Scarica Il Medioevo e le origini della letteratura in volgare e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! PARTE I Il Medioevo (476-1492) 1. La civiltà medievale Fine del mondo antico nascita di una nuova civiltà. L’Impero Romano si disgrega in molte nuove realtà. - Dall’unità linguistica del latino si passa alla pluralità delle lingue volgari: neolatine o romanze. (altrove prevalgono lingue germaniche) - Medioevo inizia nel 476: l’ultimo imperatore romano Romolo Augustolo viene cacciato da Odoacre re dei barbari Eruli. Dopo Odoacre, Teodorico (493-526), dopo Teodorico, regno degli Ostrogoti assaltato/assalto di Bisanzio – Giustiniano voleva ristabilire l’unità dell’impero. L’Italia torna ai Bizantini. 568 invasione longobarda – inizio vero e proprio del Medioevo in Italia. (+ si diffonde l’Islam). Ascesa di Carlo Magno che ricrea nel VIII sec. una struttura unitaria (restaura un potere di tipo imperiale = Sacro Romano Impero) fine longobardi + nasce feudalesimo + Crociate + Repubbliche Marinare (Amalfi, Venezia, Pisa, Genova) - IV secolo affermazione di una nuova religione: cristianesimo - Roma non è più capitale ma lo erano Milano e Bisanzio(= Costantinopoli), poi con Teodorico diventa Ravenna - Progetto (fallito) di Teodorico: incontro con la cultura latina con la collaborazione di Boezio e Cassiodoro. Severino Beozio (480-526) viene perseguitato e ucciso e in carcere scrive De Consolatione Philosophiae dove è la filosofia stessa a guidarlo e rassicurarlo negli ultimi momenti di vita. Aurelio Cassiodoro (490-575) favorisce la trascrizione di opere letterarie. - Si diffuse la parola “classico” (prima attestazione di Gellio, romano, II sec): appartenente ad una classe. Classico= scrittore di prima classe – degno di essere salvato/imitato - Virgilio fornisce una guida a 3 generi letterari e ai 3 stili che nel medioevo furono codificati - Nel medioevo vengono codificati 3 stili: umile (o elegiaco), medio (o comico), sublime (o tragico) - Cominciano a formarsi biblioteche nei monasteri (vd. monachesimo di Benedetto da Norcia VI sec regola ora et labora con copiatura dei codici. - Nel campo della poesia c’è il passaggio dalla lingua latina alle lingue romanze - Poesia latina= quantitativa – lingue romanze: le sillabe hanno tutte la stessa durata la poesia ha bisogno di altri elementi per marcare il verso (accenti delle parole, rima, assonanze) - I primi poeti cristiani provano ad imitare la metrica classica per mezzo della poesia liturgica (=inni) vd. sant’Ambrogio in cui prevale il carattere ritmico - Primi grandi scrittori latini medievali: papa Gregorio Magno (540-604) (-lettere, dialoghi e Moralia in Iob) e Paolo Diacono (720-799) (-Historia Langobardorum) - Con la nascita del Sacro Romano Impero c’è una rinascita x intellettuali italiani – opera di recupero della tradizione antica e rinascita delle istituzioni scolastiche (scuola palatina) + si prende atto dell’esistenza delle lingue volgari (842 Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico Giuramenti di Strasburgo) - Gli arabi conquistano luoghi del mondo ellenistico raccogliendo l’eredità del mondo classico tramandando la filosofia antica (Avicenna e Averroè) nascita delle prime scuole laiche di rango superiore = università - Università come luoghi x circolazione di uomini e idee - Nuova classe di intellettuali: clerici vagantes – poesia goliardica - Dall’Oriente viene importata la tecnologia di produzione della carta (+ economica) – la scrittura prende il sopravvento sull’oralità Agostino di Ippona (354-430): Confessioni – in parte opera autobiografica in cui ripercorre la sua vita, gli errori, ricerca di Dio. De Civitate Dei – lui testimone di invasioni barbariche si interroga sul senso della storia e sul rapporto Dio-uomo Paolo Orosio (seguace di Agostino): Historiae adversus paganosm – secondo lui la decadenza era la conseguenza dei peccati del paganesimo San Girolamo: Vulgata (385-404) – traduzione della Bibbia Severino Beozio (480-526): De Consolatione Philosophiae Isdoro di Siviglia: Etymologiae – opera enciclopedica dove torna la divisione delle discipline antiche (trivio e quadrivio) clerici vagantes – poesia goliardica 2. Le origini della letteratura in volgare 1 2.1 Primi documenti in volgare Quando inizia la letteratura italiana? (Di solito) con i primi testi in lingua volgare e in cui fosse riconoscibile uno dei fenomeni che distinguono un testo letterario da altri testi (=ricerca di ritmo, figure retoriche, modifiche nella disposizione di parole, divisione in versi e strofe) - volgare italiano: uno dei dialetti dell’Italia. Tra questi prende il sopravvento il toscano fiorentino (dal 400/500) - (fino agli inizi del 500 è una letteratura plurilinguista) - primi testi letterari in volgare: XIII sec.: Indovinello veronese (fine VIII secolo) Placiti Campani (960) - 4 documenti scritti a Capua in cui un giudice riconosce diritti di proprietà dell’abbazia di Montecassino grazie alla dichiarazione di alcuni testimoni che testimoniano in volgare. Frasi su un affresco della chiesa di San Clemente (fine XI secolo) 2.2 La letteratura europea - XII sec – rinascita della città e dell’economia/commerci aumenta il benessere capacità di leggere e scrivere - In Francia si sviluppano centri di studio vd. San Vittore e Chartres - Sviluppo della letteratura in volgare - Interesse x la poesia epica: Spagna “Cantar de mio Cid” (1140), in Germania “Saga dei Nibelunghi” (1200) e Francia - In Francia la produzione letteraria avviene nella lingua francese settentrionale antica = Langue d’oil + il periodo della storia dei carolingi diventa mito vd. poemi chanson de geste come la Chanson de Roland (1080), testo di riferimento del ciclo carolingio dove c’è: 1) Esaltazione dei valori del paladino - XII secolo, dopo i poemi epici, approfondimento dell’interiorità dei personaggi prevale la forma del “romanzo” (metrica leggera e cantabile: verso octosyllabe) - Romanzo= leggende del mondo antico (vd. Roman de Troie di Bernoit de Sainte-Maure) o figure storiche - Variante dell’epopea cavalleresca = ciclo bretone. – storie di re Artù e cavalieri della Tavola Rotonda. Tema = amore (Lancillotto-Ginevra, Tristano-Isotta) - Dalla chanson si passa al roman (con intreccio) - Roman difficile da memorizzare si passa alla scrittura x trasmissione e si affermano individualità artistiche come Chrétien de Troyes (metà XII sec.) - Temi= amore e avventura, l’esaltazione della nobiltà d’animo (superiore a quella di sangue), valori degli ordini cavallereschi (forza, coraggio...) - Questa cultura è definita cortese perché si sviluppa in corti feudali - Amore come sentimento di nobilitazione d’animo - Amante= servitore nei confronti della dama - Rivalutazione della donna che qui diventa domina, signora, consente al cavaliere di nobilitarsi + emergono donne scrittrici come Maria di Francia - Cortesia = insieme di virtù che distinguono il cavaliere dal villano (che ricerca il guadagno) Villani VS Cavalieri - Genere delle favole con animali vd. Roman de Renart “Cantar de mio Cid” (1140) – reconquista della penisola iberica (lotta tra cristianità e islam) “Saga dei Nibelunghi” (1200)- leggende dei popoli germanici Chanson de Roland (1080) – lotta tra Carlo Magno e i Saraceni (finisce con la rotta di Roncisvalle + morte di Orlando) verso cadenzato=decasyllabe Bernoit de Sainte-Maure: Roman de Troie Chrétien de Troyes (metà XII sec.) : Lancelot – Lancillotto, Ginevra + Perceval – ricerca del Graal del cavaliere Perceval Andrea Cappellano: De Amore – codifica l’amore cortese in 12 comandamenti, regole a cui gli amanti devono ubbidire Maria di Francia, Lais (canti) (1170-1175)- racconti in versi sull’amore cortese Fabliaux – racconti in versi dove risalta la tematica erotica (qui le donne non idealizzate) Roman de Renart- figura della volpe astuta + uomini con travestimento allegorico degli animali 2.3 La poesia provenzale 2 Sordello da Goito (1200-1269): compianto – decadenza morale e viltà dei principi contemporanei Iacopo da Lentini: Madonna, dir vo voglio – poesia che apre il Canzoniere Vaticano (manoscritto + antico della poesia italiana). Spunti dell’amor cortese Andrea Cappellano: Amor è un desio che ven da core – appagamento erotico raggiunto nella contemplazione della bellezza della donna. Io m’aggio posto in core a Dio servire – contemplazione interiore di una donna idealizzata. Pier della Vigne (1190-1249): lettere in latino Guido delle Colonne (1210-1280): Historia destructionis Troiae. Ancor che l’aigua per lo foco lassai – stile alto, esempio di trobar clus Rinaldo d’Aquino: Giamai non mi conforto (1227) – lamento per la partenza di un crociato Giacomino Pugliese: isplendiente/stelle d’albore Cielo (giullare): Rosa fresca aulentissima (1231-1250) – dialogo amante-amata con livello basso, realistico, crudo di tipo giullaresco – “plurilinguismo”, l’amante è un giullare che vuole soddisfare solo desiderio sessuale. Stefano Protonotaro: pir meu cori alligrari 3.2 Gli Ordini mendicanti - Inizi del 200: fermenti religiosi e spiritualità nuova - Nascono Ordini mendicanti= piccole comunità che vivono autenticamente il vangelo MA senza ritirarsi al di fuori del mondo (Domenicani e mendicanti) - Uno dei primi fu quello dei frati predicatori, detti Domenicani – fondatore: Domenico di Guzman (1170- 1221), i cui frati si servono nell’arma della parola