Scarica Psicologia Generale (L. Anolli e P. Legrenzi) edizione 2018 e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Cognitiva solo su Docsity! Sensazione e Percezione (Psicologia generale, cap. 3) La SENSAZIONE = è un’impressione soggettiva, immediata e semplice che corrisponde a una data intensità dello STIMOLO (= particolare manifestazione delle diverse forme di energia) fisico. È un evento privato e soggettivo del quale solo ciascuno di noi ha un’esperienza diretta, ma può essere comunicato a gli altri, facendo sì che avvenga un confronto fra le sensazioni proprie e quelle altrui (spesso le sensazioni sono simili tra gli individui che vengono sottoposti allo stesso stimolo nelle stesse condizioni). Ciò è possibile grazie alla relazione sistematica tra lo stimolo fisico (o distale) e la sensazione medesima, tale relazione è detta PSICOFISICA e costituisce un’interfaccia fra la realtà esterna (fisica) e la realtà interna (mentale). Gli esseri umani sono capaci di cogliere a quelle forme fisiche di stimolazione che possono essere captate e ricevute da particolari apparati recettivi (organi di senso). Ciò evidenzia che la sensibilità umana può concepire solo una parte molto piccola della varietà della massa degli stimoli fisici dell’ambiente e solo se essi hanno una particolare INTENSITÀ. Qualsiasi stimolo fisico deve raggiungere un livello minimo (SOGLIA ASSOLUTA) per suscitare una sensazione, questo segna il livello tra gli stimoli recepiti (sovraliminari) e gli stimoli che non vengono avvertiti dall’individuo (infraliminari). Occorre distinguere tra: soglia assoluta iniziale (quantità minima di energia capace di produrre una sensazione) e soglia assoluta terminale (limite al di sopra del quale la sensazione viene a cessare). La variazione di intensità (aumento o decremento) di due stimoli della medesima natura, deve essere sufficientemente elevata per essere colta dall’organismo. Il valore della differenza minima fra due stimoli di diversa intensità è chiamato SOGLIA DIFFERENZIALE (differenza appena rilevabile nel 50% dei casi). Metodi psicofisici (si studia la relazione sistematica fra due variabili: la sensazione soggettiva e la stimolazione fisica) per la misurazione della soglia assoluta: - Metodo dei limiti: serie di stimoli in ordine ascendente o discendente ripetute in modo random. - Metodo dell’aggiustamento: il soggetto aggiusta in autonomia lo stimolo fino a quando non lo percepisce. - Metodo degli stimoli costanti: presentazione random di stimoli con una certa caratteristica. Per la misurazione della soglia differenziale si utilizzano dei metodi analoghi, ma si presenta in ogni prova una coppia di stimoli di intensità differente: lo STIMOLO STANDARD tenuto costante e lo STIMOLO DI CONFRONTO che invece varia di volta in volta. In questa procedura possono verificarsi distorsioni (biases) dovute ad errori sistematici (errore del campione ed errore di posizione). La PSICOFISICA (temine coniato da Fechner) = è lo studio delle relazioni che intercorrono fra gli attributi soggettivi di una data sensazione e gli attributi fisici controllabili dello stimolo corrispondente. La psicofisica classica costituita da: LEGGE DI WEBER (K = ∆R/R) = la soglia differenziale dello stimolo è una proporzione costante dell’intensità dello stimolo iniziale (definita costante di Weber). LEGGE DI FECHNER (S = c log R + c) = l’intensità della sensazione è direttamente proporzionale al logaritmo dell’intensità dello stimolo. All’aumento in progressione geometrica dello stimolo corrisponde un aumento in progressione aritmetica della sensazione. Gli studi della psicofisica classica furono ripresi dalla psicologia sperimentale che permise di misurare (oltre alle capacità sensoriali) anche altre funzioni mentali degli individui: intelligenza, memoria, apprendimento… Successivamente Stanley Stevens (1957) diede origine alla PSICOFISICA SOGGETTIVA, egli, ricorrendo al metodo della stima di grandezze, verificò che i soggetti sono capaci di valutare direttamente l’intensità di una sensazione associandola ad un numero. Il soggetto stesso funge, quindi, da strumento di misurazione degli stimoli. La funzione che descrive la relazione fra il giudizio sensoriale del soggetto e l’intensità dello stimolo è una funzione di potenza, secondo cui la grandezza della sensazione è proporzionale all’intensità dello stimolo, elevata a una certa potenza. Per la psicofisica (classica e sperimentale), gli individui sono come registratori di stimoli: posti di fronte ad uno stimolo essi possono rilevarlo o meno. In realtà nel processo di rilevazione essi devono compiere una decisione circa la sua presenza. Secondo la teoria della decisione statistica abbiamo 4 possibilità nella rilevazione: - Vero positivo = il segnale viene percepito quando esiste realmente. - Falso positivo = il segnale non c’è, ma noi lo percepiamo. - Falso negativo = il segnale non viene percepito quando esiste realmente. - Vero negativo = il segnale non c’è e non viene percepito. La TEORIA DELLA DETENZIONE DEL SEGNALE (sviluppata a seguito dello sviluppo dei RADAR) ha posto in evidenza due fattori che devono essere considerati nello studio della matrice con queste quattro possibilità: - La sensibilità dell’organismo nella finezza discriminativa degli stimoli. - Il criterio soggettivo di decisione (vi sono soggetti maggiormente