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riassunto capitolo 1 promessi sposi, Sintesi del corso di Italiano

riassunto e analisi del capitolo 1 dei promessi sposi di alessandro manzoni

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020
In offerta
30 Punti
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Caricato il 28/01/2022

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gaia-06_ 🇮🇹

4.4

(17)

20 documenti

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Scarica riassunto capitolo 1 promessi sposi e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! "Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien quasi a un tratto, tra un promontorio a destra e un'ampia costiera dall'altra parte": con queste parole Alessandro Manzoniinizia il primo capitolo de I promessi sposi. Il romanzo si apre infatti con la descrizione dei luoghi in cui è ambientata la prima fase della storia. L'autore poi passa a descrivere la dura situazione delle regioni sottomesse alla dominazione spagnola, che si contrappone alla bellezza del paesaggio. Il primo personaggio che viene presentato è Don Abbondio, il curato del paese, che, come ogni sera, sta passeggiando mentre legge il suo breviario. Il suo modo di camminare consente all'autore di dare al lettore un quadro psicologico del personaggio: è un uomo abitudinario, che desidera una vita tranquilla. Ha circa 60 anni, è colto (sa il latino) e agiato (può permettersi quotidianamente una serva, Perpetua, e un buon bicchiere di vino). Manzoni aggiunge che Don Abbondio non è una persona coraggiosa, “non era certo nato con un cuor di leone, era come un vaso di terracotta costretto a viaggiare in compagnia di molti altri vasi di ferro”. La sua filosofia è quella di scansare tutti i contrasti e di vivere più tranquillamente possibile e, quando non può evitare lo scontro, cerca sempre di allearsi col più forte. Ma, “inghiottendo in silenzio tanti bocconi amari”, dando spesso ragione agli altri, facendosi vedere così disponibile e paziente, accumula dentro di sé una gran rabbia, che poi sfoga con le persone più deboli, quelle che sa che non se la prenderebbero con lui, facendo così vedere un altro aspetto di sé, quello prepotente e arrogante. La tranquillità della passeggiata di Don Abbondio è interrotta dall'incontro con i Bravi, due loschi figuri che lavorano per Don Rodrigo, il signorotto del paese. Il momento è denso di personaggi e di significati: da questo momento in poi il lettore avrà chiari chi sono i buoni e chi i cattivi, chi sono i pavidi e chi invece i coraggiosi. Appena Don Abbondio si accorge che i due bravi aspettano proprio lui e che non ha scampo (non ci sono infatti vie laterali che può prendere per non incrociarli) si avvicina a loro fingendosi tranquillo. I due bravi gli sbarrano la strada e gli intimano di non celebrare il matrimonio tra Renzo Tramaglino e Lucia Mondella ("Questo matrimonio non s'ha da fare") e lo informano di essere stati mandati da Don Rodrigo. Spaventato dal nome di Don Rodrigo, Don Abbondio si dichiara più volte disposto ad ubbidire alla sua volontà e i due bravi se ne vanno, lasciandolo sconvolto. A questo punto la storia è decollata. L'incontro tra Don Abbondio ed i Bravi permette a Manzoni di fare una digressione sul clima di violenza che caratterizza il Ducato di Milano sotto la dominazione spagnola: i deboli devono subire le angherie dei potenti e non sono tutelati dalla Giustizia. All’interno di questo duro quadro sociale si inserisce Don Abbondio e Manzoni fornisce la spiegazione della sua vocazione a parroco: il curato è infatti un uomo poco aggressivo e pacifico, che