Scarica Riassunto completo - Capogrossi Colognesi Storia di roma tra diritto e potere e più Dispense in PDF di Storia del Diritto Romano solo su Docsity! CAP 1 LA GENESI DELLA NUOVA COMUNITA' POLITICA La fondazione di Roma 753 fondazione di Roma • prima della fondazione di Roma vari insediamenti razziali iniziarono ad assumere una fisionomia diversa e più incisiva dei villaggi dell'età precedente (Gabi, Arriccia, Palestrina, Tivoli) ◦ inoltre vi furono fenomeni di sinecismo (abitare insieme) di piccole comunità e villaggi → ex i villaggi situati sul Palatino si legarono con gli altri villaggi costituiti sul Quirinale e sul Campidoglio ▪ oggetto di aggregazione non era più la comunanza di credi religiosi → ma la volontà di aggregarsi in schemi cittadini • il mito della fondazione di Roma → vuole che il re (Romolo), una volta ottenuto il consenso dagli dei e cari concittadini, definisse la forma sociale e istituzionale della città: 1. distinguendo i suoi seguaci in patrizi e plebei 2. il popolo venne distribuito nelle tre tribù dei Ramnes, Tities e Luceres (ciascuna divisa in 10 di curie) → in modo da ottenere un sistema di distribuzione piramidale della popolazione finalizzata alla guerra Strutture familiari e aggregazioni sociali La società umana aveva nella famiglia naturale → il nucleo originario: • due strutture portanti nel corso della storia di Roma sono 1. la famiglia → si identifica con quella che i romani indicavano come la famiglia proprio iure • nucleo centrale della loro interna organizzazione giuridica e sociale → retta da una logica patriarcale secondo cui il vincolo di parentela è stabilito solo attraverso la linea maschile: c.d parentela agnatizia sino al sesto/settimo grado 2. la gens → non è un gruppo parentale ma costituisce un'aggregazione di famiglie che portano lo stesso nomen [Cicerone ne dà una precisa definizione: “i gentili sono coloro che portano lo stesso nome e che discendono da ingenui (cittadini nati liberi) e che dei loro antenati non abbiano ingenui, e non abbiano subito una capitis deminutio) • gli individui della gens si distinguevano per l'onomastica tipica dei romani costituita dai tria nomina: prenome personale, nome gentilizio e cognome del lignaggio • i gruppi familiari che quindi si erano fusi → conservarono la loro autonoma struttura all'interno dei nuovi contenitori costituiti dalle curie ◦ perciò la struttura della società era sempre più a carattere piramidale e dominata da un dualismo interno → da una parte le gentes (che detenevano le ricchezze e le risorse: una sorta di classe aristocratica, i “patrizi”); dall'altra parte un insieme di individui relativamente al margine denominati come “clienti” La città delle origini come sistema aperto Un carattere proprio della Roma delle origini → e che essa venne costruendosi su elementi eterogenei: latini, Sabini ed etruschi sono componenti diverse fondendosi nel nuovo organismo politico della città contribuirono ad una sua modernizzazione • questo fu un fattore di vantaggio → che le permise di sopravvivere alle altre comunità in via di evoluzione situate nell'area del Latium vetus ◦ la caratteristica fondamentale di Roma è che essa ha avuto un fondatore e non un padre → il quale ha unito insieme soggetti diversi senza un necessario vincolo di parentela ▪ ciò ha determinato un meccanismo fondamentale per l'accelerazione del processo di crescita cittadina Esemplare è il caso di Alba Longa (centro federale delle comunità latine) → il quale aveva una struttura fondata su un vincolo parentale, perciò più fragile rispetto a Roma: • essa fu assorbita da Roma dopo la vittoria conseguita dal suo re Tullo Ostilio: la sua popolazione venne trasferita a Roma e incorporata nella cittadinanza romana, e i suoi maggiorenti furono integrati dell'aristocrazia gentilizia romana ◦ non solo Albalonga ma anche gli antichi popoli, radicati in piccoli villaggi, scomparvero senza lasciare traccia → alimentando la forza della città di Roma, la quale rappresentava un importante polo d'attrazione ▪ questo processo va a snaturare il progetto confederale della società primitiva romana → rafforzando ulteriormente il ruolo di supremo mediatore del Rex I pontefici I pontefici rientravano nel collegio pontificale → il quale si caratterizzava per la sua autonomia e forza innovativa (in contrapposizione agli altri collegi dove prevaleva una fisionomia statica e influenzata dalla forza ancestrale della tradizione) • ad essi risale l'elaborazione delle prime logiche interpretative → e quindi che risale all'inizio della scienza giuridica romana • il collegio era presieduto dal pontefice massimo → dello stesso collegio faceva parte il Rex e altri 13 membri [tra cui tre flamines maggiori (sacerdoti preposti al culto di una specifica divinità), destinati a restare in carica tutta la vita] • il pontefice massimo → aveva una superiore autorità di controllo su tutte le forme della vita religiosa romana, oltre che ad una funzione di consulenza nei confronti del Rex soprattutto nell'ambito dell'applicazione delle primitive norme che disciplinavano la vita della comunità cittadina ◦ i pontefici raccolsero conservarono questi primitive regole di comportamento al fine di gestire gli inevitabili conflitti sociali CAP 3 I RE ETRUSCHI Le basi sociali delle riforme del VI secolo Con l'avvento al potere di una serie di re di origine etrusca a partire dal sesto secolo → si ha un profondo cambiamento sul precedente assetto istituzionale romano: forte modernizzazione dell'apparato politico istituzionale • nuovi gruppi sociali e nuovi ceti erano i protagonisti di questa stagione fondati → sulla centralità delle unità familiari [in questo modo si permetteva ai singoli individui o unità familiari anche piccole → di aspirare a uno status economico-sociale autonomo] ◦ questo si tradusse in due conseguenze: 1. crescita degli strati sociali estranei al sistema gentilizio → ma che per la loro consistenza economica erano in grado di pretendere uno spazio autonomo nella città ◦ essi praticavano attività artigianali e il commercio → attività poco adatte a organizzazioni ampie come le gentes ▪ si trattava della famiglia proprio iure → dove ad un limitato numero dei partecipanti corrispondeva una reale compattezza sotto la potestas dell'avus [è il mestiere si tramandava gelosamente da padre in figlio come un valore di eredità] 2. erosione della compattezza delle gentes Attenzione: l'emergere di questi nuovi gruppi sociali in nessun modo riduce le distanze tra i vari strati sociali, anzi li accentuò (lo sfarzo dell'aristocrazia continua ad esercitare una forte sicura superiorità sociale) La fisionomia della nuova città Nel VI secolo si collocano profonde trasformazioni politiche ed istituzionali: • il potere dei nuovi re (Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo) si accentuò → sia nella sostanza che nella sua rappresentazione simbolica ◦ nella sostanza → diedero vita ad una realizzazione di prolungate e incisive riforme: l'originario ordinamento (composto da un'organizzazione militare – strutture gentilizie – ordine dei curiati) venne totalmente travolto e sostituito dalla centralità della ricchezza individuale e della proprietà privata ◦ nella simbologia → la corona d'oro, la toga purpurea, le calzature rosse, il trono d'avorio: ad esprimere una fisionomia dell'ordinamento tipicamente militare • ma la loro ascesa al regnum si connota per difetti di forma: o l'assenza