Scarica Riassunto capitoli 1-2-3-4-5 Donne, razza, classe - Angela Davis e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! Capitolo 3: classe e razza agli albori della lotta per i diritti delle donne 1840: World anti-slavery convention a Londra, segna l’inizio del movimento organizzato delle donne negli Stati Uniti. Movimento per i diritti delle donne infatti era originariamente ispirato/ causato da supremazia maschile all’interno del movimento anti-schiavista. Infatti, le donne che parteciparono alla conferenza (es: Lucretia Mott, Elizabeth Stanton) si trovarono escluse dal voto della maggioranza. La Stanton, al contrario della Mott, non aveva mai avuto esperienza di attivismo politico, anche se in giovinezza aveva condotto studi classici, di matematica e diritto, andava a cavallo, grazie al ricco padre giudice, rendendola partecipe di attività da cui le donne generalmente erano escluse. Nel 1848 era donna sposata con figli, casalinga a tempo pieno. La sua vita frustrante e monotona di donna bianca di classe media, nonostante gli studi e gli sforzi precedenti, la rendevano prigioniera. Nonostante la sconfitta al congresso di Londra, le abolizioniste si resero conto dei risultati positivi raggiunti nelle lotte passate, in più godevano ora dell’appoggio di leader anti-schiavisti uomini, come William Garrison, C. Remond e F. Douglass. Quest’ultimo appoggiò la Stanton quando nella preparazione al congresso di Seneca Falls affermò di voler introdurre il suffragio femminile, proposta impopolare. Fu proprio lui che parlò di diritti delle donne nel movimento di liberazione dei Neri, dove venne accolto con entusiasmo, portando la tematica a diffondersi nei bar, nei salotti, nella stampa. Il cuore della dichiarazione di Seneca Falls riguardava gli effetti negativi del matrimonio sulle donne, istituzione opprimente perché privava le donne dei diritti di proprietà, rendendo le mogli dipendenti dai mariti su un piano economico e morale ed esigendo la loro obbedienza assoluta. Il matrimonio concedeva il diritto dei mariti di punire le donne e tutte le leggi di separazione e divorzio si basavano sulla supremazia dell’uomo. Tale dichiaraz è imp perché ha un ruolo di CHIARA COSCIENZA DEI DIRITTI DELLE DONNE dell’epoca, appartenenti al ceto medio- borghese. Tuttavia, ignorava quasi totalmente il dramma delle donne bianche di classe operaia e delle nere. CHE NE ERA DELLE DONNE CHE DOVEVANO LAVORARE PER VIVERE? Nel 1831, la maggioranza di lavoratori industriali nell’industria tessile erano donne. Turni di lavoro lunghissimi (12-16 ore al giorno), atroci condizioni di lavoro, scarsi servizi igienici, malattie, dormitori affollati in maniera disumana, poco tempo per i pasti. Nel 1848 nelle filande le condiz di lavoro si erano così deteriorate che le figlie dei contadini erano una minoranza nella forza lavoro tessile, sostituite da immigrate che al pari di mariti, fratelli, padri, stavano diventando il nuovo proletariato della nazione e non possedendo nulla, se non la propria forza lavoro, dovevano lottare per il proprio diritto a sopravvivere. X es, Charlotte Woodward, operaia bianca, lottava e ha firmato la dichiarazione di Seneca Falls per ragioni diverse dalle donne più ricche, ossia per migliorare le sue condizioni di lavoratrice, per avere controllo del suo salario e poter scegliere i propri impieghi. Lucretia Mott propose nell’ultima sessione del congresso di Seneca Falls che fosse spodestata la supremazia maschile e che alle donne venisse assicurata una partecipazione uguale agli uomini negli affari, professioni e commercio. Non vi era però ancora partecipazione di alcuna donna di colore al congresso, vi era cioè un’indifferenza nei confronti delle schiave nere da parte delle femministe bianche, che anzi, manifestavano talvolta pregiudizi razzisti nei loro confronti. Ciò dimostrava una frattura all’interno del movimento antischiavista, ossia l’incapacità di consapevolezza antirazzista. Nonostante ciò, l’eco del nuovo movimento si stava facendo