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Relazione di tirocinio, quarto anno, scienze della formazione primaria, Guide, Progetti e Ricerche di Psicologia Della Formazione E Dell'orientamento

La relazione tratta i blocchi tematici affrontati durante il percorso teorico di tirocinio

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

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Scarica Relazione di tirocinio, quarto anno, scienze della formazione primaria e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Psicologia Della Formazione E Dell'orientamento solo su Docsity! Facoltà di studi Classici, Linguistici e della Formazione Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria RELAZIONE ANNUALE DI TIROCINIO PROGETTO III ANNO ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE A.MANZONI RAVANUSA (AG) Studente: Tutor coordinatore: Vivacqua Desy Bracco Giovanni Matr: Tutor dei tirocinanti: 18029773 Cannarozzo Giusy (Infanzia) Brancato Teresa Rita (Primaria) Anno Accademico 2021-2022 1 Indice • Premessa: Il tirocinio pag. 4 • Il Contesto accogliente pag.7 • Paragrafo1 • 1.1 Didattica disciplinare: epistemi, concetti fondamentali e metodi di indagine delle discipline………………………….pag.10 • 1.2 Didattica disciplinare: epistemi, concetti fondamentali e metodi di indagine delle discipline nella scuola dell’Infanzia • 1.3 Didattica disciplinare: epistemi, concetti fondamentali e metodi di indagine nella scuola Primaria • Paragrafo 2 • 2.1 Impianto progettuale: conoscere e agire le fasi di una corretta progettazione ………………pag.18 • 2.2 Impianto progettuale: conoscere e agire le fasi di una corretta progettazione nella scuola dell’Infanzia • 2.3 Impianto progettuale: conoscere e agire le fasi di una corretta progettazione nella scuola Primaria • Paragrafo 3 • 3.1 Strutturazione di percorsi didattici…………………….pag.22 • 3.2 Strutturazione di percorsi didattici nella scuola dell’Infanzia • 3.3 Strutturazione di percorsi didattici nella scuola Primaria • Paragrafo 4 • 4.1 Co-conduzione di percorsi didattici………………pag. 26 • 4.2 Co-conduzione di percorsi didattici nella scuola dell’Infanzia • 4.3 Co-conduzione di percorsi didattici nella scuola Primaria 2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO Il regolamento oggetto di “definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’Infanzia, della scuola Primaria e della scuola Secondaria di primo e secondo grado, ai sensi dell’articolo 2, comma 416, della legge 24 dicembre 2007, n. 244” si concretizzò nel D.M. n.249 del 2010. Tra gli obiettivi generali della formazione degli insegnanti emerge all’art.2, comma 2 del D.M. 249/2010 “l’acquisizione delle competenze necessarie allo sviluppo e di sostegno dell’autonomia delle istituzioni scolastiche secondo i principi definiti dal decreto del presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275” nonché “qualificare e valorizzare la funzione docente attraverso l’acquisizione di competenze disciplinari, psico-pedagogiche metodologiche-didattiche, organizzative e relazionali necessarie a far raggiungere agli allievi i risultati di apprendimento previsti dall’ordinamento vigente”. L’art.10 del decreto 249 contiene delle informazioni che riguardano le sedi di svolgimento, le attività, la gestione, la frequenza e l’esame finale di tirocinio formativo e attivo. Le attività nominate sono supportate di docenti tutor che guidano e seguono il tirocinante lungo il suo percorso di formazione iniziale all’insegnamento. I tutor hanno il compito di chiarire qualsiasi dubbio dello studente ed evidenziare il giusto modello di insegnamento-apprendimento da realizzare nel contesto di riferimento. Lo studente, durante il suo percorso di tirocinio, svolge due fasi fondamentali: 1. fase osservativa, che racchiude la lettura del contesto di riferimento, l’orientamento, il monitoraggio e il supporto in itinere; 2. fase di insegnamento attivo, in cui vengono integrate tutte le attività formative. L’obiettivo del tirocinio diretto è quello di attuare, da parte dello studente tirocinante, la teoria acquisita durante il tirocinio indiretto, il quale sperimenta e analizza pratiche di insegnamento inerenti alla situazione scolastica in cui si trova. 5 Il Progetto Formativo del T3 è suddiviso in quattro blocchi tematici: 1. “Didattica disciplinare: epistemi, concetti fondamentali e metodi di indagine delle discipline”. Con il supporto e la conoscenza delle Indicazioni Nazionali per il curricolo riguardo il primo ciclo d’istruzione, in riferimento alle singolo discipline e ai traguardi di apprendimento, si deve essere in grado di declinare i contenuti dei campi di esperienza e degli ambiti disciplinari in base ai livelli scolastici, all’età del bambino, agli aspetti storici ed epistemologici, con la competenza di saperli padroneggiare. 2. “Impianto progettuale: conoscere e agire le fasi di una corretta progettazione”. Saper stilare un curriculo flessibile e un’Unità di Apprendimento. 3. “Strutturazione di percorsi didattici”. Avere la capacità di strutturare, quindi progettare e organizzare percorsi didattici adeguati alla formazione degli alunni, gestendo tempo, spazio, materiali e tecnologie didattiche. 4. “Co-conduzione di percorsi didattici”. Mettere in pratica la struttura del progetto attraverso le conoscenze disciplinari, metodologiche e relazionali basandosi sulle esigenze formative degli alunni e sulle scelte pedagogiche-didattiche della scuola accogliente. Quest’esperienza porta il tirocinante a riflettere sulle azioni didattiche osservando punti di forza e di debolezza dell’esperienza. 