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Parte teorica (NT) più richiesta all'esame di Metodologie prof Cantù VOTO 28, Appunti di Contabilità Aziendale

Questo documento contiene le nozioni più importanti e chieste nella parte teorica dell'esame di Metodologie determinazioni quantitative d'azienda con la prof Elena Cantù anno 2021/2022 (Università Cattolica Milano). VOTO 28 (Esame completo).

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 19/09/2022

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Scarica Parte teorica (NT) più richiesta all'esame di Metodologie prof Cantù VOTO 28 e più Appunti in PDF di Contabilità Aziendale solo su Docsity! NT 4 Principi  Prudenza Secondo il principio di prudenza si devono iscrivere in bilancio tutte le perdite anche solo presunte o probabili. Gli utili sono iscritti in bilancio solo se realizzati entro la chiusura dell'esercizio. Il principio di prudenza esprime l'atteggiamento che redattore del bilancio deve tenere nei confronti delle valutazioni senza però sconfinare in una riduzione del risultato di esercizio e dei valori patrimoniali. In presenza di un dubbio vieni iscritto il minor valore positivo per le attività e il maggior valore negativo per le passività. Le singole voci delle attività e passività sono valutate individualmente per evitare compensi tra perdite (che devono essere riconosciute) e profitti (che NON devono essere riconosciuti in quanto NON realizzati). L'imputazione dei rischi e delle perdite di competenza dell'esercizio rafforza il principio di prudenza. Possono verificarsi due tipi di fatti che avvengono tra la data di chiusura dell'esercizio e la data di redazione del bilancio da parte degli amministratori: - fatti che esistevano già alla data di riferimento del bilancio ma che si manifestano dopo la chiusura dell'esercizio e che richiedono modifiche ai valori delle attività e passività in bilancio. - fatti che si manifestano successivamente alla data di chiusura dell'esercizio che provocano riduzioni di valore che non devono essere imputate all'esercizio chiuso ma devono essere considerati di competenza dell'esercizio successivo.  Prospettiva di continuità Gli amministratori devono redigere il bilancio ipotizzando che la società continui ad operare nell’esercizio successivo. Nella fase di preparazione del bilancio gli amministratori devono valutare la capacità dell’impresa di continuare a costituire un complesso economico funzionante destinato alla produzione di reddito per un prevedibile arco temporale. Se l’ipotesi di continuazione è considerata fondata si attua una valutazione di funzionamento. In caso contrario una valutazione di liquidazione.  Prevalenza della sostanza dell’operazione o del contratto Nell'esposizione in bilancio bisogna privilegiare gli aspetti sostanziali piuttosto che quelli formali. Per ciascuna operazione o fatto aziendale è indispensabile conoscere la sostanza economica dello stesso qualunque sia la sua origine.  Competenza Il principio di competenza esprime il principio di base impiegato per assegnare il risultato economico all'esercizio cui si riferisce il bilancio. Secondo tale principio i costi ricavi sono imputati all'esercizio in cui possono essere ricondotte le operazioni di impiego dei fattori produttivi (costi) e operazioni di cessione dei beni e di produzione di servizi (ricavi). Nel corso dell'esercizio i fatti di gestione vengono rilevati nel momento in cui avviene la manifestazione numeraria. Per questo motivo in sede di chiusura è necessario effettuare alcune scritture di integrazione e rettifica in modo da assicurare l'applicazione del principio di competenza economica. È prevista un’eccezione per i LCO. I ricavi devono essere riconosciuti (di competenza) quando il processo di produzione dei beni servizi e stato completato oppure quando si è verificato il passaggio sostanziale del titolo di proprietà (trasferimento dei rischi e dei benefici). I costi devono essere correlati con i ricavi dell'esercizio, bisogna contrapporre ricavi dell'esercizio i relativi costi (certi o presunti). ES: si paga un premio annuo di assicurazione  Valutazione separata degli elementi eterogenei delle singole voci I beni eterogenei devono essere valutati separatamente per evitare compensazioni tra perdite presunte con utili presunti. Ad esempio, se in un magazzino sono presenti scarpe di marca (valutati al costo 100 con un prezzo di vendita presunto 120) e scarpe non di marca (valutate al costo 100 con un prezzo di vendita presunto 90) non è consentito valutare la rimanenza di scarpe a 200 (costo complessivo) ipotizzando che la vendita delle scarpe di marca (utile 20) compenserà le perdite presunte (10) derivanti dalla vendita delle scarpe non di marca.  