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Psicologia Clinica - Unikore, Appunti di Psicologia Clinica

Punti chiave e possibili domande - prof. Iacolino. A.A. 2017 / 2018

Tipologia: Appunti

2016/2017
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Caricato il 02/12/2017

ferio83
ferio83 🇮🇹

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Scarica Psicologia Clinica - Unikore e più Appunti in PDF di Psicologia Clinica solo su Docsity! Punti chiave di psicologia clinica (prof. Iacolino) – A.A. 2017/18 Manuale • Definizioni ◦ Approccio clinico ▪ fa riferimento alla malattia e al fatto di dare aiuto ricorrendo a conoscenze e metodi psicologici. ▪ Nella storia della medicina l'approccio clinico ha dato centralità all'osservazione del letto del malato ▪ Privilegia l'osservazione diretta alla teoria ▪ Osservazione prolungata e minuziosa ◦ Psicologia clinica ▪ Integra scienza, teoria e pratica al fine di capire, predire ed alleviare disadattamento, disablità e disagio. ▪ Promuove l'adattamento umano e lo sviluppo personale • Capitolo 1: esame psicodiagnostico ◦ Complesso processo di raccolta, analisi ed elaborazione di informazioni ◦ Lo psicologo necessita di un'ampia gamma di ricerche per restringere le ipotesi ed identificare il caso in questione. ◦ E' un processo attivo simile ad un processo di problem-solving. ◦ E' più di una semplice diagnosi in quanto opera nell'ottica dell'approfondimento e dell'analisi del singolo caso. ◦ Psicologo ▪ elaboratore di informazioni ▪ genera ipotesi secondo la logica ipotetico deduttiva. • Colloquio clinico ◦ Analizza il problema che porta il paziente a rivolgersi ad uno psicologo ◦ Ricerca attiva delle coordinate che danno un senso psicologico a quanto il paziente propone. ◦ Fasi 1. Esplora il sistema cognitivo-verbale: ciò che il paziente pensa e dice di sé. 2. Osservazione del comportamento del paziente in una situazione data 3. Analisi delle variabili di relazione tra paziente e psicologo. ◦ Finalità 1. esame del problema del paziente 2. stabilire una relazione di fiducia e collaborazione tra paziente e psicologo • Il modello multidimensionale ◦ Le informazioni tra paziente e psicologo sono suddivise il classi a seconda del canale dal quale provengono. ▪ Classe1: canale verbale • Informazioni soggettive • Variano a seconda del contesto e relazioni interpersonali ▪ Classe2: info provenienti dall'osservazione diretta del comportamento della persona • Influenzate da variabili riguardanti il contesto, la soggettività, le relazioni, l'osservatore. ▪ Classe 3: registrazioni strumentali delle variabili psicofisiologiche dell'individuo ◦ Tali info non sono interscambiabili ma colgono diverse angolature di una realtà unitaria. • Assessment psicofisiologico ◦ Valuta le risposte psicofisiologiche del sistema della persona in esame. ◦ Lo psicologo registra per un tempo (tra 20 e 45 min) alcuni indici, per es. : ▪ L’attività mioelettrica, che è indicativa del livello di tensione muscolare; è rilevata in genere sulla superficie del muscolo frontale, come attività elettromiografica (EMG) in microVolt; ▪ La frequenza cardiaca, rilevata con un cardiotacometro in battiti per minuti; ▪ La frequenza respiratoria, cioè il numero di cicli inspiratori ed espiratori per minuto; ▪ La temperatura periferica cutanea, rilevata mediante un termistore collocato sul palmo o su un dito della mano; ◦ “Macchina della verità” usata in sede giudiziaria, la quale valuta alcuni indici psicofisiologici. ◦ Profilo psicofisiologico: valutazione della risposta psicofisiologica della persona in base a contesti strutturati. ▪ Stimoli: • stimoli immaginativi; in questo caso il soggetto è invitato a visualizzare immaginativamente una situazione o un scena di particolare significato emotivo concordata in precedenza; • stimoli filmici; in questo caso il soggetto è invitato ad osservare un filmato che presenta scene di particolare valenza emotiva. ◦ Osservazione ▪ Oss. Naturalistica: quando ha luogo in un ambiente naturale dove si verifica spontaneamente un comportamento preso in esame. ▪ Reattività