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CAPITOLO 1 ORIGINI E SVILUPPO DELLA PSICOLOGIA SCIENTIFICA INTRODUZIONE: la psicologia è un vincolo per la specie umana,è anche un'opportunità perché ci aiuta ad avere una soddisfacente qualità della vita. → per tale motivo si elabora una psicologia ingenua fondata sull’esperienza personale. -La nostra esperienza tesse infinite situazioni che suscitano molte domande, per poter rispondere ad esse bisogna trovare la reazione più efficace in quel momento particolare. ⇓ per governare le infinite situazioni ci si serve delle conoscenze che fanno parte della nostra psicologia ingenua. -La psicologia scientifica si dirama in due branche: 1. la psicologia della seduzione 2. la psicologia sociale In questo capitolo si parlerà delle connessioni presenti tra la psicologia ingenua e scientifica. 1 PSICOLOGIA INGENUA E PSICOLOGIA SCIENTIFICA →entrambe affrontano le opportunità e i vincoli della vita, ma le trattano in modo differente. 1.1 Presupposti evolutivi della psicologia All’inizio era la biologia, dopo è comparsa la psicologia-> la separazione tra questi due mondi è iniziata con l’ominide Toumai. Fino a tale momento eravamo un gruppo unico insieme agli scimpanzè, con i quali condividevamo lo stesso genoma. -Con il Sahelanthropus inizia la separazione della specie umana da quella degli scimpanzé. ⇒con loro condividiamo il 96% del genoma. -L’essere umano è diventato tale per sottrazione,ovvero con l’eliminazione del DNA.Come ad esempio sono stati eliminati il gene recettore androgeno (ha permesso di cambiare le modalità dei rapporti sessuali) + il gene inibitore del tumore cerebrale (ha permesso l’aumento della massa cerebrale). -L’evoluzione della specie umana è avvenuta in modo irregolare e discontinuo⇒la specie umana comparsa in Africa discende dall’ Homo sapiens arcaicus (l’uomo di Altamura).che all’epoca (160-150.000 anni fa) comprendeva diverse specie umane, le quali sono convissute in diverse parti della Terra.→cespuglio degli ominidi ,perchè aveva una discendenza ramificata. -Non vi è alcuna data che corrisponda all’origine della psicologia della nostra specie, ma si fa risalire circa 100.000 anni fa →la nostra specie è diventata una specie simbolica, ovvero in grado di “maneggiare” simboli(entità che rappresentano mentalemente altre entità ). Sempre a tale periodo viene attribuita la comparsa del linguaggio→la nostra specie ha conquistato nuove abilità psicologiche. ⇓ capacità simboliche+abilità linguistiche + comunicazione non verbale hanno consentito agli uomini di diventare una specie psicologica che riesce a riflettere sugli eventi in termini mentali⇒ la psicologia affonda le radici nell’evoluzione dell’Homo sapiens . -Grazie ad uno sviluppo tecnologico le competenze psicologiche subiscono un rapido impulso. -Rivoluzione del Neolitico avvenuta 10.000 anni fa , con l’avvento dell’agricoltura. Tale rivoluzione ha predisposto una <<cassetta degli attrezzi mentali>> ovvero pensiero,coscienza,comunicazione ecc…⇒rappresenta la nascita della cultura. 1.2 Esperienza ,psicologia del senso comune e scienze psicologiche -Per gli empiristi inglesi ogni forma di conoscenza deriva dall’esperienza tramite le sensazioni, non ci sono delle idee innate. >Il termine esperienza ( dal latino experiri = fare una prova) ha numerose accezioni; in ambito psicologico si parla di esperienza come la totalità delle singole esperienze⇒enciclopedia delle conoscenze esplicite e implicite. -Le conoscenze acquisite tramite l’esperienza hanno un valore pragmatico, ovvero sono utili per prendere delle decisioni e agire immediatamente, in più consentono di elaborare delle teorie per spiegare i comportamenti umani. ↓ teorie ingenue = fondate su conoscenze poco attendibili e valide.➜queste se applicate alla spiegazione dei comportamenti umani conducono alla psicologia del senso comune/ingenua⇒ ci permette di interpretare i comportamenti umani con il ragionamento pratico. MA pur avendo un valore pragmatico, essa dà delle informazioni poco attendibili e deboli, prive di un rigoroso fondamento. -Tali teorie non sono in grado di accertare in modo verificato le conoscenze che forniscono →questa mancanza di controllo porta a forme suggestive di sapere. ≠ psicologia scientifica➜fondata sul metodo sperimentale, che offre una garanzia sull’attendibilità delle spiegazioni fornite. QUALI CONNESSIONI CI SONO TRA QUESTE DUE PSICOLOGIE? -La psicologia scientifica non parte dal nulla,ma si fonda sul sapere della psicologia ingenua.->tra scienza e sapere vi è un rapporto di continuità. -La psicologia scientifica presenta un carattere di contingenza/accidentalità, riconosciuto ciò nasce il carattere di necessità. I criteri scientifici ammessi da essa sono validi per tutti gli studiosi che vi si riconoscono-> chiunque accetti questi criteri può procedere con la verifica di quanto sostenuto da un altro studioso.⇒per far si che le conoscenze della psicologia scientifica siano feconde e produttive devono ritornare al senso comune => è l’operazione della divulgazione scientifica. 1.3 Presupposti modern per la comparsa della psicologia scientifica -In età moderna il termine psicologia (dal greco phyche e logos) =discorso sull’anima.Tale termine compare per la prima volta nel 1520 in un’opera di Marko Marulic. Bisognerà però aspettare il Seicento affinché si parli di psicologia con in senso attualmente inteso. -Christian Wolff distinse tra: psicologia razionale( di natura filosofica,basata su riflessioni teoriche) e psicologia empirica (naturalistica,fondata su osservazioni concrete). >il contributo filosofico→ la filosofia sia classica sia moderna hanno fornito un contributo alla psicologia. -Il primo trattato sistematico di psicologia risale ad Aristotele con il “De anima” in cui descrive dei processi cognitivi, poi Ippocrate che fa una prima classificazione della personalità, poi Erasistrato che distinse tra nervi sensoriali e motori. -Nel Medioevo la riflessione sull’anima procedette con la Scolastica. -Nel Seicento con Cartesio si introdusse la distinzione tra pensiero e corpo⇒si parla di razionalismo. l’introspezione o con l’uso di strumenti per misurare le prestazioni dei soggetti. Questi ultimi ebbero un notevole impulso grazie al lavoro psicometrico di James Cattell. !i funzionalisti dimostrano grande impegno per le applicazioni della psicologia scientifica alla società civile ( pragmatismo). 