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Psicologia generale - Anolli e Legrenzi, Sintesi del corso di Psicologia Generale

Riassunto capitolo per capitolo del testo

Tipologia: Sintesi del corso

2015/2016

Caricato il 05/07/2023

Filosofia...
Filosofia... 🇮🇹

4.4

(34)

19 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Psicologia generale - Anolli e Legrenzi e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! Psicologia Generale 1° Origini e sviluppi della psicologia scientifica Siamo disposti a elaborare una psicologia ingenua fondata sull’esperienza personale, ci serviamo di una serie di conoscenze che fanno parte della nostra psicologia ingenua. Occorre considerare in che modo sulla psicologia ingenua si sia fondata la psicologia scientifica. PSICOLOGIA INGENUA E PSICOLOGIA SCIENTIFICA In principio era biologia poi è comparsa la psicologia. L’evoluzione della nostra specie è avvenuta in modo contingente, irregolare e discontinuo come sostiene il modello di Gould. Non vi è una data a cui far risalire la nascita della psicologia, possiamo dire che è nata con l’Homo sapiens e con la nascita del linguaggio. Ogni forma di conoscenza a nostra disposizione deriva dall’esperienza (fare una prova) per il tramite delle sensazioni. Parliamo di esperienza come totalità delle singole esperienze. È l’enciclopedia delle conoscenze (Locke affermò che “La conoscenza è fondata esperienze) esplicite e implicite. Le conoscenze acquisite tramite l’esperienza hanno n valore eminentemente pragmatico, ma sono tutta va teorie ingenue fondate su conoscenze poco attendibili e valide. Queste teorie applicate alla spiegazione della condotta umana conducono alla psicologia senso comune. Questa poca validità delle teorie ingenue fanno nascere la necessità di un metodo scientifico, la psicologia scientifico. Il termine psicologia dal greco discorso sull0anima, compare per la prima volta con Marulic nel 1520, ma soltanto nel 700’ si ha il senso attualmente inteso. Il primo trattato di psicologia risale ad Aristotele con il De anima. NASCITA DELLA PSICOLOGIA SCIENTIFICA La nascita della psicologia scientifica coincide con la fondazione del laboratorio sperimentale di psicologia a Lipsia nel 1879. La psicologia come scienza per Wundt si deve occupare dell’esperienza immediata(diretta) contrapposta all’esperienza mediata delle altre scienze naturali. Il metodo privilegiato per rilevare l’esperienza immediata è l’introspezione, non vi è una lettura diretta della mente altrui. Dagli storici della psicologia la prospettiva di Wundt fu chiamata strutturalismo, poiché aveva rilevato le strutture della meta umana, il contributo dello strutturalismo alle scienze psicologiche pur essendo fallimentare, ha mostrato errori e limiti intrinseci della ricerca in psicologia. La prima contrapposizione allo strutturalismo è il funzionalismo. Questo nasce con Dewey che aveva critica la concezione proposta da Wundt dell’arco riverso (stimolo-centro nervoso-reazione). Secondo il funzionalismo la psicologia è lo studio dell’attività mentale come via per adattarsi all’ambiente in modo attivo, è impossibile cristallizzare la struttura della coscienza in un atto di introspezione. La teoria dell’evoluzione darwiniana giunse alla formulazione di una teoria, secondo cui vi è una discendenza comune di tutti gli organismi viventi, che poi fu ripresa dalla sintesi moderna con la teoria dei geni. A partire dai primi decenni del 2000’, è stata proposta la teoria della Sintesi estesa, la quale introduce nuovi concetti come l’evoluzione del genoma. RELAZIONI ALLO STRUTTURALISMO IN EUROPA E NEGLI STATI UNITI Per Brentano la mente è costituita da atti dotati di intenzionalità. Quando dico vedo un cerchio, l’aspetto essenziale sta nell’atto di vedere. Percepiamo assai di più di quanto ci presentano gli stimoli. Gli studi sulla percezione vennero approfonditi dalla scuola della Gestalt, essi si occupavano prevalentemente dei processi cognitivi con particola riferimento alla percezione e al pensiero. Il metodo è un metodo fenomenologico, che consiste nel definire il campo percettivo in cui il soggetto si trova e nel rilevare ciò che in esso gli appare. Comportamentismo classico riteneva che la psicologia doveva essere una scienza rigorosa e oggettiva, oggetto di studio sono le manifestazioni del comportamento (insieme delle risposte muscolare in risposta ad un dato stimolo). COGNITIVISMO Negli anni 70’ nascono le scienze cognitive, che si sono prefissate il traguardo di dover capire il funzionamento