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Riassunto completo del libro 'Alunni speciali. Non solo dislessia', Sintesi del corso di Pedagogia

Riassunto completo e dettagliato (con esempi), del libro 'Alunni speciali. Non solo dislessia'.

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023
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Scarica Riassunto completo del libro 'Alunni speciali. Non solo dislessia' e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! RIASSUNTO DI ALUNNI SPECIALI. NON SOLO DISLESSIA CAPITOLO 1 - I DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA) 1.1 CHE COSA SONO I DSA Quando parliamo di dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia facciamo riferimento di Disturbi evolutivi Specifici di Apprendimento di origine neuro evolutiva (DSA). Questi disturbi non possono essere attribuiti ad un ritardo cognitivo, né a deficit sensoriali, né a condizioni provenienti dall’ambiente esterno (criterio di esclusione). Vi deve essere una discrepanza tra le prestazioni delle prove di scrittura, lettura e calcolo rispetto alle prestazioni attese per il livello di scolarità e al livello intellettivo (criterio di discrepanza). A questi due criteri, viene aggiunto un terzo criterio, ovvero il criterio basato sulla resistenza a un trattamento specifico; infatti, la denominazione DSA dovrebbe essere riservata ai bambini i cui disturbi persistono anche in seguito ad un trattamento specifico (logopedia, psicomotricità). Il compito della didattica, quindi, è quello di capire il bambino e potenziare l’apprendimento in ogni situazione. 1.2 CHE COSA È CAMBIATO NEGLI ULTIMI 20 ANNI In Italia, la prima definizione di dislessia viene data negli anni 90, come disturbo specifico di lettura. Prima degli anni 90, i bambini con dislessia venivano etichettati come bambini ritardati o caratteriali, tant’è che spesso venivano bocciati o abbandonati a sé stessi. Nel 2004 il MIUR emana la prima nota ministeriale, cui seguiranno note a tutela dei bambini con DSA. L’8 ottobre 2010 viene poi approvata la legge numero 170 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”, in cui vengono riconosciuti i quattro DSA. Successivamente, nel 2011, vengono pubblicate le linee guida per il diritto allo studio degli alunni e studenti con disturbi specifici dell’apprendimento. 1.3 QUALI SONO I DSA 1.3.1 LA DISLESSIA (DISTURBO SPECIFICO DELLA LETTURA) La dislessia riguarda la capacità di decodificare un testo scritto e si manifesta attraverso una minore fluidità e rapidità della lettura, rispetto a quanto atteso per l’età anagrafica dell’alunno, classe frequentata e livello di istruzione. Nella scuola secondaria il ragazzo dovrà riuscire a decodificare il testo. In presenza di dislessia, è opportuno utilizzare alcune strategie; si potrebbe, infatti, insistere sulla lettura silente, poiché spesso risulta più efficiente, per poi passare alla lettura a voce alta. Successivamente si potrà aiutare il ragazzo a cogliere il significato del testo, per poi passare ad una lettura più analitica. 1.3.2 LA DISORTOGRAFIA (DISTURBO SPECIFICO DELLA COMPITAZIONE) È il disturbo specifico della scrittura, e riguarda l’ortografia. Il bambino andrà a commettere errori fonologici (vengono confuse le lettere con suoni simili (v/f, s/z, t/d), e/o errori visto-spaziali (vengono confuse le lettere con segno grafico simile b/d, p/q, q/g). Vengono dimenticate le maiuscole e spesso gli accenti, gli apostrofi e la punteggiatura vengono omessi. 1.3.3 LA DISGRAFIA (DISTURBO SPECIFICO DELLA SCRITTURA) Il bambino avrà una minore fluenza riguardo la scrittura e una minore qualità dell’aspetto grafico. Inoltre, tenderà ad affaticarsi velocemente. 1.3.4 LA DISCALCULIA (DISTURBO SPECIFICO DELLE ABILITÀ ARITMETICHE) Questo deficit riguarda sia il sistema della cognizione numerica (il bambino non riesce a riconoscere le piccole quantità, la quantificazione, la seriazione, la comparazione, le strategie di composizione e scomposizione di quantità) sia le procedure esecutive e del calcolo (il bambino ha difficoltà nella lettura e nella scrittura dei numeri, nell’incolonnamento, nelle tabelline e nel calcolo vero e proprio). 1.4 ESISTE IL DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTO? A riguardo, ancora oggi, ci sono dibattiti, poiché non si sa per certo se inserire o no il disturbo di comprensione del testo (DCT) all’interno dei DSA. 1.5 I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO VANNO TRATTATI DOVE SI APPRENDE: A SCUOLA Gli insegnanti giocano un ruolo chiave riguardo i disturbi specifici dell’apprendimento, poiché è grazie all’osservazione che riescono, ma soprattutto devono, individualizzare e personalizzare la didattica. Oggi, infatti, gli insegnanti, oltre ad avere un profilo professionale che comprende competenze disciplinari, hanno anche competenze psicopedagogiche, al fine di avere tutti quegli strumenti adatti alla risoluzione del problema dell’alunno. 