rivolta contro le moderne eresie + momento della predica. - Predica= discorso in volgare con retorica particolare x colpire l’immaginazione - Exempla= racconti di vite dei santi che servissero da esempio. - I conventi domenicani si dotarono di scuole - Dell’ordine domenicano fu il filosofo Tommaso d’Aquino, che riprese Aristotele commentandone dei trattati, correggendo le interpretazioni radicali degli arabi (Avicenna e Averroè) + fa eseguire traduzioni direttamente dal greco x maggior attendibilità. - Ordine mendicante dei Francescani fondato da Francesco d’Assisi (1182-1226) approvato dopo iniziali sospetti di eresia+ - Francesco compone in dialetto umbro un canto di lode al Signore: Cantico delle creature che rimanda alla poesia biblica - Cantico delle creature, temi: positività delle cose mondane e del mondo (tipico del tardo medioevo) che si contrappone alle ideologie religiose che privilegiavano solo l’aspetto spirituale (vd. i catari e Lotario da Segni=Papa Innocenzo III – mondo = dominio del male) Aspetto della gioia perché ogni creatura del mondo rinvia al Creatore + morte=sorella, finale di un cammino, positiva. - Stile del Cantico: ritmi giullareschi, forte ritmicità legata alla musica, canto monodico - Gli elementi naturali hanno valenza umana, trasformati in personaggi di una rappresentazione aspetto rivoluzionario di Francesco = attenzione al teatro - Nel Medioevo si era persa la tradizione del teatro classico, condannato dai Padri della Chiesa. Poi rinato in ambito religioso, poi portata anche all’esterno della chiesa con la predicazione dei Domenicani (forma di teatro, attenzione alla gestualità e al modo di parlare) - Presepe di Greccio=nuova forme di drammatizzazione esplorate da Francesco – rappresentazione della Natalità - Dopo la morte di Francesco molti ne narrarono la vita (vd. da Celano, Bonaentura da Bagnoregio - Dopo Bonaventura l’ordine francescano comincia attività culturale promuovendo la nascita di studi (ciò portò a scontri con chi voleva rifarsi al radicale voto di povertà come i “fraticelli” guidati da Ubertino da Casale) - Le storie di francesco vengono rielaborate in volgare nei Fioretti di San Francesco Iacopo da Varazze (1267): Legenda Aurea – raccolta di vite si santi esemplari Iacopo Passavanti (132-1375): Specchio di vera penitenza – novelle esemplari +trattato sui sogni Tommaso d’Aquino (1225-1274): Contra Gentiles (contro i pagani), De Pulchro (sul bello), Summa Theologica – testo fondativo della filosofia scolastica basata su autorità aristotelica e sul tentativo di accordare fede e ragione. 5 Francesco d’Assisi (1182-1226): Cantico delle creature Lotario da Segni=Papa Innocenzo III: De Contemptu mundi – dimostra la vanità del mondo Tommaso da Celano: Vita sancti Francisci Ubertino da Casale: Arbor Vitae crucifixus Bonaventura da Bagnoregio (1221-1274): Legenda maior – espone in forma filosofica il cammino verso Dio di Francesco, la via al Creatore per mezzo delle creature Giacomino da Verona: De Ierusalem celesti (1230), De babilônia civitate infernal – analizza gli aspetti dela vita dele anime dopo la morte nei regni Paradiso e Inferno 3.3 La poesia comunale toscana - Poesia della corte imperiale: finita tragicamente dopo la morte di Federico. Crolla il dominio svevo e il partito ghibellino in Italia (a causa della sconfitta del figlio di Federico e suo erede Manfredi a Benevento nel 1226). Fu incoronato Carlo d’Angiò. - L’eredità della poesia federiciana non andò perduta – trascritta in manoscritti toscani - la linguistica siciliana fu assimilata all’uso del toscano pubblico molto + ampio: borghesia mercantile, notai e giuristi - Bologna – ruolo importante: centro di mediazione, luogo di studio e punto di incontro tra guelfi e ghibellini - L’interesse per la poesia volgare si sviluppa nell’ambiente giuridico e notarile - Bologna come laboratorio di prosa volgare grazie ad autori come: Guido Faba e Bono Giamboni - Bonagiunta Orbicciani (1220-1280) autore di canzonette e ballate è il primo a portare la poesia imperiale (federiciana) nella Toscana Occidentale. Stile: trobar leu con metri delle canzonette e delle ballate, eseguite nelle feste - Toscana Orientale (esposta alle lotte politiche): Guittone del Viva incarna in un primo momento la passione politica e poi un rinnovamento spirituale – conversione improvvisa alla vita religiosa + grande produzione poetica (50 canzoni e 175 sonetti) con trobar clus. - Seguace di Guittone: guittoniani tra cui: Chiaro Davanzati, Dante da Maiano, Monte Andrea, Compiuta Donzella. Bonagiunta Orbicciani (1220-1280) Guittone del Viva (1235-1294) – sonetti e canzoni con la sua dualità esistenziale tra il versante amoroso- politico e religioso-morale 3.4 La poesia lirica ‘nuova’ da Bologna a Firenze - Bologna: scuola di retorica volgare - Guido Guinizzelli (1235-1276), ghibellino quindi costretto all’esilio in Veneto. All’inizio guittoniano poi conosce la poesia dei provenzali e degli imperiali e torna alla poesia federiciana (vd. sonetto “Io voglio del ver la mia donna laudare”). Loda la donna che alla fine saluta ricorrendo a similitudini (rosa, giglio, stella diana (venere), aria, campagna. Temi: o innamorato in contemplazione (-stilema della poesia provenzale e della recente mediazione federiciana) o saluto (approfondito nel sonetto: Lo vostro bel saluto e l’gentil sguardo) nuova poetica – manifesto= Al cor gentile rempaira sempre amore: abbandono del contesto feudale Tema: donna-angelo - La densità filosofica e teologica della nuova poesia necessita di un pubblico colto e Guinizzelli prepara la strada ad un tipo di poesia inizialmente elitaria - La lode alla donna è una lode laica (non si fa a Dio) - Stile nuovo: raffinamento del lessico + tentativo di formare un linguaggio comune della poesia senza troppi artifici e oscurità trobar leu (leggerezza + dolcezza melodica) - La lezione di Guinizzelli da Bologna a Firenze dove c’è Guido Cavalcanti (1255-1300) di famiglia guelfa bianca - A Firenze, dopo la cacciata dei ghibellini, i guelfi si erano divisi in bianchi (con Cerchi) e neri (con Corso Donati). Cavalcanti si scontra con Corso Donati e viene esiliato a Sarzana dove muore. - Cavalcanti vuole marcare la componente elitaria della nuova poesia. All’inizio capeggia un gruppo di amici poeti che elaborano poesia per divertimento con stile del trobar leu (imitano Guinizzelli). Cavalcanti poi si distacca e si concentra su un tema unico: amore 6 - Tema ossessivo: amore che diventa una specie di malattia – effetti patologici + spiritelli (=facoltà vitali) travolti da Amore - Suggestionato dalla dottrina di Averroè: separazione fra anima sensitiva e anima razionale. L’amore investe la sensitiva, irrazionale ed è esperienza vitale. - Cavalcanti scrive anche testi dove il tema amoroso torna con uno stile più basso della pastorella provenzale (vd. In un boschetto trova’ la pasturella) fino al gioco comico del rovesciamento della donna angelo nella visione malevola di una gobbetta (vd. Guata, Manetto, quella scritgnutuzza) - tra i seguaci di Guido emerge Cino da Pistoia (1270-1337), guelfo nero che appoggia la discesa dell’imperatore Arrigo VII, amico di Dante, anello di congiunzione con Petrarca e Boccaccio - Con Cino è superata la stagione dello sperimentalismo - gli basta seguire le soluzioni stilistiche già tentate dagli amici - Cino elabora tema del ricordo e lontananza ne “La dolce vista e l’bel guardo soave” + dolore della separazione Guido Guinizzelli (1235-1276): Io voglio del ver la mia donna laudare – caratterizzato da “troppa sottiglianza e iscura parlatura” (-dice l’ex amico Bonagiunta), denso filosoficamente e scarsa chiarezza comunicativa. Molte similitudini + donna che saluta, che dona salute (=salvezza), Lo vostro bel saluto e l’gentil sguardo – fenomenologia dell’amore che passa attraverso lo sguardo della donna, talvolta assassino Al cor gentile rempaira sempre amore – legame tra amore e cuore nobile (usa gentile e non cortese – abbandono del contesto della corte feudale) + tematica amorosa donna-angelo interpretata come immagine di Dio Guido Cavalcanti (1255-1300) Chi è questa che ven, ch’ogn’om la mira – tema del saluto distruttivo, indicibilità della donna Voi che per li occhi mi passaste l’core – metafore scene di battaglia in cui la donna infierisce sul suo cuore Donna me prega – trattato sulla natura dell’amore Ballate leggere e malinconiche con presentimento della morte: Perch’i’ no spero di tornar giammai Lapo Gianni - canta l’atmosfera di gruppo dei giovani fiorentini del tempo Gianni Alfani Dino Frescobaldi - poesie su una donna sdegnosa, tema: amore impossibile Cino da Pistoia (1270-1337): su per la costa, Amor, de l’altro monte - compianto per Dante + 165 testi tema: amore per Selvaggia. “La dolce vista e l’bel guardo soave” 3.5 La poesia comica ⁃ parallelamente alla poesia lirica alta di sviluppa una poesia comica, bassa ⁃ Si basa sul rovesciamento e sulla parodia dei temi della poesia alta ⁃ Donna angelo popolana brutta e volgare ⁃ Tradizione misogina ⁃ È un esercizio di stile e lo dimostrano i sonetti comici di Guinizzelli, Cavalcanti, Dante e Rustico di Filippo (85 sonetti divisi tra tema amoroso-cortese e testi comici) ⁃ Caricature di ritratti grotteschi + legame del mondo comunale che contribuiranno alla formazione di personaggi nelle prime forme narrative nelle novelle ⁃ Altro