Scarica Relazione finale di tirocinio scienze formazione primaria e più Tesine universitarie in PDF di Didattica Pedagogica solo su Docsity! UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PERUGIA Dipartimento di Filosofia, Scienze umane, Sociali e della Formazione Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria RELAZIONE FINALE DI TIROCINIO Prima annualità Presidente del corso di laurea: Professoressa Floriana Falcinelli Tutor organizzatore: Dottoressa Francesca Pascolini Tutor coordinatore: Afra Montesoro Studentessa: Elisa Mostarda Anno accademico 2015/2016 Le motivazioni che hanno orientato la mia scelta universitaria La mia esperienza in campo scolastico è recente, nasce lo scorso anno con l’iscrizione al Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’Università degli Studi di Perugia, ma non lo è il mio interesse per l’infanzia e tanto meno il mio interesse per il mondo dell’ educazione avendo già conseguito una Laurea in Scienze dell’Educazione nell’ormai lontano anno 2000. Gli studi condotti mi hanno portato a svolgere un tipo di lavoro che oggi non mi gratifica più né a livello personale né a livello economico e così a un certo punto della mia vita mi sono chiesta: “Una nuova professione? E perché no?” Sarà la mia inesauribile energia vitale che mi apre nuove porte, sarà l’adrenalina che da sempre mi spinge ad agire in mille attività o l’amore per le novità, per le sfide, la voglia di mettermi in gioco che mi hanno portato a dire a me stessa “magari può valerne la pena, meglio tentare”. Non sono certo tra quelli che ritengono, di essere vecchi a quaranta anni e che vogliono sedersi e riposarsi mantenendo il loro regolare tran-tran, pronti a brontolare per ogni cambiamento, io voglio ritrovare l’entusiasmo per svolgere al meglio il mio lavoro, voglio confrontarmi con il mondo che mi circonda e attraverso nuove opportunità voglio trovare un nuovo equilibrio, un equilibrio che sia più confacente alla mia persona… e così eccomi qua ad iniziare una nuova e meravigliosa avventura. “Osate cambiare, cercate una nuova strada! Figlioli, dovete combattere per trovare la vostra voce!” esortava il Prof. Keating, interpretato da Robin Williams, nel film L’attimo fuggente. C’è già una parte della mia vita realizzata e questo mi obbliga a continui compromessi e conciliazioni e a una precisa e a volte stressante organizzazione quotidiana delle attività; questo all’inizio mi ha un po’ scoraggiata non posso negarlo ma queste sensazioni sono scomparse quando ho iniziato a studiare per gli esami e sopratutto durante il tirocinio esperienza in cui ho potuto riflettere a fondo e comprendere come mai mi sentivo così soddisfatta quando collaboravo con le insegnanti della scuola dell’infanzia di mio figlio Alessandro per realizzare semplici progetti o semplici attività ludiche; quando ho capito perché mi appassionavano così tanto alla lettura di favole per i bambini o come mai riuscivo a creare facilmente empatia con loro; ho preso consapevolezza che tutto questo avrebbe potuto condurmi ad indossare un giorno il vestito dell’educatrice e che questo mi ha fatto sentire felice. In questo ultimo anno ho conosciuto meglio me stessa e ho verificato di avere le capacità per riuscire bene in questo lavoro perché ogni giorno saprò impegnarmi In ogni sede sono esistenti e funzionanti, a seconda dei bisogni degli allievi e delle risorse umane presenti , le AULE /LABORATORIO di: • Musica F 0 B 7 Auditorium F 0 B 7 Informatica F 0 B 7 Scienze ( Scuola Secondaria) F 0 B 7 iblioteca F 0 B 7 Palestra F 0 B 7 Mensa F 0 B 7 Ampi giardini e spazi verdi con campetti di pallone e pallavolo Il tempo scuola è per la scuola dell’infanzia “Le Grazie” dal lunedì al venerdì dalle ore 8:00 alle ore 16:00 e per la scuola primaria “G. Matteotti” dal lunedì al venerdi dalle ore 8:05 alle ore 