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riassunto cap 8 di manuale di educazione al genere e alla sessualità, Sintesi del corso di Sociologia di Genere

Riassunto del capitolo 8 del manuale: LGBT+

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023
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Caricato il 24/05/2023

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Scarica riassunto cap 8 di manuale di educazione al genere e alla sessualità e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia di Genere solo su Docsity! CAPITOLO 8: LGBT+ 8.1 UNIVERSO LGBT+ L'acronimo LGBT è un espediente introdotto a partire dai primi anni del XX secolo per riferirsi a tutte le minoranze sessuali e di genere. Tiene insieme una pluralità soggettiva che si discosta dagli stereotipi associati alla mascolinità e alla femminilità. In ambito scientifico ci sono quattro elementi che sostanziano l'identità sessuale: 1->sesso biologico, riguarda i caratteri sessuali con i quali una persona nasce ma esistono anche situazioni intermedie che non consentono l'assegnazione al sesso maschile o femminile (intersessuali); 2-> identità di genere, relazione di adeguatezza o inadeguatezza che un individuo ha can il proprio sesso biologico. È un processo dinamico e negoziabile condizionato anche dal contesto sociale e culturale di appartenenza. Le persone ciegender si riconoscono nel sesso biologico, le persone che non si riconoscono al sesso biologico sono definite trans. Ci sonompersone non binary che non si riconosco nel genere maschile e femminile, le persone bigender che sentono di appartenere a entrambi i sessi, persone che alternano un sesso all'altro (genderfluid); 3->espressione di genere, il modo con cui è espresso il genere; 4-> orientamento sessuale, attrazione affettiva e fisica verso qualcuno del sesso opposto o lo stesso sesso o entrambi. La demisessualità è un orientamento sessuale grigio dal momento in cui si prova attrazione sessuale dopo aver instaurato un legame emotivo. La pansessualità presuppone attrazione finisca ed emotiva nei confronti degli individui indipendentemente del loro sesso. L'abrosessualità prevede un interessamento sessuale fluido e mutevole. 8.2 CITTADINANZA SESSUALE. Associazioni e movimenti di genere hanno portato alla luce istanze connesse alle potiche sessuali che chiedevano una maggiore equità e giustizia sociale. Uno degli obiettivi dei Paesi democratici di tutto il mondo contemporaneo è quello di fornire alle persone LGBT la garanzia di uguaglianza nell'attribuzione delle forme di diritto, diversificando il contenuto in base alle necessità e alle appartenenze identitarie. Il mondo democratico si sta prodigando per superare stigma, intolleranza, omofobia ed eterosessismo. Nell'ultimo decennio l'unione Europea ha messo in campo politiche e strategie per fronteggiare le discriminazioni basando tale attività sul principio che tutti i cittadini europei in quanto tali hanno eguale valore e dignità. La normativa UE non obbliga a riconoscere le relazioni e matrimoni tra persone dello stesso sesso, essa ha consentito alla giurisprudenza di obbligare i suoi stati a trattare le coppie gay nello stesso modo di quelle etero. Il tema della cittadinanza sessuale si estende anche alle persone LGBT+. La prospettiva queer si traduce in un dispositivo strategico di identificazione e di rinnovamento delle istanze omosessuali attraverso obiettivi politici e azioni militanti comuni. Ciò significa che la cittadinanza viene letta non solo come un insieme di diritti e doveri, ma anche un insieme di rappresentazioni che legittimano politicamente, culturalmente e socialmente le persone nella sfera pubblica. La mobilitazione omosessuale supera le valenze espressive della protesta urbana per dedicarsi a scrivere diritti di cittadinanza su un piano politico e giuridico. Da questo punto di vista, l'Europa costruisce gradualmente la propria unione anche sul concetto di cittadinanza delle minoranze sessuali. I principi del documento di Copenaghen degli anni '90 non menzionano esplicitamente la discriminazione della sessualità o degli orientamenti sessuali come motivo di sanzione. Nonostante nel marzo del 2021 il Parlamento europeo abbia dichiarato l'UE una zona libera LGBT+, in una protesta simbolica contro le politiche di discriminazione promosse da Polonia e Ungheria, bisogna ricordare che anche negli Stati che forniscono il riconoscimento sociale e legale alle relazioni omosessuali esistono ancora disparità rispetto si diritti concessi ai cittadini eterosessuali. 8.2.1 LE CITTÀ ARCOBALENO. Oggi le città sono cambiate. Essendo una minoranza, le persone omosessuali non hanno mai abitato interamente le città, ma ne hanno segnato dei tratti rendendoli prevalenti. Una concentrazione di aree arcobaleno in Italia non è mai esistita, così come non esistono fenomeni di marcato comunitarismo omosessuale. L'epoca contemporanea registra la presenza di individui e comunità sempre più interterritoriali e intersezionali. Incoraggiare un mix di stili di vita e culture diverse facilita fecondazione incrociate tra conoscenza, idee e creatività diverse. L'Italia ospita un'urbanità LEBT+ poco pronunciata costituita da gruppi eterogenei di persone che frequentano i pochi luoghi ricreativi strettamente gay friendly. Bologna ospita Il Cassero, uno dei comitati provinciali LEBT+ più attivi d'italia sul fronte della rivendicazione dei diritti di cittadinanza sessuale. In Italia manca un progetto politico unitario di riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali a cui viene negata la possibilità di posizionamento nello spazio pubblico urbano e si privilegia la concessione di immobili comunali o confiscati alle mafie. Questo freno alla diffusione di distretti gay ha contribuito all'affievolimento del processo di omonormalizzazione urbana. C'è da dire che la diffusione di internet e dei