2.2.2 La teoria dell’evoluzione 1859 Darwin giunse alla formulazione di tale teoria, secondo cui c’è una discendenza comune di tutti gli organismi viventi e la selezione naturale opera come motore dei cambiamenti evolutivi e dell’ereditarietà. -Il cammino evolutivo è una successione lenta e ininterrotta di stadi in progressione,l’insieme di tutte queste idee costituisce il darwinismo. >LA SINTESI MODERNA La teoria della selezione naturale trovò degli ostacoli da parte della comunità scientifica determinando una spaccatura. -La teoria di Darwin venne ripresa nel 1930/1940 con il modello di Sintesi Moderna/Neodarwinismo⇒integrazione tra la teoria dell’evoluzione + teoria dell’ereditarietà di Mendel ampliata alla genetica moderna + mutazione genetiche + elaborazione matematica della genetica delle popolazioni + analisi dei reperti della paleontologia. -IDEE CHIAVE: la nozione di sopravvivenza/fitness. Si riproduce di più e sopravvive più a lungo una popolazione con un grado di fitness superiore alle altre. I più adatti all’ambiente prevalgono su altri gruppi. Tali dispositivi sono stati integrati dal principio dell’ereditarietà(geni sono l’origine della variabilità genetica ) che costituisce un fattore centrale per la speciazione (nascita di nuove specie) . -La sintesi moderna è stata un’ipotesi suggestiva, ma è apparsa fragile sul piano sperimentale e debole sul piano logico. >MODELLO DEGLI EQUILIBRI PUNTEGGIATI E L’EXAPTATION Alla fine del secolo un gruppo di studiosi ha introdotto una nuova linea di ricerca per illustarre l’evoluzione della specie.Uno degli studiosi ha elaborato il modello degli equilibri punteggiati→le specie presentano lunghi periodi di stasi,seguiti da salti,da cambiamenti e dalla comparsa di nuove forme di vita. Tale teoria è in grado di spiegare le interruzioni che esistono fra i reperti fossili e l’assenza di forme intermedie nell’evoluzione della specie. -I salti evolutivi implicano forme di exaptation=struttura biologica destinata a una certa funzione e cooptata a svolgere una funzione nuova assieme a quella originaria. l’exaptation a differenza dell’adaptation sottolinea la casualità e la contingenza dell’evoluzione. >LA SINTESI ESTESA Proposta a partire dai primi anni Duemila,essa è una nuova concezione dell’evoluzione. Introduce nuovi concetti come la plasticità del genoma,la selezione multilivello ,l’evoluzione del genoma,la contingenza ,l’ereditarietà epigenetica. -3 idee madri : 1-il modello evo-devo introdotto dalla biologia evolutiva dello sviluppo. Esso studia la relazione fra lo sviluppo embrionale e fetale e l’evoluzione della sua popolazione di appartenenza. 2-il modello della costruzione di una nicchia in relazione al proprio habitat modifica l’idea stessa di selezione naturale . Tale concetto riguarda le mutazioni che gli organismi di una specie pongono in atto nei riguardi del loro ambiente di vita. -L’evoluzione dipende sia dalla selezione naturale (concerne l’ereditarietà genetica)sia dalla costruzione di una nicchia(concerne l’ereditarietà ecologica). 3-concetto di evolvibilità , le specie esistenti sono il risultato della sopravvivenza dei migliori e anche di quelli che si sono dimostrati più disponibili ad evolversi. 3 REAZIONI ALLO STRUTTURALISMO IN EUROPA E NEGLI STATI UNITI -Nuove traiettorie di studio: la psicologia dell’atto di Franz Batano ,la scuola della Gestalt in Europa e il comportamentismo negli Stati Uniti. 3.1 Dalla psicologia dell’atto alla scuola di Würzburg -Nel 1874 Bretano pubblicò “Psicologia dal punto di vista empirico" ,la sua prospettiva si opponeva alla concezione della scuola di Lipsia => la psicologia dell’atto in antitesi ai contenuti dello strutturalismo. -Per Bretano la mente è costituita da atti dotati di intenzionalitá. L’aspetto essenziale non è il contenuto, ma l’atto di… Esso in quanto tale è rivolto a qualcosa d’altro e implica una forma di interazione e scambio con l’ambiente=> tale tendenza è chiamata in-esistenza intenzionale, e pone in evidenza come i contenuti siano in funzione degli atti. -Gli atti mentali sono dotati di intenzionalità ->intesa come direzionalità verso qualcos’altro nell’interazione con l’ambiente. L’intenzione è il fondamento della causalità psicologica,gli atti mentali appaiono unitari. •La prospettiva di Bretano trovò un’espressione più compiuta nella scuola di Graz-> primo laboratorio austriaco di psicologia. -Uno degli allievi di Bretano pose le basi per la nascita della scuola della Gestalt tramite lo studio della qualità figurale. => le figure percettive restano invariati nella loro organizzazione pur al variare degli stimoli che le compongono. ! noto principio: il tutto è più della somma delle singole parti. •Vittorio Benussi fornì grande impulso alla psicologia italiana, si occupò di percezione riferendosi alle figure reversibili e alle illusioni ottico-geometriche. Poi si occupò di suggestione,ipnosi e psicoanalisi. •Nel 1896 Oswald Külpe diede avvio alla scuola di Würzburg. Egli riteneva che i processi mentali superiori (pensiero e ragionamento) potessero essere studiati in modo rigoroso con metodi simili a quelli con cui venivano studiati i processi sensoriali e percettivi. => egli disse di aver individuato il cosiddetto “pensiero senza immagini” . 3.2 Scuola di Gestalt È la più importante scuola di psicologia europea del secolo scorso,venne fondata da Max Wertheimer nel 1912 a Berlino ,composta da veri studiosi che si occuparono in modo prevalente dei processi cognitivi con riferimento alla percezione e al pensiero. -La data di nascita di tale scuola si fa coincidere con la pubblicazione dei lavori di Wertheimer sul MOVIMENTO APPARENTE . In seguito enunciò le LEGGI DELLA GESTALT sottese all'unificazione e all’organizzazione degli stimoli . -Gli studi sulla percezione furono integrati dal contributo di altri studiosi come Gaetano Kanizsa . -Il metodo della scuola di Gestalt è chiamato metodo fenomenologico =>definire il campo percettivo (insieme dei suoi percetti,ciò che vede) in cui il soggetto si trova e nel rilevare ciò che in esso gli appare(fenomeno). Con questo metodo si da più attenzione a evitare l’errore dello stimolo -> descrivere non ciò che vediamo(percetto), ma ciò che sappiamo (concetto). -Tale metodo si focalizza sulla situazione esterna e su come è rilevata dal punto di vista di un soggetto. -Köhler studiò anche l’intelligenza ,la soluzione dei problemi e l’apprendimento negli animali. -Wertheimer approfondì i fenomeni associati al pensiero produttivo in contrapposizione a quelli del pensiero riproduttivo,mettendo in evidenza le condizioni per lo sviluppo di un pensiero creativo . 3.3Comportamentismo e neocomportamentismo >il comportamentismo classico->nel 1913 John Watson in un articolo sostenne che la psicologia dovesse essere una scienza rigorosa e oggettiva al pari delle altre scienze. =>occorreva passare allo studio di eventi osservabili da chiunque. -oggetto della psicologia->manifestazioni del comportamento ,che devono essere studiate tramite metodi rigorosi e obiettivi,poiché sono osservabili dall’esterno in modo intersoggettivo per via diretta o con l’aiuto di strumenti. >psicologia evoluzionistica=> ritiene che i moduli siano stati il risultato delle selezione naturale per affrontare i problemi che la sopravvivenza ci poneva. Tramite l’evoluzione essi sono diventati sistemi esperti,ovvero finalizzati a trattare a livello mentale i problemi relativi a settori specifici dell’ambiente.->sono universali.Essi rappresentano la ragione del nostro successo come specie anche in situazioni ostili =>concezione delle mente adatta. MA la prospettiva modulare è rimasta solo un’ipotesi teorica ,perché non ha mai ricevuto conferme empiriche e non è stata verificata. 5.2 Connessionismo e reti neurali artificiali Il connessionismo mette in relazione la struttura biologica del cervello con quella funzionale dell’attivitá cognitiva,facendo riferimento a modelli chiamati-> reti neurali artificiali -Le reti neurali sono simulazioni che riproducono le proprietà e i processi di funzionamento del sistema nervoso. -Secondo tale teoria l’elaborazione delle informazioni avviene all’interno di ogni rete ,composta da unità che procedono in modo parallelo,quindi si possono influenzare a vicenda. => la conoscenza avviene tramite meccanismi di associazione. -Ciascuna rete ha 3 strati: ● strato di unitá di input ● strato di unità nascoste ● strato di unità di output Queste possono essere collegate tra loro tramite dei semplici percorsi.Ci sono reti che prevedono solo connessioni unidirezionali in avanti (feedforward), altre bidirezionali sia avanti che indietro (feedback) , altre ci sono connessioni orizzontali entro lo stesso strato(connessioni laterali). -Il connessionismo apre la strada verso una concezione dinamica e attiva della mente che è in grado di adattarsi alle condizioni del momento. 