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Media. New media. Postmedia. - Domenico Quaranta, Dispense di Tecniche Artistiche

Sintesi dettagliata del volume di Domenico Quaranta, "Media, New media, Postmedia", edito da Postmedia books nel 2020. Parte della bibliografia del corso di Net Art tenuto da Andrea Giomi presso l'Accademia Albertina di Torino.

Tipologia: Dispense

2022/2023

In vendita dal 21/01/2024

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Scarica Media. New media. Postmedia. - Domenico Quaranta e più Dispense in PDF di Tecniche Artistiche solo su Docsity! MEDIA, NEW MEDIA, POSTMEDIA DOMENICO QUARANTA INTRODUZIONE (2018): Esiste una separazione tra il mondo dell’arte contemporanea mainstream e il mondo della New Media Art. Separazione sopravvissuta nonostante i notevoli sviluppi registrati nell’ultimo periodo. Dal 2010 ca la situazione ha iniziato a smuoversi grazie al concorrere di diversi fattori: - fatto generazionale: le nuove leve dell’arte, ossia gli artisti nati verso la fine degli anni Ottanta, un mondo senza internet non l’hanno quasi mai conosciuto. - il consolidarsi e l'emergere di figure curatoriali interessate alla tematica - l’espandersi del mercato dell’arte, che ha iniziato a coinvolgere le nuove espressioni artistiche, mediante nuove gallerie dedicate a questo settore crescente o aste telematiche di arte digitale Nonostante questo una separazione ancora esiste. 1. NEW MEDIA ART Il termine New Media Art si è affermato più di sue alternative, per quanto vi sia una forte incertezza terminologica. Si parla di Digital Art o Media Art. restringe il campo ai soli media digitali La New Media Art è un genere più che un movimento e, secondo Christiane Paul, è computazionale e basata su algoritmi. Difficile è rincodurre la New Media Art ad un arco temporale definito: nel secolo dei media ognuno di essi è stato nuovo per poi invecchiare. Si è deciso che il termine New Media fosse strettamente connesso ai media digitali, ovvero l’incontro tra mass media e elaborazione dei dati. MEDIUM Il termine ha in sé un'ambiguità: indica medium artistico e mezzo di comunicazione. ⤷ concetti radicalmente diversi Clement Greenberg sostiene la prima casistica, il medium risulta mero supporto materiale. Marshall McLuhan la seconda → il medium è ogni estensione di noi stessi, plasmato sui mezzi di comunicazione elettronica. Non ci si limita alle caratteristiche costitutive del mezzo, mostra le convenzionalità e il potere di mezzi di comunicazione. Quindi cosa significa New Media Art? Concepito tendenzialmente in maniera negativa → dagli anni ‘60 siamo entrati in una fase postmediale, in cui l’arte non si concentra più su uno specifico medium ma ne accetta diversi. In questo senso i detrattori della NMA sostengono che essa sia limitata perché prevede l’uso di precisi mezzi. Più comprensibile se si pensa che inizialmente veniva utilizzata l’espressione Video Art, presto abbandonato. comprende tutti i media: stampa, radio, fax, corrente elettrica, tv, cinema,... I sostenitori della NMA invece ritengono che le nuove tecnologie abbiano un impatto significativo sulla pratica artistica → il tipico artista formatosi negli ultimi due decenni non fa più dipinti ma progetti. Il rischio è che sotto il cappello della NMA rientrino tutti quegli artisti che hanno in comune solo il fatto di ricevere le stesse critiche, quindi ghettizzati. Beryl Graham e Sarah Cook definiscono la NMA come: L’arte fatta usando le tecnologie elettroniche e che dispiega, in ogni combinazione, uno o più di questi tre comportamenti: interattività, connettività e computabilità. Da cui escludono opere che abbiano la scienza e la tecnologia come tema, ma che non facciano uso delle tecnologie elettroniche. Includono invece i lavori che presentano queste caratteristiche ma che appartengano al mondo dell’arte contemporanea. Sembra doveroso sottolineare l’appartenenza al mondo dell’arte perchè è tutt’altro che scontata → la NMA fa parte di un mondo a sé stante, totalmente autonomo dal mondo dell’arte La NMA è un contesto più che un movimento, tanto che molti dei fatti artistici più significativi degli ultimi anni sono avvenuti al di fuori del mondo dell’arte → ad oggi siamo ancora molto legati