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Quintiliano vita e opere + Tacito vita e opere, Appunti di Latino

La figura di Faummeuian, oratore e insegnante di retorica, che si trasferisce a Roma per perfezionare la sua pratica forense. Il suo trattato Institutio oratoria è un programma educativo completo che rivela una visione moderna dei metodi educativi. Faummeuian propugna una scuola pubblica dove si possa sviluppare una sana competizione tra alunni. anche le tecniche dell'oratore, come il riso, la simulazione e la dissimulazione.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 25/07/2022

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elisa-anzalone-1 🇮🇹

12 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Quintiliano vita e opere + Tacito vita e opere e più Appunti in PDF di Latino solo su Docsity! Faummeuian precursore della erna ogia*, oratore e insegnante di retorica si trasferisce a Roma per perfezionare pratica per un periodo della sua vita l'attività forense dopo il ritiro dall'insegnamento pubblico studi e alla compone opere; muore attorno al 96. Institutio oratoria come fisposta alla crisi) la corruzione dell'eloquenza ha cause morali ma anche pratiche, come il decadimento dell'insegnamento scolastico e la futilità delle declamazioni retoriche il trattato dedicato a Vittorio Marcello, influente uomo della corte di Domiziano, è un programma, Iturale,morale del futuro oratore, dall'infanzia all'età adulta educativo completo,ci rivela una visione moderna dei metodi educativi nella convinzione che a debbano assecondare, le propensioni degli allievi e che le inizioni corporali siano controproduttive propugna una scuola pubblica dove si possa sviluppare una sana competizione tra alunni, poichè egli ritiene sia più gradito ai ragazzi emulare un modello alla loro portata (*) e re . propone unioratore idealè sulle basi del vir bonus dicendi peritus di Catone non cela la sua ostilità verso i filosofi contemporanei,atteggiamento che nasconde l'adesione alle direttive dell'impero, critico nei confronti della filosofia perché catalizzatrice del dissenso politico > ORATORI PREPARATI SONO L'UNICA PROTEZIONE DAL REGIME (MA ANCHE “DEL” REGIME > collegamento con mussolini, hitle ruolo intellet. sotto il nazifascismo) il perfetto oratore oltre ad essere U un Cittadino al servizio del bene comune e del senato IT è 2 communis utilitas, capace di orientare le scelte del popolo Q riadatta al suo tempo situazioni e modelli validi ai tempi di Cicerone: il potere. imperiale assoluto X i e la possibilità di incidere sulla politica, ora l'oratore deve:porre la sua professionalità vizio del la cui utilitas coinci con Domiziano no ) [come i giornalisti sotto il fascismo] ( con Vespasiano si, conscio dei cambiamenti storici cerca di ricavare il Q reputava il\principato come un male ineludil massimo spazio e dignità possibile per l'oratore le doti morali a cui fa riferimento sono la garanzia contro un acritico, pericoli regime e l'unico freno possibile al suo potere testo T5 / segreti e le tecniche dell'oratore (Institutio ora i li defoi ‘come dice Cicerone ha sede in qualcosa d e quando è mostrato negli altri prende il nome di urbanitas,, quando ricade su chi parla,si chiama stoltezza il riso possiede una forza violentissima a cui è impossibile opporsi e in situazioni critiche ri lira cancellandoli” prova: i giovani di Taranto che dopo aver detto tante cattiverie su Pirro una volta chiamati a dare una giustificazione del loro comportamento, dal momento che non potevano difendersi ne negare la cosa, se la cavarono grazie al riso suscitato da una battuta “se non avessimo finito la bottiglia di vino, avremmo finito per ucciderti” — il riso si basa sulla natura e sull'occasione.