del comportamento: si ha quando la persona osservata cambia il comportamento a causa appunto di tale osservazione. ▪ Si osserva in “periodi di osservazione”. ▪ Si creano nuove griglie d'osservazione attraverso il sapere accademico. ▪ Automonitoraggio • tecnica intermedia tra valutazione soggettiva ed osservazione • es. fumatore: il soggetto doveva scrivere su un quaderno a che ora accendeva la sigaretta e quante volte lo faceva. • L'osservazione di un comportamento monitorato porta alla sua graduale riduzione • Interviste strutturate ◦ Via di mezzo tra l'autovalutazione e l'osservazione diretta. ◦ Colloquio clinico con domande prestabilite ◦ A differenza del colloquio clinico: ▪ valuta un determinato costrutto assegnando un punteggio o una classificazione. ▪ Ci si aspetta che un secondo intervistatore ottenga le medesime risposte. • Bambini DSA e con disturbi di coordinazione motoria ◦ DSA: dislessia, disgrafia, discalculia dovuti a fattori interni ◦ Tra i disturbi di comunicazione si evidenzia il disturbo del linguaggio che può precedere un disturbo all'apprendimento. ◦ Esempio: le balbuzie ▪ Disagio comunicativo ▪ Disagio emotivo ▪ Fattori fisiologici e/o presenza dello stesso disturbo nei genitori • Ritardo mentale ◦ Si estende a quasi tutti gli aspetti del funzionamento mentale e dell'apprendimento. ◦ Stima del QI al di sotto di 70. ◦ Il problema di adattamento viene esplicitato dalla difficoltà di affrontare situazioni quotidiane. ◦ Possibilità di presenza di altri handicap, fisici o mentali che aggravano la situazione del bambino. ◦ Le cause sono di natura sia biologica che ambientale ◦ Es. sindome di Down, derivata dall'alterazione del cromosoma 21: disturbi del linguaggio. • Disturbi generalizzati dello sviluppo ◦ Gruppo di problematiche tra le quali l'autismo. ◦ Gravi deficit che comprendono diverse aree cognitive, specialmente quelle comunicative. ◦ Autismo: ▪ Disturbo non frequente ma molto grave ▪ Compresenza di tratti artistici ▪ La natura dell'autismo evidenzia problematiche relazionali o cognitive. ▪ Bettleheim sostiene che nel bambino autistico ha un ruolo decisivo la presenza affettiva dei genitori, ma ha poco seguito dal punto di vista scientifico. ◦ Sindrome di Asperger: ▪ Meno problemi d'autonomia personale, nel linguaggio e comunicazione rispetto all'autismo ◦ Disturbo di Rett ▪ Degenerazione progressiva delle competenze precedentemente acquisite. • Altri disturbi ◦ Disturbi della nutrizione ▪ Prima infanzia ▪ Ingestione di sostanze non commestibili ▪ Rigurgito di cibo ▪ Mancanza di appetito e quindi di cibarsi ◦ Disturbi dell'alimentazione ▪ Anoressia nervosa (ingestione scarsa di cibo) ▪ Bulimia nervosa (eccessiva ingestione di cibo). ▪ Compaiono tra i 14 e 18 anni, specialmente nelle ragazze. ◦ Disturbi d'ansia e depressione ▪ Paure durante lo sviluppo: • ansia di separazione dalla mamma • animali e buio • fantasmi, mostri, suoni strani durante la notte • timore di essere attaccati, catastrofi • adolescenza: paura di non essere accettati dagli altri ▪ Disturbi d'ansia: • generalizzato: eccessiva ansia ingiustificata • ossessivo-compulsivo: ossessioni o pulsioni ripetitive • ansia da separazione: attaccamento eccessivo alla casa/famiglia • fobia per la scuola: ansia da separazione specifica nel contesto scolastico. • Capitolo 3: psicopatologia dell'adulto ◦ Manuale DSM- IV: ▪ suddivide i disturbi mentali sulla base di criteri con caratteristiche descrittive. ▪ Si basa su una vasta scala empirica ▪ E' ateoretico (non abbraccia una teoria in particolare) ▪ Non vi sono differenze ad oggi tra DSM IV e ICD 10 dell'organizzazione mondiale della sanità. ◦ Disturbi d'ansia ▪ Ansia • Non è necessariamente un fattore negativo, serve anche a riconoscere un pericolo • L'eccessiva ansiosità in situazioni non di pericolo costituisce uno status problematico. • Ansia: anticipazione apprensiva di un pericolo ▪ Preoccupazione • Sana: processo cognitivo involontario che provoca una sensazione di disagio, il quale aiuta a prendere decisioni • Non sana: se di dimensioni eccessive diventa parassitaria e