16.05. Esterno scuola Infanzia “Le Grazie” Le strutture che ospitano le scuole dove ho svolto sono piuttosto vecchie e malandate come purtroppo la maggior parte delle scuole del nostro paese in cui e abbastanza evidente la cronica mancanza di fondi per la manutenzione ordinaria, per fortuna i muri sono spesso “decorati con i lavori e i cartelloni realizzati dai bambini per quanto riguarda l’infanzia e con “poster didattici” per la primaria. Leggermente migliore è la situazione della scuola dell’infanzia che è di più recente costruzione. In compenso le aule sono molto grandi e luminose e consentono ai bambini di muoversi e giocare in tranquillità e sicurezza. Esterno scuola primaria “G. Matteotti” Osservazione del sistema scuola Uno degli obiettivi del primo anno di tirocinio è l’osservazione e l’analisi critico- interpretativa del sistema scuola e del suo funzionamento. Attraverso il tirocinio diretto ho potuto osservare l’apparato organizzativo della Scuola Primaria “G. Matteotti” e della Scuola dell’Infanzia “Le Grazie” entrambe situate nella città di Terni. Durante il tirocinio ho potuto rintracciare gli obiettivi perseguiti nell’istituzione attraverso l’esame della principale documentazione in uso quali : il PTOF ( Piano Triennale dell’Offerta Formativa ), il Curricolo verticale della Scuola Primaria per competenze e la progettazione (progettazione mensile per classi parallele e progettazione settimanale); ho cercato di comprendere norme e regole di funzionamento, flussi di comunicazione e processi organizzativi, come il ruolo del Dirigente Scolastico e delle numerose attività collegiali; ho preso in considerazione gli elementi qualificanti i diversi ruoli, le competenze, le responsabilità degli operatori impegnati nelle attività interne all’istituto per poter delineare profili professionali precisi; ho cercato di identificare quali relazioni la scuola mettesse in atto con l’esterno e in che modo e mi sono sforzata di individuare, quale posto fosse assegnato alla personalità dei bambini che di tale organismo subiscono o godono il servizio e l’esempio. Ci tengo a sottolineare che ho portato avanti questi approfondimenti in modo autonomo senza il supporto delle insegnanti che hanno svolto il compito di tutor presso entrambi gli ordini di scuola; non ho mai capito veramente se dessero per scontato che io conoscessi già come funzionasse e come fosse organizzato l’apparato amministrativo di una scuola o se più semplicemente avessero ritenuto di poca importanza fornirmi questo tipo di informazioni, così sono stata io a chiedere spiegazioni e chiarimenti ed a documentarmi . Il percorso svolto mi ha permesso di conoscere l’ambiente scuola consentendomi di costruire un’idea generale, anche se da osservatrice, del funzionamento di un Istituto di Scuola Primaria e di Scuola dell’Infanzia. Riporto alcuni esempi significativi per il mio apprendimento. Un evento indimenticabile è stato la mia partecipazione, l’11 maggio 2016, al mio primo collegio docenti che si è prolungato fino alle ore 20:00 quel giorno e così la dirigente decise di aggiornare la seduta al successivo 19 maggio 2016. Il Collegio dei Docenti è formato dal Dirigente Scolastico e da tutti gli insegnanti in servizio nei vari plessi dell'istituto. È l'organo responsabile dell'organizzazione didattica ed educativa dell'Istituto. Ha il compito di progettare, organizzare, verificare, controllare e valutare la vita didattica e organizzativa dell'Istituto oltre che deliberare decisioni in merito a cio’ che non rientri nei poteri autonomi del Dirigente anche alla luce dei cambiamenti normativi della legge 107 del 2015 . Ricordo quell’esperienza come significativa in quanto mi ha chiaramente rivelato la complessita’ delle procedure decisionali necessarie alla realizzazione delle attività scolastiche ed extrascolastiche. La