEL Mediastino posteriore , A Sinistra DELL' ESOFAGO , PRENDENDO poi IL Suo POSTO . ↓ NEL DIAFRAMMA I DUE PILASTRI MEDIALI si CONGIUNGONO Mediante IL LEGAMENTO ARCUATO mediano , DELIMITANDO L' Orifizio Aortico del diaframma. ↓ A QUESTO Punto si FA DISCENDENTE , DECORRE NELTORACE , PASSA NELL' Addome Attraverso L' ORIFIZIO AORTICO DEL DIAFRAMMA E Diventa AORTA ADDOMINALE. - A Livello della QUARTA vertebra LOMBARE TALE VASO DÀ ORIGINE Ai Suoi rami terminali : ↓ UN PICCOLO RAMO MEDIANO : Arteria sacrale media (Faccia anteriore ↓ Osso sacro) Altre Due arterie COSPICUE ARTERIE ILIACHE comuni . ↓ ESSE SONO deputate Alla vascolarizzazione dell' arto INFERIORE E Delle pareti della piccola PELÙ . ci sono vari rami CHE si staccano Dall' aorta ASCENDENTE , DALL' ARCO AORTICO , DALL' AORTA DISCENDENTE TORACICA E ADDOMINALE . I PRIMISSIMI Rami CHE L' AORTA STACCA Sono LE ARTERIE CORONARIE , Deputate Alla VASCOLARIZZAZIONE DEL cuore E SI ORIGINANO IN CORRISPONDENZA Delle Due CAVITÀ Chiamate seni aortici vediamo I Decorsi Delle ARTERIE CORONARIE di destra E di SINISTRA . ARTERIA CORONARIA DI DESTRA : DOPO LA sua ORIGINE SI IMMETTE NEL solco coronario ARRIVANDO AL MARGINE DESTRO DEL cuore , EMETTENDO IL RAMO Marginale Destro e si DISTRIBUISCE IN Quella Regione. DURANTE TUTTO IL decorso STACCA Rami collaterali , PASSANO POI NEL sacco coronario della Faccia DIAFFR . ED EMETTE UN GROSSO RAMO CHE DECORRE NEL SEGMENTO POST . DEL SOLCO LONG. POSTERIORE E PROSEGUE PER UN certo tratto NEL SOLCO coronario . Questo VA A VASCOLARIZZATE UNA PARTE della PARETE POST . DEL Ventricolo di sinistra . ARTERIA coronaria Sinistra : DOPO LA SUA ORIGINE SI IMMETTE NEL SOLCO CORONARIO E stacca un ROBUSTISSIno Ramo CHE si IMMETTE NEL SOLCO LONGITUDINALE ANTERIORE , L' altro RAMO CONTINUA IL Suo TRAGITTO NEL SOLCO CORONARIO , EMETTERÀ ANCH' ESSA L' ARTERIA MARGINALE PER IL MARGINE OTTUSO DEL Cuore , PROSEGUENDO IL suo decorso NEL SOLCO CORONARIO E Può arrivare AL SOLCO INTRAVENTRICOLARE POSTERIORE. ARTERIA CAROTIDE COMUNE L'arteria carotide comune è deputata alla alla vascolarizzazione di testa e collo; durante il suo decorso nel collo è sempre accompagnata dalla vena giugulare interna ma non solo. All'interno del collo, avvolta dalla guaina fibrosa chiamata guaina carotica, in posizione mediale, è presente l'arteria carotide comune; lateralmente abbiamo la vena giugulare interna; posteriormente tra le due abbiamo il nervo vago, ossia uno dei 12 nervi cranici che presiede al controllo di tutti i visceri del nostro corpo. A livello del collo si viene a formare il fascio vascolo nervoso del collo, detto van : composto da vena, arteria e nervo. La carotide comune parte dalla sua origine e arriva sino al legamento che collega l'osso ioide con il margine superiore di questa cartilagine, ed entra a far parte della costituzione del nostro organo della fonazione, la laringe. Questo legamento prende il nome di membrana iotiroidea A livello di questa membrana, l'arteria carotide comune si biforca in due rami: uno più mediale che ad un certo punto scompare perchè è l' arteria carotide interna, che va a vascolarizzare buona parte della testa; invece, il ramo più esterno, chiamato carotide esterna, presiede nella vascolarizzazione della faccia esterna della testa ma anche della faccia. In corrispondenza della biforcazione della carotide comune, è presente una sorta di rigonfiamento, in corrispondenza di esso è presente una struttura recettoriale che si chiama seno carotideo, importante perchè riesce a regolare per via riflessa la FC, FR e la pressione sanguigna; All'interno del seno carotideo ci sono dei recettori alla pressione in grado di valutare le variazioni della pressione arteriosa, che viene regolata per via riflessa attraverso l' intervento del nervo glosso - faringeo. In corrispondenza della biforcazione della carotide comune interna ed esterna è presente un altro corpicciolo, un insieme di recettori stimolati da ipossia e dall'aumento di anidride carbonica, e anche questo regola la FR, la FC e la pressione per fare in modo che il livello di ossigeno nel sangue torni normale. Tutto questo risulta essere regolato per via riflessa per messo del nervo glosso faringeo. GdF * JODY • ero CAROTIDE ESTERNA I rami terminali sono: un ramo che si porta verso l'alto e prende il nome di arteria temporale superficiale che va a vascolarizzare la volta cranica e un ramo molto più grosso che è l'arteria mascellare interna, essa penetra attraverso una piccola fessura posta nella parte laterale del cranio, la quale si immette in una fossa chiamata fossa pterigopalatina e da qui dà origine a tutti i suoi rami che sono deputati all'innevervazione di cavità