Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

relazione t3 scienze della formazione primaria, Dispense di Pedagogia

relazione t3 scienze della formazione primaria

Tipologia: Dispense

2020/2021
In offerta
40 Punti
Discount

Offerta a tempo limitato


Caricato il 25/03/2022

chiara-gambina-1
chiara-gambina-1 🇮🇹

4.4

(34)

7 documenti

1 / 52

Toggle sidebar
Discount

In offerta

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica relazione t3 scienze della formazione primaria e più Dispense in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Facoltà di studi Classici, Linguistici e della Formazione Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria ______________________________________________________________________ RELAZIONE ANNUALE DI TIROCINIO PROGETTO III ANNO Scuola ospitante ______ISTITUTO COMPRENSIVO “ LOMBARDO RADICE “ SIRACUSA Studente Tutor coordinatore Chiara Gambina Alfonsina Santra Ferrara Matricola Tutor dei tirocinanti 17028272 Gabriella Grimaldi Giuseppina Di Mauro 1 ______________________________________________________________________ Anno Accademico 2020-2021 T3 PREMESSA Il tirocinio............................................................................................................................... .pag.4 Il contesto accogliente……………………………………………………………………….pag.8 PARAGRAFO 1: DIDATTICA DISCIPLINARE: EPISTEMI, CONCETTI FONDAMENTALI, METODI DI INDAGINE DELLE DISCIPLINE 1.1. Didattica disciplinare: epistemi, concetti fondamentali, metodi di indagine delle discipline …....pag.11 1.2. Didattica disciplinare: epistemi, concetti fondamentali, metodi di indagine delle discipline nella scuola primaria…………………………………………………………pag.12 1.3. Didattica disciplinare: epistemi, concetti fondamentali, metodi di indagine delle discipline nella scuola dell’infanzia……………………………………………………….pag.14 PARAGRAFO 2: IMPIANTO PROGETTUALE: CONOSCERE E AGIRE LE FASI DI UNA CORRETTA PROGETTAZIONE 2.1. Impianto progettuale: conoscere e agire le fasi di una corretta progettazione .......pag.16 2.2. Impianto progettuale: conoscere e agire le fasi di una corretta progettazione nella scuola primaria …….pag.18 PREMESSA Nei mesi compresi tra marzo e aprile dell'anno in corso, ho svolto il tirocinio diretto presso una scuola dell’Infanzia e una scuola Primaria, poiché il corso di studi in Scienze Della Formazione Primaria prevede il tirocinio (diretto e indiretto) come percorso formativo obbligatorio, affinché noi studenti possiamo fare esperienza diretta del contesto in cui opereremo in futuro: la scuola. Difatti, grazie al tirocinio diretto, che nella terza annualità prevede la frequenza di 75 ore nella Scuola Primaria e 35 ore in quella dell'Infanzia, ho realmente osservato diverse dinamiche di classe, comportamenti e reazioni sia degli alunni sia degli insegnanti. Le attività di tirocinio hanno il fine di consentire agli studenti di Scienze della Formazione Primaria di: a) conoscere la struttura scolastica e la sua organizzazione; b) osservare ed esaminare le differenti dinamiche dei contesti educativi e didattici; c) individuare i diversi metodi e tecniche di insegnamento ed apprendimento mettendo alla luce gli aspetti positivi e negativi di questi ultimi; d) sviluppare comportamenti relazionali costruttivi nei contesti delle comunità scolastiche; e) sviluppare la riflessione sulla professione di insegnante e sulle effettive motivazioni personali a svolgerla, tenendo conto delle sfide poste dalla molteplicità dei problemi e richieste provenienti dall'intero contesto su cui svolgere l'azione didattico-educativa. Il tirocinio si declina in: -tirocinio indiretto: costituito da attività propedeutiche ed introduttive al tirocinio diretto, ha il compito di stimolare la riflessione circa gli ambiti e i criteri secondo i quali avverrà l'osservazione all'interno del contesto scolastico. Prevede anche attività di simulazione, problem solving, role- playing e progettazione. -tirocinio diretto: prevede attività di osservazione e di documentazione sul campo realizzate presso le stesse istituzioni scolastiche. Esso favorisce l'introduzione dello studente all'interno dell'ottica scolastica, proponendo diverse situazioni o situazioni-problema nel loro naturale svolgimento. Il tirocinio diretto, inoltre, prevede la stesura di un diario di bordo, in cui sono contenute diverse annotazioni e riflessioni su quanto accade a scuola e le rispettive riflessioni. Chiaramente presuppone che lo studente sappia indagare dietro i meccanismi che si innescano in classe, i comportamenti degli alunni e le scelte didattico-educative delle insegnanti affinchè egli possa fare 5 tesoro dell'esperienza vissuta. NORMATIVA DI RIFERIMENTO La normativa che regola il tirocinio è il D.M. n.249/2010, che tratta la “definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell'Infanzia, della scuola Primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado, ai sensi dell'Art. 2, comma 416, della legge n.244/2007”. Il Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria, della durata di cinque anni, prevede obbligatoriamente “le attività di tirocinio indirette e dirette, per complessive 600 ore pari a 24 crediti formativi universitari, che hanno inizio nel secondo anno di corso e si svolgono secondo modalità tali da assicurare un aumento progressivo del numero dei relativi crediti formativi universitari fino all’ultimo anno”11. Lo svolgimento delle attività di tirocinio si alterna presso le facoltà e le istituzioni scolastiche, accreditate ai sensi del D.M. n.93/2012, che disciplina le condizioni necessarie (tra cui il consenso del collegio docenti a partecipare alle attività di tirocinio e la disponibilità acquisita di docenti in quanto tutor dei tirocinanti secondo l'allegato A del predetto decreto) per l’accreditamento delle istituzioni ai fini delle attività di Tirocinio Formativo Attivo. I tutor si differenziano in: • tutor coordinatori, ai quali spettano svariati compiti, tra cui quelli di: 1. “orientare e gestire i rapporti con i tutor assegnando gli studenti alle diverse classi e scuole e formalizzando il progetto di tirocinio dei singoli studenti; 2. provvedere alla formazione del gruppo di studenti attraverso le attività di tirocinio indiretto e l'esame dei materiali di documentazione prodotti dagli studenti nelle attività di tirocinio; 3. supervisionare e valutare le attività del tirocinio diretto e indiretto; seguire le relazioni finali per quanto riguarda le attività in classe”2; • tutor organizzatori, i quali si impegnano a: 1. organizzare e gestire i rapporti tra le università, le istituzioni scolastiche e i relativi dirigenti scolastici; 2. gestire tutte le attività amministrative legate ai distacchi dei tutor coordinatori, al rapporto con le scuole e con l'Ufficio Scolastico Regionale, al rapporto con gli studenti e alle attività di tirocinio in generale; 3. coordinare la distribuzione degli studenti nelle diverse scuole; 4. assegnare ai tutor coordinatori, di anno in anno, il contingente di studenti da seguire”. Nelle attività di tirocinio diretto e indiretto, così come previsto dal comma 3 dell'art.10 del D.M. 249, l'aspirante insegnante viene seguito nel suo percorso da un docente tutor individuato all'interno dell'istituzione Scolastica, denominato ai sensi del comma 1 dell'art.11, come tutor del tirocinante (o tutor d’aula). 