dell'inauguratio, o per la mancata procedura dell'interregnum, o per la mancata presentazione ai comizi curia,o nella violenza con cui Tarquinio il Superbo strappa il potere a Servio Le riforme Importanti le due riforme avviate da Tarquinio Prisco: 1. ampliamento del senato → mediante un incremento del numero di patres • i nuovi senatori sarebbero stati un partito sicuro del re, per il favore del quale erano entrati a farne parte, dando origine ad un blocco di nuovi 100 patres ◦ questi non si fusero con i vecchi patres → ma diedero vita ad un nuovo gruppo sociale indicato come minores gentes 2. ampliamento dell'organico della cavalleria → questo perché rispecchiava il processo di arricchimento intervenuto in epoche recenti • con tale aumento rafforzò l'elemento fondante della potenza romana: il suo esercito L'ordinamento centuriato Al centro della sua riforma si pone una nuova organizzazione militare: • all'antica legione fornita dalle curie → si sostituì lo schieramento oplitico (soldati della fanteria pesante tipici dell'antica Grecia) ◦ in questo modo entrò in crisi l'originario fondamento guerriero del predominio gentilizio → infatti l'esercito non era più affare privato delle singole gens, ma lo schieramento oplitico presupponeva un numero maggiore di cittadini abbienti in grado di procacciarsi un armamento abbastanza gustoso • questo modo si accentuò la distanza tra i diversi livelli di ricchezza della popolazione → in quanto la ricchezza diventò criterio fondamentale per l'arruolamento ◦ moltissime famiglie delle gentes patrizie disponevano della ricchezza fondiaria richiesta per l'appartenenza ai gradi più alti dell'esercito centuriato ▪ ma anche esponenti di famiglie non patrizie (ma adeguatamente qualificati dalla loro ricchezza) → entrarono far parte delle prime classi centuriate: l'egemonia patrizia perse la sua esclusività militare in futuro l'organizzazione centuria dell'esercito si tradurrà in una vera propria assemblea politica → quando il popolo riunito per centurie ( i comizi centuriati) sarà chiamato ad eleggere i magistrati cittadini nell'età repubblicana Le tribù territoriali e il censimento dei cittadini Mediante il censimento si accertava la condizione economica di ogni gruppo familiare: • questo strumento sarebbe stato sufficiente a permettere la distribuzione dei cittadini tra le varie classi di centurie • tuttavia il riordinamento della cittadinanza apparve all'atto pratico molto più articolato → infatti Servio introdusse un altro sistema di distribuzione della cittadinanza: per tribù territoriali, che sostituirono le tre vecchie tribù dei Ramnes, Tities e Luceres ◦ vere e proprie ripartizioni amministrative → il cui compito era di fornire alle varie centurie i contingenti militari e il sostentamento necessario ▪ gravava sulle tribù l'onere di un tributo: c.d tributum a tribus (forma primitiva di tassazione commisurata all'entità delle proprietà dei singoli cives, per scopi puramente bellici) ◦ mediante questa nuova distinzione il singolo cittadino veniva collocato in una classe o in un'altra di centurie → in tal modo diveniva definitiva la distinzione tra il mondo dei proprietari fondiari quello dei nullatenenti (ammucchiati nelle quattro tribù urbane) • inoltre il divario sociale tra patrizi e plebei era accentuato dall'esclusione di un rapporto matrimoniale valido tra loro → I plebei si batterono sino ad ottenere il superamento con la LEX CORNELIA del 445 Il ricompattamento della plebe contro questo sistema di esclusioni fu talmente violento tanto da minacciare la comunità politica → Si ricorda la secessione sull'Aventino del 494 • a guidare la secessione plebea si erano posti i magistrati ispirati alla figura dei tribuni militum → che avevano assunto il nome di tribuni della plebe ◦ sancendo dunque il loro diritto di aiuto (ius auxilii) a favore della plebe → il che comportò anche la loro esclusione per molto tempo dalla partecipazione al governo della città ◦ la posizione di questi magistrati era rafforzata dal carattere originariamente affermato con una lex sacrata → che consisteva in un giuramento assunto collettivamente dalla plebe con cui esprimevano il loro carattere autonomo nel governo della città ▪ la plebe aveva come suo punto di forza l'assemblea (il concilium plebis) → che votava proprie delibere e le leggeva propri magistrati Le XII tavole Un punto di svolta nel V secolo è costituito dal successo plebeo → nell'ottenere la redazione scritta del corpo di regole che presiedeva alla vita della città • in questa maniera veniva meno il monopolio della conoscenza dell'interpretazione del diritto sinora esercitato dal corpo aristocratico dei pontefici • ciò avvenne quando il capo della gens Claudia (Appio) si schierò a favore di tale richiesta: quindi per l'anno 451 – 450 al posto della normale coppia consolare → si provvide ad istituire un collegio di 10 minuti con il compito di redigere per iscritto le leggi della comunità cittadina ◦ una legge uguale per tutti cittadini e accessibile a tutti • inoltre il collegio riconvocato una seconda volta per terminare la redazione delle tavole della legge (sempre presieduto da Appio Claudio) viene integrato da elementi plebei → svolta incredibile in quanto lo stesso collegio aveva una fisionomia tirannica e anzi plebea ◦ proprio per questo motivo Appio Claudio venne rimosso o dall'accusa di aspirare ad un potere assoluto, l'adfectatio regnii → strumento per colpire ogni personalità che devia eccessivamente dalla visione del gruppo dirigente Le XII tavole rappresentarono la nuova realtà istituzionale e punto iniziale della storia giuridica romana • anche se i romani ebbero ben chiaro che l'intero sistema giuridico non fosse esaurito da esse (perciò si sconsiglia di applicare il termine codice a tale raccolta) • tuttavia rappresentarono un vincolo e un confine preciso alle antiche pratiche esercitate sino ad allora dai pontefici → I quali modificavano le antiche tradizioni secondo una sapienza esoterica sottratta ad ogni controllo esterno • l'oggetto delle XII tavole riguardava essenzialmente il processo civile e il sistema di diritti privati (il diritto pubblico rimase ai margini): 1. ripartirono il principio che il debitore è legato (sottoposto) anche personalmente al potere del creditore 2. introducono la possibilità per le parti di un accordo privato e tra loro vincolante (un pacisci) come una sorta di transazione o accordo privato vincolante 3. distinzione di beni in due categorie diverse sottoposte a un diverso regime di circolazione: res mancipi (trasferimento che poteva avvenire solo con la forma solenne della mancipatio in presenza di una pluralità di testimoni, in generale riguardava le cose più importanti nell'economia, come il trasferimento di proprietà degli) La conclusione di un percorso Nel 442 viene introdotto un importante innovazione → la censura • si trattava di una nuova importante magistratura preposta alla delicatissima funzione di effettuare il censimento della città ◦ questo a testimoniare la netta separazione tra le funzioni del censore il ruolo di governo dei magistrati cum imperio Inoltre nel 396 si concluse la conquista della città etrusca di Veio → che bloccava l'espansione verso nord, seguita dall'espansione anche verso il Lazio meridionale a seguito della vittoria contro i Volsci • le nuove terre conquistate vennero distribuite a tutti cittadini romani → I vari lotti vennero assegnati ai cittadini