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Prodotti cosmetici appunti, Appunti di Farmacologia

Dobbiamo introdurre alcuni parametri di TENSIOCHIMICA e bisogna prendere in considerazione le interfacce che indicano la superficie di separazioni tra due fasi diverse (come stato fisico). INTERFACCE LIQUIDE quando una delle due fasi è liquida INTERFACCE SOLIDE quando una delle due fasi è solida SUPERFICI quando una delle due fasi è un gas. TENSIONE SUPERFICIALE: riguarda la tensione che si crea all’interfaccia tra una fase liquida o solida e un gas. TENSIONE INTERFACCIALE: tra due fasi liqu

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 06/12/2020

lidiam.
lidiam. 🇮🇹

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Scarica Prodotti cosmetici appunti e più Appunti in PDF di Farmacologia solo su Docsity! LEZIONE 9-03 Dobbiamo introdurre alcuni parametri di TENSIOCHIMICA e bisogna prendere in considerazione le interfacce che indicano la superficie di separazioni tra due fasi diverse (come stato fisico). INTERFACCE LIQUIDE quando una delle due fasi è liquida INTERFACCE SOLIDE quando una delle due fasi è solida SUPERFICI quando una delle due fasi è un gas. TENSIONE SUPERFICIALE: riguarda la tensione che si crea all’interfaccia tra una fase liquida o solida e un gas. TENSIONE INTERFACCIALE: tra due fasi liquide. Prendiamo in considerazione una gocciolina d’acqua, che assume una forma sferica, che si trova a contatto con l’aria per cui sulla superficie della gocciolina si crea un’interfaccia liquido/gas. Le molecole all’interno sono perfettamente equilibrate perché tutte uguali; quelle sulla superficie risentono dell’attrazione delle molecole uguali interne e determina la contrazione della superficie e cerca di dare minor superficie possibile all’interfaccia diversa dando la forma sferica. Se noi volessimo trasformare in film questa gocciolina sferica dovremmo applicare una fora che si oppone all’attrazione interna, vincendola permette di trasformare in un film l’acqua, questa forza è la TENSIONE SUPERFICIALE, indicata con ɣ (gamma)= forza/lunghezza espressa in dine/cm. Per spiegare l’equazione si usa un esempio: un telaio che ha una cera superficie e presenta un lato mobile (AD) di lunghezza L; viene depositata una soluzione di sapone che tende ad occupare tutta l’aerea del telaio; se vogliamo aumentare l’aerea occupata, il che significa superare la tensione interfacciale, devo applicare una forza al lato mobile, che è pari alla tensione interfacciale moltiplicato 2L. 2L perché ho due tensioni superficiali (lato superiore e lato inferiore a contatto con l’aria). Spostando il lato mobile di un tratto ds si compie un Lavoro dW. L’acqua è la sostanza con più alta tensione superficiale. Man mano che la sostanza diventa apolare (vedi tabella) aumenta l’affinità. La bagnabilità si misura attraverso un parametro che è l’angolo di contatto. (le prime due figure nella realtà non esistono, sono situazioni limite) Il meccanismo della DETERGENZA prevede tre fasi: 1. ADSORBIMENTO: abbiamo un substrato, la cheratina, che assume una carica negativa (soprattutto quando è bagnata) che deriva dagli aa che la costituiscono; al di sopra vi è lo sporco, ovvero una sostanza lipidica, con una carica positiva (il che da una ottima adesione alla cheratina). Il tensioattivo tende ad adsorbirsi sul materiale sporco, l’adsorbimento avviene attraverso le code lipofile che sono affini al materiale sporco e si crea uno strato monomolecolare sullo sporco. 2. TRASFERIMENTO DI CARICA: se il tensioattivo è anionico, quindi la testa idrofila è anionica, e avvolge quasi completamente tutto lo sporco e pian piano si stacca dalla superficie cheratinica. Le cariche negative uguali creano una repulsione che favorisce il suo distacco. Quindi i tensioattivi anionici hanno maggior potere detergente. 