1.6 CHE COS’È L’APPRENDIMENTO? Secondo le neuroscienze l’apprendimento è quel processo che va ad incrementare l’efficienza grazie all’ambiente e all’esperienza. Quest’apprendimento è implicito e non dipende dalla nostra volontà, bensì dal nostro allenamento. Inoltre, questa definizione, riguarda i processi che possono essere automatizzati, quali ad esempio il parlare o il camminare. I DSA interessano le competenze che dovrebbero essere automatizzate, quali la decodifica, il calcolo; queste competenze si acquisiscono attraverso un apprendimento implicito. Tuttavia, l’istruzione scolastica si basa su un apprendimento esplicito in ci vengono trasmesse conoscenze simboliche e astratte. Affinché le due forme di apprendimento siano collegate, è importante che il bambino con DSA utilizzi un approccio multisensoriale, utilizzando nuove tecnologie che lo aiuteranno ad apprendere le conoscenze. Inoltre, è importante capire precocemente il disturbo dell’alunno, e aiutarlo ad esplorare e trovare tutte quelle strategie che più gli si addicono. 1.7 LA COMORBIDITÀ O COMORBILITA’ Questi due termini sono sinonimi e indicano la presenza contemporanea di più disturbi che tra loro non hanno alcun nesso. Possiamo parlare di comorbidità omotipica quando sono presenti diversi tipi di DSA contemporaneamente, e di comorbidità eterotipica se accanto al DSA sono presenti altri disturbi, quali ad esempio il disturbo del linguaggio, il disturbo dell’attenzione e il disturbo minore del movimento (disparassia). 1.7.1 IL DISTURBO DEL LINGUAGGIO Il linguaggio può essere considerato come il prodotto dell’affinamento e del potenziamento di una serie di attività cognitive coinvolte nelle funzioni sensoriali, motorie, di memoria e di comunicazione non verbale. I bambini che hanno difficoltà nelle abilità fonologiche possono sviluppare ritardi o disturbi nell’apprendimento della lettura e della scrittura, accompagnati da problemi di controllo dell’attenzione. Difficoltà nella competenza semantico/lessicale e morfosintattica potrebbero causare nel ragazzo la difficoltà nel comprendere parole che non vengon utilizzate quotidianamente; di conseguenza, il ragazzo tenderà ad usare parole di uso comune, non incorporando nel suo vocabolario parole più complicate o appartenenti ad un lessico specifico.  Disturbo Specifico di Comprensione del Testo (DCT): il DCT non viene inserito nei DSA. I ragazzi con DCT hanno difficoltà nell’estrarre le informazioni rilevanti dal testo e di conseguenza comprenderlo. Gli stessi ragazzi, però, non hanno difficoltà nel comprendere il testo, se questo viene letto o ascoltato da file audio. Per questo motivo è opportuno fornire allo studente strumenti compensativi per non limitare il loro processo di apprendimento;  Disturbo di Soluzione di Problemi (DSP): i ragazzi hanno buone capacità nella comprensione del testo e del calcolo, ma hanno difficoltà nella risoluzione dei problemi. Le abilità di comprensione del testo e di soluzione dei problemi rientrano nelle capacità trasversali. È importante che gli insegnanti si facciano carico di queste difficoltà, promuovendo l’apprendimento attraverso la tecnologia, soprattutto con le nuove generazioni che vengono definite “nativi digitali”. CAPITOLO 2 – SCUOLA SECONDARIA: CHI È IL NOSTRO ALLIEVO CON DSA? Gli allievi della scuola secondaria di primo grado che non hanno automatizzato le abilità di base si troveranno a mascherare il disturbo utilizzando maggiori risorse attentive rispetto ai coetanei. Quindi, si stancheranno prima, avranno un rendimento altalenante e l’atteggiamento nei confronti della scuola dipenderà dall’esperienza scolastica pregressa. Solo creando un ambiente sereno e stimolante si potrà raggiungere il successo formativo. È necessario, quindi, creare una didattica personalizzata, attuare una didattica individualizzata, aiutare lo studente a trovare gli strumenti compensativi di cui ha bisogno, dispensare lo studente da alcune prove introducendo le misure dispensative, utilizzare forme di verifica e valutazione adeguate. 2.1 CHE COSA VUOL DIRE AVERE COMPENSATO LA DISLESSIA Nella scuola secondaria in caso di dislessia compensata, l’alunno riuscirà ad utilizzare bene la via della lettura lessicale, ma avrà difficoltà ad accedere alla via fonologica. Quindi sarà in grado di capire ciò che legge. Nel caso in cui si dovesse trovare di fronte una consegna in cui la sostituzione di una parola con un’altra può cambiare il significato della frase, potrebbe incorrere ad una comprensione errata. Spesso, infatti, l’alunno con dislessia è l’unico ad interpretare la consegna in una certa maniera, provocando irritazione nei compagni e nei docenti. 2.2 FAQ Leggere domande pagg. 37 – 38. 2.3 L’IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI PRECOCE DI DSA E DELLA PREVENZIONE Per capire quanto sia importante la diagnosi precoce di DSA, presentiamo il caso di Paola, ragazza di 16 anni che da sempre ha un conflitto con la scuola. Già da piccola, Paola aveva difficoltà a studiare, a leggere, a fare i calcoli; di conseguenza veniva etichettata come la solita bambina pigra, senza voglia di studiare e frequentare la scuola. Durante gli anni del liceo, le sue problematiche persistevano, ma nessuno la capiva. Dopo l’ennesima sconfitta, decide di bere mezza bottiglia di Amuchina, viene in seguito trasportata in ospedale e, a condizioni stabilizzate, viene chiesta una consulenza con il Servizio di Neuropsichiatria Infantile e Adolescenza. Da qui emerge la presenza di dislessia, disgrafia, disortografia, disturbo della comprensione del testo e una forma di discalculia. È importante, quindi, intervenire già in età infantile, affinché non si presentino conseguenze del genere. 