6 IL CONTESTO ACCOGLIENTE Breve descrizione del contesto scuola L’istituto scolastico in cui ho eseguito le mie ore di tirocinio diretto è l’istituto comprensivo Alessandro Manzoni di Ravanusa. Il suo territorio conserva luoghi dalle eccezionali qualità paesaggistiche e naturalistiche, arricchito, anche da una significativo patrimonio archeologico e culturale che attende di essere “scoperto” e valorizzato. Nel territorio sono presenti agenzie educative come oratori, punti aggregazione parrochiale, palestre e associazioni sportive, associazioni di volontariato. Le agenzie a dominanza istruttiva del territorio sono la Biblioteca Comunale “G. Zagarrio”, il Museo Archeologico “S.re Lauricella” ed alcune realtà associazionistiche che operano nel volontariato, quali il “Centro Amico” per i disabili, l”ACAMS” nel campo della musica, la “Pro Sport” nel campo sportivo. L’istituto collabora spesso con alcune di queste realtà per la realizzazione di progetti per un uso migliore del territorio e per la valorizzazione delle sue risorse. L’ISTITUTO COMPRENSIVO ALESSANDRO MANZONI di Ravanusa, nella sua prima configurazione storica, è stato costituito il primo settembre 2000 in seguito al dimensionamento degli istituti scolastici previsto dall’articolo 21 della legge 59/1997 e dal conseguente DPR 233 del 18 Giugno 1998. In esso confluivano la scuola media A. Manzoni, autonoma dell’anno scolastico 1953/54, più un plesso di scuola dell’Infanzia ed uno della scuola Primaria provenienti dal Circolo Didattico “Don Bosco” di Ravanusa. L’istituto comprensivo A. Manzoni di Ravanusa, è diventato poi, dal 1° Settembre 2013, l’unica scuola del primo ciclo della città, in seguito l’ulteriore dimensionamento della rete scolastica della Sicilia determinato dalla Regione Siciliana, d’intesa con il Ministero dell’Istruzione mediante il Decreto n°8 del 5 Marzo 2013 dell’Assessore Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale. Dal corrente anno scolastico la scuola è diretta dalla Dottoressa Marilena Giglia; inoltre la scuola 7 Primo paragrafo 1.1 Didattica disciplinare: epistemi, concetti fondamentali, metodi di indagine delle discipline Per didattica si intende acquisizione della pratica dell’insegnamento. A livello teorico, la didattica studia, analizza e spiega il processo di insegnamento- apprendimento, in modo da creare conoscenze sui processi educativi e postulare l’insieme di regole e principi che costituiscono la teoria dell’insegnamento. A livello pratico, utilizzando le teorie dell’insegnamento, la didattica elabora modelli, metodi e tecniche che ottimizzano processi, insegnamento e apprendimento. Essa è rappresentata da: 1. Un oggetto, che è appunto l’insegnamento; 2. Un campo, ovvero la scuola-extrascuola; 3. Un metodo, cioè la ricerca. E’ proprio l’insegnante a creare le capacità e i mezzi per far sì che un alunno diventi uno studente capace di imparare i saperi disciplinari. I saperi fondamentali sono le conoscenze e le abilità, sviluppate mediante i contenuti disciplinari trattati dal docente, e grazie ad essi l’alunno sviluppa le proprie competenze. La didattica può essere:  generale, inerente ai criteri e alle caratteristiche generali della pratica educativa  speciale, inerente ai singoli insegnamenti o alle diverse caratteristiche (età, capacità specifiche, ambiente) dei soggetti dell’apprendimento.  sperimentale, avvalendosi di metodi e tecniche elaborati dalla psicologia e dalla statistica, tende a verificare e misurare l’efficacia di specifiche modalità dell’intervento educativo. 10  modulare, una modalità organizzativa dell’attività di insegnamento- apprendimento, che predispone di unità distinte contenenti ciascuna un nucleo tematico, specifiche modalità e sussidi didattici. L’organizzazione modulare della didattica è una vera e propria strategia formativa che richiede un’analisi approfondita e una rilettura della struttura delle discipline, della definizione degli obiettivi, delle caratteristiche degli allievi, della composizione del gruppo classe, dell’organizzazione spazio-temporale, delle funzioni e degli strumenti valutativi. Essa è costituita dai moduli, unità formative autosufficienti che promuovono saperi molari e competenze che nel settore specifico di riferimento, siano capaci di modificare significativamente la mappa cognitiva e la rete delle conoscenze precedentemente possedute. Il modulo rappresenta, altresì, una parte significativa, omogenea ed unitaria di un più esteso percorso formativo, disciplinare o pluri, multi, interdisciplinare programmate, in grado di promuovere specifiche funzioni e di far perseguire precisi obiettivi cognitivi verificabili, documentabili e capitalizzabili. Inoltre si deve attenzionare la differenza tra modulo e unità didattiche, poiché esso non rappresenta la loro somma. La programmazione per unità può condividere con la modularità: definizione prerequisiti, definizione obiettivi e valutazione formativo per il recupero delle lacune emerse. I moduli sono parte integrante del curricolo. Il curricolo partendo dai contenuti, delinea l’articolato e complesso processo delle tappe e delle scansioni dell’apprendimento. I contenuti costituiscono così la guida da far conseguire agli allievi conoscenze solidamente assimilate e durature nel tempo, ed è qui che il docente trova tutto il suo spazio per potersi esplicare nel nuovo quadro di libertà culturale e progettuale, di flessibilità organizzativa e didattica garantito dall’autonomia. Infatti è proprio l’azione didattica a risolvere il curricolo in un processo di insegnamento- apprendimento mirato a una formazione, affermando la sua posizione al centro della scuola poiché ne interpreta le finalità e le traduce nei contesti delle pratiche educative. Gli autori D’Amore e Frabboni nel testo Elementi teorici per la fondazione della didattica generale parlano di come la didattica generale, cioè il ricevere dalle esperienze delle didattiche disciplinari linfa, forza, esempi, senso, abbia bisogno di confrontarsi con la Didattica disciplinare, traendo da essa sensi e ragioni di 11 analisi e studio. Infatti, affermano che la didattica disciplinare, indipendentemente da tipo di disciplina, in generale, segue lo schema a triangolo, lo schema della didattica fondamentale che ha tre vertici: insegnante, allievo, sapere.  