Scarica Medioevo volgare germanico - riassunto e più Sintesi del corso in PDF di Filologia Germanica solo su Docsity! MEDIOEVO VOLGARE GERMANICO CAPITOLO 1: I GOTI E LA SCRITTURA I Goti appartenevano a etnie orientali (tra le quali Burgundi, Gepidi, Vandali, Eruli, Rugi) che vennero interessate dalla cristianizzazione, imposta dal trattato di federazione con l’Impero Romano d’Oriente nel 376. La traduzione della Bibbia in lingua gotica è attribuita al vescovo Wulfila. Fu proprio l'esigenza di facilitare la catechesi che lo spinse a tradurre i difficili testi della Bibbia nella lingua parlata dai Goti, che evidentemente avevano poca familiarità con il greco e il latino. I Goti del IV sec., così come le altre tribù germaniche, adottarono passivamente un sistema di scrittura già esistente a cui apportarono variazioni minime per adeguarlo al proprio sistema fonologico. Wulfila giunse così a concepire un sistema alfabetico sulla base delle tradizioni scrittorie a lui note: tale sistema è di chiara derivazione greca, con inserzioni latine e runiche. ll fatto che l'alfabeto gotico ricordi quello greco sia nella sequenza che nella forma, come pure nel valore numerico associato alle lettere, sta a indicare una preponderanza dell'influenza greca nel dominio orientale della germanicità rispetto a un'influenza latina. Altre opere gotiche ad oggi conservate, oltre alla Bibbia, sono: - Un frammentario testo esplicativo del Vangelo di Giovanni - Il frammento di un calendario - Un paio di sottoscrizioni in calce a documenti notarili - Alcune parole sparse in un epigramma latino della Anthologia latina - Elenchi coi nomi gotici dei singoli caratteri comprensivi del loro valore numerico e di indicazioni sulla pronuncia e a nomi e lettere gotiche - Un’ambigua lista di sostantivi. Anche dove i Goti riuscirono a esercitare un dominio stabile (Provenza, Spagna, Italia), essi abbandonarono la propria lingua a favore del latino come idioma dei documenti ufficiali. L’adesione gotica al rito ariano di origine greca lascia intuire di conseguenza la distruzione di gran parte del patrimonio letterario gotico (considerato eretico) a partire dalla fine delle guerre goto – bizantine, che sancirono la fine dell’egemonia politica dei Goti nella Penisola. La produzione letteraria gotica, sostanzialmente religiosa, merita comunque il riconoscimento di un risultato straordinario nel campo della traduzione. L’intero patrimonio è oggi conservato in codici databili tra la fine del V sec. e la metà del VI sec., copie superstiti provenienti dall’Italia settentrionale, dove la capitale del regno ostrogotico di Teoderico, Ravenna, fu importante e attivo centro di scrittura e copiatura. Con il crollo del regno, molti manoscritti gotici finirono come materiale di scarto nei magazzini del monastero di Bobbio, per venire rasati e riscritti dato il costo elevato della pergamena. Quelli che sono stati recuperati sono: CODEX ARGENTEUS: un evangelario degli inizi del VI sec. redatto in scriptio continua (senza punteggiatura o spazi tra una parola e l’altra). Contiene la traduzione del Nuovo Testamento in lingua gotica. È conservato nella Biblioteca Carolina Rediviva di Uppsala. Ha un elevato valore che induce a pensare che sia appartenuto a Teoderico, come una sorte di Bibbia di corte. CODEX BRIXIANUS: risalente anch’esso al VI sec. È un testo scritto in latino contenente i 4 Vangeli (Matteo, Giovanni, Luca e Marco). Il nome deriva dal termine latino della città dove è custodito: Brescia. CODEX CAROLINUS: testo bilingue latino-gotico, appartenente alla fine del VI sec. È un palinsesto di 4 pagine contenente la lettera ai Romani di San Paolo. CODEX GISSENSIS: originariamente conservato nel biblioteca universitaria di Gießen (Germania) ma a causa di un alluvione, venne irrimediabilmente danneggiato. Scritto probabilmente nel V secolo, è un frammento bilingue latino-gotico. i CODEX AMBROSIANUS (A, B, C, D, E) è un insieme di 5 manoscritti in greco, latino e siriaco, databili dal VI all’ XI sec. Essi contengono brani dell'Antico Testamento (il Libro di Neemia) e del Nuovo Testamento (parti dei Vangeli e delle Epistole) e diversi commenti che i ricercatori denominano Skeireins cioè “scritti gotici” Il CODEX TAURINENSIS faceva parte del Codex Ambrosianus A ed è conservato a Torino . Fu danneggiato da un incendio alla Biblioteca Nazionale. In epoca carolingia si ha la ripresa dell’interesse verso un passato gotico, consistito nel recupero della relativa tradizione alfabetica. Poco dopo il 1560 Busbecq entrò in contatto con alcuni emissari di presunta origine gotica ed ebbe l’opportunità di trascrivere circa un centinaio di lemmi di una varietà dialettale gotica. Il corpus, incompleto e impreciso, comprende: - Un gruppo di 40 lemmi