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riassunto capitolo 5 del manuale di educazione al genere e alla sessualità, Sbobinature di Sociologia di Genere

riassunto del capitolo 5 del manuale di educazione al genere e alla sessualità del corso storia delle donne e studi di genere della professoressa Maria Rosaria Pelizzari

Tipologia: Sbobinature

2023/2024

Caricato il 06/09/2024

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Scarica riassunto capitolo 5 del manuale di educazione al genere e alla sessualità e più Sbobinature in PDF di Sociologia di Genere solo su Docsity! Istituzioni Famiglia e famiglie La famiglia cambia nel tempo, da un luogo all’altro e anche talvolta da un ceto sociale all’altro. Allo stesso tempo la famiglia può cambiare forma nel passare da una fase all’altra del proprio ciclo di vita: per esempio quando si diventa adulti e si mette su famiglia, si diventa genitori per la prima volta, e successivamente i figli ormai adulti lasciano il proprio nido e ci si ritrova da soli. L’esperienza di vita familiare differenzia le varie culture e i vari gruppi, ciascuno dei quali, è anche toccato da mutamenti sociali. Nel concetto di famiglia ci sono vari fattori che da tenere in considerazione: - La prima trasformazione familiare riguarda la linea orizzontale di divisione interna alla famiglia, rappresentata dalle differenze di genere. Per molti secoli la coppia, basata sul matrimonio, è considerata uno strumento indispensabile per ka riproduzione delle famiglie da una generazione all’altra. Oggi il matrimonio non ha più la centralità che aveva nel passato. Il sociologo Andrew Cherlin sostiene che due sono i fattori responsabili della crisi del matrimonio nella società occidentale contemporanea: - - la diffusione delle convivenze - L’indebolimento dell’eterosessualità come fondamento della relazione di coppia e l’introduzione del matrimonio omosessuale o paritario. Le generazioni rappresentano la seconda linea di differenziazione interna alla famiglia. Le generazioni sono anche l’elemento per la differenziazione delle esperienze, degli interessi, per una rottura o ridefinizione dei confini della famiglia. Sono i figli, di fatto, con la nascita e la loro crescita a scompigliare continuamente la struttura della famiglia. I figli sono spesso anche l’obiettivo per il fondamento di una famiglia. Il fatto che la famiglia oggi abbia in misura crescente uno o al massimo due figli ha effetti concreti sull’esperienza di crescere e vivere i figli: il figlio avrà pochi legami orizzontali (pochi se non nessun fratello o sorella) ma tanti legami verticali (con nonni o anche bisnonni in vita), di avere madri che lavorano e padri più presenti nella loro vita, così come avere ad un certo punto dei genitori separati ed eventualmente nuovi fratelli-sorelle. Come genitori si assiste a molteplici trasformazioni solo in parte interne alla famiglia. Innanzitutto, cambia il se, il quando e il come si diventa genitori: lo si diventa sempre più per scelta, sempre più tardi e dentro nuove forme familiari quali per esempio la convivenza. Alle madri è chiesto non solo quello di investire sulla crescita dei loro figli ma anche investire sulla propria carriera lavorativa. I patri, d’altra parte, sono chiamati ad un nuovo coinvolgimento emotivo, a una paternità più intima che richiese anche il contatto fisico con i figli; ma al tempo stesso tendono a non essere considerati altrettanto capaci delle madri di prendersi cura di propri figli. Quindi l’instabilità coniugale rappresenta una caratteristica sempre più comune nelle famiglie contemporanee che porta alla loro separazione; così ci sono figli che si ritrovano a vivere con un solo genitori in generale la madre, e solo occasionalmente con il padre. Ci sono genitori che dopo la separazione non hanno un buon rapporto con i figli e adulti che assumono, di fatto anche se non di principio, un ruolo di co-genitorialità rispetto a figli che non sono loro ma con cui vivono. Una percentuale in aumento è bimbi che vivono in famiglia con genitori omosessuali o alcune famiglie dette ricomposte cioè possono vedere al loro interno figli di lei, di lui e comuni. Tuttavia, il modo di crescere e vivere nelle famiglie di oggi è cambiato anche a causa di mutamenti esterni alla famiglia stessa: - L crescente partecipazione delle donne al mercato del lavoro che ha prodotto cambiamenti significativi nella vita quotidiana delle famiglie. Per esempio, rispetto