all’assunto duchampiano per cui l’arte è ciò che accade negli stretti confini del mondo dell’arte, che ha delle proprie regole e codici specifici. Dobbiamo invece iniziare a cercarla nei posti “sbagliati”, fuori da quei confini: in Rete, nei laboratori e negli istituti di ricerca scientifici e tecnologici. IL MONDO DELL’ARTE Howard S. Becker, sociologo americano, sostiene che l’opera non sia il prodotto di un individuo, ma di un sistema sociale. ↴ perché un’opera esiste non basta che qualcuno abbia un’idea e la realizzi. Perché esista come “opera d’arte” c’è bisogno di qualcuno che la apprezzi e di un sistema filosofico che la giustifichi come arte. Perché ciò avvenga è necessaria una formazione e quindi un determinato sistema educativo. L’atto creativo avviene all’interno di un sistema cooperativo che ha convenzioni e standard. Il mancato rispetto di questi non rende l’opera impossibile ma ne complica l’esistenza: canali di distribuzione non convenzionali, investitori coraggiosi, pubblico aperto. → ISOLAMENTO Questo è successo alla Video Art, presto ghettizzata, fino agli anni ‘90, quando si sono sviluppati i presupposti per la diffusione di massa di quest’arte, dando vita a nuove forme, come la Net Art. Nel momento in cui la NMA ha iniziato a poter essere apprezzata sia nel suo mondo di nicchia sia nel mondo dell’arte, però, è nata una competizione da cui la NMA è uscita sconfitta. 2. BREVE STORIA DELLA NMA GLI ANNI SESSANTA fine anni ‘50/inizio anni ‘60 → sviluppo tecnologico, si iniziano a intrecciare arte, scienza e tecnologia. es. Man Ray, Moholy-Nagy → esperimenti fotografici L’arte si appropria di tutti i media, dal corpo all’oggetto di consumo, dalla pubblicità al televisore alla macchina. Per la prima e unica volta nella storia dell’arte si registra interesse di massa per i nuovi media, che si spegnerà molto presto. Negli USA la ricerca scientifico-tecnologica ha uno straordinario dinamismo comunicativi con altri artisti disseminati tra il Canada e l’Australia tramite posta elettronica, Fax e Slow-Scan TV. Tra le altre è presente Very Nervous System di David Rokeby. Si concentra sull'interazione come elemento fondante delle Arti elettroniche. Una grande occasione per la NMA per affermarsi. 1979 → nasce il festival Ars Electronica a Linz, Austria. Festival permanente dedicata alla tecnologia e al suo impatto sull'arte e sulla società. Diventerà, a inizio anni ‘90, un centro stabile che raccoglie e ospita le emergenze della ricerca sul digitale, accompagnato dall'Ars Electronica Futurelab, struttura di produzione e ricerca che mette a disposizione le tecnologie più avanzate. Ars Electronica favorisce la produzione e la circolazione delle opere digitali e lo sviluppo network con altri centri. Collaborarerà a far rientrare le NMA in una sottocategoria a sé stante del mondo dell’arte. L’evoluzione tecnologica è sempre più inarrestabile: 1984: la Apple mette in commercio il Macintosh, per la prima volta dotato di un’interfaccia grafica che richiama il mondo dell’ufficio, non più scritte verdi su sfondo nero. Dotato di un modem per connettersi alla Rete attraverso la linea telefonica. Anche le reti si diffondono molto: se internet resta nel sistema universitario americano, alcuni stati hanno reti nazionali, vi sono poi quelle amatoriali, i BBS: bacheche elettroniche su cui scambiarsi file e messaggi. Si sviluppa anche l'industria del videogioco (1983: nasce il Nintendo) Negli anni ‘80 esplode il fenomeno hacker, cyberpunk, realtà virtuale,...una vera e propria cultura che gli artisti contribuiscono ad arricchire, restano però esclusi dai contesti tradizionali. → Il mondo della NMA diviene un mondo dell'arte autonomo. L'Italia resta un po' un caso isolato, le iniziative in questo ambito sono private e isolate, non esiste un vero e proprio mondo a sé. GLI ANNI NOVANTA In Europa fioriscono le istituzioni artistiche e iniziano a dedicare parte dei loro spazi alle nuove tecnologie. Il crollo del muro di Berlino e dell'impero sovietico ha dato il via a una nuova stagione per l'arte: l'arte contemporanea viene istituzionalizzata, uscendo da contesti ufficiosi. La NMA ha puntato molto sulla propria utilità sociale, implicitamente contrapposta alla non utilità dell'arte contemporanea, fondata sul mercato del lusso. Nasce un rapporto conflittuale. 