Il sapere va inteso come quello accademico, cioè quello stabilito dalla comunità degli esperti, quello che risiede nella ricerca, nell’Università, nel libri.  L’allievo va inteso come il soggetto che si implica nella costruzione prima della propria conoscenza e, poi, nella competenza.  L’insegnante va inteso come mediatore: egli non deve trattare il suo sapere, la sua conoscenza e basta, ma deve interpretarlo, trasformarlo attraverso la trasposizione didattica, facendo diventare il sapere accademico in un sapere da insegnare. Tutto ciò dev’essere fatto tenendo conto della singolarità dell’allievo e della situazione reale in cui ci si trova ad operare. Si arriva, dunque, ad una conclusione ove l’insegnante trasforma il sapere da insegnare in un sapere insegnato attraverso l’ingegneria didattica, che contiene delle scelte metodologiche con cui operare. Le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’Infanzia e del primo ciclo di istruzione rilasciate dal Ministero dell’Educazione nel 2012 costituiscono il superamento definitivo sia della fase sperimentale delle indicazioni emanate con il DM 31/7/2007, sia delle indicazioni emanate con il D.lgs 59 del 2004. Infatti, l’Atto di indirizzo del Ministro Gelmini emanato nel 2009 prevedeva che, a seguito alla sperimentazione delle Indicazioni 2007, si arrivasse alla produzione di un documento definitivo che rappresentasse una conciliazione tra il testo del 2004 e il testo del 2007. Le Indicazioni 2012 presentano un richiamo diretto alle competenze chiave europee per la cittadinanza e l’apprendimento permanente (long-life learning), quali finalità generali dell’istruzione ed introducono il “Profilo dello studente al termine del primo ciclo di istruzione”. Attraverso la progettazione del curricolo, che pianifica l’offerta formativa rendendo evidenti le scelte organizzative, educative e didattiche della scuola, la scuola autonoma descrive i risultati di apprendimento attesi nel percorso formativo, alla luce 12 opportunità per essere coscienti di quello che si è, conoscere dunque la propria identità, anche per scoprire le diversità culturali, religiose, etniche, per apprendere le prime regole del vivere sociale, per riflettere sul senso e le conseguenze delle loro azioni. La scuola si pone come spazio di incontro e dialogo, di approfondimento culturale e di reciproca formazione tra genitori e insegnanti per affrontare insieme questi temi e proporre ai bambini un modello di ascolto e di rispetto, che li aiuti a trovare risposte alle loro domande di senso di coerenza con le scelte della propria famiglia, nel comune intento fi rafforzare i presupposti della convivenza democratica.  Il corpo e il movimento: I bambini prendono coscienza del proprio corpo, utilizzando ai fini di scoprire se stessi. Muoversi è il primo fattore di apprendimento: cercare, scoprire, giocare, saltare, correre a scuola è fonte di benessere e di equilibrio psico-fisico. L’azione del corpo fa vivere emozioni e sensazioni piacevoli, di rilassamento e di tensione, ma anche di controllo dei gesti, nel coordinamento con gli altri; consente di sperimentare potenzialità e limiti della propria fisicità, sviluppando nel contempo la consapevolezza dei rischi di movimento incontrollati. I bambini giocano con il loro corpo, comunicano, si esprimono con la mimica, si travestono, si mettono alla prova, anche in questi modi percepiscono la completezza del proprio sé, consolidando autonomia e sicurezza emotiva. La scuola dell’Infanzia mira a sviluppare la capacità di esprimersi e di comunicare attraverso il corpo per giungere ad affinare le capacità percettive e di conoscenza degli oggetti, la capacità di orientarsi nello spazio, di muoversi e di comunicare secondo immaginazione e creatività.  Immagini, suoni, colori: L’arte orienta l’immaginazione e la creatività, altro modo per far esprimere pensieri ed emozioni ai bambini, educando al piacere del bello e al sentire 15 estetico. L’incontro dei bambini con l’arte è occasione per guardare con occhi diversi il mondo che li circonda. I materiali esplorati con i sensi, le tecniche sperimentate e condivise a scuola, le osservazioni di luoghi (piazze, giardini, paesaggi) e di opere (quadri, musei, architetture) aiuteranno a migliorare le capacità percettive, coltivare il piacere della fruizione, della produzione e dell’invenzione e ad avvicinare alla cultura e al patrimonio artistico. La musica è un’esperienza universale che si manifesta in diversi modi e generi, carica di emozioni e ricca di tradizioni culturali. Attraverso di essa, il bambino sviluppa le proprie capacità cognitive e relazionali, impara a percepire, ascoltare, ricercare e discriminare i suoni all’interno di contesti di apprendimento significativi. La scuola può aiutare il bambino a familiarizzare con l’esperienza della multimedialità (la fotografia, il cinema, la televisione, il digitale) favorendo un contatto attivo con i media e la ricerca delle loro possibilità espressive e creative.  