di un sistema di conoscenze in grado di riprodurre una serie di operazioni che indichiamo come percepire. MODULARISMO E CONNESSIONISMO Secondo il modularismo la mente è organizzata in moduli (cassetti) che la rende un sistema esperto in un ambito specifico nell’interazione con l’ambiente. Questi costituiscono una mappa attendibile ed efficace del mondo, una concezione della mente adattata. Ma tale teoria non ha mai avuto conferme empirico-scientifiche. Il Connessionismo sorge negli anni 80’ pone in relazione l0architettura biologia del cervello con l0architettura funzionale dell’attività cognitiva e fa riferimento a modelli chiamati reti neurali artificiali. Secondo il connessionismo l’elaborazione delle informazioni avviene all’interno di ogni rete. 3° Sensazione e Percezione Possediamo potenti dispositivi che ci consentono di sentire e percepire la realtà. Tuttavia tramite le sensazioni e le percezioni il nostro organismo è costantemente informato sullo stato delle cose che ci riguardano. SENSAZIONI L’ambiente fisico in cui viviamo produce una varietà e una moltitudine pressoché infinita di stimoli che giungono ai nostri organi di senso. Le sensazioni sono eventi privati e soggettivi. Nella grande maggioranza dei casi le sensazioni di un individuo sono simili a quelle di un altro, quando entrambi sono posti allo stesso stimolo. Queste sono le relazioni psicofisiche, esse costituiscono una sorta di interfaccia fra la realtà esterna e quella interna. Siamo predisposti a cogliere solo una piccola parte degli infiniti stimoli che ci vengono posti, e questi devono avere una soglia minima. Bisogna distinguere tra soglia assoluta iniziale e la soglia assoluta terminale. Esistono diversi tipi di misurazione della soglia: Metodo dei limiti. Un soggetto viene posto ripetutamente diverse serie di stimoli, in un ordine discendente e in un ordine discendente, finché il soggetto non riceve la sensazione corrispondente. Metodo dell’atteggiamento. È lo stesso soggetto ad aumentare o diminuire attraverso una manopola l’intensità dello stimolo. Metodo degli stimoli costanti. Viene presentato al soggetto in ordine casuale un certo numero di stimoli di valori diversi. La reazione che suscita nel soggetto è ciò di cui si occupa la psicofisica. PERCEZIONI Ciò che percepiamo sarebbe una riproduzione di quanto si trova nella realtà, ma questo realismo ingenuo fu sfatato già da Kant, poiché la realtà in sé è inconoscibile (noumeno), ciò che conosciamo è la realtà fenomenica. Le sensazioni sono puntiformi e microscopiche, una indipendente dall’altra, rilevata da specifici recettori sensoriali e trasmesse a differenti aree cerebrali. Le sensazioni da sole, non contengono le informazioni sufficienti per spiegare le nostre percezioni. il passaggio dalla sensazione ai precetti è il risultato di una sequenza di mediazioni fisiche, fisiologiche e psicologiche, nota come catena psicofisica. La percezione può essere intesa come l’organizzazione immediata dinamica e significativa delle informazioni sensoriali, corrispondenti a una data configurazione di stimoli delimitata nello spazio e nel tempo. L’apprendimento può avere come oggetto l’apprendimento stesso, secondo teoria del ventesimo secolo esiste una gerarchizzazione dei livelli logici dell’apprendimento: un apprendimento zero, quando l’individuo è al massimo dell’apprendimento in una certa competenza; L’apprendimento uno, quando vi è un miglioramento delle prestazioni; apprendimento due, consiste nell’imparare a imparare; e l’apprendimento tre, modificazione dei contesti di apprendimento dell’individuo. FONDAMENTI BIOLOGICI DELL’APPRENDIMENTO Per apprendere qualcosa è necessario disporre dei dispositivi genetici idonei ad affrontare tale attività. L’apprendimento quindi ha un fondamento biologico necessario, ma da solo l’apprendimento non è sufficiente, ha bisogno del supporto della memoria. 