1 www.miur.it 2 “Art.11 comma 2 D.M. 249/10” Come stabilito nell'art.11 del D.M.249/2010 quest'ultimo ha “il compito di orientare gli studenti rispetto agli assetti organizzativi e didattici della scuola e alle diverse attività e pratiche in classe, di accompagnare e monitorare l'inserimento in classe e la gestione diretta dei processi di insegnamento degli studenti tirocinanti”3. I docenti tutor hanno sia il dovere di orientare l'esplorazione e approfondire la conoscenza dell'organizzazione e della gestione scolastica nei suoi aspetti maggiormente rilevanti in modo da chiarire ogni perplessità dello studente tirocinante, sia di assolvere un compito didattico per comprendere adeguatamente quale sia il modello di insegnamento-apprendimento da realizzare sulla base del contesto di riferimento. L'intero percorso di tirocinio prevede sia una fase osservativa prevalente (nella quale è prevista la lettura del contesto di riferimento, l'orientamento, il monitoraggio e il supporto in itinere, ossia “pratiche che intendono rappresentare un sostegno e un ausilio propedeutico all'azione diretta e successiva del tirocinante”4), sia una fase di insegnamento attivo al fine di integrare fra loro le attività formative. Obiettivo del tirocinio formativo diretto è quello di portare i tirocinanti ad introdurre nella prassi quotidiana le conoscenze teoriche acquisite durante la fase seminariale della formazione (tirocinio indiretto), in modo tale che possano essere sperimentate pratiche di insegnamento adatte alla situazione scolastica in cui si esperisce. Il Progetto Formativo del terzo anno di tirocinio si articola in quattro blocchi tematici : • “Didattica disciplinare: epistemi, concetti fondamentali, metodi di indagine delle discipline” con l’obiettivo di conoscere le Indicazioni Nazionali per il curricolo, relative al primo ciclo di istruzione, con particolare attenzione alla premessa e alle singole discipline con i relativi traguardi; • “Impianto progettuale: conoscere e agire le fasi di una corretta progettazione” acquisendo conoscenze sui diversi modelli di progettazione, operandone il confronto e individuandone le differenze al fine di progettare individualmente un'Unitá di Apprendimento (UdA); • “Strutturazione di percorsi didattici” che siano funzionali alle esigenze formative e ai diversi stili di apprendimento curando l’organizzazione dei tempi, degli spazi dei materiali e delle tecnologie didattiche al fine di personalizzare i percorsi di apprendimento; • “Co-conduzione di percorsi didattici” in coerenza con le scelte pedagogiche e didattiche della scuola accogliente, che consentano ai tirocinanti di mettere in atto le conoscenze acquisite. Il contesto accogliente 3 “Art. 11 del D.M 249/10” 4 “www.orizzontescuola.it” rivede l'orario scandendolo secondo il monte ore necessario a ciascun modulo, ecc. La flessibilità del tempo didattico e quella del tempo delle discipline rende possibile uno spazio ampio di opportunità. Si intende per modularità una situazione snodabile per la quale è possibile sia organizzare l'insegnamento per moduli . Ciò vuol dire: non dare a tutti nello stesso momento, nello stesso luogo, nello stesso modo gli stessi contenuti.” Secondo gli autori D’Amore e Frabboni nel testo Didattica generale e didattica disciplinare: “La didattica è l’ultima nata delle scienze che si occupano dell’educazione. Sostanzialmente si occupa del trasferimento di conoscenze e di modelli di vita sociale da un ‘emittente’ (un genitore, un insegnante, un mediatore culturale: libro, tv, computer) a un ‘ricevente’ (le età generazionali: infanzia, adolescenza, gioventù, età adulta e senile). Perciò essa è, essenzialmente, scienza della comunicazione all’interno dei contesti formativi. La didattica ha una doppia identità: la didattica disciplinare e la didattica generale. La didattica disciplinare si occupa di curricolo (contenuti essenziali di ciascuna disciplina, linguaggi e metodologie di ricerca), di luoghi della formazione (aula-classe, aula-esercitazione, aula specializzata), di strategie per l’insegnamento (lezione, lavoro di gruppo, ricerca, tecnologie), di strategie per l’apprendimento (costruzione di percorsi didattici a misura d’allievo), di valutazione. La didattica generale si occupa della trasversalità delle conoscenze (curricolo), dei laboratori multidisciplinari e dell’ambiente socioculturale (luoghi della formazione), dell’insegnamento in team e dell’apprendimento in gruppo (strategie dell’insegnamento apprendimento), della valutazione diagnostica e formativa. Rimane da chiarire l’annosa questione se la didattica sia un’arte, un mestiere, o una disciplina scientifica. Secondo gli autori, la didattica è rimasta a lungo prigioniera di una prima ideologia pedagogica che le ha negato il diritto a uno statuto scientifico sull’idea che il saper insegnare appartiene al ‘talento’ dell’insegnante. La didattica è rimasta prigioniera anche di una seconda ideologia pedagogica secondo la quale essa non possiede la capacità dell’auto fondazione scientifica che invece possiede la filosofia dell’educazione. Nella versione del ‘problematicismo didattico’, proposta dagli autori, essa diviene scienza dell’educazione.” L’insegnante non è un banale ripetitore di conoscenze è un professionista competente non nella sola disciplina, ma nell’azione didattica; il suo verbo d’azione principale, insegnare, va inteso non come declamazione al vento di verità concettuali, ma in altro senso; il compito dell’insegnante è di far sì che ciascuno dei suoi allievi sia messo in grado di costruire la propria conoscenza e la propria competenza, nel modo più congeniale ed adatto. La didattica è la normalità dell’operare finalizzato allo sviluppo di capacità e competenze utili, nel contesto di una relazione di aiuto profonda e significativa con chi apprende. “La didattica è anche puntare a un obiettivo di crescita, avere a 10 cuore lo sviluppo dell’alunno, programmare, agire e valutare (anche severamente) la propria azione didattica e le azioni di chi apprende Le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell'Infanzia e del primo ciclo di istruzione