filone della poesia comica: poesia goliardica: gioco e vita della taverna. Esponente- Cecco Angiolieri (1260-1313) ⁃ Temi: o esaltazione dei 3 principi della vita goliardica: donna, taverna, dado o amore basso sugli aspetti della sensualità ⁃ La condizione economica e sociale del poeta è determinante ⁃ Cecco sente il potere della fortuna, simbolo dell’irrazionale ⁃ Attacca le autorità e la sua rivolta lo porta ad attaccare papa, imperatore e tutti gli elementi naturali volendo sconvolgere il mondo e tutta l’umanità (sonetto “S’i’ fosse foco arderei l’mondo” ⁃ Oggetto del desiderio di Cecco: Becchina, volgare figlia di un conciatore di pellami che però Cecco è troppo povero per conquistare — Tema della povertà che produce uno stato di privazione fino alla malinconia (“la mia malinconia è tanta e tale” ) da provocare malattia d’amore. Rustico di Filippo (1230-1300) Cecco Angiolieri (1260-1313): 7 - Dino Compagni, guelfo, dopo l’ascesa di Bonifacio VIII e la vittoria dei Neri nutrì speranza di riscatto con la discesa dell’imperatore Arrigo VII, scrisse un memoriale del suo tempo: Cronica delle cose occorrenti ne’ tempi suoi - Narrativa breve : o si basa sulla tradizione degli exempla. Anche per la narrativa breve fu importante il volgarizzamento. Testi classici e cavallereschi servirono alla compilazione dei “Conti di antichi cavalieri”. Degno di nota è il “Libro dei sette savi” (1290), volgarizzamento toscano di un testo francese già tradotto da un testo latino derivato da un testo arabo. – cornice orientale, un principe accusato dalla perfida matrigna, che racconta 7 storie sui tradimenti dei figli; le rispondono 7 savi con 7 storie sulla falsità delle donne fino a dimostrare l’innocenza del principe. o Firenze: viene elaborata una raccolta narrativa del ‘200: Libro di novelle e di bel parlar gentile. Novella = racconto veritiero di qualcosa accaduto recentemente nascita di un nuovo genere che supera gli exempla dove risalta: 1) Manifestazione esteriore della cortesia di personaggi appartenenti al mondo cavalleresco ma anche borghese-cittadino – virtù cortesi + intelligenza borghese 2) L’uso della parola Stile: paratattico, ellissi, sintesi x far scorrere la prosa leggera. o Favole degli animali che allegoricamente si rifanno al mondo reale. Le caratteristiche degli animali narrati presi dai bestiari latini che si rifacevano al Physiologus greco. - Il mondo comincia ad aprirsi alla conoscenza, si nota nel “Libro della composizione del mondo” di Ristoro d’Arezzo - Marco Polo, mercante veneziano, andato in Cina col padre e con lo zio all’epoca di Kublai Khan. Tornato in Italia fu catturato dai genovesi ed imprigionato. Qui conosce Rustichello da Pisa che scrisse sotto dettatura le avventure vissute da Marco. Ne uscì il Milione – esperienza del meraviglioso vissuta in presa diretta – mondi diversi: medio Oriente, India e Cina Boncompagno da Signa (1195-1215): rethorica antiqua -trattato in latino sulla retorica, così come Boncompagnus Guido Faba: Gemma purpurea (1239) e Parlamenta et epistole- in volgare, esempi di prosa e di lettere Bono Giamboni (1235-1295): Libro de’ vizi e delle virtudi- racconto allegorico di viaggio iniziativo e battaglie tra vizi e virtù Guido delle Colonne – tradusse in latino il Roman de Troie Filippo de Ceffi – tradusse in fiorentino il Roman de Troie Salimbene de Adam (1221-1288): Chronica Riccardo Malaspina Dino Compagni (1260-1324): Cronica delle cose occorrenti ne’ tempi suoi – NO cronaca impersonale ma forte testimonianza di eventi vissuti con stile diretto e violento Ristoro d’Arezzo: Libro della composizione del mondo- divulgazione in volgare dei rudimenti di filosofia naturale contenuti nelle enciclopedie medievali. Marco Polo (1254-1295): il Milione 4. Dante (1265-1321) 4.1 La vita Durante di Alighiero nasce nel 1265 a Firenze, appartiene alla piccola nobiltà cittadina non tanto benestante (il trisavolo Cacciaguida aveva ottenuto titolo di cavaliere x partecipazione a una crociata). Padre Alighiero: traffici finanziari e forse usura. Sposa Gemma Donati con cui avrà 3 o 4 figli (Pietro e Iacopo si dedicheranno a diffusione e commento della Commedia). Studia sotto Brunetto Latini e Guido Cavalcanti. Tra 1286 e 1287 soggiorna a Bologna per studiare filosofia o medicina. 1283: Incontro con Beatrice di Folco Portinari (già sposa di Simone de’Bardi) amore intenso ma tutto interiore che verrà narrato dopo la morte di lei nella Vita nuova. Cerca di conquistarsi un posto nella vita della sua città combattendo contro gli aretini (battagli di Campaladino) dove si batte come feditore a cavallo, e contro i pisani (battaglia a Caprona). Negli anni ’90 riprende studi di filosofia e di classici nei conventi di Santa Croce e Santa Maria Novella. 10 1293 Giano della Bella promulga gli Ordinamenti di Giustizia che escludono dalla vita politica i nobili (in quanto estranei alle Arti). Ma Dante elude il divieto e si iscrive nel 1295 all’Arte dei medici e degli speziali. La carriera culmina con l’elezione a Priore. Negli scontri tra Bianchi e Neri Dante cerca politica di equilibrio e quando fu priore firma un decreto per l’esilio per i più faziosi: Corso Donati (Neri) e Guido Cavalcanti (ex-amico, Bianco). Si scaglia contro le ingerenze esterne di papa Bonifacio VIII che parteggia con i Neri. Ottobre 1301 partecipa a un’ambasceria al Papa il quale però invia il suo emissario, Carlo di Valois, che favorisce la vittoria dei Neri. Dante condannato a due anni di esilio per “baratteria” (=corruzione nei pubblici uffici – falsa accusa) + condanna a morte e confisca totale di beni. Dante costretto a vagabondare per l’Italia (tema: mancanza della sua patria). Primo esilio: nel Mugello Secondo esilio: presso signori ghibellini del Nord Italia: Scarpetta Ordelaffi e Bartolomeo dalla Scala. Nell’illusione di una pacificazione dopo la morte di Bonifacio scrive al cardinale Niccolò Prato. Riprende il peregrinare. La speranza di un riscatto torna con la venuta in Italia del nuovo imperatore: Arrigo VII ma crolla con la sua morte (1313). Poi fu escluso dall’amnistia purché pagasse una multa (- troppo, significava ammissione di colpa)- rispose con una lettera ad un amico fiorentino che ebbe come conseguenza la conferma della condanna a morte. Ultimi rifugi di Verona presso Cangrande dalla Scala e Guido Novello. Muore il 14 settembre del 1321 4.2 Rime della giovinezza ⁃ Inizialmente influenzato da Guittone Guido Cavalcanti ⁃ A ciascun’alma presa e gentil core – mandato a rimatori fiorentini come sorta di autopresentazione, risponde Guido con un sonetto di “accettazione” ⁃ L’adesione al club di Guido segna l’adesione alla poesia “nuova” ⁃ Salto di qualità: evoluzione delle poesie dedicate a Beatrice, consacrate alla sua lode esclusiva ⁃ Stile della lode inaugurato con Donne ch’avete intelletto d’amore, allontanamento dalla poesia di Cavalcanti amore non negativo o distruttivo MA nobilitante e beatificante, di ascesa spirituale e di purificazione ⁃ Dante maturo, alla fine del Purgatorio (canto XXIV) guarda indietro alle rime della sua giovinezza e volle definire il momento in cui la sua poesia cambiò rispetto a quella di Guido e a quelli. Venuti prima - fa pronunciare questo giudizio all’iniziatore della poesia toscana in volgare: Bonagiunta Orbicciani ⁃ Bonagiunta riconosce Dante come colui che iniziò le “nove rime” con Donne ch’avete intelletto d’amore ⁃ Superamento della tradizione precedente ⁃ Dolce stil novo: stacco stilistico incolmabile giocato nella metrica e nella tessitura di immagini e figure + equilibrio ritmico e fonico ⁃ Beatrice= salvifica e spirituale ⁃ Dolce stil novo= va dalla composizione di Donne ch’avete alla conclusione della Vita nuova. (Guido escluso) A ciascun’alma presa e gentil core (1283) – uno dei primi testi scritti in seguito all’incontro con Beatrice Guido, i’vorrei che tu e Lapo ed io – sogna di trovarsi su una barca con questi altri poeti e alle loro 3 donne; sogno di isolamento dalla realtà Per una ghirlandetta Sirventese perduto per le belle donne di Firenze (Beatrice al 9° posto) Amore e l’cor gentil sono una cosa / sì come il saggio il suo dittatore pone – omaggio a Guinizzelli (saggio) Non mi poriano già mai fare ammenda Donne ch’avete intelletto d’amore – inaugura lo stile della lode Donne ch’avete intelletto d’amore: segna l’inizio delle “nove rime” 4.3 Vita nuova ⁃ Prosimetro di 31 testi poetici dal 1283 al 1291 – 25 sonetti, 4 canzoni, 1 stanza isolata, 1 ballata ⁃ Scritta dopo la morte di beatrice (1290) quando Dante pensa di raccogliere tutta la produzione poetica legata alla donna in un unico “libro”, struttura unitaria ⁃ Il libro però non poteva essere nella forma del canzoniere. c’erano molti elementi extratestuali che Dante voleva comunicare – voleva raccontare anche come erano nati quei testi, in quali situazioni serviva esegesi, interpretazione ⁃ I testi poetici si dispongono in una cornice unitaria di testi in prosa 11 ⁃ modello: Boezio, (De consolatione philosophiae = prosimetro con forte carattere autobiografico), manoscritti provenzali (le poesie dei trovatori erano accompagnate da parti in prosa con il raconto della loro vita e l’interpretazione del testo) ⁃ NON è né autobiografia né romanzo d’amore MA opera complessa con riferimenti alle scritture profetiche, ai Vangeli ed è l’occasione di esibire una cultura personale formata sui