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Psicologia Generale (L. Anolli e P. Legrenzi) edizione 2018, Sintesi del corso di Psicologia Sperimentale

Riassunto capitolo 1: origini e sviluppi della psicologia scientifica, presupposti evolutivi, il ruolo dell'esperienza, presupposti moderni, introduzione alle varie teorie psicologiche.

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 11/03/2019

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Scarica Psicologia Generale (L. Anolli e P. Legrenzi) edizione 2018 e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Sperimentale solo su Docsity! 1 Origini e sviluppi della psicologia scientifica (Psicologia generale, cap.1) Il termine “psicologia” venne utilizzato per la prima volta dal poeta Marko Marulic nel 1520. Il senso attuale del termine risale al ‘700, quando Wolff (1728; 1737) distinse fra: - Psicologia razionale (di natura filosofica basata su riflessioni teoriche); - Psicologia empirica (“naturalistica” fondata su osservazioni concrete) → da essa sorgerà la psicologia scientifica contemporanea come scienza naturale. Per psicologia si intende la scienza della mente e del comportamento. Mente = complesso delle facoltà umane che più specificatamente si riferiscono al pensiero, in particolare quelle: intellettive, percettive, mnemoniche, intuitive e volitive. Comportamento = insieme di azioni e reazioni di un individuo a una stimolazione proveniente dall’ambiente esterno o dall’ambiente interno. Gli psicologi cercano di spiegare i comportamenti studiando gli eventi che li causano. Possiamo suddividere la psicologia in due principali “forme di sapere”: la psicologia del senso comune (o ingenua) e la psicologia scientifica. Esse affrontano entrambe i vincoli e le opportunità della vita, ma lo fanno in maniera diversa, in funzione delle conoscenze che abbiamo acquisito tramite la nostra esperienza come specie e come singoli individui. Immanuel Kant sosteneva che la psicologia non fosse possibile come scienza empirica perché i principi matematici non si possono applicare ai processi mentali. Cento anni dopo quest’affermazione, Wundt riuscì nell’impresa. 2 PRESUPPOSTI EVOLUTIVI DELLA PSICOLOGIA La psicologia ha un percorso remoto che affonda le sue radici nell’evoluzione dell’Homo sapiens:  7 milioni di anni fa inizia la separazione dell’attuale genere umano dallo scimpanzé. Ad ora abbiamo in comune il 96% del genoma, la differenza è nella sottrazione di “pezzi” di DNA dal corredo genetico degli scimpanzé (ne sono stati contati 510). Esempi: - Eliminazione del gene recettore androgeno che implica l’estinzione delle spine cheratinose del pene, ciò cambia notevolmente le modalità dei rapporti sessuali che divengono più lenti e lunghi e permettono di stabilire legami più profondi e duraturi fra i partener. - Scompare il gene inibitore del tumore al cervello ciò (sebbene sia un evidente svantaggio) promuove l’aumento della massa cerebrale. L’evoluzione umana: - è avvenuta in modo contingente, irregolare e discontinuo (modello degli equilibri punteggiati, Gould 2002); - è caratterizzata da periodi di relativa stabilità seguiti da fasi di profondi e rapidi cambiamenti evolutivi; - è formata da “anelli mancanti” (buchi evolutivi) e “salti in avanti” che implicano la riorganizzazione dell’assetto generale della specie verso nuove traiettorie evolutive; - non è avvenuta secondo una catena lineare e progressiva, bensì ha presentato una discendenza ramificata (a cespuglio), per questo l’insieme delle diverse specie umane convissute in varie parti della Terra per un certo arco di tempo è stato definito “cespuglio degli ominidi”. Quando nasce la psicologia della nostra specie? Non vi è (né mai potrà essere) nessuna data, tuttavia possiamo prendere in considerazione il passaggio che fece divenire la specie umana una specie simbolica → circa 100.000 anni fa essa fu in grado di “maneggiare” simboli, intesi in senso generale come entità che rappresentano mentalmente altre entità. Il simbolismo del linguaggio viene considerato un primo “salto in avanti” della specie verso la conquista di nuove