nasali, arcate dentali, dura madre, quindi tante strutture all'interno del nostro cranio. Dividiamo questi rami in: rami che si staccano anteriormente abbiamo: l'arteria tiroidea superiore che contribuisce alla vascolarizzazione della ghiandola tiroide e durante il suo percorso stacca anche l'arteria laringea superiore per vascolarizzare una parte della laringe; poi stacca l'arteria linguale che è deputata alla vascolarizzazione del pavimento del cavo orale e della lingua. Inoltre abbiamo un grossissimo ramo che si stacca che è l'arteria mascellare esterna che è deputata alla vascolarizzazione della maggior parte della faccia: essa decorre lateralmente sull'ala del naso e va ad anastomizzarsi con i rami dell'arteria oftalmica che andranno ad anastomizzarsi con i rami dell'arteria mascellare esterna. rami che si staccano medialmente e si portano verso l'esterno un vaso che si stacca è l'arteria faringea ascendente, la quale risulta essere l' arteria principale che si occupa della vascolarizzazione della faringe. rami che si portano posteriormente si staccano, sono: l'arteria auricolare posteriore, destinata alla vascolarizzazione della cute della regione posteriore rispetto al padiglione auricolare e l'arteria occipitale che è deputata alla vascolarizzazione della cute della regione occipitale Se andiamo a descrivere la regione di vascolarizzazione dell'arteria carotidea esterna, possiamo prendere in considerazione collo, faccia e le pareti esterne del cranio ( la cute del cranio) Andiamo a suddividere i rami collaterali che sono i rami che si staccano durante il decorso del vaso e i rami terminali che sono quei rami dalla cui biforcazione l'arteria carotide esterna non esiste più. CAROTIDE INTERNA Essa passa attraverso l'orifizio carotico dell'osso temporale, decorre all'interno della rocca petrosa dell'osso temporale e fuoriesce in corrispondenza dell'apice della rocca petrosa. E' importante perchè contribuisce alla vascolarizzazione di buona parte dell'encefalo. Insieme ai rami che derivano da da questo grosso ramo, ovvero insieme all'arteria vertebrale, si viene a costituire una sorta di circolo anastomotico che si chiama circolo anastomotico del Willis. Esso è un sistema in grado di distribuire in maniera uniforme il sangue all' encefalo, in maniera tale che, questo sangue abbia una pressione costante, perchè gli proviene dalle due arterie carotidi interne ma anche dalle due arterie vertebrali che si uniscono a formare l'arteria basilare che si congiunge al poligono di Willis Il circolo anastomotico è formato da due sistemi: il sistema fornito dalle due carotidi interne e l'altro più posteriore che è dato dalle due arterie vertebrali che si uniscono a formare l' arteria basilare. In che modo si forma questo poligono di Willis ? Una volta che emerge dall'apice della rocca petrosa, si porta ai lati del corpo dello sfenoide dove è presente un solco, il solco carotideo che accoglie l'arteria carotide interna. A questo livello, l'arteria carotide interna dà un ramo collaterale molto importante che è l'arteria oftalmica, deputata alla vascolarizzazione di tutta la cavità orbitaria. Successivamente stacca l'arteria celebrale media che ha il compito di vascolarizzare il telencefalo, ma stacca anche altri due rami: anteriormente l'arteria celebrale anteriore, mentre il ramo che si porta posteriormente si chiama arteria comunicante posteriore. Stessa cosa succede dall'altro lato. A questo punto abbiamo 4 lati di questo poligono che sono: le due arterie celebrali anteriori e le due comunicanti posteriori. Inoltre abbiamo la presenza di un tronco anastomotico che mette in comunicazione le due arterie cerebrali anteriori, chiamato arteria comunicante anteriore. Il sistema delle arterie carotidi interne fornisce 5 dei 7 rami che vanno a costituire il poligono di Willis : le due arterie cerebrali anteriori che sono connesse dalla comunicante anteriore e le due comunicanti posteriori. vediamo quella di destra dove l’arteria vertebrale si immette nei fori trasversali delle vertebre cervicali a partire dalla 6° vertebra cervicale, percorre tutto il canale osseo che si viene a formare, poi passa tra l’atlante e l’osso occipitale, penetra attraverso il grande foro occipitale, si unisce con l’arteria vertebrale controlaterale e formano un tronco unico comune chiamato arteria basilare che oltre a dare rami per il ponte e il cervelleto dà poi come rami terminali i due rami chiamati arterie cerebrali posteriori. Così abbiamo completato il circolo del Poligono di Willis che è un ettagono formato da 7 lati di cui 5 sono forniti dalle due arterie carotidi interne e 2 lati posteriori forniti dalla ramificazione del sistema vertebro - basilare. Tutto il poligono si svolge intorno alla sella turcica dello sfenoide. AORTA ADDOMINALE Risulta essere il tratto più complesso di tutto il sistema vascolare in quanto nella cavità addominale vi è la presenza di tantissimi organi; L'aorta addominale supera l'orificio aortico del diaframma a livello della 12° vertebra toracica e arrivo sino a L4 dove si divide formando le due arterie iliache e l'arteria sacrale media. Anche per l'aorta addominale dobbiamo descrivere i rami parietali e i rami viscerali; I rami parietali comprendono le arterie freniche inferiori deputate alla vascolarizzazione della faccia inferiore del diaframma e le arterie lombari che presentano un orientamento parallelo l'uno con l'altro e sono deputate alla vascolarizzazione della porzione postero - laterale dell'addome. Dalle arterie lombari distinguiamo arteria lombare propriamente detta con andamento parallelo che va a vascolarizzare la parete postero - laterale dell'addome. arteria spinale o dorso - spinale che penetra in corrispondenza del rispettivo foto intervertebrale e si divide in due rami: anteriori e posteriori; i rami anteriori si unisco nel tronco mediano mentre i due lati posteriori si uniscono soltanto con le arterie dello stesso lato formando le due arterie spinali; I rami viscerali li suddividiamo in rami viscerali pari e impari: I rami viscerali pari comprendono le due arterie renali che si portano lateralmente nell'ilo per la vascolarizzazione dei reni; le arterie surrenali medie che sono quelle che si portano al surrene e oltre queste un'arteria surrenale superiore e un'arteria surrenale inferiore; altri due rami pari che si staccano dall'aorta addominale sono le due arterie spermatiche interne ( testicolare e ovarica) che risulta essere deputata alla vascolarizzazione delle gonadi. In merito a quest'ultima possiamo vedere che anche se le gonadi sono localizzate nella cavità pelvica, quest'arteria ha un decorso abbastanza lungo e si stacca dall'aorta addominale; il fatto che queste arterie si originino a livello dell'aorta addominale è dato dal fatto che inizialmente sia le ovaie che i testicoli si sviluppano addossati alla parete posteriore dell'addome come organi retro perineali, mentre durante lo sviluppo subiscono una discesa che cui, con l'accrescimento del tronco, questi organi si spostano in modo progressivo verso il basso sino a che troveremo le ovaie addossate alle pareti della piccola pelvi, mentre i testicoli all'interno della sacca scrotale. L'arteria spermatica interna la troviamo all'interno del funicolo spermatico che fa sì che gli spermatozoi passino all'interno di questo cordone nel quale troviamo il dotto deferente. Il primo ramo viscerale che si stacca dall'aorta addominale è l'arteria celiaca; il secondo ramo a livello circa della prima vertebra lombare, è l'arteria mesenterica superiore mentre, a livello della terza vertebra lombare, il terzo ramo che si stacca è l'arteria mesenterica inferiore. L'arteria celiaca, pur essendo un piccolissimo tronco, si suddivide in tre rami: il primo ramo che si stacca è l'arteria gastrica di sinistra che si porta verso l'alto quindi verso il cardias e si distribuisce alla piccola curvatura dello stomaco, da cui si diramano dei rami per la vascolarizzazione della faccia anteriore e di quella posteriore dello stomaco; il secondo ramo che si stacca è l'arteria epatica comune che immediatamente stacca un ramo collaterale che prende il nome di arteria gastrica di destra, anch'essa si porta verso la piccola curvatura dello stomaco e forma un'anastomosi con l'arteria gastrica di sinistra; l'arteria gastrica di sinistra non si stacca dall'arteria epatica comune ma si stacca dall'arteria epatica propria; l'arteria epatica comune. una volta che ha dato l' arteria gastrica di sinistra, si divide nei suoi due rami terminali: l'arteria epatica propria che si porta verso l' altro ed è deputata alla vascolarizzazione del fegato; l'arteria epatica propria stacca un ulteriore ramo destinato alla vascolarizzazione della cistifellea, l'arteria cistica. L'altro ramo che viene staccato dall'arteria epatica comune si chiama arteria gastro - duodenale che si divide in due rami: un ramo che si chiama arteria pancreatico - duodenale superiore che vascolarizza la porzione superiore di duodeno e pancreas e un ramo che si chiama arteria gastro - epiploica di destra, una grossa arteria che si distribuisce alla grande curvatura dello stomaco. Quest'ultima ha questo nome perchè decorre in una piega del peritoneo che ha prende il nome di epiplon o grande omento. Il terzo ramo che si stacca dall'arteria celiaca è l'arteria lienale o splenica; decorre sul margine superiore