classici latini e sulla Bibbia. ⁃ Numerologia (Beatrice associata al numero 9, perfezione, multiplo di 3 – angelo) ⁃ Proemio: Dante finge di aprire un libro immateriale = “libro della memoria” dove all’inizio trova una rubrica che dice “Incipit vita nova” in cui ritrova le “parole” (= poesie) della vita nova (=giovinezza) trova poesie della giovinezza che vuole “ricopiare in un altro libello” ⁃ Inizio della narrazione: primo incontro con Beatrice a nove anni ⁃ 9 anni dopo 1283 (Dante 18enne) incontra nuovamente la “gentilissima” e il suo “saluto” scatena la fenomenologia dell’amore primo sogno di Dante ⁃ Sogno di Dante: apparizione di Amore e della donna, immagine del cuore mangiato, primo presagio di morte, la figura della donna portata in cielo dagli angeli. ⁃ Al risveglio scrive il 1° sonetto: A ciascun alma presa e gentil core – racconta il sogno + lo invia agli amici (che non capiscono il vero significato del sogno). Risponde Guido con Vedeste, al mio parere, onne valore ⁃ Volontà di Dante di tenere segreto il suo amore, simula amore x un’altra: “donna schermo” che provoca lo sdegno di Beatrice e la negazione del saluto – crisi di Dante superata con lo “stile della loda” (del dolce stil novo) con la canzone Donne ch’avete intelletto d’amore ⁃ Donne ch’avete intelletto d’amore: canzone con stanze da 14 versi endecasillabi - recupero del valore positivo dell’esperienza amorosa con dedizione totale all’amata qualunque sia l’atteggiamento (opposto di Cavalcanti) ⁃ Cambio del destinatario: NON più donna ma pubblico elitario in grado di intendere questa dottrina d’amore ⁃ Superamento di Cavalcanti anche in Tanto gentile e tanto onesta pare ⁃ Tanto gentile e tanto onesta pare: effetti sull’amato all’inizio: annichilenti (= Cavalcanti), poi: beatificanti ⁃ Storia continua con presagi di morte ⁃ Morte di Beatrice non raccontata ma la data, 8 giugno 1290, fornisce a Dante occasione x digressione sulla misurazione del tempo ⁃ 2 anni dopo Dante viene traviato da una “donna gentile”, ma richiamato con nuova visione di Beatrice che gli appare in una “mirabile visione” 4.4 Rime della maturità ⁃ Dante si allontana da Guido il quale lo critica in “I’vegno ‘l giorno a te infinite volte” ⁃ Esperienza del dolce stil novo finisce ritorno allo stile comico – scambio di sonetti con Cecco Angiolieri + tenzone con Forese Donati ⁃ Tenzone “per le rime” (=riprende le stesse rime dei testi di Dante) con Forese: sfida di 3 sonetti di Dante e 3 risposte di Forese. Dante attribuisce a Forese impotenza sessuale, povertà, gola e falsità, Forese a Dante vigliaccheria, avarizia e usura (-velata) ⁃ Tenzone = sperimentazione nell’uso di lessico basso x Dante ⁃ Poi riprende poesia provenzale con il trobar clus (modello: Arnaut Daniel) descrivendo una passione erotica x una donna impossibile che lo respinge, crudele donna-petra rime petrose (4 componimenti che portano a sperimentalismo metrico) ⁃ Così nel mio parlar voglio esser aspro (appartiene alle rime petrose): amore x donna-petra, desiderio di vendetta dopo essere stato respinto, immaginario sadico ⁃ Io son venuto al punto della rota: negativa condizione esistenziale, natura morta dell’inverno, gelo=morte dell’anima ⁃ Al poco giorno e al gran cerchio d’ombra: per la prima volta nella poesia italiana Dante usa la sestina (modello: Lo ferm voler di Arnaut Daniel) + schema rimico ricorrente: retrogradatio cruciata. + torna il numero 6, valore rovesciato del 9 di Beatrice ⁃ 6= rappresenta il momento di crisi spirituale ed esistenziale, la pietrificazione del cuore ⁃ Amor tu vedi ben che questa donna: parole-rima =5 ⁃ Negli anni successivi: Dante torna sporadicamente alla composizione di rime ⁃ Periodo iniziale dell’esilio 1304: Tre donne intorno al cor mi son venute – appaiono 3 donne personificazioni della Giustizia – si lega alla sofferenza di chi è stato vittima di un’ingiusta accusa di baratteria e condanna a morte ed esilio Dante cerca di essere cantor rectitudinis (=poeta di alto impegno morale) ⁃ Amor, da che convien pur ch’io mi doglia (o “montanina”): ultima canzone isolata di Dante 1307 – rinvia a paesaggio montano nel periodo in cui era esule e ospite dei Conti Guidi. 12 - Fondata su un’idea di struttura morale derivante dall’etica Nicomachea (Aristotele). - Dottrina scolastica: libero arbitrio Dante riconosce maggiore o minore gravità al peccato a seconda del consentimento della volontà. (Peccati meno gravi: ha influito una predisposizione/inclinazione rispetto che una volontà. Peccati + gravi: quelli in cui la libera volontà si volta verso il male consapevolmente - Odine morale tradotto da Dante in ordine fisico e cosmologico: Male= allontanamento da bene (gradualità nella struttura dell’inferno) - Inferno: voragine causata dalla caduta di Lucifero e la terra si ritrasse inorridita. Dal peccato più lieve a quello più grave in fondo. - Purgatorio: montagna al centro del mare Oceano, sormontata dal Paradiso. L’ascesa di questa montagna avviene x mezzo di cornici che corrispondono ai 7 peccati capitali. - Intorno alla sfera terrestre le orbite dei pianeti ad ognuna delle quali si collega un ordine angelico e una categoria di spiriti beati fino all’empireo. - Architettura tripartita: ogni cantica conta 33 canti (inferno 34, 1 proemio dell’opera) = 100 canti totali/ 14233 versi endecasillabi - Numerologia: grande valore x Dante. Numero 7: cifra delle virtù, dei vizi, dei doni dello Spirito Santo, delle arti liberali… Numero 9: cifra dei cieli e delle gerarchie angeliche Centro dell’opera, canti 16 e 17, dedicato ai temi del libero arbitrio e amore - Tra le tre cantiche si istaurano corrispondenze di situazioni (Es. canto VI in ogni cantica: tema politico, perché il numero 6, nell’esegesi medievale, rinvia alla sfera terrena) - Tra le tre cantiche si istaurano corrispondenze di parole (ogni cantica si chiude con la parola stelle) - Numero dominante: 3, associato alla trinità - Metro: terzina - Modulo rimico: incatenato “aperto” (ABA BCB … dopo la sesta strofa la struttura torna al punto di partenza – aperto) - Pluristilismo: passaggio da uno stile a un altro (pur se con tonalità differenti nell’adattamento alla materia prevalente delle cantiche: Inferno basso, Purgatorio medio, Paradiso alto) - Plurilinguismo - Visio o facto? Oggi, al contrario che nel medioevo, la vera domanda da porre sarebbe come Dante avrebbe voluto che la sua opera fosse letta? come visio, come il racconto di una esperienza reale - Il racconto procede senza digressioni + massimo livello di oggettività nonostante la vicenda sia narrata in prima persona da Dante contemporaneamente: Dante personaggio e pellegrino del viaggio tempo interno Dante reale/poeta tempo esterno - Funzione emozionale della commedia NON cifra di soggettività ma elemento di certificazione (- è l’io del testimone che dice “Io ero lì e ho visto” - Racconto di un viaggio: speculare al viaggio esistenziale di Dante negli anni dell’esilio - Distinzione tra: o Tempo interno: Settimana Santa del 1300 (anno del primo Giubileo indetto da Bonifacio VIII). Ricorre anche lo schema penitenziale del Giubileo stesso: visita fisica delle grandi basiliche + meditazione dei peccati commessi o Tempo esterno: periodo di composizione della commedia (1306-1321) - Tempo del viaggio: simbolico, o Inferno: regno della notte, non c’è percezione precisa del suo passaggio o Purgatorio: regno della temporalità (nel tempo si svolge il processo di purificazione) con descrizioni di albe, crepuscoli o Paradiso: il tempo NON è quello dell’uomo, ma quello del cosmo, fino all’annullamento stesso nella visione di Dio - Lo scarto tra tempo interno ed esterno fornisce la possibilità di raccontare anche eventi posteriori al 1300 in forma di profezie pronunciate dai personaggi registro profetico x elevare l’opera al tono tragico - Visio = visione di cose ultraterrene simili a quelle dei profeti biblici - Profezie: con linguaggio enigmatico, oscuro (soprattutto quelle riferite a Dante, spiegate solo nella parte finale del viaggio in Paradiso da parte dell’avo Cacciaguida) - Flashfowards e flashbacks - Poesia che si fa rappresentazione di vicende umane, attraverso l’invenzione di personaggi di un dramma universale = storia dell’umanità 15 - Quei personaggi, dopo la morte, entrano nella condizione dell’eterno la loro figura è compiuta per sempre – Dante interpreta il rapporto tra umano ed eterno con un procedimento di rappresentazione: realismo figurale - Realismo figurale= per interpretare il rapporto umano-eterno, basato su elementi realistici ma proiettati sulla condizione eterna della “figura compiuta” - La descrizione fisica rinvia sempre ad una realtà spirituale: Inferno: fattezze umane assumono carattere bestiale Paradiso: fattezze umane abbagliate dalla luce del divino. - Storie individuali: di cronaca nera o politica (Dante non ha bisogno di raccontare di uovo i fatti, lavora x ellissi, li lascia sottintesi. Sono i personaggi a rivelare loro stessi in dettagli segreti - Novelle, spesso tragiche (stile alto) e basate sulla ripetizione di exempla morali operato grazie al realismo figurale che dà autonomia al personaggio Commedia anche un libro di novelle, vicino alla cronaca nonché grande libro che racconta la storia italiana del Due-Trecento. Inferno Inizio: Dante smarrito nella selva oscura incontra le 3 fiere, lonza, leone, lupa (lussuria, superbia, avarizia), ad