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Prodotti Cosmetici anno 2022, Appunti di cosmetologia

Prodotti Cosmetici, completi della parte strutturale della pelle, legislazione e haircare.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 07/02/2024

simo.18.0
simo.18.0 🇮🇹

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Scarica Prodotti Cosmetici anno 2022 e più Appunti in PDF di cosmetologia solo su Docsity! PRODOTTI COSMETICI “Da quando nasciamo, a quando moriamo, facciamo uso di un cosmetico: shampoo, dopobarba, crema solare, prodotto per le mani, profumo ecc.” LA CUTE La cute fa parte di tutto l’apparato tegumentario, costituito dalla pelle (cute), e da altri annessi cutanee di cui peli, ghiandole varie e unghie. Nell’adulto la pelle è un organo molto importante, avente una superficie di 1,80 metri quadrati, essendo così estesa, ha un contatto con tutto l’ambiente esterno. Il suo peso è il 16% di quello totale dell’organismo, il suo spessore è circa 2 mm, 3 mm nel palmo della mano e del piede, 4 mm nel cuoio capelluto, mentre il più sottile si trova nelle palpebre, proprio perché le palpebre si muovono molto, dunque non possono avere uno spessore elevato, altrimenti perderebbero la loro funzione, ma allo stesso tempo sono meno protette. La sua composizione chimica è circa la seguente: - Acqua 67-70%, per questo la pelle deve essere sempre idratata. - Protidi 24-26% - Lipidi 2-3% - Glucidi 0,3-0,5% - Sali minerali e enzimi in tracce FUNZIONI DELLA PELLE Attraverso la pelle l’organismo è in contatto con l’esterno mediante rapporti di tipo sensoriale e nello stesso tempo è protetto da variazioni di temperatura, traumi, eccessiva disidratazione ecc. adempiendo ad esso anche funzioni di respirazione e di escrezione.  PROTETTIVA  SENSORIALE  TERMOREGOLATORIA  METABOLICA  PRODUZIONE DI VITAMINA D FUNZIONE PROTETTIVA La pelle è un organo che agisce come una barriera a oppio senso: da un lao impedisce la perdita di fluidi corporei essenziali e di proteine, dall’altro assume la funzione di protezione.  PROTEZIONE MECCANICA: ogni qualvolta noi tocchiamo oggetti, ci muoviamo, creiamo dei movimenti e degli impatti on l’ambiente esterno che non devono provocare danni, per cui la pelle deve essere elastica, resistente, coesa.  PROTEZIONE VERSO AGENTI FISICI: noi ci dobbiamo riparare dall’esterno; quindi, c’è un impedimento di entrata dalle radiazioni e da una temperatura elevata.  PROTEZIONE CHIMICA: impedisce la penetrazione di sostanze esogene, come ad esempio ossigeno, agenti esterni, quindi ha una sua permeabilità selettiva.  PROTEZIONE BIOLOGICA: impedisce la contaminazione da batteri, virus e funghi, non sempre. Questo ovviamente vale se funziona bene e se è integra. È una protezione fornita, non solo per la sua struttura, ma anche perché sulla pelle abbiamo un pH che va 4,2-5,6 per cui acido, che impedisce la proliferazione batterica e micotica. Per cui sulla nostra pelle abbiamo solamente batteri saprofitici e miceti “buoni”, in equilibrio con i batteri “cattivi”, ma all’interno non penetra nulla. Questo anche perché tra l’epidermide e il derma, ci sono molti enzimi che sono in grado di distruggere tutte le molecole che sono entrate per sbaglio o ci sono azioni di risposta immunitaria che garantiscono che il nostro corpo è salvo da inquinamento e da contagio da batteri e miceti. FUNZIONE SENSORIALE La pelle è un organo che riceve degli stimoli tattili molto importanti, quali termici e dolorifici. Inoltre, consente la trasmissione di impulsi sensoriali al cervello, perché nel derma ci sono delle papille deputate a tutto ciò. Attraverso questa funzione, la pelle ci protegge da eventuali traumi che possono essere apportati, se il tatto non fosse così sviluppato. FUNZIONE TERMOREGOLATRICE Quando si è in giro, in diversi ambienti, si è a contatto con continui sbalzi termici. La regolazione della temperatura è molto importante, bisogna mantenere la temperatura fisiologica del corpo a 37 gradi. Per far questo, ci sono dei TERMORECETTORI, nel momento in cui, tocchiamo una superficie molto calda, immediatamente togliamo la mano, proprio perché percepiamo un pericolo. Nel momento in cui, si lascia la mano, su una superficie calda o fredda, immediatamente si scatena una risposta, quale può essere vasodilatazione (maggior calore) o vasocostrizione (minor calore). Ci sono anche le GHIANDOLE SUDORIPARE, che attraverso il sudore, fa sì che si rinfreschi la superficie esterna del corpo. Sul corpo, si crea un’atmosfera di umidità, che evaporando raffredda la superficie. L’IPODERMA, è la parte più sottostante della cute, che ha uno spessore variabile, in basa al grasso. Questo funge come una sorta di “cappottino”. Infatti, gli animali che vivono in ambienti estremamente freddi, hanno un ipoderma molto spesso. FUNZIONE DI PRODUZIONE DI VITAMINA D3 La pelle è una fonte di VITAMINA D3. Noi la prendiamo attraverso la dieta, attraverso medicine in età avanzata. La vitamina D3, parte dal 7- deidrocolesterolo, attraverso i raggi solari, si innesca una reazione di trasformazione di questa molecola in pre-vitamina D3, e poi in vitamina D3, che viene portata nel circolo ematico e va a svolgere le sue funzioni. FUNZIONE IMMUNOLOGICA La funzione immunologica ci aiuta a prevenire patologie interne, per cui infezioni virali, infezioni batteriche e infezioni micotiche. Questo è possibile, perché nella nostra pelle esistono cellule come le cellule Langherans, macrofagi e linfociti T, che aiutano ad impedire che all’interno dell’organismo possano penetrare agenti patogeni. La cheratina, rappresenta una sorta di impalcatura, che serve da sostegno e protezione dall’ambiente esterno. I cheratinociti, rappresentano circa il 90% delle cellule epidermiche. L’epidermide, non può essere considerato statico, ma in continua evoluzione. Le cellule più profonde, si trasformano e durante questa trasformazione, che è costantemente legata con quello che avviene in superficie, tali cellule si trasformano. CITOMORFOSI Nel nostro epidermide, i cheratinociti sono diversi. La loro diversità non solo fisica, ma anche da un punto di vista di metabolismo e funzionalità, fa sì che la diversificazione di queste cellule si può dividere in: - STRATO BASALE - STRTO SPINOSO - STRATO GRANULOSO - STRATO LUCIDO - STRATO CORNEO Il processo di citomorfosi è altamente organizzato, sia nello spazio che nel tempo e durante questo processo i cheratinociti subiscono enormi cambiamenti che riflettono le loro diverse caratteristiche funzionali. STRATO BASALE Lo strato basale, è costituito da un’unica fila di cellule, disposto a palizzata, quindi un monostrato cellulare. Le cellule di questo strato, hanno la funzione di riprodursi il più possibile. Sono circa di forma cilindrica, non sono differenziate, sono in alta mitosi e sono unite fra di loro con le cellule superiori attraverso i DESMOSOMI, ossia piccole giunzioni cellulari. Sono ancorate allo strato sottostante ossia il derma, ad altre strutture che si chiamano EMI-DESMOSOMI. Queste cellule, hanno un’elevata capacità proliferativa, devono subire delle divisioni abbastanza frequenti. In genere, ogni 19 giorni ci sono delle mitosi. Nel momento in cui una cellula si divide in due, una continuerà a stare nello strato basale, l’altra verrà spinta verso l’alto e subirà una trasformazione, che farà in modo che questa cellula diventerà una cellula dello strato spinoso. Cambierà immediatamente la sua forma e la sua funzione, poiché lo strato spinoso deve essere sempre più o meno costante, verranno spinte queste cellule verso l’esterno e le cellule più superficiali si trasformeranno diventando strato granuloso e così via, alla fine lo strato granuloso diventerà corneo, e queste cellule più superficiali cornee verranno rilasciate e buttate via. È un TURN OVER, che dura circa 28 giorni, in modo tale che la pelle rimanga sempre dello stesso spessore. Dallo strato basale fino alla fine, c’è un continuo aumento di cheratina nelle cellule, fino a diventare come le cellule dello strato corneo. Questo in condizioni fisiologiche. In condizioni patologiche, si può verificare UN’IPERCHERATOSI, ossia un ispessimento della pelle abnorme, o uno stress esterno che accelera il turn over, ripristinando la pelle buona il prima possibile, a seguito ad esempio di un’abrasione o di un’ustione. Nello strato basale possiamo trovare anche: - CELLULE DEL MERKEL, cellule adibite alla percezione. Ad esempio quando c’è una vibrazione, la cellula del Merkel sente il tutto e lo trasmette immediatamente al neurone sensoriale, che lo trasmette al nostro cervello e da qui si nota che qualcosa è stato modificato, in modo tale che si abbia una risposta in base a quello che noi percepiamo. - MELANOCITI, sono cellule dendritiche, quasi a forma di stella. Il corpo si trova a livello dello strato