confrontabili con altre lingue germaniche; - Un gruppo di 31 lemmi privo di confronti immediati; - Un elenco di 18 numerali; - L’inizio di una breve cantilena in versi. CAPITOLO 2: LA TRADIZIONE LETTERARIA ALTO TEDESCA ANTICA Il lento processo di letterarizzazione venne ostacolato da una serie di fattori determinanti: - Crisi e decadenza del potere merovingio del VII sec; - Estrema frammentazione linguistica e culturale; - Larghe aree ancora dedite a culti tradizionali e alla superstizione. La progressiva affermazione del regno dei Franchi poté godere anche del sostegno della Chiesa. Di conseguenza, furono redatti i primi documenti locali, leggi, cronache, e atti notarili in latino. Con la nomina ad imperatore del Sacro Romano Impero nell’800 di Carlo Magno, si ha la cosiddetta “Rinascita carolingia” il recupero della classicità nel sistema didattico cristiano; Ruodlieb: un poema epico mediolatino. Waltharius manu fortis: un poema epico in lingua latina sulle gesta di Walther di Aquitania. Tra la fine del XI e l’inizio del XII sec, due ultime opere in volgare fungono da tramite nel passaggio alla fase letteraria media: Il Canto di Ezzo: è una lauda che celebra Dio creatore e Cristo. Il Merigarto: è un piccolo trattato di carattere geografico a rima interna. CAPITOLO 3: LA LETTERATURA ANGLOSASSONE Grazie alla creazione di una fitta rete di abbazie e monasteri della Britannia romana in cui l’apprendimento del latino era necessario per la comprensione di testi, preghere, salmi e inni; si formò una delle più colte classi di chierici dell’Alto Medioevo. Anche se non fu realizzata una traduzione biblica completa; risulta una traduzione in antico inglese del Vangelo di Giovanni. I passi biblici tradotti provengono soprattutto dalla letteratura omiletica e agiografica, il cui principale autore fu lfric di Eynsham. Dall’ 871 all’899, Alfredo fu re del regno anglosassone meridionale del Wessex, ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Egli è famoso per la sua difesa del regno contro i Danesi. Fu infatti l’unico re inglese ad avere ottenuto l'epiteto di "Grande". Inoltre, fu il primo re del Wessex a chiamarsi "Re d'Inghilterra". I Danesi, che avevano occupato le regioni centrorientali dell'Inghilterra, vennero sconfitti nella Battaglia di Ethandun nell'878. Anno in cui divenne re degli Anglosassoni. Alfredo incoraggiò l'istruzione e migliorò il sistema di leggi dello stato, favorì lo sviluppo della cultura attraverso la traduzione di testi di teologia e storia scritti in latino. Egli stesso contribuì alla stesura di un Menologio (= una sorta di calendario liturgico), di un Martirologio (= una raccolta di brevi biografie di santi) e della Cronaca anglosassone, il primo documento di storia scritto in inglese antico. Inoltre, fece costruire la prima flotta da guerra inglese. Fino al regno di Alfredo, quasi tutti i monasteri erano gestiti da clero secolare, spesso sposato. Con il discendente Eadgar, i riformatori benedettini cercarono di sostituirli con monaci contemplativi celibi seguenti la Regola di San Benedetto. La riforma benedettina auspicava la massima estensione del volgare antico inglese a tutti gli aspetti della vita pubblica, della cultura e della religione. Il movimento favorì la fondazione di scuole cattedrali e canoniche, garantendo una ripresa degli studi e la fissazione di nuove norme per la produzione libraria, alle quali si deve la realizzazione di quasi un migliaio di manoscritti, prevalentemente in lingua latina. I maestri per eccellenza furono Ælfric di Eynsham e Wulfstan di York. POESIA ANGLOSASSONE I 4 principali codici poetici anglosassoni sono: 1) Junius XI: che prende il nome dal suo editore; è diviso in 4 parti: - GENESI: è una parafrasi del libro biblico comprendente la Creazione fino alla prova della fede di Abramo con il sacrificio di Isacco. È distinta in Genesi A e Genesi B. - ESODO: è una rivisitazione sulla fuga degli Ebrei dall’Egitto. - DANIELE: è una versificazione del libro biblico dedicato al profeta. - CRISTO E SATANA: è una composizione lirico-drammatica sul Giudizio universale. 2) Exeter Book: è un manoscritto, conservato nella biblioteca della cattedrale di Exeter. Che contiene brevi componimenti di carattere religioso e profano. 3) Vercelli Book: è un manoscritto che raccoglie poemi in volgare di tono omelitico e agiografico e omelie in prosa in antico inglese. Il codice rimane in Inghilterra come modello per altre copie fino a tutto l’XI sec, giungendo poi verso il 1100 a Vercelli, sede ospitale per i pellegrini. 