del pancreas e una volta che arriva all'ilo della milza è deputata alla vascolarizzazione di quest'ultima. Prima di entrare all'interno della milza, stacca dei rami: uno comprende una serie di ramuscoli che si chiamano arterie gastriche brevi che vanno nel fondo dello stomaco; l'altra arteria è l'arteria gastro - epiploica di sinistra che si inserisce nella radice del grande omento e va ad anastomizzarsi con la gastro - epiploica di destra, andando così a completare la vascolarizzazione dello stomaco. AORTA ADDOMINALE 2 - MESENTERICA SUPERIORE L'arteria mesenterica superiore viene chiamata cosi perchè c'è un'altra piega del peritoneo, il mesentere, che è deputato ad avvolgere le anse intestinali e fa sì che queste vengano limiate e che venga evitato un fenomeno di avvolgimento pericoloso, il volvolo, una patologia difficile da diagnosticare e che se non riconosciuta per tempo può portare alla morte. L'arteria mesenterica superiore ha un territorio di vascolarizzazione molto ampio e si origina dietro la testa del pancreas; Essa prima che si immetta nella radice del mesentere e quindi che si immetta all'interno del doppio foglietto di peritoneo, viene immessa in un'altra arteria chiamata arteria pancreatico - duodenale inferiore che va a completare la vascolarizzazione del duodeno e del pancreas. L'arteria mesenterica superiore, si immette quindi nella radice del mesentere e stacca tantissimi rami: Stacca dei rami in corrispondenza della sua convessità e sono quelli destinati all'intestino tenue, chiamati rami intestinali, hanno un decorso regolare e rettilineo all'interno delle pieghe del mesentere e formano tra di loro, con quelli adiacenti, delle arcate primarie; dalle arcate si formano poi arcate secondarie che danno origine a 3-4 serie di arcate successive e relative anastomosi, sino a che partono le arterie rette deputate alla vascolarizzazione delle anse dell' intestino tenue mesenteriale. I rami che si staccano dalla sua concavità sono quelli destinati alla metà destra del colon e quindi intestino cieco, al colon ascendente e alla metà destra del colon trasverso. Abbiamo l'arteria colica media che è destinata al colon trasverso e non stacca un'arteria superiore e una inferiore, bensì un ramo destro e uno sinistro; Il ramo sinistro va ad anastomizzarsi con il ramo ascendente dell'arteria colica di sinistra Il ramo di destra va ad anastomizzarsi con il ramo ascendente dell'arteria colica di destra e in questo modo abbiamo vascolarizzato tutto il colon trasverso; l'arteria colica destra stacca anche il ramo discendente che va ad anastomizzarsi con il ramo ascendente dell' arteria ileo - colica. L'arteria ileo - colica stacca anche un ramo discendente che si va ad anastomizzare con il ramo terminale dell'arteria mesenterica superiore, formando un'ansa e a partire da questo si staccano i rami destinati all'intestino cieco e all'appendice vermiforme. I tre rami che si staccano dall'arteria mesenterica superiore sono: l'arteria colica media, l'arteria colica destra e l'arteria ileo - colica. L'arteria colica media stacca un ramo che si porta verso sinistra e uno che si porta verso destra; Il ramo che si porta verso sinistra va ad anastomizzarsi con il primo ramo dell' arteria mesenterica inferiore o arteria colica di sinistra, a sua volta quest'ultima stacca un ramo superiore e uno inferiore, quello superiore va ad anastomizzarsi con il ramo di sinistra dell'arteria colica media Il ramo che si porta verso destra va ad anastomizzarsi con il ramo ascendente dell' arteria colica di destra; il ramo inferiore dell'arteria colica di destra si anastomizza con il ramo superiore dell'arteria ileo - colica, il ramo inferiore dell'arteria ileo - colica va ad anastomizzarsi con il ramo terminale dell'arteria mesenterica superiore. A partire da queste anse anastomotiche si staccano dei rami destinati alla vascolarizzazione della prima porzione dell' intestino crasso e dell'appendice veniforme. Rami destinati alla metà destra dell’intestino crasso ARTERIA MESENTERICA INFERIORE Da questa arteria vediamo che si stacca l'arteria colica di sinistra e successivamente si dipartono le arterie sigmoidee destinate alla vascolarizzazione del sigma; il ramo terminale dell'arteria mesenterica inferiore è quell'arteria chiamata arteria emorroidale superiore o rettale, destinata alla parte superiore dell'intestino retto. Oltre a questa arteria superiore, ce ne sono altre che vanno a completare la vascolarizzazione del retto: la media e l'inferiore. Queste che vanno a vascolarizzare la parte più inferiore dell'intestino retto sono di competenza dell'arteria deputata alla vascolarizzazione della piccola pelvi, ossia l'arteria