Scarica Storia di Piazza Armerina: dalla fondazione medievale alla libera università e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Piazza Armerina. Piazza Armerina è un comune italiano di 20 963 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Enna in Sicilia, ed è sede di vescovado con un'estesa diocesi. Il territorio di Piazza Armerina sorge su un'altura dei monti Erei meridionali, nella parte centro-orientale della Sicilia. Fino al 1927 era capoluogo di un esteso circondario e sede di sottoprefettura, quando non era ancora stata istituita la provincia di Enna. È un'antica città d'impianto medievale con un pregevole centro storico barocco e normanno. Sul suo territorio si trova la Villa romana del Casale con i suoi famosi mosaici. La città è incastonata tra fitti ed estesi boschi misti con predominanza di eucaliptus, che si estendono ai suoi piedi a nord come a sud. Il suo punto più alto è di 877 m sul livello del mare, mentre quello più basso si colloca a quota 225 m. La storia di Piazza Armerina ha inizio con la sua fondazione nel 1163, avvenuta da parte di Guglielmo II. Tuttavia la città voluta dal sovrano normanno sorgeva in sostituzione di un precedente villaggio distrutto dal predecessore Guglielmo I. Il più antico ritrovamento dell'uomo risale al Paleolitico Superiore, probabilmente all'Epigravettiano finale, riscontrato presso la contrada Ramata nei pressi della frazione di Pergusa ma ancora in territorio di Piazza Armerina. Una frequentazione neolitica è stata riscontrata sporadicamente nel territorio ma certamente è attestata presso la sommità del Monte Navone, nel quale gli scavatori rinvennero numerosi frammenti di ceramica impressa della facies di Stentinello. L'unica attestazione ben osservata e interpretata, per l'età dei metalli, è quella del villaggio capannicolo di Monte Manganello, dove l'uomo s'insediò a partire dalle prime fasi del Bronzo antico fino alle prime fasi del Bronzo medio, periodo nel quale in Sicilia si diffuse la cultura di Castelluccio. Nell'estate del 2000 la Soprintendenza BB.CC.AA. di Enna indagò il sito archeologico portando alla luce alcuni resti delle antiche capanne e numerosi frammenti ceramici. | frammenti ceramici, costituiti perlopiù da coppe su piede e tazze, sono in corso di restauro e a breve saranno esposti nel futuro Museo della Città e del Territorio sito all'interno del Palazzo Trigona. Dai ritrovamenti numismatici presenti sul Monte Navone non lontano dall'abitato si può presumere che qui esistesse un abitato di età greca, forse una sub-colonia di Gela e più precisamente la Hybla Geleatis di cui fa menzione Tucidide in seguito chiamata Stiela[10]. Sulla storia poi di Piazza dove è attualmente ubicata si sa con certezza solo dalla dominazione normanna in poi, in riferimento alla ricostruzione della città nel 1163 ad opera di Guglielmo II. Per il periodo precedente alla fondazione diverse sono le ipotesi. Alcuni autori del Seicento favoleggiarono di un villaggio chiamato Plutia di origine romana, ma nessuna fonte classica ha mai riportato tale località. Tuttavia secondo fonti musulmane riportate da Michele Amari nella sua Storia dei Musulmani di Sicilia, esisteva una città che gli arabofoni pronunciavano Iblétasa o Ibltana,[11] abitata da comunità islamiche, che dovette sorgere su un villaggio preesistente che le cronache medievali (come il Fazello) indicavano più tardi come Casalis Saracenorum. Tale villaggio potrebbe essere la Ibla Elatson o Ibla Elatton (Ibla minore) riportata da Idrisi[12] che corrisponderebbe alla Ibla Geleate (ibla Gelese) descritta da Tucidide (per Pausania Ibla Gereate, per Stefano Bizantino Ibla Era o Minore)[13]. La città islamica venne ribattezzata Placia o Platsa dai Normanni che la conquistarono e la affidarono agli Aleramici. Re Guglielmo | di Sicilia, per punirla della sua ribellione capeggiata da Ruggero Sclavo, figlio illegittimo dell'aleramico Simone, conte di Policastro, che in pratica aveva trucidato la popolazione araba, la fece incendiare e distruggere nel 1161/14]. Venne dunque ricostruita, nel 1163 più in alto da Guglielmo Il sul colle Armerino e ripopolata con genti