1989 → fondazione ZKM di Karlsruhe (Germania), qui i due ambiti vivono separati in diversi istituti e dipartimenti: il Museum of Contemporary Art, Il Media Museum, L’Institute for VIsual Media, l’Institute for Music and Acoustic,... Il museo aprirà i suoi spazi solo nel ‘97, prima una serie di iniziative temporanee. Primo spazio a porre la questione della museificazione della NMA. I paesi dell’Est: dal ‘91 vengono aperti SCCA (Soros Centers of Contemporary Art di George Soros) in 17 paesi dell’ex blocco sovietico → nella loro missione il sostegno della NMA aveva un ruolo di primo piano. Garantiscono alla pop impoverita l’accesso alla rete e alle nuove tecnologie, consentendo alla NMA di fiorire. In questi paesi le tecnologie informatiche erano legate solo a funzioni militari e di ricerca scientifica. La NMA è considerata un'arte istituzionale e non piace ai nuovi ricchi che cercano nell'arte un modo di affermazione elitaria. A inizio decennio la NMA si concentra su sistemi interattivi, realtà virtuale, telepresenza, interattività, robotica, grafica 3D, algoritmi generativi → richiede tecnologie avanzate, interesse della ricerca tecnologica avanzata, slegate dallo sviluppo dell’arte. Con l’avvento del WWW e la diffusione massicccia dei personal computer la NMA diventa molto più accessiblie → fare arte con un computer non richiede più una formazione tecnologica. Nasce la NET ART. → i primi net artists non hanno una formazione tecnologica ↓ ma artistica. ha origine nel 1995-97: 1997→ Documenta 10 prevede una sezione di Net Art Gli USA sono in ritardo su questo fronte perchè le nuove tecnologie sono state subito assimilate, quindi non destano l’interesse degli artisti. Inoltre vi è uno scarso supporto istituzionale dei confronti dell’arte. Negli USA è il mercato che traina il mondo dell’arte, e una pratica artistica che si è autoproclamata invenidbile ha avuto scarse possibilità di sussistere. Negli anni ‘90 la scena cambia → università e scuole d’arte avviano corsi di New Media Art e New Media design; si pubblicano libri sull’argomento, nascono mostre,... L’interesse per la NMA esplode negli USA nel momento in cui diventa economicamente trainante. Nonostante questo il fenomeno avrà vita breve. 3.DUE MONDI A CONFRONTO anni ‘90 → inizia il superamento della distinzione tra mondo dell’arte contemporanea e mondo della NMA. Certo in entrambi ci sono tendenze conservatrici e innovative, le prime contrarie ad una integrazione vantaggiosa per entrambe. Grazie all’avvento di Internet e dell’informatica la pratica artistica si muove tra i due mondi. ANALISI DEI DUE MONDI LEV MANOVICH (1997) definisce - Duchamp Land: mondo dell’arte contemporanea → orientato al contenuto, complicato nella comprensione, ironico, autoreferenziale, usa strategie distruttive nei confronti del materiale che utilizza - Turing Land: mondo della NMA → orientato alla tecnologia e alla sperimentazione delle tecnologie più nuove, semplice, serio, non concepisce l’errore dadaista: la macchina è un meccanismo perfetto. Non crede che l’arte della Turing si riverserà mai nella Duchamp Land, perché quest’ultima “vuole arte, non ricerca sulle nuove possibilità estetiche dei nuovi media”. Una visione antiquata che confonde l’idea di arte con la pratica artistica. DUCHAMP LAND Come sostiene Arthur Danto, dagli anni ‘60 in poi tutto può essere arte, a patto che contenga un’aboutness chiarito in un aspetto dell’opera stessa. Individuare tale aboutness non è sempre facile, molti hanno provato invano a definirla. [secondo Quaranta] l’arte è tale perché c’è un contesto che la riconosce come tale → per questo la provocazione dei ready mades funziona. ↓ l’arte è tale perché un critico ne scrive, un museo la espone, un collezionista la compra, e non viceversa. es. Damien Hirst → una stella della scena artistica contemporanea è il prodotto dell’investimento oculato di un pubblicitario, sistema dell’arte solido (quello inglese), scaltrezza imprenditoriale, sforzo collettivo di musei, collezionisti, gallerie, curatori e critici. La difficoltà di riconoscere le opere d'arte prima che il mondo dell’arte gli attribuisca un'aura, nasce dalla debolezza dei