basale, ma le sue ramificazioni arrivano a livello dello strato spinoso. Sono più abbondanti nelle persone di colore, presenti anche nel cavo orale e del naso, nella retina. Hanno la funzione di MELANOGENESI, ossia le cellule deputate alla formazione di melanosomi all’interno dei quali avviene la reazione di formazione dell’amminoacido tirosina in melanina. La melanina, la ritroviamo sotto forma di granuli e ci conferisce “l’aspetto abbronzato” della nostra pelle. È un elemento di protezione, che aiuta a difendere la pelle dai raggi ultravioletti. STRATO SPINOSO Al di sopra dello strato basale, c’è lo strato spinoso. Lo strato spinoso è molto più abbondante, circa 10 file di cellule, le cellule hanno una forma un po’ più poliedrica, man mano che salgono cominciano ad assumere una forma più piatta, in modo da esser pronte ad essere trasformate in cellule dello strato granuloso. Le cellule dello strato spinoso presentano delle estroflessioni, ecco perché strato spinoso. Durante la preparazione istologica, le cellule si ritraggono e danno origine a delle estroflessioni, si formano dei vuoti ogni tanto, perché tra queste estroflessioni pare che abbiano delle corone, che conferiscono un particolare aspetto cellulare. Queste estroflessioni, contengono numerosi desmosomi. Immerse in queste cellule, ci sono anche le CELLULE DEL LANGERANS, che hanno anch’esse un’aspetto dendritico. Hanno una funzione ben precisa: sono la prima difesa immunitaria della pelle. Sono adibite alla immunocompetenza, difendono la pelle da virus, batteri e miceti. Nello strato spinoso, cominciano a farsi vedere, oltre ai complessi melanosomici e alla cheratina, anche delle particolari strutture: CORPI DI ODLAND. Sono delle vescicole derivanti dall’apparato del Golgi, che per adesso sono soltanto accennati, ma quando le cellule dello strato spinoso si trasformeranno in cellule dello strato granuloso, queste vescicole si maturano e avranno una funzione ben precisa. STRATO GRANULOSO È costituito da circa 2-5 file di cheratinociti, di forma affusolata e appiattita. Queste cellule, hanno diminuito il volume del nucleo, diventando quasi atrofiche. La cellula comincia a perdere il suo citoplasma, cominciano a riempirsi di cheratina, disposte in modo parallelo alla cute, in modo tale da assumere un aspetto differente rispetto alle cellule differenti, e avvicinarsi sempre più alle cellule dello strato corneo. Nello strato granuloso, si evidenziano degli aggregati, cellule dalla forma stellata, detti cheratinosomi e granuli di cheratoialina, il cui costituente principale è la profilaggrina. Questi granuli contengono sia cheratina che profilaggrina, che è il precursore della frilaggrina. La filaggrina, è una particolare proteina interfilamentosa, ricca di prolina e amminoacidi solforati. Le ultime cellule, hanno la funzione di creare lo strato corneo. Quindi in queste cellule, iniziano a trovarsi tutte quelle molecole che sono i precursori, necessari ad andare a costituire lo strato corneo, che ha come funzione quella di costituire la barriera principale. La filaggrina, serve per tenere insieme i filamenti di cheratina. Una volta che la cheratina, si trova abbondante nella cellula, è assemblata appunto dalla filaggrina. I granuli di cheratoiaina, contengono profilaggrina, questa viene riversata nel citoplasma e assembla come dei bulloni le molecole di cheratina, in modo tale da conferire allo stato cheratinico la struttura. La profilaggrina, è una proteina dal peso molecolare di 350 kdaldon, ricca di istidina, costituita da 10-12 ripetizioni di filaggrina, connesse tra di loro da proteine linker. Durante la maturazione, fuoriescono dai granuli e comincia la degradazione della profilaggrina. Quindi si rompono i linker, ci sono della variazioni chimiche, e accade che tutte le molecole di profilaggrina si rompono, danno origine alla filaggrina. Questa va a intercalarsi tra i vari filamenti di cheratina tenendoli uniti, in questo modo si crea una struttura solida, che ha la funzione di sorreggere la cellula conferendole tonicità e struttura solida. Successivamente, c’è la decomposizione della filaggrina, che dà origine al natural mosturizing factors (NMF), ossia piccoli peptidi che hanno funzione di trattenimento di acqua. Inoltre, la degradazione di alcuni amminoacidi, dà origine all’acido urocanico (UCA) e all’acido pirrolidon carbossilico (PCA), molto importanti, non solo per abbassare il pH dello strato corneo, ma anche importanti per l’effetto foto-protettivo contro le radiazioni UV. La funzione dello strato granuloso è di creare lo strato corneo, quindi le cellule si dovranno trasformare da cheratinociti a corneociti, riempiendosi sempre più in cheratina. Nel corneocita, non ci sarà più la profilaggrina, ma filaggrina che terrà unite le fibre di cheratina, per cui la cellula finale sarà una cellula morta. Nelle cellule dello strato granuloso, maturano anche i CORPI DI ODLAND, già presenti nello strato spinoso. Sono presenti in numero abbondante, sono vescicole di dimensione ridotta, provenienti dall’apparato del Golgi. All’interno di queste strutture, ci sono una sorta di lamelle, come dei dischi appiattiti e attaccati tra di loro. Sono appunto delle strutture lamellari che contengono una serie di molecole e di enzimi, che serviranno per costruire il cemento, ossia la struttura che tiene insieme i corneociti. Queste molecole sono:  CERAMIDI 50%  COLESTEROLO 25%  COLESTEROLO ESTEREFICATO 10%  ACIDI GRASSI LIBERI 15%,  GLICEROLO LIPIDI INTERCELLULARI Tra i lipidi estrusi, ci sono quelli che si definiscono fissi e i lipidi liberi. I lipidi fissi sono ancorati covalentemente con l’involucro del corneocita, costituendo una sorta di templato per la fusione tra i corneociti e lipidi del cemento interconeocitario. ACIDI GRASSI LIBERI Conferiscono un’ulteriore abbassamento del pH, stabilendolo a 5,5. Il mantenimento del pH, non è solo importante per garantire l’attività enzimatica, ma un aumento del pH, determinerebbe una diminuzione di ceramidi che sono la componente principale del cemento. Inoltre il pH più alto, porta ad una maggiore desquamazione dello strato corneo a causa dell’aumentata attività proteasica. Il cemento, grazie alla sua lipofilia, impedisce che all’interno fuoriesca acqua. CERAMIDI Sono molecole molto lunghe. Sono costituiti da una base sfingoide a cui è legato un acido grasso a lunga catena. Quando l’acido grasso è molto lungo, può arrivare anche a 32 atomi di carbonio, si va ad infilare come se fosse un chiodo da un bilayer e l’altro, impedendone lo scorrimento. GRADIENTI EPIDERMICI IDRATAZIONE CUTANEA La pelle, tra le sue molteplici funzioni, ha anche quella di evitare che l’acqua possa essere perduta dall’organismo verso l’esterno. L’idratazione, quindi, è molto importante e consente due cose: - “Dove c’è acqua, c’è attività”, se ad esempio, un enzima non è in ambiente acquoso, non può funzionare. - L’aspetto legato all’estetica, morbidezza, naturalezza. Nel momento in cui la pelle è mantenuta elastica grazie ad un contenuto di acqua al suo interno, la sua capacità di muoversi senza rompersi, è fondamentale. Partendo dall’epidermide vitale verso la parte più esterna della cute, lo strato corneo, esiste un gradiente di acqua. Nella parte più vitale c’è un 70% di acqua, andando verso l’esterno fino allo strato corneo, c’è una diminuzione progressiva di acqua. Passa da un 70% fino ad arrivare ad un 25%, fino allo strato corneo dove si passa ad un 15%. Quando si va al di sotto del 20%, la superficie cutanea comincia ad essere più secca, per cui perde pian piano la sua elasticità andando incontro ad un processo di desquamazione e fessurazione. È importante, però, che avvenga il processo di desquamazione, che serve come input di rinnovamento cutaneo. Per cui, la riduzione di acqua, è fisiologica ed è normale che ci sia. Ovviamente non bisogna scendere al di sotto di alcuni valori. “Come fa la pelle a mantenere lo stato di idratazione?” Ogni strato ha la sua funzione, e coopererà in modo sinergico a mantenere il gradiente di acqua. Esiste una differenza tra l’acqua nell’epidermide e l’acqua nel derma. La nostra pelle è a contatto con l’ambiente esterno e quest’ultimo contiene circa l’1% di acqua sotto forma di vapore acqueo. Per cui, ci sarà uno scambio tra ambiente esterno e interno dell’organismo, c’è un passaggio per diffusione. Nell’ambiente esterno c’è una concemtrazione molto bassa di acqua (1%), al contrario dell’ambiente interno (70%); per fisica, noi ci aspettiamo che ci sia una diffusione di acqua Noi eliminiamo attraverso il TEWL, una erta quantità di acqua attraverso un meccanismo passivo, sottoforma di vapore acqueo. In questo modo si abbassa anche la temperatura corporea, perché l’evaporazione necessita di enrgia che prendiamo dal corpo e questa continua evaporazione