aiutarlo appare Virgilio, Dante ha paura ma confortato da lui che dice di essere stato mandatogli da Beatrice, intermediaria ella Vergine Maria (II) Gerusalemme Antinferno: ignavi Acheronete o Caronte (III) I cerchio: Limbo (anime che no conobbero il messaggio di Cristo o Omero, Orazio, Ovidio, Lucano, Virgilio (IV canto) II cerchio: lussuriosi o Minosse II, giudica i dannati o Paolo e Francesca (V) III cerchio: golosi – pioggia maledetta o Cerbero- sorveglia o Ciacco (profezia lotte bianchi-neri) (VI) IV cerchio: prodighi e avari – spingono pietroni in direzioni opposte o Pluto- sorveglia V Cerchio: iracondi e accidiosi – immersi nelle acque dello Stige (VII) o Barca di Flegias o Filippo Argenti Mura della Città di Dite – Dante e Virgilio respinti dai diavoli (VIII) ed entrano grazie all’aiuto di un angelo (IX) VI cerchio: eretici – tombe scoperchiate o Farinata degli Uberti - profezia o Cavalcante Cavalcanti (X) Spiegazione della struttura dell’inferno da parte di Virgilio (XI) i due con una frana giungono al: VII cerchio: violenti (divisi in 3 gironi) fiume Flegetonte o Minotauro – custode 1) Violenti contro il prossimo – immersi in fiume Flegetone di sangue bollente e tormentati da centauri (XII) 2) Violenti contro se stessi (suicidi e scialacquatori) – boscaglia dove le piante rinsecchite = anime dei suicidi + dilaniati da cani infernali (scialacquatori) (XIII) o Pier delle Vigne 3) Violenti contro Dio, natura (-sodomiti) e arte (-usurai)– landa desertica sotto pioggia di fuoco o Brunetto Latini (sodomita) – profezia (XV) o Guido Guerra, Tegghiaio Aldobrandi, Iacopo Rusticucci (guelfi fiorentini) Dante riferisce la decadenza di Firenze (XVI) Dante passa all’VIII cerchio in sella a Gerione, mostro volante VIII cerchio: fraudolenti (10 Malebolge) (XVII) Bolge 1) Ruffiani e seduttori o Venedico Caccianemico (ruffiano) o Giasone (seduttore) 2) Adulatori – tuffati negli escrementi o Alessio Interminelli 16 o Taide (prostituta) (XVIII) 3) Simoniaci – pietra bucherellata con all’interno dannati a testa in giù o Papa Niccolò III – aspetta Bonifacio VIII e Clemente V (XIX) 4) Indovini (– testa al contrario) (XX) 5) barattieri (– arpionati da diavoli e gettati in pece bollente) o Malacoda – capo dei diavoli (Virgilio tenta di stipulare accordo con lui x incolumità sua e di Dante) (XXI) o Ciampolo di Navarra – episodio comico (XXII) 6) Ipocriti o Caifas sacerdote del Sinedrio – condannò Gesù o Catalano dei Malavolti – frate gaudente o Loderingo degli Andalò (XXIII) – frate gaudente 7) Ladri – perpetua metamorfosi con serpenti o Puccio Sciancato o Francesco Cavalcanti (XXV) Invettiva contro Firenze di Dante 8) Consiglieri fraudolenti – anime dei dannati = fiammelle o Ulisse (XXVI) – quasi controfigura dello stesso Dante o Guido da Montefeltro – consigliere malvagio di Bonifacio (XXVII) 9) Seminatori di discordie – feriti e squartati (XXVIII) o Maometto o Pier da Medicina o Mosca de’ Lamberti o Bertran de Born o Geri del Bello 10) Falsari – colpiti da terribili malattie o Griffolino d’Arezzo o Capocchio da Siena (XXIX) – azzannati da Gianni Schicchi e Mirra o Maestro Adamo (XXX) IX cerchio: fraudolenti contro chi si fida= traditori, fiume congelato Cocito o Nembrot – uno dei 2 giganti (che sembravano torri), colpevole della torre di Babele o Anteo – gigante (XXXI) Prima zona= Caina: traditori dei congiunti Seconda zona= Antenora: traditori della patria o Bocca degli Abati (XXXII) o Conte Ugolino – divora la testa dell’arcivescovo di Ruggieri – si ciba delle carni dei figli sconvolto dalla fame Terza zona: Tolomea (XXXIII): traditori degli ospiti Quarta zona = Giudecca: traditori di Dio e dell’impero – dilaniati nelle 3 bocche di Lucifero o Giuda o Cassio o Bruto Lucifero al centro della Terra- dante e Virgilio si aggrappano al suo pelo, superano il centro della terra, imboccano un lunghissimo budello che li porta dall’altra parte del mondo a “riveder le stelle” (XXXIV) Purgatorio Invocazione alle Muse + visione del pianeta Venere e 4 stelle. o Custode del Purgatorio = Catone Uticense – morto suicida x difendere libertà Rito di purificazione di Dante (I) Giunge una barca guidata da un angelo, scendono anime che cantano salmo In exitu Israel e tra esse o Casella (amico di Dante) – canta Amor che nella mente mi ragiona (II) Scomunicati (altro gruppo di anime) o Manfredi, figlio di Federico II – ucciso a Benevento 1266 ma salvato dal pentimento (III) Si sale a una piana che porta ai: Negligenti o Belacqua (IV) - fiorentino 17 Dante torna sulla terra purificato, guidato ormai dall’ “amor che move il sole e l’altre stelle” (XXXIII) PARTE II Il Rinascimento 1. Il primo Trecento 1.1 Crisi del Medioevo - Strutture fondamentali della civiltà medievale entrano in crisi - Papato (che con Bonifacio VIII aveva raggiunto il livello di supremazia teocratica) passa sotto la tutela della monarchia francese - Sede del papato da Roma ad Avignone (1308-1377) (il ritorno dei papi a Roma avverrà definitivamente con Gregorio XI (1377) cosa che provocherà uno scisma – Scisma d’Occidente (1378-1412) (- separazione di quanti continuavano a riconoscere il papa legittimo ad Avignone) - L’Impero, dopo discesa e morte di Arrigo VII rinuncia alla politica d’influenza in Italia, orientandosi più verso Europa centrale e orientale. - Emergono soggetti politici + forti dell’Impero: Stati nazionali Francia e Inghilterra - Guerra dei Cent’anni: Francia vs Inghilterra (1337-1453) - Impero Bizantino sta per crollare sotto i Turchi - Italia XII-XIII proiettata verso il Mediterraneo orientale con Crociate e Repubbliche Marinare + proiettata verso Europa con mercanti - L’Italia risente dei cambiamenti (-crisi della monarchia francese, guerra dei 100 anni + carestie e pestilenze) - Peste Nera 1347-1350 - Falliscono le banche, città diventano ingovernabili, rivolte di classe, lotte tra fazioni politiche - Le istituzioni politiche comunali lasciano il posto a Signorie e Principati = esercizio del potere da parte di una sola famiglia - Grandi famiglie di origine feudale costituiscono corti nelle città importanti: o Treviso: Da Romano o Verona: Scaligeri o Padova: Da Carrara o Milano: Visconti o Mantova: Gonzaga o Ferrara: Estensi sistema italiano in assenza di entità più forte delle altre capace di unificare la penisola sistema degli stati regionali - Uniche repubbliche marinare che restano: Genova e Venezia - Stato della Chiesa: situazione di anarchia, tentativo di costituzione di una repubblica romana (1350-1370) - Regno di Napoli sotto Roberto d’Angiò - Mondo cambiato, dominato dalla mutevolezza in cui la Fortuna perde il carattere moralistico di strumento rivelatore delle vanità umane MA diventa segno enigmatico del caos, dell’irrazionalità. - Senso della morte: flagello universale e livellatore (vd. peste) - Nuova visione della vita: minori certezze 1.2 La cultura veneta - Veneto: regione all’avanguardia in cui si incrociavano le istanze delle nuove letterature volgari europee (in provenzale/francese) e della cultura mediolatina (recupero della memoria degli antichi) - A Verona: resti archeologici, importanti biblioteche (la Capitolare di Verona + quella nella abbazia di Pomposa), clima di ricerca di testi antichi - Ritrovate tragedie di Seneca a Pomposa da Lovato Lovati - Ritrovati testi di Livio 20 - Emerge tra gli intellettuali un notaio padovano: Albertino Mussato (1261-1329) (-ambasciatore di Bonifacio VIII e di Arrigo VII). Incoronato poeta (1315), scrive opere storiche in latino legate alla contemporaneità – imitazione delle tragedie di Seneca + gusto x rappresentazione cupa - Storiografia ufficiale veneziana: nasce in latino – cronache di Andrea Dandolo - Genere cavalleresco con narrativa di evasione, lingua franco-veneta – ebbe grande fortuna nelle corti padane con testi come: Geste Francor e l’Entrée d’Espagne (innamoramento di Orlando per una saracena), racconto continuato da Niccolò da Verona - Niccolò de Rossi mediazione verso la letteratura in volgare - produzione lirica + compila antologia di poesia in provenzale, francese e toscano Albertino Mussato (1261-1329): Historia Augusta de gestis Henrici VII e De gestis Italicorum post mortem Henrici VII + Ecerinis – tragedia storica latina sul tiranno di Treviso Ezzelino da Romano 8riferita a eventi di 100 anni prima), il vero bersaglio era il nuovo tiranno di Verona Cangrande dalla Scala che minacciava libertà di Padova Andrea Dandolo Niccolò da Verona: La prise de Pampelune – continua racconto di Orlando che si innamora di una saracena Niccolò de Rossi: antologia di poesia in provenzale, francese e toscano 1.3 Lettori di Dante - Dante ebbe un enorme impatto sulla cultura contemporanea - Produzione di testi che richiamavano la struttura della Commedia (poema didascalico e allegorico, racconto di un viaggio fantastico o una visione) - Ripresa della terzina dantesca - Primo episodio di ripresa dantesca fu un’anti-Commedia: Acerba di Cecco d’Ascoli, considerato un po’ stregone e un po’ mago, bruciato vivo a Firenze - Acerba: terzine chiuse (opposto della terzina incatenata aperta di Dante). Poema incompiuto di 4 libri su cosmo, uomo e meraviglie della Natura testimonia il momento di passaggio dalla cultura medievale alla ricerca scientifica moderna (avviata dal Duecento con filosofi Bacone e Alberto Magno) - Altri poemi allegorici in terzine dantesche: Dittamondo