Continuità dei criteri di valutazione I criteri di valutazione NON devono essere modificati da un esercizio all’altro in modo da consentire il confronto nel tempo con altre società. La NI deve motivare la deroga e l’influenza sulla rappresentazione della situazione patrimoniale, finanziaria e il risultato economico dell’esercizio.  Rilevanza Non bisogna rispettare gli obblighi di rilevazione, valutazione, presentazione e informativa quando la loro osservanza abbia effetti irrilevanti al fine di dare una rappresentazione veritiera e corretta. Un’informazione è considerata rilevante quando la sua omissione o errata indicazione potrebbe influenzare le decisioni prese dai destinatari primari. –> informazioni che hanno un effetto significativo e rilevante sul processo decisionale dei destinatari.  Comparabilità La comparabilità dei bilanci richiede il soddisfacimento di alcune condizioni: - La forma di presentazione deve essere costante –> il modo di esposizione delle voci deve essere uguale e confrontabile. - I criteri di valutazione adottati devono essere costanti e un eventuale cambiamento deve essere motivato nella nota integrativa. - I mutamenti strutturali (acquisizioni e fusioni) e gli eventi di natura straordinaria devono essere evidenziati. Devono essere inseriti descritti i rischi che presentano un impatto rilevante. I rischi esterni derivano da eventi esogeni all'azienda (competizione, contesto socio-economico, geo-politico, normativo ed eventi naturali). I rischi interni sono collegati alle azioni poste in essere dall'azienda per il perseguimento dei propri obiettivi (strategie aziendali modelli organizzativi). Si distinguono due tipologie di informazioni sulla gestione dei rischi finanziari: - Informazioni qualitative = volte descrivere gli obiettivi della direzione aziendale e politiche i criteri utilizzati per fronteggiare i rischi finanziari. - Informazioni quantitative = volta a fornire indicazioni riguardo alla dimensione dell'esposizione rischi finanziari da parte della società. NT 11 Rendiconto finanziario  Definizione Il rendiconto finanziario rappresenta l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide e i flussi finanziari dell’esercizio derivanti dall’attività operativa, di investimento e di finanziamento. Presenta le cause di variazioni, positive o negative, delle disponibilità liquide avvenute in un determinato esercizio. Contiene Informazioni di natura finanziaria non ottenibili dallo SP in quanto NON mostra chiaramente le cause di variazione delle disponibilità liquide. Il RF fornisce informazioni utili per valutare la dinamica finanziaria della società. i flussi finanziari presentati nel RF derivano dalle attività operativa, di investimento e di finanziamento. Flussi finanziari = cause della variazione dell'ammontare delle disponibilità liquide avvenuta in un esercizio.  Attività operativa = Rappresenta le operazioni connesse all'acquisizione, produzione e distribuzione di beni e alla fornitura di servizi. È composta da operazioni che si concretizzano in ricavi e in costi necessari per produrre tali ricavi. Le operazioni dell’attività operativa rappresentano le fonti di autofinanziamento –> liquidità necessaria per finanziare la gestione futura. Consente di comprendere come l’andamento economico della gestione si ripercuota sulla dinamica finanziaria dell’impresa. Il flusso finanziario derivante dall’AO può essere determinato con: - Metodo diretto = presentando i flussi finanziari positive e negativi derivanti dalle singole componenti di reddito. - Metodo indiretto = il flusso finanziario è determinato dall’utile/perdita dell’esercizio o utile/perdita prima delle imposte.  Attività di investimento = comprende le operazioni di acquisto e di vendita delle immobilizzazioni materiali immateriali e finanziarie e delle attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni.  