adulti, ma ancora sotto la potestas del padre: nelle mani di esso si vennero sommare grandi unità fondiarie notevoli dimensioni L'importante compromesso tra patrizi e plebei arrivò nel 367 → quando furono approvate tre distinte proposte di legge (Leggi Licinie Sestie) • nonostante da un punto di vista economico le due classi rimasero distinte per tutte le età repubblicana → a livello politico rapidamente si fossero in un nuovo ceto di governo patrizio-plebeo: avviando l'unificazione politica della città 1. La prima legge prevedeva che uno dei due consoli potessi essere plebeo 2. La seconda legge introduceva un limite al possesso di tre repubbliche da parte di ciascun cittadino 3. La terza legge dispose che per limitare il peso dei debiti → gli interessi già pagati dovessero computarsi come parte del capitale da restituire + eliminava l'asservimento personale del debitore in caso di insolvenza CAP 5 IL COMPIUTO DISEGNO DELLE ISTITUZIONI REPUBBLICANE Il consolato e il governo della città Il quadro istituzionale della città repubblicana era costituito dalla mancanza di una “ costituzione scritta” → che dettasse il disegno organizzativo stabile • infatti il quadro istituzionale era stato regolato solo da singole leggi che di volta in volta avevano introdotto nuove figure di governo o nuovi compiti e regole per le magistrature già esistenti → In genere seguite, ma all'improvviso disattese Il quadro istituzionale di vertice era così formato: • i consoli → coppia di magistrati al vertice dell'intero assetto di governo della città: svolgevano la funzione di supremo potere di comando (c.d imperium maius); tale carica durava 1 anno ◦ per la prima volta i titolari dell'imperium sperdono nell'intimo rapporto con la sfera sacra: rimanendo tuttavia invita un aspetto della sfera religiosa → il potere/dovere di interrogare la volontà degli dei prima di intraprendere ogni azione pubblica (auspicia) ◦ l'imperium consolare si distingueva in: ▪ imperium dormi → esercitato all'interno del confine della città orientato a governare la comunità politica e la vita dei suoi membri, si distingueva in un duplice potere 1. ius agendi cum populo → potere di convocare i comizi centuriati e di far eleggere i magistrati 2. ius agendi cum patribus → chiedere il parere al Senato per la politica estera/politica monetaria/materie di carattere religioso 3. altri poteri: politica tributaria; amministrazione delle tre repubbliche; repressione criminale; giurisdizione sulle controversie private tra cittadini ▪ imperium militiae → comando militare fuori dalla città • ciò non significava trasferimento della competenza ai consoli della guerra → essendo ciò di competenza dei comizi centuriati [e si potevano provvedere all'arruolamento; dirigere la campagna militare; mettere a morte propri soldati] ◦ l'unica limitazione dei poteri del console era data dagli identici poteri in capo all'altro console → ciascuno dei due aveva il potere di paralizzare l'attività del collega (e tale facoltà di intercessio poteva essere esercitata anche verso qualsiasi altro magistrato cittadino) ◦ i romani decisero anche che situazioni di particolare pericolo potevano sospendere l'operato delle cariche ordinarie → affidando il governo ad una magistratura straordinaria: la dittatura ▪ il dittatore non è eletto ma nominato da uno dei consoli con l'accordo del collega e del Senato per un periodo di sei mesi Il pretore e le altre magistrature Sotto i consoli operavano collaboratori civili e militari → i pretori • essi avevano il compito di esercitare la giurisdizione sui processi tra privati ◦ la funzione primaria del pretore si riferiva essenzialmente alla sfera processuale indicata il termine IURISDICTIO: controllo delle procedure e verifica della legittimità delle pretese in conformità a quello che era il diritto vigente • essi erano titolari del supremo potere di comando → ma gerarchicamente inferiori ai consoli (dovendo sottostare alla loro intercessio) ◦ il loro imperium gli legittimava ad esercitare il comando militare guidando gli eserciti romani fuori dal confine CAPITOLO 6 LA STRADA PER L'EGEMONIA ITALICA Cittadini e stranieri Il territorio di Roma alla fine del VI secolo è aumentato di circa otto/nove volte • si accentuarono quindi i caratteri di separatezza tra la comunità cittadina e quella che era fuori Roma: tra romani e stranieri ◦ la politica romana incorporazione delle comunità minori sotto l'età monarchica → si era conclusa attraverso la conclusione di molteplici accordi internazionali (foedera) con il mondo latino ◦ inoltre la superiorità politica di Roma nel Lazio è attestata da uno dei più importanti documenti a noi pervenuto → il primo trattato fra romani e cartaginesi: trattato e cartaginesi ripartirono i loro rapporti con la città di Roma Latini e cittadini delle colonie Le disposizioni introdotte nel trattato tra Roma e Cartagine evidenziano come poteva essere assicurata la garanzia reciproca → che i propri cittadini avrebbero goduto di adeguata tutela legale nell'ambito di altre comunità Al trattato con Cartagine Roma strinse un importante patto di alleanza con i latini sotto il nome di → FOEDUS CASSIANUM • in questo modo si veniva così a sancire una forma di comunanza giuridica tra Romani e Prisci Latini (abitanti della lega latina) ◦ con questo trattato si stabilì che il Latino che si fosse trovato in ambito romano → veniva assimilato ai cives Romani nella fruizione di tutto il diritto privato (ius civile): c.d ius commerci + era messo a stringere validi rapporti matrimoniali con i romani: c.d ius conubii • le singole città della Lega è Roma → con tale trattato non rinunciarono al potere di fondare propri colonie: via Roma continuò a costituire proprie colonie di cittadini romani [sovente fondate in prossimità della costa marina con la funzione di presìdi militari e controllo delle comunicazioni] ◦ la fondazione di colonie da parte di Roma servì a realizzare una politica demografica e una politica di romanizzazione di tutta l'Italia ▪ infatti la colonizzazione del Piceno e della Gallia Cisalpina comportò un salto qualitativo dei livelli economici di tali territori ◦ la fondazione di una nuova colonia avveniva in genere sulla base di una delibera del senato + dall'approvazione dei comizi → questi ultimi stabilivano i magistrati incaricati delle procedure necessarie per la sua istituzione e l'organizzazione interna (mediante una lex data) La svolta del 338 e i nuovi statuti giuridici di Roma L'aspetto più significativo dell'espansione romana nel Lazio sino al IV secolo è rappresentato dagli ampliamenti territoriali: • Roma infatti applicata in genere il criterio di multare le popolazioni sconfitte sottomesse, sottraendo essi una parte del loro antico territorio [vigeva il criterio che il vincitore avesse ogni potere sui vinti e sui loro beni] • dopo il IV secolo la situazione cambiò → le popolazioni delle città vinte non venivano più assorbiti all'interno della civitas Romana ◦ ma erano restati piuttosto come entità più o meno subalterne, sovente vincolate formalmente da trattati di alleanza imposti da Roma [i limiti di questa nuova politica si erano visti in occasione della conquista di Veio: Roma non aveva saputo far altro che distruggerla, disperdendone la popolazione] Nel 338 il FOEDUS CASSIANUM viene meno → i latini non rispettarono l'alleanza e quindi furono attaccati e vinti dai Romani: il senato di Roma ridefinire allora in modo