propensi al rischio o alla prudenza). La rilevazione della presenza (o meno) di un segnale dipende in modo sinergico dall’azione congiunta delle capacità recettive dell’organismo e dei fattori mentali legati alla decisione. La PERCEZIONE = sul piano soggettivo (versante degli eventi mentali) è un’impressione diretta e immediata della presenza di determinate forme della realtà ambientale. È l’organizzazione immediata, dinamica e significativa delle informazioni sensoriali, corrispondenti ad una data configurazione di stimoli delimitata nello spazio e nel tempo. È un processo intrinsecamente organizzato che riesce a strutturare un mondo fenomenico unitario, coerente e significativo, articolato in unità distinte, aventi proprietà e relazioni definite. Si parte dal presupposto che: non sempre vediamo quello che esiste, che alle volte possiamo vedere ciò che non esiste o che vediamo cose che non possono esistere nella realtà, cose differenti da quelle che esistono, infatti, in numerose condizioni emerge una divergenza tra la realtà fisica e la realtà percettiva. Le sensazioni (infinite, puntiformi, microscopiche, indipendenti e trasmesse a differenti aree cerebrali), da sole, non contengono le informazioni sufficienti per spiegare le nostre percezioni, esse vanno integrate in modo coerente nei PRECETTI (ciò che noi percepiamo) tramite articolati processi di associazione ed elaborazione (a loro volta, i precetti, costituiscono la base per ulteriori e articolati processi mentali associati alle immagini mentali, alle categorie, ai concetti…). Il passaggio dalle sensazioni ai precetti è il risultato della CATENA PSICOFISICA, una sequenza di mediazioni fisiche, fisiologiche e psicologiche, che si basa su un processo base: 1. Gli oggetti nel mondo circostante producono in continuazione una molteplicità indefinita di radiazioni; 2. Le radiazioni (STIMOLAZIONI DISTALI) vanno a suscitare precise sollecitazioni negli apparati recettivi (STIMOLAZIONI PROSSIMALI). Se la stimolazione prossimale è sufficientemente intensa, produce nei recettori interessati una serie di eccitamenti nervosi, trasmessi in forma di messaggio nervoso, fino ad una definita regione cerebrale, che è deputata a ricevere ed elaborare gli stimoli riguardanti quel particolare tipo di sensibilità. Vi è una stretta corrispondenza tra i dati sensoriali e a popolazione dei neuroni attivi in una data area cerebrale. David Hubel e Torsten Wiesel hanno accertato che ciascuno di tali neuroni risponde in modo elettivo a uno specifico stimolo, essi sono in grado di discriminare le varie proprietà degli oggetti e insieme costituiscono delle vere e proprie mappe cerebrali. La stimolazione (evento fisico) suscita una rapida successione di eventi fisiologici. I diversi flussi di processi che operano nella dinamica della percezione: PROCESSI DAL BASSO VERSO L’ALTO (botton-up) = partono dalle informazioni sensoriali associate agli stimoli ambientali e vanno ad attivare specifiche aree cerebrali. Le informazioni cerebrali sono necessarie (senza di esse si cade in una condizione di allucinazione), ma insufficienti a spiegare ciò che percepiamo, poiché per loro natura sono disperse e caotiche e da sole non indicano nessuna realtà. In altri casi le informazioni sensoriali sono eccessive per essere incluse in modo coerente e istantaneo in un singolo atto percettivo. PROCESSI DALL’ALTO VERSO IL BASSO (top-down) = partono da specifiche aree cerebrali e influenzano l’attività nervosa dei recettori sensoriali delle diverse modalità in relazione a ciò che già sappiamo. La conoscenza (credenze, aspettative, gli scopi della nostra condotta…) influenza i processi della percezione rendendola più efficiente, pertinente e accurata alla situazione contingente. La coscienza è in grado di colmare gli elementi mancanti degli stimoli sensoriali sulla base delle informazioni già immagazzinate. Una conferma empirica di questo tipo di processi proviene dall’attività di riconoscimento degli oggetti: consiste nel confrontare e trovare corrispondenze tra l’insieme degli stimoli sensoriali e la rappresentazione mentale già immagazzinata in un deposito di memoria. La distinzione tra i processi si basa su robuste evidenze empiriche, facendo sì che la percezione sia una funzione altamente dinamica, essa è l’esito dell’interdipendenza fra le strutture nervose periferiche (organi di senso) e centrali (aree cerebrali) dell’organismo e l’esperienza in grado di influenzare tali strutture. La percezione è la convergenza fra l’insieme delle informazioni genetiche e l’apprendimento percettivo (parte dalla nascita e si evolve passando per momenti critici, nei quali vengono sviluppate particolari competenze percettive). Diversi punti di vista teorici: TEORIA EMPIRISTICA (proposta da von Helmholtz) I dati sensoriali danno origine ad un mosaico di sensazioni elementari che vengono integrate con altre informazioni e sintetizzate nella percezione grazie ai meccanismi di associazione e dell’esperienza. Le ripetute esperienze con la realtà ambientale e l’apprendimento che ne consegue forniscono un contributo essenziale alla percezione degli oggetti. Nell’adulto i processi avvengono sotto forma di INFERENZA INCONSCIA e sono molto rapidi e quasi automatici, poiché l’individuo compie un ragionamento inconsapevole grazie al quale corregge e integra le sensazioni elementari attuali.