Attività di finanziamento = comprende le operazioni di ottenimento e restituzione delle disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o di debito. L’informazione sui flussi fin è utile per gli utilizzatori del bilancio per accertare la capacità dell’impresa di produrre disponibilità liquide o mezzi equivalenti. Una singola operazione può comprendere flussi finanziari diversamente classificati. NT 12 Imm materiali  Definizione Sono fattori di produzione di uso durevole, la cui utilizzazione si estende oltre l’esercizio. Si tratta di beni fisicamente individuabili che NON esauriscono la loro utilità in un unico periodo ma manifestano benefici economici in più esercizi. Le immobilizzazioni materiali non hanno né destinazione commerciale né sono destinate alla trasformazione, sono beni a realizzo di funzionamento.  Rispetto dei principi di redazione del bilancio  Criteri per l’iscrizione Le immobilizzazioni materiali sono rilevate inizialmente alla data in cui avviene il passaggio sostanziale del titolo di proprietà (trasferimento dei rischi e benefici).  Prima iscrizione Le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o di produzione. Il costo d’acquisto è l’importo monetario o il presumibile valore di mercato per acquisire un bene. CA = Prezzo d’acquisto + costi accessori (necessari affinché l’immobilizzazione possa essere utilizzata) + eventuali oneri finanziari. Il costo di produzione include costi direttamente imputabili alla produzione (MP, manodopera), costi indiretti (spese di manutenzione) ed eventuali oneri finanziari. NON sono inclusi costi amministrativi, generali e i costi commerciali. Sono capitalizzabili solo i costi che portano un incremento significativo e misurabile di capacità, produttività e sicurezza dei cespiti prolungandone la vita utile. Possono essere capitalizzati gli oneri finanziari se costituiscono costi di competenza e se gli interessi derivano da finanziamento ottenuto per l’acquisizione dell’immobilizzazione.  Criteri di valutazione: Ammortamento Il costo delle immobilizzazioni materiali e immateriali deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione alla residua possibilità di utilizzazione. Eventuali modifiche dei criteri di ammortamento devono essere motivate nella NI. La vita utile è il periodo in cui la società prevede di utilizzare l’imm. Può essere misurata in numero di unità di prodotto che si stima realizzare tramite l’uso del bene. L’ammortamento decorre dal momento in cui l’immobilizzazione è disponibile all’utilizzo o quando comincia a produrre benefici economici per l’impresa. Vita utile NON è costante (il piano di ammortamento deve essere annualmente rivisto) e dipende da: obsolescenza tecnologica, fattori ambientali e piani aziendali.  Criteri di valutazione: perdite durevoli di valore (danneggiamenti) Se alla data di chiusura delll’es, l’imm. risulti durevolmente di valore inferiore rispetto a quello stimato originariamente, deve essere iscritta a tal minor valore. Il valore d’iscrizione (al costo) non può eccedere il valore recuperabile (> tra fair value e valore d’uso). La svalutazione è la riduzione del valore di un’imm. Per adeguarla al suo valore recuperabile. Se il valore recuperabile è inferiore al suo valore contabile si rileva a tal minor valore –> la differenza è imputata a CE come perdita durevole di valore. Impairment test –> processo di verifica che evita che le attività siano iscritte a un valore superiore a quello recuperabile. Consente di verificare se l’attività abbia subito una riduzione durevole di valore confrontando il suo valore recuperabile con il suo valore contabile. L’impresa deve valutare l’esistenza di indicatori di possibili perdite durevoli di valore. Svalutazione può avere natura ordinaria o straordinaria –> B10 c “Altre svalutazioni delle imm”. Se vengono meno i motivi della svalutazione –> Ripristino di valore A5 “Altri ricavi e proventi”. Il valore originario deve essere ripristinato al netto degli ulteriori ammortamenti non calcolati per la precedente salutazione.  Valore recuperabile Definito come il maggiore tra fair value e valore d’uso:  Fair value = prezzo pattuito in un accordo vincolante dalla vendita in una libera transazione tra parti consapevoli (delle caratt. del bene) e disponibili (non costrette). Al FV sono sottratti i costi di vendita.  