3. ASPORTAZIONE DELLO SPORCO: lo sporco viene incluso in una micella di tensioattivo, segue quindi l’asportazione meccanica (quella che esercitiamo noi lavandoci con una sugna o quello che è) e la solubilizzazione dello sporco (che passa nella soluzione acquosa). Non ionici che spesso contengono le catene di ossido di etliene. Il parametro HLB stabilito arbitrariamente che va da 0 a 20, andando verso 20 aumenta il grado idrofilo della molecola e quindi si possono distinguere diverse attività dei tensioattivi. La classificazione si fa in base alla testa (positiva/ negativa ecc.): Carbossilati alcalini rappresentati da RCOO- salificato con un METALLO (alcalino) TEA= Trietanolammina Le R che costituiscono i saponi possono variare da 11 a 17 quindi dall’acido grasso C12 che è il LAURICO al C18 che è lo STEARICO. a) Il pH è alcalino perché essendo acidi deboli in acqua si idrolizzano, un pH che altera quello della pelle. b) Posso formare un precipitato che si deposita su pelle e capelli. SOPNI MODIFICATI: I tensioattivi che hanno più potere detergente hanno come catene alchiliche una catena C12 derivata dall’acido laurico. L’olio di cocco è particolarmente ricco di acido laurico e viene utilizzato più per l’ottenimento di altre materie prima che come fase oleosa. La catena C12 può assumere una conformazione ad elica che può interagire meglio con il substrato. ACILGLUTAMMATI: derivati di aa, sono sempre tensioattivi naturali che sono da preferire perché più tollerati dalla nostra pelle. L’ACIDO GLUTAMMICO è caratterizzato dall’avere due gruppi carbossilici, uno salificato e l’altro come COOH (forma acida); il gruppo amminico viene acilato con COR (o acido laurico, coccoil da olio di cocco e acido stearico). ALCOILSARCOSINATI: derivano dalla N-metil glicina (sarcosina). Tensioattivi più sintetici: SOLFOSUCCINATI: hanno un’azione più delicata sulla pelle; derivati dell’acido succinico, acido bicarbossilico in cui uno dei carbossili è stato esterificato con l’alcol C12 in più la testa idrofila è caratterizzata dal carbossile libero dell’acido succinico + un radicale solfonico che rafforza la potenza della testa idrofila. SOLFONATI: il gruppo SO3 - che è legato direttamente ad un raggruppamento alchilico o arilico. Sono il gruppo meno usato tra gli anionici, perché un po’ irritanti SOLFATI: sono quelli più usati, hanno le proprietà più elevate sia in termini di attività detergente che schiumogena, oltre ad una forte azione delipidificante ma tranquillamente ammessi. Negli Alchileteresolfati tra la catena alchilica e il gruppo solfato troviamo una catena di OSSIDO DI ETILENE (O-CH2-CH2)n che conferiscono una maggiore idrofilia e n (in n. di moli) può variare da 1 a 8 (in realtà da 2 a 4). Da studi è venuto fuori che il LAURIL ETERESOLFATO anche se etossilato risulta essere meno irritante del SODIO LAURILSOLFATO. CATIONICI: la testa cationica è l’AZOTO al quale sono legati quattro gruppi alchilici. Il contro ione potrebbe essere un Alogenuro, Solfato o Fosfato. I tensioattivi cationici non sono detergenti ma vengono usati per altro, hanno delle proprietà condizionanti: si legano alla cheratina per variarne le caratteristiche (renderla più morbida, districare i capelli ecc.) ANFOTERI: la testa idrofila ha sia un raggruppamento positivo che negativo. Il positivo è costituito da un AZOTO QUATERNARIO. Il negativo da un CARBOSSILE o un SOLFONICO. Un gruppo importante tra gli anfoteri sono le BETAINE, da cui possiamo distinguere: le ALCHILBETAINE, con un gruppo carbossilico e le SOLFOBETAINE, con un gruppo solfonico