pochi tentativi fatti di dare vita a una definizione dell'arte che prescinda da quella contestuale. L'unica caratteristica imprescindibile è avere un contenuto consistente. L’arte oggi non produce oggetti ma progetti. La figura dell’artista è ancora quella del genio, ma aggiornato: star dello spettacolo, imprenditore di se stesso. Molto presenti sulla scena dell’arte contemporanea sono i collettivi. Se una cosa serve a qualcosa non diventerà mai arte, perché l’arte non serve a nulla, è fine a se stessa. Questo immaginario dell’arte come una torre d’avorio è ormai anacronistico. La fase storica che si è aperta nel 1989 con la caduta del muro di Berlino è molto disponibile alla contaminazione. ↴ Genera due dinamiche: 1. artisti che si confrontano con altri media 2. convergenza di figure proveniente da altri mondi nel mondo dell’arte contemporanea (cineasti, designer, musicisti) Musei e istituzioni favoriscono questo processo ospitando mostre di moda, design,... L’opera d’arte è tradizionalmente intesa come artefatto unico, oggetto di collezionismo e dotato di un valore economico. L’attribuzione del valore è complessa, comprende la critica, i musei e le altre istituzioni, i premi, le mostre e il mercato → quest’ultimo manca nella NMA Soprattutto dal secondo dopoguerra le vicende artistiche si legano a doppio filo con quelle del mercato: - La globalizzazione fa emergere nuovi scenari artistici, nuove piattaforme espositive e nuovi mercati - Si moltiplicano le mostre temporanee - Il museo d’arte contemporanea si ristruttura, trasformandosi in un oggetto d’arte esso stesso - Nascono decine di nuovi artisti - Le aste si aprono al mondo dell’arte contemporanea PACO BARRAGAN in The Art Fair Age (2008) descrive il collezionismo odierno come una piramide: base → l’arte è ambita perché fattore di prestigio; livello 1→ investimento economico; livello 2→ aziende che concepiscono l’arte come brand e fattore identitario; vertice → collezionisti privati che soddisfano le proprie esigenze intellettuali, spesso rendono pubbliche le proprie collezioni. JULIAN STALLABRASS in Art Incorporated (2004) sostiene che l’arte contemporanea consista nella produzione di oggetti rari o unici che solo chi è molto ricco può possedere. Con l’introduzione di linguaggi tecnicamente riproducibili si è dovuta adattare: tirature limitate, certificati di autenticità. es. Jeff Koons e Takashi Murakami realizzano immagini digitali e poi le fanno dipingere, in modo da creare un pezzo unico. Sono pochi gli artisti che veramente si affermano, la maggioranza deve fare anche altri lavori per potersi sostentare. TURING LAND L’arte contemporanea ha sempre respinto il modello fondato sul rapporto tra arte, scienza e tecnologia, dunque non ha mai accettato la NMA. ● mette in discussione il concetto stesso di autore→ lavorare in Rete significa rinunciare alla propria autorialità, collaborando con altri o delegando all’utente o al software. L’identità stessa può essere simulata o costruita. I dati digitali sono replicabili e la fruizione è totalmente libera: si indeboliscono i concetti di autore, opera unica, originalità. Essendo intangibile vengono meno anche i classici ruoli di curatore, critico, gallerista,ecc → l’artista stesso diventa una figura multidisciplinare. Agire fuori da un sistema di supporto e da un mercato ha delle conseguenze sulla pratica artistica e sulla figura dell’artista → non si trae guadagno e si fa una consapevole scelta di attivismo. La Rete è un territorio di confine, non ha limiti ma è essa stessa un limite. Ha creato nel tempo punti di accesso: riviste, portali, collezioni es. Neural→ Ita, 1993, rivista online; Turbulence → NY, 1996, piattaforma online della New Radio and Performing Arts: ha commissionato più di 150 progetti di Net Art, organizzato mostre online, creato blog di settore; Rhizome, 1996: mailing list dedicata all’arte in Rete. Piccole realtà che diventano punti di passaggio obbligatori. Navigare in rete rimane un’esperienza privata, la socialità è molto diversa dalla società reale. ⤷vengono meno i fattori di condizionamento sociale, il fatto che certi luoghi o certi autori portino prestigio. In Rete nessuno mi vede. Motivo per cui falliscono molte gallerie online anche se autorevoli