Valore d’uso = valore attuale dei flussi finanziari futuri che si prevede ottenere tramite l’uso dell’immobilizzazione lungo la sua vita utile. Questo richiede un processo di stima dei flussi finanziari futuri in entrata e in uscita derivanti dall’utilizzo dell’attività e dalla sua dismissione finale. Inoltre, bisogna applicare il tasso di attualizzazione a questi flussi. Il limite della rivalutazione di un’imm = valor recuperabile che NON può in nessun caso essere superato. AIII “Riserve di rivalutazione”  Manutenzione ordinaria e straordinaria  Ordinaria = manutenzioni, riparazioni (componenti neg) che vengono effettuate per mantenere un buon stato di funzionamento e per assicurarne la vita utile.  Straordinaria = miglioramenti (costi capitalizzabili) per aumentare la produttività e ne prolungano la vita utile  NI - Movimenti delle immobilizzazioni: costo, ammortamenti, rivalutazioni, svalutazioni, alienazioni, acquisizioni. - Misura e motivazioni delle riduzioni di valore applicate alle imm. materiali e immateriali, durata utile, valore di mercato evidenziando la loro influenza sui risultati economici dell’es. - Ammontare degli oneri finanziari - Importo complessivo degli impegni, garanzie e passività potenziali NT 14 Rimanenze  Beni NON fungibili I beni NON fungibili sono beni specifici, autonomamente identificabili per cui è facile attribuire un costo di acquisto specifico. Es beni NON fungibili sono le materie prime, sussidiarie, di consumo.  Beni fungibili I beni fungibili sono beni dotati di individualità e possono essere sostituiti con altri beni della stessa specie (sabbia, grano, farina). Il costo delle rimanenze finali dei beni fungibili dovrà essere confrontato con il valore desumibile dall’andamento del mercato. Tuttavia, bisogna ricorrere a metodologie convenzionali (al fine di calcolare il costo delle rimanenze finali di beni fungibili che dovrà poi essere confrontato con il VM): 1) Costo medio ponderato: considera i diversi acquisti o produzioni sviluppate «ponderandoli» con la quantità di ciascun acquisto o produzione. Il costo medio può essere ponderato: - Per Movimento (continuo) –> Costo medio calcolato subito dopo ogni singolo acquisto e le vendite o l’utilizzo nella produzione vengono scaricati con il costo medio calcolato dopo l’ultimo acquisto effettuato. Si calcola il CMP per ogni scarico: - Per Periodo (a scatti): alle quantità e ai costi in inventario all’inizio del periodo si aggiungono acquisti o la produzione di un periodo –> si determinano i nuovi costi medi ponderati. Si calcola il CMP alla fine (in totale) e non per ogni scarico: 2) LIFO: le quantità acquistante in tempi + VICINI siano le prime ad essere prelevate dal magazzino per essere vendute o utilizzate per la produzione. Quindi il valore utilizzato per la stima delle rimanenze si riferisce al costo dei beni formatisi in magazzino in tempo + LONTANO. Sottostima il valore delle rim finali –> Riserve LIFO  PUÒ essere: - Continuo: Logica LIFO applicata ad ogni singolo movimento. - A scatti: per ogni periodo si formano le fasce/classi LIFO. 3 situazioni: a) Se Rim finali < Rim iniziali –> valutazione fatta utilizzando i costi e le quantità delle singole classi LIFO + remote b) Se Rim finali > Rim iniziali –> valutazione fatta utilizzando il costo medio ponderato di periodo. c) Se Rim finali = Rim iniziali –> si mantiene la valutazione precedente. Il lifo contrappone i ricavi ai costi + recenti e le rimanenze risultano sottovalutate rispetto al metodo FIFO –> riserve LIFO Il fifo contrappone i ricavi ai costi + lontani –> profitti di magazzino ES LIFO CONTINUO: ES LIFO A SCATTI: 3) FIFO: i beni acquistanti o prodotti in tempi + LONTANI siano i primi ad essere prelevati dal magazzino per essere venduti o utilizzati per la produzione. Quindi le rimanenze sono valutate utilizzando i costi dei beni formatisi in magazzino in tempi + VICINI. 3) Capacità di adempiere del committente 4) Stima attendibile dei costi, ricavi e margine della commessa 5) Stima attendibile del SAL  Commesse in perdita Se costi totali stimati > ricavi totali stimati –> la perdita per il completamento della commessa deve essere rilevata a decremento dei LCO. La perdita NON può essere compensata con margini positivi previsti su altre commesse.  Classificazione in bilancio: - Corrispettivi acquisiti a titolo definitivo –> A1 “Ricavi delle vendite e delle prestazioni” - Variazioni dei LCO –> A3 “Variazioni dei LCO” - Costi di commessa –> B “Costi della produzione” NT 16 Partecipazioni  Definizione Le partecipazioni costituiscono diritti sul capitale posseduti da una società in altre imprese indipendentemente dalla forma giuridica. ES: partecipazioni, azioni, quote di società di capitali. Sono classificate secondo destinazione economica: - Imm. Finanziarie SPA BIII = investimenti di medio-lungo periodo. Sono destinate per scelta aziendale a una permanenza durevole nel portafoglio dell’azienda. Es: partecipazioni in imprese controllate e collegate. 