ai bambini delle generazioni passate, quelli di oggi non solo hanno più probabilità di vedere i loro genitori separarsi, o anche genitori omosessuali, ma anche di vedere le loro madri andare al lavoro. - Le nuove tecniche riproduttive, come la procreazioni medicalmente assistita, hanno allargato la possibilità fi fare un filgio, ampliando i modi di diventare genitori, anche a chi è infertile o chi ha un diverso orientamento sessuale. - I mutamenti aperti dallo scenario della globalizzazione, soprfattutto dalle migrazioi, cje mettono a confronto modalità diverse di fare e intendere la famiglia e che influenzano i rapporti di genere e di generazioni. In conclusione, possiamo affermare che nel XXI secolo risulta restrittivo continuare a rivendicare un'unica e monodimensionale definizione di famiglia, quella fondata sul matrimonio. Rappresentanza e rappresentatività politica Oggi la singola persona viene riconosciuta come portatrice di diritti e di libertà in quanto essere umano, sia come soggetto politico deliberante (che esercita potere) in quanto cittadino, avente la libera facoltà di esprimere il proprio volere e le proprie preferenze rappresentative. Durante il tempo ci fu una carenza di rappresentanza e rappresentatività che hanno portato alle lotte per il riconoscimento dei diritti umani e di cittadinanza delle donne a partire già dalla fine del 700 per poi proseguire per tutto il 900 fino a giungere ai giorni nostri. Il corso del tempo le rivendicazioni per il suffragio si sono venute a trasformare in richieste per una democrazia paritaria che significa equa per tutti i generi. Cominciate come campagne per riconoscimento pubblico dei diritti di cittadini le mobilitazioni si sono venute a trasformare nel 900 in forma di lotta per i diritti umani delle donne: questo perché la legittimità politica di una società democratica deve essere sia a livello pubblico sia nella sfera privata equa e che riconosca eguali libertà e pari opportunità per ogni individuo. Le donne si sono mobilitate, sotto forma di campagna per l'ottenimento nella sfera pubblica di diritti politici, cioè dal diritto di voto al principio di rappresentanza ma anche di diritti socioeconomici, cioè dalla parità di salario al congedo per maternità. La vera svolta a livello culturale e politico avviene quando le lotte per i diritti umani delle donne acquistano una valenza differente, ovvero di genere punto quindi non si tratta solo di tutela della maternità bensì anche di rispetto per la facoltà di procreare: si passa dai diritti sessuali fino al rifiuto di essere violati come nel caso della violenza di genere sessuale e domestica. Nel testo sull'idea di rappresentanza, Hanna F. Pitkin ritiene che la rappresentanza politica sia un punto importante per rafforzare le voci e gli interessi e i bisogni del cittadino punto per questo l'autrice distingue quattro diversi tipi di rappresentanza: - Formalistica: è costituita da accordi istituzionali che determinano la rappresentanza - Simbolica: si riferisce al significato che un rappresentante ha verso i propri elettori - Descrittiva: guarda un rappresentante eletto che dovrebbe rappresentare gli interessi del gruppo a cui appartiene paese recepisce la presenza di soggetti vulnerabili e ne affronta le problematiche, includendo quella di genere. Le GSP (gendered sociale polices) possono essere comprese nel quadro di una politica della differenza, che mette al centro il valore dell'essere donna e dell'essere uomo senza che ciò diventi fonte di disuguaglianza. A partire dal principio che la differenza è fonte di ricchezza, una politica e di genere quando non solo riconosce, ma anche valuta la diversità, attivando le differenze come valore aggiunto e non solo come svantaggio da recuperare. Il contributo che in Europa le lotte degli anni Settanta e il femminismo hanno dato alle riforme e al cambiamento delle istituzioni si riflette anche nel panorama delle politiche sociali. La Strategia per la parità di genere 2020-2025 dell’UE indica i seguenti obiettivi: porre fine alla violenza di genere, combattere gli stereotipi sessisti, colmare il divario di genere nel mercato del lavoro, affrontare il problema del divario retributivo e pensionistico. Attualmente la parità di genere non è stata raggiunta da nessuno degli Stati europei, e se si attua una strategia volta ad assicurare la libertà dalla violenza fino ad arrivare a una vera e propria strategia di gender mainstreaming ossia un