6 MENTE SITUATA E RADICATA NEL CORPO >L’errore dell’essenzialismo -> il funzionamento della mente umana è soggetto a una gamma di vincoli biologici ed ecologici.Non puó esserci una mente astratta e isolata.=>tale concezione della mente è vittima dell’errore dell’essenzialismo ->ovvero considerare gli stati mentali entità fisse,regolari,che corrispondono a fenomeni circoscritti e isolati. ! incapacitá di vedere l’importanza del contesto >Mente situata e radicata nel corpo-> si stanno raccogliendo evidenze in merito alla situazionalitá delle mente,fondata momento per momento sull’interazione senso motoria con l’ambiente. mente situata= immersa in un contesto immediato ->ovvero l’insieme delle informazioni disponibili nella situazione contingente. Tale mente è fondata sull’esperienza= motore di ogni attivitá mentale. La mente funziona come guida di controllo per l’azione e l’interazione momento per momento. Inoltre la mente è vincolata dal funzionamento del cervello e del corpo. -La mente è radicata nel corpo ->fondata sull’elaborazione dei dati da parte delle singole modalità sensoriali e di controllo motorio. Le rappresentazioni sensoriali sono il nostro mondo e sono all’origine delle simulazioni mentali. -La mente radicata nel corpo ha trovato una valida conferma sperimentale e teorica nei neuroni a specchio-> ci mettono nella condizione di capire le azioni degli altri ,comprendere la loro mente,condividere emozioni. 7. DIREZIONI FUTURE Oggi la psicologia è costituita da un pool di scienze psicologiche ,è probabile quindi che ci siano divergenze e contraddizioni. Ad oggi occorre collegare le evidenze che sia acquisiscono a livello comportamentale a evidenze del funzionamento cerebrale (del cervello=>neuroscienze) ->i fatti cerebrali vanno impiegati come giustificazione e supporto x i modelli psicologici. D’altra parte una teoria psicologica senza evidenze cerebrali appare debole. Occorre che le nuove conoscenze psicologiche siano acquisite facendo ricorso a metodi di indagine in grado di assicurare un controllo più elevato=>impiego del metodo sperimentale + la simulazione(metodo flessibile e dinamico). CAPITOLO 2 : METODI DELLA RICERCA IN PSICOLOGIA -Kant aveva lanciato una sfida ,respingendo la possibilità di una psicologia sperimentale,non è concepibile misurare i fenomeni e i processi mentali. Se non sono disponibili strumenti di misurazione la psicologia come scienza empirica è fuori dalla portata degli umani. 1 OGGETTO E METODO DELLA PSICOLOGIA SCIENTIFICA 1.1 Teoria ingenua e teoria scientifica -In un certo senso siamo tutti psicologi,se non lo fossimo non sopravviveremmo. L’insieme delle conoscenze psicologiche di cui dispone una persona in base alla propria esperienza costituisce la sua=>psicologia ingenua -> adatta per vivere la vita quotidiana ,ma non per elaborare conoscenze esplicite. -Bisogna elaborare una teoria = insieme coerente e parsimonioso di proposizioni ,fondate su criteri espliciti ,verificabili sul piano empirico tramite opportune operazioni,in grado di dare ragione di certe evenienze ,delle regolarità osservate ,nonché di fare previsioni attendibili sull’evoluzione dell’attuale stato di cose . -Differenza tra teoria ingenua e teoria scientifica => tale differenza risiede nel metodo di controllo delle spiegazioni e nella capacità di impiegare criteri espliciti per acquisire conoscenze e fare previsioni . -La psicologia scientifica adotta il metodo sperimentale =>unione delle esperienze fatte con i sensi e delle necessarie dimostrazioni supportate dal contributo della matematica. ->così era possibile individuare le leggi dell’universo tramite l’individuazione delle cause . Fra teoria e fatti vi è una connessione attendibile e valida,fra di loro c’è un rimando continuo che implica un intreccio fra oggetto (ció che osservo) e metodo (punto di vista )=> oggetto e metodo sorgono congiuntamente ,dipendono dalle domande e dai criteri di indagine che un ricercatore sceglie di adottare e seguire. 1.2 Percorso standard della ricerca in psicologia -Definizione di metodo = fare un percorso ,esso si svolge nel momento in cui è applicato allo studio di un fenomeno. Il ricercato deve disporre di un disegno di ricerca ,una sorta di mappa delle attività. Principali tappe della ricerca psicologica : •interesse di partenza -> all’inizio dell’attività di ricerca vi è la meraviglia ,ovvero lo stupore di fronte a qualcosa di ignoto,è l’interesse per l’individuazione di soluzioni innovative rispetto alle teorie già consolidate. Il punto di partenza di una ricerca implica un pensiero creativo che spinga il ricercatore a individuare nuovi aspetti teorici (modelli di spiegazione), a stabilire connessioni,a inventare situazioni sperimentali originali. -L’interesse di avvio implica la domanda di ricerca -> serie di interrogativi che servono a fornire un’impostazione globale alla successiva attivitá di indagine e a delineare una traiettoria di massima=>percorso di senso della ricerca .Inoltre questi servono anche a delimitare i confini dell'ambito della ricerca =>campo di ricerca ,non deve essere ne troppo esteso né troppo limitato e complesso. La domanda deve essere compatibile con gli strumenti che il ricercatore ha a sua disposizione.Essa inoltre non deve essere banale ,ma deve essere originale. -Ogni ricerca si fonda su una serie di conoscenze,competenze e apprendimenti compiuti dai ricercatori precedenti=>contingenza della ricerca. La domanda conduce alla definizione di obiettivi che il ricercatore intende raggiungere con l’indagine. Lo scopo della ricerca è ciò che sorregge la ricerca stessa.->definisce il suo significato. •L’ipotesi di ricerca -> la domanda di ricerca deve essere poi tradotta in ipotesi di ricerca =enunciati provvisori che ,sia pure in forma probabilistica ,stabiliscono una relazione esplicita e accurata fra più fatti osservati. -Gli uomini sono sistemi teleonomici ->hanno l’esigenza di raggiungere uno scopo e di mettere in atto le funzioni a tal fine. *Atteggiamento teleologico =>finalistico,incline a ragionare sui fenomeni in termini di scopi e funzioni. 2.2 Il metodo sperimentale -Per fornire una spiegazione ammissibile degli accadimenti serve la sperimentazione rigoroso e verificabile,che implica un processo standardizzato =>metodo sperimentale. -vero esperimento =il ricercatore riesce a controllare l’assegnazione casuale dei soggetti sia la manipolazioni delle variabili. -quasi esperimento =quando uno dei due requisiti non puó essere soddisfatto. 2.2.1 Le variabili Gli eventi che osserviamo rientrano in varie categorie e assumono un certo valore. Tutti gli eventi della nostra esperienza sono potenzialmente variabili->essendo entità che variano in quantità o qualità. -Compito del ricercatore=> determinare il rapporto che c’è fra le variabili che osserva. 2 tipi di variabili: 1. variabili indipendenti ->sono controllate dallo scienziato,quindi manipolate. 