1) Partecipazioni immobilizzate NON di controllo costituiscono un investimento duraturo ma non consentono di influire in alcun modo sulla gestione dell’impresa partecipata. 2) Partecipazioni immobilizzate in imprese controllate e collegate costituiscono un investimento duraturo e consentono di influire sulla gestione dell’impresa partecipata. - Attività finanziarie che non costituiscono imm. SPA CIII = investimenti di breve periodo. Si tratta di partecipazioni acquistate con finalità speculative e destinate a un rapido smobilizzo per cogliere opportunità di rendimenti a breve periodo.  Rispetto dei principi di redazione  Società controllate e collegate - Società controllate: 1) Società in cui un’altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria. 2) Società in un cui un’altra società dispone dei voti sufficienti per esercitare un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria. 3) Società sotto l’influenza dominante di un’altra società dovuta a particolari vincoli contrattuali.  Controllo di diritto corrisponde alla detenzione della maggioranza dei diritti di voto nell’assemblea della società partecipata. Il controllo di fatto quando l’influenza dominante è realizzata tramite contratti di fornitura o di approvvigionamento con la partecipata. - Società collegate = società in cui un’altra società esercita un’influenza notevole. Le società che controllano altre società sono tenute alla redazione del bilancio consolidato, riferito al bilancio della capogruppo (controllante) e delle società controllate da questa. La società controllata non può acquistare azioni o quote della società controllante se non nei limiti degli utili distribuibili o delle riserve disponibili dall’ultimo bilancio. L’acquisto deve essere autorizzato dall’assemblea. Occorre creare una riserva indisponibile pari all’importo delle azioni o quote della società controllante.  Criteri di valutazione (Partecipazioni NON imm.) Le rimanenze, i titoli e le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni sono iscritte al minore tra costo di acquisto o di produzione e Il valore di realizzazione desumibile dall'andamento di mercato. Se la partecipazione non immobilizzata ha la caratteristica della fungibilità e quindi può essere sostituita da beni della stessa specie, vi è la possibilità di determinare il costo di acquisto con i metodi LIFO, FIFO e costo medio ponderato.  Valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato: - Partecipazioni costituite da azioni per le quali esiste un mercato attivo: si fa riferimento alla quotazione formatasi alla data di chiusura dell'esercizio. - Partecipazioni NON costituite da azioni quotate: si fa riferimento al prezzo che l'impresa partecipante ritiene di poter ricavare dalla vendita in condizioni normali.  Criteri di valutazione (Partecipazioni imm.) Le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o di produzione. Se alla data di chiusura dell'esercizio, l'immobilizzazione risulti durevolmente di valore inferiore a quello determinato originariamente, deve essere iscritta a tal minor valore.  Principi contabili - OIC 21 = riguarda i criteri per la rilevazione, classificazione e valutazione delle partecipazioni quindi le informazioni da presentare nella nota integrativa. - OIC 17 = Riguarda le modalità di redazione del bilancio consolidato in particolare disciplina la valutazione delle partecipazioni con il metodo del patrimonio netto. OIC 21: valutazione partecipazioni immobilizzate non di controllo  Metodo del costo storico: La valutazione delle partecipazioni immobilizzate deve essere effettuata al costo storico che corrisponde al costo di acquisto + oneri accessori. Le partecipazioni immobilizzate di controllo e non di controllo non si ammortizzano.  Se vi è l'esistenza di perdite durevole di valore bisogna svalutare la partecipazione. Per procedere alla svalutazione bisogna prima accertarsi della permanenza temporale della causa che ha determinato la svalutazione e che questa causa non possa essere rimossa in tempi brevi.  