(ha una sua tecnica già documentata da Greci e Latini) natura: qualcuno è più acuto e abile nel i ico; alcuni hanno nel modo di fare e nel volto un atteggiamento da far sembrare meno spiritose le stesse battute dette da altri occasione: dipende dai fatti ma anche dalle parole pronunciate da quello prima di me (sono molto più spiritose le battute pronunciate quando si risponde che non quelle dette quando si attacca) battute a sorpresa: ingannano le aspettative, solitamente pronunciata da chi provoca es. Cicerone con “che cosa manca a costui se non soldi e virtù” es. Afro (oratore avvocato del | sec) “l'uomo meglio vestito nel trattare le cause” ma anche da chi risponde ‘es. Cicerone che alla falsa notizia della morte di Vatinio quando incontrò un suo liberto e gli chiese se stesse bene e lui rispose “bene bene”, C disse “allora è morto davvero” battute che consistono nel fraintendere il senso delle parole pronunciate loso asservimento del suscitano poi molto riso anche simulazione e dissimulazione Simulazione: colui che finge di aver dentro sé una sicura opinione dissimulazione: colui che finge di non capire a sufficienza le cose dette dagli altri es. Afro usò la simulazione quando in un processo continuavano a dire che Celsina era a conoscenza del fatto, chiese “Chi è questo Celsina?” fingendo di credere che Celsina fosse un uomo es. Cicerone usò la dissimulazione quando Sesto Annale con la sua deposizione aveva aggravato la situazione dell'imputato e l'avvocato dell'accusa continuava a chiedere “Dimmi qualcosa di Sesto Annale” allora Cicerone cominciò a recitare i versi del sesto libro degli Annali di Ennio l'ambiguità fornisce spesso occasione per dissimulare es. Cascellio, quando un cliente gli disse “voglio dividere la nave”, disse “la manderei a fondo” ma anche quando si passa di per parlare in modo spiritoso basta quando ci immaginiamo le nostre oj es. Giuba si è inventato il pensiero di un altro quando a uno che si lamentava per essere stato spruzzato dalla bava del suo cavallo disse “Credi forse che io sia un ippocentauro?” es. Caio Cassio si è immaginato la propria opinione dicendo a un soldato che correva in battaglia senza spada “ehi commilitone li sai usare bene i pugni” es. Gabba che a proposito di un piatto di pesci dopo essere stati mangiati il giorno prima da una parte, il giorno dopo erano ‘stati in tavola girati dall'altra parte disse “facciamo in fretta, altri stanno mangiando sotto al tavolo” l'raciro j nacque intorno alla Gall —» Si sentiva erede dei tempi della Repubblica &= egli era nostalgico sì. ma realista mei ali, “l > riconosce che bisogna accettare il dominio dell'imperatore e collaborare con lui, forza e ricchezza 43 erano abbaglianti, emerge l'inquietudine scaturita da una crisi morale i suo d fu il valente comandante/Giulio Agricolaldel quale Tacito buona educazione, intraprende il cursus honorum la sua attività inizia con Vespasiano, proseguì con Tito, poi Domiziano nel diventa gonsols e inizia a scrivere rallentando il suo impegno pubblico strinse amicizia con Plinio il Giovane sotto Traiano divenne proconsole della provincia d'Asia attorno al 112 la data della morte è incerta Opere Agricola (vita di Giulio Agricola) scritta nel 98 Germania opuscolo di carattere etnografico sulle popolazioni e la cultura dei popoli germanici che vivevano oltre il confine di Roma Dialogus de oratoribus Historiae descrivono il periodo dal 69 (morte di Nerone) al 96 (morte di Domiziano) Annales da Augusto a Nerone Agricola opera monografica, 46 capitoli, diversi generi letterari dedicata alla memoria del suocero Agricola morto nel 93, distintosi nella conquista della Britannia di cui era stato governatore per molti anni, elogi ad Agricola depurare la sua figura dai sospetti di collaborazione con il vecchio regime, era necessario presentare Agricola più come vittima che come complice del regime Agricola è raffigurato come rappresentante dell'antica virtus romana non contaminata dalla corruzione della capitale, un vir bonus che ha affrontato la vita con coraggio e nobiltà idea generale: chi vuole servire lo Stato, che è sotto un governo ingiusto, deve compiere il suo dovere con prudenza e moderazione perché la ribellione è inutile e oltre a portare rovina alla chi la compie, danneggia la collettività non per questo però bisogna cedere al servilismo e al silenzio acquiescente Tra i Germani non si distingue il padrone dal servo da nessuna raffinatezza di educazione, la vita sessuale dei giovani comincia tardi neppure alle vergini si mette fretta i figli delle sorelle godono presso lo zio matemo della stessa considerazione di cui godono