Scarica Materiali importanti per l'uomo e più Sbobinature in PDF di Chimica dei materiali solo su Docsity! Materiali polimericiModifica
| materiali polimerici sono generalmente il
risultato
della reazione di polimerizzazione di una
quantità di molecole base (monomeri) per
formare catene anche molto lunghe. Si
parla di omopolimeri se il monomero è
unico, copolimeri se il polimero è ottenuto
da due o più Monomeri diversi e di leghe
polimeriche se il materiale è il risultato
della miscelazione di due monomeri che
polimerizzano senza combinarsi
chimicamente [non chiaro].
Un materiale polimerico è in genere
composto da macromolecole costituite
dallo stesso tipo di unità ripetitiva, ma il
numero di unità ripetitive varia per
ciascuna macromolecola, per cui le
macromolecole che costituiscono un
materiale polimerico hanno diversa
lunghezza. Quindi è necessario conoscere
la distribuzione dei pesi molecolari (ovvero
la percentuale di macromolecole aventi
una specifica lunghezza) per determinare
le proprietà chimico-fisiche del materiale
polimerico in esame.
Classificazione dei materiali
polimericiModifica
| materiali polimerici puri si suddividono in:
e termoplastici: acquistano malleabilità
(cioè rammolliscono) sotto l'azione del
calore; possono essere modellati o
formati in oggetti finiti e raffreddandosi
tornano rigidi; tale processo può essere
ripetuto tante volte;
elettrico, meccanico (vibrazioni), la
resistenza alla corrosione e l'inerzia
chimica, nonché l'idrorepellenza e
l'inattaccabilità da parte di muffe, funghi e
batteri. Quelle svantaggiose sono
l'attaccabilità da parte dei solventi
(soprattutto le termoplastiche) e degli
acidi (in particolare le termoindurenti) e
scarsa resistenza a temperature elevate.
Altra peculiarità è la bassa densità
specifica -che conferisce un'elevata
leggerezza - compresa fra un minimo di
0,04 — 1 kg/dm? per il polistirolo a un
massimo di 2,2 kg/dm? del
politetrafluoruetilene (PTFE)[7], con una
resistenza fisica molto eterogenea a
seconda del tipo di plastica.
La plastica si ottiene dalla lavorazione del
petrolio. Lo smaltimento dei rifiuti plastici,
quasi tutti non biodegradabili, avviene di
solito per riciclaggio o per stoccaggio in
discariche; bruciando materiali plastici
negli inceneritori si possono
generare diossine (solo per i polimeri che
contengono nella molecola atomi di cloro,
ad esempio, il PVC), una famiglia di
composti tossici. Queste difficoltà hanno
incentivato negli ultimi anni la diffusione
della bioplastica, in cui una piccola
percentuale di resina è sostituita da farine
vegetali, come quella di mais.
Schema rappresentativo dell'aggiunta di
cariche, additivi e plastificanti al polimero
e successive lavorazioni fino
all'ottenimento dei granuli.
Alla base polimerica vengono aggiunte
svariate sostanze ausiliarie
("cariche", additivi e plastificanti) in
funzione dell'applicazione cui la materia
plastica è destinata. Possono
essere plastificanti, coloranti, antiossidanti,
lubrificanti ed altri componenti speciali.
Tali sostanze hanno la funzione di
stabilizzare, preservare, fluidificare,
colorare, decolorare, proteggere
dall'ossidazione il polimero, e in genere
modificarne le
proprietà reologiche (lavorabilità), aspetto
e resistenza in funzione della destinazione
d'uso.