Se vengono meno le cause che hanno determinato la svalutazione bisogna ricorrere al ripristino di valore.  Se nel corso dell'esercizio cambia la destinazione economica di una partecipazione immobilizzata non di controllo, destinandola alla vendita, la partecipazione deve essere rilevata al minor valore tra il costo di acquisto e il presunto valore di realizzo. OIC 21: valutazione partecipazioni immobilizzate di controllo  Le partecipazioni immobilizzate di controllo possono essere valutate al costo di acquisto oppure secondo il metodo del patrimonio netto.  In presenza di perdite durevoli di valore della partecipazione è necessario operare svalutazioni.  Se vengono meno le circostanze che hanno determinato la precedente svalutazione bisogna ricorrere a ripristino di valore. OIC 17  Metodo del patrimonio netto: quando la partecipazione è iscritta per la prima volta in base al metodo del patrimonio netto, se il costo di acquisto è superiore al valore del patrimonio netto la differenza deve essere ammortizzata. Successivamente bisogna sottrarre all’aumento/riduzione del PN la differenza ammortizzata. La differenza deve essere motivata in NI. Si avrà una rivalutazione se si è verificato un aumento del patrimonio netto, una svalutazione invece si si è verificato una riduzione del patrimonio netto. Il metodo del patrimonio netto rispetta il principio di competenza in quanto vi è una rivalutazione svalutazione sistematica del valore della partecipazione in funzione delle variazioni in aumento diminuzione del patrimonio netto della partecipata. È considerato il criterio di stima più corretto per le partecipazioni immobilizzate in società controllate collegate poiché il valore della partecipazione e periodicamente aggiornato in funzione dei risultati della partecipata.  2 Modalità di calcolo del PN: 1) Simple equity method = valori del PN corrispondono a quelli risultanti dal suo bilancio d’es. 2) Complex equity method: - Si prendono i valori contenuti nel bilancio di es della partecipata. - Si eliminano i dividendi - Si effettuano rettifiche previste per il bilancio consolidato Se il tasso di interesse effettivo è diverso dal tasso di interessi di mercato il tasso di interesse di mercato deve essere utilizzato per attualizzare i flussi finanziari futuri derivanti dal credito in modo da determinare il suo valore di iscrizione. 1) Determinare l’ammontare degli interessi calcolati con il criterio del tasso di interesse effettivo sul valore contabile del credito all’inizio dell’es. 2) Aggiungere l’ammontare degli interessi 3) Sottrarre gli incassi per interessi e capitale 4) Sottrarre le svalutazioni al valore presumibile di realizzo e le perdite su crediti I crediti devono essere iscritti secondo il valore presumibile di realizzazione e deve tenere conto delle perdite previste rettifiche sconti e buoni e altre cause di minor realizzo. Valore presumibile di realizzazione = valore del credito – costi per presunte perdite – oneri da sostenere per la realizzazione del credito La rettifica avviene tramite un fondo di svalutazione costituito a fronte di ipotesi di presunte insolvenze futuri da parte di clienti e consente di rilevare componenti economici negativi di competenza. Per stimare il fondo svalutazione crediti alla società deve valutare l'esistenza o meno degli indicatori che facciano ritenere che un credito abbia perso valore. ES: difficoltà finanziarie del debitore, fallimento del debitore. Determinazione della quota di svalutazione può avvenire con procedimento analitico (Analisi dei singoli crediti e determinazione delle perdite presunte) o sintetico (stima attraverso applicazioni di formule all'ammontare con riferimento alla % sulle vendite sui crediti). Se vengono meno le cause che hanno determinato la precedente svalutazione bisogna ricorrere al ripristino di valore del credito che non deve avere un valore superiore a quello che si sarebbe avuto se la svalutazione non fosse mai stata rilevata.  Classificazione in bilancio - SPA CII Crediti (di funzionamento) - SPA BIII Crediti di finanziamento - B10 “Ammortamenti e svalutazioni” - B14 “Oneri diversi di gestione” –> perdite realizzate su crediti - A5 “Altri ricavi e proventi” - C16 “Altri proventi finanziari” - D18 “Rivalutazioni” - D19 “Svalutazioni”  Norme fiscali Le svalutazioni sono deducibili in ciascun esercizio nel limite dello 0,5% del valore nominale o di acquisizione dei crediti. la deduzione non è più ammessa quando l'ammontare complessivo di svalutazioni e accantonamenti ha raggiunto il 5% del valore nominale o di acquisizione dei crediti a fine esercizio. sono deducibili le perdite su crediti se risultanti da elementi certi e precisi.  