abilità psicologiche. Capacità simboliche + abilità linguistiche (entrambe basate su competenze di comunicazione non verbale) = specie psicologica (in grado di riflettere sugli eventi in termini mentali). Lo sviluppo psicologico subisce un rapido e forte impulso circa 30/40.000 anni fa, grazie a un drastico avanzamento tecnologico (manifattura di utensili, sculture, pitture rupestri…). ↓ ciò porta alla… Rivoluzione del Neolitico (10.000 anni fa): - Nasce l’agricoltura che rende l’uomo stanziale, da essa scaturiscono: la nozione di “territorio” e le sue conseguenze dirette (confini, proprietà, organizzazione sociale, economia, religione…) e le nuove tecnologie (lavorazione dei metalli, produzione di strumenti sofisticati, costruzione delle abitazioni…). - Rappresenta la nascita della cultura nelle sue diverse forme e manifestazioni. - Vi è un incremento esponenziale delle capacità psicologiche degli umani, essa predispone una “casetta degli attrezzi mentali” tutt’ora validi e in uso (pensiero, coscienza, comunicazione, elevata socialità, valori…), sebbene il cervello del XXI secolo, pur mantenendo tali strutture, sia caratterizzato da processi notevolmente diversi da quelli di allora, ciò perché la cultura e i suoi artefatti vanno a modificare la configurazione delle connessioni nervose a nostra disposizione. N.B: non si sa a cosa sia dovuta la rivoluzione, la causa potrebbe ritrovata nelle importanti pressioni ambientali (fine della glaciazione) oppure in una particolare riorganizzazione del cervello. Oggi la “cassetta degli attrezzi mentali” è impiegata sia dalla psicologia ingenua che da quella scientifica. 5 Il contributo della fisiologia:  A metà del ‘700 Robert Whytt, asportando il cervello della rana, osservò che rimanevano ancora i movimenti involontari riflessi di contrazione ed estensione, generati dal midollo spinale (non dal cervello).  Tale studio fu ripreso da Bell e Magendie (inizio del XIX secolo) che scoprirono che la radice anteriore dei nervi spinali trasmette impulsi sensitivi afferenti (dalla periferia al centro) indipendenti da quelli efferenti (dal centro alla periferia). Sul piano fisiologico ciò dimostrava che nonostante l’apparente unitarietà il sistema nervoso era composto di parti funzionalmente differenti. In tal modo nasce la nozione di arco riflesso (precursore del concetto di “riflesso” rispreso dalla scuola russa nel XX secolo): forma fondamentale di connessione fra sensazioni (acquisizione di conoscenze) e movimenti (esecuzione di azioni) fra organismo e ambiente. Esso introduce la distinzione tra componenti sensoriali e componenti motorie nel sistema nervoso centrale.  1825, Gall e Spurzheim sostengono per primi una concezione localizzatrice delle strutture cerebrali da loro denominata “fenologia” secondo cui le varie funzioni mentali (facoltà) dipendevano da aree del cervello ben delimitate e la loro efficienza corrispondeva al grado di sviluppo raggiunto dalle corrispettive aree cerebrali. Più sviluppata era un’area cerebrale, più efficiente era la funzione mentale che da essa dipendeva, più si esercitava una facoltà, più aumentava il volume cerebrale corrispondente, fino a modificare la scatola cranica.  1826, Muller formulò la teoria dell’energia specifica nervosa, secondo la quale ogni organo o fibra sensoriale evocherebbe una sensazione specifica, sia che questa sia stimolata naturalmente o da uno stimolo artificiale (es: scossa elettrica). Non è lo stimolo in sé a determinare la sensazione che ne scaturisce, ma l’organo stimolato. Introduce la distinzione tra stimolo e precetto. Sosteneva fosse impossibile misurare la velocità degli impulsi.  