2.4 L’AUTOSTIMA Spesso i ragazzi con DSA hanno una bassa autostima, causata dal gruppo classe o dagli insegnanti che spesso non sanno come gestire la situazione. È fondamentale, quindi, creare un clima classe accogliente, praticare una didattica inclusiva tenendo conto dei singoli bisogni dei bambini con DSA. L’insegnante è colei che deve aiutare il bambino a fargli capire che si tratta di un problema che va affrontato quotidianamente, col quale bisogna convivere. Inoltre, piuttosto che evidenziare le difficoltà dell’alunno, sarebbe opportuno evidenziare e valorizzare le sue capacità, facendo partire il compito dai punti di forza del bambino, aiutandolo quindi a non abbattersi e a non avere una scarsa autostima. 2.5 L’IMPORTANZA DELLA CONSAPEVOLEZZA Il compito dei docenti della scuola secondaria è quello di rendere i ragazzi consapevoli dei loro processi mentali, delle loro difficoltà, ma soprattutto dei loro punti di forza. Solo dopo aver acquisito la giusta consapevolezza i ragazzi potranno affrontare le situazioni, suggerendo e creando nuove strategie utili allo svolgimento dei compiti. Strumento indispensabile per raggiungere questo traguardo è sicuramente la diagnosi che ci aiuta a riconoscere le criticità e valorizzare le qualità del ragazzo, ci aiuta ad assecondare il suo stile di apprendimento e a comprendere quanto i suoi risultati scolastici non dipendano dal suo impegno. CAPITOLO 3 – CHI FA CHE COSA 3.1 GLI INTERVENTI DI IDENTIFICAZIONE PRECOCE È compito della scuola attivare interventi tempestivi e idonei a individuare casi sospetti di DSA, comunicando alla famiglia l’intervento che si andrà a fare. 3.2 CHE COSA SONO GLI SCREENING Lo screening è l’applicazione di strumenti mirati a rilevare fattori di rischio e segni critici della presenza dei DSA. Gli screening dovrebbero essere condotti dagli insegnanti con la consulenza di altri professionisti. Gli screening possono essere effettuati attraverso test specifici rivolti direttamente agli studenti, oppure attraverso la somministrazione di questionari osservativi a insegnanti e genitori. 3.2.1 OSSERVARE CHE COSA? Per capire se un bambino è affetto da DSA, è importante inizialmente osservare le prestazioni nei vari ambiti di apprendimento, quali lettura, scrittura e calcolo. Inoltre è fondamentale capire quali potrebbero essere i primi campanelli dall’allarme. Ad esempio, nella scrittura vi è la presenza di errori ricorrenti, errori che sembrano di “distrazione”, difficoltà a controllare le regole ortografiche, punteggiatura scarsa o inesistente. Nella lettura il bambino perde continuamente il segno, inventa alcune parole e rallenta la lettura di fronte a una parola a bassa frequenza d’uso. Nel calcolo il bambino non capisce gli ordini di grandezza, non ricorda le procedure di calcolo, non ricorda le tabelline e gli altri fatti aritmetici, incolonna i numeri in modo scorretto. 3.2.2 QUALI SONO I TEST CHE SI POSSONO DARE IN CLASSE AGLI ALUNNI? Oltre ad una buona osservazione, i bambini possono essere sottoposti ad alcuni test. Tra i test ricordiamo:  Per la lettura – Prove di Lettura MT – Nuove Prove di Lettura MT per la Scuola Media Inferiore: si tratta di un test standardizzato che viene sottoposto ai ragazzi frequentanti la scuola secondaria di I grado. Questo test valuta la correttezza, la rapidità e la comprensione della lettura. La prova di correttezza e rapidità è una prova individuale per l’alunno, mentre la prova di comprensione è una prova collettiva.  Per la scrittura – Batteria di Valutazione della scrittura e della Competenza Ortografica nella scuola dell’obbligo: il test prevede il dettato di un brano differente per ogni classe, più un quarto dettato trasversale comune a tutte le classi. Gli errori sono fonologici, non fonologici e relativi al raddoppiamento della consonante e all’accento.  Per il calcolo – Test AC-MT 11-14 – Test di valutazione delle abilità di calcolo e problem solving: permette di valutare in maniera differenziata i diversi aspetti dell’apprendimento matematico: abilità nel calcolo scritto e orale, capacità di comprensione e produzione dei numeri, abilità di ragionamento aritmetico, velocità di calcolo e capacità di problem solving.  Per la comprensione del testo – La nuova guida alla comprensione del testo – vol. 1: sono prove per valutare le abilità di comprensione del testo, utili per indagare dieci componenti fondamentali: personaggi, luoghi, tempi e fatti; fatti e sequenze; struttura sintattica; collegamenti; inferenze lessicali e semantiche; sensibilità al testo; gerarchia del testo; modelli mentali; flessibilità; errori e incongruenze. 