Debiti Il valore nominale di un debito è l'ammontare che occorre pagare al creditore per estinguere il debito. il tasso di interesse nominale e il tasso di interesse contrattuale che applicato il suo valore nominale consente di determinare i flussi finanziari costituiti da interessi passivi nominali lungo la durata del debito. l'attualizzazione è il processo che consente di determinare il valore ad oggi di flussi finanziari che saranno pagati in una o più date future.  Criteri di valutazione I debiti sono rilevati in base al principio di competenza quando il processo produttivo dei beni è stato completato e quando si è verificato il passaggio sostanziale del titolo di proprietà (trasferimento dei rischi e benefici). I debiti sono rilevati in bilancio e secondo il criterio del costo ammortizzato tenendo conto del fattore temporale. Il criterio del costo ammortizzato può NON essere applicato ai debiti se gli effetti sono irrilevanti (ES debiti a breve termine). Il valore di iscrizione iniziale è rappresentato dal valore nominale del debito al netto dei costi di transazione e di tutti i premi, gli sconti, gli abbuoni derivanti dalla transazione che ha generato il debito. Il tasso di interesse effettivo è il tasso di rendimento costante che rende uguale il valore attuale dei flussi finanziari futuri derivanti dal debito e il suo valore di rilevazione iniziale. La valutazione dei debiti deve tenere conto del fattore temporale quindi il tasso di interesse effettivo deve essere confrontato con i tassi di interesse di mercato. Se il tasso di interesse effettivo è diverso dal tasso di interesse di mercato il tasso di interesse di mercato deve essere utilizzato per attualizzare i flussi finanziari futuri derivanti dal debito in modo da determinare il valore iniziale di iscrizione. Alla chiusura dell'esercizio il valore dei debiti valutati al costo ammortizzato è pari al valore attuale dei flussi finanziari futuri scontati al tasso di interesse effettivo.  Classificazione in bilancio - SPP D “Debiti” - CE C17 “Interessi e altri oneri finanziari” - CE D18 “Rivalutazioni” - CE D19 “Svalutazioni” NT 18 Fondo rischi e oneri  Definizione Gli accantonamenti ai fondi sono destinati a coprire perdite o debiti aventi le seguenti caratteristiche: - Natura determinata - Esistenza certo o probabile - Ammontare o data di sopravvenienza indeterminati alla chiusura dell'esercizio Un fondo rischi e oneri NON puoi iscriversi in bilancio per coprire i rischi generici in quanto non sono corredati a perdite o debiti con natura determinata. 1) Si stanzia un costo per accantonamento sulla base di probabili oneri o perdite future 2) In contropartita si accende un fondo nel SPP 3) Il fondo potrà essere incrementato per far fronte a maggiori perdite temute o maggiori oneri 4) Nel momento in cui si verificherà l'evento temuto il fondo verrà utilizzato 5) Il fondo andrà stornato dalla contabilità se l'evento temuto non si verificherà originando un in sussistenza attiva che andrà iscritta in CE  Fondi oneri = rappresentano passività certe nella loro esistenza ma stimate nell'importo o nella data di estinzione. sono passività correlate a componenti negativi di reddito di competenza dell'esercizio MA che avranno manifestazione numerarie negli esercizi successivi. ES: fondi per garanzia prodotti, fondi manutenzione ciclica.  Fondi rischi = sono passività incerte connesse a rischi il cui verificarsi è probabile. Bisogna fare una stima realistica dell'onere necessario per soddisfarle. ES: fondi rischi per cause in corso, fondi rischi di eventuali contestazioni da parte di terzi, fondi rischi per garanzie prestate. Bisogna tenere conto dei rischi e delle perdite di competenza dell'esercizio anche se vengono conosciuti dopo la chiusura di questo. Gli accantonamenti per rischi e oneri sono destinati a coprire debiti e perdite di natura determinata ed esistenza certo o probabile che alla chiusura dell'esercizio sono indeterminati o l’ammontare o la data di sopravvenienza. Il fondo garanzia prodotti deriva da un vincolo contrattuale in cui l'azienda si impegna ad assistere il cliente gratuitamente per un