mia esperienza alla scuola primaria Il setting educativo della classe La mia avventura di tirocinio diretto inizia il giorno 11 Dicembre 2015 alla scuola primaria “G. Matteotti” di Terni. La mia tutor a scuola, la maestra Bocaletti Simonetta, mi ha accolto con grande entusiasmo e si è da subito dimostrata molto disponibile nei miei confronti. Ho avuto la fortuna di incontrare nella classe 4° C dei bambini meravigliosi che ancora adesso ricordo con grandissimo piacere, si sono dimostrati subito molto interessati alla mia figura, erano curiosi di sapere chi fossi e cosa dovessi fare nella loro classe e dopo una breve presentazione da parte della maestra mi hanno da subito chiamato la maestra Elisa. Devo dire di essere stata fortunata ad incontrare loro e la mia tutor perché mi hanno fatto sentire accettata e considerata in modo positivo e questo mi ha tolto l’ansia e la laura con le quali quella mattina avevo varcato la soglia della scuola. “Oggi 11 dicembre 2015 inizia il mio percorso di tirocinio diretto c/o la scuola primaria “G.Matteotti” di Terni, sono felice ed emozionata al tempo stesso. Sono stata affiancata alla maestra Simonetta Bocaletti nella classe 4 B, tempo lungo. La maestra è stata da subito molto gentile e disponibile, mi ha presentato ai bambini e mi ha coinvolto direttamente e attivamente nello svolgimento delle lezioni anche se per me si trattava del indicazioni nazionali per il curricolo in cui si afferma «L’acquisizione dei saperi richiede un uso flessibile degli spazi, a partire dalla stessa aula scolastica, ma anche la disponibilità di luoghi attrezzati che facilitino approcci operativi alla conoscenza per le scienze, la tecnologia, le lingue comunitarie, la produzione musicale, il teatro, le attività pittoriche, la motricità."4 Interni: classe 4C e corridoio Secondo me sarebbe utile inserire elementi di novità anche nella struttura dell’aula che siano il segnale di un tentativo di superare la tradizionale didattica basata sulla lezione frontale, si potrebbe per esempio pensare alla creazione di “angoli” piccoli spazi da dedicare a specifiche attività come può essere la lettura o creare spazi per il dibattito e la discussione per facilitare la discussione e lo scambio di idee tra i bambini. Mancano spazi da dedicare ad una didattica di tipo laboratoriale, come un’aula di scienze per esempio. Particolare importanza assume in quest’ottica la biblioteca scolastica situata al secondo piano dell’edificio. Ho colto con vero piacere l’amore per la lettura che questi bambini hanno dimostrato durante una visita alla biblioteca in cui ero presente anche io: “Verso le ore 12:00 saliamo in biblioteca, una grande e fredda stanza situata la secondo piano dell’edificio. Con mia sorpresa devo dire i bambini sono felici di andare in biblioteca, sanno che dovranno scegliere un libro da leggere durante le vacanze di Natale e non vedono l’ora di fare la loro scelta, al mia sorpresa non riguarda tanto la voglia che hanno dimostrato di leggere un buon libro quanto il fatto che molti di loro hanno scelto dei libri piuttosto complessi per la loro età e anche molto corposi, mi sarei aspettata di più una scelta verso testi più brevi, invece i ragazzi mi hanno smentito”. Nella scuola è presente anche la L.I.M. che è collocata in una piccola aula nel corridoio principale, con mio rammarico devo dire che non ho visto 4 Indicazioni Nazionali per il Curricolo 2012 utilizzare questo strumento per fini didattici, ci siamo recati lì sono una volta per far vedere ai bambini una sorta di anticipazione di quanto avrebbero visto al Museo Storico dell’Aeronautica Militare durante una uscita didattica prevista pochi giorni dopo; ho avuto la sensazione che la L.I.M. venga utilizzata più come se fosse un video-proiettore piuttosto che un innovativo strumento didattico. Nella scuola è