ipogastrica o iliaca interna. Abbiamo visto che a livello di L4 termina l'aorta perchè va a dividersi nei suoi due rami terminali: arteria iliaca comune di destra e di sinistra, che entrano nella grande pelvi; a livello del margine superiore dell' articolazione sacroiliaca entrambe le arterie iliache comuni si dividono a loro volta in arteria iliaca esterna e arteria iliaca interna Arteria iliaca esterna che va a vascolarizzare l'arto inferiore, passa sotto il legamento inguinale che passa a ponte tra la spina iliaca superiore e il tubercolo pubico. Sotto questo legamento si viene a formare una regione che è utile per il passaggio di vasi e nervi, si formano due regioni: una laterale chiamata lacuna neuromuscolare che serve per il passaggio del muscolo ileo - psoas e del nervo femorale, e una basale in cui vi passano l'arteria e la vena iliache esterne che diventano poi arterie femorali una volta che passano solo il legamento inguinale. L'arteria iliaca interna risulta essere deputata alla vascolarizzazione delle pareti della piccola pelvi e dei visceri; qualche ramo di questa arteria è anche deputato alla vascolarizzazione dei genitali esterno e di quella regione della piccola pelvi che la chiude inferiormente, il perineo. RAMI PARIETALI dell'arteria iliaca interna: abbiamo l'arteria ileo - lombare che dà dei rami che si portano verso l'alto per la vascolarizzazione della parete posteriore dell'addome; poi si va a staccare l'arteria sacrale laterale che si distribuisce alla faccia antero - laterale del sacro passano però, in vicinanza dei fori sacrali anteriori e stacca dei rami deputati alla vascolarizzazione della parte sacrale del midollo spinale. Questi rami risaliranno sino alla cauda equina all'interno del canale sacrale sino ad arrivare a vascolarizzare la rispettiva porzione. Dopodiché abbiamo l'arteria otturatoria che fuoriesce dal foro otturato, un foro che si viene a creare una volta che il foro otturatorio è chiuso dai muscoli che si vanno a formare al di sopra; dopo aver dato dei rami a questo muscolo che è l'otturatore interno, dà origine sui due rami terminali: uno è un ramo destinato alla vascolarizzazione della testa del femore mentre l'altro è il ramo destinato alla vascolarizzazione della muscolatura mediale della coscia. I due rami parietali sono: l'arteria glutea superiore e inferiore; quella superiore fuoriesce dalla piccola pelvi passando per il grande foro ischiatico per poi raggiungere la zona che deve vascolarizzare al di sopra del muscolo piriforme (del bacino), dopodiché si distribuisce a tutti e tre i muscoli glutei; l'arteria glutea inferiore fuoriesce dal grande foro ischiatico ma passa al di sotto del muscolo piriforme in modo tale da raggiungere i muscoli che va a vascolarizzare, il grande gluteo, la muscolatura posteriore ovvero i muscoli flessori della gamba. RAMI VISCERALI Risultano essere più complessi rispetto ai parietali perchè gli organi che vanno a vascolarizzare sono tanti. Il primo ramo viscerale che esaminiamo è l'arteria ombelicale, chiamata così perchè ha un ruolo fondamentale durante la vita embrionale: porta il sangue deossigenato, ricco di anidride carbonica e povero di nutrienti in direzione dell'ombelico, perchè questa arteria è uno di quei vasi che entrano a far parte della costituzione del cordone ombelicale che ha la funzione di collegare il feto con la placenta della madre che provvede al rifornimento di ossigeno e nutrienti delle arterie perchè l'apparato respiratorio e digerente non funzionano; dopo la nascita quando il cordone viene sezionato e gli apparati iniziano a funzionare, è chiaro che i collegamento con la placenta non è più necessario, per cui il tratto che va dalla vescica sino alla cicatrice ombelicale si trasforma in un cordoncino fibroso. Questo cordoncino rappresenterà sia nel neonato che nell'adulto uno dei mezzi di fissità della vescica, quindi che fissa la vescica nella sua posizione. Quindi, questa arteria ombelicale è molto importante, sia perchè dà l'arteria vescicale superiore, sia il legamento vescicale laterale. La vascolarizzazione della vescica viene ad essere completata da un ramo dell'arteria ipogastrica, l'arteria vescicale inferiore deputata alla vascolarizzazione del collo della vescica. Nel maschio contribuisce anche alla vascolarizzazione della ghiandola annessa alle vie spermatiche, alla prostata. Per quanto riguarda l'apparato genitale maschile è formato dalle gonadi e dalle vie spermatiche; il corrispondente dell'arteria uterina nel maschio è l'arteria vescicolo - deferenziale che va a vascolarizzare la porzione intrapelvica del deferente e la vescichetta seminale. L'ultimo ramo dell'arteria iliaca interna