di Fazio degli Uberti e Quadriregio di Federico Frezzi - Federico Frezzi: monaco di Foligno che crede di superare Dante con viaggio in 4 regni - Lettura e esegesi della Commedia – resta difficile in quel contesto culturale mutato capire la profondità dottrinale e teologica della commedia necessari commenti - Commedia: primo oggetto di spiegazione sistematica in forma scritta sui margini dei manoscritti, poi in forma orale o in forma di miniature (illustrazioni) - Commenti della Commedia scritti dai figli di Dante: Iacopo (commento dell’Inferno 1322) e Pietro (individua le fonti 1341-1348) - Andrea Lancia: commento alla Commedia dove approfondisce anche aspetti linguistici e intertestuali - Guido da Pisa: insiste sulla lettura profetica e visionaria della Commedia - Iacopo dalla Lana (1330) commento alla Commedia - Graziolo de’ Bambagioli: commento alla commedia in latino - Benvenuto Rambaldi da Imola (1375): commento alla commedia basato sull’esperienza di insegnamento dei classici applicato ad un autore come Dante - Dante percepito ormai come classico - Boccaccio: cultore di Dante nel Trecento, imitatore della commedia + copista dell’opera. Incaricato dalla signoria di leggere la Commedia a Firenze (si interrompe al canto XVII Inferno) Cecco d’Ascoli (1269-1327): Acerba – canta la verità della Natura in modo diretto, senza la finzione allegorica + cosmo e uomo. Fazio degli Uberti (1305-1367): Dittamondo – viaggio erudito guidato dai geografi antichi Tolomeo e Solino Federico Frezzi: Quadriregio – viaggio in 4 regni (quello di Amore, Satana, Vizi e Virtù) guidato da Minerva Andrea Lancia: Ottimo (1333-1334) Boccaccio: Trattatello in Laude di Dante (1351-52)- per precedere la raccolta delle opere di Dante 1.4 Le cronache - Cronaca = forma di scrittura per registrazione della contemporaneità - È determinante la posizione del cronista, il suo punto di vista – l’io dello scrivente (vd. Dino Compagni) 21 - Giovanni Villani (1280-1348) opera nuova cronica – struttura: all’inizio struttura universalistica (parte dalle origini del mondo), poi si concentra sul periodo di vita dell’autore – ispirazione della scrittura storica nell’anno dei Giubileo del 1300 quando Villani è a Roma e rimane affascinato dai resti degli Antichi - La cronaca di Villani (iniziata dopo 1322) è documento della società contemporanea, dell’economia e del commercio. Continuata dal fratello Matteo e dal nipote Filippo. - Firenze: scrittura cronistica = prodotto di un contesto familiare e borghese - Napoli: scrittura cronistica = registrazione degli eventi ad opera di funzionari della corte del re - Cronaca di Partenope (1326), primo testo letterario in volgare napoletano con notizie sulle origini della città e sulla leggenda di Virgilio mago + parti successive compilate da Bartolomeo Caracciolo) percorrono la storia contemporanea di Napoli - Roma: Cronica attribuita al medico Bartolomeo di Iacopo da Valmontone al servizio del cardinale Ildebrandino Conti, testo composto prima in latino e poi tradotto in volgare romanesco Giovanni Villani (1280-1348): Nuova cronica Bartolomeo di Iacopo da Valmontone: Cronica – affresco di Roma negli anni 1325-1354 con figure di eroi moderni come il tribuno Cola di Rienzo Buccio di Ranallo (1295-1363): Cronaca aquilana – storia dell’Aquila 2. Petrarca (1304-1374) 2.1 La vita Vero nome: Francesco di Petracco Nasce ad Arezzo da un notaio fiorentino che fu costretto alla fuga nella ghibellina Arezzo (con condanna a una multa + taglio della mano). Francesco dimora con la famiglia con cui si sposta a Pisa (il padre aveva raggiunto la corte di Arrigo VII). Alla morte di Arrigo la famiglia si trasferisce in Provenza, alla corte papale di Avignone e ser Petracco cerca di ricostruirsi la vita. Risiedono a Carpentras e Francesco inizia lo studio del trivio (=grammatica, dialettica e retorica) con il maestro Convenevole da Prato e poi studia diritto a Montpellier. Il padre invia i figli a Bologna per studiare diritto (proposito disatteso perché il clima intellettuale bolognese, tra cultura universitaria latina e suggestioni della letteratura volgare) orienta Francesco e Gherardo allo studio delle lettere. Il padre dona a Francesco i primi manoscritti di testi classici (il Virgilio Ambrosiano, collezione delle opere virgiliane col commento di Servio). Il soggiorno bolognese finisce con la morte del padre 1326. Francesco torna ad Avignone ed entra a far parte della cerchia della famiglia dei Colonna divenendo poi cappellano del cardinale Giovanni Colonna. Francesco diventa quindi chierico, membro della struttura ecclesiastica ma senza ordini sacerdotali (ne trae benefici economici) + conoscenza profonda dei classici latini grazie al ritrovamento di testi sconosciuti (orazioni di Cicerone come la Pro Archia) o al restauro filologico di autori come Livio. Approfondisce anche la lettura dei padri della chiesa (Girolamo, Agostino, Ambrogio e Lattanzio) e la meditazione della condizione umana favorita anche dalla frequentazione del monaco agostiniano Dionigi di Borgo San Sepolcro. Ad Avignone, 6 aprile 1327, chiesa di Santa Chiara, incontra Laura (forse della nobile famiglia de Sade) – amore sconvolgente per una donna irraggiungibile che scatena una fantasia erotica proiettata nelle sue prime poesie in volgare (lo porta anche a commissionare un ritratto di Laura al pittore senese Simone Martini). Intorno a Laura, Francesco costruisce il suo mito più grande (ripreso dal mito antico di Apollo e Dafne, la ninfa che si trasforma in lauro quando viene toccata dal Dio) + nome d’arte Petrarca richiamandosi al mito di Medusa (alla donna che diventa legno corrisponde l’amante che si muta in pietra (Petrarca-pietra). Viaggia poi a Roma presso i Colonna, torna ad Avignone, se ne distacca alla ricerca della solitudine – casa in campagna sulle rive del Sorgue a Valchiusa. Avrà qui dei figli da donne non identificate (Giovanni e Francesca) e comincerà a scrivere le prime opere letterarie in latino: De viris illustribus e Africa (poema che gli farà ottenere la coronazione poetica a Roma, 8 aprile 1341. Va a Parma, presso l’amico Azzo di Correggio che gli consentì il ritiro in un nuovo rifugio a Selvapiana. Torna ad Avignone, incontra il monaco Barlaam con cui inizia lo studio del greco ma deve affrontare anche una crisi morale – è sospeso tra attività mondane e la tensione per una più alta spiritualità. Crisi acuita dalla conversione del fratello Gherardo (diventa monaco certosino a Montrieux) e riflessa poi nella composizione del De Vita solitaria, De otio religioso e del Secretum. Va poi a Napoli, poi a Parma e infine nella pace degli studi di Verona, dove scopre un codice con le epistole Ad Atticum di Cicerone. Il richiamo in Italia è forte anche grazie all’ascesa di Cola di Rienzo a Roma (1347). Arriva poi la peste che uccide i suoi amici (Sennuccio Del Bene e Giovanni Colonna) e Laura stessa. Petrarca ormai resta in Italia, va a Roma per il Giubileo + a Firenze incontra Boccaccio che gli offre una cattedra allo Studio Fiorentino. Boccaccio media anche l’incontro con Leonzio Pilato che insegnerà un po’ di greco a Petrarca e gli tradurrà in latino i poemi omerici. Ritorna a Valchiusa e poi nell’ormai odiata Avignone, poi si stabilisce a Milano 22 Che debb’ io far? Che mi consigli, Amore?: morte di Laura Rotta è l’alta colonna e l’verde lauro: sulla morte di Giovanni Colonna La Morte di Senuccio ispira l’idea di mandarlo come messaggero in paradiso ai poeti d’amore , nel cielo di Venere Tornato a Valchiusa Petrarca sogna frequentemente Laura, che si ferma a conversare con lui nel ciclo del sogno Ciclo del sogno: Laura conversa con Petrarca – MA illusione inutile (come quella del ritorno ciclico della primavera opposta al deserto dell’anima – sonetto: Zefiro torna e l’bel tempo rimena Canzone delle visioni: Petrarca riprende le metamorfosi Standomi un giorno solo a la finestra: metamorfosi- rivede la morte di Laura in 6 visioni oniriche successive in cui la donna appare come un animale, una nave, lauro, fontana, fenice e bella donna Laura continua a trasformarsi in figure del mito, positive e negative (Proserpina, Euridice, la Fenice, Medusa, la sirena) + continua a tornare in sogno fino all’ultima canzone: Quando il soave mio fido conforto Quando il soave mio fido conforto: dialogo quasi familiare con Laura seduta sulla sponda del letto, iconograficamente rappresentata come una santa con i ramoscelli di palma e di lauro + pronuncia le sue ultime parole di conforto (=arrivederci in Paradiso) Quel antiquo mio dolce empio signore: processo ad Amore nel Tribunale della Ragione Dicemi spesso il mio fidato speglio/ l’animo stanco, et la cangiata scorza: interrogare la propria immagine con viso invecchiato nello specchio – lo specchio dice “Non ti nasconder più” + evoca un altro mito: Narciso Vergine bella, che, di sol vestita, / coronata di stelle: finale del canzoniere – canzone alla Vergine, poesia religiosa, rielabora moduli più puri della poesia religiosa medievale: ripetizione litanica, modulazione di aggettivi ed epiteti, allusione a testi liturgici – conclusione: preghiera di intercessione a Cristo (come Commedia di Dante) con la parola “pace” che conclude invece una storia dominata dalla guerra delle passioni e della vanità umana (Petrarca ricorda il suo amore per Laura, identificato con il mito di Medusa che ha “pietrificato” il poeta: Conclusione: “Medusa et l’error mio m’an fatto un sasso” – errore che apre il canzoniere (“primo giovanile errore”) 2.3 Triumphi - Dall’ultimo soggiorno in Provenza (1352) su suggestione di Boccaccio e Dante (Commedia), Petrarca concepisce l’idea di un poema allegorico che racconta la vicenda del suo amore per Laura - Si basano su una successione di 6 visioni (Trionfo d’Amore, della Pudicizia, della Morte, della Fama, del Tempo, dell’Eternità) iniziate nel momento della prima apparizione di Laura e dell’innamoramento del poeta (6 aprile 1327) - Sogni-visioni di tipo medievale / iconografia ricavata dalla letteratura classica (trionfo del condottiero) 1) Trionfo d’Amore (4 canti): il poeta ha una visione del carro di Amore e della processione di dei e uomini sottomessi a lui (tra i quali c’è anche Petrarca). Giungono all’isola di Venere, Cipro, dove vengono incarcerati da Amore. 