1852, Hermann von Helmholtz riuscì a misurare il tempo di propagazione degli impulsi nervosi, ovvero quello che intercorre tra la stimolazione periferica (di solito tramite un arto) e la contrazione rilevata dalla stessa. Introduce il metodo sottrattivo: TR2 > TR1 TR2 - TR1 = tempo che occorre all’impulso nervoso per giungere dall’estremità dell’arto alla sua radice. L’impulso nervoso viaggiava tra i 26.4 e i 27.5 metri al secondo. I suoi esperimenti furono perfezionati da Exner, che introdusse la nozione di “tempo di reazione” (tempo necessario affinché una persona risponda allo stimolo di interesse) e scoprì che la velocità dell’impulso varia non solo in funzione della distanza, ma anche delle condizioni fisiologiche del soggetto (età, attenzione, uso di alcol…). Registrazione dei tempi di reazione = misurazione del tempo che intercorre tra la presentazione di un input (stimolo) e l’emissione di una risposta da parte del soggetto.  1868, Franz Cornelis Donders, criticò i metodi utilizzati da Helmholtz giudicandoli poco attendibili e mise appunto il metodo della sottrazione per misurare i tempi di reazione nel loro complesso. Cronometria mentale: applicazione del metodo sottrattivo, sistematizzato dal punto di vista metodologico, alle operazioni mentali (tutt’ora applicabile in numerosi ambiti della psicologia scientifica). L’esperimento di Donders prevedeva la somministrazione di uno stimolo in diverse condizioni sperimentali: - Condizione A: viene presentato uno stimolo A e il soggetto deve fornire una risposta A → tempi di reazione semplici. - Condizione B: vengono presentate due categorie di stimoli, il soggetto deve dare la risposta di tipo A allo stimolo A e la risposta B allo stimolo B → tempi di reazione composti. - Condizione C: vengono presentati più tipi di stimoli ma il soggetto deve rispondere solo ad A con A → tempi di reazione di scelta. A < C < B A – C = tempo necessario per discriminare tra i due tipi di stimoli. C – B = tempo necessario per discriminare tra i due tipi di risposta.  Weber e Fechner applicarono la cronometria mentale alla sensibilità, definendo così la psicofisica come lo studio della relazione che intercorre tra gli attributi di stimoli fisici e gli attributi delle sensazioni che questi elicitano nell’uomo. A ciascun dato fisico (relativo allo stimolo) corrisponde una risposta psichica (sensazione) e questa relazione è descrivibile in un linguaggio matematico. Il contributo dell’astronomia: Exner si basò sugli esperimenti di Bessel sulle misure discordanti nelle relazioni di diversi astronomi sulla misurazione della velocità di spostamento dei corpi celesti, dovute ad un’equazione personale (errore sistematico compiuto da ogni osservatore nel rilevare la velocità di passaggio dell’astro nel reticolo), egli risolse il problema grazie all’esplorazione degli errori sistematici di rilevazione in modo controllato, per poi “ripulire” le osservazioni astronomiche dall’errore stesso. 6 Il contributo della biologia:  Darwinismo: nel 1859, Charles Darwin formula la teoria dell’evoluzione, secondo la quale vi è una discendenza comune di tutti gli organismi viventi (“albero della vita”), le varie specie nascono con un processo di discendenza con variazione. La differenza di specie è determinata dalla selezione naturale che opera come il principale motore dei cambiamenti evolutivi e dell’ereditarietà (localizza nei geni l’origine della variabilità delle caratteristiche fenotipiche trasmissibili ai discendenti), grazie ad essa solo gli individui che si adattano meglio all’ambiente riusciranno a sopravvivere. Secondo Darwin l’evoluzione è formata da un processo lento, uniforme ed ininterrotto di stadi in progressione che assicura un buon adattamento alle condizioni ambientali. Tale principio, secondo Darwin, poteva essere applicato a caratteri somatici e psichici.  Inizialmente la teoria della selezione naturale venne eclissata, per poi essere ripresa attorno a gli anni ‘30/40 con il modello della Sintesi moderna (o Neodarwinismo). Essa è l’integrazione tra il darwinismo, la teoria dell’ereditarietà di Gregor Mendel ampliata alla genetica moderna, la presenza di mutazioni genetiche a seguito di rilevanti pressioni ambientali, l’elaborazione matematica della genetica delle popolazioni e l’analisi dei reperti della paleontologia. Da ciò derivano le nozioni di: - sopravvivenza (fitness) = a parità di condizioni si riproduce di più (fitness elevata) e sopravvive più a lungo (fitness relativa) una popolazione con un grado di fitness superiore (caratteristiche migliori per un certo ambiente) alle altre. I più “adatti” prevalgono sugli altri gruppi; - speciazione = nascita di nuove specie attraverso una progressiva divergenza del corredo genetico e delle strutture anatomiche di due specie prima unite tra loro. La Sintesi moderna è fragile sul piano sperimentale (non è mai riuscita a spiegare per quale ragione paleontologica vi fossero “buchi” di milioni di anni nella documentazione dell’evoluzione per piccoli passi impercettibili) e su quello logico (il concetto di adattamento ci fa porre il quesito: se un soggetto è adattato perché dovrebbe evolvere?).  