processo che consente di comprendere meglio le cause della disparità tra donne e uomini nella nostra società e identificare le strategie più adatte a combatterle, si potrebbe valutare le politiche pubbliche delle loro conseguenze in base all'impatto diverso che hanno su uomini e donne. La politica della differenza ha svolto azioni positive come le quote rosa e i piani equità di genere. In Italia, per esempio, nell’articolo 51 della Costituzione è stato aggiunto “a tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”. Pur persistendo tuttora rea<li ostacoli di cittadinanza, quali il divario pensionistico o sul piano economico, si può dire che in via del tutto teorica le pari opportunità di genere siano tecnicamente raggiungibili. Ancora più radicate e persistenti sono le difficoltà di riconoscere le pari opportunità di genere nel privato e in ambito riproduttivo: come il lavoro delle sex worker, o l’utero in affitto. In entrambi i casi, il ricorso al corpo della donna come mezzo aprirebbe a nuove forme di disuguaglianza. Si potrebbe credere che molti ostacoli della parità di genere derivino dal carattere incompiuto della rivoluzione femminista ma in realtà il problema deriva proprio nelle GSP perché non riconoscono l’attenzione dovuta alla salute riproduttiva delle donne. In sostanza, la rivoluzione è definibile incompiuta in quanto solo femminile. Per portarla a termine bisognerebbe onta non tanto e solo promuovere i diritti delle donne ma soprattutto cambiare la mentalità maschile e modificare lo stato attuale delle cose, Bisogna chiedersi perché, gli uomini non si sono femminilizzati mentre le donne da tempo si sono maschilizzate. La crisi del covid 19 ha portato ancora di più un restringimento delle pari opportunità: essa perché presenta un forte impatto di genere in alcuni settori come accesso alla salute, scarsa tutela delle lavoratrici in alcuni settori. In questo interviene il PNRR (piano nazionale di ripresa e resilienza) che prevende di rafforzare le politiche sociali e dare sostegno alle famiglie co lo scopo di superare i divari territoriali esistenti e migliorare l’equità sociale. Però anche il PNR è un esempio di rivoluzione incompiuta poiché ridimensiona la battaglia per l'equità tra donna e uomini ha una qualunque problematica di disuguaglianza e quindi perde di vista la specificità di genere. Quindi il gender mainstreaming si potrà realizzare solo se chi ha attua le politiche locali guarda l’interesse collettivo concentrandosi sul genere. Scienza Negli ambiti accademici di ricerca l'eguaglianza di genere è frequentemente percepita come una meta acquisita, ma le statistiche di genere da un lato virgola e le indagini sulle strutture di genere nella scienza dall'altro, descrivono una realtà diversa. Nelle ultime edizioni annuali di She Figures, il report pubblicato dalla commissione europea per monitorare la presenza di donne e uomini nella ricerca e nell'innovazione mostrano infatti come sebbene ci siano stati dei progressi nel campo dell'equità di genere virgola in Europa le donne costituiscono circa il 46% del personale ricercatore, ma solo il 26% occupano il ruolo di full professor ha detto di avere. Diverse analisi hanno mostrato come tra donne e uomo no persistano disparità in salari e benefici, premi e riconoscimenti, accesso ai finanziamenti, ma anche nei processi che regolano il reclutamento e la progressione della carriera. Come abbiamo già accennato storicamente c'è stata una sottorappresentazione delle donne in posizione di leadership in questo ambito. Questo può essere dovuto a barriere strutturali, stereotipi di genere e mancanza di supporto per le donne nella carriera scientifica. Inoltre alcune studiose della ricerca e epistemologo femministe hanno imputato la disuguaglianza di genere nella scienza ma ha un rapporto di subordinazione con il potere e hanno evidenziato gli stereotipi di mascolinità anche nei dispositivi socio tecnici come la potenza delle macchine sì definito il monopolio maschile sulla tecnologia. Religioni La relazione tra genere e religione è multiforme e non facile da ricostruire punto la religione è una dimensione che può caratterizzare ogni soggetto a prescindere dal genere. Ciò nonostante, donne e uomini possono manifestare differentemente la propria fede nel divino in quanto persone con identità esperienza diversa. Donne e uomini partecipano con differenti gradi di intensità alla vita e cultura religiosa ciò che emerge da varie