nel mondo reale. ECONOMIA DELL’ATTENZIONE: nell’era del sovraccarico informativo l’attenzione è merce rara. L’artista emergente, la galleria di periferia, cercano attenzione ancor prima che denaro. Prima dell’emergere di Internet quale pubblico poteva raggiungere un’artista che non era nella scuderia di nessuna apprezzata galleria d’arte? Il valore di un progetto non si misura più in denaro ma in numero di utenti, da qui deriva il parlarne in canali di prestigio o l’esposizione in determinati contesti. Ovviamente un’opera di Net Art può anche essere commissionata, quindi finanziata da privati o istituzioni. Alcune sono state acquistate per cifre considerevoli. Ma l’attenzione non è duratura e così le opere. → gli artisti hanno trasportato il loro lavoro su terreni più stabili, come l’arte contemporanea o la NMA. 4.NMA E ARTE CONTEMPORANEA TOM WOLFE, Come ottenere successo in arte (1995): descrive il rapporto tra avanguardie e mondo dell’arte come un rito in due fasi: ● danza del Boho: l’artista dimostra di che stoffa è fatto ● consumazione: gli acculturati scelgono chi premiare La prima fase è fondata sulla seduzione e il disprezzo, fino alla capitolazione finale ai piedi del mercato. Oggi l’arte contemporanea continua ad essere un fattore di distinzione sociale e il successo di un artista è in larga parte nelle mani di una ristretta élite di curatori, galleristi, critici e collezionisti. Quella della NMA è una danza del Boho mai riuscita. ⤷ gli anni ‘80 si chiudono con episodi di eccezionale visibilità per la NMA, che non lasciano però traccia di se. Solo verso la metà degli anni ‘90 la NMA si riaffaccia sulla scena, grazie a THOMAS KRENS, direttore della Guggenheim Foundation. 1993 → Virtual Reality: An Emerging Medium: mostra realizzata nella sede di SoHo che presenta la realtà virtuale e attrae un gran numero di visitatori. Krens decide di trasformare la sede di SoHo nella “divisione new media” 1996 → Mediascape: mostra sui New Media. Ha una duplice funzione: sottolinea la novità dell’arte che lavora con le tecnologie e ne evidenzia il radicamento nella storia dell’arte contemporanea affiancandola a lavori di artisti affermati (Bruce Nauman, Bill Viola, Steina e Woody Vasulka,...). Tutti pezzi dello ZKM. La mostra non è ben accolta dalla critica: troppo legata alla tecnica, la quale non ha mai garantito durevole forza estetica; intrattenimento, giocattoli non opere; priva di contenuto punta solo sulla stupefacenza delle tecnologie e sulla tecnica. Mediascape è il passo falso della NMA, cui ne seguiranno parecchi↴ ERRORI: - continuano ad insistere sul medium anzichè sulle potenziali culturali della NMA - PARTNERSHIP: realizzate con il supporto del settore hi-tech, interessato alla celebrazione delle tecnologie per autopromozione; tutto il resto passa in secondo piano. - sta nella sua bolla senza comunicare con altri settori del mondo dell’arte Non si crea dunque un mercato ed un nucleo di collezionisti a sostegno di queste ricerche. POSTMASTERS GALLERY DI NY dedica tre collettive alla NMA: 1996→ Can You Digit? e Password: Ferdydurke 1997→ MacClassic: sposta l’accento dall’esaltazione della tecnologia all’impatto che i media stanno avendo sulla nostra cultura e gusto estetico DOCUMENTA X (1997) ha una sezione Net Art, curata da Simon Lamunière che dà vita anche ad un sito online dell’evento che permette di partecipare all’evento anche online, non solo recandosi in loco. Inoltre raccoglie una serie di progetti pensati per la Rete e offre una lista di contatti riguardo l’attivismo in Rete. ↓ sono accessibili anche a Kassel, in una stanza in cui sono riuniti vari computer, allestiti su un tavolo da ufficio: non gradito dagli artisti poiché associa il computer unicamente al contesto lavorativo. Privi di connessione internet, sono fuori dalle logiche della NMA. Vengono poi associati artisti che hanno in comune solo l’utilizzo della rete. LA GHETTIZZAZIONE SEMBRA L’UNICA ALTERNATIVA ALLA NON-ESISTENZA. La curatrice di Documenta afferma “per me la tecnologia non è una categoria, sono interessata all’idea di un progetto: i mezzi per la sua realizzazione dovrebbero conseguire l’idea” → spostare l’attenzione dal medium al contenuto Serious Game: Art Interaction Technology (1996-97) di BERYL GRAHAM vuole evitare la celebrazione della tecnologia. Opere interattive che coinvolgono in maniera ludica ma pongono questioni serie. Saranno soprattutto i musei universitari americani i principali promotori di mostre pionieristiche di NMA. Si affiancano iniziative no-profit e nascono curatori specializzati in NMA. A cavallo del nuovo millennio mostre focalizzate sul tema “arte e tecnologia” iniziano a proliferare → un forte hype mediatico circonda le nuove tecnologie, capaci di imporre una propria narrativa e di incidere sull’immaginario popolare. Le istituzioni vogliono salire sul treno del digitale. es. digitalizzando le proprie risorse. 1999 → Net_Condition: mostra che si avvale di numerosi curatori e si sviluppa contemporaneamente in quattro sedi internazionali. Intende mostrare come gli artisti guardano alle interazioni fra tecnologia e società e si pone la domanda di come si possa organizzare una mostra di arte in Rete in spazi fisici → Si confronta con la questione scottante della conciliazione di arte istituzionale con l’arte anti-istituzionale per eccellenza. Ci sono opere fisiche che hanno anche una dimensione in rete, altre sono fruibili mediante postazioni computer o display hi-tec. Si registra il tentativo di porre rimedio agli errori di Documenta X, ma non è del tutto riuscito. Il 2000 vede un aumento nel numero e nella qualità degli eventi, nonché nuovi attori. → questa congiuntura favorevole la si deve all’ansia dell’istituzione museale di svecchiarsi e alla volontà del settore hi-tech di rafforzare la propria immagine. STEVE DIETZ, Let’s Entertain: quaranta artisti di Net Art, ai diversi lavori si accede ruotando una porta sul suo asse, trasformando la navigazione in rete in un movimento fisico → non risolve ancora il problema di come esporre la Net Art in uno spazio fisico. Si organizzano varie mostre online e si riflette sull’impatto della tecnologia sull’oggetto artistico L’apice del processo si raggiunge nel 2001: lo testimoniano il numero di eventi di rilievo, la quantità di artisti coinvolti, le sedi prestigiose, lo sforzo economico e lo spessore culturale. es. Dystopia di Christine Wang: mostra che esplora il tema dell’identità nell’era della comunicazione globale. Ha grande successo grazie all’efficacia dell’allestimento in grado di mescolare video, stampe digitali, dipinti e sculture; artisti noti e non. 010101: Art in Technological Times di David Ross è un evento dedicato all’impatto delle nuove tecnologie sulla vita quotidiana. Non cade nell’errore di ghettizzare la NMA. “pionieri che mostrano le tecnologie digitali, offrono nuovi e vitali strumenti di espressione creativa e comunicazione”. La mostra ha una sezione online che ospita progetti in Rete che non saranno esposti nella sede fisica. In concomitanza a questa mostra ne vengono organizzate due al Whitney Museum, non di altrettanto successo: Bitstream e Dynamics → criticate perchè sono escluse le artiste donne, si celebrano le nuove tecnologie senza accennare al loro lato oscuro e agli artisti che si sono concentrati sulla loro sovversione. Dopo il 2001 si entra nella fase discendente: i musei perdono interesse nella NMA, poiché i finanziamenti iniziano a venir meno, il mercato dell’arte fa resistenza e la critica resta scettica. Gli eventi che si susseguono tra il 2002 e il 2010 prevedono una presenza più o meno sostanziale di NMA secondo tre modelli differenti: 1. modello della grande mostra che esplora l’uso artistico delle nuove tecnologie, il tema è puramente accessorio. Lavori eterogenei che hanno poco a che fare l’uno con l’altro, ma che si ritrovano uniti sotto la definizione di NMA o arte digitale. Effetto: ghettizzazione. 2. NMA a piccole dosi, in mostre tematiche di arte contemporanea. 