2. variabili dipendenti ->variano in dipendenza delle variazioni delle prime. scopo del metodo sperimentale => manipolare una variabile indipendente per verificare l’effetto sulla variabile dipendente. *variabili indipendenti sono “manipolate”=> il ricercatore produce diversi valori della variabile indipendente ; oppure i valori di essa sono già esistenti e il ricercatore sceglie solo quelli da considerare. È impossibile tenere sotto controllo tutte le variabili,anche se il ricercatore deve riuscire a esercitare un controllo soddisfacente dell'esperimento,eliminando le influenze di variabili diversa da quelle da lui trattate. -le variabili estranee: si dividono in ; ● sistematiche ->esercitano un’influenza costante sulla variabile dipendente. es. il fattore tempo,in lui entrano in gioco la maturazione e l’apprendimento. ● asistematiche-> sono interferenze casuali imprevedibili ,variano da situazione a situazione e sono infinite. In ogni caso le variabili vanno tutte standardizzate così da renderle univoche,esplicite e costanti.->il ricercatore raggiunge tale condizione quando fornisce una definizione operativa a ogni variabile. 2.2.2 La misurazione Le variabili hanno valori diversi in termini di quantità o qualità ,quindi occorre la loro determinazione tramite procedimenti di misurazione-> ne esistono diversi livelli,Stevens ne ha distinti 4 : 1. livello nominale -> una proprietà dei numeri reali è la cardinalità ,quindi ogni numero è diverso dagli altri. In modo analogo le variabili hanno dei valori che indicano una differenza tra un evento e un altro. alle variabili dicotomiche->assegniamo il valore 1 o 2 alle variabili multiple->bisogna estendere la gamma di numeri da usare. In tale livello l’unica cosa che conta è la differenza. 2. livello ordinale -> i numeri reali sono in progressione ,fra di essi c’è una relazione asimmetrica di ordine crescente o decrescente. In modo analogo molti fenomeni mostrano diversi gradi di intensità in base alla relazione maggiore-minore. Il livello ordinale di misura è impiegato nelle graduatorie,anche i voti scolastici sono una scala ordinale. 3. livello di intervallo -> le differenze tra i numeri possono essere definite in funzione della grandezza di un dato intervallo. Tale proprietá è possibile ritrovarla nei fenomeni fisici e mentali. 4. livello di rapporto -> i numeri sono regolati dall’esistenza di rapporti. Nei numeri reali lo zero non è arbitrario,ma reale,esso consente l’elaborazione di una scala governata da rapporti metrici fra loro eguali. 2.2.3 I disegni di ricerca Una volta individuate le variabili il ricercatore deve confrontarle per verificare l’esistenza o meno di legami significativi tra di loro. =>ció conduce al disegno di ricerca = mappa per la realizzazione dell’esperimento.In esso sono previste differenti condizioni sperimentali (trattamenti) -Esperimento tra i soggetti->a ogni trattamento corrisponde un gruppo. -Esperimento entro i soggetti ->lo stesso soggetto è sottoposto alle diverse condizioni. •Disegno entro i soggetti -> il comportamento del soggetto in una condizione viene confrontato con il comportamento in un’altra condizione. Tale disegno è economico perché impiega un gruppo solo,è percorribile solo se l’effetto di una condizione NON influenzi l’effetto delle altre. Ció è minacciato da : -effetti dell’ordine-> derivano dalla posizione delle condizioni nell’esperimento,la condizione applicata per primo rischia di produrre una prestazione diversa rispetto alle successive. -effetti della sequenza-> dipendono da interazioni fra le condizioni ,la sensazione dello stimolo antecedente influenza quella dello stimolo successivo. Bisogna procedere a una distribuzione casuale o controbilanciata degli stimoli,il ricercatore ha la possibilità di controllare che ogni condizione sia presentata ai soggetti con la stessa frequenza. •Disegno tra i soggetti-> esso è previsto nelle situazioni in cui i soggetti non possono essere usati come controllo di se stessi a causa degli effetti di influenza di una prova sull’altra. =>i soggetti vengono assegnati a caso alle varie condizioni -disegno più semplice: 2 gruppi, un gruppo sperimentale e l’altro è un gruppo di controllo. Al gruppo sperimentale viene applicato il vero trattamento,al secondo un trattamento finto. es. ad un gruppo viene somministrato il farmaco con il principio attivo,al gruppo di controllo un PLACEBO (sostanza inattiva). Se ci sono differenze significative fra le due condizioni il farmaco funziona,senno no. EFFETTO PLACEBO-> si verifica quando i partecipanti a un esperimento modificano le loro risposte in assenza di qualunque tipo di manipolazione sperimentale ,indotti dalla convinzione. Per tenere sotto controllo l’effetto placebo si fa ricorso alla tecnica del doppio cieco né i soggetti né chi somministra conoscono il tipo di sostanza. •Disegni fattoriali-> il disegno tra i soggetti conduce ai disegno fattoriali ,in cui io ricercatore valuta nello stesso esperimento l’effetto di due o più variabili indipendenti sulla variabile dipendente. Obiettivo=> individuare le differenze e le interazioni tra i fattori medesimi. Tali disegni consentono di acquisire risultati dotati di maggiore robustezza ,rendono la piattaforma dei risultati più estesa,in modo da fare induzioni più attendibili. Favoriscono l’elaborazione di previsioni più articolate. 2.2.4 Artefatti sperimentali Sono molti i fattori che possono condurre a distorsioni, un artefatto è generato dalle aspettative del ricercatore e dei partecipanti. L’aspettativa attiva dei processi mentali che conducono a un’interpretazione insofferente dei fatti. Le aspettative possono condurre al fenomeno della profezia che si autoavvera =>effetto Rosenthal = consiste nella trasmissione dell’aspettativa dal ricercatore ai partecipanti che cercano di assecondarlo. Numerosi altri fattori interferiscono nello svolgimento degli esperimenti,questi riguardano gli atteggiamenti,tratti di personalità ecc. ● tendenza della variabilità->sintetizzano la dispersione dei dati,perché il valore delle prestazione di ogni soggetto si discosta dal valore medio del gruppo. La sua principale misura di un fenomeno è la DEVIAZIONE STANDARD. In tale statistica è utile verificare se e quanto una certa variabile X sia connessa a Y=>correlazione,che può essere positiva o negativa. -il coefficiente di correlazione misura l’entità della connessione fra le due variabili. •Statistica inferenziale -> consente di verificare se sia possibile fare induzioni dai risultati ottenuti ,al fine di convalidare l’ipotesi sperimentale. Il ricercatore è in grado di decidere se le differenze di un insieme di dati che si discostano dai valori medi siano da attribuire alle variabili considerate oppure al caso. -i fenomeni naturali si presentano regolarmente con una certa probabilitá-> quelli standard sono più probabili di quelli anomali. -Siccome non siamo in grado di dimostrare in modo diretto l’ipotesi di ricerca ,siamo autorizzati ad accettare tale ipotesi solo se riusciamo a dimostrare che l’ipotesi contraria (ipotesi nulla) è falsa. L’insieme dei risultati che ci consente di rigettare l’ipotesi nulla ,chiamata regione critica, è regolato dalle leggi della probabilità. -> errore alfa=falso positivo, errore beta=falso negativo. -Nella ricerca psicologica i ricercatori sono soliti ritenere accettabile una differenza quando la probabilità che essa sia dovuta al caso risulta inferiore a 5% o 1%. In tali condizioni si parla di differenza significativa fra un gruppo e l’altro,fra una variabile e l’altra Ogni conclusione è fondata su una relazione probabile di eventi e relazioni . CAPITOLO 3 SENSAZIONE E PERCEZIONE Nel bagaglio dei nostri attrezzi mentali possediamo potenti dispositivi che ci consentono di sentire e percepire la realtà ,tramite le sensazioni e le percezioni il nostro organismo è costantemente informato sullo stato delle cose che ci riguardano. 