rilasciate dal Ministero dell'Educazione nel 20125 costituiscono il superamento definitivo sia della fase “sperimentale” delle indicazioni emanate con il DM 31/7/2007, sia delle indicazioni emanate con il D.lgs 59 del 2004. Infatti, l'Atto di indirizzo del Ministro Gelmini emanato nel 2009 prevedeva che, a seguito alla sperimentazione delle Indicazioni 2007, si arrivasse alla produzione di un documento definitivo che rappresentasse una “conciliazione” tra il testo del 2004 e quello del 2007. Le Indicazioni 2012, rispetto al 2007, presentano un richiamo diretto alle competenze chiave europee per la cittadinanza e l'apprendimento permanente (long-life learning), quali finalità generali dell'istruzione, ed introducono il “Profilo dello studente al termine del primo ciclo di istruzione”. Attraverso la progettazione del curricolo, che pianifica l'offerta formativa rendendo evidenti le scelte organizzative, educative e didattiche della scuola, la scuola autonoma descrive i risultati di apprendimento attesi nel percorso formativo, alla luce delle stesse Indicazioni Nazionali, le quali costituiscono, nel rispetto e nella valorizzazione dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, il quadro di riferimento per la progettazione curricolare affidata alle scuole. Sono, infatti, un testo aperto che la comunità professionale è chiamata ad assumere e a contestualizzare, elaborando specifiche scelte relative ai contenuti, metodi, organizzazione e valutazione coerenti con i traguardi formativi previsti dal documento nazionale. Al termine della scuola dell'Infanzia, della scuola Primaria e della scuola Secondaria di primo grado, vengono fissati i traguardi per lo sviluppo delle competenze relativi ai Campi di esperienza (scuola dell'Infanzia) e alle discipline (scuola Primaria). Le Indicazioni Nazionali assumono come orizzonte di riferimento le otto competenze chiave europee, ossia: 1. Comunicazione nella madrelingua; 2. Comunicazione nelle lingue straniere; 3. Competenze in matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; 4. Competenze digitali; 5. Imparare ad imparare; 6. Competenze sociali e civiche; 7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità; 8. Consapevolezza ed espressione culturale. E’ importante precisare che le Indicazioni si presentano come un documento di indirizzo e di orientamento per le scuole al fine di formulare il curriculo ossia lo strumento attraverso cui una scuola progetta la propria offerta formativa in numerosissimi aspetti: educativi, didattici, procedurali, organizzativi, ecc... 5 https://www.miur.gov.it/documents/20182/51310/DM+254_2012.pdf/1f967360-0ca6-48fb-95e9-c15d49f18831? version=1.0&t=1480418494262 Frabboni e D’Amore : “ Didattica generale e didattica disciplinare” D.M 254/2012 Il curricolo deve tenere conto sia degli indirizzi e prescrittività nazionali, sia delle specificità e necessità espresse dai diversi territori, classi, comunità educative. Tale documento contiene: 1) una premessa relativa alla specificità del ciclo scolastico da esaminare; 2) gli obiettivi generali del processo formativo i quali possono essere selezionati secondo diversi criteri come ad esempio i bisogni formativi riscontrati; 3) gli obiettivi specifici di apprendimento che indicano in base al ciclo scolastico di riferimento (biennio o triennio), conoscenze e abilità. 1.2 Didattica disciplinare: epistemi, concetti fondamentali, metodi di indagine delle discipline nella Scuola Primaria. Durante il mio percorso di tirocinio, ho notato come l’insegnante fosse attenta ai bisogni di tutti i suoi alunni, anche con la bambina affetta da sordità e come si relazionasse con lei e di come ci fosse un approccio positivo e di partecipazione di tutta la classe, nonostante avesse un insegnante di sostegno pronta a supportarla ed aiutarla. L’insegnante, attraverso la lezione frontale e l’utilizzo della LIM trasmetteva curiosità nei diversi argomenti trattati, rendendo partecipi gli alunni con delle domande-stimolo, esercizi interattivi ecc.. L’insegnante è una guida e grazie a lei i bambini avevano la possibilità di interagire e confrontarsi fra di loro imparando attraverso i loro errori. Forniva delle schede didattiche o esercizi da completare sul libro da svolgere durante l’ora di lezione, dopo aver concluso con l’attività, si alzavano uno ad uno e porgevano il libro o il foglio all’insegnante e, nel frattempo, io insieme alla mia tutor correggevamo gli errori che comunicavamo, in seguito, a ciascun alunno per far comprendere i loro sbagli. L’insegnante, infatti, chiamava ogni alunno alla lavagna, faceva scrivere gli errori che avevano commesso e, sotto la sua guida, li analizzavano in modo da impararli correttamente per evitare di sbagliare una prossima volta. Per quanto concerne la bambina affetta da sordità, svolgeva gli stessi esercizi assegnati agli altri bambini, semplicemente veniva aiutata dall’insegnante di sostegno anche attraverso la spiegazione con la lingua dei segni. La mia tutor ha sempre portato avanti un approccio positivo, non demoralizza gli alunni e non appena terminano gli esercizi li incoraggia tantissimo cercando anche di includere anche la bambina sorda, ponendole domande-stimolo. L’insegnante utilizza degli strumenti compensativi che sono di fondamentale importanza. Frabboni e D’Amore : “ Didattica generale e didattica disciplinare” D.M 254/2012 organismi viventi e su storie, fiabe e giochi tradizionali con riferimenti matematici, possono cominciare a trovare risposte guardando sempre meglio i fatti del mondo, cercando di capire come e quando succedono, intervenendo per cambiarli e sperimentando gli effetti dei cambiamenti. Imparano a fare domande, a dare e a chiedere spiegazioni, a lasciarsi convincere dai punti di vista degli altri, a non scoraggiarsi se le loro idee non risultano appropriate. Possono quindi avviarsi verso un percorso di conoscenza più strutturato, in cui esploreranno le potenzialità del linguaggio per esprimersi e l’uso di simboli per rappresentare significati. PARAGRAFO 2 2.1 Impianto progettuale: Conoscere e agire le fasi di una corretta progettazione La progettazione didattica è una serie di operazioni che l’insegnante compie per organizzare il lavoro didattico in un tempo definito, all’interno della scuola in cui opera. Prevede la traduzione del progetto educativo nazionale nella forma più adeguata al contesto e la stesura di un piano di lavoro come ricerca delle strategie più efficaci per il raggiungimento degli obiettivi. Il punto di partenza per la progettazione è la definizione di un’unità di apprendimento che porti gli alunni, attraverso esperienze significative, alla costruzione di competenze sia in ambito disciplinare che trasversale, mirando al profilo d’uscita previsto dalle indicazioni per il curricolo della scuola dell’Infanzia e del primo ciclo di istruzione . Le linee guida per una progettazione sono:  Autoregolazione dell’intervento educativo.  