sottrae calore mantenendo la temperatura costante a 37°C. Un aumento del TEWL, se non supportato da una rintroduzione di acqua sarebbe un problema. Questa acqua viene riapportata bevendo acqua o attraverso la dieta con cibi ricchi di acqua. SITUAZIONE 1. Si è in prensenza di situazioni estreme di umidità e o il calore ambientale esterni superano il calore del nostro corpo e la quantità di acqua del nostro corpo. In questo caso c’è un impedimento del TEWL, si verifica un accumulo di calore nel nostro roganismo con gravi conseguenze. SITUAZIONE 2. Si è in prensenza di un ambiente esterno molto secco, freddo o caldo, avviene una maggiore perdita di acqua e con essa di calore dal nostro corpo. Una pelle normale, è in grado di resistere agli effetti di stimoli esterni potenzialmente pericolosi come i raggi UV e gli irritanti come il sapone. Al contrario, una pelle danneggiata, ha delle vie di uscita di acqua, attraverso dei canali preferenziali, dove si vengono a creare delle vie di entrata per varie sostanze potenzialmente dannose per la pelle. SUDORE ECCRINO L’altra fonte di produzione di acqua sulla superficie epidermica, è il sudore. Il sudore eccrino è molto complesso, costituito da una soluzione acquosa ipotonica acida (data dalla presenza di acido lattico). NMF O FATTORE DI IDRATAZIONE NATURALE Si trova sul film idrolipidico, ed è un sistema costituito da sostanze igroscopiche, costituito da: - AMMINOACIDI 40%; - ACIDO LATTICO 12%; - UREA 7%; - ZUCCHERI 4%. Tutte sostanze che trattengono l’acqua a causa della loro igroscopicità. L’NMF deriva dalla degradazione di fillagrina e corneodesmosomi (strutture di natura proteica che uniscono i corneociti tra di loro), per azione di piccole proteasi, in diversi amminoacidi igroscopici e altre moltcole come l’acido urocanico (UCA) derivato dall’istidina e l’acido pirrolidon-carbossilico (PCA) derivato dalla glutammina, che sono necessari per mantener un pH acido nello strato corneo. L’ACIDO PIRROLIDON-CARBOSSILICO (PCA) Presente sia come sale di sodio o di potassio, ne costituisce circa il 12% e attualmente è impiegato in una concentrazione variabile dal 2% al 5% come agente idratante nei prodotti cosmetici idratanti. UREA Presente circa per il 7%. Esplica a concentrazione elevate 5-30% un potente effetto cheratolitico utile in molte condizioni di ipercheratosi della cute, ma anche in varie situazioni caratterizzate da secchezza e desquamazione. Il suo prolungato uso può causare bruciore e rossore, a volte anche a basse concentrazioni. ACQUAPORINA (AQP3) È un insieme di proteine, costituite da 6 alpha-eliche trans-membrana che vanno a costituire un canale, per cui nelle cellule della cute favoriscono il passaggio di acqua tra una cellula e l’altra, fino ad arrivare allo strato corneo. La sua struttura dà la possibilità di passaggio soltanto a molecole molto piccole, per cui l’acqua e al massimo il glicerolo, costituiente della nostra pelle, presente in piccola concentrazione, il cui ruolo è di trattenere l’acqua. In malattie come l’eczema atopico, l’espressione della AQP3 è aumentata, come meccansismo di difesa, in modo che ci possa essere più passaggio di acqua allo strato conreo. È maggiormente espressa nelle cellule dello strato basale e via via l’espressione diminuisce, facendo mantenere cosi un gradiente acquosa. La presenza di glicedrolo assieme all’acqua facilitail trattenimento dell’acqua nei vari strati. APPROCCI ALL’IDRATAZIONE Cosa ha causato la secchezza alla pelle? Avere una pelle secca è abbastanza comune, e sono molteplici i fattori che possono causare questa parziale disidratazione. - CAUSE ESTERNE; - ETÀ; - INCAPACITÀ DELLA CUTE DI MANTENERE IL SUO STATO DI IDRATAZIONE; CAUSE ESTERNE IGROSCOPICITÀ Le molecole igroscopiche trattengono molta acqua nel momento in cui abbiamo molta acqua disponibile, ma se avessimo condizioni in cui l’umidità esterna è bassa, queste sostanze, perdono acqua con molta facilità. Ecco perché molto spesso si fa un mix tgra umettanti e sostanze occlusive. Infatti, un buon umettante deve avere la capacità di prendere acqua e di trattenerla anche se c’è una fluttuazione esterna di umidità. GL.ICERINA E SORBITOLO Il sorbitolo è meno igroscopico rispetto alla glicerina, quindi in teoria dovrebbe essere una sostanza idratante migliore. In realtà, è migliore risoetto alla glicerina perché prende meno acuqa, ma la trattiene di più, passando da un ambiente più umido ad un ambiente più secco. UMETTANTI COME INGREDIENTI Gli umettanti, soprattutto quelli a basso peso molecolare, per la loro azione igroscopica vengono utilizzati per due finalita: da una parte per la loro azione idratante, ma quando vengono messi in una formulazione stabilizzano il grado di umidfità della formulazione stessa. Se io avessi una crema a base di acqua e olio, la crema deve mantenere il suo contenuto di acqua affinchè funzioni bene e si spalmi bene, quindi non posso cambiare la percentuale dell’acqua. Inoltre, cambiando le percentuali acqua e olio, potrei avere ei problemi di instabilità dell’emulsione. Per cui, un buon cosmetico deve mantenere inalterate le sue proprietà nel tempo, non deve essiccare, deve rimanere invariata la sua consistenza e la stabilità, plasticità e duttilità. QUALI PREPARATI SC EGLIERE? Il preparato da scegliere è legato: - Al tipo di formulazione, emulsioni liquide, unguenti, creme, gel, che contengono diverse percentuali di fase acquosa o oleosa. Bisogna scegliere quella che si adatta meglio al tipo di pelle. Per scegliere un cosmetico, bisogna conoscere anche il tipo di pelle: - Lo stato della cute che è influenzato da età, sesso, stili di vita, ambiente, condizioni fisio- patologiche; - Parametri da valutare nel checkup come sebo, pH, idratazione, temperatura; - Importanza del checkup cutaneo per il monitoraggio della cute ed il consiglio personalizzato; - Consiglio personalizzato e fidelizzazione dei clienti. PELLE “NORMALE” È la pelle che possiedono i bambino fino all’etàprepuberale. È una pelle priva di imperfezioni, luminosa, liscia, tonica. Bisogna sempre mantenre lo stato di idratazione della pelle, ma senza usare nulla di importante. PELLE SECCA (ALIPICA) E SECCA DISIDRATAT (CARENTE DI ACQUA) Al tatto risulta ruvida, sottile. Ha un colore spento, presenta delle rughe. C’è carenza di acqua e carenza lipidica. La pelle secca può dipendere da: - Fattori costituzionali; - Fattoti ambientali e climatici; - Alimentazione; - Età; - Malattie; - Trattamenti cosmetici inadeguati. TRATTAMENTO DELLA ALIPIA CUTANEA Nel momento in cui c’è un’alipia, siamo difronte ad una pelle con carenza di lipidi. Posso rintegrare i lipidi utilizzando stanze grasse e cerammidi. PELLE SECCA: DETERSIONE È necassario avere un’idonea detersione. Evitare l’utilizzo di detergenti troppo sgrassanti e aventi pH alcalino. Usare tutto ciò che vada a ricostituire il film idrolipidico della pelle. PELLE GRASSA La differenza tra i due è dettata dal tipo di sebo presente sulla superficie. Da una parte c’è il sebo fluente, mentre la pelle grassa di tipo asfittico il cui sebo non si vede per cui è stagnante, risiede all’interno dei follicoli piliferi o dei pori. PELLE GRASSA DI TIPO OLEOSO La pelle risulta lucida, ha una mggiore segrezione sebacea e il sebo risulta fluido. A volte è associata ad un’eccessiva sudorazione. Molto spesso, questo tipo di pelle ha anche una carica microbica elevata. È cratterizzata da: punti neri, rilievo irregolare, brufoletti, pelle lucida, arrossamenti e pori dilatati. Bisogna non fare eccesso di detersione perché sulla nostra cute abbiamo dei batteri saprofiti, che non adrebbero rimossi. I soggetti che hanno una pelle secca, devono fare maggiore attenzione alla detersione rispetto ai soggetti con pelle grassa. Nel momento in cui ho una superficie molto delicata, dovrò utilizzare un tensioattivo molto blando (differenza tra la cute e la mucosa del cavo orale). Se mettessimo un sapone alcalino nel cavo orale, verrebbe riconosciuto immediatamente per la sua proprietà alcalina, per cui si innesca un meccanismo di rifiuto attraverso il vomito. Per quanto riguarda la rimozione del tipo di sporco, ci sono dei tensioattivi specifici, come quelli per la pòrofessione del meccanico, altrimenti non si toglierebbe il grasso dalle mani. CARATTERISTICHE DI UN DETRGENTE (IN ASSENZA DI PROBLEMI PARTICOLARI)  I detrgenti più delicati hanno un pH compreso tra 6 e 7;  Poco schiumogeno, molta schiuma indica la presenza di tenioattivi aggressivi e favorisce la disidratazione. L’effetto schiumogeno è importante perché serve la schiuma ha una sorta di azione meccanica, c’è il rimescolamento di tutto e quindi facilita la rimozione dello sporco.  