7° Memoria e oblio L’apprendimento sarebbe inutile, se non avessimo la capacità di conservare informazioni, senza la memoria, la capacita di conservare nel tempo informazioni apprese e di recuperarle quando servono in modo pertinente, un processo attivo e dinamico. Essendo un’elaborazione non è una fotocopia della realtà, ma implica un grado di distorsione. La memoria essendo distorta può incorrere in: Ricordi falsi e ricostruzione dei ricordi. Il dimenticare fornisce un grande vantaggio poiché elimina informazioni superficiali dai nostri “magazzini” mentali. La memoria e divisa in memoria di lavoro (o memoria a breve termine) e memoria a lungo termine (virtualmente illimitata). Fra i vari sistemi di memoria a lungo termine distinguiamo tra la memoria per fare (memoria procedurale) e la memoria per conoscere (memoria dichiarativa); La memoria semantica (ciò che sappiamo, ci permette il recupero di un determinato evento) e la memoria episodica (ciò che ricordiamo, viene chiamata anche flash di memoria); Memoria esplicita e memoria implicita; Memoria autobiografica; Memoria del passato e memoria del futuro. MEMORIA COME PROCESSO Per poter collocare le informazioni nei depositi di memoria, occorre anzitutto codificarle. L’attenzione determina la forza della codifica. Una volta codificate occorre consolidarle e mantenerle nel tempo finché ci servono, per favorire il processo di ritenzione facciamo ricorso alla reiterazione (riattivare informazioni depositate). OBLIO E DIMENTICANZA Ricordare è strettamente collegato con il dimenticare, la mente non è in grado di conservare tutto ciò che elabora. L’Oblio è l’eliminazione volontaria o involontaria di informazioni già memorizzate. Questo svolge un lavoro di selezione. L’oblio è indotta da fatto che un ricordo non è rievocato per molto tempo. 8° Decisione, ragionamento, creatività L’uomo è in grado di usare varie forme di pensiero per elaborare e integrare informazioni di cui fa esperienza diretta tramite i suoi organi di senso. LA DECISONE Gli psicologi sono andari a vedere come, in concreta, le persone compiono le loro scelte. Gli studiosi si servono di rappresentazioni che chiamano “alberi decisionali”. Per fare un calcolo basandosi su misure, si dovrebbe riuscire a stimare la probabilità di ogni esiste. Nela vita questo calcolo è spesso difficile, se non impossibile, per svariati motivi, in primis l’ignoranza del futuro. È comprensibile che una persona possa avere due preferenze o desideri in contrasto reciproco. Prendiamo le nostre scelte in base all’esperienza acquisita, il dolore è un’area assai più grade del piacere, e rimane impresso nella memoria molto di più del piacere. L’uomo è un animale che ha imparato a dilazionare i piaceri e a programmare il futuro, siamo indotti a comportarci e ad apprezzare il presente e a svalutare quelle che capiterà in un futuro temporale. INDUZIONI, ABDUZIONI E ANALOGIE. Induzioni. ragionamenti che precedono generalizzazioni a partire da esperienze, ma che non conducono a conclusioni necessarie, a differenza delle deduzioni. Abduzione. Il sillogismo in cui la premessa maggiore è certa e la premessa minore è probabile, per cui anche la conclusione risulta solo probabile. Analogia. Un altro strumento per produrre conoscenze, ma ciò non produce conclusioni certe. SOLUZIONE DI PROBLEMI DI CREATIVITÀ Spesso si incorre in situazioni in cui non sappiamo cosa fare, molte soluzioni vengono quando viene considerato il problema da un nuovo punto di vista. Simon ha comparato l’attività di soluzione dei problemi alle attività di progettazione. DEDUZIONE La specie umana possiede la capacità di ricavare conoscenze <vere> a partire da altre conoscenze <vere>, questa capacità è chiamata deduzione. Fu Aristotele il primo ad analizzare questa capacità attraverso il sillogismo. 9° Comunicazione e linguaggio Siamo esseri comunicanti. La comunicazione non è un processo astratto, ma è sempre situata. L’invenzione, l’uso e la manipolazione di simboli costituiscono n forte impulso per la costruzione di attrezzi mentali idonei ad affrontare e governare società sempre più complesse. La comunicazione non coincide con il comportamento, inteso come una qualsiasi azione motoria di un individuo osservabile in una qualche maniere da un altro, ma costituiscono due categorie distinte. In ogni comunicazione è presente un certo grado di intenzionalità. PRINCIPALI PUNTI DI VISTA SULLA COMUNICAZIONE Modello matematico. la comunicazione va intesa come una trasmissione di informazioni (messaggio-emittente- voce). Semiotico. Scienza che studia la vita dei segni nel quadro della vita sociale. Per segno ci sono 2 accezioni: segno come equivalenza e segno come inferenza. Pragmatica. La relazione dei segni con i parlati, l’uso dei significati. Basata sul Principio di cooperazione e implicature conversazionali, significato inteso come il voler dire qualcosa da parte del parlante a qualcun altro; rapporti tra testo e contesto. NATURA DEL SIGNIFICATO Il significato è al centro della riflessione di numerosi studiosi. Nell’ultimo decennio, sono arrivati ad affermare che in esso c’è un’apparente contraddittorietà, poiché è caratterizzato da un