2) Trionfo della Pudicizia (1 canto): Laura sfida Amore, lo vince e lo imprigiona nel tempo della Pudicizia a Roma 3) Trionfo della Morte (2 canti): la morte supera Laura uccidendola ma ne rimane soggiogata dalla sua bellezza, perdendo i caratteri orrendi (“Morte bella parea nel suo bel viso”) 4) Trionfo della Fama (3 canti): grandi uomini (condottieri, poeti e filosofi) continuano a vivere anche dopo la morte, ma anche la fama svanirà nel corso dei secoli 5) Trionfo del Tempo (1 canto): fa svanire la fama nel corso dei secoli 6) Trionfo dell’Eternità (1 canto): che prevale sul tempo - Struttura del poema rimasta incompiuta nonostante ci lavorò fino alla fine della sua vita - Metro: terzina (come Commedia) - Il carattere di visione fa privilegiare l’elemento visivo-descrittivo su quello narrativo - Elemento visivo-descrittivo prevale su quello narrativo soprattutto negli elenchi di personaggi (mitologici e storici) descritti con procedimenti di scorciamento, di tratteggio in pochi particolari, in pochi versi 2.4 Opere latine - Poema epico: Africa; ( si misura con Virgilio), poema epico fondato sulla storia di Roma antica. Riprende da Livio lo scontro con Cartagine tra Scipione e Annibale 25 Africa= poema sulla seconda guerra punica. Gli generò grande fama poetica che gli fece guadagnare l’incoronazione in Campidoglio nel 1341. Incompiuto (abbiamo 9 libri). Rappresentazione drammatica con personaggi di grande complessità interiore ed eroi malinconici I e II libro: occupati da un sogno di Scipione, squarcio profetico sulla storia di Roma (ripresa dal Somnium Scipionis di Cic.) III libro: dimostrazione di cultura mitologica con descrizione delle decorazioni della reggia di Siface che presenta tutti gli dei pagani V libro: sorta di romanzo d’amore tragico di Sofonisba e Massinissa VI libro: figura di Magone destinato a morte precoce Finale: Scipione vittorioso che torna a Roma dopo Zama in nave dove al poeta Ennio appare in sogno Omero - Carmi latini: per lo più nella forma di epistola in versi. 66 testi databili tra 1333 e 1354, raccolti in 3 libri: Metrice. Proemio: all’amico Marco Barbato da Sulmona + Riflessione su sé stesso (“ad se ipsum”) - Poesia bucolica: Bucolicum Carmen. Genere bucolico rinato nel contesto epistolare dello scambio tra Dante e Giovanni del Virgilio. Petrarca lo riprende ma ricollegandosi direttamente a Virgilio nelle 12 egloghe del Bucolicum Carmen. Il “travestimento pastorale” allude ad un momento di crisi personale e collettiva, dalla morte del re Roberto alla monacazione del fratello Gherardo, al distacco definitivo dal cardinal Colonna, fino al racconto allegorico della morte di Laura con descrizione dello sradicamento di un lauro. - Opere storiche: o Genere biografico: De viris illustribus: ritratto di grandi uomini (condottieri romani e figure bibliche e mitologiche) o Genere aneddotico: Rerum memorandarum libri: libri di fatti memorabili o Genere erudito storico-geografico: Itinerarium Syriacum: guida di viaggio per un pellegrino in Terrasanta, viaggio mai compiuto da Petrarca ma immaginato a partire dalle sue ampie letture + ricordo nostalgico di luoghi visti e amati come Napoli e Campi Flegrei - Tema filosofico e religioso (da Cic. e Seneca): le opere danno espressione all’inquietudine morale del poeta o De vita solitaria: dedicato all’amico Filippo di Cobassoles vescovo di Cavaillon, promuove la solitudine come valore + presenta Valchiusa come eremo laico , luogo di elaborazione intellettuale o De otio religioso: dall’esperienza monastica del fratello o Psalmi penitentiales: desiderio di pentimento e di legame con Dio o De remediis utriusque fortunae: Petrarca fu riconosciuto in tutta Europa come maestro di moralità grazie a quest’opera – trattato di struttura scolastica sulla Fortuna, dialogo tra le personificazioni morali - Invettive: per colpire aspetti della cultura contemporanea o Invective contra medicum (1352-1355): invettiva contro la scienza medica accusata di falsità e ciarlataneria o De sui ipsius et moltorum ignorantia : invettiva contro la deriva della filosofia aristotelica ingessata dal principio di autorità contro 4 filosofi averroisti veneziani o Invectiva contra quendam magni status hominem sed nullius scientie et virtutis (Invettiva contro un uomo potente ma ignorante e sciocco): risposta ad un attacco del cardinale Jean de Caraman o Invectiva contra eum qui maledixit Italiae: difesa della civiltà italiana contro chi voleva i papi ad Avignone (frate francese Jean de Hesdin) - Epistolari: Nonostante la ricerca della solitudine l’opera di Petrarca è percorsa da un bisogno di dialogo con l’altro, di comunicazione delle proprie inquietudini. Per questo l’opera latina a cui furono dedicate più cure furono gli epistolari. Sono fragmenta dell’esperienza vitale in forma di prosa, di lettere sparse con destinatari diversi. Dialogo ininterrotto con altri, anche se consumato in absentia (=a distanza di spazio e di tempo). Petrarca fonda il genere dell’epistolario guardando ai modelli antichi: Cicerone (lettere ad Attico) e Seneca (epistulae ad Lucilium). La scrittura diventa anche autobiografica perché riscrive l’esperienza a posteriori, cercando di costruire uno specchio morale dell’autore o Familiares (24 libri), 350 lettere dal 1325 al 1366: prima raccolta epistolare, all’amico “Socrate” (= il fiammingo Ludovico Santo. Alcuni testi fondamentali: Lettera a Dionigi di Borgo San Sepolcro sull’ascensione al Monte Ventoso, lettera a Boccaccio in cui Petrarca finge di non aver mai letto la Commedia e dice di non essere invidioso della fama di Dante. 26 Ultimo libro XXIV: Petrarca sente gli antichi così vicino a lui che inizia ad inviare lettere anche a loro. A Cicerone non risparmia critiche quando apprende che oltre a grande filosofo e retore era anche uomo politico o Varie: lettere scartate e raccolte poi postume sotto questo nome, riunite senza nome d’autore contro il papato avignonese intitolate Sine Nomine o Seniles: (17 libri) 120 lettere della vecchiaia dove predomina la figura di Boccaccio di cui Petrarca traduce in latino l’ultima novella del Decameron, la Griselda. L’ultima lettera della raccolta è destinata a superare il tempo perché si rivolge a un destinatario ignoto, nel futuro, il lettore ideale dell’opera (- epistola Posteritati) - Secretum o De secreto conflictu curarum mearum: opera intima e privata in 3 libri Iniziata nel 1347, revista poi nel 49 e nel 53, in un periodo di riflessione sulla propria esistenza che stava per culminare con la morte di Laura. Adottò però la finzione di un’ambientazione a qualche anno prima: 1342-43 (=ambientazione fittizia), ovvero il momento di gloria mondana vissuto durante l’incoronazione poetica I libro: Francesco descrive l’apparizione di una donna (la Verità) e di Sant’Agostino. Il santo rimprovera l’attaccamento di Francesco alle cose terrene, il suo inseguire i phantasmata (=immagini esterne), le apparenze + svela le illusioni della vita umana attraverso una contemplatio mortis. Francesco vorrebbe rinunciare ai suoi errori, ma è trattenuto da una forza superiore alla sua ragione. II libro: analisi dei peccati capitali + senso di insoddisfazione + vizio peggiore = accidia, che porta alla non-azione, alla malattia fisica e morale della malinconia III libro: catene di Francesco = amore e gloria. Francesco difende la purezza e il valore nobilitante dell’amore per Laura ma Agostino dimostra che questa ossessione amorosa diventa follia e porta all’idolatria di un corpo fisico + la ricerca della gloria terrena è vana Alla fine i dubbi di Petrarca restano irrisolti, NON riesce a rinunciare alle sue catene pur rendendosi conto della loro negatività. È in rapporto con le confessioni di Agostino nel Secretum Francesco e Agostino non sono due personaggi distinti, MA due aspetti dello stesso io in conflitto. Grande modernità del dialogo che sta nella sua non-conclusione, nel dissidio consapevole ma irrisolto tra vanitas e spiritus. L’io nel suo cammino introspettivo raccoglie gli sparsi frammenti dell’anima. 