Monitoraggio del processo e controllo continuo.  Obiettivo prevalente: conseguire un prodotto atteso.  Previsione dei risultati e capacità di intervento in itinere.  Apprendimento come fenomeno prevedibile e controllabile  Istruzione programmata.  Oggettività della valutazione di conoscenze e abilità.  Visibilità di prodotti e comportamenti (competenze, capacità)  Metodi quantitativi di valutazione (in scale ampie e graduate) Frabboni e D’Amore : “ Didattica generale e didattica disciplinare” D.M 254/2012 La progettazione può essere di diverse tipologie:  Progettazione per obiettivi  Progettazione per contenuti  Progettazione per concetti  Progettazione per soggetti  Progettazione per competenze Frabboni e D’Amore : “ Didattica generale e didattica disciplinare” D.M 254/2012 Di fondamentale importanza è la progettazione didattica, attuata attraverso i piani annuali dei singoli docenti. Viene elaborata in funzione degli orientamenti di massima individuati dal Collegio dei Docenti e dalla Programmazione dei Dipartimenti. In essa viene concordata, programmata, organizzata, valutata la didattica annuale. Per ciascuna disciplina sono stabiliti gli obiettivi, le finalità, le metodologie e gli strumenti di valutazione. Contiene la descrizione degli obiettivi specifici di apprendimento articolati in conoscenze, abilità e competenze. Insieme agli obiettivi di apprendimento. La programmazione è da intendersi come razionalizzazione del processo educativo, cioè come organizzazione complessiva degli interventi che si attuano all’asilo nido in relazione alle caratteristiche dei bimbi, agli spazi disponibili, ai tempi, alle attrezzature, al personale e via dicendo. Le cinque fasi della programmazione educativa sono: 1 Analisi della situazione: la prima fase riguarda la conoscenza dell’ambiente in cui si dovrà operare. Per raggiungere determinati obiettivi gli educatori hanno bisogno di sapere quali sono le caratteristiche personali dei bimbi, il loro contesto di provenienza, le abilità possedute, è anche importante sapere, ad esempio, se il bimbo è figlio di genitori stranieri in modo da riuscire a proporre attività didattiche adeguate al suo livello. 2 Definizione degli obiettivi: è la definizione dei traguardi che si vogliono raggiungere. In ambiente educativo l’obiettivo è rappresentato dalle prestazioni che si vogliono far produrre ai bimbi a seguito di un intervento educativo. 3 Selezione dei contenuti: in questa fase l’educatore sceglie attraverso cosa insegnare, quali sono i contenuti e le attività che saranno proposti per il raggiungimento degli obiettivi. 4 Selezione di metodi e strategie di intervento: le modalità con cui l’educatore decide di gestire le esperienze, il gruppo dei bimbi, i materiali. Ad esempio, l’educatore può decidere di attuare due strategie: “giocare” assieme ai bimbi oppure stare vigile in disparte mentre i bimbi giocano in autonomia. 5 Modalità di verifica: rappresenta l’accertamento delle conoscenze, competenze e abilità acquisite. Una buona progettazione deve prevedere almeno tre momenti di valutazione: una valutazione iniziale che corrisponde alla prima fase, in cui viene valutata la situazione al fine di farsi un’idea complessiva del contesto in cui si dovrà operare; una intermedia, con lo scopo di capire se l’intervento pianificato necessiti di eventuali modifiche, una finale, in cui si verificano gli esiti formativi e l’adeguatezza del percorso educativo proposto.3 2.1 Impianto progettuale, conoscere e agire le fasi di una corretta progettazione nella Scuola Primaria. alunni, scegliere contenuti adeguati alla loro capacità di comprensione e sapeva modularli opportunamente. 3Lipari D., Progettazione e valutazione nei processi formativi, Roma, Edizioni Lavoro, 1993, pp.232. Erikson “didattica delle differenze” PARAGRAFO 3 STRUTTURAZIONI DI PERCORSI DIDATTICI 3.1 Strutturazioni di percorsi didattici Gli obiettivi di apprendimento individuano campi del sapere, conoscenze e abilità ritenuti indispensabili al fine di raggiungere i traguardi per lo sviluppo delle competenze. Essi sono utilizzati dalle scuole e dai docenti nella loro attività di progettazione didattica, con attenzione alle condizioni di contesto, didattiche e organizzative mirando ad un insegnamento ricco ed efficace. Gli obiettivi sono organizzati in nuclei tematici e definiti in relazione a periodi didattici lunghi: l’intero triennio della scuola dell’Infanzia, l’intero quinquennio della scuola Primaria, l’intero triennio della scuola secondaria di primo grado. Per garantire una più efficace progressione degli apprendimenti nella scuola primaria gli obiettivi di italiano, lingua inglese e seconda lingua comunitaria, storia, geografia, matematica e scienze sono indicati anche al termine della terza classe. Il processo di apprendimento non può che essere personale: compito del docente diventa quindi quello di accompagnare questo processo, costruendo situazioni e fornendo stimoli che favoriscano la ristrutturazione/destrutturazione dei modelli acquisiti. Bisogna procedere per gradi, proponendo gli stimoli adatti al livello di conoscenza del discente: stimoli troppo banali non mettono in discussione i suoi modelli di partenza, stimoli troppo estranei e lontani scoraggiano il discente dal metterli in discussione. Il percorso didattico può essere pensato come sequenza di attività che possano consentire, per gradi, la costruzione di conoscenza. Per far sì che si realizzi un apprendimento significato a scuola, bisogna per prima cosa analizzare la situazione di partenza attraverso la verifica delle conoscenze già in possesso degli studenti, al fine di integrare le nuove conoscenze proposte con quelle già esistenti. Inoltre, è importante anche valutare come queste conoscenze vengano acquisite e assimilate allo scopo di delineare le modalità più adatte e di presentare agli alunni gli aiuti necessari per realizzare un apprendimento significativo. Si può presentare l’argomento in relazione ad altre discipline, quindi con tutti i vari collegamenti oppure presentarlo con metodologie attive come il laboratorio; specialmente quando l’argomento risulta agli alunni difficile e noioso. Attraverso il laboratorio gli alunni imparano divertendosi e ciò conduce ad un apprendimento significativo; allo stesso modo può risultare utile una lezione interattiva attraverso l’uso della LIM; favorendo tutti gli stili di apprendimento. Per quanto riguarda lo stile di apprendimento è “l’approccio all’apprendimento preferito di una persona, il suo modo tipico e stabile di