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Parafrasi Canto I Adone di G.B.Marino, Appunti di Letteratura Italiana

Parafrasi dell’ Adone canto I Dall’ Ottava I alla 363

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 12/03/2023

angylee
angylee 🇮🇹

4.4

(5)

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Parafrasi Canto I Adone di G.B.Marino e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! ADONE G.B. MARINO L’ Adone viene pubblicato nel 1623, ma egli ci stava lavorando già da 30 anni, probabilmente quando era a Napoli presso il principe di Consa : Matteo di Capua. INTENZIONI INIZIALI- inizialmente l’Adone era stato progettato come un poemetto, con poche ottave. Infatti, per comprendere la fase embrionale e compositiva dell’opera è utile leggere una lettera che Marino scrive a Castello in cui espone che il poema sarebbe stato diviso in 3 parti- INNAMORAMENTO, AMORE E MORTE. OPERA FINALE- Alla fine, l’opera, probabilmente, essendo frutto del lungo lavoro di Marino diventa un poema composto da 40.000 versi, 5.000 ottave e diviso in 20 canti. (il poema più lungo della letteratura italiana) MA PERCHÉ QUESTO SCONVOLGIMENTO? Probabilmente l’esperienza francese presso la corte di Maria de medici e poi del figlio Luigi XIII, lo resero più libero, forse si respirava un clima di novità che gli permette di modificare il disegno iniziale dell’opera, muovendosi sulla matrice Ovidiana e lucreziana. L’ADONE PUÒ ESSERE DEFINITO UN POEMA DI PACE, CHE NON PROCEDE SULLA FALSA RIGA DEL CLASSICO POEMA EPICO CHE VEDE IL CONTRAPPORSI DELLA GUERRA E DEL SANGUE. QUESTO IDEALE PACIFICO DELL’ADONE SI LEGGE ANCHE NELLA DESCRIZIONE DEL PERSONAGGIO- ADONE È L’IDEALE DELL’ANTI EROE, DAI TRATTI QUASI FEMMINILI, EGLI CI È DESCRITO QUASI IN UN BELLEZZA ASTRATTA- descrizione minuziosa dei dettagli amorosi- È come se quest’opera avesse un carattere enciclopedico, in quanto a partire dal mito di Venere e di Adone, Marino ci offre tutta la sua conoscenza. Alcuni studiosi giudicano il poema mariniano un poema che alterna versi sacri e profani, di certo non è un’opera filocattolica- ex. Marino ci descrive il sangue che esce dal costato di Adone quando viene scacciato dal cinghiale – CONFRONTO PAGANO con CRISTO TRAMA DELL’ADONE Pur essendo un poema epico, nell’Adone la mitologia è il fulcro, contrapponendosi alla materia storica del poema epico. L’Adone, infatti, narra la storia d’amore che lega la dea Venere con il giovane e bellissimo pastore Adone. Questa storia era già stata raccontata da Ovidio nel X LIBRO DELLE METAMORFOSI , tuttavia Ovidio riduce tale mito a circa 10, invece, Marino la prolunga in 40.000 versi. Adone sbarca a Cipro, incontra e si innamora di Venere (I-III ) Adone e Venere attraversano il giardino dei sensi e consumano la loro unione nel canto VIII si legge infatti il titolo I trastulli (IV-VIII) Adone e Venere si uniscono in matrimonio e visitano dall’altro le meraviglie del mondo. (IX-XI) Il loro amore viene interrotto dal dio Marte e così iniziano una serie di peripezie e magie che colpiscono gli amanti: Adone è trasformato in un pappagallo, poi viene offeso dai ladroni e quando finalmente viene eletto re di Cipro in quanto è nominato per aver vinto il concorso di bellezza. (XII- XVI) Venere si allontana da Cipro e nel 18 canto Adone viene ucciso da un cinghiale. Il poema si chiude con gli onori funebri che Venere gli dedica. PARAFRASI DISCORSIVA (1-4) INVOCAZIONE A VENERE ed AMORE descritta come l’unica capace di portare ad uno stato di pace. Marino chiede a Venere di essere la sua musa d’ispirazione per ’n'opera che possa perdurare nel tempo. Ad Amore chiede che il suo cuore sia infiammato ed illuminato il suo ingegno ma calva sulla tempia (allegoria della Fortuna), in mano aveva un corno.. ora seduta ora in piedi e soprattutto cieca. Allora, si rivolge ad Adone che decide di seguirla… in quanto questa le aveva promesso di arrivare brevemente alla cima della ruota e al trono da cui era stato spodestato.. ma soprattutto si svincola dal pregiudizio che la considera instabile e avversa agli uomini.. in realtà senza di lei non si può far nulla.. allora Adone prende la treccia e la segue.. ed ecco che la barca fatta con il pino non riuscì a reggere la tempesta causata da Amore e nelle ottave successive sarà chiarito come (59-87) AMORE SI RECA DA VULCANO PER FARSI DARE UN DARDO CAPACE DI COLPIRE VENERE L’unico responsabile di questa tempesta fu proprio Amore, che appena vide la barca con sopra Adone, si prepara ad escogitare il piano e pronto a tribulare la madre si reca a Lenno dal padre Vulcano. Infatti, per colpire la madre aveva bisogno di frecce speciali, forgiate da Vulcano. Così entra nella fabbrica del dio artigiano dove si possono notare opere complete, incomplete.. DESCRIZIONE DI VULCANO- tutto sudicio di lavoro, che culmina appena vede arrivare il piccolo Amore, è così entusiasta di