I discorsi e le parole: La lingua, in tutte le sue funzioni e forme, è uno strumento essenziale per comunicare e conoscere, per rendere via via più complesso e meglio definito, il proprio pensiero, anche grazie al confronto con gli altri e con l’esperienza concreta e l’osservazione. E’ il mezzo per esprimersi in modi personali, creativi e sempre più articolati. La lingua materna è parte dell’identità di ogni bambino, ma la conoscenza di altre lingue apre all’incontro con nuovi mondi e culture. I bambini si presentano alla scuola dell’infanzia con un patrimonio linguistico significativo, ma con competenze differenziate, che vanno attentamente osservate e valorizzate. In un ambiente linguistico curato e stimolante i bambini sviluppano nuove capacità quando interagiscono tra di loro, chiedono spiegazioni, confrontano punti di vista, progettano giochi e attività, elaborano e condividono conoscenze. I bambini imparano ad ascoltare storie e racconti, dialogano con adulti e compagni, giocano con la lingua che usano, provano il piacere di comunicare, si cimentano con l’esplorazione della lingua scritta. 16 La scuola dell’Infanzia ha la responsabilità di promuovere in tutti i bambini la padronanza della lingua italiana, rispettandone l’uso. Appropriati percorsi didattici sono finalizzati all’estensione del lessico, alla corretta pronuncia di suoni, parole e frasi, alla pratica delle diverse modalità di interazione verbale (ascoltare, prendere la parola, dialogare, spiegare), contribuendo allo sviluppo di un pensiero logico e creativo.  La conoscenza del mondo: I bambini esplorano continuamente la realtà e imparano a riflettere sulle proprie esperienze descrivendole, rappresentandole, riorganizzandole con diversi criteri. La curiosità e le domande sui fenomeni naturali, su se stessi e sugli organismi viventi e su storie, fiabe e giochi tradizionali con riferimenti matematici, possono cominciare a trovare risposte guardando sempre meglio i fatti del mondo, cercando di capire come e quando succedono, intervenendo per cambiarli e sperimentando gli effetti dei cambiamenti. Si avviano così le prime attività di ricerca che danno talvolta risultati imprevedibili, ma che costruiscono nel bambino la necessaria fiducia nelle proprie capacità di capire e di trovare spiegazioni. Esplorando oggetti, materiali e simboli, osservando la vita di piante e animali, i bambini elaborano idee personali da confrontate con quelle dei compagni e degli insegnanti. 1.3 Didattica disciplinare: epistemi, concetti fondamentali, metodi di indagine delle discipline nella scuola Primaria Durante il mio percorso di tirocinio, ho osservato attentamente l’approccio dell’insegnante/ tutor con i bambini, poiché era pronta a sopportare e supportare gli alunni prestando molta attenzione, prontezza e passione. 17 strategie educative e didattiche dell’individualizzazione e della personalizzazione. Le attività scolastiche mettono al centro l’esperienza e vengono realizzate attraverso: - Il gioco, attraverso cui i bambini creano la propria esperienza, si esprimono, raccontano ed interpretano. - L’esplorazione e la ricerca, attraverso cui i bambini imparano ad indagare e a conoscere. - La vita di relazione Esistono diverse forme di progettazione didattica, quelle più utilizzate sono:  Progettazione per obiettivi  Progettazione per contenuti  Progettazione per concetti  Progettazione per situazioni  Progettazione per padronanze  Progettazione per soggetti Durante le ore del tirocinio svolte nella scuola dell’Infanzia osservavo la mia tutor e il suo modo di fare e agire, attenzionando i traguardi educativi e formativi, per poter sviluppare in ogni alunno: La maturazione dell’identità La conquista dell’autonomia Lo sviluppo delle competenze e apprendimento continuo L’educazione della cittadinanza 20 2.2 Impianto progettuale: conoscere e agire le fasi di una corretta progettazione nella Scuola Primaria. Il docente di oggi deve avere delle competenze specifiche per poter gestire i diversi momenti della didattica: la progettazione didattica per unità di apprendimento e l’organizzazione dell’ambiente di apprendimento; lo svolgimento in classe attraverso le fasi di stimolo, guida e sostegno, condivisione, consolidamento e valutazione; e la riflessione sull’attività promossa, sui punti di forza dell’intervento e sulle criticità che richiedono la revisione delle scelte. Un’esposizione didattica competente richiede, difatti, intenzionalità e sistematicità, non può, di certo, essere improvvisato, dover pensare all’attività didattica e riflettere sulle attività promosse, in modo da osservare i momenti deboli e situazioni su cui ritornare con interventi compensativi e azioni migliori. Un docente competente deve saper trasformare le discipline in contesti di apprendimento attivo, laboratoriale, collaborativo e metacognitvo, poiché i bambini, attraverso i saperi del docente, rielaborano e ricostruiscono conoscenze ed esperienze, sperimentano i diversi modi di fare e agire ed esercitano varie forme di intelligenza. Durante le ore di tirocinio svolte nella scuola Primaria, la mia tutor attraverso la LIM e, soprattutto attraverso le proprie e le piccole esperienze dei bambini, trattava l’argomento coinvolgendoli nella situazione. 