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Relazione sul WEBINAR scuola e bisogni educativi speciali (LASCIOLI PASQUALOTTO), Dispense di TFA Sostegno

La relazione tratta quanto detto nel suddetto webinar

Tipologia: Dispense

2022/2023
In offerta
30 Punti
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Offerta a tempo limitato


Caricato il 11/04/2024

paolo-a-pagano
paolo-a-pagano 🇮🇹

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Scarica Relazione sul WEBINAR scuola e bisogni educativi speciali (LASCIOLI PASQUALOTTO) e più Dispense in PDF di TFA Sostegno solo su Docsity! RELAZIONE WEBINAR- SCUOLA, BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E ICF A. Lascioli, L. Pasqualotto Se una volta, la realtà classe era considerata omogenea, al giorno d’oggi la classe appare come un contesto variegato e una complessa realtà di alunni. Fondamentale è quindi fare riferimento ad un approccio educativo per il quale l’identificazione degli alunni con disabilità non avviene solo sulla base di una certificazione. A tal proposito la Direttiva Ministeriale del 27 dicembre del 2012 riassume gli strumenti di intervento per gli alunni con BES (Bisogni educativi speciali) e l’organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica. Recentemente, in ambito pedagogico, sparisce la differenza tra “normalità” e “specialità”, poiché oggi la specialità è divenuta normalità, in quanto ordinariamente presenti alunni che non rientrano in un cliché di norma, si parla quindi oggi di normalità speciale. L’aggettivo speciale denota i bisogni di tutti, si richiede quindi che la scuola sia inclusiva ed è proprio l’istituzione che deve occuparsi dell’inclusione degli alunni BES. Per definizione sono BES quei bambini o ragazzi che, per svariati motivi, non riescono a rispondere in maniera attesa al curricolo e alle proposte didattiche. La macro categoria di BES racchiude i disabili certificati (L. 104/92), i DSA certificati su base clinica (L. 170/2010), e altri BES che non rientrano nei disturbi specifici dell’apprendimento come ad esempio: - i deficit del linguaggio, delle abilità verbali, motorie e della coordinazione; - deficit dell’attenzione o dell’iperattività; - svantaggio culturale, socio economico, linguistico. Questi ultimi non sempre sono certificabili, poiché tali deficit possono essere continui o transitori per motivi fisiologici o psicologici. A tal proposito risulta di fondamentale importanza fare una differenza tra il termine difficoltà e il termine disturbo. Per difficoltà intendiamo le varie difficoltà di apprendimento che non hanno base neurobiologica, hanno carattere transitorio e migliorano con l’età e i giusti interventi. I disturbi, invece, hanno carattere permanente, base neurobiologica. Gli interventi appliocabili sono di vario tipo e sono mirati (abilitativo, riabilitativo, compensativo e dispensativo). L’approccio abilitativo è concentrato sullo sviluppo delle abilità necessarie per costruire una capacità; l’approccio riabilitativo si concentra sulle funzioni compromesse per riabilitare le funzioni deficitarie; l’approccio compensativo concerne l’utilizzo di facilitatori (ausili) in grado di compensare la carenza di capacità allo scopo di migliorare le performance; l’approccio dispensativo esonera il soggetto da compiti o azioni troppo onerosi per lui. Esempi di strumenti compensativi sono l’uso della calcolatrice o dei formulari, mentre esempi di strumenti dispesativi sono, ad esempio, la riduione del numero di esercizi, la dispensa dal copiare dalla lavagna…. Nella direttiva sui BES è rilevante l’apporto di uno strumento valutativo e classificativo sul funzionamento della persona, ovvero l’ICF (International Classification of Functioning) dell’OMS, redatto nel 2001 e che considera la persona nella sua totalità, in un’ottica psicosociale e un approccio funzionale. L’ICF di fonda quindi sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto e consente di individuare i bisogni educativi speciali dell’alunno prescindendo da preclusive tipizzazioni. L’importanza dell’ICF pone l’accento sulla differenza tra il concetto di funzionamento (Functioning) e il concetto di disabilità (Disability). Il funzionamento attiene al corpo e alle sue capacità e le varie attività che può svolgere un individuo. Il funzionamento incide sulla partecipazione ma anche sull’apprendimento e le performance. La disabilità, invece, riguarda la limitazione ad una attività, la restrizione della partecipazione, una menomazione. Secondo l’ICF, la disabilità è determinata dall’interazione sfavorevole tra le condizioni di salute di una persona ed il contesto in cui essa vive, quando esso non si rende accessibile e supportivo rispetto ai bisogni individuali di funzionamento. In questa concettualizzazione, la disabilità è quindi da considerare una variabile dipendente dall’ambiente, il quale può fungere da facilitatore o da barriera nello svolgimento delle comuni attività della vita quotidiana. Le attività di partecipazione e le performance di un individuo sono legate a fattori personali, come la condizione biologica e il comportamento e a fattori ambientali, ovvero il contesto. Il contesto rappresenta l’intero background della vita di un individuo ed include fattori ambientali ( altre persone, atteggiamenti, leggi, valori, sistemi sociali - mondo fisico creato dall’uomo) e personali (età. Genere, capacità di adattamento, background sociale, educazione, carattere…) che possono avere un impatto sulle attività e sulla partecipazione sociale di un individuo. Tra i fattori ambientali si distinguono facilitatori, che riducono la disabilità e le barriere, che creano disabilità. Se, per quanto riguarda i fattori ambientali, si possono riconoscere facilmentei 9 domini principali: ● Apprendimento e applicazione della conoscenza; ● Compiti e richieste di carattere generale; ● Comunicazione; ● Mobilità; ● Cura della persona; ● Vita domestica o quotidianità; ● Interazioni e relazioni interpersonali; ● Principali aree della vita; ● Vita di comunità, sociale e civica. I fattori personali sono difficilmente classificabili poiché variano a seconda delle varie culture nel mondo e riguardano l’età, il genere, l’educazione, il carattere, le esperienze passate, la motivazione, lo stile attributivo di ogni persona. I fattori contestuali, che sono la vera novità introdotta dall’ICF, sono l’intero background della vita dell’individuo e includono, oltre i fattori personali i fattori ambientali che possono avere impatto sulle attività e sulla partecipazione sociale. Quando parliamo di fattori ambientali non ci riferiamo soltanto all’ambiente fisico circostante ma anche ad atteggiamenti, valori, servizi, regole e leggi, sistemi sociali che fungono da facilitatori o barriere. I facilitatori compensano e aiutano il soggetto a superare gli ostacoli e a migliorare le sue capacità. Lo stesso Vygostskij ha parlato di zona di sviluppo attuale, ossia lo stadio nel quale si trova l’alunno prima di avere acquisito una nuova capacità e che descrive le attuali capacità in suo possesso e la zona di sviluppo prossimale, stadio nel quale l’alunno, pur non avendo completato il processo di apprendimento riesce comunque a fare esperienza della nuova capacità, grazie al supporto dell’insegnate o della figura educativa (si fa riferimento al concetto di Scaffolding per Bruner). L’ICF offre una prospettiva ampia per analizzare la situazione di un alunno con Bes ed interpretarne il funzionamento.