Scarica Parafrasi il mattino di parini e più Prove d'esame in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! IL MATTINO 1. Il Mattino si alza in compagnia dell’alba 2. Incontro al sole mattutino che più tardi appare grande 3. All’orizzonte più lontano per rendere felici 4. Gli animali, le piante, i campi e i corsi d’acqua. 5. Quando sorge il Mattino l’onesto contadino si alza dal caro 6. Letto che la moglie fedele e i suoi figli 7. Più piccoli intiepidirono di notte: 8. Poi portando sulla schiena gli arnesi agricoli 9. Che per la prima volta furono inventati da Cerere e Pale 10. Va verso il campo con i buoi lenti, e scuote, 11. Passando lungo il piccolo sentiero dai rami ricurvi, 12. La fresca rugiada che come una gemma 13. Rifrange i raggi del sole nascente. 14. Allora si alza il fabbro, e la risonante 15. Bottega riapre, e torna ai lavori 16. Non terminati il giorno prima; o se per mezzo di una chiave 17. Di complicata struttura o di congegni metallici 18. Renda sicuri gli scrigni del ricco timoroso; o se d’argento 19. E d’oro vuole incidere gioielli e vasi 20. Per l’ornamento a una sposa o a un banchetto. 21. Ma che? Tu inorridisci, e mostri sul capo, 22. Quale istrice dagli aculei pungenti, i capelli irti 23. Al suono delle mie parole? Ah non è di questa specie 24. Il tuo mattino, Signore. Tu al tramonto 25. Non sedesti ad una tavola frugale, e alla luce 26. Del crepuscolo incerto non sei andato 27. Ieri a riposarti su un letto scomodo, 28. Come è costretto a fare il popolino. 29. A voi, discendenti degli dei, a voi assemblea 30. Colma di semidei terreni altro vi concesse 31. Il benigno Giove: e con stile e argomenti diversi 32. Per una strada differente mi conviene guidarvi. 33. Tu tra le conversazioni fino a tarda notte e i teatri lirici 34. E l’appassionante gioco molto di più 35. Protraesti la notte: e stanco infine 36. Nel cocchio d’oro, con le calde 37. E precipitose ruote e con il calpestio 38. Dei cavalli veloci da lontano turbasti 39. La quieta atmosfera notturna; e le tenebre 40. Per mezzo delle fiaccole levate in alto furono aperte intorno 41. Come quando la Sicilia 42. Da un mare all’altro fece rimbombare 43. Plutone con il suo carro davanti al quale splendevano 44. Le fiaccole delle Furie con serpenti al posto dei capelli. 45. Così ritornasti ai grandi palazzi: e qui 46. Faticose occupazioni ti porgeva la mensa 47. Che era ricoperta da cibi stuzzicanti 48. E vini che riempiono dall’allegria dei colli francesi 49. O della Spagna o della Toscana o l’Ungherese 50. Bottiglia a cui Bacco concedette la corona 51. Fatta di edera verde, e disse: <<siedi ora 52. Regina delle mense>>. Infine il dio del sonno 53. Ti rassettò i morbidi materassi 54. Con le sue stesse mani, dove dopo che fosti sistemato il fidato 55. Servo calò i drappeggi di seta 56. E a te dolcemente chiuse gli occhi 57. Il gallo che è solito aprire quelli degli altri. 58. Perciò è giusto che Morfeo non liberi 59. Le tue stanche membra dal profondo torpore 60. Che le avvince prima che il giorno ormai avanzato 61. Tenti di penetrare tra gli spiragli 62. Delle imposte dorate; ed è giusto che i raggi 63. Colpiscano appena la parete da qualche parte 64. Del sole che alto ti pende sopra la testa. 65. Ora qui devono cominciare le occupazioni 66. Della tua giornata: e quindi io devo 67. Salpare con la mia nave, e con i miei precetti 68. Educarti col canto all’alte imprese. 69. Già i valletti premurosi hanno udito lo squillo 70. Vicino del campanello a cui da lontano 71. La tua mano destra impresse il movimento; 72. E corsero prontamente a spalancare le imposte 73. Che proteggono dalla luce; e scrupolosamente badarono 74. Che Febo, cioè il sole, non osasse procurarti fastidio 75. Entrando direttamente negli occhi. 76. Solleva dunque il bel fianco, e così appoggiati 77. Ai cuscini i quali degradando dolcemente 78. Ti fanno da molle sostegno alle spalle; 79. E con l’indice destro lieve lieve 80. Scorri sopra gli occhi, e togli da lì 81. Quello che rimane del sonno dei Cimmeri; 82. Poi marcando appena le labbra 83. Dolce a vedersi, silenziosamente sbadiglia. 