3.2.3 UNA GUIDA ALL’OSSERVAZIONE: IL QUESTIONARIO RSR – DSA Il questionario RSR – DSA è uno strumento utile per raccolta di informazioni tramite domande poste a genitori e insegnanti. Descrive le capacità scolastiche del soggetto con riferimento alle abilità di lettura, scrittura e calcolo e fornisce informazioni gerarchiche sulle abilità neuropsicologiche di base (linguaggio e organizzazione visto-spaziale e prassica), sul comportamento e sull’esperienza affettiva correlata all’apprendimento scolastico. 3.3 L’ATTIVITÀ DI POTENZIAMENTO Il termine potenziamento indica un intervento in grado di favorire il normale sviluppo di una funzione che sta emergendo. Il concetto di potenziamento solitamente viene connesso a quello di “sviluppo prossimale” di Vygotskji (differenza tra ciò che il ragazzo può fare da solo e ciò che è in grado di fare con l’aiuto e il supporto di una persona con una competenza maggiore). Secondo alcuni studi, una sfida cognitiva in questa zona stimola la ricerca, la motivazione all’apprendere e l’impegno a riuscire in tutti gli alunni. La capacità degli insegnanti di tarare la proposta didattica sulla zona di sviluppo prossimale e di organizzare in  Abilità linguistiche: indispensabili per la comprensione e la verifica degli apprendimenti;  Abilità di lettura, scrittura e calcolo: perché sono le abilità di base di tutti gli apprendimenti. 3.7.2 COME LEGGERE LA DIAGNOSI? L’etichetta diagnostica associata al codice F81 del manuale ICD-10 riguarda i “Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche” e comprende:  F81.0 Disturbo specifico della lettura (Dislessia);  F81.1 Disturbo specifico della scrittura (Disortografia);  F81.2 Disturbo specifico delle abilità aritmetiche (Discalculia);  F81.3 Disturbi misti delle abilità scolastiche (DSA misti);  F81.8 Altri disturbi evolutivi delle abilità scolastiche. È incluso il disturbo evolutivo della scrittura (espressivo);  F81.9 Disordine evolutivo delle abilità scolastiche non meglio specificato. Disturbi non specifici dove sono presenti disabilità nell’apprendimento non dovute e deficit cognitivi, neurologici, sensoriali o a inadeguata istruzione scolastica. La Disgrafia non è codificata espressamente nell’ICD-10 ma può essere compresa nella categoria F81.8. Nelle diagnosi, inoltre, vengono anche riportati dei valori numerici espressi in Deviazione standard (DS), percentuali, punti zeta (Z) o valori assoluti, che indicano il grado di disagio/difficoltà o potenzialità in una precisa abilità. 3.7.3 CHE COS’È LA DEVIAZIONE STANDARD? La deviazione standard (DS) indica di quanto un soggetto devia al di sopra o al di sotto della prestazione media (valore medio) fornita da individui della stessa età/classe. Il valore più frequente, che è il massimo della curva, coincide anche con il valore medio (M). Se il valore in esame, per esempio la rapidità di lettura, si discosta di 2 DS al di sotto del valore medio (M), la prestazione è in un’area di rischio obiettivo. In questo caso il parametro della rapidità di lettura rientra nei criteri di diagnosi di dislessia. Le difficoltà sono un continuum, per questo motivo un allievo che non rientra per poco nel criterio diagnostico (-2 DS) ha sicuramente delle difficoltà scolastiche e di conseguenza avrà bisogno di un intervento mirato di potenziamento. 3.7.4 CHE COSA SONO I PUNTI Z? I punti Z sono il valore della distanza dalla media della prestazione e vengono calcolati dalla seguente formula: PUNTI Z = (Valore Prestazione – Valore Media) / Deviazione Standard. 3.7.5 CHE COS’È IL PERCENTILE? I percentili (P) dividono la distribuzione di una serie di dati in cento parti e sono, dunque, 99. Se ad esempio calcoliamo il 10° percentile (P10), troveremo quel valore al di sotto del quale si colloca il 10% dei valori di rapidità di lettura. Se la prestazione si colloca al di sotto del 10° percentile, significa che vi è una situazione di disagio; se è al di sotto del 5° percentile, significa che vi è una situazione di rischio effettivo. 3.7.6 LA LETTURA: I PARAMETRI DI RAPIDITÀ E CORRETTEZZA Nelle scuole secondarie la quantità di pagine da leggere o studiare giornalmente aumenta sempre di più e quindi bisogna essere sempre più veloci. Se nella diagnosi viene segnalato anche un deficit attentivo è meglio ridurre la quantità di compito. 3.7.7 LE TABELLE DI RAPIDITÀ E CORRETTEZZA DELLA LETTURA 3.7.8 COME CALCOLARE LA RIDUZIONE DELLE VERIFICHE/COMPTI O IL TEMPO DA ASSEGNARE IN PIÙ Partendo dal valore della rapidità di lettura di un brano (sillabe/s) è possibile calcolare la percentuale di tempo supplementare o la riduzione della quantità del testo da leggere. Il ragazzo al momento della diagnosi frequenta il secondo anno della scuola secondaria di primo grado. Il valore medio è di 4,56. La rapidità di lettura è di 2,5 sill/s. Proporzione di tempo in più da assegnare: 4,56/2,5 = 1,82. Quindi se alla classe diamo 60 minuti al ragazzo dovremmo dare 60 x 1,82 = 109 minuti. CAPITOLO 4 – I PROTAGONISTI 4.1 IL RUOLO DELLA SCUOLA COME ISTITUZIONE La problematica dei DSA rappresenta una sfida per la scuola, per questo bisogna agire a livello di sistema, proporre una diversa organizzazione scolastica e formare i singoli docenti. La scuola dovrà, dunque, superare le difficoltà che derivano da una visione individualistica, pensarsi come una comunità professionale di pratiche; lavorare in rete tra le scuole del territorio, con gli specialisti del servizio riabilitativo e con le famiglie. Il contesto assume un ruolo fondamentale, infatti grazie anche ad esso (scuola, terapisti, famiglia) gli studenti dislessici riescono a compensare le difficoltà raggiungendo una buona autonomia e il pieno successo formativo. Necessaria è la diagnosi precoce di DSA come sottolinea la legge 170/2010 art.3 comma 3. Quindi, ogni istituzione scolastica deve inserire nel POF (Piano dell’Offerta Formativa) le procedure necessarie: dall’accoglienza dell’alunno con DSA alla progettazione di un percorso che garantisca il raggiungimento del suo successo formativo. 