3. eventi di media grandezza, ben curati e concettualmente solidi dedicati alla NMA. Tendenzialmente promossi da piccole realtà private. Obiettivo: mostrare che questo territorio è in grado di produrre lavori interessanti che dialogano con le problematiche della nostra epoca. Questi modelli presentano delle criticità: il primo rivela la resistenza del mondo dell’arte di fronte all’avvento della società dell’informazione e le sue conseguenze sulla vita. Sono necessarie figure curatoriali che sappiano coniugare la cultura mediale con quella dell’arte. Figure destinate ad aumentare. Evitare: barbarismi, ovvero invece di trovare un equivalente nell’arte, imporre un mezzo che funziona solo nella NMA. E metafrasi, trasporre letteralmente senza tener conto della cultura e del contesto di arrivo. ↓ es. interpretare un lavoro digitale per lo spazio fisico non significa semplicemente trasformarlo in un oggetto o un’installazione: significa adattarlo alle esigenze estetiche, culturali e formali e presuppone la conoscenza del contesto. Come avviene una buona traduzione? individuare l'essenza dell'opera e cercare di tradurla, calibrando caso per caso. Il curatore studia l'adattamento dell'opera a un contesto reale insieme all'artista: il risultato non è una versione diminuita, ma nuova del lavoro. Nel mondo della NMA è di moda denigrare le opere derivate come semplici concessioni al mercato: realizzate con media tradizionali per essere vendute. Sono anche questo, perché nel mondo dell'arte per avere successo il valore culturale deve essere traducibile in valore economico. ESEMPIO: Biennale.py di [epidemiC] e Eva e Franco Mattes→Virus fatto circolare in rete durante la 49esima Biennale di Venezia, al contempo circolava anche attraverso t-shirt distribuite presso il padiglione sloveno. In quanto performance può essere riproposta solo come re-enactment o documentazione. I Mattes hanno realizzato sculture: computer smontato e riassemblato in una teca di plexiglass erano processo di infezione e disinfezione. Portano un virus immateriale in uno spazio espositivo e lo conservano a beneficio della storia. Se L'opera è documentata o tradotta in artefatti fisici, conservare la NMA pone gli stessi problemi di tutta l'arte contemporanea. Variable Media Initiative: piattaforma di conservazione media variabili promossa dal Guggenheim. Le problematiche sollevate dai media digitali si estendono a tutti i media variabili usati in arte (tubi in neon, fascine, oggetti organici,...). Decidere come conservarli spetta agli artisti. Più complessa è la Net Art: si sviluppa in rete, ragionevole pensare che conservarla voglia dire conservare siti web, hardware o trascriverli su supporti aggiornati. Ma è veramente conservazione? Se l'opera non cambia ma tutto attorno ad essa sì, essa non può più dialogare con l'ambiente per cui è stata pensata, continua veramente a esistere? E ancora, conservare dati che sono stati utili ad una performance ha senso? es. Vote-Auction conservato come sito non avrebbe un perché; è stato dunque stampato su tela il logo del progetto, su carta le ingiunzioni legali ricevute e come video le trasmissioni della CNN. Non tutta la NMA è pronta per una traduzione nel mondo dell'arte, alcune opere per sopravvivere devono restare nella nicchia. O perché non potrebbero fare i conti con il mercato, o perché fanno uso di tecnologie quasi inaccessibili. 2000 → Symbiotica: laboratorio di ricerca artistica che offre residenze ad artisti di tutto il mondo a cui mette a disposizione un laboratorio per la ricerca biotecnologica ben attrezzato e l'esperienza di scienziati e ricercatori. Qui Stelarc ha realizzato il terzo orecchio che oggi esibisce sul proprio avambraccio e altre installazioni che indagano le potenzialità e le problematiche dell'ingegneria dei tessuti. L’esistenza di un sistema produttivo e distributivo altro (quello della NMA) è funzionale alla crescita dell'arte contemporanea, la quale deve confrontarsi con esso. Ma la NMA per sopravvivere deve chiarire la propria identità: nasce come territorio multidisciplinare di ricerca e anello tra arte e scienza, arte e tecnologia. È un incubatore per altri mondi, più solidi, si prende la briga di approfondire ricerche rischiose o economicamente insostenibili che altri avrebbero bloccato sul nascere. La NMA deve trovare la propria dimensione liberandosi dal complesso di inferiorità e accettando che i suoi frutti entrano nel mondo dell'arte, guardando fuori dai propri confini. Sul terreno dell'arte contemporanea, la NMA può esistere a patto di abbandonare la sua prospettiva tecnocentrica. ERA POSTMEDIALE: termine che compare per la prima volta in Soft Subversion di Felix Guattari. Era in cui i media si fanno strumenti di dissenso e reimpostano la relazione tra produttore e consumatore. Questo senso politico viene riconosciuto da José Luis Brea nel 2002: il termine segna il superamento dei mass-media, usati dal potere come mezzi di consenso, a favore di un utilizzo dal basso dei media come strumenti di attivismo e di lotta politica e culturale. 