21 Terzo paragrafo 3.1 Strutturazione dei percorsi didattici Per strutturare un percorso didattico bisogna fare riferimento a dei criteri fondamentali, considerati come dei principi organizzatori ed orientatori di percorso e come situazioni critica- problematiche intorno a cui vi è la possibilità di ricerca e di confronto. I criteri riguardano: 1. La flessibilità 2. L’integrazione 3. La funzionalità 4. L’interdisciplinarità 5. La pertinenza 6. La ricorsività 7. La continuità Tutto ciò per garantire una comunicazione didattica, cioè il rapporto formativo interattivo tra più poli (soggetto di apprendimento- mediatori- oggetto culturale- contesti- modelli etici e culturali) e come modello comprensivo di diverse qualità o attribuzioni (cognitività- linguaggi- emotività- socialità). Il percorso didattico, realizzato in un ambiente educativo, consolida gli apprendimenti di base e crea le condizioni poiché gli 22 - Calendario presenze, agenda giornaliera e settimanale, calendario meteo con problematizzazione della realtà ad esempio: Quanti siamo presenti? E così via; - Filastrocche, canti, giochi di parole: per lo sviluppo delle competenze metafonologiche (imparare a sentire, riconoscere e segmentare i suoi pre-requisito per letto-scrittura); - Infilare perline o similari, impastare/ modellare, acquarelli su fogli grandi; disegno libero, accoppiamento colori, allacciare e slacciare nastri…: per sviluppare i prerequisiti per usare tutto il materiale utile alla scrittura e alle discipline scolastiche, per organizzare il pensiero e stimolare la creatività; - Fare percorsi, giochi motori, giochi di regole semplici: per sviluppare le abilità motorie. Quanto detto, durante le mie ore di tirocinio, sono state adoperate e ho visto come i bambini in modo spontaneo e sincero svolgono queste attività scoprendo le proprie abilità e competenze. 2.3 Strutturare il percorso didattico nella scuola Primaria Strutturare il percorso didattico con gli alunni della scuola Primaria, bisogna partire sempre da un’attività stimolante che, considerando diversi aspetti percettivi, li porti a osservare situazioni problematiche e a procedere seguendo il criterio delle analogie e 25 delle differenze, conseguentemente a confrontarsi, ad esprime le proprie idee e a condividere il lavoro didattico. Un avvio importante è dato dal compito di realtà, cioè un’attività contestualizzata e più complessa che si avvicina alla realtà. Per dare avvio ad un processo di conoscenza e concettualizzazione è importante saper scegliere le modalità, si può scegliere di: osservare l’attività, di ascoltare l’attività proposta o di leggere le immagini, qualunque essa sia, è di fondamentale importanza porre gli alunni dinanzi a fenomeni, oggetti, elementi di vario tipo e stimolare la loro riflessione, favorendo il ricorso ai canali percettivi come primo approccio alla realtà. Ricorrendo a quanto detto, durante le mie ore di tirocinio, ho svolto l’unità di apprendimento con gli alunni di cui il compito di realtà è stato il risultato finale e soddisfacente del percorso didattico. Quarto paragrafo 4.1 Co-conduzione di percorsi didattici La co-conduzione fa parte del percorso di formazione, nonché del progetto formativo e intende condurre l’unità di apprendimento da parte del tirocinante con la sezione/classe per esperire dei percorsi didattici e la strutturazione di essi, al fine di conseguire delle competenze progettuali. Il progetto formativo racchiude il contenuto del modulo, i traguardi e gli obiettivi che il tirocinio deve seguire e rispettare. Il tirocinante, deve dunque relazionarsi e confrontarsi coni l gruppo classe e con i docenti-tutor, collaborare e riflettere sulla propria azione per individuare la coerenza tra attività co-progettata e attività co-condotta. La co-progettazione deve essere significativa e sistematica, poiché il tirocinante deve avere la capacità di co-condurre un percorso didattico tenendo conto delle esigenze formative degli alunni e degli strumenti didattici e metodologici finalizzati all’integrazione e all’inclusione, raggiugendo così i traguardi del modulo della co-conduzione di percorsi didattici. Alcuni obiettivi del progetto formativo sono:  Padroneggiare e utilizzare i documenti (indicazioni nazionali, POF, curricolo verticale) relativi al primo ciclo d’istruzione;  Ascoltare e osservare gli alunni per individuare i bisogni formativi al fine di co- progettare un percorso formativo; 26  Confrontare diversi modelli di progettazione;  Co-progettare utilizzando le conoscenze acquisite che riguardano le strutture portanti dei campi di esperienza (epistemi, concetti fondamentali, metodi di indagine degli ambiti disciplinari) e i sistemi simbolico-culturali di riferimento;  Co-progettare, articolando i contenuti delle discipline e scegliendo strumenti adeguati al percorso previsto, alle esigenze formative e all’età di ogni singolo alunno;  Conoscere e selezionare i contenuti disciplinari delle Indicazioni Nazionali in relazione ai diversi livelli scolastici e all’età dei bambini;  Utilizzare le conoscenze disciplinari e le conoscenze metodologiche per co- condurre attività didattiche;  Co-condurre, articolando i contenuti delle discipline in funzione delle esigenze formative e dell’età dei bambini (stili di insegnamento, stili di apprendimento, metodo, personalizzazione dei traguardi disciplinari). Parte fondamentale del percorso formativo è l’U.d.A (unità di apprendimento), uno strumento attraverso cui l’allievo entra in un rapporto personale con il sapere. Viene sviluppato un argomento e integrato da più discipline e insegnanti. Grazie