4.2 IL DIRIGENTE SCOLASTICO: CHE COSA DEVE FARE Il dirigente scolastico è il garante delle opportunità formative offerte e dei servizi erogati ed è colui che attiva ogni possibile iniziativa affinché il diritto allo studio di tutti e di ciascuno si realizzi. Egli potrà valutare l’opportunità di assegnare docenti curriculari con competenza nei DSA in classi ove sono presenti alunni con tale tipologia di disturbi. Egli è il garante del raggiungimento del successo formativo così come indicato dal D. Lgs 165/2001 (Vedi pag. 65). una didattica individualizzata/personalizzata. Inoltre, possono suggerire ai docenti le strategie di apprendimento che hanno maturato autonomamente. È importante, già nella scuola secondaria di primo grado, fare partecipi gli studenti del loro PDP (Piano Didattico Personalizzato), illustrandoglielo, ed eventualmente apportando modifiche da loro suggerite. Il consiglio è quello di far apporre anche a loro la firma sul PDP, questo aumenterà la consapevolezza e la responsabilità. Molti ragazzini con DSA pensano che la scuola non sia fatta per loro e preferiscono non pensarci. CAPITOLO 5 – IL PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO Recenti studi hanno dimostrato che siamo di fronte a un rovesciamento del paradigma pedagogico, che mette al centro del sistema formativo l’apprendimento dello studente, non l’insegnamento del docente. È molto più semplice pensare a una didattica personalizzata e inclusiva. La didattica inclusiva prevede un’accoglienza positiva delle persone: mette al centro lo studente; sollecita e consente di sviluppare e valorizzare le potenzialità che ogni alunno possiede in un contesto collettivo. Ogni scuola dovrà inserire nel proprio POF un modello di Piano Personalizzato condiviso e contestualizzato, in cui scrivere tutto ciò che si deve dare allo studente nel suo agire quotidiano (strategie, strumenti, ecc.), sulla base delle informazioni diagnostiche e delle osservazioni del ragazzo stesso e della sua famiglia. 5.1 DA CHI DEVE ESSERE PREPARATO IL PDP? Il Decreto attuativo della legge 170/2010 (art. 5 comma 1) afferma che: “La scuola garantisce ed esplicita, nei confronti di alunni e studenti con DSA, interventi didattici individualizzati e personalizzati, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato con l’indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative adottate”. Esso non deve essere redatto dal solo coordinatore o dal referente per i DSA ma anche dal corpo docente di ogni classe, in modo che la gestione e la programmazione scaturisca da una partecipazione integrale del consiglio di classe. 5.2 QUANDO COMPILARLO? 1. All’inizio do ogni anno scolastico, entro il primo trimestre, per gli studenti già segnalati (aggiornamento); 2. in qualsiasi momento dell’anno, in seguito alla presentazione di una diagnosi specialistica da parte della famiglia a scuola iniziata (entro 3 mesi). Il PDP va firmato da tutti, genitori, insegnanti e dirigente, compreso il ragazzo per responsabilizzarlo. Dal punto di vista legale la sua firma non avrà valore, ma ciò lo aiuterà a prendersi la responsabilità di ciò che farà o no farà nell’arco dell’anno. (A pag. 72 e 73 c’è un esempio di “Struttura del Piano Didattico Personalizzato”). CAPITOLO 6 – GLI INTERVENTI IN CLASSE 6.1 L’APPLICAZIONE DEL PDP Una volta compilato e sottoscritto il PDP va applicato. Dobbiamo tenere a mente che il bambino è dinamicamente complesso, quindi se necessario il PDP può essere modificato nel corso dell’anno, anche se è stato sottoscritto. 6.2 IL VALORE DELL’ACCOGLIENZA Il successo scolastico di tutto il gruppo classe compreso l’alunno con BES è dovuto dalla creazione del giusto clima. Ciò farà stare bene sia gli allievi che i docenti e, a questi ultimi, permette di operare una didattica flessibile e personalizzata senza dover inventare difficoltose strategie al fine di nascondere alla classe il diverso stile di apprendimento di ognuno di loro. Nel primo anno della scuola secondaria di primo grado, è importante l’attività di accoglienza, in quanto essa crea un ambiente idoneo alla personalizzazione in previsione di allievi che ancora non hanno diagnosi e che il team di insegnanti attento ai segnali potrà individuare con facilità. Ogni insegnante, inoltre, utilizzando la propria esperienza e seguendo la propria creatività, potrà proporre il percorso più idoneo. In quasi tutte le istituzioni scolastiche esistono protocolli di “accoglienza”. Tutto ciò permette di conoscere i nuovi alunni, di individuare i punti di forza e le difficoltà, le loro aspettative, il loro stile cognitivo, e di permettere agli allievi di presentarsi e conoscersi. 