rallenta la capacità di risoluzione dei problemi. ▪ Attachi di panico • Manifestazione d'ansia intensa • Esempi di sintomi ◦ Tachicardia ◦ Sudorazione ◦ Tremori ◦ Nausea ◦ Paura di perdere il controllo • Il disturbo di panico ◦ è dato da attacchi di panico frequenti nel tempo, la cui preoccupazione genera altri attacchi. ◦ Più frequente nel sesso femminile ◦ Possibilità di ipersensibilà / paura nelle situazioni / luoghi dove sono avvenuti precedentemente gli attacchi. ▪ Fobie • Agorafobia: ansia relativa a luoghi dove sia difficile allontanarsi o ricevere aiuto • Fobia specifica: paura marcata e persistente (es. paura dei cani) • Fobia sociale: paura marcata e persistente in situazioni sociali (es. sentirsi inadeguati nei confronti di persone estranee) ▪ Disturbi da stress estremo • causati da eventi traumatici estremi, lesioni fisiche, pericolo di morte. • In passato veniva chiamato trauma. • Può provocare insensiblità, distacco, depersonalizzazione. • Amnesia emozionale: distacco dal mondo circostante dopo l'evento traumatico. ▪ Disturbo ossessivo-compulsivo • Ossessioni: pensieri persistenti che causano ansia o disagio marcato. • Compulsioni: comportamenti ingiustificati ripetuti (es. ripetere mentalmente delle parole). ▪ Disturbi dell'umore • Episodio depressivo maggiore: fatto transitorio (dura almeno 2 settimane) che causa disagio e compromette il funzionamento sociale. • Alcuni sintomi: ◦ Umore depresso ◦ Diminuzione del piacere di qualsiasi attività ◦ Perdita / aumento di peso e dell'appetito ◦ Insonnia • Episodio maniacale: periodo di alterazione grave dell'umore (almeno 1 settimana) con i seguenti sintomi: ◦ Diminuito bisogno di sonno ◦ Maggiore loquacità del solito ◦ Distraibilità • Episodio ipomaniacale: manifestazione meno grave che non compromette il funzionamento sociale (dura 4 giorni circa). • Episodio misto: periodo di rapide alternanze di umore (episodio depressivo maggiore / maniacale) ▪ Disturbi dell'alimentazione • Anoressia nervosa ◦ tipico nelle ragazze adolescenti ◦ può manifestarsi come una completa remissione o un'evoluzione cronica nel tempo. ◦ Il soggetto si rifiuta di mantenere il peso al di sopra del peso consigliato in rapporto all'altezza / costituzione ◦ Crisi bulimica: ingestione esagerata di cibo in un breve lasso di tempo ◦ Bulimia nervosa: abbuffate nervose e utilizzo di metodi per prevenire l'aumento di peso (es. auto induzione al vomito). ▪ Disturbi sessuali e dell'identità di genere • Parafilie ◦ Fantasie, impulsi o comportamenti eccitanti ◦ Interventi psicologici per l'anziano ▪ Sono distinti in casi psicopatologici e in casi più generali di senilità. ▪ tendenza a sottovalutare le problematiche dell'anziano ▪ psicoterapia, la quale deve tener conto delle limitate capacità di comprensione dell'anziano affetto da demenza (per es.). ▪ Certi studiosi considerano l'età senile come periodo di potenziali cambiamenti positivi (successful aging), periodo nel quale vi è una perdita delle abilità considerate superflue ed il potenziamento delle abilità essenziali. ▪ L'anziano ha più tempo per curare i rapporti affettivi e dedicarsi a sé (hobby, attività fisica, pet terapy) • Capitolo 5: psicosomatica e psicologia della salute ◦ Lo stress ▪ Stress = letteralmente “pressione”, è una reazione da parte dell'organismo. ▪ Stressor = evento stressante, causa dello stress. ▪ Sindrome generale di adattamento • descrive la risposta dell'organismo ad eventi stressanti • Fase 1, di allarme: viene attivato il sistema nervoso autonomo • Fase 2, di resistenza: l'organismo si adatta allo stress ma se è troppo intenso si possono avere ulcere e problemi gastrointestinali. • Fase 3, di esaurimento: caso in cui lo stress permare e può causare danni irreversibili e morte. ▪ Lazarus descrive 2 strategie di reazione: • focalizzate sul problema: reazione individuale di risoluzione del problema • focalizzate sull'emozione: la persona si sforza di ridurre le reazioni emotive negative ▪ Coping: l'intero processo di reazione e fronteggiamento dello stress. ◦ Stress e malattia ▪ Le ricerche sullo stress si