alle conoscenze e alle abilità gli alunni realizzano il prodotto, trattato mediante i compiti, maturando così una serie di competenze e portando l’alunno ad una soddisfazione personale, ma anche alla facilitazione, al docente, di valutarli. Il percorso formativo, non si basa su una semplice lezione tradizionale, ma è aperto alla ricerca personale, al laboratorio, alle attività di gruppo, alle esperienze extrascolastiche creando così un ambiente dinamico, motivando gli alunni. L’uda si basa sulla pedagogia del fare, del mettere in pratica ciò che si conosce e si apprende. La progettazione e la gestione dell’Unità di Apprendimento racchiudono:  Individuazione della competenza di riferimento  Interdisciplinarità, grazie alla collaborazione di più docenti e più discipline  Ruolo attivo degli allievi attraverso attività laboratoriali e occasioni esperienziali  Presenza di momenti riflessivi, nei quali l’allievo viene sollecitato a ricostruire le procedure attivate e le conoscenze acquisite  Clima e ambiente cooperativo 27 Si rende conto che lo spazio geografico è un sistema territoriale, costituito da elementi fissi e mobili. ARTE E’ in grado di osservare, esplorare, descrivere e leggere immagini e messaggi multimodali. STORIA Individua le relazioni tra gruppi umani e contesti spaziali. Organizza le informazioni e le conoscenze, tematizzando e usando le concettualizzazioni pertinenti. EDUCAZIONE MOTORIA L’alunno acquisisce consapevolezza di sé attraverso la percezione del proprio corpo e la padronanza degli schemi motori e posturali nel continuo adattamento alle variabili spaziali e temporali contingenti. Agisce rispettando i criteri base di sicurezza per sé e per gli altri, sia nel movimento che nell’uso degli attrezzi e trasferisce tale competenza nell’ambiente scolastico ed extrascolastico. Per quanto riguarda, invece le competenze chiavi: -Comunicazione della madrelingua -Imparare ad imparare -Competenze sociali e civiche Concludendo con un compito di realtà, ove i bambini attuano tutte le competenze acquisite. 30 CONCLUSIONI L’esperienza di tirocinio diretto di quest’anno è stata molto importante poiché oltre all’osservazione, ho potuto co-condurre la mia unità di apprendimento arricchendo e dando un valore aggiuntivo ai miei studi. Quest’anno, rispetto l’anno scorso causa COVID-19, ho potuto seguire i bambini in presenza dall’inizio del mio percorso di T3 alla fine, conoscendoli e osservandoli in maniera diversa e più pratica, rispetto la DAD dello scorso anno. Insieme la mia tutor, ho co-condotto l’unità di apprendimento ed è stato un momento molto emozionante: gestire una classe di bambini con cui confrontarsi, dialogare e comprendere l’argomento significa instaurare un rapporto con loro, avere massima fiducia e rispettarsi portando avanti il loro percorso formativo. 31  Bibliografia Lipari D., Progettazione e valutazione nei processi formativi, Roma, Edizioni Lavoro Indicazioni Nazionali  Sitografia http://www.irasefrosinone.it/attachments/article/123/ Progettazione_Didattica%20Cotugno.pdf http://www.dm.unibo.it/rsddm/it/articoli/damore/650%20Fondaz %20did%20disciplinare.pdf 32 -Disciplina:Storia Individua le relazioni tra gruppi umani e contesti spaziali. Organizza le informazioni e le conoscenze, tematizzando e usando le concettualizzazio ni pertinenti. -Disciplina: Educazione motoria L’alunno acquisisce consapevolezza di sé attraverso la percezione del proprio corpo e la padronanza degli schemi motori e posturali nel continuo adattamento alle variabili spaziali e temporali contingenti. Agisce rispettando i criteri base di sicurezza per sé e per gli altri, sia nel movimento che nell’uso degli attrezzi e trasferisce tale competenza nell’ambiente Osservare e leggere le immagini. -Rappresentare attraverso il disegno esperienze vissute. -Coordinare e utilizzare diversi schemi motori combinati tra loro, inizialmente in forma successiva e poi in forma simultanea (correre, saltare, lanciare, afferrare..). Conoscere ed applicare correttamente modalità esecutive di diverse proposte di gioco- sport. immagini. -Classificare le informazioni utilizzando le fonti visive, scritte, orali e materiali. -Organizzare e gestire l’orientamento del proprio corpo in riferimento alle principali coordinate spaziali e temporali. Saper controllare e gestire le condizioni di equilibrio statico- dinamico del proprio corpo -Storie reali e fantastiche. -Occupazione ben distribuita di un ampio spazio. Schemi motori: camminare, correre, strisciare. 35 scolastico ed extrascolastico. Competenze-chiave per l’apprendimento permanente Racc. 18/12/06 cui l’unità concorre: Indicare solo le competenze effettivamente coinvolte -Comunicazione della madrelingua -Imparare ad imparare -Competenze sociali e civiche CONTESTO DIDATTICO Il contesto dell’esperienza didattica Caratteristiche degli alunni a cui l’intervento è diretto: età, contesto sociale, composizione del gruppo, alunni con BES. Gli alunni che saranno coinvolti in questa U.d.A fanno parte dell’Istituto Comprensivo A. Manzoni di Ravanusa. Essi hanno l’età di 7-8 anni e in ciascuna delle classi svolgerò la mia unità di apprendimento con 20 bambini. In entrambi le classi fanno parte due bambini che si trovano un po' più svantaggiati rispetto agli altri bambini perché di lingua straniera. ARTICOLAZIONE DELL’UNITÀ E NOTE METODOLOGICO-DIDATTICHE SEZIONE 2 ARTICOLAZIONE DELL’UNITA’ DI APPRENDIMENTO E MODALITÀ DI REALIZZAZIONE 36 Tempi di realizzazione : Un mese Momenti salienti dell’unità (Descrizione delle attività proposte) (La