vederlo che lo afferra tra le braccia e lo stringe forte, ma Amore, a causa della sporcizia.. lo allontana. Il suo obiettivo è quello di passare ai fatti: bisogna che Vulcano gli costruisca uno strale, in questo modo si sarebbe vendicato anche per il padre. Inoltre, chiede a Vulcano di essere scrupoloso nel lavoro, in quanto questa freccia avrebbe dovuto colpire Venere nelle vene.. Amore assisterà al lavoro e sarà suo aiutante, talvolta anche maestro: spargerò sul dardo anche le lacrime degli amanti da questa ampolla. In tutto ciò contribuiscono anche i Ciclopi. Poi si passa dal progetto all’azione. Tuttavia nel frattempo, Amore inizia a vagare per la casa del Padre, iniziando a schernire i Ciclopi e mettere in scompiglio tutti gli attrezzi. Si vanta di essere più forte degli stessi Ciclopi e la sua insolenza è così audace che inizia a schernire anche Giove. Quando trova lo scudo di Marte, lo colpisce con la freccia fatta realizzare da Vulcano. Alla fine il dio Arciere (Vulcano) lo guarda sorridendo di quelle marachelle.. infatti era già pronto a far trasformare quelle risate in lacrime. Dopo aver ottenuto ciò che voleva, Amore va da Nettuno. (88-132) AMORE RICHIEDE A NETTUNO UNA TEMPESTA CHE POSSA TRAGHETTARE ADONE NELL’ISOLA DI CIPRO. Inizia la descrizione della reggia di cristallo in cui abita Nettuno. Si riscontra una descrizione icastica delle onde del mare, anche queste diventano luogo in cui incutere paura per amore che lancia fiamme e ferite ai pesci. La casa di Nettuno ha una forma e una decorazione molto strana: le pareti sono di pomice, il pavimento di spugna e le mura sono decorate da conchiglie mentre la porta è d’argento. Nell’atrio, si trova la casa di Teti che ha una servitù di Nereidi: ognuna di queste era intenta in un’opera diversa alla vista di Amore. Vede Proteo che nutre un insieme di foche. Amore è stupito, osservando da tutti i lati i fiumi che si immettono nel mare. Vede in modo particolare l’Eufrate, la foce del Nilo ed il Gange ed anche il Nilo. Passa poi in rassegna dei fiumi di fama minori, in modo particolare del fiume Sebeto (zona di Ponticelli). Amore si incammina nella gelida caverna dove vive Nettuno, considerato il monarca del mare. Ecco che Amore inizia a chiedere il suo aiuto, in una missione che gli era stata consegnata e che per essere superata aveva bisogno dell’aiuto di Nettuno: inventa che Adone è stato destinato dal cielo ad Adone per produrre un frutto di così tanta bellezza.. e cosa deve fare Nettuno? Generare una tempesta per facilitare la missione di Amore. Ed in cambio cosa avrebbe ottenuto Nettuno? L’amore di Beroe (nata dall’amore di Venere ed Adone). Nettuno accetta subito, paragonando i fiumi in suo possesso alle anime di Amore. Così con la sua asta a 3 punte spacca il mare .. descrizione della tempesta apocalittica . * ritorno ad Adone .. il quale a causa del suo furor giovanile fu costretto ad affrontare questa tempesta, lontano dalla sua patria e incapace di navigare, si ritrovò da solo in bàlia del caso, abbandonato dalla fortuna. Ma ecco che giunge sulla terra, in Oriente (terra cara a Venere). Così Adone scende dalla barchetta e si sente, seppur stordito, molto sicuro, infatti la descrizione di questo luogo è molto idillica .. tutto incorniciato dalla pace. (133-161) ADONE INCONTRA CLIZIO A CIPRO Camminando, Adone incontra un giovane nel fiore della giovinezza dal lauto aspetto con una fascia verde, l’erbueo corno ed un abito a macchie bianche e nere che con la sua parsimonia riesce anche a sventare la furia del cane. Lui è Clizio, un pastore, a cui racconterà le sue sventure. Il pastore gli confessa che non è un caso che sia giunto proprio a Cipro, qui troverà la tranquillità che gli spetta. Così il pastore gli illustra il luogo dove si è ritrovato: questa è un’isola Cipro (sede di AmORE). Poi, gli dice che egli si trova lì per SCELTA e non per caso, è un pastore che è stato scelto dalla madre di Amore ossia Venere come guardiano del loro giardino a cui nessuno vi può accedere, previo il consenso di Venere e di Diana. Inizia così una lode molto accurata della vita bucolica, dove non si lode Giove ma la zappa di Cerere, dove l’unica cosa che sporca il terreno è il vino, dove non esistono gerarchie, dove il bastone si predilige allo scettro, dove il cibo non è raffinato ma tutti si accontentano. In questo luogo ameno, Clizio si è innamorato della bella Filli, tuttavia le lance lan ciate da amore sono dolci e leggiadre. (162-170) CLIZIA OFFRE UN CIBO MAGICO AD ADONE: PROFEZIA DEL REGNO DI CIPRO Una volta che Clizio finì di parlare si fece portare una grande quantità di cibo da rozzi valletti, imbandendo la tavola, prende dal giardino del Piacere la mela e produce vino, così si innamora ma non si sa l’oggetto del suo amore. Mentre continuano a mangiare, Clizio offrì ospitalità in questa amena campagna, e Adone si abbandona a ciò che ha voluto il fato.