presente anche un’aula di informatica alla quale non ho avuto accesso perché la mia tutor insegna italiano, storia, geografia e arte e immagine. Per quanto riguarda la gestione del tempo, la prima ora di lezione inizia alle ore 8:05, la ricreazione suona alle ore 10:05 poi si riprendono le attività fino alle 12:05 ora in cui i bambini che frequentano il tempo lungo fino alle ore 16:00 hanno un’ora “libera” in cui possono giocare liberamente all’interno dell’aula o dedicarsi ad attività che non sono riusciti a terminare durante la mattina o nei giorni precedenti. Alle 13:00 si va a pranzo nei locali della mensa che si trova nel seminterrato della scuola. Poi si torna in classe e le attività proseguono fino alle ore 16:00. Mi chiedo “ l’ora libera di gioco che hanno a disposizione non sarebbe stato meglio utilizzarla dopo il pranzo anziché prima?” Metodologie didattiche La didattica messa in atto dalla mia tutor è fondamentalmente una didattica classica basata quasi in modo esclusivo sulla lezione frontale, cioè una metodologia basata sul docente in cui ho osservato una presentazione unidirezionale degli argomenti. L’alunno ha un ruolo piuttosto passivo,ma può fare domande in caso di dubbi per avere dei chiarimenti. La centralità dell’alunno è posta in secondo piano. “Dopo le prove dello spettacolo natalizio che durano circa mezz’ora si passa alla unità di apprendimento di Storia. Stanno affrontando le antiche civiltà del Mediterraneo, oggi è la volta degli Assiri. I bambini vengono invitati dalla maestra a prendere il sussidiario e la maestra inizia a leggere la pagina dedicata agli Assiri. A fine pagina c’è una sorta di esercizio, vi sono delle domande chiave le cui risposte aiutano i bambini a creare la “scaletta della verbalizzazione” ( così è chiamata nel testo), una vera e propria scaletta, un elenco, un promemoria che se seguito bene li conduce passo per passo a fare un corretto riassunto di quanto letto”5. Viene usato molto il libro di testo, la maestra segue pedissequamente il suo ordine cronologico nella presentazione degli argomenti. Dopo la fase iniziale di presentazione in genere la maestra coinvolge i bambini in scambi comunicativi tesi a verificare la comprensione di quanto hanno ascoltato, quindi l’unico momento in cui il bambino diventa parte attiva è quando viene chiamato per ripetere ciò che ha ascoltato. Alcune volte la maestra lascia che siano direttamente i bambini a leggere a turno il contenuto dell’unita di apprendimento. La maestra mette in atto un controllo costante e ricorsivo sull’apprendimento dei bambini per cercare di capire se tutti hanno seguito e capito l’argomento oggetto di studio e per facilitarne l’apprendimento visto che la classe è a tempo lungo e non sono previsti compiti per casa come rinforzo. Questo tipo di impostazione devo confessare, ha ostacolato non poco la mia possibilità di sperimentarmi in azione perché riuscire ad inserirsi in un contesto in cui c’è una persona che parla e tutte le altre che ascoltano in silenzio è praticamente impossibile; aggiungiamo anche che ero alla mia prima esperienza scolastica e di tirocinante e che anche io non sapevo bene come dovevo comportarmi. La mia tutor in questo senso non ha cercato di coinvolgermi più di tanto e soprattutto all’inizio della mia esperienza sono rimasta spesso seduta senza prendere parte alle attività. Quest’anno ho svolto contemporaneamente due anni di tirocinio e di ore in aula ne ho passate davvero tante, così ad un certo punto ho cominciato a capire che il mio ruolo doveva essere si, di osservatore discreto ma che avrei anche dovuto iniziare a fare qualcosa di concreto, a farmi coinvolgere nelle attività e nella loro progettazione. Ne ho parlato con la maestra e lei è stata felice di potermi considerare più operativa e così ho cominciato a dare una mano nella correzione