unilaterale la situazione giuridica di ciascuna delle città vinte • tuttavia le antiche città della rete continuarono a godere di un'autonomia organizzativa interna non diversa da quella che avevano prima del 338 Da questo episodio si deduce che Roma assunse una fisionomia diversa rispetto al passato: • prima del 338 → appartenevano a Roma solo i cittadini romani • a partire dal 338 → Roma poté disporre anche di un altro statuto giuridico: quello latino La genesi del sistema municipale Dopo la vittoria dei romani sui latini del 338 → i romani avevano anche concesso ad alcune città vinte la loro piena cittadinanza: • i nuovi cittadini divenivano cives → pienamente parificati sia sotto il profilo dei diritti derivati e dei ruoli pubblici • ad altre città invece avevano attribuito una cittadinanza romana limitata: cittadinanza senza diritti politici (civitas sine suffragio) ◦ questi cittadini restavano invece esclusi dalla partecipazione politica ed alla pari dignità militare, godendo solo della parificazione della sfera giuridica privata ◦ il contenuto della nuova figura della civitas sine suffragio → poteva identificarsi con la duplice concessione del commercium e conubium ▪ in termini pratici significava che il romano a Cerveteri o a Capua (civitas sine suffragio) si sarebbero avvalsi sempre e solo del diritto romano nei rapporti con Roma e non più i loro diritti particolari, mentre nei loro rapporti interni avrebbero mantenuto il proprio diritto ▪ in questo modo il diritto romano assurge alla nuova funzione di generale colorante nei rapporti tra i membri di più comunità legati a Roma • quindi si delinea un mosaico di innumerevoli centri urbani semi-urbani che vivevano di una loro vita autonoma e che con temporaneamente erano anche parte di una città superiore: Roma → aveva così inizio la sperimentazione di un nuovo assetto politico: l'organizzazione per municipi di Roma • l'assetto interno di questi nuovi municipi divenne gradualmente omogeneo con la presenza di magistrature uniformi e di senati locali (l'ordine dei decurioni) → e l'invio da parte di Roma dei prefetti predisposti ad amministrare la giustizia • eventuali ribellioni di questi centri autonomi venivano represse mediante la massima sanzione irrogata a una comunità: la sua cancellazione come città (ad esempio la città di Capua venne punita in modo esemplare dopo la sua defezione ad Annibale: il Senato romano gli tolse le magistrature, il Senato, l'assemblea pubblica, e la espropriò dei territori) Nel mentre che Roma procedeva ad assorbire all'interno dell'ordinamento politico i suoi denti gli alleati → essa portava avanti anche nuovi rapporti di alleanza con le varie popolazioni e comunità italiche: • al centro degli impegni reciproci assunti tra le parti vi era l'obbligo d'aiutare l'alleato in caso di guerra ◦ in questo modo gli innumerevoli alleati italici (socii dei Romani) fornivano supporto in termini di risorse materiali e di uomini funzionali alle nuove conquiste romane CAP 8 L'EVOLUZIONE DEL DIRITTO ROMANO E GLI SVILUPPI DELLA SCIENZA GIURIDICA I giuristi e il diritto privato Il fondamento dell'ius civile si identifica nei mores e nella legge delle XII tavole: • solo in età imperiale possiamo assistere ad una ridefinizione del diritto romano, così come testimoniata da Gaio (II secolo) → “il diritto del popolo romano consiste nelle leggi, nei plebisciti, nel senatoconsulti, nelle costituzioni imperiali, negli editti, nei pareri degli esperti” Proprio alla fine del III secolo si affermano le prime generazioni di giuristi laici: • all'antico carattere sapienzale e autoritativo della tradizione pontificale → si sostituisce un più avanzato livello di razionalità ◦ ciò avviene nel 254 sotto il pontificato di Tiberio Coruncanio, il primo pontefice plebeo → il quale rendendo pubbliche le sedute dei pontefici permise l'acquisizione della conoscenza e dei contenuti dei metodi nel collegio pontificale ▪ divenne possibile in tal modo anche per altri cittadini dedicarsi allo studio l'interpretazione della tradizione giuridica romana ◦ al di fuori del collegio s'imposero le prime grandi personalità di turisti e sostituirono e orientarono i cittadini mediante le attività: 1. CAVERE → consigliandoli sugli atti giuridici da stipulare 2. RESPONDERE → aiutandoli nell'interpretazione di situazioni illegali oscure e in certe 3. AGERE → assistendoli negli eventuali litigi • fu così che la nobilitas laica s'impadronì di questa sfera del sapere pratico iniziando a produrre testi scritti cui si conservava memoria dei casi e delle soluzioni già discusse → raccolte che iniziarono circolare e ad essere trasmesse nel corso delle generazioni Nel periodo del collegio pontificale → avevamo assistito ad un uso smodato di analogia e finzioni giuridiche: questi rinnovavano i modificavano il valore immediato e la portata della norma Con la laicizzazione della scienza giuridica → i pareri non provenivano più da un'autorità unica, ma da una molteplicità di individui appartenenti al ceto dei giuristi: prese forma una nuova idea di di concepito come IUS CONTROVERSUM • prevalevano di volta in volta le idee e interpretazioni più convincenti + le soluzioni proposte dalle personalità più autorevoli ◦ questo modo di lavorare riguardava essenzialmente problemi specifici e raramente si impegnava in enunciazioni di carattere generale: ▪ in quest'ottica si svilupparono in maniera repentina nuovi istituti del diritto civile [vedi il riconoscimento di situazioni giuridiche destinate a limitare l'antico diritto di proprietà usufrutto e servitù; vedi la nuova definizione di possesso] Il pretore e l'innovazione del processo civile romano Fin dalla sua istituzione la carica del pretore era caratterizzata da una forte autonomia rispetto all'ordinamento esistente • inoltre con la perdita dell'antico monopolio pontificale nella conoscenza e nell'elaborazione del diritto → favori il suo ruolo innovatore ◦ gli furono forniti strumenti per costruire nuovi meccanismi processuali → in grado di adeguare le antiche forme legali alle nuove esigenze economico-sociali: sino a rimuovere l'antico processo civile fondato sul sistema delle legis actiones Nel III secolo il pretore fu chiamato chiamato ad intervenire nel sistema dei traffici commerciali → regolamentando una protezione giuridica a coloro che non erano titolari del ius commerci con i Romani • l'importanza di tale nuovo settore della vita giuridica rese necessario nel 242 → la creazione accanto al vecchio pretore (designato come urbanus) di un nuovo pretore che avesse competenza specifica su litigi tra stranieri e tra stranieri e romani: il preaetor peregrinus • inoltre si rese necessario rivedere le regole del vecchio processo romano introducendo un nuovo tipo di processo → il processo formulare ◦ fondato su formule predeterminate che il pretore rilasciava alla fine delle discussioni preliminari tra le parti che riassumevano le opposte pretese → e che fornivano al giudice i criteri da seguire nel decidere la controversia • importante è anche il potere del pretore di ampliare gli spazi della sua tutela → egli poté fornire protezione ai privati anche in assenza di una norma, ove motivi di equità lo avessero richiesto L'editto del pretore, il ius gentium e ius honorarium Il pretore unico, prima, e poi due pretori separatamente → all'inizio del loro anno di carica rendevano noto quali situazioni (non rientranti nella disciplina del ius