4) Nowell Codex: prende il nome dal primo possessore di cui si abbia notizia e raccoglie i due poemi Beowulf (= il primo grande poema eroico attestato in una lingua volgare europea) e l’incompleta Giuditta, precedute da 3 opere in prosa: la Passione di san Cristoforo, le Meraviglie dell’Oriente e la Lettera di Alessandro ad Aristotele. PROSA ANGLOSASSONE Per quanto riguarda la prosa antico inglese, dal periodo alfrediano provengono la traduzione della “Historia ecclesiastica gentis Anglorum” di Beda, dei “Dialogi di Gregorio Magno e della Cura Pastoralis”. Al X sec viene attribuita la traduzione di “De virtutibus et vitiis” di Alcuino. Oltre a documenti biblici, vi sono anche quelli medici, come ad esempio: - Il Læc(e)boc di Bald: forse il più antico testo medico in volgare dell’Europa centrosettentrionale, composto agli inizi del X sec. - Il Lacnunga, “Rimedi”: raccolta di ricette e trattamenti pseudo-medicali comprendente preghiere latine, formule liturgiche, esorcismi e perfino incantesimi. - La traduzione del “Herbarium Apuleii” e del “Ex herbis femmininis”. - La traduzione in tardo antico inglese del “Peri Didaxeon”, l’ultimo testo medico anglosassone. CAP. 4: LE LETTERATURE DI AREA SASSONE, BASSO FRANCONE E FRISONE ANTICHE L’area germanica continentale più settentrionale comprende 3 lingue: sassone, basso francone e frisone. ANTICO SASSONE è il dialetto attestato a partire dall’VIII sec e non intaccato dalla mutazione consonantica alto tedesca. La conoscenza del sassone deriva da pochi documenti come il “Canto di Ildebrando” nel quale troviamo alcuni sostantivi e l' “Indiculus superstitionum et paganiarum”, una raccolta in cui vengono identificate e condannate credenze superstiziose e pagane presenti tra i sassoni durante il periodo della loro sottomissione e conversione. Il primo grande componimento in versi sulla vita di Gesù Cristo appartiene proprio alla tradizione letteraria sassone: “Heliand” (= il Salvatore, Redentore): è il manoscritto più lungo a noi pervenuto in antico sassone; è un poema epico che parafrasa la Bibbia, di 5983 versi allitteranti (207 hanno allitterazione vocalica; 147 dei quali hanno 3 parole che iniziano con vocali diverse e 53 versi che iniziano con due vocali diverse). È privo della conclusione, della prima metà del IX sec, dedicato a Ludovico il Pio o al figlio Ludovico il Germanico. Formata da 2 prefazioni in prosa: Prefazione A e B. L’altra principale opera poetica sassone antica è la “Genesi”, una rielaborazione dal tono epico del primo libro incentrati sulla caduta degli angeli fino ad Adamo, su Caino e Abele e sulla distruzione di Sodoma. La Genesi sassone mostra un maggiore aderenza al testo biblico rispetto alla rielaborazione stilistica di quella anglosassone. BASSO FRANCONE comincia ad assumere una veste letteraria a partire dall’XI sec. Per via dello scarso materiale documentario locale conservato, non è possibile tracciare ipotesi ed esprimere relazioni e influenze culturali significative. Primi indizi di alfabetizzazione locale sono rappresentati da alcune glosse in un manoscritto delle “Historiarum adversos paganos” di Orosio. Il vero nucleo antico della documentazione è pertanto una copia tarda di glosse interlineari dei Salmi. FRISONE Consiste in un insieme di dialetti locali parlati nella regione orientale, occidentale nordica. Questa area linguistica, priva di una vera autorità centrale locale, giunse ad affermare nel XIII sec un modello scrittorio normativo sulla base del latino. La letteratura frisone antica consta prevalentemente di materiale giuridico e di leggende o cronache ad esso collegate, una delle quali risale al XIV sec: una cronaca in rima dal titolo “Come i Frisoni raggiunsero la libertà”, dedicata al ricordo delle lotte leggendarie contro i Franchi. CAPITOLO 5: LA TRADIZIONE LETTERARIA DELLA SCANDINAVIA MEDIOEVALE In Scandinavia, l’affermazione del Cristianesimo che ebbe luogo tra il X e il XII sec, causò la diffusione della scrittura latina e della letteratura europea, anche se il prestigio dell’oralità rimase molto elevato. Il genere più diffuso della cultura orale tradizionale, è le “Ballate popolari” ( soprattutto in Norvegia, Svezia, ma soprattutto in Danimarca. Nel XIII sec si assiste alla straordinaria fioritura letteraria, che conferisce all’Islanda un vero primato. La nuova letteratura norrena (antico islandese e antico norvegese) iniziò a manifestare una forte propensione verso una forma prosastica storio-grafica. L’interesse degli Islandesi in fatto di narrazione storica è testimoniato da opere norvegesi quali l’anonima “Historia Norwegiae”, la “Historia de Antiquitate Regum Norwagensium”, la “Ágrip af Nóregs konunga sögum” e i “Gesta danorum”. LE POESIE Il ricco patrimonio poetico islandese viene tradizionalmente diviso in 2 parti: - POESIA “EDDICA”: raccolta di poemi strofici, anonimi e allitteranti di tradizione germanica, tratti dal manoscritto medioevale islandese Codex Regius (del XIII sec), ribattezzata Edda poetica.