6.2.1 IL PERCORSO DI ACCOGLIENZA È possibile iniziare il percorso di accoglienza introducendo il tema della “diversità”, partendo da una discussione, oppure si possono utilizzare brani di letteratura che affrontano il tema della diversità. Dopo aver introdotto l’’argomento diversità:  chiedere agli studenti cosa sembra più utile al fine del loro successo scolastico, anche pensando alle esperienze pregresse;  fare constatare ali allievi che ognuno ha delle diverse esigenze, al fine di rendere di più e meglio a livello scolastico e che per ognuno è necessario individuare la metodologia vincente;  sottolineare che, proprio per le diversità emerse, per ognuno di loro si attueranno strategie differenti. 6.3 COME INTRODURRE LA TEMATICA DEI DSA Ognuno di noi funziona in modo diverso e apprende in modo diverso, per questo è possibile introdurre la tematica dei DSA utilizzando un libro o un filmato. La visione di un film (Stelle sulla terra) o la lettura di un testo (Le aquile sono nate per volare) possono essere lo spunto per:  sottolineare che si tratta di soggetti dal quoziente intellettivo pari e, per questo, superiore alla norma, ma che hanno un diverso funzionamento nell’apprendimento rispetto ai compagni;  illustrare cosa può servire a un allievo con DSA al fine di poter funzionare al meglio;  spiegare chiaramente il perché dell’utilizzo degli strumenti compensativi e delle misure dispensative a lui/lei necessari;  chiedere l’aiuto del gruppo classe per favorire l’apprendimento dei compagni con DSA (lettura testi, rinforzo orale, aiuti nella scrittura, ecc.). 6.4 COME ACCOMPAGNARE LO STUDENTE ALLA CONSAPEVOLEZZA Come si evince dalle Linee Guida, tutti gli attori che gravitano intorno all’alunno con DSA devono acquisire consapevolezza rispetto ai disturbi specifici, al fine di poterlo accompagnare al raggiungimento del successo formativo, scolastico e soprattutto personale. Spesso questi allievi, prima di avere una diagnosi, hanno avuto trascorsi scolastici nefasti, sono stati accusati di pigrizia, di poco impegno, di disattenzione, ecc. il compito del docente è quello di prendere gli studenti consapevoli del funzionamento dei loro processi mentali, è importante evidenziare non solo le loro difficoltà, ma soprattutto i loro punti di forza; facendo leva su questi ultimi, è possibile riuscire a recuperare la loro autostima. In questo modo gli allievi potranno abbandonare la paura di essere incapaci e inadeguati, e grazie all’acquisizione della consapevolezza del proprio ”specifico funzionamento”, potranno affrontare con maggior sicurezza l’ingresso alla scuola superiore, suggerendo loro stessi strategie vincenti già collaudate. Come procedere?  Chiedere il suo consenso e quello della famiglia per parlare in classe;  Invogliarlo a raccontare senza timore le sue difficoltà ai compagni e a non vergognarsi di chiedere aiuto; 6.7 LE MISURE DISPENSATIVE Sono misure che non violano l’imparzialità, ma al contrario mettono il dislessico sullo stesso piano dei suoi compagni. Sono interventi che consentono allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento. Per esempio, non è utile far leggere a un alunno con dislessia un lungo brano, in quanto l’esercizio, per via del disturbo, non migliora la sua prestazione nella lettura. Consentire allo studente con DSA di usufruire di maggior tempo per lo svolgimento di una prova, o di poter svolgere la stessa su un contenuto comunque disciplinarmente significativo ma ridotto, trova la sua ragion d’essere nel fatto che il disturbo lo impegna per più tempo dei propri compagni nella fase di decodifica degli items della prova. L’adozione delle misure dispensative, al fine di non creare immotivatamente facilitati, che non mirano al successo formativo degli alunni con DSA, dovrà essere sempre valutata sulla base dell’effettiva incidenza del disturbo sulle prestazioni richieste, in modo tale, comunque, da non differenziare, in ordine agli obiettivi, il percorso di apprendimento dell’alunno o dello studente in questione. Le misure dispensative:  Esonerano da alcune prestazioni (copiatura alla lavagna, lettura ad alta voce, ecc.);  Personalizzano il tempo delle attività;  Rendono personalizzabile la valutazione. Tali misure e strumenti non hanno lo scopo di “guarire” il ragazzo dal disturbo (perché non è una malattia), ma di aiutarlo a ridurre gli effetti, predisponendo una modalità di apprendimento più adatta alle sue specifiche caratteristiche. Gli permetteranno di raggiungere gli obiettivi disciplinari curriculari e di superare le difficoltà. La loro funzione è di facilitare l’esecuzione dei compiti cosiddetti automatici (“non intelligenti””, ma per gli allievi con DSA faticosi), proprio come un paio di occhiali permette al miope di leggere ciò che è scritto sulla lavagna. 