è l'arteria pudenda interna; essa fuoriesce dalla piccola pelvi passando per il grande foto ischiatico, dopodiché circonda la spina ischiatica, rientra nella piccola pelvi e va a decorrere in un canale che si trova nella parete laterale della piccola pelvi, seguendo l'andamento del ramo ischiopubico. In questo modo, l'arteria, si trova in una posizione ideale per vascolarizzare tutto il perineo; stacca anche un ramo che si chiama arteria emorroidale inferiore che va a vascolarizzare la parte più inferiore del retto, la regione anale. Dopodiché l'arteria si porta a livello della sinfisi pubica dove stacca i suoi rami terminali: nel maschio sono l'arteria dorsale e profonda del pene, nella femmina l'arteria dorsale e profonda del clitoride. ( Il clitoride è un organo erettile che durante l'eccitazione sessuale si arricchisce di sangue, come succede al pene). Durante il decorso a livello dei perineo ogni struttura che questa arteria incontra va a vascolarizzarla, nel maschio l'apertura anale e nella femmina l'apertura vaginale. Questa arteria pudenda interna andrà a fornire rami alla porzione inferiore della vagina che si trova anteriormente rispetto all'intestino retto invece nel maschio anteriormente rispetto all'intestino retto si trova la prostata. La corrispondente dell'arteria vaginale è l'arteria prostatica. L'altro ramo viscerale è l'arteria uterina, destinata alla vascolarizzazione dell'utero ma contribuisce anche a vascolarizzare l'ovaio e la tuba. Dà dei rami anche per la porzione superiore della vagina e della cervice; l'arteria uterina prima di arrivare al limite tra il corpo e il collo dell'utero si divide in due e dà origine ad un ramo che è l'arteria uterina vera e propria e un ramo che si chiama arteria cervico - vaginale, deputata alla vascolarizzazione della porzione superiore della vagina e della cervice. L'arteria uterina ha invece un decorso molto sinuoso lungo il margine laterale dell'utero, questo perchè durante la gravidanza aumenta notevolmente le sue dimensioni, per cui questo andamento garantisce che l'arteria possa accompagnare l'espansione dell'utero durante la gravidanza. Una volta che arriviamo in corrispondenza dell'angolo tubarico l'arteria uterina dà due rami: un ramo ovarico che si porta verso l'ovaio e si anastomizza con l'arteria ovarica e un ramo tubarico che va ad anastomizzarsi con un analogo ramo tubarico che proviene dall'arteria ovarica. Per quanto riguarda l'intera vascolarizzazione del retto: è vascolarizzato nel tratto superiore dall'arteria emorroidale superiore, ramo terminale della mesenterica inferiore e dall'emorroidale media che è un ramo collaterale dell'arteria ipogastrica. Rami destinati alla metà sinistra dell’intestino crasso VENA CAVA SUPERIORE Essa drena testa, collo e tutta la cavità toracica quindi la regione di drenaggio di questa vena è tutta la porzione sopra diaframmatica del nostro corpo Essa si origina dalla confluenza delle due vene anonime di destra e sinistra. Ciascuna vena anonima è data dalla congruenza della vena giugulare interna e della vena succlavia; La vena cava superiore si porta verso l'atrio destro del cuore e poco prima che si apra nell'atrio destro però va a ricevere il suo unico affluente che è la vena azygos; la vena azygos è una vena vedova, non ha un'arteria corrispondente.. quindi non c'è una vena che corrisponda al sistema della vena azygos La vena azygos è deputata al drenaggio delle pareti della cavità toracica e dei visceri, la sua origine avviene molto più inferiormente rispetto alla cavità toracica, esattamente si origina da un vaso proveniente dalla cavità addominale che si chiama vena lombare ascendente di destra che si origina in corrispondenza della vena iliaca comune di destra e si anastomizza con le vene lombari che hanno un decorso parallelo alle rispettive arterie, con il compito di drenare le pareti postero laterali del nostro addome. Questa vena lombare ascendente si porta verso l'alto, passa attraverso il diaframma, passando tra il pilastro mediale e quello intermedio, dopodiché decorre a destra della colonna vertebrale andando a drenare tutta la parete della gabbia toracica. a livello della 3/4 vertebra lombare forma un angolo aperto in avanti, va a scavalcare il bronco di destra, aprendosi nella parte più inferiore della vena cava inferiore. Questo riguarda la parte DESTRA della gabbia toracica. La porzione SINISTRA della nostra gabbia toracica viene drenata da un sistema molto simile che è formato da due vene che sono separate ma che vanno a versarsi in corrispondenza della vena azygos; la vena emiazygos principale e la vena emiazygos accessoria La vena emiazygos principale ha un comportamento