dei compiti per casa e a seguire i bambini in classe quando svolgevano esercizi sul libro o sul quaderno o piccoli lavori di gruppo; io sono stata molto felice di questo e anche i ragazzi … me lo hanno confessato in diverse occasioni! Ho anche progettato una attività che poi ho presentato ai bambini ma di questo parlerò nella relazione del 2° anno. 5 Diario di bordo del 14 Dicembre 2015 Alcune bambine sono molto brave e tendono un po’ a prevaricare gli altri alzando la mano continuamente per intervenire, la maestra che ne apprezza moltissimo il rendimento riesce comunque a garantire un corretto utilizzo dei turni di parola. Nella classe c’è un buon clima interno basato sul rispetto reciproco e sul dialogo, sull’ascolto e sulla collaborazione, senza escludere i naturali conflitti che sono normali nell’interazione tra bambini di questa età. La 4° C è una classe unita che ha anche un buon rapporto con l’insegnante, la maestra è autorevole ma sempre disponibile nei confronti dei bambini, si pone nei loro confronti come accogliente e non come giudicante, è stata sempre disponibile all’ascolto di ogni singolo allievo e a cercare una possibilità di recupero e una via di uscita di fronte a problemi o situazioni difficili, pronta a dare elogi e “critiche” al momento opportuno. Ho imparato molto in questo senso dalla mia tutor Simonetta che è stata per me un grande esempio di come deve essere la relazione umana tra un’insegnate e i suoi alunni: quando si pensa al lavoro dell’insegnante, spesso l’attenzione si posa sulla preparazione culturale e sulla competenza didattica, considerati i pilastri su cui dovrebbe fondarsi il nostro mestiere. Titoli di studio, corsi di aggiornamento, ore dedicate a ideare progetti innovativi, capacità di padroneggiare diverse strategie didattiche, tutto questo fa indubbiamente di un docente un buon docente. Ciò che talvolta sfugge è il lato più nascosto dell’insegnamento, quello che chi sta fuori dalla classe non può percepire né valutare, quello che viene sommerso dalle mille incombenze burocratiche, dalle verifiche, dalle pile di quaderni da correggere: la relazione umana tra alunno e insegnante. Difficile da percepire, dicevo. Perché la relazione umana è qualcosa che si crea nel tempo, che incontra ostacoli e mette alla prova le parti coinvolte, che ci costringe a misurarci con noi stessi e, cosa ancora più faticosa, a metterci in gioco come esseri umani. La realtà è che l’insegnate si trova davanti a bambini e ragazzi che sono innanzitutto persone, Non numeri, non cognomi, non facce anonime che ci guardano assenti, ma persone. Spesso, a dire la verità, non hanno il tipo di intelligenza che noi ci aspettiamo. Sono oppositivi, pigri, provocatori, disinteressati, disobbedienti. Sta a noi andare oltre le apparenze e capire come lavorare con chi abbiamo di fronte. Io ritengo che prima di pensare al tipo di approccio didattico, ai contenuti da proporre, alle competenze da valutare, sia necessario instaurare un ambiente di conoscenza reciproca provando ad affiancare i bambini e i ragazzi, cercando di capire chi sono, tentando di costruire un rapporto di fiducia e di ascolto con loro. Per questo motivo io credo sia importante favorire in classe un clima sereno, dove siano banditi i toni arroganti, mortificanti, le urla per richiamare l’attenzione dei bambini, gli atteggiamenti competitivi e dove tutti, a prescindere dalle proprie capacità e abilità, possano sentirsi accolti e considerati. “Questo cambiamento di atteggiamento della maestra ha sortito un immediato effetto positivo a conferma secondo me che questo bambino ha più bisogno di essere supportato emotivamente e rinforzato da atteggiamenti e comportamenti positivi piuttosto che rimproverato con durezza; parliamo di una persona che sta sicuramente vivendo una fase delicata e dolorosa della sua