84. Ahi se in un così grazioso atto ti vedesse 85. Il rozzo capitano mentre durante la battaglia 86. Aprendo sgangheratamente la bocca innalza un grido 87. Laceratore di orecchie ben abituate, 88. Se ti vedesse ancora egli, certamente, vergogna 89. Avrebbe di sé più che Minerva il giorno 90. In cui suonando il flauto alla fonte vide 91. Il brutto spettacolo delle sue gote rigonfie. 92. Ma il valletto, dai capelli ben pettinati, 93. Ecco si inoltra; e con accenti sommessi 94. Chiede quale più tra le bevande abituali oggi 95. Ti piaccia bere in questa tazza. 96. Le tazze e le bevande sono prodotti orientali: 97. Scegli quella che desideri di più. Se oggi ti piace 98. Porgere dolci allo stomaco bevande calde 99. Così che in giusta misura il naturale calore 100.Arda nello stomaco regolato, e faciliti la digestione, 101.Tu scegli la cioccolata, di cui tributo 102.Ti fanno gli abitanti del Guatemala e dei Caraibi 103.Che hanno il crine avvolto di penne barbare: 104.Ma se sei oppresso da fastidiosa depressione, 105.O se intorno alle tue divine membra troppo 106.Cresce il grasso, dalle tue labbra apprezza 107.Il caffè divino come il nettare, dove abbrustolito 108.Brucia e fuma il seme giunto fino a te da Aleppo 109.E da Moca che di mille navi 110.Popolata in continuazione si arricchisce. 111.Fu necessario che dai suoi primitivi confini 112.Uscisse la Spagna, e con le ardite barche 226.Or dunque voi, che siete incontaminati, 227.Al mio divino Achille, al Rinaldo 228.Preparate l’armi. Ed ecco in un attimo 229.I damigelli stanno pronti ai tuoi cenni. 230.Già ferve tanto lavoro: qualcuno ti mette 231.La veste da camera con ornamenti 232.Di tipo cinese; qualcun altro, se lo richiede 233.La stagione, ti copre le membra 234.Fino ai piedi di calde pelli; 235.Un altro ti cinge al fianco la bianca salvietta 236.Che stesa poi cade e ripara 237.I calzoncini; un altro, dall’alto curvandosi, 238.Con il becco della brocca cristallina 239.Ti versa essenze profumate, e dalle mani 240.In un terso bacino le accoglie sotto; 241.Uno il sapone di muschio profumato 242. Che profuma tutt’intorno ti porge e un altro ancora ti porge 243.Il macinato del frutto di quell’albero (mandorlo) 244.Che a Rodope fu già una bella donzella 245.E piange sotto le mutate spoglie 246.Demofoonte, ancora Demofoonte; 247.Uno ti dà una spugna intrisa di soavi profumi 248.Con cui lavare i denti; e un altro si appresta 249.Ad incipriarti le guance di belletto. 250.Assai o Signore hai pensato a te stesso, ora volgi 251.Il tuo intelletto per un poco ad altri obiettivi 252.Non meno degni di te. Sai quale compagna 253.Con cui dividere i dolori e le glorie 254.Dell’illustre giornata, il Cielo riserva 255.Al giovane Signore? Impallidisci? 256.Non parlo di matrimonio. Sarei antiquato e superato 257.Dottore, se ti dessi così folle 258.Consiglio. Di tante alte doti 259.Non abbellisci già lo spirito e le membra, 260.Così che in mezzo alla fulgida carriera 261.Tu il tuo corso interrompa e uscendo fuori 262.Da questo mondo definito “bel mondo” 263.Trai severi padri di famiglia 264.Relegato tu possa giacere, legato ai nodi, 265.Di giorno in giorno sempre più noiosi, e possa diventare 266.Ignobile fabbro della razza umana. 267.Dall’altra parte il marito, ahi, quanto si dispera 268.E prova nausea verso i fini 269.Abitanti del vostro bel mondo, 270.Quando dei nostri semplici antenati 271.Osa portare in ridente trionfo 272.La fede dei rimbambiti avi e il pudore, 273.Nomi severi! E certamente in modo forzato non vuole 274.Suscitare ira negli animi sensibili e delicati, 275.Quando ricorda a qualcuno gli atteggiamenti del fattore, 276.Le vendemmie, i raccolti, gli insegnanti 277.Di quei bambini suoi così dolci, 278.Con ottusa soddisfazione, e non si vergogna 279.Di confondere queste favole con argomenti 280.Singolari, con neologismi e nuove costruzioni, 281.Con concetti liberi da vincoli naturali, con cui viene 282.Ravvivato il parlare sublime dei bei spiriti! 