7.4.1 LA DISPENSA DELLE PRESTAZIONI SCRITTE IN LINGUA STRANIERA 7.4.2 L’ESONERO DALLE LINGUE STRANIERE CAPITOLO 8 – FARE ATTENZIONE A… 8.1 I LIBRI DI TESTO La scelta dei libri di testo deve tener conto anche dei ragazzi con DSA. Essi normalmente hanno una buona memoria visiva: per questo motivo hanno bisogno di poter studiare su testi contenenti molte immagini, ma coerenti con i contenuti. L’ideale sarebbe un libro scritto solo con immagini e didascalie e leggibile a più livelli; nella parte centrale ci dovrebbe essere il nucleo dell’argomento e vari box con approfondimenti, collegamenti, sintesi, domande. Un esempio è l’e-book. 8.1.1 I LIBRI DI TESTO DIGITALI I libri di testo digitali possono essere di due tipi: 1. Copia su file (in genere PDF) del libro cartaceo; 2. Un vero e proprio libro interattivo. Entrambi possono essere letti da una sintesi vocale. Ultimamente viene avanzata l’ipotesi di utilizzare internet e usufruire dei libri in formato digitale, riducendo così il peso e i costi. La Circolare Ministeriale n.18 Prot. N. 1308 del 25 febbraio 2011 per l’anno scolastico 2011/2012 annuncia la progressiva transizione dai libri di testo on line o in versione mista, tenendo presente che a partire dall’anno scolastico 2012/2013 non potranno essere più utilizzati testi esclusivamente a stampa. 8.2 LE CARATTERISTICHE DI IMPAGINAZIONE Ogni individuo percepisce in modo diverso e questo vale anche per il sistema percettivo visivo. Per questo, anche se la forma e le dimensioni delle parole nella realtà sono uguali, esse vengono percepite in modo differente da ogni lettore. Per i dislessici, ci possono essere degli ostacoli creati dalla scrittura, che con piccoli accorgimenti possono essere ridotti. Ogni testo per essere letto deve essere percepito e messo a fuoco, per poter essere in un secondo momento decodificato. Il carattere (font) è la forma grafica delle lettere. Sbagliare carattere può affaticare la lettura o rendere illeggibile un testo. Fino a non molti anni fa la problematica della dislessia era poco conosciuta e non vi era alcun carattere tipografico progettato appositamente e nemmeno ci si era posti il problema di come migliorare l’impaginazione per aumentare la leggibilità di un testo, rendendo la lettura più semplice. IMPAGINAZIONE:  Usare caratteri senza grazie (sans serif) per esempio Verdiana, Trebuchet, ecc.  Usare caratteri con dimensione 12/14 pt;  Non usare il maiuscolo per più di 5 righe (ma usarlo per scrivere alla lavagna);  La larghezza della riga non deve essere superiore ai 13 cm (60-70 caratteri);  Lasciare uno dei due margini più ampi;  Giustificare solo a sinistra;  Non andare mai a capo spezzando una parola;  Per evidenziare un concetto usare il grassetto e non sottolineato;  Dividere in paragrafi;  Fare elenchi puntati o numerati;  Usare carta non troppo bianca e di una grammatura di almeno 80-90 g/m. 8.3 LO STILE DELLA SCRITTURA Anche il modo nel quale è scritto un testo può influire molto sulla sua leggibilità e comprensione. Alcune indicazioni a riguardo:  Il linguaggio dovrebbe essere il più possibile semplice e chiaro;  Le frasi dovrebbero essere piuttosto corte. Mantenete la lunghezza di una frase a una media di 15- 20 parole;  Usare il più possibile verbi attivi;  Non iniziare una nuova frase alla fine della riga, in quanto è più difficile seguirla;  Evitare le frasi al negativo, che non sono altro che tranelli linguistici. 8.8.1 IL GIOCO DI RUOLO E LE LINGUE STRANIERE Il gioco di ruolo viene utilizzato anche per l’apprendimento delle lingue straniere. Si possono creare degli ambienti familiari: un negozio, un bar, ecc; gli allievi dovranno farsi capire utilizzando solo le parole che conoscono e la mimica. Se sbagliano bisogna riprendere la loro frase dicendogliela in modo corretto senza correggerli direttamente. 8.9 LA COMUNICAZIONE AI GENITORI E LORO COINVOLGIMENTO Una buona relazione tra scuola e genitori aiuterà gli allievi soprattutto quelli che hanno difficoltà. Per ottenere ciò provate a:  Trovare un sistema di comunicazione efficace per informarli con regolarità sull’andamento del figlio/a (anche con comunicazioni scritte) e viceversa;  Coinvolgerli nei progetti scolastici;  Dare la possibilità di scambiarvi le impressioni e fate sì che vengano prese in considerazione;  Chiedere di raccontarvi le strategie vincenti di apprendimento/insegnamento che sono riusciti a trovare per aiutare loro figlio/a. CAPITOLO 9 – COME ORGANIZZARSI A CASA? 9.1 L’INDIPENDENZA I primi ad aiutare i ragazzi nei compiti sono i genitori, i quali però, non essendo insegnanti e non conoscendo a fondo lo stile cognitivo del proprio figlio, commettono spesso errori che ostacolano l’apprendimento significativo. I ragazzi di oggi sono “nativi digitali”, e il loro modo di apprendere si è in parte trasformato. È consigliabile stimolarli a trovare le loro strategie p, perché l’obiettivo principale è renderli indipendenti nello studio. L’obiettivo non è quello di fare tutti i compiti…ma di far sì che i ragazzi imparino a imparare. 