social media in Italia ha in parte eroso la necessità delle persone omosessuali di territorizzarsi. | quartieri gay non 8.5 MIGRANTI LGBT+. Ogni anno in Europa 10 mila migranti omosessuali stranieri pongono domanda di protezione internazionale per orientamento sessuale e identità di genere. Spesso sono proprio le famiglie a denunciare alle autorità i propri membri, considerando l'omosessualità un abominio in contrasto con quelle che sono le norme morali e religiose condivise. Nei paesi europei la possibilità dei migranti di richiedere una protezione per via di una condizione SOGIESC è assicurata per applicazione di quanto previsto dalla Convenzione di Ginevra. Centrale è il ruolo delle associazioni di volontariato nel fornire supporto alle commissioni territoriali incaricate di svolgere le audizioni con migranti richiedenti asilo. Tra le difficoltà evidenziate, centrale è il modo cui gli attori istituzionali chiamati a concedere questo riconoscimento interpretano quelle che sono le leggi che sottointendono il dispositivo di protezione internazionale per motivi SOGIESC. Un altro elemento di difficoltà riscontrato è il fatto che per ricevere aiuto bisogna aderire a forme di stereotipazione che si strutturano intorno a narrazioni di autenticità, libertà individuale, di sofferenza e di desiderio proprie di una cultura individualista quale quella occidentale. Le associazioni LEBT+ sono spesso chiamate a preparare il soggetto migrante, che deve sostenere un'audizione nel compito di corrispondere ai bisogni di coerenza e linearità richieste dalle commissioni territoriali che valutano le storie. La violenza simbolica si esercita attraverso un processo che obbliga il migrante ad aderire a un modello di vulnerabilità idealtipico e nel quale l'autenticità è la credibilità della storia sono costantemente messe in dubbio. Infine, si evidenzia ancora l'assenza di standard comuni tra i paesi europei nel prendere in carico le richieste di asilo. Non mancano situazioni nelle quale i giudici chiedano misure accertative della presunta omosessualità attraverso pareri di esperti psicologici. Negli studi italiani sembrano essere prevalsi gli studi delle problematiche legate alla salute, soprattutto con una particolare attenzione alle donne straniere e il ricorso alla IVG, alle infezioni e malattie sessualmente trasmissibili. Le poche ricerche sull'argomento hanno inquadrato la sessualità dei migranti come un ambito attraverso il quale si riproducono processi di vittimizzazione e sfruttamento sessuale riconducibili alla devianza. Lo straniero continua a rappresentare quel soggetto sul quale si proiettano le proprie paure al quale si associano comportamenti che rimandano a società nelle quali i diritti e le libertà personali sono poco riconosciuti. Questo processo trova origine nell'assenza di un'elaborazione adeguata al nostro passato coloniale, dei legami che in epoca contemporanea continuano a evidenziarsi tra razzismo e sessismo. Il fenomeno migratorio italiano deve essere inquadrato relativamente ai flussi migratori in entrata e al tema migrazione dentro il paese. La riflessione sulla sessualità collegata a tale ambito deve comprendere tutte quelle condizioni che indicono un soggetto a spostarsi in ragione del suo bisogno di autodeterminarsi dal punto di vista affettivo e sessuale. 8.5.1 LE RICERCHE SU GAY E LESBICHE MIGRANTI. Nel mondo occidentale ci si confronta con il modello di omosessuali moderni, socialmente visibili e orgogliosi, altrove si possono riscontrare di modelli alternativi come in Africa. In questi contesti l'omosessualità è vissuta più in termini di pratica sessuale piuttosto che in termini identitari. Assumere una posizione passiva è considerato un'umiliazione, una mancanza di virilità in quanto l'uomo replica la donna. Carnassale conduce una ricerca sugli omosessuali provenienti dal Maghreb e dall'Africa sub-sahariana, con l'attenzione dei soggetti nel performare un modello di maschilità eterosessuale a seconda dei contesti nei quali migranti interagiscono e nella scelta di invisibilità come armi per sopravvivere nel loro paese di immigrazione: questi individui mantengono legami con i parenti e amici del paese di origine ma instaurano nuovi legami che possono essere in tensione con i precedenti. Ciò comporta ad una maggiore complessità nel loro posizionamento sociale e della loro auto-rappresentazione identitaria. Il campione intervistato prende in esame le esperienze dei richiedenti di asilo e dei migranti in Italia per problemi economici. Per questi ultimi i rapporti con le famiglie di origine sono più continuativi. Spesso però il silenzio diventa un'arma necessaria per coloro che non hanno le risorse per svincolarsi dalle proprie appartenenze di origine. Dalle ricerche emerge quindi che i migranti preferiscono vivere la loro omosessualità nel mondo digitale. Per quanto riguarda le donne, la questione è più complessa. Il lesbismo non conosce forme di legittimizzazione culturale poiché il pene è il centro della sessualità, il sesso lesbico non viene nemmeno riconosciuto. Una ricerca di Masullo e Ferrara ha preso in esame le identità sessuali non normative di donne migranti che vivono in Italia con l'obiettivo di porre in evidenza le strategie identitarie che queste mettono in campo di fronte a situazioni per le quali possono essere discriminate congiuntamente per l'orientamento sessuale e la propria etnia. Tali studi pongono il loro interesse nella gestione di un'identità doppiamente stigmatizzata. Il peso delle discriminazioni che queste donne sperimentano le conducono a costruire delle comunità immaginarie entro le quali si sentono loro stesse, offrendo supporto a donne migranti e omosessuali. Secondo Masullo e Ferrara le donne migranti lesbiche gestiscono i loro tratti a seconda dei diversi ambiti nei quali si relazionano e al valore che questi ambiti assumono per la loro persona.