civile) avrebbero trovato tutela da parte loro e in che modo • le regole elaborate dal pretore peregrino furono considerate come proprie di un diritto di tutti gli uomini → iuris gentium (estendendosi a tutti cittadini) • così l'editto del pretore di anno in anno veniva pubblicato (e conservava il contenuto degli anni precedenti) → per eventuali nuovi problemi il pretore poteva regolarli mediante un nuovo provvedimento con un decreto appositamente • romani stranieri sapevano che l'editto del pretore innovava e prevaleva sul diritto civile → i due sistemi non si abrogavano a vicenda, ma coesistevano in modo autonomo: il diritto pretorio (c.d il ius honorarium) e il diritto civile (esclusivo dei cittadini romani) Oltre al pretore anche altri magistrati avevano competenze giurisdizionali ad emanare i diritti di un certo rilievo → ex e diritti degli edili curuli preposti al controllo dei mercati cittadini La scienza giuridica romana come sapere aristocratico In questo quadro è evidente che il diritto privato romano fosse sottratto ad un intervento di un'assemblea cittadina: i romani erano consapevoli della delega al potere legislativo ad un corpo di sapienti • e questa delega per molti anni fu affidata nelle mani dell'aristocrazia romana → la quale esercitava anche il compito di interpretare le norme stesse + e da essa provenivano i più importanti giuristi CAP 9 I NUOVI ORIZZONTI DEL III SECOLO E L'EGEMONIA ROMANA NEL MEDITERRANEO Le guerre puniche e l'eredità di Annibale Il controllo romano dei grandi centri mercantili e marittimi della Magna Grecia comportò lo scontro con Cartagine → iniziò allora stagione effimera solamente nel 202 con la definitiva vittoria dei romani su Annibale: • le guerre puniche durarono molti anni (265 – 241 la prima) (218 – 202 la seconda) → ed incisero in maniera notevole sulla fisionomia romana: ◦ in particolare nella seconda guerra punica la discesa di Annibale in Italia era finalizzata alla disgregazione del sistema di alleanze subalterni creato dai romani con i popoli italici → i romani, guidati da Publio Cornelio Scipione detto Africano, mediante la tattica della terra bruciata, riuscirono a sconfiggere l'avversario ◦ le conseguenze della vittoria militare rafforzarono gli orientamenti pensionistici del gruppo dirigente romano → fino ad assumere una fisionomia decisamente imperialistica La seconda guerra punica comportò effetti duraturi sull'intera società romana e sulle sue strutture istituzionali: • ciò è evidente nella trasformazione dell'antico principio della proroga nel comando militare dei magistrati superiori (prorogatio imperii) dopo la scadenza del loro mandato → essi continuavano esercitare il comando come promagistrati: proconsoli e propretori ◦ caso particolare è quello di Publio Cornelio Scipione → egli fu eletto direttamente alla promagistratura come proconsole, prima di partire per la spedizione in Spagna contro i cartaginesi, senza aver rivestito la corrispondente carica di magistrato [in ragione di ciò spiega la durissima lotta di catoni censore contro l'africano] ▪ dopo il tramonto di Scipione si introdussero cautele e restrizioni nella carriera politica al fine di evitare l'azione precedente: la LEX VILLIA ANNALIS regolò l'età necessaria per presentarsi alle varie cariche, rafforzò il divieto di continuazione per più anni di seguito della medesima magistratura Il governo provinciale Negli anni successivi alla prima guerra punica Roma era subentrata ai cartaginesi nel controllo della Sicilia e della Sardegna: • queste acquisizioni furono indicate con il termine provincia → sotto la competenza specifica riconosciuta ad un magistrato cum imperio, definendo un sistema di governo nuovo ◦ tutta la popolazione originaria della provincia era considerata come straniera (c.d peregrini nullis civitatis) → In generale le città provinciali conservarono le loro istituzioni e le loro leggi, ma sottoposti a un'imposizione tributaria indicata dai romani con il termine stipendium + sottoposti a specifici obblighi a vendere a Roma il loro frumento a un prezzo politico • la Sicilia la Sardegna furono affidate al governo di nuovi magistrati creati appositamente → due nuovi pretori appositamente creati in grado di esercitare l'imperium ◦ in seguito con il moltiplicarsi dei nuovi territori provinciali i romani rinunciarono moltiplicare il numero dei pretori, affidando le province a magistrati titolari dell'imperium militiae ▪ essi venivano nominati dal Senato gli inviati nelle diverse province mediante un sistema che sottraeva al Senato l'arbitrio il potere di favoritismi nella designazione delle province L'eredità politica di Tiberio e il programma di Gaio Gracco Dopo la caduta di Tiberio → la crisi continuò a dilagare: il fratello Gaio né riprese programma politico potenziandolo e ampliandolo • 123 Gaio fu eletto tribuno della plebe → e fece approvare un complesso intreccio di leggi che appaiono corrispondere a un progetto politico più ampio ambizioso di quello di Tiberio • le riforme riguardarono: ◦ tutte le linee tradizionali del partito agrario [dal recupero delle terre fertili colonizzate di Capua alla fondazione di una nuova colonia Taranto: terre che erano state sfruttate esclusivamente dalla nobilitas senatoria] ◦ forte ridimensionamento del Senato attraverso la costruzione di un diverso blocco sociale → la LEX SEMPRONIA DE PROVINCIA ASIA sottraeva al controllo del Senato gli appalti per le imposte nelle ricchissime province d'Assia + con la LEX SEMPRONIA DE PROVINCIA CONSULARIBUS si sorseggiavano le province da assegnare ai futuri consoli prima delle elezioni ◦ leggi mirate alle tutele della libertà dei cittadini → volti ad impedire la repressione dei reati non previamente definiti mediante leggi comiziale ◦ intervento sui comizi centuriati → proponendo la soppressione dell'antico sistema di voto per classi di centurie ◦ modificata composizione dei tribunali de repetundis → competenti per i reati di corruzione in concussione: questi erano composti inizialmente da membri del ceto senatorio, più indulgenti verso i loro pari rango. Da adesso invece l'organico veniva fornito dai cavalieri, portatori di interessi diversi Il progetto di Gaio è più ambizioso di quello che possa sembrare → questi mirava a spostare gli assetti politici verso una più radicale forma di democrazia • la figura del tribuno cessava di essere titolare di un potere meramente di controllo sul governo → per diventare il promotore di un proprio progetto Un nuovo modello di res publica Sembra dunque delinearsi una res publica direttamente governata dal popolo e dei suoi magistrati (soprattutto da quel tribunato della plebe, ieri acquisiva l'originario significato rivoluzionario) • la legge votata dai comizi → diveniva il vero centro istituzionale dello Stato cittadino • per cui il nucleo originario della res publica si era spostato verso un'architettura più democratica → ma tale progetto fallì quando Gaio non venne rieletto per la terza volta al tribunato della plebe,e nei tumulti che ne seguirono fu assassinato dai rivali politici ◦ la sua sconfitta fu determinata dal fatto che il nuovo blocco sociale da lui costituito in funzione antisenatoria (e appoggiato dal circo equestre) → forse troppo vicino alla tradizione agraria e allo spirito conservatore e si fosse posto molto lontano dalle politiche di espansionismo imperiale d'oltremare • La verità del fallimento di due fratelli deve essere ricercata nel