descrizione delle attività deve essere fatta esplicitando dettagliatamente le attività svolte dagli alunni e al docente ) Setting organizzativo (spazi, tempi, strategie didattiche, tecniche, strumenti…) FASE 1 (INCIPIT/FASE DI LANCIO) L’insegnante spiega ai bambini gli elementi fissi e gli elementi mobili coinvolgendoli e presentando loro attraverso la lim degli elementi, per cui i bambini, insieme al docente, chiariranno se l’elemento esposto sia fisso o mobile. Infine disegneranno e coloreranno gli elementi da loro fatti sul quaderno. FASE 2 (PARTE CENTRALE): ( SVILUPPO DI ATTIVITA’) I bambini, suddivisi in tre gruppi, disegneranno su un cartellone degli elementi sia fissi (es.edifici, semafori, panchine..) sia mobili (es. cartellone di un edificio esposto fuori) Tempi Due ore Strumenti e Tecnologie Lim, quaderno e colori. Strategie e tecniche di insegnamento Lezione frontale Spazi In aula Tempi Tre ore Strumenti e Tecnologie Libro, colori, birilli, cerchi. Strategie e tecniche di insegnamento 37 RUBRICA VALUTATIVA SCUOLA PRIMARIA Rubrica ed Indicatori di livello ai sensi dell’Ordinanza Ministeriale 172/2020 e in linea con i criteri di certificazione delle competenze (CASO 2) Inserire obiettivi oggetto di valutazione Livello di padronanza Livello di padronanza Livello di padronanza Livello di padronanza desunto Obiettivi di apprendimento Avanzato L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità; propone e sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli Intermedio L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite Base L’alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere conoscenze e abilità fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese In via di prima acquisizione L’alunno/a, se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in situazioni note 40 AUTOBIOGRAFIA COGNITIVA (Nota del Ministero n.312 del 09.01.2018.) Si tratta di far raccontare allo stesso alunno quali sono stati gli aspetti più interessanti per lui e perché, quali sono state le difficoltà che ha incontrato e in che modo le abbia superate, fargli descrivere la successione delle operazioni compiute evidenziando gli errori più frequenti e i possibili miglioramenti e, infine, far esprimere l’autovalutazione non solo del prodotto, ma anche del processo produttivo adottato (Indicare gli strumenti che si intendono utilizzare: diario di bordo, narrazioni, emoticon, griglie..) OSSERVAZIONE SISTEMATICA (Nota del Ministero n.312 del 09.01.2018.) …le osservazioni sistematiche permettono agli insegnanti di rilevare il processo, ossia le operazioni che compie l’alunno per interpretare correttamente il compito, per coordinare conoscenze e abilità già possedute, per ricercarne altre, qualora necessarie, e per valorizzare risorse esterne (libri, tecnologie, sussidi vari) e interne(impegno, determinazione, collaborazioni dell’insegnante e dei compagni) GRIGLIA DI OSSERVAZIONE SISTEMATICA PER LA RILEVAZIONE DELLO SVILUPPO DELLE COMPETENZE (Indicatori desunti da :Linee Guida Certificazione competenze D.M 742/2017) ALUNN I AUTONOM IA E’ capace di reperire da solo strumenti o materiali necessari e di usarli in modo efficace RELAZIO NE Interagisce con compagni e adulti di riferimento, sa esprimere e infondere fiducia, contribuisce a creare un PARTECIPAZI ONE Collabora, formula richieste di aiuto, offre il proprio contributo RESPONSABI LITA’ Rispetta i temi assegnati, le fasi e i tempi previsti del lavoro, porta a termine la consegna ricevuta FLESSIBIL ITA’ Reagisce a situazioni o esigenze non previste con proposte divergenti, con soluzioni funzionali, con utilizzo originale di CONSAPEVOL EZZA E’ consapevole degli effetti delle sue scelte e delle sue azioni. 41 clima positivo materiali Livello di padronanza (D.M. 742/2017) A=avanzato. B = intermedio. C= base. D= iniziale Titolo dell’Unità di Apprendimento Il titolo deve essere legato alla tematica e, allo stesso tempo, deve essere “accattivante” per l’alunno. LA MAGIA DELLE FORME Sezione: pulcini gialli (3 anni) QUADRO DI RIFERIMENTO: INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E DEL PRIMO CICLO D’ISTRUZIONE AI SENSI DEL D.M.254 del 16 novembre 2012 Devono essere collegati agli obiettivi di apprendimento e orientanti ai traguardi di competenza individuati. Traguardi-Competenza (ndicano piste culturali e didattiche[…] costituiscono criteri per le competenze attese e Obiettivo/i di apprendimento (Individuano campi del sapere, Abilità (Capacità di applicare conoscenze e di Conoscenze (Sono il risultato dell’assimilazione di informazioni 42 alla sua portata. Competenze-chiave per l’apprendimento permanente Racc. 18/12/06 cui l’unità concorre: Indicare solo le competenze effettivamente coinvolte -Competenze sociali e civiche -Imparare a imparare -Comunicazione della madre lingua -Competenza matematica CONTESTO DIDATTICO Il contesto dell’esperienza didattica Caratteristiche degli alunni a cui l’intervento è diretto: età, contesto sociale, composizione del gruppo, alunni con B.E.S.. Gli alunni che saranno coinvolti in questa U.d.A fanno parte dell’Istituto Comprensivo A. Manzoni di Ravanusa. Essi hanno l’età di 3 anni e svolgerò l’unità didattica di apprendimento con 8 bambini. Una classe ridotta causa COVID-19. 