Poco profumato e incolore, questo perché coloranti e profumi, potrebbero indurre allergie. È importante che l’odore del detrgente abbia un profumo fresco, per dare l’idea di pulizia;  Rispetto per la cute, controllare se il prodotto nelle ore successive, ha effetti sulla pelle come arrossamenti, cute secca, piccoli punti erimatematosi, prurito. Sia prodotti di sintesi che naturali, hanno pro e contro. Non bisogna farsi ingannare dai prodotti naturali, perché spesso e volentieri potrebbero presentare contaminanti, mentre i prodotti di sintesi sono sempre gli stessi. DETERGENTI PER TENSIOATTIVITÀ O CONTRASTO Sfrutta l’azione dei tenioattivi, che possono essere naturali o sintetici, che si legano alla componente lipidica della cute con la loro estremità idrofoba e all’acqua con quella idrofila, diminuiscono la tensione superficial rimuovendo i residui lipo-o-idroinsolubili ed eliminando i tre tipi di sporco con la successiva fase di risciacquo. La loro effettivita attività detergente è data dal valore di Sostanza Attiva Lavante o SAL, con cui si indica la concentrazione di tensioattivo nel prodotto. La concentrazione dei tensioattivi sarà bassa per le mucose quindi per detergenti intimi e per il cavo orale. CLASSIFICAZIONE DEI TENSIOATTIVI I tensioattivi possono essere divisi in:  IONICI - Catonici - Anionici - Switterionici o anfoteri In base al tipo di carica presente rispettivamente: positiva, negativa, presenza contemporanea di una carica positiva o negativa.  NON IONICI Non presentano alcuna carica, ma hanno caratteristiche di HLB, ossia il bilanciamento tra la porzione idrofila e quella lipofila. È il rapporto tra la porzione idrofila e la porzione lipofila, più è alto più prevale la porzione idrofila. - Basso HLB, ossia una porzione lipofila importante. - Alto HLB, ossia una porzione idrofila molto importante. - Medio HLB DUREZZA DELL’ACQUA Ci sono le acque dolci e le acque dure. Leacque dure sono caratterizzate da un’enorme quantità di Sali di calcio e magnesio. Le acque dure rilasciano residui solidi molto abbondanti. La durezza dell’acqua influenza l’efficacia del tensioattivo: questi lavorano molto meglio se l’acqua possiede una bassa durezza. SAPONI MODIFICATI Conservano, come il sapone, il terminale carbossilico –COO- e sono come tali perfettamenti biodegradabili e meno aggressivi nei riguardi della pelle grazie all’inserimento di un gruppo lipofilo. Il gruppo aggiunto ha un’elevata polarità, e sono unità di ossido di etilene. SAPONI MODIFICATI: CONDENSATI AC. GRASSI E PROTEINE » I condensati tra acidi grassi e idrolizzati di proteine (polipeptidi da collagene o da cheratina) noti anche come lipoproteine; miscelati agli alchilsolfati ne riducono l'aggressività. R-CO-NH-(polipeptide}-COO- M+ » Sono molto compatibili con la pelle: sviluppano in soluzione acquosa un pH prossimo a quello cutaneo. » Hanno però un basso potere detergente, per cui vengono preferibilmente usati come tensioattivi secondari o co-tensioattivi. SAPONI MODIFICATI: ALCOILSARCOSINATI » ottenuti per reazione fra gli acidi grassi ed un aminoacido derivato (la metilglicina) detta anche sarcosina o N [ NA n R-CO-N-CH,-CO0- M* CH, » Sono tensioattivi che mostrano caratteristiche molto vicine ai saponi tradizionali senza tuttavia averne i difetti: sono infatti più solubili in acqua e la loro schiuma è meno influenzata dal tipo di acqua » possono inoltre essere inseriti in formulazioni a pH basso ove i saponi tradizionali risulterebbero incompatibili. SAPONI MODIFICATI: ACILGLUTAMATI » ottenuti condensando un acido grasso col gruppo aminico dell'acido glutamico o o coo » Sono tensioattivi con un buon potere detergente e buona compatibilità cutanea, ma con modesto potere schiumogeno. In soluzione acquosa sviluppano un pH compreso tra 5 e 7 perfettamente compatibile con la pelle e gli occhi; conferiscono inoltre alla pelle sensazioni di sofficità e levigatezza che si mantengono per parecchio tempo dopo il bagno. FORMULAZIONI - Shampoo - Sapone per le mani - Gel da bagno - Paste dentifrice - Sapone e etergenti TENSIOATTIVI ANFOTERI Sono detrgenti che presentano contemporaneamente nella loro molecola sia una carica negativa che una carica positiva, per cui la molecola nel suo complesso è neutra. Il gruppo negativo può essre o un –COO- O SO3- (SOLFATO). Il gruppo positivo è l’ammonio quaternario. Tra i tensioattivi anfoteri più noti ci sono le betaine e le solfo betaine. TENSIOATTIVI NON IONICI Tra i tensioattivi non ionici ci sono dei nuovi tensioattivi. La porzione idrofilica viene conferita dagli zuccheri. Per alcuni aspetti possono essere definiti natutìrali. I poliglucosidi in questo cso, hanno una molecola legata ad una catena più o meno lunga, da 2 a 22 atomi di carbonio. La “m” può essere 1 o può essere 2,, oligo o polisaccaridi. Ha 10 atomi di carbonio nella catena laterale e la molecola di glucosio. Alla molecola di glucosio, se ne possono legare altre e formare i poligludicil glucosidi. SOLUBILITÀ IN ACQUA DEI NON IONICI i tensioattivi non ionici hanno una certa solubilità in acqua e un grado di HLB molto importante. HLB L’HLB è il rapporto tra la porzione idrofila e quella lipofila. A seconda che prevalga la porzione idrofila o quella lipofila, avremmo una solubilità maggiore o in acqua o in olio, per cui i densioattivi non ionici potrebbero essere utilizzati non solo come detrgenti, ma anche come emulsioni acqua in olio o olio in acqua. Se io avessi un’emulsione olio in acqua che tensiattivo non ionico utilizzerei? Più solubile in acqua o più solubile in olio? Più solubile in acqua, perché è la fase che prevale. Tensioattivo con alto HLB. EFFETTI RICHIESTI PER LA PULIZIA  WETTING. Un detrgente, per fa sì che elimini lo sporco, si deve avere la bagnabilità dello sporco. Se lo sporco fosse idrofilo non ci sono problemi, ma se fosse lipofilo deve esserci un contatto tra l’acqua, il detergente e lo sporco, ci deve essere il cosidetto wetting, ossia bagnare lo sporco. DETERSIONE PER ASSORBIMENTO Si utilizzano delle sostanze solide, come delle polveri, silici ed argille (shampoo secco). Rimuove i residui liposolubili usando delle polveri di natura organica come le maschere essiccative. zione, prurito, risposte » Sei saponi danneggiano la barriera cutanea, possono facilmente entrare negli strati più profondi del SC, portando a irritazione, arrossamento e prurito. » | tensioattivi o altri ingredienti possono penetrare negli strati dermici per innescare tali condizioni. » Un aumento della produzione di citochine può anche suscitare una risposta dal derma PRODOTTI SOLARI LO SPETTRO SOLARE  Il sole emette energia sotto forma di onde elettromagnetiche classificate in base ai valori di lunghezza d’onda e nel loro complesso costituiscono lo spettr solare.  Tale spettro è caratterizzato da un continuum di lunghezza d’onda, che si estende dai raggi X fino alle onde radio. - RAGGI X: Nel momento in cui vengono utilizzati, si pone una lastra di piombo come protezione; - RAGGI GAMMA; - RAGGI COSMICI: di quesi tipi di raggi ne arrivano in poche quantità poiché è presente l’ozono, capace di bloccari questi raggi. Filtra fino ai raggi UVC. è più semplice scottarsi a mezzoggiorno piuttosto che alle 9 del mattino, perché il sole è inclinato rispetto alla terra per cui i raggi solari arrivano in maniera perpendicolare. Nel momento in cui, ad esempio, il sole tramonta, i suoi raggi arrivano in maniera obliqua, per cui deve attraversare una maggiore superficie per raggiungere la terra. PENETRAZIONE RADIAIONE NELLA PELLE Le radiazioni più pericolose, sno quelle con una lunghezza d’onda minore. - I raggi UVC, che ariva sulla nostra cute, penetra ma si ferma in superficie. Ciò sta a significare che il nostro strato corneo è riuscito a ridurre l’impatto dannoso di queste radiazioni, il quale potrebbero danneggiare cellule, DNA e di conseguenza provocare melanomi. - I raggi UVB e UVA, i primi penetrano più in profondita degli UVC, ma meno rispetto agli UVA. Gli UVA, meno energetici, penetrano più in profondità e possono provocare danni importanti al livello del derma. EFFETTI BIOLOGICI DELLE RADIAZIONI (A ZOLA] Effetti terapeutici (miglioramento) di alcune patologie cutanee, | Ritardata effetto antidepressivo [ 7 Calore | Immediata Î — T Azione battericida e fungicida | Immediata Sintesi vitamina D | Immediata EFFETTI NEGATIVI » ACUTI -UVB:eritema, edema, scottature, ispessimento epidermide e derma » CRONICI — UVB: fotoinvecchiamento, inmunosoppressione, carcinogenesi » ACUTI - UVA: disturbi di fotosensibilità » CRONICI - UVA: fotoinvecchiamento, immunosoppressione, fotocarcinogenesi, disturbi di fotosensibilità cronica x Soprattutto gli UVA inducono la formazione di radicali liberi che danneggiano fosfolipidi di membrana, DNA, proteine: stress ossidativo cellulare Elastosi solare, ipercheratosi, alterazione della pigmentazione... COME CI DIFENDIAMO DAI RAGGI ULTRAVIOLETTI?  Formazione dell’acido urocanico per deamminazione dell’instidina, si tratta di un vero e proprio filtro UV naturale.  