fatto che una radicale trasformazione del tradizionale assetto gerarchico di Roma in una grande democrazia di stampo ateniese → avrebbe funzionato a condizione di uno stabile alleanza tra l'assemblea popolare e il ceto equestre emarginasse dal Senato la classe aristocratica CAP 11 IL TENTATIVO DI RESTAURAZIONE SILLANA E IL TRAMONTO DELLA REPUBBLICA Le riforme militari di Mario e la crisi italica Nel primo secolo nuove e gravi esigenze militari assunsero improvvisa rilevanza per Roma → in primis la nuova invasione della penisola da parte delle popolazioni celtiche e germaniche: • la vittoriosa difesa fu affidata ad un generale di origine plebea: Gaio Mario → il quale arruolò volontari provenienti da vasti strati di cittadini nullatenenti, attirati dal soldo e dalla speranza di ulteriori vantaggi economici ◦ in questo modo si tagliavano definitivamente le antiche radici cittadine dell'ordinamento militare romano → fondato sulla costituzione centuria (mentre adesso l'esercito è composto da militari di mestiere) ▪ questo aspetto è destinato a divenire in futuro il principale fattore di crisi → destinato a travolgere le istituzioni repubblicane • il prestigio di Mario (nominato ripetutamente console) → dovete fare i conti con la guida effettiva della società romana: Saturnino e Glaucia, i due veri cervelli politici del partito popolare dall'animo conservatore ◦ essi fecero approvare una LEX APPULEIA DE MAIESTATE MINUTA che ampliava la figura del crimen maiestatis → in cui si colpiscono i reati di carattere politico: formulata in termini indeterminati era facilmente utilizzabile in una lotta politica senza esclusione di colpi ▪ Saturnino e Glaucia giunsero ad una guerra di potere nel cercare di farsi rieleggere al tribunato → per questo motivo il Senato emanò il senatus consultum ultimum, incaricando il console Mario di intervenire: il quale con il sostegno della nobilitas procedette alla loro uccisione, e ciò determinò il tramonto politico di Mario che si ritirò a vita privata Negli stessi anni torna al centro della scena politica romana la questione degli italici → Livio Druso (figlio di Gaio Gracco) presentò una proposta di legge che prevedeva una progressiva concessione della cittadinanza romana agli alleati italici • la proposta venne rifiutata dal Senato → è in ingenerò una ribellione antiromana da parte degli italici: di cui il nucleo più forte era costituito dalle popolazioni sannite ◦ il piccolo contadino delle popolazioni italiche era interessato dall'acquisizione della civitas romana → in quanto esasperato dall'arroganza dell'aristocrazia romana, e da un'alleanza divenuta oppressiva ◦ la lotta venne portata alla città di Roma, e si ritrovò isolata militarmente → i romani non potendo rispondere con la sola forza delle armi offrirono un compromesso a chi avesse sospeso le ostilità ▪ La guerra si spense lentamente tra l'89 e l'88 dopo che la LEX IULIA DE CIVITATE LATINIS ET SOCIIS DANDA → sancì la concessione della cittadinanza romana e latini • ciò comportò un improvviso allargamento della cittadinanza con conseguenze all'interno del sistema comiziale romano: solo i più ricchi parteciparono a i comizi, con un effetto relativamente limitato sul loro esito Nelle terre d'oriente appena conquistate → i romani dovettero fare i conti con la Le guerre in oriente e l'affermazione di un nuovo potere personale: Silla rivolta sollevata da un sovrano ellenistico, Mitridate, re del Ponto: il quale sollevò l'odio antiromano in tutte le popolazioni d'oriente • la campagna militare contro di esso fu assegnata a Lucio Cornelio Silla (esponente del partito aristocratico) ◦ nel frattempo in patria continuò susseguirsi una vera e propria guerra civile tra fazioni politiche ▪ tornato vittorioso in Italia Silla nell'82 → marciò militarmente contro Roma debellando l'armata levata dei capi popolari: entrò a Roma imponendo un ordine legale fondato sul terrore ▪ Silla si fece attribuire la pienezza dei poteri assoluti in qualità di dittatore per la decostruzione della Repubblica → rimase in carica due anni cui ricostruì gli assetti istituzionali e l'organizzazione della Repubblica (realizzato il suo disegno si ritirò a vita privata) Le riforme sillane Silla procedette ad una serie di riforme: 1. miro a riaffermare l'antica centralità del Senato come siete primaria della politica • posizione corrosa dal rinnovato vigore rivoluzionario del tribolato della plebe • l'obiettivo fu realizzato restituendo al ceto senatorio il controllo dell'intero sistema criminale romano: ◦ In primis rinnovò la composizione di tutte le queastiones perpetuae ◦ poi riaffermò l'antico controllo del Senato sui processi legislativi in contrapposizione alla fortissima autonomia legislativa dei comizi tributi affermatasi a partire dai Gracchi 2. se la provvede alla ricomposizione del Senato che era stato dimezzato dalla lunga stagione di guerre • colmò questi vuoti con due gruppi sociali al vertice della Repubblica: la nobiltà senatoria e i cavalieri 3. il ruolo e i poteri dei tribuni della plebe → impedendo che in futuro potesse riproporsi l'azione eversiva di questi magistrati: • al fine di rendere meno ambita tale carica stabilì la preventiva approvazione del Senato dei candidati all'elezione a tribuno • il loro potere d'intervento fu ridotto: in particolare per quanto concerne il potere di veto esso poteva esplicarsi solo a favore del singolo cittadino 4. si ribadì la distinzione tra governo civile e comando militare → ribadendo l'antica tradizione che escludeva l'esercizio dell'imperium militiae entro i confini sacri di Roma: rendendo illegale ogni attività di tipo militare in quest'ambito territoriale, il quale si tradusse in spoliazione dei consoli dell'imperium militare 5. esemplare al provvedimento assunto per la gestione della ricca provincia d'Asia → Silla annullò l'assegnazione dell'appalto delle imposte ai pubblicani, stabilendo che il tributo fosse riscosso direttamente dal governatore della provincia L'evoluzione del Per combattere le forme di illegalità dilagante in Roma nella fase di rapido Le linee strategiche seguite da Cesare riguardarono: 1. cittadinanza romana • Cesare estese la cittadinanza romana a tutta la Gallia cisalpina realizzando l'unificazione della penisola ◦ il Senato venga allargato a 900 membri → tra cui l'inserimento di esponenti della borghesia italica e dei Galli allora divenuti cittadini 2. riorganizzazione del sistema provinciale • la penisola venne organizzata secondo uno schema non più fondato sul potenziamento dell'autonomia dei minori centri cittadini → ma un sistema in mano a Roma e gestito da un'articolazione periferica con ampi margini di autonomia organizzativa: l'impero municipale • in questo modo le province vennero più efficacemente controllate dal governo centrale → ponendo limiti agli arbitri nel governo provinciale 3. a Cesare si deve la riforma del calendario → portato a 365 giorni 4. si occupò anche dell'approvazione di una legislazione d'emergenza per fronteggiare le guerre civili 5. inoltre rinnovò la legislazione volta frenare le dissipazioni e di lussi eccessivi L'eredità di Cesare Il complotto nei confronti di Cesare venne in essere per il fatto che i suoi oppositori avevano visto in lui e nel suo potere monarchico → un'eccessiva dose di autorità ( Cesare muore nelle Idi di Marzo del 44) • la sua accelerazione nei cambiamenti era stata vista in maniera eccessiva, inoltre gli oppositori