Scarica TFA SOSTEGNO UNISOB - Relazione esame finale Prof. CATALDO su "Progettazione del PEI" e più Prove d'esame in PDF di TFA Sostegno solo su Docsity! NOME E COGNOME: MATRICOLA: Il nuovo PEI nazionale su base ICF tiene conto della disabilità, non dal punto di vista clinico, bensì dal punto di vista bio-psico-sociale (biologico, psichico, personale e sociale) in relazione ai diversi contesti di vita. L’ICF (nuova classificazione internazionale del funzionamento della disabilità e della salute), infatti, viene pubblicato nel 2001 dall’OMS (in particolar modo la versione che ci interessa è l’ICF-CY children and young) e, a differenza dell’ICD, non ha una funzione diagnostica. A tal proposito è importante sottolineare che l’ICF è uno strumento descrittivo: indaga, cioè, l’interazione tra le tre aree che specificano uno stato di benessere in un preciso spazio e arco temporale. Infatti, lo stato di benessere cambia nel tempo ma anche nello spazio (inteso come un vero e proprio ambiente fisico e sociale). Proprio perché l’ICF è uno strumento descrittivo, concorrono diverse persone nell’utilizzarlo, non solo il personale sanitario; innanzitutto, è coinvolto lo studente con disabilità secondo il principio di autodeterminazione e poi tutte le varie persone che possono osservarlo nei contesti di vita: dalla famiglia alla scuola. In particolare, l’osservazione da parte degli insegnanti, nel contesto scuola, è sempre più fondamentale e proprio per questo è importante integrare i nostri sistemi di osservazione con le componenti della salute indagate dall’ICF. Ricordiamo che nell’ottica dell’autodeterminazione delle persone con disabilità (principio sostenuto dalla Convenzione ONU del 2006), allo studente disabile nella secondaria II grado è garantita la partecipazione ai GLO (ex GLH). Il PEI conosciuto fino ad ora era fondato sulla conoscenza clinica dello studente, sia basandosi sulla diagnosi clinica, ma soprattutto sulla diagnosi funzionale e sul profilo dinamico funzionale. Con l’introduzione del modello su scala nazionale di PEI su base ICF, distinto rispetto ai vari gradi di scuola, tendenzialmente e progressivamente la diagnosi funzionale ed il profilo dinamico funzionale verranno sostituiti ed accorpati in un unico documento che è il profilo di funzionamento su base ICF. Con l’introduzione dell’approccio dell’ICF è possibile iniziare a ragionare sul fatto che due condizioni cliniche identiche, in due contesti differenti, possono comportare delle condizioni e delle situazioni di salute diverse. La visione della persona è olistica e lo stato di salute viene definito nelle tre aree: biologica, psicologica e sociale (non a caso si chiama approccio bio-psico-sociale). Quindi si tratta di una classificazione utile a descrivere uno stato di benessere di ciascuna persona e non esclusivamente della persona con disabilità o affetta da malattia. Una novità di questo nuovo PEI, che a mio parere è anche la più importante, è il fatto che prevede la rilevazione dei fattori contestuali, questo significa che bisogna indicare tutte le azioni necessarie per mantenere, ed eventualmente amplificare, i fattori facilitanti e per contenere o abbattere tutte quelle che sono le barriere che ostacolano la piena partecipazione dello studente con disabilità alle varie attività scolastiche. Non si parla ovviamente delle barriere architettoniche ma delle barriere comunicative e culturali. Fare inclusione, infatti, non è solo un fatto tecnico ma valoriale e culturale di rispetto e valorizzazione di tutti i possibili modi di stare al mondo. Bisogna ovviamente essere coerenti con quanto scritto nella sezione 6, in quanto le barriere saranno possibilmente elementi da rimuovere, mentre i facilitatori necessitano di essere valorizzati nella progettazione e negli interventi educativi e didattici, al fine di sviluppare un progetto inclusivo. Procedendo con la sezione 8, dedicata agli interventi previsti per personalizzare la programmazione didattica ed i criteri di valutazione, la ritengo di fondamentale importanza in quanto vengono descritte le modalità di sostegno didattico includendo le ore di sostegno settimanali dedicate allo studente ed in particolare vengono descritte gli ulteriori interventi di inclusione. Ritengo molto importante redigere tale sezione in maniera molto accurata perché in particolare nella sezione della “modalità di verifica” è possibile definire un supporto a mio parere fondamentale e cioè la presenza o meno del docente di sostegno in aula durante la verifica stessa. Personalmente non ho ancora avuto un’esperienza scolastica, né come docente di sostegno né come docente curricolare, ma durante questo corso mi sono spesso immaginata all’interno delle mura di una classe, talvolta anche sognando ad occhi aperti. Spero veramente tanto di ricevere una supplenza su sostegno il prossimo anno scolastico e partire carica con l’enorme bagaglio culturale ed esperienziale che mi ha fornito questo corso. Vorrei essere in grado di creare, nella classe e con lo studente con disabilità, un’atmosfera serena affinché questa possa far crescere e motivare in lui una profonda fiducia in sé stesso con lo scopo di aiutarlo non solo in classe ma di prepararlo adeguatamente ad affrontare le numerose avversità che incontrerà nel corso della vita. Lavorerò anche all’interno del gruppo classe con lo scopo di promuovere la specificità di ognuno e soprattutto il rispetto per la diversità, facendo capire che tutti siamo diversi l’uno dall’altro e non per questo meritiamo una qualche forma di discriminazione. A tal proposito, volevo dirle che ho apprezzato enormemente la visione del cortometraggio di Boschetti “Il mondo di tutti” che ci ha mostrato, a conclusione del suo corso, perché mi ha fatto acquisire una consapevolezza ancora maggiore della docente di sostegno che vorrei essere.