percepire, elaborare, immagazzinare e recuperare le Erikson “didattica delle differenze” informazioni” (Mariani, 2000).6 6 Erikson “didattica delle differenze” sezione a cui è rivolta l’unità di apprendimento. La seconda sezione dell’UdA riguarda gli apprendimenti, gli insegnanti devono descrivere quali abilità e quali conoscenze possiedono gli alunni, in riferimento alle discipline previste dal percorso didattico. Le conoscenze indicano l’insieme di fatti, teorie e pratiche relative a un settore di studio. Le abilità invece rappresentano le capacità di applicare conoscenze e di usare il knowhow per portare a termine compiti e risolvere problemi. La terza sezione dell’UdA riguarda la verifica e la valutazione, qui i docenti descriveranno quali strumenti adoperano per l’osservazione, come per esempio: checklist, questionario, intervista, griglia di osservazione ecc. Questi strumenti sono utili per gli insegnanti a rilevare meglio le eventuali problematiche presenti all’interno del contesto classe. Inoltre i docenti descriveranno quali strumenti hanno utilizzato per verificare e valutare l’intero percorso didattico, per esempio si possono utilizzare: prove di realtà, prove manipolative, conversazione guidata, questionario, interrogazione orale, prova scritta ecc. Attraverso essi gli insegnanti potranno apprendere se il percorso didattico scelto è stato funzionale ed efficace per gli alunni. Infine la quarta sezione dell’UdA riguarda la descrizione delle fasi di lavoro, essa è una fase molto importante perché rappresenta il cuore dell’unità di apprendimento. Ogni fase di lavoro costituisce di fatto un compito significativo. PARAGRAFO 4 4.1 Co-conduzione di percorsi didattici Il tirocinio mira a mettere lo studente in situazione di partecipazione attiva nel contesto gruppo- classe/sezione, attraverso attività di co-progettazione e co-conduzione. In particolare, la terza annualità di tirocinio comprende il modulo della co-conduzione di percorsi didattici e la strutturazione di essi, al fine di conseguire delle competenze progettuali. All’interno del progetto formativo viene specificato il contenuto del modulo, i traguardi e gli obiettivi che il tirocinante deve seguire e rispettare; Quest’ultimo, durante il tirocinio diretto deve essere in grado di relazionarsi e confrontarsi con il gruppo classe e con i docenti, collaborare e riflettere sulla propria azione al fine di individuare la coerenza tra attività co-progettata e attività co-condotta. Erikson “didattica delle differenze” Per quanto riguarda i traguardi del modulo della co-conduzione di percorsi didattici, il tirocinante deve essere in grado di progettare in maniera significativa e sistematica le attività didattiche; deve essere in grado di co-condurre un percorso didattico che tenga conto delle diverse esigenze formative degli alunni, quindi conoscere anche tutti gli strumenti didattici e metodologici finalizzati all’integrazione e all’inclusione. Alcuni obiettivi del progetto formativo sono:  Padroneggiare e utilizzare i documenti programmatici (indicazioni nazionali, POF, curricolo verticale) relativi al primo ciclo d’Istruzione;  Ascoltare e osservare gli alunni per individuare i bisogni formativi al fine di co-progettare un percorso formativo;  Confrontare diversi modelli di progettazione;  Co-progettare utilizzando le conoscenze acquisite che riguardano le strutture portanti dei campi di esperienza (epistemi, concetti fondamentali, metodi di indagine degli ambiti disciplinari) e i sistemi simbolico-culturali di riferimento;  Co-progettare, articolando i contenuti delle discipline e scegliendo strumenti adeguati al percorso previsto, alle esigenze formative e all’età di ogni singolo alunno;  Conoscere e selezionare i contenuti disciplinari delle Indicazioni Nazionali in relazione ai diversi livelli scolastici e all’età dei bambini;  Utilizzare le conoscenze disciplinari e le conoscenze metodologiche per co-condurre attività didattiche;  Co-condurre, articolando i contenuti delle discipline in funzione delle esigenze formative e dell’età dei bambini (stili di insegnamento, stili di apprendimento, metodo, personalizzazione dei traguardi disciplinari). Una parte fondamentale di tutto il percorso formativo è costituita dall’ UdA (Unità di Apprendimento). I compiti affrontati portano alla realizzazione di un prodotto, a cui si arriva grazie all’uso di una serie di conoscenze e abilità – termini che ritrovi anche in questo articolo -, maturando così una serie di competenze: queste danno soddisfazione allo studente e, allo stesso tempo, possono essere valutate facilmente dai docenti. Il percorso formativo viene organizzato in una serie di esperienze di apprendimento diverse, che superano l’insegnamento tradizionale, aprendosi al laboratorio, alla ricerca personale, alle attività di gruppo, alle esperienze extrascolastiche. Si tratta di un ambiente dinamico in cui l’apprendimento genera nuovo apprendimento, con una maggior motivazione negli alunni e una valutazione delle competenze in linea con quanto elaborato a livello europeo. È possibile creare l’Unità di Apprendimento attraverso: 1. le situazioni significative e rilevanti, che indicano snodi importanti del processo di sviluppo Erikson “didattica delle differenze” della persona, che impegnano tutti i docenti e presentano una gestione strutturata; 2. le situazioni connesse alla vita di classe tradizionale, legata a lezioni, compiti e verifiche, che richiedono una gestione ed un controllo centrati più su conoscenze ed abilità; 3. le situazioni connesse alle esperienze formative non strettamente curricolari oppure riferite a contesti esterni alla scuola, che richiedono un approccio più morbido e intuitivo. Erikson “didattica delle differenze” forme esistenti. La mia esperienza di co-conduzione si è svolta presso la decima sezione della scuola dell’infanzia dell’istituto Lombardo Radice di Siracusa. L' Unitá di Apprendimento ideata, progettata e realizzata con ľ aiuto prezioso della mia tutor si intitola “Alla scoperta delle forme”. I campi di esperienza coinvolti sono:  I discorsi e le parole;  Immagini suoni e colori;  Il Sè e l’altro. I DISCORSI E LE PAROLE  Sa esprimere e comunicare agli altri emozioni, sentimenti, argomentazioni attraverso il linguaggio verbale che utilizza in differenti situazioni comunicative.  