9.2 L’APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO (O PROFONDO) L’apprendimento non è solo immagazzinamento di informazioni. Affinché sia efficace e duraturo, l’informazione deve essere prima trasformata dal discente. Solo così si può parlare di apprendimento significativo o profondo. La reiterazione non è uno stile di apprendimento efficace, anche se è quello più utilizzato. Solo lavorando sull’informazione gli studenti riusciranno a fissarla nella memoria. Leggere e ripetere attiva principalmente la memoria fonologica, che è deficitaria in molti ragazzi con dislessia. Se non vogliono dimenticare la lezione due giorni dopo, dovranno assolutamente trovare altre forme di apprendimento utilizzando il canale a loro più congeniale. Molti ragazzi con DSA hanno come canale preferenziale quello visivo; per questo troveranno aiuto nello studio, se utilizzeranno le mnemotecniche visive, le mappe cognitive con immagini, i diagrammi, l’uso dei colori, i grafici, ecc. Il deficit fonologico non è alla base di tutti i DSA, coi sono ragazzi che hanno il canale uditivo come punto di forza. Se hanno la via uditiva come canale preferenziale, dovranno utilizzare delle tecniche di memorizzazione basate sulle competenze fonologiche (creazioni di rime) attivando un apprendimento profondo. L’apprendimento inoltre non sarà semplificato dalla registrazione in classe delle lezioni. Il terzo canale di apprendimento è il cinestesico, nel quale i ragazzi imparano meglio attraverso il tatto, il movimento e la manipolazione. Questi studenti apprendono meglio quando l’esperienza di studio include dimostrazioni pratiche e se possono essere partecipanti attivi. Le preferenze dei canali sensoriali possono anche cambiare in base a ciò che si sta facendo. È importante che l’allievo compia un lavoro cognitivo su ciò che sta imparando. 9.3 LO STUDIO: COME SELEZIONARE LE INFORMAZIONI PIU’ IMPORTANTI DI UN TESTO Spesso i libri contengono domande in itinere, schemi, questionari per prepararsi all’interrogazione. Purtroppo i ragazzi tendono a saltare questi spunti; è invece importante spiegare loro anche queste parti, chiarire gli scopi di questi suggerimenti metodologici e guidare l’allievo con DSA ad acquisire un metodo efficace. Sottolineare non è un compito facile. Troppe persone hanno paura di scrivere sui libri: è importante usare pennarelli, evidenziatori, fare scritte ai margini, ecc. per potenziare la memoria procedurale. Un suggerimento potrebbe essere quello che chiede all’alunno di: 1. Leggere i titoli; 2. Dire che cosa pensa ci sia scritto sotto i titoli (lavoro di anticipazione e di brainstorming); 3. Andare a leggere la prima domanda al fondo del capitolo; 4. Trovare la risposta a quella domanda all’interno del paragrafo/capitolo; 5. Evidenziare la risposta; 6. Scrivere a lato della pagina la parola o le parole che gli permettono di ricordare l’intera frase; 7. Rispondere a tutte le domande del paragrafo/capitolo, in tal modo sarà in grado di crearsi la mappa cognitiva (mentale o concettuale). Lo studente sta, in questo modo, diventando un lettore attivo. 9.4 L’AMBIENTE DI STUDIO 9.4.1 L’AMBIENTE REALE Ad alcune persone piace studiare in silenzio, altre hanno bisogno di rumore di sottofondo. Un sottofondo musicale può aiutare alcuni ragazzi. Ogni individuo può avere una preferenza: alcuni trovano fastidiosa un’illuminazione eccessiva e che illumina tutta la stanza, altri si addormentano con una luce che illumina solo la scrivania. Molti ragazzi con DSA e con deficit attentivo preferiscono studiare con una luce concentrata solo sul lavoro, perché così non vengono distratti dagli oggetti della stanza. 9.4.2 L’AMBIENTE VIRTUALE È importante che il desktop sia in ordine, perché è facile che, nella fretta, il ragazzo salvi tutto disordinatamente sullo schermo, facendolo diventare presto sovraffollato: deve, dunque, imparare a creare varie cartelle su argomenti differenti. Per velocizzare la ricerca è necessario che ogni file abbia un nome appropriato. 9.5 LA GESTIONE DEL TEMPO Spesso i ragazzi con DSA hanno bisogno di aiuto anche nella gestione del tempo. Occorre aiutarli a crearsi un crono-programma della giornata: oltre agli elenchi di compiti da eseguire, può essere importante usare un timer. 9.6 NON SOLO LIBRI L’apprendimento può avvenire anche attraverso altri canali, per esempio i documentari sono per i ragazzi con dislessia un’ottima fonte. Possono cercare l’argomento di studio su archivi web. 9.7 LE BANCHE DATI E I SITI WEB 9.7.1 I SOFTWARE DIDATTICI Vi è una banca dati realizzata dall’Istituto Tecnologie Didattiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche, resa disponibile attraverso il Servizio di documentazione sui software didattico, attivo dal 1999 grazie a una convenzione con il MIUR. Oltre 4000 software didattici sono stati catalogati in schede documentali consultabili che spiegano le loro caratteristiche didattiche, raccontano in un sommario quello che fanno, mostrano come si presentano attraverso due immagini. Cliccando su ricerca avanzata e selezionando il disturbo specifico di apprendimento, si ottiene un elenco di circa 140 titoli di software indicati da autori/editori/distributori come strumenti utili agli alunni con DSA. Cliccando su ciascun titolo, si accede alla relativa scheda. Nelle schede sono presenti i riferimenti dei siti di autori/editori/distributori che si possono consultare per vedere se esistono novità. Per trovare rapidamente le schede, cliccare su ricerca avanzata. (DA PAG. 111 IN POI VI SONO ESEMPI DI APPENDICI)