lato, dalla stabilità e dall’altro la variabilità. Il significato di una parola o di una frase è dato dal rapporto che esiste fra il linguaggio e la realtà, il significato di qualsiasi cosa dipende dalla nostra conoscenza enciclopedica del mondo. La partecipazione va considerata come il fondamento per l’elaborazione, la condivisione e l’evoluzione dei significati. INTENZIONE COMUNICATIVA La comunicazione non appare un processo casuale né involontario, ma intenzionale. Quando generiamo un messaggio, abbiamo l’intenzione di comunicare qualcosa a qualcun altro, e dall’intenzione che proviene un messaggio. LINGUAGGIO Ogni lingua è un sistema simbolico che consiste nella corrispondenza regolare fra un sistema di differenze di suoni e un sistema di differenze di significati. Ogni lingua parlata è, anzitutto, un insieme di suoni. Il linguaggio è un’attività globale e unitaria che coinvolge nello stesso tempo numero e distinte funzioni psichiche. COMUNICAZIONE NON VERBALE Il linguaggio non è una finzione comunicativa isolata e a sé stante, ma ogni elemento linguistico è associato sempre a un qualche aspetto non verbale, i nostri movimenti implicano anche la produzione e la trasmissione di significati. Lo sguardo rappresenta un potente segnale comunicativo. 10° Valori, desideri, motivazioni VALORI E DEISDERI Quando compiamo unzione, siamo orientati a raggiungere uno scopo. Come esseri umani siamo inclini alle cose di valore, l’attenzione al valore implica in modo immediato la distinzione fra la classe degli oggetti di valore e quelli di non-valore, tuttavia il valore è una convenzione, sono valori culturali-storici. La mente computazionale conduce in modo inevitabile a valutare in continuazione tutto ciò che accade nella nostra esperienza, è opportuno parlare di costellazione più che di sistema di valori, poiché siamo in presenza di confini sfumati e di continuo processo di rinnovamento. Il desiderio nasce da una condizione di carenza, all’appagamento dei desideri, entrano in gioco potenti fattori associati alla gratificazione della ricompensa È verosimile che una delle radici principali dei valori vada ricercata nel desiderio, aspirazione di realizzare un’aspettativa rilevante al fine di raggiungere un miglio stato delle cose. Al pari dei desideri, essi si suddividono in valori. La selettività è alla base dei valori, alcuni di essi diventano ideali. MOTIVAZIONE Il nostro comportamento non è casuale ma motivato, le motivazioni connesse con i bisogni fisiologici sono state chiamate motivazioni primarie, mentre quelle che fanno prevalente riferimento ai processi di apprendimento e influenzamento sociale sono dette motivazioni secondarie. La motivazione e divisa in: Riflessi. Il sistema più semplice di risposta dell’organismo (funzione di difesa o di regolazione); Gli Istinti. Sequenze congenite, fisse stereotipate di comportamenti specie-specifici su base genetica in relazione e date sollecitazioni ambientali; Bisogni e pulsioni. Il primo indica una condizione fisiologica di carenza e necessita, il secondo esprime uno stato di disagio e di tensione interna che l’individuo tende a eliminare o, quanto meno, a ridurre, qualora i bisogni non siano soddisfatti. Le motivazioni sono organizzate in modo gerarchico secondo la piramide motivazionale. PUNTI DI VISTA SULLA MOTIVAZIONE La scoperta dei centri e dei meccanismi biologici sottesi alle motivazioni ha indotto a ritenere che tali centri e processi fossero in grado di spiegare in modo esauriente la loro genesi e il loro svolgimento. Nel tentativo di spiegare il comportamento umano, il comportamentismo propose un modello esplicativo dei bisogni degli individui sull’interazione fra pulsioni e abitudini. La pulsione condizione di carenza. Mentre l’abitudine che serve a dare direzione al comportamento e rende prevedibile a condotta opportuna per soddisfare o ridurre i bisogni in oggetto. La teoria cognitivista, le motivazioni e i bisogni cambiano a seconda delle qualità e quantità di informazioni provenienti dall’ambiente. Interazionista. Le motivazioni sono suscitate dall’interazione con gli altri. MOTIVAZIONI SECONDARIE David McClelland ha individuato 3 grandi costellazioni di motivazioni secondarie: Bisogni di affiliazione. La presenza degli altri per la gratificazione intrinseca che deriva dalla loro compagnia. Bisogno di successo. La motivazione a fare le cose al meglio per un intrinseco bisogno di affermazione e di eccellenza. Bisogno di potere. Nell’esigenza di esercitare la propria influenza e il proprio controllo.