Il bambino usa la lingua italiana, arricchisce e precisa il proprio lessico, comprende parole e discorsi, fa ipotesi sui significati. IMMAGINI, SUONI, COLORI  Si esprime attraverso il disegno, la pittura e altre attività manipolative; Utilizza materiali e strumenti, tecniche espressive e creative;  Esplora i materiali a disposizione e li utilizza con creatività;  Crea doni per comunicare l’affetto ai propri familiari. I tre Campi di esperienza coinvolti prevedono diversi traguardi di competenza e obiettivi di apprendimento ad essi correlati presenti nell' unità di apprendimento allegata. Nella sezione 2 in riferimento agli apprendimenti, le conoscenze riguardano: Seriazioni e ordinamenti Raggruppamenti Serie e ritmi Le relative abilità coinvolte sono: Raggruppare e ordinare oggetti e materiali secondo criteri diversi, identificare alcune proprietà, confrontare e valutare quantità; utilizzare simboli per registrarle; eseguire misurazioni usando strumenti alla sua portata Familiarizzare sia con le strategie del contare e dell’operare con i numeri, sia con quelle necessarie per eseguire le prime misurazioni di lunghezze, pesi e altre quantità. Nella sezione 3 riguardo alla verifica e alla valutazione delle competenze, è previsto un compito di realtà che prevede la realizzazione di biscotti di pasta frolla che abbiano le forme studiate. Le attività si svolgono nel mese di aprile e prevedono 3 fasi. Fase 1: Storitellyng delle forme: L’insegnante inizia l’attività disponendo i bambini in assetto Circle-time , successivamente presenta una canzoncina sulle 4 forme geometriche principali : quadrato,cerchio,rettangolo e triangolo. Erikson “didattica delle differenze” Dopo di che chiede ai bambini se hanno mai visto ,durante la loro esperienza quotidiana, tali forme geometriche e se riescono ad individuarne qualcuna nell’aula dove si trovano. Fase 2: L’insegnante porta in aula una “scatola magica” che contiene degli oggetti di varie forme, colori e dimensioni. Dopo averle osservate i bambini devono discriminarle per colore, poi per grandezza , raggruppandole in scatole diverse..  Infine i bambini dovranno riuscire a ricordare come si chiamano queste forme e suddividerle in 4 scatole.  Fase 3: L’insegnante porta a scuola la ricetta dei biscotti al cioccolato e legge ai bambini gli ingredienti che servono per realizzarli e le diverse fasi di lavorazione. Stabilita la ricetta, i bambini divisi per gruppi devono disegnare su fogli bianchi gli ingredienti occorrenti (n. pacchi di farina, zucchero,bustine lievito, stampini ...). La ricetta scelta viene quindi riassunta in un cartellone dove i bambini incollano i disegni realizzati del materiale necessario . Successivamente viene consegnata una scheda a ciascun bambino con le immagini di biscotti di varie forme. I bambini devono colorare solo i biscotti delle forme geometriche proposte (quadrato, rettangolo, cerchio e triangolo)  L’insegnante spiega il lavoro da fare ricordando le varie fasi per la realizzazione della pastafrolla. Ogni tavolo ha a disposizione gli ingredienti necessari. Ciascun bambino deve impastare e spianare la pasta nella propria spianatoia e realizzare biscotti con gli stampini delle quattro forme geometriche che deve saper denominare. Ogni tavolo deve realizzare almeno 10 biscotti per tipo sistemandoli sul vassoio che l’insegnante ha messo al centro del banco. Infine tutti i bambini si siedono dove vogliono e mangiano insieme i biscotti realizzati. I bambini hanno mostrato di avere interesse verso l'attività che stavano svolgendo, anche se non sono mancate le difficoltà che io e la maestra eravamo pronte a risolvere. CONCLUSIONI Anche quest'anno è stato di rilevante importanza per la mia crescita, professionale e personale. Sono molto soddisfatta del rapporto instaurato con i tutor, ci stimiamo e abbiamo fiducia l'una dell'altra: fin dal primo momento si sono mostrate disponibili, aperte nei miei confronti e pronte ad ideare e ad attualizzare l'attività di co-conduzione. Quest'ultima, rispetto alla semplice osservazione, permette di prendere consapevolezza delle responsabilitá del lavoro svolto dall’insegnante, che non si limita semplicemente a lavorare con i bambini durante le ore scolastiche, ma si prende cura di loro, dei loro tempi, degli stili di apprendimento, dei loro bisogni formativi ed educativi. Infatti, c’è una netta differenza tra la semplice osservazione dei fatti e la pratica vera e propria , sicuramente l'aspetto più rilevante riguarda le variabili che l'insegnante deve considerare e gestire sul momento, dato che parte di ciò Erikson “didattica delle differenze” che viene previsto nel momento ideativo può essere stravolto nel momento attuativo. Negli anni precedenti dall'osservazione diretta, infatti, ho potuto constatare cosa implica il mestiere di insegnante, la vita di classe, le varie dinamiche che si innescano, ma soprattutto, alla luce dell'attività di co-conduzione, ho realmente avuto la possibilità di “mettere le mani in pasta”. Oltre a ciò, ritengo opportuno affermare che la mia visione della scuola “indagata” grazie al tirocinio diretto e le relative considerazioni riguardo ad essa sono, in realtà, molto limitate e parziali, poiché le ore previste sono state molto poche: credo che se avessi avuto a disposizione più ore probabilmente sarei riuscita a riscontrare più fattori da considerare ed analizzare. Nonostante questi limiti sono molto soddisfatta dell'esperienza vissuta quest'anno, e non vedo l'ora di intraprendere un nuovo percorso di tirocinio per indagare sempre più a fondo la realtà scolastica. C’è inoltre da sottolineare, che anche quest’anno così ,come lo scorso è stato stravolto il mondo della scuola poiché a causa della situazione epidemiologica da Covid-19 molte attività didattiche non sono state realizzate, a causa delle regole dettate dall’epidemia. La distanza è stata la nostra compagna di vita, l’ansia e la paura del contagio ,ma posso dire che nonostante tutto ciò è stata un’esperienza fantastica. Fortunatamente le ore di tirocinio le ho svolte maggiormente in presenza e ciò mi ha permesso di relazionarmi e conoscere a fondo gli alunni della classe. T2 ANNUALITA’ PREGRESSA 2019-2020 L’esperienza di tirocinio svolta lo scorso anno è stata veramente molto breve, interrotta bruscamente a causa della situazione epidemiologica Covid-19. Ho potuto godere della presenza delle mie tutor e dei bambini, veramente per poco tempo, difatti sono riuscita a completare solo le ore da svolgere alla scuola primaria senza riuscire ad iniziare l’attività didattica alla scuola d’infanzia. Tutta questa situazione mi è servita per capire quanto importante possa essere la didattica in presenza. La pandemia da coronavirus ha portato significativi cambiamenti, tra questi la didattica a distanza. La didattica a distanza rimane comunque una risorsa importante, per la formazione degli studenti e per il completamento del loro percorso di studi, anche se non sarà mai paragonabile alla didattica in presenza. Ma a causa della pandemia e delle restrizioni per il contenimento del contagio da Covid-19 non mi è stato possibile svolgere le ulteriori ore per completare l’ annualità e il conseguente esame. BIBLIOGRAFIA Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione. Numero speciale 2012. Annali della pubblica istruzione. Le Monnier. Lipari D, Progettazione e valutazione nei processi formativi, Roma, Edizioni Lavoro, Erikson “didattica delle differenze” discorsi, fa ipotesi sui significati. IMMAGINI, SUONI, COLORI  Si esprime attraverso il disegno, la pittura e altre attività manipolative; Utilizza materiali e strumenti, tecniche espressive e creative;  Esplora i materiali a disposizione e li utilizza con creatività; Crea doni per comunicare l’affetto ai propri familiari.  