uguale alla vena azygos perchè anch'essa si origina dalla vena lombare ascendente e decorre verso l' alto passando attraverso i pilastri del diaframma, sinistra della colonna vertebrale. Entrambe le vene emiazygos si occupano di drenare tutta la porzione laterale della nostra gabbia toracica, inoltre drenano vene esofagee superiori e inferiori. La accessoria va a drenare anche le vene bronchiali. VENA ANONIMA Abbiamo visto che dalla confluenza delle due vene anonime si forma la vena cava superiore, nel frattempo la vena anonima riceve come collaterali anche la vena tiroidea inferiore, la vena vertebrale e la vena mammaria interna La vena tiroidea inferiore è deputata alla vascolarizzazione della porzione inferiore della ghiandola tiroide, della trachea, della porzione inferiore dell'esofago. La vena vertebrale riceve il sangue proveniente dalla testa e dal canale vertebrale. La vena mammaria interna che ha lo stesso decorso della rispettiva arteria e quindi drena la parte anteriore del torace. LA VENA GIUGULARE INTERNA La vena giugulare interna è la principale vena del collo, in essa confluiscono tutti i rami arteriosi della carotide esterna. Su entrambi i lati e alla base del cervello, il seno petroso inferiore e il seno sigmoideo si uniscono per formare la vena giugulare interna. La vena giugulare interna incomincia nel compartimento posteriore del forame giugulare, alla base del cranio e, con andamento obliquo verso l'avanti e il basso, si immette nella vena succlavia dietro la porzione sternale della clavicola. Lungo il suo decorso non aumenta di calibro in modo regolare, ma presenta due rigonfiamenti: all'origine della vena giugulare interna in particolare al livello del foro giugulare (bulbo superiore); l'altro rigonfiamento è situato nell'ultimo tratto poco prima di immettersi nella vena succlavia (bulbo inferiore). Il primo tratto della vena si trova tra la mandibola e la faringe a livello del gonion, lateralmente prende rapporto con la parotide. Continua scendendo coperta dal muscolo sternocleidomastoideo avendo medialmente l'arteria carotide comune; dietro ai due vasi decorre il nervo vago. La vena giugulare interna si anastomizza con quella esterna e con quella anteriore. La giugulare interna giungono le vene provenienti da encefalo, occhio, orecchio, gran parte delle vene della porzione posteriore esterna della testa, le vene della faccia comprese quelle delle fosse nasali e alcune vene del collo. All' altezza dell'osso ioide riceve le vene faringee, la vena facciale comune, la vena linguale e le vene tiroidee che danno origine al tronco tireo-linguo-faringo-facciale in quanto questi vasi, prima di immettersi nella giugulare interna, si uniscono in un tronco unico; tuttavia possono portarsi alla vena giugulare anche singolarment Al suo termine la vena giugulare interna si unisce alla vena succlavia per formare la vena brachiocefalica (vena innominata). La vena succlavia invece drena l' arto superiore e la spalla. Per quanto riguarda il drenaggio dell'arto superiore abbiamo un circolo profondo e un circolo superficiale. Il circolo profondo è doppio rispetto alla rispettiva arteria, ciò significa che se abbiamo una arteria brachiale, ne avremo due; se nell'avambraccio avevamo una arteria radiale e una ulnare, ne avremo due radiali e due ulnari; Il circolo superficiale è molto particolare: parte da una rete superficiale palmare e dorsale mediante due basi, uno mediale e uno laterale; quello mediale si chiama vena basilica dell'avambraccio e quello laterale vena cefalica dell'avambraccio. Entrambe proseguono nel braccio come vena basilica del braccio e vena basilica del braccio. In corrispondenza della piega del gomito si anastomizzano per mezzo di un vaso chiamato vena mediana del gomito. La vena basilica del braccio si va a gettare in corrispondenza della rete profonda della vena brachiale mediale; mentre la vena cefalica del braccio percorre tutto il braccio e la spalla e va a riversarsi in corrispondenza della vena ascellare. VENA CAVA INFERIORE Essa drena la zona sottodiaframmatica del nostro corpo e deriva, a livello di L4, dalla confluenza delle due vene iliache comuni, ciascuna delle quali è data dalla confluenza della vena iliaca esterna e vena iliaca interna o ipogastrica. Per quanto riguarda gli affluenti della vena cava inferiori abbiamo rami parietali e rami viscerali: I parietali sono corrispondenti alle rispettive arterie infatti abbiamo le quattro paia di vene lombari che vanno a drenare la parete postero laterale dell'addome e le due vene freniche inferiori. Per quanto riguarda i rami viscerali abbiamo due vene renali che drenano i reni, la vena spermatica interne di destra, la