per presso il padre, questa è L'analogia tra Germani e Romani se non vi sono figli il grado seguente della successione sono fratelli zii paterni zii materni quanti più sono i parenti quanto maggiore è il numero degli affini tanto più onorata e la vecchiaia e non c'è nessun vantaggio nel non avere figli i romani rispetto a Quest'ultimo aspetto avevano una diversa mentalità infatti gli uomini senza figli erano corteggiati e riveriti dei cacciatori di eredità i quali speravano di essere inseriti nel testamento T19 pag.421 Seneca è costretto ad uccidersi dagli Annales Un giorno a Seneca, mentre di ritorno dalla Campania si trovava in un suo podere a quattro miglia da Roma e cenava con la moglie Paolina e due amici, si presentò il tribuno dei pretoriani Gaio Silvano incaricato da Nerone di intimare la morte a Seneca: ma preferì che a compiere questo triste ufficio fosse un centurione. (60-61) (62, 1) Seneca, impavido, chiese che gli portassero le tavole del testamento e, poiché il centurione rifiutò, si volse agli amici dichiarando che, dal momento che gli si impediva di dimostrare la sua gratitudine, lasciava a loro la sola cosa che possedeva e la più bella, l'esempio della sua vita. Se avessero di questa conservato ricordo, avrebbero conseguito la gloria della virtù come compenso di amicizia fedele. A chi mai era stata ignota la ferocia di Nerone? Non gli rimaneva ormai più, dopo aver ucciso madre e fratello, che aggiungere l'assassinio del suo educatore e maestro. (63, 1) Come ebbe rivolto a tutti queste parole ed altre dello stesso tenore, abbracciò la moglie e, un po' commosso dinanzi alla sorte che in quel momento si compiva, la pregò e la scongiurò di placare il suo dolore e di non lasciarsi per l'avvenire abbattere da esso, ma di trovare nel ricordo della sua vita virtuosa dignitoso aiuto a sopportare l'accorato rimpianto del marito perduto. La moglie dichiarò, invece, che anche a lei era destinata la morte, e chiese la mano del camefice. Seneca, poiché il suo corpo vecchio ed indebolito dal poco cibo offriva una lenta uscita al sangue, si recise anche le vene delle gambe e delle ginocchia, ed abbattuto da crudeli sofferenze, per non fiaccare il coraggio della moglie e per non essere trascinato egli stesso a cedere di fronte ai tormenti di lei, la indusse a passare in un'altra stanza.(64, 1) Pertanto Nerone, non avendo alcun rancore personale contro Paolina, diè l'ordine di impedime la morte perché non si accrescesse l'odiosità della sua ferocia. All'imposizione dei soldati i servi e i liberti legando le braccia trattennero il sangue a lei che non sappiamo se di tutto ciò avesse o no la sensibilità. Visse ancora pochi anni, conservando sacra memoria del marito, nel volto e nel corpo bianco di quel pallore che era segno palese della vitalità perduta. T21 pag.427 Anche Petronio deve uccidersi Dedicava le ore del giorno al sonno quelle della notte ai suoi doveri e alle gioie della vita non passava però come un crapulone bensì come un gaudente raffinato fu proconsole e console in Bitinia dove diede prova di energia e si mostrò all'altezza del grande ufficio fu ammesso alla corte di Nerone > Tigellino era geloso di Petronio, egli infatti denuncia lo scrittore come amico di Scevino, un senatore del 65 che prese parte alla congiura di Pisone Cesare, cioè Nerone appellativo per Imperatore, si era recato in Campania e Petronio che si trovava a Cuma venne trattenuto. Tuttavia non si tolse la vita con precipitazione ma secondo la sua volontà si fece tagliare le vene poi se le fece richiudere per poi riaprirle di nuovo mentre conversava con gli amici, mentre leggeva versi scherzosi e decide di dare delle ricompense agli schiavi. Si mise a tavola, dormi, affinché la morte sebbene imposta sembrasse fortuita. Nemmeno nei testamenti si lascia andare ad adulare Nerone anzi, scrisse accuratamente la vita scandalosa del Principe citando i nomi dei giovani corrotti e delle donne di malaffare che lo circondavano. Ha voluto dare alla sua morte la stessa nonchalance che ha dato alla sua vita La storiografia di Tacito Tacito scrive storia perché “le virtù non siano passate sotto silenzio” anche se nelle sue pagine ‘accade proprio che i