limitano a sperimentazioni sugli animali. ▪ Esiste una correlazione tra stress e malattia ma non è stato dimostrato il perchè. ▪ Ipotesi • Teoria della debolezza somatica: lo stress è più incisivo sugli organismi deboli • Teoria della relazione specifica: esistono forti differenze individuali nella reazione del sistema nervoso autonomo, quindi la risposta allo stress è soggettiva. • Teorie psicoanalitiche: la manifestazione psicofisiologica deriva da problematiche psicologiche legate al disturbo. • Quarta teoria: il legame tra stress è malattia è di natura indiretta, influenzato dallo stile di vita. ◦ Ruolo di malato e comportamento della malattia ▪ Ruolo di malato: l'individuo deve riconoscere lo stato indesiderato di malattia e cooperare affinchè si riacquisti la salute al più presto possibile attraverso le strutture sanitarie e professionali adeguate. ▪ Comportamento di malattia: insieme dei comportamenti che l'individuo manifesta e che indicano lo status di malattia. (es. zoppicare, farmaci assunti) ◦ Principali sindromi psicosomatiche ▪ Alessitimia: incapacità di usare parole appropriate per esprimere emozioni. ▪ Fobia di malattia: paura ingiustificata di aver contratto una malattia. Si esprime sotto forma di attacchi. ▪ Tanatofobia: paura di morire e di avvenimenti legati alla morte (funerali). ▪ Ansia per la salute: preoccupazione generalizzata relativa alla malattia. ▪ Negazione di malattia: negazione persistente di soffrire di una determinata malattia e rifiuto di curarsi. ◦ Gestione dello stress e terapie psicofisiologiche ▪ Si parla di gestione dello stress perchè l'obiettivo è la riduzione e non l'eliminazione dello stesso. ▪ Due categorie di soluzioni • Prendere decisioni importanti, allontanarsi da situazioni stressanti • Ristrutturazione cognitiva: cambiare modo di vedere le cose ▪ Tecniche focalizzate alla riduzione del lv di attivazione dello stress e conseguente capacità di rilassamento profondo. (riduzione della pressione sanguigna, del battito cardiaco, della frequenza respiratoria, ecc..) ▪ Tecniche di rilassamento • Rilassamento muscolare progressivo: sequenza ordinata di esercizi di contrazione e rilassamento dei gruppi muscolari. • Training autogeno: produzione di sensazioni di calore e pesantezza e di freschezza in determinate parti del corpo guidati dal trainer nella visualizzazione. Nella seconda fase vi sono determinati esercizi meditativi che mirano a risolvere particolari sintomi psicofisiologici. • Ipnosi: alterazione dello status neurofisiologico e di coscienza, nel totale rilassamento. In questo stato è possibile una destrutturazione dei sistemi mentali, percorso guidato dal terapeuta. ◦ Medicina comportamentale ▪ è il campo di studio interdisciplinare che si occupa dello sviluppo e dell’integrazione delle scienze e delle tecniche biomediche e comportamentali rilevanti per la salute e la malattia. ▪ Es. insonnia primaria • fatica ad iniziare il sonno • fatica a mantenere il sonno • sonno non ristoratore ▪ Interventi: • Varie tecniche di rilassamento • Interventi che modificano i comportamenti quotidiani riguardanti il sonno o il suo ambiente. • Interventi su pensieri, convinzioni, abitudini, paure, ansie. ◦ Dalla malattia alla salute ▪ OMS: diritto alla salute fondamentale ed inalienabile. ▪ Qualità della vita: è una percezione soggettiva ed è rispecchiata da una valutazione soggettiva. • salute fisica della persona • il suo stato psicologico • il grado di autonomia e le relazioni sociali • le convinzioni ed i valori personali. ▪ Psicologia della salute :insieme di contributi della psicologia alla promozione e mantenimento della salute, alla prevenzione e trattamento della malattia. • Pone l’accento più sulla prevenzione che sul trattamento; • Ha come oggetto di studio sia il comportamento sano sia il comportamento malato; • è attenta più alla salute fisica che alla salute mentale e privilegia le malattie di maggior impatto sociale; • è interessata alla “salutogenesi” piuttosto che alla patogenesi (Bertini 1988). • Capitolo 6: Psicoterapia ◦ Definizione ▪ si intende ogni