1 SENSAZIONE 1.1 Che cosa è una sensazione -L’ambiente in cui viviamo produce infiniti stimoli che giungono ai nostri organi di senso. La sensazione è -> impressione soggettiva,immediata e semplice che corrisponde a una data intensità dello stimolo fisico. Le sensazioni sono eventi privati,ma possono essere comunicate agli altri ,esse sono simili a quelle di un altro individuo quando entrambi sono posti di fronte al medesimo stimolo. -La situazione di comunicabilitá, comprensibilitá e confrontabilitá fra le sensazioni di diversi soggetti è dovuta a una relazione sistematica tra lo stimolo fisico e la sensazione medesima => relazioni psicofisiche -Grazie ai suoi recettori nervosi,ogni sistema sensoriale è sensibile in modo definito alle manifestazioni di una data forma di energia fisica . es. il sistema uditivo è sensibile a specifiche variazioni della pressione dell’aria. Siamo capaci di rispondere solo a quelle forme fisiche di stimolazione per cui abbiamo a disposizione particolari apparati recettivi . -2 limiti della sensibilitá umana: ● siamo predisposti a cogliere solo una parte molto piccola della varietá e della massa degli stimolo fisici dell’ambiente. ● siamo capaci di cogliere gli stimoli solo quando questi hanno una certa intensitá. Qualsiasi stimolo deve raggiungere un livello minimo per suscitare una sensazione. =>soglia assoluta= segna il confine tra gli stimoli che vengono recepiti dall’organismo e quelli che non sono avvertiti dall’individuo . Occorre distinguere due tipi di soglie: la soglia iniziale e la soglia terminale. Anche la variazione di intensità deve essere sufficientemente elevata per essere colta dall’organismo => soglia differenziale . 1.2 Misurazione della soglia 3 diversi metodi psicofisici per misurare l’attivitá psichica: 1. metodo dei limiti-> al soggetto sono presentate diverse serie di stimoli,alcune partono da valori infraliminari e hanno un ordine ascendente nell’intensità degli stimoli ,altre serie iniziamo con stimoli sovraliminari e hanno un ordine discendente,finché si giunge allo stimolo che non produce più nel soggetto la relativa sensazione. Tale metodo non è esente da errori : l’errore della direzione della serie. 2. Metodo dell’aggiustamento-> si richiede al soggetto di aggiustare in modo continuo tramite una manopola il livello di intensità di uno stimolo ,finchè esso è in grado di suscitare in lui una risposta. 3. Metodo degli stimoli costanti-> viene presentato al soggetto un certo numero di stimoli che hanno differenti intensità ,ogni volta il soggetto è invitato a riferire se ha avvertito o no una sensazione ,Lo stimolo che ottiene il 50 % delle risposte corrisponde al valore di soglia. -La misurazione della soglia differenziale si presenta in ogni prova una coppia di stimoli di intensità differente:lo stimolo standard tenuto costante e lo stimolo di confronto che varia. Il soggetto è invitato a riferire se è in grado di avvertire una differenza fra i due stimoli. In tale procedura possono sorgere distorsioni dovute a errori sistematici, es . errore del campione e l’errore di posizione. 1.3 La psicofisica La psicofisica è lo studio delle relazioni che intercorrono fra gli attributi soggettivi di una data sensazione e gli attributi fisici controllabili dallo stimolo corrispondente. -1834-> legge di Weber : K=deltaR/ R K=costante di Weber , quanto più piccolo è il suo valore tanto maggiore è la finezza discriminativa di una data modalità sensoriale. -1860-> Legge di Fechner : S= c logR+ C ->studió come la sensazione S potesse variare al variare continuo dell'intensità della stimolazione E. L’insieme di queste scoperte costituì la psicofisica classica ,i suoi metodi furono ripresi dalla psicologia sperimentale, cosi fu possibile procedere alla misurazione non solo delle capacità sensoriali ,ma anche di altre abilitá. -1957-> Stevens diede origine alla psicofisica soggettiva -> fece ricorso al metodo chiamato stima di grandezza , verificó che i soggetti sono capaci di valutare direttamente l’intensità di una sensazione associandola a un numero. Il soggetto funge da strumento di misurazione degli stimoli. 1.4 Teoria della detezione del segnale Nel processo di rilevazione i soggetti devono compiere una decisione circa la sua presenza o meno. Es. occorre stabilire se ci troviamo in presenza o meno di un segnale rispetto a un rumore di fondo,dobbiamo decidere se il segnale è presente o assente. 4 possibilità: ● dire di si-> vero positivo ● dire di si -> falso positivo ● dire no-> falso negativo ● dire no -> vero negativo. Tale teoria ha posto in evidenza due fattori nello studio di questa matrice con quattro possibilitá: 1. la sensibilitá dell’organismo nella finezza discriminativa degli stimoli 2. il criterio soggettivo di decisione . 2 PERCEZIONE 2.1 Definizione e teorie Affordance = insieme di azioni che un oggetto consente e invita a compiere da parte di un certo organismo. Il soggetto deve solo riuscire a cogliere queste informazioni percettive già esistenti nell’ambiente -> approccio ecologico. •Teoria computazionale di Marr-> il soggetto codifica le immagini in funzione delle continue variazioni di intensità luminosa,l’attivitá percettiva è distinta in fasi successive : ● abbozzo primario ->formato da linee,punti e barre sulla base degli scarti di luminosità dell’immagine. ● abbozzo a due dimensioni e mezzo (2D e ½) ● modello tridimensionale (3D) Il sistema visivo funziona in base al riconoscimento e alla registrazione delle frequenze spaziali e sia dotato di cellule deputate alla rilevazione dei contorni ->dalle cellule sensibili alle frequenze spaziali più basse a quelle sensibili alle frequenze più elevate. =>sistema computazionale . Due sistemi di riferimento :il primo è la posizione del punto di vista occupato dall’osservatore,il secondo è il sistema astratto dalle tre coordinate impiegate dalla geometria euclidea. 3 PRINCIPALI FENOMENI PERCETTIVI DELLA VISIONE 3.1 Organizzazione percettiva La nostra mente organizza l’attività percettiva così da cogliere gli oggetti in modo unitario e coerente,tale segmentazione consente di orientarci e muoverci nello spazio,distinguere gli oggetti e confrontali tra loro.La percezione visiva è resa possibile sia dalla presenza di energia sia dall’informazione ottica. •Articolazione figura-sfondo-> è un processo universale e costante ,perché non c’è figura senza sfondo. La figura ha una forma,lo sfondo no; la figura ha un contorno,lo sfondo no; la figura ha un’estensione definita,mentre lo sfondo continua dietro alla figura; la figura appare in risalto rispetto allo sfondo ->la figura ha un carattere oggettuale (è una cosa). -Il rapporto figura-sfondo implica un’interdipendenza intrinseca fra stimolo e contesto,percepiamo gli oggetti in quanto immersi in un contesto immediato. -Diversi fattori sono alla base dell’articolazione figura-sfondo: 1. inclusione-> diventa figura la regione inclusa 2. convessità->diventa figura la regione convessa rispetto alla concava. 3. area relativa-> diventa figura la regione di area minore. 