283.Tu però non andrai senza compagna, 284.Perché tra le fedeli e giovani spose degli altri 285.Una te ne offre l’inviolabile rito 286.Del bel mondo, del quale sei parte così cara. 287.Ci fu un tempo in cui il fanciullo Amore 288.Era dato in custodia a suo fratello Imene, 289.Perché Venere temeva che Amore, cieca e incauta 290.Divinità, fuggisse, misero e solo, per vie 291.Ambigue, correndo rischi; 292.E che, bersaglio a colpi indistinti, 293.Arciere senza guida e senza freno, 294.Si estinguesse l’immaturo genere 295.Umano, che è nato per dominare la terra. 296.Quindi il figlio, esposto ai rischi, 297.Lo aveva dato in cura all’altro, dicendo così: 298.<<Andate insieme, tu più forte 299.scocca il dardo, e tu guidalo 300.all’obbiettivo giusto>>. Così ogni momento 301.La dolce coppia andava insieme e in un sol luogo 302.Stringevano le anime in un solo nodo. 303.Allora avvenne che il sole non vedeva mai sempre uniti 304.Un pastore ed una pastorella, 305.Mentre se ne stavano su un prato, nella selva, sul colle, al fiume 306.E la luna, sorella del sole, poi li vedeva 307.Ancora uniti nel letto beato, 308.Che entrambe le amiche divinità a piene mani 309.Spargevano di gigli e di rose a gara. 310.Ma che cosa non può accadere negli animi divini 311.Se si accende il desiderio di dominio? 312.Crebbero ad Amore le ali, crebbe il desiderio, 313.Poi, sempre più baldo e fiero, Amore 314.Si affidò a strade maggiori e, alla fine sicuro, 315.Insuperbì, e crollando il grande arco 316.E scuotendo il capo, fece risuonare, con quel movimento, 317.Le frecce, che dietro gli riempiono 318.La faretra, e allora gridò: <<voglio regnare solo io!>> 319.Disse, e rivoltosi alla madre aggiunse: <<Amore dunque 320.È il più forte degli dei, il primo 321.Figlio di Venere a ricevere le leggi, 322.e allora dal fratello minore dovrebbe ricevere le leggi 323. Come un misero allievo, anzi come un servo? Ora dunque Amore 324.Non avrà che una sola volta per 325.Colpire l’anima, come questa renittente 326.A me chiede? E non potrò più stringere 327.Un laccio amoroso e scioglierlo a mio piacimento 328.E, se mi fa piacere, stringerne 329.ancora un altro? E lascerò che egli pure 330.Imbratti con i suoi unguenti i miei dardi e le mie frecce, 331. Perché meno velenosi e meno crudeli 332.scendano di più al cuore? Dai, perché 333.non togli dalle mie mani quest’arco e queste 334.armi dalle mie spalle e nudo lasci 335.Cupido, quasi come un rifiuto degli dei? 336.Oh, il bel vivere che fai quando 337. Regni solo al mio posto! Oh, come è bello vederti tranquillo! 338.Come è bello studiarti mentre togli dai languidi corpi 339.La stanchezza ed il fastidio e spandi freddo 340.Anziché calore! Ora, madre, cerca di capirmi: 341.Voglio e desidero regnare solo. Come preferisci 342.Dividi tu l’impero, affinchè io con te 343.Possa stare in pace, e in compagnia di Imene 344.Non mi vedano più le genti umane>> 345.Amore qui stette in silenzio e con atto minaccioso 346.Sembrava aspettare una risposta da Venere. 347.Lei tenta di calmarlo, sia con pianti, sia con preghiere 348. Che sparge, ma inutilmente; finché si voltò ai due figli dicendo 349.Così, per porre fine al problema: 350.<<Poiché tra voi due sembra non poter essere pace 351.Vengano divisi i regni, e perché possiate 352.Essere separati in qualsiasi momento 353.Siano diversi sia lo scopo che il tempo. 354.Tu che, fiero delle tue frecce, non sai regolarti 355.Ferisci pure i corpi e governa tutto il giorno, 356.E tu che di placidi fiori hai una corona, 357.Accoppia i corpi e con la fiaccola accesa 358.Regna la notte. Ora quindi, nobile Signore 359.Venne il rito gentile che agli sposi 360.Concede le caste membra delle spose; 361.E a voi, gente beata e del mondo nobile, 362.Il cuore destina il dominio 363.Del grande giorno.