trattamento di disturbi mentali che utilizzi mezzi psicologici. I metodi fanno parte di una specifica famiglia la quale discende da un modello teorico che indica la formazione della patologia ed i possibili interventi. ◦ Caratteristiche comuni e diversi tipi di psicoterapia ▪ Caratteristiche comuni • relazione tra paziente e psicoterapeuta e un'alleanza a beneficio del paziente. • Un luogo specifico e sicuro nel quale tutto ciò che avviene è confidenziale • Proposta di nuovi punti di vista da parte del terapeuta • Insieme di tecniche e procedure utilizzate dal terapeuta ▪ Relazione terapeutica • Rispetto della riservatezza delle info • accettazione e assenza di giudizio del paziente • assenza di interesse personale da parte del terapeuta ▪ Vi sono diverse opinioni sull'importanza della relazione tra paziente e terapeuta, definendola necessaria e sufficiente e viceversa. • Un intervento terapeutico ha le seguenti finalità: ◦ far fronte ad una situazione di crisi o emergenza ◦ far fronte alla situazione psicopatologica in atto e ai sintomi connessi ◦ prevenire le possibili ricadute ◦ promuovere la crescita personale mediante il cambiamento di aspetti strutturali della persona. ▪ Psicoterapia breve: 20-50 sedute (1 anno max). ◦ Psicoanalisi ▪ metodo terapeutico per il trattamento di disturbi nevrotici, creata da Sigmund Freud ▪ serie di conoscenze psicologiche che convergono in una nuova disciplina ▪ Inconscio • contiene processi esclusi dalla coscienza (sogni, lapsus) • i sintomi psicopatologici esprimono la presenza di conflitti inconsci ▪ Analisi • funzione esplorativa della psicoterapia • ripercorre la storia personale facendo emergere ed elaborando rappresentazioni inconsce presenti nella vita del paziente. Secondo libro: regolazione affettiva e mentalizzazione • Capitolo 3: La teoria del bio-feedback sociale del rispecchiamento affettivo: lo sviluppo della consapevolezza emozionale e del controllo del sé nell’infanzia ◦ 3.1 : lo sviluppo emozionale nella prospettiva della teoria della mente ▪ Intenzionalità (Dennet): strategia adattiva di attribuire stati mentali agli altri, importante per prevedere il comportamento altrui. ▪ Teoria della mente: attribuzione di stati mentali agli altri e a sé stessi. ▪ Fine del primo anno di vita • gesto indicativo • orientamento dello sguardo • riferimento sociale ▪ Comprendendo l'emozione e attribuendola come stato mentale altrui, è possibile prevedere il comportamento futuro del soggetto. ▪ Le emozioni sono tra i primi stati mentali che i bambini attribuiscono alle menti. ◦ 3.2 : la teoria del biofeedback e del rispecchiamento sociale ▪ Meltzoff e Gopnick • esistono meccanismi innati che permettono al bb di attribuire stati mentali agli altri. • Il bb imita le espressioni facciali • quando avviene ciò, si attiva un'emozione corrispondente a livello corporeo. • Collegamento tra espressione dell' emozione e la sensazione specifica avvertita dal corpo. ▪ Michaelson sostiene che gli stati interni e i comportamenti affettivi non sono connessi. ◦ 3.3 : la sensibilità iniziale agli stimoli interni ed esterni ▪ Il contenuto dell'emozione non è accessibile dalla nascita ▪ Esso è appreso per imitazione degli altri ▪ Il bb nei primi mesi di vita è più sensibile agli stimoli esterocettivi (proveniente dall'esterno) che introcettivi. ▪ Il genitore aiuta il bb ad essere consapevole delle proprie emozioni ◦ 3.4 : lo sviluppo emozionale nel primo anno di vita ▪ Emozioni innate: gioia, rabbia, paura, tristezza, sorpresa.... ▪ Prospettiva bio psico sociale • la madre gioca un ruolo vitale nella regolazione degli stati affettivi del bb • il bb esterna istintivamente i suoi stati affettivi a lv comportamentale • il caregiver dovrebbe sintonizzarsi con esse e modulare lo stato affettivo del bb • Il comportamento imitativo del bb nei confronti della madre genera più sorrisi e vocalizzi. • Espressioni tristi dei bb provocano una simile reazione nelle loro madri. ▪ Il rispecchiamento materno è un'importante fattore nello sviluppo precoce emotivo e della personalità. ▪ Il bb verso la fine del