vita, di allontanamento dalla sua casa, da tutto ciò che conosce e che gli è familiare, dal padre e anche dal fratello maggiore che, mi hanno detto, vive a Bologna; posso solo immaginare cosa possa provare questo bimbo e quanto duro possa essere affrontare una situazione cos’ delicata e credo che per lui la cosa migliore sia sentirsi amato e accettato, deve essere aiutato anche nelle piccole cose della vita quotidiana perché non ha come i compagni un aiuto dalla famiglia, va supportato e compreso”9. Questa è la grande sfida di un docente. Qui si gioca la parte dura del nostro lavoro. Quella che ci costringe a lasciare da parte aspettative e giudizi sugli alunni e ci impone di scendere dalla cattedra per metterci in gioco insieme a loro. È una grande responsabilità ma credo valga la pena provarci. La mia esperienza alla scuola dell’infanzia La mia avventura di tirocinio diretto alla scuola dell’infanzia inizia il giorno 8 Gennaio 2016 presso la Scuola dell’Infanzia “Le Grazie”, anche qui devo dire di essere stata molto fortunata perché sono stata accolta con grande entusiasmo da entrambe le insegnati che lavorano nella sezione C, Stafania e Patrizia la mia tutor, una sezione eterogenea per età composta da 26 bambini, 14 maschie e 12 femmine. I bambini poi, con loro è nato subito un rapporto speciale. Vedo con grande simpatia le sezioni eterogenee per età perché, anche se si crede che certi interessi si sveglino solo ad una certa età, penso che potrebbero svegliarsi qualche tempo prima o dopo, (dipenderà dalla varie situazioni, dalle potenzialità, dal livello di maturazione, dalle esperienze vissute) e mi sembra un forzatura racchiuderle entro limiti di tempo burocraticamente definiti. Si dà per scontato che l’uguaglianza per età giustifichi un livello di apprendimento di partenza comune e uno stesso punto di arrivo. Ma i bambini sono tutti diversi e hanno bisogno di stimoli adeguati a loro e alle loro caratteristiche. Nelle sezioni eterogenee credo ci sia maggiore dinamicità, il bambino più grande può aiutare il più piccolo aumentando la sua autostima e senso di sicurezza, il bambino più piccolo tenderà ad imitare quello più grande imparando cose nuove. Il gruppo eterogeneo inoltre favorisce la socializzazione perché si impara a vivere con persone di età diverse proprio come avviene nella vita reale al di fuori della scuola. 9 Diario di bordo Scuola Primaria del 22 Dicembre 2015 Confesso che alla scuola dell’infanzia ho avuto meno difficoltà rispetto alla primaria ad entrare in azione, sono stati proprio i bambini che mi hanno coinvolto da subito nelle cose che facevano e che richiamavano continuamente la mia attenzione su di loro, l’atmosfera è stata rilassata e collaborativa. Fin dal primo momento sono stata subito coinvolta nei vari momenti che scandivano la giornata, e ho cercato sempre di offrire il mio aiuto per rendermi conto direttamente di come risolvere i problemi che si presentavano e per capire come i bambini reagivano alle varie attività proposte in sezione in gruppo o singolarmente, e nei momenti di condivisione come quelli dell’accoglienza e del pranzo. E’ sorprendente la capacità che hanno i bambini di accoglierti nel loro mondo, di testimoniarti il loro affetto o la loro gratitudine in maniera così genuina e trasparente; occorre poco per accattivarsi la loro attenzione a questa età. Se presti interesse ai loro bisogni o dedichi loro il tuo tempo per guidarli in qualcosa, si affezionano a te in maniera smisurata e benché alla fine della giornata la stanchezza prenda il sopravvento, basta un loro sorriso per darti la carica. Una cosa che mi ha lasciato molto stupita, ma allo stesso tempo felice, è che i bambini erano entusiasti quando si trattava di svolgere nuove attività: si preparavano subito tutti seduti sulle seggioline pronti ad aspettare il compito