venivano uno spostamento del potere in oriente • la fragilità del progetto politico alla base della congiura → La si può cogliere nell'incertezza di condotta dei congiurati: a cui seguì un periodo di tempo assegnato da grandi incertezze concluse nel 43 dall'accordo tra Antonio e Ottaviano ◦ una nuova forma di governo venne fatta portare dai comizi a sancire una rottura con il passato → il secondo triunvirato composto da: Antonio – Ottaviano – Lepido ▪ questa iniziativa era stata fortemente voluta dal partito popolare per punire i congiurati di Cesare → la battaglia si svolse a Filippi dove l'esercito di Ottaviano e Antonio sconfissero Cassio e Bruto Lo scontro tra Ottaviano e Antonio I triumviri giunsero ad una divisione di competenze su base territoriale: • il governo d'oriente ad Antonio; in Italia le province occidentali ad Ottaviano; Africa a Lepido ◦ tra Ottaviano e Antonio vi fu uno scontro → Antonio voleva spostare in oriente il cuore politico dell'impero (vedi il suo matrimonio con Cleopatra), mentre Ottaviano voleva che il potere fosse situato in Italia dando di sé un'immagine di difensore dell'antica centralità di Roma: il quale al fine di ricevere consensi giurò fedeltà dell'Italia per la difesa dell'unità dell'impero di Roma [atto carico di un forte valore politico, che raccolse le simpatie dell'aristocrazia senatoria] • Ottaviano e Antonio si scontrarono [lo scontro in verità fu tra Ottaviano e la regina d'Egitto Cleopatra] → e nel 30 a.C dinanzi ad un imminente sconfitta, si uccisero al sopravvenire del vincitore ◦ DA QUESTO MOMENTO SI SPENSE LA REPUBBLICA ROMANA! CAP 13 AUGUSTO E LA COSTRUZIONE DI UN NUOVO MODELLO POLITICO-ISTITUZIONALE La sperimentazione di una forma politica Ottaviano una volta tornato a Roma da padrone assoluto dell'impero riunificato si dedicò al nuovo sistema di potere • egli dichiarò di avere sciolto la res publica dal suo potere → e di averla restituita la volontà del Senato e del popolo romano: il riferimento è all'abrogazione delle disposizioni eccezionali assunte dagli triumviri adottate nella lotta contro i cesaricidi ◦ è pur vero che dopo questa restituzione → egli restava: titolare del consolato + priceps senatus + investito dei poteri della tribunicia potestas • e allora che prese forma la progressiva innovazione dell'organizzazione istituzionale romana: 1. conferimento a suo favore di un imperium → con il comando diretto di tutte le province “non pacificate” (quelle province strategicamente rilevanti, dove risiedevano le legioni) 2. superiorità gerarchica del suo potere nei riguardi di tutti i magistrati e degli altri titolari di imperium 3. nuova designazione come Augustus → denominazione atta a collegarsi con una sfera religiosa, a cui si aggiunse anche il prenome Imperator • ormai il comando appare concentrarsi nella figura del principe → a lui spetta il controllo e ogni decisione circa la guerra alla pace, e sulla stipula dei trattati internazionali ◦ inoltre ripristinò la coppia ordinaria di censori + nominato pontefice massimo, assolve alla funzione di intermediazione tra la sfera divina e quella umana • quindi il nuovo assetto politico istituzionale era rappresentato dalle forme repubblicane del Senato, comizi, magistrature → in cui la struttura portante era fondata sul suo potere personale di intervento in tutte le sfere della politica e dell'amministrazione Con l'imperatore Cesare Augusto era iniziato il secolo d'oro → che riportava finalmente la pace e le certezze a Roma Equilibri da salvaguardare Augusto era consapevole delle antiche istituzioni avessero dovuto mantenere un ruolo non semplicemente formale: • anzitutto non avrebbe mai potuto sopprimere il Senato (pur non essendo stato sempre schierato in suo favore) → in quanto fondamentale serbatoio della classe dirigente romana, non avrebbe mai potuto cancellare una secolare tradizione • a segnare una rottura con il passato → vi fu la centralità di due riferimenti che rappresentarono i titoli di legittimità del nuovo potere: l'esercito e il popolo ◦ ciò però non può essere interpretato nella direzione di un monarca assoluto → egli era sì il più ricco r il titolare di un patrimonio personale immenso, ma non diverso dal patrimonio di molti altri membri dell'antica nobilitas senatoria ▪ egli era titolare di un potere sovrastante → tuttavia questo potere non mirava ad intaccare il fondamento di quel mondo che egli intendeva controllare e consolidare: il suo scopo era di salvaguardare l'antica gerarchia nobiliare e di porsi come garante di tutti gli equilibri sociali Un sistema dualistico Rinunciando alla politica filoprovinciale di Cesare → Augusto, con maggior cautela, aveva riaffermato la centralità politica della società romano-italica: • la scelta dei nuovi magistrati destinati successivamente ad accedere al Senato → era direttamente controllata da lui attraverso il potere di designare i candidati alle varie cariche ◦ la riduzione del numero di senatori aveva riqualificato il ruolo e il prestigio di questo organismo ◦ il Senato non era venuto meno al suo ruolo di motore centrale del governo statale → adesso rimarrà sia il controllo parziale delle finanze, sia l'amministrazione delle province più antiche e pacificate, sia il ruolo preminente nella repressione criminale di quei comportamenti di particolare rilievo politico [crimen maiestatis e crimen repetundarum] Gli antichi organi della res publica All'età augustea risale una numerosa serie di leggi comiziale con delle quali si viene ad incidere su tutta la vita giuridica: penale, civile, processuale 1. una LEX IULIA IUDICIORUM PRIVATORUM sancì la definitiva scomparsa dell'antico processo per legis actiones 2. una LEX IULIA IUDICIORUM PUBBLICORUM introdusse una riforma del processo penale romano 3. importante fu la legislazione nel campo familiare → con le LEGES IULIAE DE MARITANDIS ORDINIBUS introdusse un insieme di meccanismi per stimolare la natalità della nobilitas e favorire i matrimoni legittimi [queste ed altre leggi ci vennero componendo in un sistema normativo organico: la LEX IULIA ET PAPIA, volto a disciplinare il sistema familiare e i rapporti coniugali] Inoltre sotto Augusto molte figure che avevano avuto un ruolo maggiore in età repubblicana vennero svuotate: • in particolare i consoli → la cui selezione fosse ora strettamente sotto il controllo del principe, così come le loro funzioni di governo politiche e militari • La stessa perdita di ruolo riguardo anche ai censori e i tribuni (questi ultimi limitati dalla diretta concorrenza della tribunicia potestas dello stesso principe) Il fondamento sociale del principato L'apparato istituzionale risultava così composto dal dualismo: • vertice di governo affidato al ceto senatorio + sistema di governo affidato ad un apparato burocratico alle dirette dipendenze del princeps La novità del principato consiste nel progressivo ampliamento della composizione di questi due gruppi → integrati dall'ordine equestre: gli equites diventeranno lo strumento privilegiato dell'azione di governo del principe • ad esempio le alte cariche dell'amministrazione centrale erano tutte riservate a i membri dell'ordine equestre: il praefectus praetorio + gli altri prefetti al vertice amministrativo dello stato + i procuratori responsabili di uffici minori Ulteriore innovazione del principato di Augusto fu la trasformazione del sistema organizzativo del governo di Roma: • si moltiplicarono le figure dei pubblici