Processo di cheratinizzazione, ipercheratosi protettiva.  Biosintesi di melanina nei melanosomi, pigmentazione. ACIDO UROCANICO L’acido urocanico è una sostanza che deriva dall’istidina, questa viene deamminata attraverso un enzima per cui viene formato tale acido che a differenza dell’istidina presenta un doppio legame. I raggi ultravioletti B, vengono assorbiti dall’acido urocanico il cui doppio legame da –cis passa a – trans e viceversa. Sottrae raggi ultravioletti che potrebbero appunto, essere dannosi per la pelle. PROCESSO DI CHERATINIZZAZIONE I raggi ultravioletti sono bloccati dalle cheratine presenti all’interno dello strato corneo. Se lo strato corneo, aumentasse di spessore questo ovviamente è un valore aggiunto, per cui c’è una variazione dello strato corneo che quasi raddoppia, costituendo una protezione maggiore. Assorbe le radiazioni e le riflette. Le popolazioni che sono sottoposte e esposizione di raggi ultravioletti in maniera frequente, hanno uno strato corneo molto spesso. Nel momento di un’esposizione prolungata al sole, se non schermati a sufficienza, i raggi UV-B possono causare un’eritema solare accompagnato da edema sieroso. Inoltre possono essere provocati danni a livello cellulare, come ad esempio danni al livello del DNA, per cui l’eritema se ripetuto, può portare alla formazione di melanomi proprio per l’apporto di danni al DNA, che in prima parte possono essere recuperati dal sistema immunitario, diventa rischioso nel momento in cui l’esposizione è duratura e ripetuta. Gli eritemi che ci sono state durante l’età adolescenziale e nei bambini, sono quelle che a lungo termie provocano il melanoma. Per cui, è molto importante la protezione. AGENTI ATTIVI PER LA PROTEZIONE SOLARE La protezione avviene tramite gli agenti attivi per la protezione solare che possono essere di due tipi: - FILTRI CHIMICI, antranilati, derivati della canfora, cinnamati, derivati del dibenzoilmetano saicilati, benzofenoni, derivati del PABA. - FILTRI O SCHERMI FISICI, biossido di titanio (TiO2), ossido di zinco (Zn0) I primi sono delle molecole organiche che hanno un meccanismo ben preciso con azione filtrante per cui la radiazione ultravioletta non riesce più a passare all’interno della nostra cute e quindi soltanto una piccola porzione riesce a penetrare, piccola ma sufficiente a stimolare la sintesi della melanina. Molto spesso si possono aggiungere uno o più filtri per migliorare l’azione, o ad un fiktro chimico possiamo aggiungere un filtro fisico. I secondi, appunto, hanno un’azione schermante. REQUISITI DEI FILTRI SOLARI  Devono avere un potere filtrante sia nei confronti degli UVA sia nei confronti degli UVB.  Non devono essere tossici, irritanti, mutageni sia a breve termine sia a lungo termine.  Essere priivi di proprietà irritanti, fotosensibili o fototossici.  Presentare la massima stabilità termica e fotochimica nelle normali condizioni d’uso, perché altrimenti i prodotti di degradazione potrebbero innescare problemi di fotosensibilizzazione.  Avere buone caratteristiche cosmetiche quali odore e colore, gradevoli e una buona sostantività, ossia devono restare adesi alla superficie della pelle.  Mantenere una protezione cutanea prolungata nel tempo in condizioni di eccessiva sudorazione e contatto con l’acqua. Il problema di questi prodotti water resistence, è che sono inquinanti.  Assenza di permeabilità cutanea. La maggior parte dei filtri oggi presenti, sono lipofili, il che significa che possono penetrare molto all’interno della cute. Un requisito di un buon prodotto cosmetico è che questo rimanga sulla cute e che non penetri all’interno, perché potrebbe causare danni collaterali. La maggior parte sono filtri chimici UVB, ma il 95% delle radiazioni uv sono UVA. FILTRI CHIMICI  Derivati del cinnamato (UV-B)  Derivati della canfora (UV-B)  Dericati dell’acido p-amminobenzoico (UV-B)  Salicilati (UV-B)  Benzofenoici (UV-A UV-B)  Dibenzoimetanici (UV-A) Le loro strutture sono molto diversificate come anche i loro meccanismi d’azione. I filtri chimici sono molecole che interagiscono con lunghezza d’onda ben precise, nel range degli UV-A e UV-B, interagendo con esse subiscono dei cambiamenti che possono essere di diverso tipo: - Elettronici, gli elettroni che sono presenti sulla molecola interagendo con le lunghezze d’onda passano aduno stato eccitato; - Cis-trans- Tornando allo stato originale, emettono una lunghezza d’onda diversa o riemettono energia in modi differenti o sottoforma di calore o sottoforma di fluorescenza. Noi siamo colpiti dalle radiazioni, le molecole interagiscono con tali radiazioni ed impediscono che queste entrino nell’epidermide e conseguentemente la quantità di energia che entra nella cute è minore e non più pericolosa. Una volta accaduto questo, la radiazione viene riemessa in modo differente. Agiscono per:  Fotoisomerizzazione, cis-trans come l’acido urocanico.  Dislocazione di risonanza, soprattutto nei composti aromatici, si ha un’interazione con la luce, riassemblare la molecola in modo molto più stabile.  Isomerizzazione cheto-enolica, tipico dei derivati del benzoilmetano, da chetone diventa alcol e si ha la formazione del doppio legame. Questa molecola ha due picchi di assorbimento, uno per gli UVA e uno per gli UVB. Al cotrario, questa molecola ha un solo picco di assorbimento nella regione degli UVB, per cui scherma solo i raggi UVB. FILTRI FISICI Sono molecole di tipo inorganico come l’ossido di zinco e il diossido di titanio, hanno una certa accettabilità a livello cosmetico e cotituiscono un vero e proprio strato schermante sulla cute. Sono delle molecole che riflettono la luce diffondendola in tutte le direzioni formando un film impenetrabile al passaggio degli UVA e UVB. Questi filtri vengono utilizzati o in casi di prolungata esposizione, in casi inm cui si va in alta montagna, per bambini e anziani e per persone che hanno problemi alla cute (couperose, rosacea). Il problema di questi filtri, possono essere di tipo cosmetico, la pelle rimane quasi sempre biancastra. La colorazione bianca più o meno abbondante dipende dalla quantità presente di ossido di zinco o diossido di titanio. Il fatto di avere maggiore o minore colorazione dipende dalla grandezza delle particelle, se la particella è molto piccola si vede di meno, per cui il colore è meno evidente, più grossolane sono più il colore è evidente. Arriva la radiazione ultravioletta, parte viene assorbita, parte riflessa e parte dispersa. il comportamento del diossido di titanio e l’ossido di zinco è differente. In questo caso ci sono due tipi di preparazioni: uno extrafine che ha dimensioni nanometriche, ha una maggiore capacità di assorbimento per quanto riguarda gli UVB. Il diossido di titanio di dimensioni normali copre un po’ tutto, ma abbassa intensità. Ci sarebbe il problema poi, della tossicità delle nanoparticelle, infatti negli ultimi anni si stanno eliminado tali nanoparticelle. Non offrono protezione né interferiscono con i meccanismi della melanogenesi e creano problemi. LATTE, CREMA, GEL… SPRAY?  Al momento della scelta di un prodotto solare dobbiamo chiederci per quale tipo di pelle e su quale parte del corpo deve svolgere la sua azione. Si trovano in commercio latti, creme, gel, oli e la scelta dell’uno o dell’altro prodotto dipende da criteri e gusti personali.  I LATTI contengono una elevata percentuale di acqua, sono facilmente spalmabili, ma poo resistenti e vanno rinnovati più spesso degli altri prodotti.  Le CREME hanno una adesività maggiore ed essendo più difficili da smalmare generalmente si utilizzano per il viso, sono spesso untuose e per questo non sono indicate per tutti i tipi di pelle.  I GEL sono più adatti per chi ha la pelle grassa perché il veicolo in cui è disperso il filtro solare tende a dare una certa secchezza alla pelle.  Gli OLI solari che normalmente hanno indici di protezione bassi, non sono consigliabili nel caso di carnagioni chiare. Conferiscono luncentezza alla pelle. PRODOTTI “WATER-RESISTANT”  I prodotti definiti impermeabili alla’cqua (sull’etichetta identificati spesso con la parola “waterproof”) mantengono la loro efficacia anche dopo 80 minuti di immersione nell’acqua, mentre i prodotti definiti resistenti all’acqua (“water-resistant”) sono ancora efficaci anche dopo 40 minuti.  Hanno tutti una migliore persistenza sulla pelle e sono indicati soprattutto se si suda molto o si fanno bagni frequenti.  