4. orientamento-> diventa figura la regione i cui assi sono orientati secondo le direzioni principali dello spazio percettivo. Quando tali fattori non intervengono si creano delle condizioni per ottenere le figure reversibili-> in cui si ha un’inversione tra la figura e lo sfondo. Siamo in grado di percepire entrambe le figure ma solo una per volta. Questa molteplicità di percetti è resa possibile dalla presenza di processi asensoriali che assegnano risalto a quanto è percepito come figura. -L’organizzazione percettiva degli stimoli comporta la comparsa di fenomeni percettivi particolari es. il triangolo-> i contorni di esso non sono presenti,ma vengono comunque colti (effetto di Kanizsa). Sono contorni anomali generati dalla distribuzione e organizzazione degli elementi della stimolazione. •Segmentazione del campo visivo-> alcuni principi che determinano l’unificazione e l’organizzazione di elementi discreti in unità percettive. ● principio della vicinanza-> si unificano gli elementi vicini. ● somiglianza-> si unificano gli elementi simili. ● legge del destino comune-> si unificano gli elementi che condividono lo stesso tipo e direzione di movimento. ● legge della buona direzione->si unificano gli elementi che presentano continuità di direzione. ● legge della chiusura-> vengono percepiti come uniti gli elementi che tendono a chiudersi fra di loro. ● legge della pregnanza-> sono preferite le configurazioni più semplici,regolari,simmetriche. L’articolazione degli elementi in unità percettive dipende dall’organizzazione totale della configurazione degli elementi=>proprietà del tutto. 3.2 Percezione della profondità Lo spazio percettivo possiede 3 dimensioni,gli oggetti sono dotati di corporeità e sono disposti a diverse distanze da noi,tale condizione è ritenuta problematica se si considera che le immagini proiettate sulla retina sono bidimensionali. -Diversi fattori che spiegano come tutti i punti dello spazio che a distanze diverse si trovano nella stessa direzione e lungo lo stesso asse, si proiettano sullo stesso punto della retina: •Disparazione binoculare -> in un primo momento si sono studiati gli indizi monoculari e binoculari con i meccanismi della: ● convergenza-> indizio binoculare, quando fissiamo un oggetto gli occhi convergono di un determinato angolo. Esso è più ampio se l’oggetto è vicino. ● accomodazione-> del cristallino ,consente di mettere a fuoco l’oggetto. Ma queste due da soli non erano sufficienti a spiegare il fenomeno della percezione della profondità. -Più importante è il meccanismo della disparazione binoculare-> poichè gli occhi distano di qualche centimetro l’uno dall’altro,quindi ció che vede l’occhio sinistro non coincide perfettamente con ció che vede il destro. Quando gli occhi convergono su un oggetto,vediamo un solo oggetto,perchè abbiamo corrispondenza fra le immagini che si sono formate nelle due retine,quando le due immagini non corrispondono abbiamo una visione doppia (diplopia) La disparazione costituisce il correlato fisiologico binoculare più importante per la percezione della profondità e della tridimensionalità . •Sovrapposizione parziale-> un oggetto che si sovrappone tra l’osservatore e un altro oggetto apparirà più vicino. •Parallasse di movimento-> fornisce utili informazioni per la percezione della distanza. 3.3 Costanze percettive Le costanze percettive sono processi in base ai quali gli individui percepiscono gli oggetti del mondo circostante come dotati di invarianza e stabilità, pur al continuo variare delle stimolazioni prossimali. Tale processo favorisce un efficace adattamento agli oggetti, all'interno di un ambiente dotato di un elevato grado di stabilità e di prevedibilità. •Costanza di grandezza-> tanto più un oggetto si allontana da noi, quanto più piccola diventa la sua immagine sulla retina. -legge di Euclide, la grandezza dell'immagine retinica è inversamente proporzionale alla distanza dell'oggetto dall’occhio. Tuttavia continuiamo a percepire gli oggetti lontani come dotati di una grandezza relativamente simile a quella con cui li percepiamo quando sono vicini => È il fenomeno della costanza di grandezza. -Nella visione binoculare e monoculare predomina la costanza percettiva, mentre nella visione con la pupilla artificiale e con il tunnel di riduzione ci avviciniamo alla percezione della grandezza Per spiegare la costanza della grandezza,teniamo conto degli indizi di profondità che sono sempre presenti nell'ambiente.Gli oggetti ci appaiono ma sono regolarmente inseriti in un contesto che genera schemi di riferimento e in una scala costante della distanza. •Costanza di forma-> tendenza ad attribuire agli oggetti la medesima forma, nonostante la varietà di forme che essi proiettano nel tempo sulla retina. grazie alla prospettiva lineare e al gradiente di densità microstrutturale (o prospettiva tissurale) è possibile spiegare la costanza di forma Al pari della costanza di grandezza, anche quella della forma è una proprietà di campo. -Quando poniamo la nostra attenzione su un oggetto ,le sue varie parti sono selezionate nello stesso tempo per dare luogo alla sua percezione nella sua interezza. ->vi è un’immediata integrazione delle sue caratteristiche. Siamo in grado di rilevare ció che è importante per noi-> ció che mettiamo a fuoco è il bersaglio dell’attenzione/fuoco dell’attenzione ->consente di concentrare le risorse attentive su uno specifico stimolo ambientale. •Velocità e accuratezza della rilevazione: la velocità e la precisione nell’individuazione di un bersaglio sono indici rilevanti di efficacia mentale->favoriscono l’orientamento e la rapidità nello svolgimento dei compiti. Assume molta importanza la validità degli stimoli ricercati,ovvero l’effettiva individuazione del bersaglio ricercato. -Abbiamo un incremento nella velocità e accuratezza della rilevazione degli stimoli in funzione dei nostri interessi,infatti gli stimoli che rispondo ai nostri interessi primari sono catturati più velocemente rispetto a quelli che rispondono agli interessi secondari. -Gli stimoli dotati di maggiore rilevanza emotiva (soprattutto quelli delle emozioni negative) catturano prima le risorse attentive,in più le emozioni trattengono l’attenzione nel tempo. -La rapiditá della rilevazione degli stimoli assume un valore fondamentale in casi di emergenza,perché per poche frazioni di secondo possiamo salvarci la vita. -cecità del cambiamento-> siamo interessati a individuare i bersagli salienti e a trascurare ció che è superfluo(es.stimoli ambientali). -Effetto di Simon-> si è più rapidi quando la posizione dello stimolo e la posizione della risposta coincidono,rispetto a quando non coincidono. •Elaborazione controllata ed elaborazione automatica: due processi che entrano in funzione per rilevare gli stimoli. ● elaborazione controllata-> è lenta e consapevole,richiede impegno,è accompagnata da errori,non consente di svolgere compiti contemporaneamente.Implica un controllo diretto su quello che stiamo facendo. ● elaborazione automatica-> è rapida e inconsapevole, non coinvolge la memoria a breve termine,non richiede risorse attentive,permette di svolgere più compiti insieme. Tale distinzione oggi è meno netta,perchè nessuna elaborazione è totalmente automatica,in più anche le attività guidate dall’elaborazione controllata diventano automatiche con la pratica e nel tempo. -Controllo volontario e automatismi oscillano fra loro e si alternano,ció è dovuto dall’incrocio tra processi bottom up e processi top-down. 1.2 Selezione e ricerca degli stimoli In una condizione di vigilanza siamo in grado di discriminare e scegliere ció che è rilevante in una data occasione=> attivitá di selezione,grazie ad essa possiamo impiegare al meglio le risorse cognitive limitate e modulare le nostre attività mentali in funzione della richiesta dei compiti da svolgere. È un dispositivo in grado di facilitare o inibire il processo di rilevazione degli stimoli nel quale intervengono diverse aree