Imparare ad ascoltare storie e racconti, dialogare con adulti e compagni, giocando con la lingua che usano, provando il piacere di comunicare”.  Conoscere, sperimentare tecniche e materiali  Ritagliare e incollare, colorare con diverse tecniche Competenze-chiave per l’apprendimento permanente Racc. 18/12/06 cui l’unità concorre: Indicare solo le competenze effettivamente coinvolte la comunicazione nella madre lingua, Erikson “didattica delle differenze” le competenze sociali e civiche, imparare ad imparare. CONTESTO DIDATTICO Il contesto dell’esperienza didattica Caratteristiche degli alunni a cui l’intervento è diretto: età, contesto sociale, composizione del gruppo, alunni con BES. Classe: 10 sezione di scuola dell’infanzia. La sezione è formata da bambini di età eterogenea (4 e 5 anni). La composizione è mista perché la provenienza dei due gruppi di bambini è di due precedenti e distinte sezioni. Inoltre sono presenti 3 bambini stranieri e un ADHD al quale è stato concesso l’aiuto di un sostegno dal punto di vista didattico. I bambini stranieri sono ben integrati, parlano e comprendono abbastanza la lingua italiana . Gli alunni si presentano collaborativi e propensi alla partecipazione delle attività proposte. ARTICOLAZIONE DELL’UNITÀ E NOTE METODOLOGICO-DIDATTICHE SEZIONE 2 ARTICOLAZIONE DELL’UNITA’ DI APPRENDIMENTO E MODALITÀ DI REALIZZAZIONE Tempi di realizzazione ( ES. due settimane, un mese…) un mese Momenti salienti dell’unità (Descrizione delle attività proposte) (La descrizione delle attività deve essere fatta esplicitando dettagliatamente le attività svolte dagli alunni e al docente ) Setting organizzativo (spazi, tempi, strategie didattiche, tecniche, strumenti…) FASE 1 (INCIPIT/FASE DI LANCIO) Tempi Quante ore sono necessarie per svolgere Erikson “didattica delle differenze” ( Consiste in attività motivanti in grado di sollecitare l’interesse e la curiosità degli alunni) Storitellyng delle forme: canzone Presentazione delle forme geometriche attraverso l’attività scelta. L’insegnante inizia l’attività disponendo i bambini in assetto Circle-time , successivamente presenta una canzoncina sulle 4 forme geometriche principali : quadrato,cerchio,rettangolo e triangolo. Dopo di che chiede ai bambini se hanno mai visto ,durante la loro esperienza quotidiana, tali forme geometriche e se riescono ad individuarne qualcuna nell’aula dove si trovano. FASE 2 (PARTE CENTRALE): è la fase attiva, o di sviluppo concreto dell’unità di apprendimento L’insegnante porta in aula una “scatola magica” che contiene degli oggetti di varie forme, colori e dimensioni. Dopo averle osservate i bambini devono discriminarle per colore, poi per grandezza , raggruppandole in scatole diverse.. Infine i bambini dovranno riuscire a ricordare come si chiamano queste forme e suddividerle in 4 scatole. l’attività prevista per questa fase di lavoro? 30 minuti Strumenti e Tecnologie Quali strumenti e tecnologie sono necessari per lo svolgimento dell’ attività (lavagna in ardesia, LIM, pc, cartelloni, colori, altro)? LIM Strategie e tecniche di insegnamento Es. Lezione frontale, circle-time, cooperative learning, gruppi di lavoro, gare/giochi di gruppo, sfide individuali Circle-time Spazi In quale spazio fisico realizzo le attività? E' opportuno "modificarlo" in riferimento ad esigenze specifiche? (Aula, palestra laboratori, cortile…) aula Tempi Quante ore sono necessarie per svolgere l’attività prevista per questa fase di lavoro? 2 ore Strumenti e Tecnologie Quali strumenti e tecnologie sono necessari per lo svolgimento dell’ attività (lavagna in ardesia, LIM, pc, cartelloni, colori, altro)? Erikson “didattica delle differenze” campo di esperienza) certificazione D.M 742/2017) certificazione D.M 742/2017) certificazione D.M 742/2017) certificazione D.M 742/2017) Traguardo per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria/infanzi a A – Avanzato L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità; propone e sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli B – Intermedio L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite C – Base L’alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere conoscenze e abilità fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese D – Iniziale L’alunno/a, se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in situazioni note AUTOBIOGRAFIA COGNITIVA (Nota del Ministero n.312 del 09.01.2018.) Si tratta di far raccontare allo stesso alunno quali sono stati gli aspetti più interessanti per lui e perché, quali sono state le difficoltà che ha incontrato e in che modo le abbia superate, fargli descrivere la successione delle operazioni compiute evidenziando gli errori più frequenti e i possibili miglioramenti e, infine, far esprimere l’autovalutazione non solo del prodotto, ma anche del processo produttivo adottato (Indicare gli strumenti che si intendono utilizzare: diario di bordo, narrazioni, emoticon, Erikson “didattica delle differenze” griglie..) Uso di emoticon Conversazione guidata OSSERVAZIONE SISTEMATICA (Nota del Ministero n.312 del 09.01.2018.) …le osservazioni sistematiche permettono agli insegnanti di rilevare il processo, ossia le operazioni che compie l’alunno per interpretare correttamente il compito, per coordinare conoscenze e abilità già possedute, per ricercarne altre, qualora necessarie, e per valorizzare risorse esterne (libri, tecnologie, sussidi vari) e interne(impegno, determinazione, collaborazioni dell’insegnante e dei compagni) GRIGLIA DI OSSERVAZIONE SISTEMATICA PER LA RILEVAZIONE DELLO SVILUPPO DELLE COMPETENZE (Indicatori desunti da :Linee Guida Certificazione competenze D.M 742/2017) ALU NNI AUTON OMIA E’ capace di reperire da solo strumenti o materiali necessari e di usarli in modo efficace RELAZ IONE Interagis ce con compagn i e adulti di riferime nto, sa esprimer e e infonder e fiducia, contribui sce a PARTECIP AZIONE Collabora, formula richieste di aiuto, offre il proprio contributo RESPONSA BILITA’ Rispetta i temi assegnati, le fasi e i tempi previsti del lavoro, porta a termine la consegna ricevuta FLESSIB ILITA’ Reagisce a situazioni o esigenze