Purtroppo però non tutti i prodotti che si dichiarano tali lo sono, mentre alrri, pur non certificandolo in etichetta, presentano nella pratica una buona resistenza all’acqua. DEODORANTI, ANTITRASPIRANTI SECREZIONI CUTANEE Le ghiandole dono distinte in base alle modalità con cui le cellule che compongono le ghiandole esocrine emettono il secreto. - Nelle ghiandole olocrine l’intera cellula dopo aver accumulato il prodotto di sintesi è eliminata, costituendo essa stessa il secreto; ad esempio le ghiandole sebacee della cute. Data la modalità, è necessario che le ghiandole olocrine abbiano una riserva di cellule staminali indifferenziate e che proliferano e si differenziano sostituendo quelle che sono eliminate. In istologia è una ghiandola che accumula il secreto nel citoplasma delle sue cellule e lo libera attraverso la rottura della membrana plasmatica delle cellule stesse. Poiché le cellule del tessuto vanno incontro a morte è necessaria la presenza in posizione basale di uno strato germinativo di cellule staminali per rimpiazzare quelle che si frammentano. - Nelle ghiandole apocrine il citoplasma degli elementi seccernenti viene eliminato assieme al prodotto di secrezione che contiene. Un esempio è dato dalla ghiandola mammaria. - Le ghiandole merocrine sono le più comuni. In questo tipo di secrezioni solo il prodotto viene riversato all’esterno e la cellula secernente rimane integra. GHIANDOLE SEBACEE  I lipidi presenti sulla superficie della cute hanno origine dell’epitelio cheratinizzante e dal SEBO.  Le ghiandole sebacee hanno struttura acinoso-ramificata, secrezione olocrina ed una distribuzione preferenziale al volto, cuoio capelluto, regione sternale e perineo.  I lobi della ghiandola sono connessi con il follicolo del pelo e la secrezione, regolata dagli ormoni androgeni, drena in un comune dotto escretore detto sebaceo.  L’eliminazione dei prodotti di secrezione è determinata dalla presenza di fibre muscolari lisce, i muscoli erettori del pelo, che dalla superficie della cute passano obliquamente sotto la superficie esterna della ghiandola.  Questi sono innervati da fibre simpatiche; quando le fibre muscolari si contraggono, i peli si rizzano e contemporaneamente una certa quantità di sebo viene spremuta nel follicolo del pelo e quindi sulla superficie cutanea circostante contribuendo a conferire ad essa la sua caratteristica untuosa e di morbidezza. La secrezione sebacea è massima sulla fronte, più attiva sul petto e sulla schiena e più scarsa sull’addome e sugli arti. FUNZIONI DEL SEBO  Azione protettiva mantenendo il corpo caldo, impedendo così la dispersione del calore;  Lubrificando la pelle, impedisce che questa si screpoli in caso di eccessiva evaporazione acquosa;  Il sebo frammisto al sudore ricopre il corpo di una sottile emulsione a pH acido avente azione germicida per cui, ogni qualvolta si alteri questo mantello lipidico, la cute può andare incontro ad infezioni. GHIANDOLE SUDORIPARE  Sono ghiandole tubulari semplici distribuite su tutta la superficie cutanea specialmente abbondanti sul palmo della mano, sulla pianta del piede, sul cuoio capelluto.  Il loro numero totale dell’intera superficie cutanea supera i due milioni.  Prendono oringine dall’epitelio follicolare e sono formate da:  una componente secretoria, situata nel derma profondo;  un lungo dotto che collega con il follicolo pilifero. SUDORE APOCRINO Composizione:  lipidi;  proteine;  derivati azotati (urea);  glucidi ecc.  ottimo terreno per il metabolismo batterico;  formazione di acidi a corta catena e prodotti ammoniacali e solforati;  innalzamento del pH PRINCIPALE RESPONSABILE DELL’ODORE CORPOREO Già il sudore apocrino possiede un lieve odore, tra il butirrico ed il proteico, che però diviene molto forte e poco gradevole dopo che è avvenuto l’intervento microbico. L’odore preminente è quello degli acidi grassi a catena cprta (C4-C10) con prevalenza del butirrico e capronico cui si mescolano quello amminico e quello sulfureo-mercaptanico proveniente dalla decomposizione di proteine solforate. L’dore sgradevole proviene in massima parte dal sudore apocrino e pochissimo da quello eccrino. REGOLAZIONE DELLE SECREZIONI SUDORALI APOCRINE  innervazione da parte del sistema adrenergico.  Grande secrezione sotto stress ed eccitazione emotiva.  Influenzata anche da fattori ormonali come durante le mestruazioni o la gravodanza.  Riduzione dell’attività con l’età. RUOLO DELL’OLFATTO E DEGLI ODORI  L’odore corporeo rappresenta un fattore determinante di interazione sociale.  Tra gli animali la percezione olfattiva è un mezzo di comunicazione essenziale per la vita sociale.  Ruolo dei ferormoni.  Uomini: più sebo, più flora batterica, adrosterone, androstenolo e piccole gocce di ferormoni sessuali disciolte nel sudore.  l’odore della pelle a livello inconscio è un potente afrodisiaco.  Secondo la sessuologa A. graziottin “la repulsione per l’odore corporeo del partner rappresenta il primo campanello di allarme di una profonda crisi di coppia”. L’OFATTO E LA MEMORIA OLFATTIVA Nel sistema olfattivo avvengono complessi processi fisiologici che spiegano lo stretto rapporto che si crea tra odori ed emozioni perché i profumi proucono sensazioni, stati d’animo ed evocano i ricordi. Il sistema olfattivo comprende:  L’epitelio olfattivo  Il bulbo olfattivo  La corteccia olfattiva L’informazione olfattiva proveniente dalla corteccia prende due vie principali: 1) Va al talamo e alla coteccia frontale 2) Va al sistema limbico (emozioni) e all’ipotalamo (memoria) C’è un inteso legame tra odori e l’inconscio. COME SI ORIGINA L’ODORE CORPOREO?  Il sudore appena escreto è quasi inodore, il cattivo odre si sviluppa infatti quando i batteri, generalmente Gram positivi, presenti sulla superficie della pelle, lo decompongono.  Il tipico odore di sudore ascellare, infatti si nota solo in presenza di batteri.  Nelle ascelle sono stati trovati un numero considerevole di batteri: la formazione dell’odore del sudore, avviene a seguito dell’interazione con i batteri, in particolare con gli enzimi batterici. I nostri batteri si devono nutrire per proliferare, noi abbiam o un’interazione con le nostre molecole che vengono degradate da tali enzimi. Tali enzii sono le lipasi e le proteasi. L’odore sgradevole quindi proviene principalmente dal sudore apocrino, pochissimo da quello eccrino e dalle ghiandole sebacee. Nei bambini non si manifesta se non prima della pubertà, perche le ghiandole apocrine non sono ancora sviluppate. IL MICROBIOMA CUTANEO il microbioma cutaneo è presente sempre sul nostro strato corneo. È importante che lo strato corneo sia integro e imperbeabile al microbioma. Inoltre c’è un turn over continuo dello strato corneo, grazie anche alle pratiche igieniche e questo comporta il controllo del livello del microbioma.  Il microbioma cutaneo è la composizione d tutti i batteri buoni e potenzialmente cattivi che vivono sulla pelle e leggermente sotto la pelle.  Più microrganismi del microbioma sono equilibrati e diversificati, più la pelle è sana.  Fattori quali l’età, genetica e ambiente influenzano i microbi che compongono il microbioma della pelle. come si fanno a prendersi le micosi sui piedi? Perché si creano delle condizioni in cui la flora temporanea è prevalente in quel momento. DISTRIBUZIONE DELLA MICROFLORA BATTERICA Non tutto l nostro corpo è ricoperto dalla stessa flora batterica qualitativamente e quantitativamente. Cuoio capelluto. È la zona che raccoglie più sporcizia, polvere, smog e sostanze chimiche di tutti, perché appunto ci stanno i capelli, soprattutto per chi ha una capigliatura molto abbondante, è una zona che non si lava tutti i giorni. La forsora, ad esempio, è un’infezione di tipo micotico Non c’è un’azione nella parte ghiandolare secretrice, ma queste ghoandole continuano a produrre secrezione e quello che accade che piano piano c’è un aumento di volume della sostanza all’interno del dotto, per cui si crea un rigonfiamento e questo comporta ristagno e se è in prossimità della fuoriuscita, il rigonfiamento può infettarsi. In ogni casop il rigonfiamento comporta un’irritazione del condotto sudorale. ANTIMICROBICI OLI ESSENZIALI E DEODORANTI Gli oli essenziali hanno un’azione batteriostatica. Questo è importante perché la loro azione batteriostatica è associata anche ad un’azione profumante. Non ha una drastica distruzione della flora microbiotica INIBITORI ENZIMATICI Il più importante è rappresentato dal trietil citrato. MECCANISMO D’AZIONE Il trietilcitrato, essendo un estere, compete con tutti gli esteri lipidici che vengono secreti, e che quindi potrebbero essere materiale di decomposizione e quindi di cattivo odore corporeo. Questa molecola si offre voltaria agli enzimi batterici per essere degradata. L’esterasi rompe il legame estere formando acido citrico da una parte e alcol etilico. Entrambi hanno un’azione sinergica. Da una parte l’alcol etilico ha azione batteriostatica, per cui aiuta l’azione dell’acido citrico che abbassa il pH della secrezione inibendo così l’esterasi batterica. Questo è importante, perché in questo modo non si distrugge la flora batterica, ma impediamo che essa agisca. ADSORBENTI Essi agiscono