amministratori nominati dal princeps → con specifiche competenze: andando a disegnare la formazione di un sapere burocratico [regolarmente stipendiati secondo diversi livelli retributivi riflettevano la relativa importanza degli uffici ricoperti] Il fisco Un settore in cui Augusto decise di incidere in profondità fu quello concernente la politica monetaria e finanziaria dell'impero: in particolare il diritto di battere moneta (da sempre di competenza del Senato) • egli affermò il dualismo secondo cui egli si riservava la monetazione d'oro e d'argento; mentre quella in bronzo resterà competenza del Senato Il dualismo principe – Senato → si estese a tutta la politica finanziaria dell'impero: • accanto al vecchio aerarium populi romani (di competenza dei praefecti aerarii di rango senatorio, e poi dei praetores ) si affiancò un sistema finanziario autonomo sotto la supervisione del principe ◦ dal momento che tra patrimonio personale e tesoro pubblico si era generata una “confusione” → Augusto sviluppò un sistema di casse separate: le rationes ▪ queste casse erano riferite ai singoli settori di competenza e gestite autonomamente dal principe → la più importante era l'aerarium militare:gestite da tre prefetti di rango pretorio, rispondevano di tutte le loro azioni dinanzi al principe Per quanto riguarda la sfera del patrimonio personale di Augusto (accresciuto da nuovi flussi di ricchezza come i proventi delle province imperiali o i lasciti testamentari) → fu affidato alla gestione di un procurator a patrimonio e reso pubblico • mentre il patrimonio privato del principe (res privata) → rimase sotto la più ampia disponibilità personale e di gestione più elastica del principe Il centro del potere e il governo provinciale La macchina amministrativa messa in piedi da Augusto continuò a funzionare anche dopo la sua morte → egli aveva portato avanti in modo sistematico il profondo risanamento del governo provinciale grazie al controllo unitario e costante esercitato su tutti i governatori provinciali • con i successori di Augusto riprese il sistema di integrazione provinciale: facilitando per i nuovi cittadini le forme di nobilitazione attraverso la carriera militare o al servizio del principe ◦ tutto ciò non riduce la distanza che continuava sussistere dal centro alla periferia (tra il mondo municipale e quello provinciale) • Augusto ebbe il merito di recuperare la distinzione tra province istituite da più tempo e già pacificate (province Populi Romani) e province sotto il comando delle armate romane (province Imperiali) ◦ le province imperiali rimasero sotto il diretto controllo dell'imperatore → che le governò attraverso legati muniti di imperium pro praetore ◦ le province sanatorie vennero lasciate al controllo del Senato → pur continuando ad essere governate da proconsules (governatori) ◦ entrambi i tipi di province erano gestite nell'amministrazione e nelle finanze → da procuratori imperiali sottoposti al controllo centrale [ma circa il rapporto tra procuratori e governatori provinciali non abbiamo sufficienti notizie, ipotizzando che questi ultimi avevano un residuale competenza di essere informati in materia] Particolare fu la condizione dell'Egitto → su di esso il principe esercitò un controllo diretto attraverso un praefectus Aegypti (di rango equestre) da lui direttamente dipendente • questa era la carica più elevata di tutta la carriera dell'ordine equestre: confermata dal divieto imposto ai senatori romani di recarsi in Egitto senza autorizzazione imperiale Il problema della successione Per quanto riguarda la sua successione Augusto non si fece trovare impreparato: • nel programmare la propria successione era facilitato dal fatto di non avere figli naturali di sesso maschile → E pertanto di dover inventare un successore ◦ egli designò M. Claudio Marcello (figlio della sua sorella Giulia) e il suo collaboratore fedelissimo Agrippa → ma dopo la morte precoce di entrambi la sua investitura operò nei riguardi di Tiberio ▪ Tiberio venne coinvolto negli ultimi anni di vita del principe nella titolarità dell'imperium proconsulare e della tribunicia potestas: i due pilastri fondamentali su cui si era detta la costruzione augustea ▪ il Senato alla morte del principe attribuì la pienezza di poteri e di ruoli a Tiberio → confermati dal successivo intervento del popolo nel comizio: nel corso del tempo la delibera del senato avrebbe assunto la forma compiuta di una vera e propria LEX DE IMPERIO • questo perché i successori di Tiberio in seguito verranno investiti mediante conferimento con un consultum poiché mancherà la designazione da parte del predecessore CAP 15 L'ORDINAMENTO IMPERIALE La successione di Augusto Primo successore di Augusto fu Tiberio → legato agli antichi valori repubblicani dell'aristocrazia guerriera cui apparteneva per nascita ed educazione, sembra infatti aver esitato ad accettare il potere imperiale • Tiberio si impegnò a risanare la situazione finanziaria e a rafforzare le frontiere esterne (i limes) Tiberio successe il governo di Claudio (dopo una breve parentesi con Caligola) il quale si dedicò sia alla ripresa espansionistica territoriale (con la conquista meridionale della Gran Bretagna) • ma soprattutto realizzò il primo significativo potenziamento della macchina amministrativa imperiale: ◦ per la prima volta venne coinvolto il ceto dei giuristi ◦ favorì nella burocratizzazione degli uffici di governo l'impiego di liberti imperiali Dopo la breve parentesi di Nerone (impegnato ad accentuare eccessivamente un carattere autocratico del suo potere) → successe al potere imperiale Vespasiano: homo novus fattosi strada nei comandi militari, di stirpe Flavia Il principato dei Flavi Vespasiano costituì una rottura con ciò che aveva creato Augusto: egli era portatore di valori tradizionali del mondo municipale (sapienza contadina, abitudine al risparmio e al duro lavoro) • in egli fu massima all'attenzione per l'amministrazione e il funzionamento ottimale della macchina di governo → Rispetto all'etica aristocratica della vecchia nobilitas di cui i Giulio-Caludi erano stati espressione ◦ fondamentale la sua lotta a risanare e potenziare le finanze pubbliche • inoltre gli si dedicò alla piena integrazione italica → Mediante un processo di assimilazione delle popolazioni extraitaliche ◦ lo strumento privilegiato di tale sviluppo fu la concessione del IUS LATII ha molte città provinciali → con la contestuale ascesa alla cittadinanza romana degli amministratori locali • Vespasiano si dedicò anche alla correzione del meccanismo di strategia difensiva dell'impero (che si era fondata in precedenza in un insieme di piccoli Stati indipendenti di ammortizzare uno le pressioni dall'esterno) ◦ egli estese il sistema provinciale anche a questi antichi staterelli semi- liberi: semplificando la gestione delle linee difensive dell'impero e ricollocando le armate provinciali verso i confini esterni ▪ sistema che poi fu collaudato dal figlio Domiziano nelle campagne contro la pressione sui confini delle popolazioni germaniche e slave Vespasiano fu accusato dal Senato di autoritarismo → il complotto che portò al suo assassinio fu portato avanti dai circoli conservatori della nobiltà senatoria assieme alle componenti innovatrici della società romana, tra cui i cristiani e giudaici • con la morte anche di Domiziano si estingue la dinastia dei Flavi → e il peso del Senato fu espressione del suo successore: Nerva