sentire nelle organizzazioni per la liberazione dei Neri. Lucretia Mott partecipò infatti nel 1848 ad un congresso di Neri al quale erano invitate anche donne nere e bianche, e due anni dopo vi fu la prima CONVENTION NAZIONALE SUI DIRITTI DELLE DONNE. A quest’ultima vi partecipò Sojourner Truth, donna nera, ex schiava, che rappresentava solidarietà alle Nere, nella causa antirazzista e antisessista. Con la sua ironia, logica e dialettica (ripetendo il ritornello più volte “Non sono una donna?”) riuscì a a rispondere e a far tacere i suprematisti maschili presenti alla Convention, diventando l’eroina del giorno, applaudita da tutti. Nonostante la sua forza di donna nera, molte donne bianche non furono felici del suo intervento impeccabile, perché contrarie al fatto che una nera potesse prendere parola ad un congresso, le fu infatti più volte chiesto di non intervenire e addirittura tentando di proibirle di intervenire. Era donna come loro, diverse per razza e per ceto economico, ma questo non annullava la loro condizione di donne, anche se a quanto pare, da Nera, la sua pretesa di avere uguali diritti era meno legittima di quella delle donne bianche. Nel 1863 a New York vi fu una rivolta contro Neri liberi, nel quale dei teppisti uccisero circa 1000 persone, distruggendo e facendo danni ad asili per orfani neri ecc.. Il razzismo stava dilagando, da Nord a Sud. Venne organizzata grazie a Stanton, Susan Antohny e Angelina Grimke la Women Loyal League, organizzazione che proponeva un’alleanza tra operai, Neri e donne. Grimke infatti più di tutte sosteneva che le lotte democratiche dell’epoca, sopratt l’uguaglianza delle donne, potevano essere combattute efficacemente solo se associate alla lotta per la liberazione dei neri. CAPITOLO 4: Il razzismo nel movimento per il suffragio femminile 26 dicembre 1865: lettera firmata da Elizabeth Stanton al New York Standard, conferma le idee razziste e la sua scarsa comprensione della relazione tra la battaglia per la liberazione dei Neri e che la lotta per i diritti delle donne fosse superficiale. Assemblea di New York maggio 1866: delegate decidono di fondare l’Equal Rights Association, nella quale si sarebbero incorporate le lotte dei Neri e quelle per il suffragio femminile in un unico movimento. Ma l’influenza razzista nei lavori del congresso era evidente. Becheer per esempio, in un intervento all’assemblea, sostenne come le donne bianche, colte e nate negli Stati Uniti avevano più diritto a votare degli immigrati e dei Neri. Stanton e company sostenevano che l’emancipazione dei neri e il concedere loro il diritto di suffragio, li avrebbe resi superiori. In seguito alla Guerra Civile, Stanton e collaboratrici chiesero al Partito Repubblicano di essere ricompensate per il proprio impegno bellico, concedendo il suffragio femminile, cosa che non successe, ugualmente per i diritti dei Neri. DA qui si opposero a favorire in qualsiasi modo l’operato a favore degli uomini e a svantaggio di quello femminile. Più tardi dopo, vi fu l’approvazione dei XIV e XV emendamento, che proibivano il riferimento a razza, colore o ad un precedente stato di servitù come base per rifiutare ai cittadini il diritto di voto. Le lotte e l’opposizione delle leader del movimento femminista, Stanton e Anthony, mostrano ancora una volta come la difesa dei diritti di donne bianche di classe media, egoista ed elitaria, sia superficiale e soprattutto razzista. Le donne erano state escluse dagli emendamenti sopra citati, ma ciò non significava che erano privilegiati gli uomini neri rispetto alle donne, era una mossa strategica per assicurare l’egemonia del partito repubblicano nel caos post bellico, oltre che per assicurare maggior sicurezza ai cittadini neri, che al contrario delle donne di classe media (Stanton e Anthony) temevano per la loro vita. Tutto ciò le due leader femministe non l’avevano colto, credendo che i repubblicani fossero pronti ad estendere ai maschi il diritto di voto per amplificarne l’egemonia sul sesso femminile.