captandoi corpi volatili maleodoranti evitandone in tal modo gli odori olfattivi : li trasformano in Sali di acidi grassi non maleodoranti. Non si può usare l’ossido di zinco micronizzato perché crea degli agglomerati, per cui non si distribuisce bene sia nella formulazione, sia sulla cute. Usato in questo modo sulla superficie di una particella più grande, si riesce ad avere un’azione maggiore e non avere aggregati. CICLODESRIRINE Sono degli oligosaccaridi ciclici che contengono generalmente , da sei a otto unità di D-glutopiranosidiche ottenute dalla degradazione enzimatica dell’amido. All’interno appunto, hanno una cavità idrofobica, quindi ttte le sostanze idrofobiche prodotte, possono essere catturate all’inerno, formando complessi abbastanza stabili. LE HTLC NEI DEODORANTI Sono dei solidi lamellari che sono a base di alluminio.sono una sorta di lamelle poste l’una sopra l’altra ccon una struttura abbastanza complessa e queste lamelle possono scambiare con un meccanismo semplice, la sostanza odorosa con i fosfati presenti all’interno. se il prodotto rimane in condizioni poco favorevoli, o non si chiude bene, il solvente presente evapora, creando così problemi di applicabilità. INVECCHIAMENTO CUTANEO IL DERMA Il derma è quella porzione della cute di origine mesenchimale, situata immediatamente al di sotto dell’epidermide, da questa nettamente separata dalla giunzione dermo-epidermica e che nella sua parte inferiore si continua nel tessuto adiposo sotto-cutaneo, o ipoderma, senza netti confini. La giunzione dermo-epidermica è costituita da una fitta rete di proteine che serve per filtrare tutto ciò che potrebbe entrare nel derma e quindi circolo sistemico. Inoltre è ricca di enzimi, infatti ad essa è associata il ruolo enzimatico, e qui ha sede il metabolismo di prodotti estraneo, quindi ha azione di tipo fagocitario. Nel derma troviamo:  Fibre nervose, con terminazioni sensoriali, importanti perché ci fanno percepire la realtà esterna, inoltre sono presenti i vasi sanguigni, venosi e arteriosi, i follicoli polisebacei, le ghiandole sudoripare;  Il derma è un tressuto di sostegno e di molte funzioni metaboliche, queto è molto importante che rimanga così tale, ma con il passare del tempo, ciò non accade;  A dare la funzione di sostegno è la presenza delle fibre COLLAGENE ed ELASTICHE le quali sono immerse in una sostanza fondamentale amorfa; entrabi, sia le fibre che la sostanza amorfa, sono prodotte dai fibroblasti. il derma può essere suddiviso in due parti: - STRATO PAPILLARE, che è quello più vicino all’epidermide, il quale è più sottile; - STRATO RETICOLARE, è invece quello più profondo, più denso e sggrovigliato. I FIBROBLASTI Sono cellule dalla forma un po’ allungata, lunghe e sottili. Sono deputate alla sintesi e secrezione dei costituenti della matrice extracellulare: collagene, elastine, glicoproteine e proteoglicani, mucopolisaccaridi come ad esempio l’acido ialuronico, i controitinsolfati, i dermatan solfato, ecc. MATRICE EXTRACELLULARE Questa non ha solo il ruolo da fungere da impalcatura, ma ha una funzione ben precisa. È costituita da glicosamminoglicani o mucopolisaccaridi GAG, che hanno il compito principale di legare acqua e Sali e quindi tenere un sistema fisiologico costantemente idratato. Questi sono eteropolisaccaridi essenzialmente delle macromolecole di tipo disaccaridico lineari ad alto peso molecolare, etereogenei nella loro composizione, formati per polimerizzazione di unità disaccaridiche ripetute, composte da una esosamina (glucosamina o galattosamina) e da un acido esuronico (D- glucuronico e o L-iduronico) legati mediante un legae glicosidico. Possono essere presenti dei sostituenti quali acetili e solfati, presenti su uno o entrambi i residui del polimero. queste sostanze sono molto importanti data la presenza dei loro gruppi –OH, sono infatti capaci di trattenere a sé molecole di acqua. L’acido ialuronico ad esempio, rappresenta un lubrificante e addensante, avrà un P.M. differente e in base a questo anche una diversa viscosità. PROTEOGLICANI Sono molecole costituite da diverse catene di glucosaminoglicani legati a una proteine centrale. Queste molecole complesse, possono formare strutture molto intrecciate tra loro, creando una sorta di gel (struttura che trattiene l’acqua). Questa matrice extracelulare, è costituita quindi, da queste grandi catene intrecciate, che trattengono acqua. Qualora i glucosamidiglicani o proteoglicani venissero distrutti, cosa accadrebbe? Nel momento in cui diminuisce il P.M., la struttura viene meno, per cui la capacità di trattenere acqua e la formazione del gel viene meno. A loro volta, questi, possono a loro volta attaccarsi ad un enorme polisaccaride (acido ialuronico). GLICOPROTEINE Sono molecole più semplici delle precedenti, contenute in numero minore. Tra queste ritroviamo la fibrolectina. PRINCIPALI SEGNI DELL'INVECCHIAMENTO CUTANEO INTRINSECO » Colore grigio-giallastro, minor lucentezza e levigatezza » Perdita di elasticità » Maggior rilassamento » Presenza di rughe sottili » Assottigliamento epidermico e del cuoio capelluto » Discromie » Riduzione ed ingrigimento di capelli e peli del corpo » Allungamento delle sopracciglia e dei peli dell'orecchio » Sviluppo di peli anomali » Incurvamento e scurimento delle unghie d FATTORI CORRELATI AL CRONOINVECCHIAMENTO Cambiamenti ormonali » Gli estrogeni influenzano la sintesi del collagene da parte dei fibroblasti, portano ad una maggiore sintesi di acido ialuronico, promuovono la ritenzione idrica e aumentano la matrice &Xtracellulare. . Condizioni di ipoestrogenismo, come quelle che si verificano in menopausa, possono avere un effetto profondo sulla pelle, perché diventa più sottile e meno idratata. La sostituzione degli estrogeni fornisce benefici nel ringiorenimento della pelle delle donne durante la menopausa. FATTORI CORRELATI AL CRONOINVECCHIAMENTO D Zone anatomiche » Alcune zone della pelle sono più sottili di altre e, in quelle regioni della pelle più sottili, l'invecchiamento diventa più evidente. » Questo è particolarmente notato sulle palpebre, l'area più sottile della pelle del corpo umano. C'è anche variabilità sia nella composizione che nella distribuzione dei lipidi nella pelle CRONOINVECCHIAMENTO TEORIE La teoria dei radicali liberi ROS, sembrano essere i maggiori responsabili del cronoinvecchiamento. RADICALI LIBERI il radicale libero è una molecola molto instabile, presenta un elettrone spaiato, per cui per tornare nello stato fondamentale, a causa dell’elettrone spaiato, devono trovare un compagno, per cui interagiscono con tutto ciò che gli è consentito. Per cui interagiscono con qualsiasi altro struttura molecolare che incontrano, così si provoca a sua volta un radicale, che a sua volta va avanti, quindi c’è un processo a catena. Tutte le molecole che vanno incontro ad un processo di radicalizzazione, subisce un danno per la modificazione chimica apportata e questo crea un malfunzionamento di quella molecola. va) LIBERI ———] NB, The intrinsic (genetically determined) and the » Perossidazione lipidica extrinsic (UV- and toxic » Danno al DNA exposure mediated) È skin aging processes are » Infiammazione overlapped and are strongly related to the | increased generation of free radicals in the skin INVECCHIAMENTO FORMAZIONE DI RADICALI LIBERI FATTORI INTRINSECI FATTORI ESTRINSE( » (es. fosforilazione Radiazioni ultraviolette, ossidativa) i» inquinamento, » fumo, infiammazione, esposizione a certi farmaci o metalli cbme ferro QUALI SONO I TARGET BIOLOGICI? Lipidi (ac. Grassi insaturi) L, » Alterata funzionalità delle membrane cellulari e del cemento intercorneocitario Proteine Ossidazione di aminoacidi Frammentazioni (scissione ossidativa e deaminazione) Fenomeni di crosslinking e di aggregazione proteica. Reazione con i gruppi sulfidrilici (struttura secondaria e terziaria). << cs CHERATOSI ATTINICA cheratinociti che subiscono alterazioni nella capacità riparativa del danno stesso a livello del DNA non riuscendo più a svolgere le proprie funzioni nel contesto epidermico Si ha disordinato accrescimento focalizzato, che si evidenzia con ipercheratosi anomala desquamante DISPIGMENTAZIONE :». efelidi solari (accumulo di melanina) » lentiggini (aumento di melanociti e melanina) » cheratosi pigmentate (aumento di cheratinociti e di melanina) Derma: » Elastosi » » Collagenosi » Attivazione delle metalloproteasi che allora volta degradano le proteine dermiche » Alterazione della sostanza fondamentale amorfa (acido ialuronico) Rughe più numerose e molto profonde - accentuazione delle pieghe d'espressione ELASTOSI Degenerazione delle fibre elastiche che si manifesta con colore giallo ed irregolarità a ciottolato (cute romboidale) che gli ammassi di fibre elastiche conferiscono alla cute) Le fibre elastiche appaiono: » aumentate di diametro, ma frammentate » aggrovigliate » in fase di degenerazione Nell'invecchiamento cronologico vi è un ispessimento delle fibre collageniche e una perdita delle fibre elastiche verticali COSMESI FUNZIONALE ANTIAGE ESFOLIANTI  Sono sostanze che promuovono l’esfoliazione cutanea quindi significa velocizzare il distacco dei cheratinociti invecchiati e favorire la formazione di nuove cellule alla base dell’epidermide.  