che l’educatrice avrebbe assegnato loro. Li trovavo tutti molto intelligenti e desiderosi di provare, sperimentare e mettersi in gioco, senza timore se quello che facevano potesse essere sbagliato o meno, e pronti ad accettare il consiglio se venivano corretti, e spesso succedeva che venissero a chiedere se quello che avevano realizzato andasse bene, felici per aver svolto una nuova attività; queste cose le chiedevano spesso a me devo dire perché è capitato che le insegnanti fossero impegnate in conversazioni tra di loro mentre ero sempre disponibile. Avevano bisogno di essere stimolati, sembrava quasi lo chiedessero con gli occhi, sapevano di poter imparare tanto dagli adulti che li circondavano, ho cercato di trattarli non come piccoli sottovalutando le loro potenzialità o capacità solo perché erano bambini, ma come “personalità attente” che si emozionavano per le cose più semplici. Per sottolineare la grande attenzione ed intelligenza di questi bambini mi viene da “Quanti siamo oggi? I bambini più grandi contano i bambini presenti e dicono a voce alta i nomi di quelli assenti, la maestra utilizza sempre questo momento per farli contare. Arriva il momento del calendario e tutti sono chiamati a dire che giorno è oggi, poi un bambino prende il calendario in mano e colora il giorno che hanno appena nominato, sul calendario vorrei fare una riflessione però, mi sembra giusta la metodologia scelta dalle insegnati che prevede una sorta di turnazione quotidiana nell’atto di colorare il giorno attuale perché questa turnazione è imparziale e i bambini vengono chiamati seguendo un ordine ben preciso che loro conoscono bene, viene infatti seguito l’ordine con cui i loro nomi sono scritti su una parete della classe, quindi tutti sanno quando sarà il loro turno e a chi toccherà colorare il calendario ogni diverso giorno perché tutti, anche se non sanno leggere, conoscono la loro posizione sulla parte e sanno riconoscere il proprio nome; la cosa che mi lascia un po’ perplessa è la dimensione del calendario che non è grande come ci si potrebbe immaginare ma ha dimensione di un quaderno formato A4 e mi sembra un po’ troppo piccolo considerato che deve essere visto e utilizzato da tanti bambini così piccoli. Secondo me il calendario dovrebbe essere di grandi dimensioni, con le scritte grandi e colorate che possano essere ben comprese anche dai più piccoli, ricco di immagini che possano aiutarli ad individuare la stagione in cui siamo, il mese, il giorno della settimana e potrebbe essere utile prevedere una sezione in cui inserire le indicazioni meteo, tipo inserire il sole se è una bella giornata o una nuvola se piove, fare insomma una sorta di calendario interattivo, non fisso e sempre uguale nel tempo ma qualcosa che i bambini possano completare insieme alla maestra inserendo di volta in volta elementi distintivi in base ai diversi giorni e stagioni dell’anno. Facendo una breve ricerca su internet ne ho trovati alcuni da costruire veramente belli e da fare con poche risorse, a volta basta solo un po’ di buona volontà”10. Verso le 9:30 viene portata la frutta per fare colazione. 9,45 – 10,30/11,30 in questa fascia oraria è previsto lo svolgimento delle attività strutturate. Questo è un momento molto impegnativo, in cui si richiede molta attenzione e coinvolgimento, proprio per questo motivo è fondamentale la compresenza delle due insegnanti di sezione. 11,30 – 11,45 inizio riordino della sezione, i bambini vengono invitati a raccogliere i giochi e riordinare. 11,45 – 12,00 uscita antimeridiana e momento dell’igiene personale per la preparazione per il pranzo. 12,00 – 13,00 mensa, anche questo è un momento educativo con forte valenza affettiva ed emozionale. 13,00 – 13,15 uscita straordinaria. 10 Diario di bordo Infanzia del 22 Aprile 2016 13,15 – 15,30 giochi liberi in sezione, in giardino o nello spazio comune, semplici giochi strutturati e/o da tavolo. 