determinato periodo di tempo. questo fondo è destinato a coprire le spese che si manifestano a seguito delle riparazioni sostituzioni nel periodo di garanzia su prodotti venduti. Fondi rischi per cause in corso possono sorgere la situazione in cui la società si trova coinvolta in qualità di soggetto passivo, in controversie giudiziarie. in caso di esito sfavorevole si dovranno sostenere dei costi per risarcimenti giudiziali. NT20 Bilancio consolidato Gruppo verticale per la presenza di una capogruppo che controlla direttamente o indirettamente una o + imprese attraverso il legame di partecipazione. La partecipazione può essere classificata secondo il grado di intensità o la forma assunta. In funzione al grado di intensità le partecipazioni sono distinte in: - Totalitarie (quota di possesso 100%) - Di maggioranza assoluta (quota di possesso superiore al 50%) - Di maggioranza relativa (quota di possesso inferiore al 50% ma sufficiente per esercitare un'influenza dominante in assemblea). - Di minoranza attraverso legami di collegamento In base alla forma le partecipazioni sono distinte in: - Dirette - Indirette - Incrociate - Reciproche Un'impresa che fa parte di un gruppo ha autonomia giuridica. Nei gruppi in cui l'autonomia gestionale è limitata i bilanci individuali potrebbero fornire una rappresentazione veritiera e corretta da un punto di vista formale e NON sostanziale. Il bilancio consolidato ha lo scopo di esprimere un giudizio sulle condizioni di equilibrio economico finanziario e patrimoniale di un gruppo di imprese considerato come un'unica entità economica. È ottenuto combinando insieme gli SP e i CE delle imprese di gruppo collegate e un adattamento dei valori patrimoniali e reddituali. Soggetti obbligate la redazione del bilancio consolidato: - Società di capitale che controllano altre società - Enti pubblici che svolgono un'attività commerciale e controllano almeno una società di capitale - Società cooperative e mutue assicuratrici che controllano almeno una società di capitale - Società quotate L'esonero dal bilancio consolidato è rivolto a società di persone, imprese individuali, associazioni, ecco imprese di piccole dimensioni e che presentano sub-holding. L'area di consolidamento è composta da tutte le aziende sottoposte al controllo della capogruppo, cioè al controllo sostanziale, indipendentemente del tipo di collegamento. Coincide con tutte le aziende sottoposte al controllo formale della capogruppo, cioè quelle in cui la capogruppo detiene una partecipazione di maggioranza. La metodologia di consolidamento consiste nell'integrare i bilanci delle singole aziende in modo da fornire la rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale finanziaria e reddituale del gruppo. Bisogna fare delle verifiche in modo da raggiungere l'uniformità al fine di favorire la chiarezza di bilancio. I bilanci delle società controllate devono essere omogenei in riferimento a: - Data di riferimento = Data di chiusura del bilancio individuale della controllante - Schemi di bilancio - Criteri di valutazione - Moneta di conto  Consolidamento integrale È il criterio attraverso il quale i bilanci delle aziende appartenenti all'area di consolidamento vengono sottoposti ad integrazione. In fase di consolidamento il valore contabile delle singole società controllate (Partecipazioni) deve essere sostituito dal totale delle attività e passività delle società controllate in modo da determinare la struttura patrimoniale finanziaria del gruppo, Indipendentemente dalla % di partecipazione. 2 Situazioni: 1) Se il valore della partecipazione è uguale alla frazione del patrimonio netto contabile della controllata NON emerge alcuna differenza contabile (P = PNc) 2) Se il valore della partecipazione differente dalla frazione del patrimonio netto della controllata: in questo caso vi è una differenza contabile che può essere positiva o negativa a seconda che il valore della partecipazione sia superiore o inferiore alla frazione del patrimonio netto contabile. (P > PNc o P < PNc) Differenza positiva (P > PNc) può derivare da: - Differente valore degli elementi patrimoniali - Esistenza di un valore di avviamento - Cattivo affare –> prezzo d’acq sfavorevole Differenza negativa (P < PNc) può derivare da: - Differente valore degli elementi patrimoniali - Esistenza di un valore di avviamento negativo - Buon affare –> prezzo d’acq favorevole