Scarica Povertà educativa minorile e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Diritto solo su Docsity! LA POVERTÀ EDUCATIVA COS’È La povertà educativa è definita dall’organizzazione come “la privazione da parte dei bambini e degli adolescenti della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni”. Questa deprivazione comporta un grosso limite allo sviluppo di competenze cognitive, relazionali e sociali, fondamentali per il benessere futuro, per il successo nel mondo del lavoro e per una partecipazione attiva nell’economia e nella società delle giovani generazioni. COME SI MISURA I principali fattori che influenzano la povertà educativa sono: • Diffusione delle famiglie povere (in particolare in povertà abitativa); • Livello di istruzione dei familiari dei ragazzi; • Impatto della presenza di tanti figli sullo svantaggio sociale; • Presenza di una comunità educante (servizi extra scolastici ed extra familiari). Da cui derivano: • Diffusione della banda larga; • Possesso di strumenti digitali per l’apprendimento, a casa e a scuola. IL DIVARIO TRA NORD E SUD CONTINUA… In Italia il 13.1% dei giovani ha abbandonato gli studi prematuramente, ma le più alte percentuali le troviamo al sud. INIZIATIVE PER COMBATTERE LA POVERTÀ EDUCATIVA Secondo Save the Children eliminare la povertà educativa e spezzare le catene della diseguaglianza tra minori sono obiettivi possibili. Per riuscirci, è fondamentale l’impegno e il coinvolgimento di fattori chiave quali istituzioni, associazioni, università, comunità locali e gli stessi ragazzi. Per dare avvio al processo, Save the Children ha individuato 3 obiettivi principali per eliminare la povertà educativa entro il 2030: 1.Apprendimento e sviluppo: tutti i minori devono poter apprendere, sperimentare, sviluppare capacità, talenti ed aspirazioni. 2. Offerta educativa: tutti i minori devono avere accesso a un’offerta educativa di qualità. 3. Eliminare la povertà minorile: eliminare la povertà minorile per favorire la crescita educativa, eliminando il tasso di povertà economica assoluta dei minori in ogni regione italiana. Gli obiettivi prefissati da Save the Children appaiono di gran lunga ambiziosi, se paragonati alle attuali performance, ma secondo l’organizzazione internazionale sono “obiettivi realistici” se si dispone di un intervento integrato tra i diversi livelli di responsabilità che si devono impegnare nel rafforzamento progressivo dell’investimento globale sull’infanzia e nella creazione di un pacchetto di misure che comprendono non soltanto la scuola e il welfare, ma anche le politiche urbane, l’ambiente, lo sport e la cultura. E’ necessario trasformare la scuola in una “comunità educante”, che si apra al territorio e che potenzi le competenze degli studenti con attività extra-curriculari e strumenti di didattica laboratoriale. Considerando, inoltre, l’ampio divario territoriale, è necessario focalizzare l’intervento nelle aree più deprivate, come il Mezzogiorno, le aree urbane degradate e i piccoli centri situati in territori isolati. Save the Children ha aperto, a partire dal lancio della campagna “Illuminiamo il Futuro” nel maggio 2014, 13 Punti Luce, centri ad alta densità educativa ubicati in territori particolarmente svantaggiati, privi di servizi e opportunità per i minori. Accanto a questa iniziativa di tipo comunitario-territoriale, l’organizzazione ha avviato un intervento di tipo individuale-personalizzato, fornendo una dote educativa (consistente in contributi per l’acquisto di libri e kit scolastici, strumenti musicali, per l’iscrizione a corsi sportivi, campi estivi, gite scolastiche…) a bambini e adolescenti che vivono in condizione certificate di povertà. Fino ad ora sono state erogate 300 doti educative in tutta Italia. Nella realizzazione di queste azioni, Save the Children lavora in sinergia con associazioni e cooperative locali in una rete territoriale a cui partecipano servizi sociali, istituzioni scolastiche, parrocchie ed enti locali in un’ottica di welfare plurale.