15,30 – 15,45 riordino dei giochi, i bambini si preparano nella loro sezione per l’uscita in attesa dei genitori. Voglio fare una riflessione sul tipo di attività strutturate che ho visto proporre ai bambini durante la mattina, ho osservato quello che secondo me è un uso eccessivo di schede di lavoro precompilate in cui i bambini devono limitarsi a colorare qualche disegno che qualcuno ha già fatto al posto loro o fare dei piccoli esercizi. Le schede didattiche sono veloci da stampare, se ne trovano di ogni tipo e i bambini impiegano del tempo a compilarle, seduti ai loro banchetti, ordinatamente. Esatto, a compilarle. E compilare per un bambino di 3 anni, di 4 anni, di 5 anni significa ripeter un comando dato. Non c’è autonomia, non c’è creatività, non c’è libertà di espressione; le schede annullano tutte le differenze: non si vede il bello, non si vede il brutto, c’è solo omologazione, dei bambini non rimane nulla. Mi chiedo “che senso ha far colorare la scheda di una castagna ad esempio se i bambini non hanno cercato le castagne, non le hanno toccate, annusate, assaggiate, manipolate, non hanno osservato l’albero dal quale provengono, visto il riccio, annusato la terra sulla quale cadono”? Non ha nessun senso, quella sarà per loro una semplice scheda della castagna, ma di cosa sia veramente una castagna spesso non hanno idea! “Dove sono finite lo spirito della ricerca e la didattica laboratoriale basata sul fare”? “L’attività di oggi si basa sulla primavera, i bambini devono colorare degli uccellini con i colori che preferiscono poi li devono ritagliare e utilizzando una piccola striscia di carta anch’essa da ritagliare li devono incollare su una sorta di festone che poi appenderemo in classe, questo è il risultato”11 11 Diario di bordo Infanzia del 2 Marzo 2016 Credo sarebbe più utile inoltre utilizzare altri tipi di linguaggi espressivi come il disegno a mano libera, la pittura o magari il collage più adatti a manifestare le proprie emozioni, i propri pensieri e le proprie curiosità e riflessioni sul mondo che li circonda. Mi collego inevitabilmente alla prospettiva educativo-didattica del costruttivismo, che considera la conoscenza come un sapere appreso dal soggetto attraverso il processo di interazione con il contesto sociale e culturale nel quale in bambino si trova ad essere. La conoscenze non è una semplice risposta automatica a stimoli esterni, né una rappresentazione astratta e simbolica elaborata esclusivamente nella mente della persona ma diventa qualcosa che si costruisce relazionandoci con tutto ciò che ci circonda. Condivido l’idea che l’alunno debba avere un ruolo attivo nel processo della conoscenza. Giocando si impara La scuola dell’infanzia, come affermano le Indicazioni Nazionali per il Curricolo, deve avere carattere ludiforme e alla scuola dell’infanzia “Le Grazie” ho verificato la grande importanza che viene data all’aspetto ludico perché “attraverso il gioco si fanno fare ai bambini esperienze di apprendimento in tutte le dimensioni della loro personalità” mi ha detto un giorno la maestra Patrizia; ho osservato forme di valorizzazione del gioco in tutte le sue forme ed espressioni, giochi di finzione, di immaginazione, di drammatizzazione, di trasformazione simbolica delle esperienze. Il gioco è la vita stessa del bambino, scrisse Froebel, è il modo di essere e di fare esperienza dei bambini e soddisfa una vasta serie di esigenze contrapposte: fare, esplorare, conoscere, liberarsi delle energie superflue, misurarsi con se stesso e con le cose, comunicare, esprimersi, socializzare. Attraverso il gioco il bambino si esprime con la propria personalità mescolando elementi magici e fantastici con quelli reali tentando di riprodurre, imitare, ripetere ma anche tentando di