Negli ultimi anni del ‘900 Gould elabora il modello degli equilibri punteggiati: anziché ipotizzare un’evoluzione continua “per piccoli passi impercettibili” egli ritiene che le specie presentino lunghi periodi di stasi, seguiti (“punteggiati”) da salti, cambiamenti bruschi e comparsa di nuove forme di esistenza. Tali salti evolutivi implicano forme di “exaptation”: ad una struttura biologica destinata a una funzione viene associato un nuovo compito oltre a quello originario (es: piume degli uccelli, inizialmente spuntate per il freddo sono state cooptate per volare). L’exaptation sottolinea la discontinuità, la casualità e la contingenza dell’evoluzione (≠ adaptation).  A partire dagli anni 2000 è stata proposta la teoria della Sintesi estesa: nuova concezione dell’evoluzione. Rispetto alle precedenti introduce nuovi concetti come: - la plasticità del fenotipo - la selezione multilivello (individuale o di gruppo) - l’evoluzione del genoma - la contingenza - l’ereditarietà epigenetica Le 3 idee madri principali sono: - il modello evo-devo, che studia la relazione fra lo sviluppo embrionale e fetale di un organismo (ontogenesi: insieme delle fasi mediante le quali si compie l’evoluzione biologica dell’embrione che porta alla formazione di un individuo) e l’evoluzione della sua popolazione di appartenenza (filogenesi: si occupa di ricostruire le relazioni di parentela evolutiva di gruppi tassonomici di organismi a qualunque livello sistematico). L’ontogenesi ricapitola la filogenesi: negli animali superiori l’ontogenesi riproduce (soprattutto nel periodo pre-natale, perinatale e nelle prime fasi della vita) la filogenesi, come accade, per alcuni versi, nello sviluppo dell’essere umano. - il modello della costruzione di una nicchia in relazione al proprio habitat modifica l’idea stessa di selezione naturale: l’evoluzione dipende congiuntamente dalla selezione naturale e dalla costruzione di una nicchia (ereditarietà genetica + ereditarietà ecologica). - il concetto di evolvibilità: le specie esistenti sono il risultato della sopravvivenza dei migliori e di quelli che si sono dimostrati più “evolvibili” (disponibili ad evolvere). Più elevato è il livello di evolvibilità più gli individui hanno probabilità di governare le variazioni e raggiungere alti livelli di fitness.  Nonostante le molteplici teorie, l’evoluzione delle specie rimane un argomento attualmente discusso e in continuo divenire. 7 WILHELM WUNDT E LO STRUTTURALISMO ● Scopo: rilevare le strutture della mente umana. ● Oggetto di studio: l’esperienza immediata (diretta) contrapposta all’esperienza mediata dalle altre scienze naturali (fisica, biologia…). La psicologia non ha necessità di ricorrere a strumenti di mediazione, ad essa bastano i protocolli forniti dagli stessi soggetti senza bisogno di impiegare strumenti, differentemente dalle scienze naturali. Il soggetto diviene strumento di se stesso nell’osservare ciò che prova e gli accadimenti dell’ambiente. ● Il metodo che permette di rilevare l’esperienza immediata è quello dell’introspezione: - capacità di comprendere che cosa avviene nell’istante in cui si esperisce un certo evento (interno o esterno); - può alterare i contenuti di ciò che si osserva ed è soggetta a distorsioni: nel momento stesso in cui avviene modifica i dati rilevati inevitabilmente spostando l’attenzione non sugli eventi ma sui processi. ● Limiti: - non potremo mai sapere se i contenuti della coscienza sono gli stessi con o senza un atto di introspezione; - eccesso di soggettivismo, non