primo anno ha • competenze comunicative nuove • inizio dell'attribuzione di stati emozionali • i bb tende a valutare l'espressione facciale del genitore e regolare il proprio comportamento in base ad essa. ◦ 3.5 - i lv delle rappresentazioni degli stati del sé: processi automatici e volontari ▪ I processi automatici • strutture di organizzazione del comportamento geneticamente predeterminate o prodotte da un appredimento ripetuto. • L'informazione è rappresentata a lv implicito (non mentalmente cosciente). • Es. emozioni primarie dei bb ▪ I processi deliberati o controllati • operazioni volontarie e coscienti • flessibili e modificabili • sono governati da scopi cognitivi e possono imporsi agli automatismi • Es. il caregiver aiuta il bb nella creazione di strutture di controllo emotivo ◦ 3.6: il modello del bio-feedback sociale del rispecchiamento affettivo genitoriale. ▪ Il bb nel primo anno di vita non ha accesso diretto ai propri stati emotivi interni. ▪ Il bb è portato ad esprimere i cambiamenti dei suoi stati interni mentre la madre (caregiver) è portata a rispecchiarli. ▪ Il rispecchiamento ha un ruolo fondamentale nell'interiorizzazione dello stato emotivo, permettendo al bb di diventare sempre più sensibile a tali stati. ▪ Il meccanismo di detenzione della contingenza • riguarda la relazione tra azioni ed esiti e funziona secondo due indici ◦ indice di sufficienza = riguarda la probabilità di un certo esito dopo un'azione ◦ indice di sufficienza = riguarda la probabilità che un certo esito sia stato preceduto da un'azione • Es. il genitore che non prende sempre in braccio il bb quando piange, riducendo l'indice di sufficienza nella mente del bb. • Watson: se i due indici sono diseguali, il bb non è in grado di avere controllo sull'esito. • Le funzioni evolutive della detenzione della contingenza ◦ Differenziazione del sé: il bb impara ad identificarsi distinguendo il sé dal mondo esterno. ◦ Orientamento verso gli oggetti sociali: Watson sostiene che a 3 mesi il bb comincia a rivolgersi verso l'esplorazione, cogliendo elementi esterni nella sua percezione. • Quando il genitore è empatico l'indice di necessità è maggiore di quello di sufficienza e quindi il bb ridurrà la frequenza e l'intensità della propria reazione emotiva. • Le madri sono portate a marcare le proprie manifestazione di rispecchiamento (manifestazione esagerata). • Sdoppiamento referenziale: a causa della marcatura viene inibita l'attribuzione dell'emozione percepita. • Ancoraggio referenziale: attribuzione di un referente al quale attribuire l'emozione. • Il bb può dunque sperimentare manifestazioni emotive nella loro forma realistica o marcata. ◦ 3.7 la sintonizzazione affettiva dal punto di vista della teoria del bio-feedabck sociale ▪ Stern: • il rispecchiamento affettivo ha un'influenza significativa sullo sviluppo del sé e sull'autoregolazione affettiva del bb. • Prima dei 9 mesi il caregiver fornisce una semplice replica imitativa • dopo i 9 mesi avviene la sintonizzazione affettiva, ovvero l'essere partecipe dell'esperienza affettiva interna del bb. • Es. la madre può utilizzare il canale vocale per esprimere la sua sintonizzazione con l'esperienza interiore del bb. • Il bb ha consapevolezza degli stati interni anche nelle fasi iniziali della sua vita. • La condivisione dello stato interno è una funzione primaria, rispetto al bio- feedback sociale. ▪ Ipotesi “proprio come me” di Meltzoff e Gopnick: • Il neonato presenta un'abilità inata a imitare alcune espressioni facciali degli adulti. • I movimenti del caregiver catturano l'attenzione del bb perchè vengono percepite molto simili ai propri. • Questa esperienza determina la loro preferenza del modello adulto da imitare. ▪ Nello sviluppo normale (modello biofeedback sociale) il caregiver modula l'affetto del bb procudendo manifestazioni marcate di rispecchiamento emotivo. Grazie a ciò l'affetto espresso dal bb verrà sdoppiato dal genitore, quindi il bb riuscità a creare una rappresentazione cosciente dell'emozione. ◦ Stili devianti di rispecchiamento: ▪ assenza di marcatura → la madre reagisce all'espressione emotiva in maniera realistica e ne viene sopraffatta → non vi sarà ancoraggio della manifestazione emotiva. ▪ Mancanza della congruenza categoriale → rispecchiamento marcato ma distorto dal punto di vista della categoria emozionale → ancoraggio incongruo dal punto di vista emotivo. ◦ Quattro funzioni evolutive del rispecchiamento genitoriale: ▪ Funzione di costruzione della rappresentazione → il bb stabilità delle rappresentazioni secondarie (cosciente) che verranno associate con gli stati affettivi primari (inconsci). Il bb può ragionare sui suoi stati emozionali. ▪ Funzione di regolazione delle emozioni → il bb ridurrà i propri comportamenti di espressione delle emozioni negative, riuscendo a regolarle. ▪ Funzione comunicativa e di mentalizzazione → il bb internalizza le rappresentazioni secondarie marcate e quindi acquisisce il codice comunicativo generalizzato di tali espressioni. Questo creerà una nuova modalità di comunicazione degli stati affettivi: la mondalità del “far finta”. Normativa italiana sull'intervento psicologico in situazioni di emergenza • Premessa a seguito di una catastrofe: ◦ associazione trauma fisico e psichico ◦ reazioni emotive abnormi ◦ reazioni nevrotiche ◦ reazioni psicotiche gravi e confusionali • Misure preventive e in fase di emergenza ◦ attenuare la paura di un possibile evento catastrofico riducendo tale eventualità ad ignota ed imprevedibile. ◦ Porre attenzione alla fase di pre-allarme con l'obiettivo di creare delle attività di preparazione al pericolo ◦ In fase di emergenza dare info immediate per evitare affollamenti e ridurre il panico. Va organizzata l'evacuazione e occorre sedare le persone in preda a stati di agitazione. ◦ Strutture mobili di psicologia le quali fungono da base logistica per gli interventi. • Per fronteggiare i bisogni psicosociali sono stati adottati i seguenti criteri di massima: ◦ Equipe psicolosociale per le emergenze: supporto psicologico ◦ Obiettivi: sopravvivenza fisica e tutela psichica ◦ Destinatari degli interventi: vittime degli eventi, i testimoni, i familiari delle vittime. ◦ Contesti di intervento: gravi incidenti stradali, disastri aerei, terromoti.... ◦ Interventi a medio termine: ▪ misure sanitarie di primo soccorso ▪ ripristino delle reti di supporto sociale ▪ creazione di reti sociali alternative ◦ Formazione: una parte dello stress da emergenza può essere attenuato da un'adeguata formazione. ◦ Triage: insieme dei criteri su cui l'operatore si basa per classificare i soggetti in classi di priorità e per indiciare il tipo di invito del paziente alle strutture sanitarie Psicologia dell'emergenza, stato dell'arte ▪ Fondamenti teorico-metodologici della psicologia dell'emergenza: • Pianificazione degli interventi: ◦ studio dei rischi ◦ attività di prevenzione (redazione di un piano di emergenza) ◦ attività di soccorso (assistenza alle persone coinvolte) • Molteplicità degli scenari: ◦ Eventi naturali (eruzioni, terremoti) ◦ Eventi antropici (atti terroristici, errori tecnologici) ◦ Eventi antropico-naturali (tragedie in seguito a disboscamenti, frane) Peculiarità e finalità specifiche nell'intervento di assistenza psicologica nelle emergenze collettive • Interventi psicologici rivolti a persone che reagiscono con moderazione e a chi è a rischio di shock. • E' importante l'identificazione degli individui a rischio di problemi a lungo termine. • Trattamento degli individui che presentano sindromi psicologhice preesistenti. • Il contesto sarà poco tranquillo e ci sarà poco tempo da dedicare ad ogni paziente. • E' necessaria una buona capacità empatica in modo che si entri subito in relazione. Articolazione dell'intervento in base alle fasi dell'evento • 3 fasi ◦ Emergenza ◦ Post emergenza ◦ Ristabilizzazione • Tipologia di interventi in psicologia dell'emergenza ◦ Interventi terapeutici: riducono la sofferenza e la malattia psichica individuale ◦ Interventi psicosociali: rivolti ad una comunità colpita da calamità. Lo scopo è la ricostruzione del benessere possibile, riducendo la sofferenza