1999 → Rosalind Krauss in L’arte nell’era postmediale introduce il concetto di post-medium, riflettendo sul superamento del concetto di specificità mediale. Se l’arte post mediale è l’arte che viene dopo l’affermazione dei media, tutta l’arte contemporanea è postmediale. Dello stesso argomento parla Lev Manovich, secondo cui i nuovi media hanno modificato completamente il destino dell’arte → il computer si appropria di tutti i media e impone a ciascuno le proprie modalità operative. Cade la distinzione tra fotografia e pittura, tra cinema e animazione. Ogni oggetto artistico può esistere in versioni diverse. Seppur il concetto tradizionale di medium non funzioni più nella cultura postdigitale, esso persiste. NICOLAS BOURRIAUD legge l’arte contemporanea a partire dall’impatto socio-culturale delle nuove tecnologie. 2002 → Postproduction: riflessione sull’impatto dei media digitali nella produzione artistica. L’artista contemporaneo opera come un programmatore, pescando oggetti culturali dal caos della cultura globale. L’opera contemporanea non è un approdo ma una ricerca. Bourriaud fa nascere il concetto di altermodernità: l’arte altermoderna è una sorta di ipertesto; gli artisti traducono e transcodificano l’informazione da un formato all’altro. Questo in un contesto globalizzato in cui sono aumentate le possibilità di comunicare. Inoltre Bourriaud rifiuta la monocultura del medium: i confini mediatici vanno sostituiti con una cesura tra arte e NMA. Il punto non è il mezzo impiegato, ma la natura profonda dell’opera. L’arte riacquista una posizione di primo piano e una funzione sociale: si oppone all’anestesia e all’omologazione. es. Paul Chan ha studiato film, video e new media a NY ed è un artista e attivista politico che dal 2000 gestisce il sito nationalphilistine.net. Mostra una lucida consapevolezza dell’impatto socio-culturale delle nuove tecnologie che utilizza anche per far circolare il sapere oltre che per crearlo: il suo materiale è liberamente accessibile. → ETICA DEL FREE SOFTWARE Nel suo saggio The Unthinkable Community, ragiona su come la tecnologia economizzi la comunicazione. Nonostante la crescita dei modi per vedere e sentire gli altri, è sempre più complessa la reciproca comprensione. Chan usa i media ma li critica anche. OGGI non ha più senso distinguere tra arte e NMA sulla base del medium, si può invece distinguere tra un’arte che prende atto della svolta verso una società dell’informazione e un’arte che si ritrae su posizioni tipiche dell’epoca precedente. → classico AVANGUARDIA vs ACCADEMIA Gli artisti delle nuove generazioni vivono Internet dall’interno dunque non percepiscono l’esigenza di una distinzione tra mondo della NMA e mondo dell’arte. Spesso sono talmente immersi nella rete che cercano il plauso di quella comunità prima ancora di proporsi nel mondo dell’arte. es. Ryan Trecartin: giovane artista noto su Youtube. I suoi sono video in cui giovani esibizionisti, truccatissimi, sono ritratti in scenari quotidiani e raccontano il proprio privato. Da qui Trecartin ha suscitato la curiosità del mondo dell’arte. Cory Arcangel: propone spesso opere corali, classico di questa nuova generazione di artisti. Drei Klavierstücke op. 11 (2009): ripropone il brano classico mediante il susseguirsi di video di gatti che camminano sul pianoforte trovati sul web. La NMA ha un gran bisogno di nuovi punti di vista. Si è sempre sostenuto che essa potesse essere compresa solo da chi conosce i nuovi media. MA anche le altre forme artistiche possono essere meglio comprese se si conoscono le nuove tecnologie, perchè, come tutto, ne sono influenzate. Allo stesso modo la NMA è influenzata da essi. La critica deve lasciare da parte i pregiudizi sulla natura mediale e sull’origine sociale di ciò che si trova di fronte, imparando a guardare dentro e fuori dal mondo dell’arte e a cercare l’arte dove non è scontato che si manifesti.