ricerche e che le donne hanno un impegno religioso più forte rispetto agli uomini. Per alcuni, la religione si può interpretare come uno strumento per far fronte alla marginalità economica e sociale pertanto acquista più importanza negli strati più vulnerabili della popolazione come appunto le donne punto per altri, la socializzazione ha un ruolo di caregiver, riservato alle donne, le porta a occuparsi maggiormente di figli, anziani e persone malate avvicinandole alla sofferenza e alla religione come strumento di consolazione e la religione tradizionale cristiana il vantaggio femminile pare più consistente rispetto agli uomini mentre tra i musulmani e gli ebrei sono gli uomini a praticare maggiormente. Il numero più elevato di uomini che partecipano alla preghiera settimanale rispetto alle donne è dovuto a norme religiose che danno la priorità alla partecipazione maschile impedendo ad esempio alle donne l'accesso alla moschea. Il fatto che le donne siano più attive nella pratica religiosa è reale ma negli organismi centrali della Chiesa cattolica molti ruoli sono preclusi alle donne: son tanto un numero molto ristretto occupa posizioni apicali e nelle sedi religiose ufficiali la presenza femminile resta secondaria. Ne è stata anche spesso criticata soprattutto durante la seconda ondata del movimento femminista che ha espresso una critica radicale nei confronti della morale e delle istituzioni religiose, considerate espressioni di una cultura patriarcale e discriminatoria che ha marginalizzato e presso le donne e la loro identità. Eppure il dialogo tra movimento delle donne religione è possibile: molte donne sono impiegate a ridiscutere il proprio ruolo all'interno della Chiesa e infatti alcune chiedono una riforma in senso democratico delle istituzioni e rivendicano la parità mediante l'accesso agli ordini sacri. Un ultimo concetto è che negli ultimi decenni si è prodotto un significativo e rapido allontanamento delle giovani generazioni dalla religione. le nuove generazioni fanno fatica a comprendere il linguaggio religioso istituzionale; Criticano la religione come semplice passaggio di norme regole e precetti. Perché le generazioni millennial EZ sono cresciute in un mondo sempre più eterogeneo e esposti a ricorrenti crisi come climatiche economiche e politiche e sono diventati sempre più aperti al cambiamento e al rispetto delle differenze e l'insofferenza nei confronti delle donne. Arte e artista La storia delle donne nelle arti e l'indicatore di un'identità sociale punto le donne sono state attive e protagoniste nelle arti, autorevoli e stimate e attente ai testimoni della società a loro contemporanea. Ancora ben poco si conosce della storia dei ruoli sociali delle artiste nel mondo. In ambito europeo e americano sappiamo che non solo hanno creato organizzato la vita artistica ma si sono spesso e inevitabilmente impegnate pubblicamente per il riconoscimento dei diritti civili e politici di tutte le donne. Nei manuali di storia della musica raramente troviamo le presenze femminili, sia nella composizione sia nella esecuzione. In Occidente, fin dal medioevo, furono numerose le compositrici attive nella creazione musicale ma paradossalmente l'enciclopedia universale del 700 cancellarono la loro esistenza e di conseguenza non compaiono nei manuali di storia della musica. La letteratura, la pittura all'architettura hanno avuto canali di trasmissione più coerenti. Le artiste però sono state spesso oggetto di censura, pregiudizi e stereotipi ghettizzanti e marginalizzati, tanto da stigmatizzare in una doppia devianza: da un lato quello di essere donne ribelli ai costumi della propria epoca e cultura virgola di esercitare un'attività creatrice ancora oggi considerata margine area rispetto al mondo economico dell'imprenditoria e dall'altro lato quella di essere artiste e dunque per tradizione individui devianti o stravaganti nella maggior parte dei casi. Si è notato che sia nella pittura e nelle arti plastiche ma anche in letteratura e la musica il corpo delle donne veniva riportato come un corpo fragile, inerme perché effettivamente alle donne era impedito di sviluppare forza fisica e quindi essi non facessero altro che riflettere le loro debolezze nel 900 e nel ventesimo secolo invece il corpo delle donne si è trovato al centro della narrativa, della poesia, dei romanzi anche grazie all'emersione della donna come anello forte nel sapere e poter finalmente raccontarsi pubblicamente.