psicologica. ◦ Interventi psicoeducativi: tendono a fornire informazioni che consentono di migliorare lo status della vittima. ◦ Interventi di formazione: rivolti al personale facilitante nelle situazioni di rischio e anche ai cittadini nelle fasi di non emergenza. Tutela della salute psicoficia del soccorritore • Il soccorritore è tra le figure maggiormente a rischio di sviluppare disordini psichici nelle situazioni di emergenza. • L'azione di soccorso è soggetta ad una continua situazione psico-traumatica. • Psicologia dell'emergenza individuale, rivolta a: ◦ persone che subiscono direttamente un evento traumatico ◦ persone che assistono all'evento traumatico ◦ persone che vengono a conoscenza di eventi gravi occorsi a persone care. ◦ Ambiti principali in cui possiamo riunire gli eventi traumatici individuali ▪ Gravi eventi esistenziali (aggressioni gravi fisiche e psichiche, stupri, ecc..) ▪ Gravi situazioni cliniche (venire a conoscenza della morte di una persona cara) ◦ Obiettivo: ripristinare il modo di sentire, pensare ed agire della singola persona. • Psicologia dell'emergenza: ◦ Individuale: primi soccorsi sanitari ◦ Collettiva: grandi organizzazioni internazionali ◦ Consiste nel prendersi cura delle persone che attraversano un evento drammatico con rischio di vita personale. Capitolo 2: il primo colloquio in emergenza • Il colloquio ◦ è uno dei principali strumenti dello psicologo ◦ intervenire nella prima fase di codifica e immagazzinamento dell'esperienza dà la possibilità di operare nell'esperienza soggettiva prima che i contenuti traumatici siano dimenticati ◦ un'adeguata formazione clinica è una condizione determinante per l'efficacia dell'intervento. ◦ Obiettivi: stabilizzare e prevenire altri micro o macro traumi. ◦ Elementi chiave: ▪ autopresentazione iniziale ▪ relazione di fiducia ▪ indirizzare verso uno spazio di fiducia e cura di sé ▪ curare l'accoglienza ▪ agevolare i ricongiungimenti familiari. ◦ Intervento breve in acuto: il riequilibrio funzionale ▪ aiutare la vittima a ripristinare uno stato di coscienza adattivo (essere in relazione con sé e gli altri) ▪ Lo stress da evento traumatico porta a • reazioni di attacco • reazioni di fuga • reazioni di congelamento • morte apparente ▪ Utilizzare semplici pratiche di riequilibrio funzionale per ridurre gli indici di stress. ▪ Attraverso il contatto e movimento è possibile portare la vittima in relazione con il momento presente e con se stessa. • Valutazione psichica post evento traumatico ◦ Gli elementi diagnostici da rilevare indicano il livello di assistenza da erogare. ◦ Si pone molta attenzione alle espressioni fisiche ed emotive. ◦ Un'indagine dettagliata non è necessaria e potrebbe essere invasiva. ◦ La persona vittima di un trauma ha necessità di essere accolta ed informata. ◦ I 4 aspetti fondamentali del colloquio: ▪ Accoglienza ▪ Intervento ben acuto (riequilibrio funzionale) ▪ Valutazione psichica post evento traumatico ▪ Info sul trauma e inserimento della vittima nella rete di assistenza sociosanitaria emergenziale. Capitolo 3: il triage psicologico nelle grandi emergenze • Triage: ◦ significa letteralmente “operare una scelta” ◦ in epoca napoleonica venivano soccorsi prima i feriti meno gravi, oggi avviene l'esatto contrario. ◦ E' una procedura di valutazione delle condizioni cliniche di un gruppo di pazienti per determinare le rispettive priorità di trattamento. • In Italia nel 1996 vennore emanate le linee guida per il sistema emergenza-urgenza. • La funzione del triage è di primo momento di assistenza, accoglienza e valutazione. • In nessun caso il triage sostituisce l'intervento. • Fasi del triage psicologico: ◦ Accoglienza ◦ Riconoscimento dei sintomi ◦ Attribuzione del codice di priorità • Differenza tra triage psicologico, screening e psicodiagnosi ◦ Il triage concentra l'azione clinica su chi ha più urgenza di essere trattato. ◦ E' importante identificare la dimensione evolutiva del quadro clinico del paziente. ◦ La psicodiagnostica individua i meccanismi di funzionamento psichico e interviene di conseguenza. ◦ Screening