non previste con proposte divergenti, con soluzioni funzionali, con utilizzo originale CONSAPEV OLEZZA E’ consapevole degli effetti delle sue scelte e delle sue azioni. Erikson “didattica delle differenze” creare un clima positivo di materiali Livello di padronanza (D.M. 742/2017) A=avanzato. B = intermedio. C= base. D= iniziale Erikson “didattica delle differenze” d’uso. Osservare e sperimentare sul campo. Osservare i momenti significativi nella vita di piante e animali, realizzando allevamenti in classe di piccoli animali, semine in terrari e orti, ecc. Competenze-chiave per l’apprendimento permanente Racc. 18/12/06 cui l’unità concorre: Indicare solo le competenze effettivamente coinvolte lo spirito di iniziativa ed imprenditorialità, l’imparare ad imparare le competenze sociali e civiche. CONTESTO DIDATTICO Il contesto dell’esperienza didattica Caratteristiche degli alunni a cui l’intervento è diretto: età, contesto sociale, composizione del gruppo, alunni con BES. Classe terza. La seguente unità di apprendimento sarà svolta in una classe terza formata da 18 alunni. La classe si presenta movimentata e vi è un ambiente positivo. ARTICOLAZIONE DELL’UNITÀ E NOTE METODOLOGICO-DIDATTICHE SEZIONE 2 ARTICOLAZIONE DELL’UNITA’ DI APPRENDIMENTO E MODALITÀ DI REALIZZAZIONE Erikson “didattica delle differenze” Tempi di realizzazione ( ES. due settimane, un mese…) Momenti salienti dell’unità (Descrizione delle attività proposte) (La descrizione delle attività deve essere fatta esplicitando dettagliatamente le attività svolte dagli alunni e al docente ) Setting organizzativo (spazi, tempi, strategie didattiche, tecniche, strumenti…) FASE 1 (INCIPIT/FASE DI LANCIO) ( Consiste in attività motivanti in grado di sollecitare l’interesse e la curiosità degli alunni) Si parte da una filastrocca introduttiva utilizzando come personaggio mediatore un cuoco. Dopo la filastrocca questo cuoco inizia a porre ai bimbi delle domande : es  PERCHE’ MANGIAMO  COSA MANGIAMO DI SOLITO? Inizia dunque una discussione di gruppo dalla quale emerge l’esperienza personale di ognuno. FASE 2 (PARTE CENTRALE): è la fase attiva, o di sviluppo concreto dell’unità di apprendimento Successivamente L’insegnante porta in classe una serie di alimenti(frutta e verdura). Tempi Quante ore sono necessarie per svolgere l’attività prevista per questa fase di lavoro? 60 minuti Strumenti e Tecnologie Quali strumenti e tecnologie sono necessari per lo svolgimento dell’ attività (lavagna in ardesia, LIM, pc, cartelloni, colori, altro)? Strategie e tecniche di insegnamento Es. Lezione frontale, circle-time, cooperative learning, gruppi di lavoro, gare/giochi di gruppo, sfide individuali Circle-time Domande stimolo Spazi In quale spazio fisico realizzo le attività? E' opportuno "modificarlo" in riferimento ad esigenze specifiche? (Aula, palestra laboratori, cortile…) aula Erikson “didattica delle differenze” E chiede ai bambini quali di questi alimenti conoscano e quali consumino abitualmente e se conoscono l’importanza di tali alimenti per la nostra salute. Successivamente si invitano i bambini a conoscere tali alimenti attraverso esperienze sensoriali sviluppando i 5 sensi. la vista attenzionando :FORMA, DIMENSIONI, SEGNI PARTICOLARI, COLORE il tatto:CONSISTENZA, SUPERFICI l’olfatto: odori intensi, lievi gusto:sapore dolce, salato, acido udito attraverso la masticazione. FASE 3 ( FASE CONCLUSIVA o post-attiva) è la fase dell’accertamento e della documentazione degli esiti riferiti all’intero percorso dell’unità di apprendimento. Presentazione piramide alimentare. Viene spiegato loro in modo semplice che ogni cibo ha un compito ben preciso da svolgere, proprio come in uno spettacolo teatrale, dove i personaggi hanno il loro ruolo da interpretare. In particolare si distinguono gli zuccheri, proteine, carboidrati,grassi,acqua ecc Infine uscita sul territorio. L’insegnante porta i bambini in gita all’interno di una masseria, qui Tempi Quante ore sono necessarie per svolgere l’attività prevista per questa fase di lavoro? 2 ore Strumenti e Tecnologie Quali strumenti e tecnologie sono necessari per lo svolgimento dell’ attività (lavagna in ardesia, LIM, pc, cartelloni, colori, altro)? Schede con i nutrienti Cibi in plastica Ortaggi verdure Strategie e tecniche di insegnamento Es. Lezione frontale, circle-time, cooperative learning, gruppi di lavoro, gare/giochi di gruppo, sfide individuali Lezione frontale Uscite sul territorio Spazi In quale spazio fisico realizzo le attività? E' opportuno "modificarlo" in riferimento ad esigenze specifiche? (Aula, palestra laboratori, cortile…) Aula masseria Erikson “didattica delle differenze” responsabile decisioni consapevoli apprese AUTOBIOGRAFIA COGNITIVA (Nota del Ministero n.312 del 09.01.2018.) Si tratta di far raccontare allo stesso alunno quali sono stati gli aspetti più interessanti per lui e perché, quali sono state le difficoltà che ha incontrato e in che modo le abbia superate, fargli descrivere la successione delle operazioni compiute evidenziando gli errori più frequenti e i possibili miglioramenti e, infine, far esprimere l’autovalutazione non solo del prodotto, ma anche del processo produttivo adottato (Indicare gli strumenti che si intendono utilizzare: diario di bordo, narrazioni, emoticon, griglie..) Schede di valutazione Emoticon griglie OSSERVAZIONE SISTEMATICA (Nota del Ministero n.312 del 09.01.2018.) …le osservazioni sistematiche permettono agli insegnanti di rilevare il processo, ossia le operazioni che compie l’alunno per interpretare correttamente il compito, per coordinare conoscenze e abilità già possedute, per ricercarne altre, qualora necessarie, e per valorizzare risorse esterne (libri, tecnologie, sussidi vari) e interne(impegno, determinazione, collaborazioni dell’insegnante e dei compagni) GRIGLIA DI OSSERVAZIONE SISTEMATICA PER LA RILEVAZIONEErikson “didattica delle differenze” ALU NNI AUTON OMIA E’ capace di reperire da solo strumenti o materiali necessari e di usarli in modo efficace RELAZ IONE Interagis ce con compagn i e adulti di riferime nto, sa esprimer e e infonder e fiducia, contribui sce a creare un clima positivo PARTECIP AZIONE Collabora, formula richieste di aiuto, offre il proprio contributo RESPONSA BILITA’ Rispetta i temi assegnati, le fasi e i tempi previsti del lavoro, porta a termine la consegna ricevuta FLESSIB ILITA’ Reagisce a situazioni o esigenze non previste con proposte divergenti, con soluzioni funzionali, con utilizzo originale di materiali CONSAPEV OLEZZA E’ consapevole degli effetti delle sue scelte e delle sue azioni. Erikson “didattica delle differenze” Livello di padronanza (D.M. 742/2017) A=avanzato. B = intermedio. C= base. D= iniziale Erikson “didattica delle differenze”