45 ARTICOLAZIONE DELL’UNITÀ E NOTE METODOLOGICO-DIDATTICHE SEZIONE 2 ARTICOLAZIONE DELL’UNITÀ DI APPRENDIMENTO E MODALITÀ DI REALIZZAZIONE Tempi di realizzazione: Due settimane Momenti salienti dell’unità (Descrizione delle attività proposte) (La descrizione delle attività deve essere fatta esplicitando dettagliatamente le attività svolte dagli alunni e al docente) Setting organizzativo (spazi, tempi, strategie didattiche, tecniche, strumenti…) FASE 1 (INCIPIT/FASE DI LANCIO) Il docente entra in classe con un baule che contiene quattro oggetti, ciascuno con una forma, grandezza e colore diverso. I bambini ripetono con l’aiuto del docente le diverse forme (quadrato, triangolo, rettangolo, cerchio) e I diversi colori (giallo, rosso, blu, verde). Tempi Un’ora Strumenti e Tecnologie Oggetti geometrici Strategie e tecniche di insegnamento Circle time Spazi In aula 46 FASE 2 (PARTE CENTRALE): ( SVILUPPO DI ATTIVITA’) Successivamente ciascun bambino, chiamato uno per volta, dovrà estrarre dal baule un oggetto tra quelli elencati precedentemente, e dovrà dire la forma e il colore appropriato. ( SVILUPPO DI ATTIVITA’) In seguito, conclusa l’attività descritta sopra con tutti I bambini, sarà il docente ad estrarre quanti oggetti e chiederà ai bambini la quantità degli oggetti estratti. ( SVILUPPO DI ATTIVITA’) Mediante un gioco di cui fanno parte gli oggetti geometrici e una tavoletta di legno costituita da spazi vuoti di forma geometrica e di varie grandezze, i bambini, a turno, dovranno occupare questi spazi vuoti scegliendo la forma geometrica da incastrare, dalla grandezza più grande alla più piccola. FASE 3 ( FASE CONCLUSIVA o post-attiva) Infine, il docente disegnerà le quattro forme geometriche con dei nastri colorati e i bambini dovranno passare da una figura ad un’altra, seguendo un percorso, dicendo la forma e il Tempi Due ore Strumenti e Tecnologie Oggetti geometrici Strategie e tecniche di insegnamento Circle time Spazi In aula 47 RUBRICA VALUTATIVA SCUOLA DELL’INFANZIA Esempio di Rubrica strutturata e deliberata da un Collegio Docenti Il sé e l’altro Il corpo e movimento Immagini, suoni e colori I discorsi e le parole Conoscenza del mondo Livello Il bambino ha instaurato rapporti positivi con i pari e con gli adulti, partecipa e collabora alle attività di gruppo, rispetta le regole riconoscendo e dando valore ad identità differenti dalle sue Il bambino riconosce la globalità del corpo e le parti che lo compongon o. Sperimenta schemi posturali e motori e li applica nei giochi, orientandosi nello spazio e riconoscendo la propria Il bambino si esprime con produzioni grafico- pittoriche e usa appropriata mente diverse tecniche e materiali. Produce suoni, canti e ritmi con il corpo e con semplici strumenti Il bambino si esprime con chiarezza e usa la lingua madre con ricchezza di lessico e creatività. Riconosce e riproduce segni grafici e simbolici. Ascolta, comprende e rappresenta brevi storie Il bambino ha sviluppato buone capacità di ordinamento, raggruppame nto, classificazio ne secondo criteri, identifica qualità e proprietà. Usa i numeri e conta entro la decina. A 50 lateralità Il bambino interagisce con i pari e con gli adulti, riconosce e rispetta le regole. Il bambino vive pienamente la propria corporeità, ne percepisce il potenziale comunicativ o e interagisce con gli altri nei giochi di movimento, inclusione e integrazione Il bambino ha interiorizzato i primi alfabeti musicali, utilizzando simboli per codificare i suoni. Usa tecniche diverse nelle varie attività in modo spontaneo e guidato. Il bambino si esprime con un linguaggi o corretto, si avvicina alla lingua scritta, esplora e speriment a prime forme di comunica zione. Ascolta e comprende brevi storie Il bambino sa discriminare, abbinare e raggruppare oggetti. Conosce i concetti spazio- temporali e si orienta sulla base di indicazioni. Riconosce i numeri e li associa alla quantità B Il bambino sviluppa il senso dell’identità personale, ma non ha ancora raggiunto la piena accettazione delle regole e nei rapporti interpersonal i incontra qualche Il bambino percepisce e riconosce il potenziale comunicativ o ed espressivo della propria corporeità Il bambino utilizza, se guidato, materiali, strumenti e tecniche espressive ed ha interiorizza to i primi alfabeti musicali. Il bambino esprime con un linguaggio semplice bisogni, sentimenti e pensieri. Ascolta brevi storie e le ripete se motivato Il bambino conosce e discrimina la successione delle azioni, raggruppa ed ordina oggetti e materiali con diversi criteri. Riconosc e i numeri ma li associa C 51 difficoltà alla quantità solo se opportuna mente guidato. Il bambino ha difficoltà a relazionarsi pienamente con il gruppo, preferendo il rapporto individuale Il bambino osserva il proprio corpo e lo usa come strumento di socializzazio ne Il bambino riconosce i colori, usa le tecniche di base se guidato. Riconosce i primi alfabeti musicali Il bambino si esprime con un linguaggio elementare e poco articolato, e con lessico essenziale. Ha tempi di attenzione e di ascolto ancora brevi Il bambino descrive i fenomeni osservati ma evidenzia ancora difficoltà nel raggruppare ed ordinare oggetti. Riconosce i numeri solo se guidato. D AUTOBIOGRAFIA COGNITIVA (Nota del Ministero n.312 del 09.01.2018.) Si tratta di far raccontare allo stesso alunno quali sono stati gli aspetti più interessanti per lui e perché, quali sono state le difficoltà che ha incontrato e in che modo le abbia superate, fargli descrivere la successione delle operazioni compiute evidenziando gli errori più frequenti e i possibili miglioramenti e, infine, far esprimere l’autovalutazione non solo del prodotto, ma anche del processo produttivo adottato (Indicare gli strumenti che si intendono utilizzare: diario di bordo, narrazioni, emoticon, griglie..) OSSERVAZIONE SISTEMATICA 52