cerebrali. •Selezione come filtro-> data l’enorme massa di stimoli sensoriali ,l’attenzione funge da filtro per selezionare le informazioni rilevanti. Subito dopo il registro sensoriali vi sarebbe un collo di bottiglia che lascia passare solo gli stimoli pertinenti in quella data situazione. -ipotesi della selezione precoce-> gli stimoli irrilevanti sono filtrati e scartati,solo i segnali pertinenti sono ammessi all’elaborazione successiva sulla base delle loro caratteristiche fisiche. MA tale ipotesi non è in grado di spiegare l’intero processo di selezione. Occorre modificare l’ipotesi e parlare di selezione tardiva => nella nostra enciclopedia delle conoscenze alcuni elementi hanno una soglia di attivazione più bassa degli altri,più agevolmente passano attraverso il filtro attentivo per giungere alla coscienza. •Selezione come fascio di luce-> spesso si è fatto ricorso alla metafora del fascio di luce per illustrare l'attività di selezione svolta dall’attenzione nei riguardi dell’ambiente. Ma questa ipotesi non è stata verificata a livello sperimentale,inoltre suppone che l’attenzione sia un processo on-off in cui le informazioni fuori dal campo selezionato sarebbero ignorate . •Selezione come ricerca degli stimoli-> ● ricerca disgiuntiva-> il bersaglio differisce dagli altri stimoli per una sola caratteristica (forma).Tale ricerca è più facile,poichè il bersaglio salta fuori in modo immediato.Inoltre tale operazione dipende dagli interessi,dagli scopi,dai compiti. ● ricerca congiuntiva-> il bersaglio è definito dalla congiunzione di più caratteristiche (forma e tonalità). In essa ogni elemento è valutato singolarmente per accertare se rappresenta o meno il bersaglio. La ricerca di un bersaglio è associata alla presenza o assenza di una certa caratteristica.La differenza tra le due ricerche è messa in evidenza dalla teoria dell’integrazione delle caratteristiche => se cerchiamo un bersaglio in base a una sola caratteristica ,basta fare riferimento solo a essa,la rilevazione è più veloce. 1.3 Competizione fra gli stimoli I dispositivi digitali ci pongono nella condizione di svolgere più attività nello stesso tempo,abbiamo quindi un frazionamento dell’attenzione . •Attenzione focalizzata e attenzione divisa-> quando intendiamo svolgere due compiti nello stesso tempo troviamo difficile eseguirli entrambi in modo soddisfacente,abbiamo due alternative : o seguiamo l’una e trascuriamo l’altra,oppure perdiamo parte delle informazioni di entrambe le fonti. -Nella prima condizione -> attenzione focalizzata=> la concentrazione su una fonte informativa conduce all’esclusione di ogni altra. -Nella seconda condizione-> attenzione divisa=>prestiamo attenzione a entrambi gli stimoli,ma la loro elaborazione è parziale e mediocre. •Interferenze da doppio compito-> abbiamo due fonti di stimolazione di tipo diverso,in competizione tra di loro. Incapaci di gestire una quantità eccessiva di informazioni ,ci troviamo in questa situazione quando i due compiti da eseguire nello stesso tempo condividono il medesimo canale di elaborazione=> interferenza strutturale -interferenza da risorse=> quando le attività mentali da svolgere sono impegnative e assorbono una quota elevata di risorse attentive disponibili per svolgere un compito principale . -interferenza da incongruenza-> effetto Stroop ->tempo di reazione più brevi per gli stimoli congruenti,rispetto a quelli incongruenti. -effetto Navon. •Competizione semplice e competizione polarizzata-> ● competizione semplice-> lo stimolo che riceve la maggiore quantità di risorse per la sua salienza è analizzato in modo più dettagliato . ● competizione polarizzata-> se quella semplice viene influenzata da altri sistemi cognitivi,soggetta a distorsioni.Essa emerge quando gli stimoli sono presentati simultaneamente anziché in serie,uno dopo l’altro. -La competizione pone in evidenza che l’attenzione è un dispositivo dinamico ,variabile in grado di adattarsi in modo attivo a una gamma variegata di fenomeni.L’attenzione produce una distorsione degli stimoli in funzione sia delle loro caratteristiche sia dalla loro pertinenza agli scopi. ->tale interdipendenza genera la forza degli stimoli che entrano in competizione fra loro. -L’attenzione= attività mentale emergente e dinamica. 2 COSCIENZA -Gli esseri umani sono caratterizzati da un elevato grado di coscienza rispetto agli altri primati ,essa è necessaria per svolgere la regia delle nostre attività quotidiane. È coinvolta in tutte le nostre funzioni mentali ,è una qualità emergente che si radica su una base molto ampia e profonda di processi inconsci. Senza la coscienza saremmo dei robot. 2.1 Definizione di coscienza 2.1.1 Coscienza e vigilanza stessi,essa da origine a un sé autobiografico che si manifesta come sé spirituale e come sé culturale. -La progressione della coscienza è associata all’evoluzione della specie . 2.3 Stati alterati di coscienza -> la coscienza assume forme differenti entro confini standard ,quando esce da tali confini ed entra in zone atipiche ,in cui valgono parametri diversi,si parla di stati alterati. (sonno,ipnosi e meditazione) 2.3.1 Sonno sonno=stato dell’organismo caratterizzato da una ridotta capacità di risposta agli stimoli ambientali e da una sospensione della coscienza. Il sonno sorge spontaneamente ed è reversibile ->si crea così un’alternanza sonno-veglia che regola il ritmo delle giornate. •Stadi del sonno-> grazie alle tecniche poligrafiche di osservazione è stato accertato che abbiamo diverse forme di sonno,corrispondenti a 6 livelli di attivitá cerebrale: -2 riguardanti la veglia : la veglia attiva presenta onde rapide e irregolari; la veglia rilassata è caratterizzata da onde più lente e regolari. -4 riguardanti il sonno: 1. stadio 1-> quando ci addormentiamo passiamo dalla veglia allo stadio 1 ,onde theta 2. stadio 2-> subentra dopo 10/20 minuti ,contraddistinto dalla presenza dei fusi del sonno (variazioni rapide)e dai complessi K(una singola ampia onda) 3. stadio 3->onde lente e ampie 4. stadio 4-> onde lente e ampie ,noto come sonno profondo ,in cui è più difficile svegliare un soggetto. Arrivati all’ultimo stadio si ritorna al primo,per ripetere il ciclo ,durante il sonno notturno si osservano di solito 4-6 cicli di sonno,ciascuno dei quali dura in media 90 minuti. •Sonno REM e sonno NREM-> Quando dallo stadio 4 ritorniamo al primo compiamo dei movimenti rapidi con i bulbi oculari=>è il sonno REM ,detto anche sonno paradosso o sonno D.L’attivitá cerebrale aumenta ,in particolare l’attivitá del sistema nervoso autonomo(aumentano la pressione,il polso,la respirazione),perde tono la muscolatura. I sogni del sonno REM sono visivamente vividi. SIMBOLO DEL DIVERSO sonno NREM-> detto anche sonno prrodosso o sonno S. Esso prevale nelle prime ore del sonno,durante questo sonno i ritmi del cuore e della respirazione sono lenti e regolari,non ci sono movimenti oculari ,i muscoli sono rilassati . Questo sonno è caratterizzato da un’attività cerebrale lenta e ridotta in un corpo pienamente rilassato.I sogni del sonno NREM assomigliano ai pensieri normali. •Gufi e allodole-> il sonno non è uguale per tutti quanto a durata e qualitá, vi sono brevi dormitori (meno di 6,5 ore a notte) e lunghi dormitori ( oltre 8,5 ore per notte). Entrambe hanno gli stessi cicli del sonno,ma i lunghi dormitori hanno una durata maggiore del sonno REM e dello stadio 2. -La localizzazione del sonno è data dall’ora di addormentamento e di risveglio spontaneo,essa segue sia i processi fisiologici sia le condizioni