è possibile una “lettura diretta” della mente altrui, le inferenze che possiamo fare rispetto ai contenuti mentali altrui non sono necessariamente corrette, a meno che non sia lui stesso a riferirle. Wundt pensa che i limiti dell’introspezione si possano aggirare grazie al metodo sperimentale in laboratorio (utilizzo del tachistoscopio a caduta, strumento che consente di studiare le capacità associative, percettive e di concentrazione attraverso l’analisi delle reazioni prodotte da stimoli sensoriali di tipo visivo): occorre determinare come di modifica la variabile dipendente al variare di quella indipendente, ciò che conta non è il contenuto dell’introspezione, ma la variazione fra un atto di introspezione ed un comparabile. Applicò in modo sistematico i tempi di reazione composti ed elaborò una complessa teoria in cui distinse: percezione, appercezione e volontà di reazione. ● Contributo alla psicologia moderna: ha mostrato limiti ed errori intrinseci della ricerca in psicologia. Edward Titchener enfatizzò lo strutturalismo sostenendo che un’esperienza vada valutata come un fatto senza analizzare il suo significato. Egli cercò di capire quali fossero le strutture che compongono la mente, tralasciando il “come” o il “perché” essa funzioni. Si avvia alla microanalisi. Quella di Titchener è la versione sperimentale della concezione di Hume. Parallelamente Franz Brentano sostiene una prospettiva che si oppone alla concezione dello strutturalismo. Viene definita “PSICOLOGIA DELL’ATTO” e sostiene che la mente è costituita da atti dotati di intenzionalità. L’aspetto essenziale non è il contenuto, ma l’atto. L’atto, in quanto rivolto ad altro in modo vincolante, implica una qualche forma di interazione e scambio con l’ambiente, tale tendenza si chiama in-esistenza intenzionale e pone in evidenza come i contenuti siano in funzione degli atti. Es: l’oggetto che vedo dipende dall’atto di vedere, poiché esiste grazie ad esso e dentro di esso → in-esistente. Gli atti mentali: - sono dotati di intenzionalità: direzionalità verso qualcos’altro nell’interazione con l’ambiente, essa è il fondamento dell’attività psicologica; - appaiono sempre unitari. Sulla prospettiva di Brentano si basa la scuola di Graz (o scuola austriaca), che, attraverso lo studio della “qualità figurale” (= le figure percettive restano invarianti nella loro organizzazione per al variare degli stimoli che le compongono) pone le basi per la scuola della Gestalt. Allo stesso modo, von Ehrenfels osservò che nella percezione di una figura non conta lo stimolo nella sua interezza, ma l’organizzazione della configurazione. Nel 1919, Benussi si occupò delle figure reversibili sostenendo che la loro percezione è dovuta anche a processi “asensoriali” (indipendenti dallo stimolo) attraverso i quali il soggetto organizza la massa sensoriale. Nello stesso anno Oswald Külpe e Karl Marbe fondano la scuola di Würzburg, ritenendo, differentemente a Wundt, che i processi mentali superiori (pensiero e ragionamento) potessero essere studiati con metodi simili a quelli con cui venivano studiati i processi sensoriali e percettivi. Grazie all’introspezione sperimentale sistematica, dichiararono di aver individuato il “pensiero senza immagini”: particolare evento della coscienza senza ulteriori caratterizzazioni. ↓ ≠ FUNZIONALISMO - il temine fu coniato da Titchener per denigrare la concezione di altri studiosi dell’epoca (in particolare: James, Angell e Dewey) che si ponevano contrari allo strutturalismo; - non è tanto una scuola, quanto un “punto di vista, un programma, un’ambizione”; - secondo questa prospettiva la psicologia è lo studio dell’attività mentale (percezione, memoria, apprendimento, emozioni…) come via per adattarsi all’ambiente in modo attivo; - si propone di verificare come opera un processo mentale (non che struttura presenta); - si impegna per applicare la psicologia scientifica alla società civile. - sostiene che le attività mentali possano essere studiate seguendo differenti metodi: l’introspezione, l’uso di strumenti per misurare le prestazioni dei soggetti (test psicologici).