La cute trova un’aumentata compattezza e levigatezza e megliora visibilmente l’aspetto diventando più morbida ed elastica in particolare se è foto danneggiata. sono anche chiamati acidi di frutta, poiché li ritroviamo in molti frutti. l'’adapalene è un farmaco retinoide di terza È applicato nel trattamento topico della psoriasi a generazione, usato nel trattamento placche e dell’acne vulgaris. Il tazarotene è anche dell'’acne. usato nel trattamento dell'iperpigmentazione e il trattamento con Adapalene è una buona ipopigmentazione, nonché rughe sottili del vigy e scelta per il trattamento topico dell’acne lentiggini facciali. vulgaris, con alta efficacia e minori effetti collaterali rispetto ad altri retinoidi CO” vo O Adapalene Tipo di Retinoide Usatoin Effetti Retinolo Cosmetici /. Ha un'azione più debole dell Farmaci delicata; inoltre, è utilizzabile in gravidanza. Esteri del Retinolo(retinil palmitato, retinil Cosmetici / Hanno un'azione più debole del retinolo e acetato, retinil linoleato ecc.) Farmaci —sono maggiormente indicati per la pelle sensibile e delicata. Retinaldeide o Retinale Farmaci/ —Ha un'azione più potente del retinolo rìa Cosmetici più debole dell'acido retinoico. Acido retinoico(retin-A, tretinoina, acido —Farmaci Viene utilizzato nella terapia dell'acne, oltre all trans -retinoico) che in trattamenti medici-estetici anti- macchie e antiaging. Isotretinoina Farmaci —Formacisdell’acido retinoico, l’isotretinonina è un farmaco utilizzato principalmente per il trattamento dell'acne cistica; si usa per via topica nelle forme lievi- moderate, per via orale nelle forme più gravi. Adapalene e Tazarotene Farmaci Rallentano il processo di cheratinizzazione e hanno effetti antinfiammatori; usati come farmaci per il trattamento dell'acne. PEELING TIPI DI PEELING Peeling epidermico (quando coinvolge solo l'epidermide) DS Peeling dermo-epidermico superficiale (coinvolge l'epidermide e derma superficiale) Ac. TICLOROACETICO 35-50 %: può in una sola seduta ridurre le cheratosi solari iniziali, le rughe meno profonde, le pigmentazioni epidermiche anomale, le irregolarità di spessore epidermico Peeling dermo-epidermico profondo (coinvolge l'epidermide, derma superficiale e medio) x FENOLO: riduce il numero e la profondità delle rughe NB: tossicità cutanea e sistemica, esiti cicatriziali, iperpigmentazione, superinfezione cutanea NUOVA COSMETICA Molti cosmetici sono stati testaati molto più rispetto ai farmaci, proprio per evitare effetti collaterali. conosciuta come “la mucca pazza”. Ha costituito un enorme problema sia in campo medico che in campo cosmetico, perché bisognava trovare delle alternative a tutto ciò che veniva preso dalla mucca. A maggior ragione, il campo cosmetico si è dovuto orientare verso prodotti di altra origine. In parallelo si è osservato un notevole incremento nell’uso dei derivati vegetali tanto che circa il 10% delle voci riportatenell’inventario europeo degli ingredienti cosmetici è costituito da nomi appartenenti alla sfera del vegetale. molti prodotti che prima venivano gettati, ad oggi si riutilizzano per la difesa dell’ambiente. La cosmetologia moderna intede anche intervenire nei processi biologici atti a mantenere la pelle nelle condizioni estetiche e di salute possibili. Ad oggi, si cerca di intervenire a livello cellulare nela ricerca del cosmetico, che è a cavallo con il dermatologico. Si fanno uso di sostanza che non rientrano perfettamente nella definizione di cosmetico, ma che sono però safe, e che quindi non hanno prodotto alcun problema. questa molecola deriva dalla chitina che è tutta acetilata, può essere deacetilata attraverso la via enzimatica che è molto più green dando luogo appunto a chitosani. COENZIMA Q10 Essendo un forte anti-ossidante, il suo ruolo cosmetico si ritrova soprattutto nelle applicazioni per l’invecchiamento cutaneo in prodotti solari e antirughe. Lo possiamo ritrovare da solo o in associazione con il Tocofenolo. Il coenzima Q10 è poco solubile, quindi molto lipofilo. Se volessimo farlo entrare un po’ in profondità si deve servire di carrier. Molto spesso non vengono presi in considerazione a causa di falsi miti. Gli R possono essere di varia natura, per cui questo dà una serie infinita di siliconi, con caratteristiche differenti. Alta stabilità chimico fisica, per cui non si degradano ad alte temperature. Alto grado di lubrificabilità, negli spray per l’asma ad esempio, è importante che il prodotto deve fuoriuscire dagli ugelli, ed è importante che ci siano dei lubrificanti, per cui ci poossono essere tracce di siliconi. Anche per quanto riguarda la spalmabilità, ci sono alcuni prodotti che richiedono una maggiore scorrevolezza, per cui vengono impiegati tali siliconi. Possono essere utilizzati per tanti motivi a livello di capelli e cute. nei prodotti solari, è importante non solo per la sua proprietà di idrorepellente, ma proprio perché ha la capacità di una maggiore spalmabilità e rendere il prodotto più omogeneo. Nel momento in cui bisogna stendere un prodotto, il ciclosilicone aiuta a stendere il prodotto e poi sparisce. Si usa molto nei deodoranti, serve per fare uscire il deodorante dalla confezione e poi va via. Inglobare un prodotto cosmeticamente attivo, all’interno di un carrier può essere utile. Perché un prodotto cosmetico ha tanti tanti ingredienti al suo interno? Per la stabilitò soprattutto, inoltre perché oltre alla funzione cosmetica che ha, presenta ingredienti per il profumo, la gradevolezza, quindi ingredienti associati a tante funzioni. Molti ingredienti hanno la funzione di stabilizzare ingredienti stessi. Bangham all’inizio li utilizzò per vedere l’interazione tra un farmaco e la cellula. solo nel 1986, vennero utilizzati in cosmetica. se i fosfolipidi sono presenti nella pelle, i liposomi integreranno i fsfolipidi, ma a livello dello strato corneo la quantità di fosfolipidi è molto inferiore rispetto ai ceramidi, per cui molto spesso si mettono insieme miscele di fosfolipidi e ceramidi e si fanno delle vescicole miste. Molto spesso la pubblicità è ingannevole, perché dicono che gli effetti che produce un prodotto sono di gran lunga superiori a quello che è l’effetto reale. VANTAGGI DI USARE LIPOSOMI Quando io pongo sulla superficie il liposoma, questo si fonde, si apre e i costituenti del prodotto vanno più o meno in profondità. I liposomi raggiungono gli strati più profondi dell’epidermide? Si! Ma non ci aspettiamo che vadano chissà quanto in profondità. Stiamo parlando di cosmetici, per cui non voglio che questi abbiano una grande penetrazione, ma mi basta che questi vdano poco più in profondità dello strato corneo. Questi liposomi potrebbero avere vie di accesso come pori della pelle, annessi cutanei, o integrandosi con lo strato intercorneocitario. A seconda di come sono costituiti, i liposomi possono essere o in uno stato di gel, o molto più fluidi e questo dipende dalla temperatura di transizione. Se sono poco flessibili non riescono a raggiungere nulla, e agiscono rilasciando la sostanza in superficie. Se sono flessibili, rilasceranno il principio cosmetologicamente attivo un po’ più in profondità. | liposomi raggiungono gli strati più profondi dell’epidermide ? ® Liposomi in liquid- o gel-state applicati in modo occlusivo non sono stati osservati intatti nelle regioni più profonde dello s.c. ® Strutture vescicolarîsi osservano principalmente negli strati cellulari superiori dello strato corneo probabilmente a causa della funzione barriera danneggiata come risultato del processo di desquamazione, attraverso cui i liposomi allo stato liquido-cristallino riescono a penetrare parzialmente ® Come risultato della loro fluidità essi sono più flessibili e quindi si deformano più facilmente rispetto a quelli che si trovano allo stato gel [N {s{0KXo,t\} COME AGISCONO? ® Azione Idratante e restitutiva prolungata ® Azione anti-ageing (antiox, antirughe) ® Nei capelli azione Condizionante ® Altri impieghi: in creme per il corpo e per il viso, prodotti per la protezione solare, dopobarba, profumi e make-up: attualmente sul mercato sono presenti innumerevoli formulazioni cosmetiche liposomiche. il Q10 inglobato con il liposoma, ha un'azione Liposomi maggiore. Incremento del potenziale antiossidativo del Q10 inglobato nei liposomi Measurement of AOP (anti-oxidative Potential) 19) time: 20 minutes a Rel AOP (%) 100! n Control Qibpee — ROVSOMEGIO