virtuosi siano le vittime predilette di spietati meccanismi di potere o del caso. Il metodo storiografico si fonda sulla pretesa di imparzialità, Tacito critica i suoi predecessori ma anche egli rappresenta una prospettiva parziale, vale a dire quella senatoria, cioè quella parte politica che gli imperatori tentarono in ogni modo di tenere sotto controllo. Tacito era un Senatore e aveva un senso molto alto dell'istituzione a cui apparteneva quando parla di servilismo dei suoi colleghi lo fa con dispiacere ma nonostante ciò continua a considerare il Senato come cardine delle istituzioni romane, si esprime con disprezzo verso i confronti della plebe urbana, la soluzione alla discordia della patria era un buon principe capace di far coesistere la libertà con la Stabilità del potere, per lui questi ideali fu rappresentata da Traiano non dai successori di Augusto Dal punto di vista letterario sembra che Tacito sia attratto più dai vizi che dalle virtù degli uomini l'opera di Tacito può essere anche letta come una riflessione sulla natura del potere che in primo luogo è ambizione, corruzione che uomini senza scrupoli perseguono come fine supremo poiché chi era padrone di Roma era padrone del mondo | documenti su cui Tacito si informa sono di svariata natura: resoconti delle riunioni del Senato, lettere di imperatori o di magistrati, memorie ed epistole di privati, testi storici a lui precedenti, testimonianze di persone viventi e anche dicerie della voce popolare Si mostra incerto a volte tra due versioni dei fatti: in questi casi riferisce documentazioni differenti e rimane in dubbio su quale delle due contenga la verità come gli scrittori antichi Tacito considerava la storiografia come un genere letterario il cui fine era educare ma nello stesso tempo appassionare il lettore T5 pag.383 Matrimonio e Adulterio da Germania Il capitolo 18 si apre con la descrizione della austera semplicità dei riti matrimoniali, i valori portanti della famiglia cui il matrimonio dà origine sono individuati nello spirito di sacrificio e nella condivisione della medesima sorte da parte dei coniugi | matrimoni sono una cosa seria nessun altro aspetto merita un elogio così grande Si accontentano di una sola moglie, tranne molto pochi che sono sollecitati a contrarre più legami nuziali per obbligo di nobiltà. È il marito a portare la dote alla moglie i genitori i parenti fanno Doni come una coppia di buoi, un cavallo bardato e uno scudo con framea e spada La donna porta qualche arma al marito all'inizio della cerimonia le viene ricordato che ella diviene compagna di fatiche di pericoli questo infatti significano i buoi aggiogati, il cavallo bardato e le armi donate . Ella riceve le armi da consegnare inviolate e dei miei figli che poi le daranno ai nipoti Le donne non forte senso di pudore non sono corrotte né da lusinghe di spettacoli ne dai citazioni di feste pochissimi sono gli adulteri la cui punizione è immediata è rimessa ai mariti Il marito taglia i capelli dell'aduttera, la denuda, la caccia di casa e la trascina frustate per tutto il villaggio. Colei che prostituisce la propria onestà non potrà più trovare marito Meglio ancora si comportano con le popolazioni in cui si sposano solo le vergini così che le donne ricevono solo marito come hanno un solo corpo è una sola vita Limitare il numero dei figli e uccidere i nati dopo il primogenito è considerato un delitto tà i buoni costumi valgono più che altrove le buone leggi T6 pag.387 i figli da Germania Presso i Germani figli sono allattati dalle madri e allevati in casa mentre a Roma molte donne preferivano affidarli a schiave e nutrici presso i Germani le donne non si sposano troppo presto il che favorisce il loro vigore fisico mentre a Roma le fanciulle erano fatte sposare prestissimo presso i Germani i figli ereditano il patrimonio paterno senza bisogno di testamento e in assenza di essi le regole di successione sono semplici e chiare a Roma invece il diritto di successione era materia intricatissima e l'assenza dei figli scatenava i cacciatori di eredità l'unico punto in cui si può trovare un analogia tra Germani e romani è il legame esistente tra lo zio materno, avunculus, e i nipoti