vena surrenale di destra e le vene epatiche. La vena spermatica interna di sinistra deve compiere un decorso molto più lungo per potersi gettare nella renale rispetto a quella di destra, questa può essere una complicanza per il drenaggio del testicolo di sinistra. A livello dell'addome c'è un grosso vaso che si chiama vena porta, siccome drena tutta la porzione addominale dell'apparato digerente e la milza, è un sangue ricchissimo di nutrienti, infatti il sangue di questo vaso presenta un colore diverso rispetto a quello di altre vene; questi nutrienti devono essere portati al fegato, una grossa ghiandola che utilizza questo sangue per i suoi metabolismi; quindi il sangue che è entrato nel fegato tramite questa vena viene portato in tutte le regioni epatiche. Questa vena porta si forma dietro la testa del pancreas, dalla confluenza del tronco splenomesenteriale, dato dall'insieme tra la vena iliaca, vena mesenterica superiore e inferiore. Durante il decorso, riceve come affluenti la vena gastrica di sinistra e la vena gastrica di destra, drenando lo stomaco e prima di entrare nel fegato, drena anche la cistifellea. METABOLISMI DEL FEGATO Il meccanismo del glucosio; è sede delle proteine plasmatiche; è sede del metabolismo dei lipidi; vengono prodotti i fattori di coagulazione; viene completata la demolizione dell' emoglobina; è sede del sistema di detossificazione dei farmaci; è sede, nel feto fino al 3° mese della sintesi dei globuli rossi. Il sangue che arriva alla vena porta è un sangue povero di ossigeno e quindi ci dovrebbe essere un altro vaso che rifornisce di ossigeno le cellule del parenchima epatico, ossia l'arteria epatica; il sangue poi riversato a livello delle grosse lacune chiamate sinusoidi, viene convogliato dalla periferia del lobulo epatico fino alla parte centrale dove è presente la vena centrolobulare e poi tante di queste vene si uniscono insieme sino a che non si formano le vene epatiche. Esse fuoriescono dalla faccia posteriore dell'organo e vanno a riversarsi nella vena cava inferiore; quindi il sangue della vena porta, ricco di nutrienti diventa un normale sangue venoso del grande circolo che deve essere riportato alla parte destra del cuore VENA GASTRICA DI SINISTRA La vena gastrica di sinistra drena la piccola porzione del cardias e anche la piccola curvatura dello stomaco. Però abbiamo una situazione particolare in quanto l'esofago essendo un lungo tubo, quindi abbastanza esteso non può essere drenato da una sola arteria o un'unica vena.. Per cui al drenaggio dell'esofago provvedono diversi vasi che sono a livello del collo, del torace e a livello addominale; Queste vene con rimangono compartimentalizzate ma sono anastomizzate l'una con l'altra, come anche la vena gastrica di sinistra che si va ad anastomizzare con le vene esofagee. Questo fatto è importante perchè quando si ha una situazione di ipertensione portale, ossia a livello della vena porta, il sangue della vena porta non riesce a fluire attraverso il parenchima epatico a causa di problemi patologici e si crea un aumento di pressione a livello della vena porta. Siccome il sangue spinge, in quanto deve tornare al cuore destro, va a prendere delle vie collaterali e una di queste è un'anastomosi chiamata porta cava, ossia tra il sistema della vena porta e il sistema della vena cava; in questo caso l' anastomosi avviene con la vena cava superiore, in quanto la vena gastrica di sinistra drena nella vena porta, le vene esofagee anastomizzate con la vena gastrica, sono tributarie del sistema della vena azygos che a sua volta è tributaria della vena cava superiore. LA VENA ILIACA ESTERNA va a drenare l'arto inferiore ed è la diretta prosecuzione della vena femorale Per quanto riguarda il drenaggio dell'arto inferiore abbiamo anche qui una rete superficiale e una rete profonda come nell' arto superiore. Questo drenaggio è particolare; per quanto riguarda la rete profonda abbiamo due vene per ogni arteria soltanto a livello della gamba, perchè a livello della vena apoplitea abbiamo una arteria apoplitea e una vena apoplitea, invece a livello della gamba, per ogni arteria tibiale abbiamo due vene tibiali Per quanto riguarda la rete superficiale ci sono due vene che partono dalla rete superficiale e dorsale, plantare del piede che sono: la vena piccola safena che si trova più lateralmente e una vena molto più lunga che è la vena grande safena, essa spesso si dilata, forma le varici che potrebbero ostacolare il ritorno venoso del sangue dell'arto inferiore. La vena grande safena va a gettarsi direttamente nella vena femorale a livello del triangolo femorale; la piccola vena safena si getta a livello della vena apoplitea.