ambientali. -Ci sono individui mattutini (allodole) ->caratterizzati da un precoce addormentamento serale e da un risveglio mattutino a ore precoci. Raggiungono velocemente livelli ottimali di efficienza mentale,sono più attivi e socievoli nella prima metà della giornata. -individui serotini(gufi)-> riescono ad addormentarsi solo a tarda ora,si svegliano tardi, sono più lenti nel raggiungere livelli ottimali di efficienza mentale,più socievoli nel pomeriggio. -Il ritmo sonno-veglia del bambino è polifasico,quello degli adulti è monofasico ,il sonno è riservato solo alla notte. •Perché dormiamo? il sonno svolge una funzione essenziale per la sopravvivenza. -teoria ristorativa-> sonno consente un recupero delle risorse a livello sia somatico sia cerebrale ,il sonno svolge la funzione di riparazione dei danni subiti durante la veglia. -teoria circadiana-> il sonno è comparso durante l’evoluzione per mantenere gli animali inattivi durante i periodi in cui non hanno bisogno di impegnarsi nelle attivitá necessarie alla sopravvivenza. •Privazione del sonno-> siamo capaci di non dormire per diversi giorni,la privazione del sonno NON produce particolari alterazioni fisiologiche ,neppure genera un declino delle funzioni cognitive .L’esecuzione di compiti mentali semplici,noiosi è compromessa. Dopo alcuni giorni di privazione del sonno compaiono i microsonni=>cali improvvisi della vigilanza ,le palpebre si chiudono e i soggetti non rispondono agli stimoli ambientali . -Nella privazione parziale del sonno osserviamo un incremento nell’efficienza del sonno,una diminuzione nella latenza di addormentamento ,decremento dei risvegli notturni. 2.3.2 Ipnosi ipnosi= procedimento in cui un operatore,nella funzione di ipnotizzare ,induce il cliente a sperimentare cambiamenti nei propri comportamenti in connessione con una sospensione temporanea della coscienza. -situazione ipnotica-> fase di induzione che conduce ad annebbiare la coscienza dell’ipnotizzato e a fargli compiere azioni atipiche. •Induzione ipnotica-> un soggetto abbandona un certo grado di controllo sulla propria coscienza all’ipnotizzatore e accetta le sue suggestioni (indicazioni) che possono condurre a distorsioni della realtá. Il soggetto è posto in una condizione di rilassamento (contesto ipnotico) e gli vengono impartite varie suggestioni.Alla fine il soggetto non ricorda più che cosa è successo durante l’ipnosi. -Le tecniche ipnotiche utilizzate attualmente sono molto più fini e basate sul linguaggio,soggetto e ipnotizzatore sono seduti uno di fronte all’altro e l’induzione ipnotica consiste nel raccontare una storia. Una volta raggiunta la condizione di ipnosi ,l’ipnotizzatore puó inviare le suggestioni per ottenere delle risposte da parte del soggetto. -Fenomeni più ricorrenti: allucinazioni positive o negative, reazioni ideomotorie ,regressione di età, inibizione del dolore, incremento nel recupero dei ricordi. -La fase terminale consiste nella preparazione e nell’uscita effettiva dall’ipnosi con suggestioni di risveglio. Gli eventi che si verificano durante il periodo ipnotico sono dimenticati,per evitare ricordi spiacevoli-> amnesia post ipnotica. •Suscettibilità ipnotica-> non tutti gli individui sono ipnotizzabili. -Scala di suscettibilità ipnotica di Stanford ->prevede 12 suggestioni ,una quota della popolazione (5/10%) non puó essere ipnotizzata. -la suscettibilità ipnotica=tratto stabile della personalità ,con una predisposizione genetica e un’evoluzione. I soggetti più facilmente ipnotizzabili sono caratterizzati da alcune qualità distintive: dissociazione, immaginazione,disposizione al contesto ipnotico. •Analgesia ipnotica-> possibilità di esercitare un controllo diretto sul dolore,senza la necessità di interventi farmacologici. -L’analgesia ipnotica si fonda sulle modificazioni dell’attività nervosa della corteccia cerebrale (primaria e secondaria) a seguito delle suggestioni ipnotiche e comporta una sorta di separazione fra la stimolazione dolorosa e l’esperienza di essa. Alcune volte si fa ricorso a tecniche di autoipnosi attraverso cui ci convinciamo che la parte dolorante non sia collegata al corpo. 2.3.3 Meditazione-> stato modificato di coscienza tramite l’esecuzione ripetitiva e sequenziale di alcuni esercizi mentali ,realizzati in un ambiente tranquillo. -Metodo di rilassamento dove il soggetto ottiene un controllo nella regolazione della respirazione. Tale inibizione è associata all’intervallo di tempo fra l’identificazione delle informazioni pertinenti e la preparazione della risposta->quanto più l’intervallo di tempo è lungo,tanto più difficile è inibire la risposta. Questo è un processo necessario per la nostra vita quotidiana,la sua carenza conduce all'impulsività.Se non fossimo in grado di inibire le risposte andremmo in contro a gravi disagi relazionali . •Esecuzione della sequenza delle operazioni-> la pianificazione delle operazioni richiede la capacità di disporle in sequenza temporale e di eseguirle seguendo tale ordine. Grazie alla multifunzionalità siamo capaci di eseguire una data operazione in modo coordinato e agile,efficace e coerente con gli scopi. -Legame intrinseco fra percezione e sistema motorio-> trasformazione dei modelli percettivi in corrispondenti modelli motori (ciclo percezione-movimento). Se non disponiamo di informazioni percettive attendibili non siamo in grado di operare,ogni singolo movimento genera feedback percettivi. -L’accuratezza,la velocità e l’agilità nell’esecuzione di un’azione sono strettamente associate all’esercizio, quando impariamo una nuova attività all’inizio siamo impacciati ,tramite l’esercizio facciamo progressi. -L’azione è una fonte intrinseca di apprendimento : ● apprendimento situato->avviene in una specifica situazione ed è immerso in un contesto immediato. ● apprendimento esperienziale ->connesso con le esperienze che facciamo. ● apprendimento riflessivo-> stabilisce connessioni con l’indietro e con l’avanti. Nell’esecuzione di un’azione intervengono rilevanti processi connessi con la memoria di lavoro -> memoria attiva che ci consente di “lavorare”.La memoria ricorda l’identità delle cose (item). Per compiere attività complesse siamo facilitati dall’elaborazione di un copione (script). •Monitoraggio e controllo-> lo svolgimento di un’azione implica una condizione di verifica e di valutazione,abbiamo la necessità di accertare che ciò che stiamo facendo sia conforme al piano prestabilito. -> il monitoraggio consente di operare un confronto sistematico.È fondamentale in caso di errori . -In tale processo la memoria di lavoro svolge una funzione essenziale ,provvede a raffrontare in continuazione ciò che si sta facendo e quanto previsto dal piano. A conclusione dell’azione procediamo alla valutazione finale per accertare se è stata eseguita in conformità al piano di partenza. 3.3 Agentività e autoefficacia -sentimento dell’autoefficacia-> credenza e verifica di riuscire a controllare un’attività e di svolgerla con una buona riuscita. Il piacere deriva dal raggiungimento di un obiettivo. L’autoefficacia dipende dalla consapevolezza di essere protagonisti ,in grado di causare degli effetti nell’ambiente in cui viviamo. È il costrutto psicologico dell’agentività ->attivata dai propri interessi e desideri come leve motivazionali,essa implica la capacità di formulare un piano intenzionale per riuscire a soddisfarli. È la competenza nel compiere azioni efficaci associata alla consapevolezza di ascrivere tale competenza a se stessi in quanto protagonisti.