3. Boccaccio (1313-1375) 3.1 La vita Giovanni Boccaccio nasce a Firenze. Figlio illegittimo e poi riconosciuto di Boccaccino di Chelino, uomo nel mondo delle banche e del commercio, socio del banchiere Bardi. Giovanni va con il padre a Napoli (1327) con la prospettiva della stessa attività lavorativa, ma, di fronte al disinteresse di Giovanni, il padre cerca di orientarlo almeno allo studio del diritto canonico all’università – inutile. Giovanni è attratto dalla vita della corte angiina e con l’amico Niccolò Acciuaiuoli si appassiona di studi letterari, grazie anche a Cino da Pistoia (professore di diritto), amico di Dante e Petrarca. La sua formazione comprende: classici, romanzi medievali, novellistica, poesia medievale latina e volgare (- documentata dai suoi zibaldoni= manoscritti privati in cui Boccaccio raccoglie testi di letture giovanili e prime prove letterarie). Scrive prime poesie in latino (Elegia di Costanza 1332) e in volgare. 1333: nella chiesa di San Lorenzo si innamora di Fiammetta, forse una Maria d’Aquino figlia naturale di re Roberto, e per lei nascono le prime opere in volgare. Fine periodo napoletano nel 1341 quando il padre rientra a Firenze per un dissidio con i Bardi. A Napoli muore re Roberto (1343) e Firenze è attraversata da una crisi finanziaria che culmina con il fallimento dei Bardi. Giovanni cerca indipendenza fuori da Firenze e tenta di ritrovare una collocazione cortigiana simile a quella che aveva conosciuto a Napoli: la trova nelle corti padane (dove era passato anche Dante), a Ravenna dei Da Polenta e a Forlì degli Ordellaffi. Qui conduce una vita irregolare a libertina e gli nasceranno 5 figli donne diverse. Il padre muore di peste nel 48 e Giovanni inizia a dedicarsi al Decameron. Petrarca a Firenze – primo incontro tra i due – grande amicizia. Grazie a lui Boccaccio approfondisce lo studio dei classici, ponendosi alla guida di un circolo di intellettuali che farà della rinascita degli Antichi la missione principale. Studia greco presso Leonzio Pilato (stesso maestro che tradusse in latino Omero per Petrarca). Boccaccio riprende a viaggiare con incarichi ufficiali del comune: a Ravenna dalla figlia di Dante (=suor Beatrice), in Tirolo da Ludovico di Baviera, ad Avignone dal papa Innocenzo VI. Torna a Napoli nel 1355 per visitare l’abbazia di Montecassino e per scoprirvi dei manoscritti di testi classici (Varrone, Tacito, Apuleio). Si allontana poi dalla vita pubblica e attraversa un periodo di disgrazia politica ritirandosi a Certaldo accettando di diventare chierico con un beneficio concesso dal papa. Dopo gli ultimi viaggi ad Avignone, Venezia, Padova e Napoli, 27 - Lingua: viene evitata una connotazione vernacolare o popolare troppo forte, il fiorentino è comunque elevato, nel lessico e nella sintassi (-su modello dei classici latini) con strutture sintattiche ampie e forte musicalità del ritmo. La sintassi si semplifica nei dialoghi tra popolani o contadini e si complica retoricamente nelle grandi orazioni. - Plurilinguismo affiora ogni tanto nei dialetti (MA senza eccessi) a marcare la differenza regionale dei personaggi realismo - Realismo: a superare la secolare divisione degli stili (alto, medio, basso) (Boccaccio ricorda che eros e ingegno appartengono a tutta l’umanità). - Contenuti: Proemio: l’autore dedica l’opera alle donne I giornata: martedì mattina 1348, la peste devasta Firenze. Nella chiesa di Santa Maria Novella si ritrovano 7 ragazze. Pampinea, una di loro, le convince a lasciare Firenze, cosa resa possibile dall’arrivo di 3 ragazzi che si uniranno a loro. Il girono dopo il gruppo lascia Firenze e raggiunge una villa con corte e giardino verso Fiesole (forse Poggio Gherardi). Le occupazioni della prima giornata sono canto, bello, passeggiate ecc. poi il pomeriggio Pampinea, eletta regina. Verrà scelto dal re o dalla regina il tema, tranne in questa prima giornata dove il tema sarà libero Tema libero Prima novella (Panfilo): il malvagio notaio Cepparello, in punto di morte sembra beffare anche Dio con una confessione falsa, così pia che dopo la morte viene santificato come San Ciappelletto – tema del giudizio divino, ironizzando sulla superstizione popolare. Novella di Abraam giudeo Novella del monastero di Lunigiana (4a): monaco e abate si godono la stessa fanciulla – tema: corruzione ecclesiastica II giornata (giovedì): regina Filomena. Tema: avventure dominate dalla fortuna a lieto fine – non conta solo la fortuna ma anche l’ingegno. I personaggi subiscono una sorta di metamorfosi diventando più saggi Prima novella: il giullare Martellino si finge paralitico e poi miracolato dalle reliquie del Beato Arrigo, ma poi viene smascherato Ciclo napoletano: 3 novelle: storie di Landolfo Rufolo da Ravello: trascinato dalla fortuna in giro per i mari mercante Andreuccio da Perugia: derubato da una cortigiana nel pericoloso scenario cittadino di Napoli. La nobile Beritola Caracciola: trascinata da sola in giro per i mari e finita nella natura selvaggia di Potenza diventa una specie di Robinson Crusoe “gentil donna divenuta fiera” Avventure erotiche della saracena Alatiel, posseduta da 8 uomini diversi prima di venir maritata al re del Garbo che la crede vergine. – eroina che domina il corso degli eventi e che non riuscendo a comunicare con i suoi amanti cristiani con le parole (è saracena) ma solo con il linguaggio del corpo. Pausa di venerdì e sabato III giornata (domenica): passaggio ad un’altra villa con prato e fontana di marmo. Regina Neifile tema: potere dell’ingegno nell’acquistare o recuperare qualcosa di fortemente desiderato (desiderio interpretato come sessuale) – dominio dell’eros a cui si piega anche ingegno. Masetto da Lamporecchio si finge muto per lavorare in un orto di un convento finendo per diventare l’amante di tutte le monache (parlando anche lui solo il linguaggio del corpo) Dioneo racconta la storia della fanciulla Alibech: infiammata di santo ardore, viene convinta dall’eremita Rustico che “mettere lo diavolo in inferno” (metafora sessuale) è cosa buona e vorrebbe dedicarsi unicamente a questa santa occupazione. Ambientazione: Tebaide egiziana + rovesciamento della santità di quegli eremiti, personaggi visti nella letteratura esemplare dove il demonio compariva in forma di femmina seducente. Tema morale e della potenza dell’eros IV giornata (lunedì): re Filostrato Tema: amore tragico, aspetto distruttivo dell’eros Prima novella di Ghismunda che di fronte al padre Tancredi, che le ha fatto avere il cuore dell’amante in una coppa, si uccide bevendo il veleno. Guglielmo da Rossiglione: fa mangiare alla moglie il cuore dell’amante cotto e ne provoca il suicidio 30 Lisabetta da Messina: i fratelli uccidono l’amante Lorenzo (fatto di cronaca nera che Boccaccio fa diventare racconto fantastico -). Lorenzo appare in sogno a Lisabetta che riesce a trovare il corpo e, dopo avergli segato la testa, la tiene nascosta con sé in un vaso di una pianta di basilico. Storia del figlio di Filippo Balducci che, educato in isolamento dai mali del mondo, desiderava le belle donne viste nella prima uscita a Firenze che il padre definisce “papere”. Tema: forza incoercibile dell’amore La quarta giornata è abbastanza cupa e viene allietata da intermezzo comico di frate Alberto che per godersi una bella veneziana si traveste da Angelo Gabriello ma finisce con l’essere scoperto. V giornata (martedì): regina Fiammetta Tema: amore a lieto fine grazie all’aiuto della fortuna o meglio, dell’ingegno Cimone: a Cipro, per amore di Ifigenia, trasforma sé stesso diventando un giovane di grande cultura e cortesia Ricciardo e Caterina: metafora sessuale dell’usignolo Nastagio degli Onesti: respinto dalla sua amata riesce a farle cambiare idea con lo spettacolo di una caccia infernale nella pineta di Classe (punizione per chi nega l’amore) Federigo degli Alberighi: nobile decaduto che dà da mangiare all’amata Monna Giovanna il suo falcone prediletto senza sapere che la donna era venuta da lui per avere in dono proprio quel falcone per donarlo al figlio ammalato VI giornata (mercoledì): regina Elissa Tema: motti di spirito. Il dominio della parola, dell’espressione dell’ingegno Metanovella di Madonna Oretta: moglie di Geri Spina, nel corso di u viaggio condivide la cavalcatura con un maldestro novellatore a cui alla fine chiede di scendere (metaforicamente di finirla con quello strazio). Cisti fornaio: risponde acutamente al servo di Geri Spina Cuoco Chichibio Pittore Giotto: famoso per la sua bruttezza Monna Filippa di Prato: colta in flagrante con l’amante, con un suo discorso riesce a far cambiare la legge cittadina che condannava a morte le adultere Guido Cavalcanti: considerato filosofo epicureo e campione di leggerezza esistenziale Storia di Frate Cipolla (raccontata da Dioneo): il miglior brigante del mondo. Il frate avrebbe dovuto mostrare alla gente la penna dell’angelo Gabriello (in realtà penna di un pappagallo) e invece trova nella cassetta con le reliquie solo dei carboni (messi da due burloni) e dichiara che sono le braci su cui fu arrostito San Lorenzo. – parodia delle prediche contemporanee VII giornata (giovedì): re Dioneo Tema: beffe delle donne ai mariti – ingegno e eros (di solito triangolo donna-marito-amante) con prevalenza della donna nell’azione. Peronella: riesce a beffare marito ed amante (spunto che deriva da Apuleio) Ultima novella – estranea al tema: Tingoccio e Meuccio che si fanno la promessa reciproca che chi morirà prima tornerà in sogno all’altro per raccontargli - Rivelazione che nell’oltretomba il peccato di lussuria non è poi tanto punito – l’eros non è peccato Pausa di venerdì e sabato VIII giornata (domenica): regina Lauretta Tema: beffe con coinvolgimento di eros e ingegno Prete di Varlungo (con il suo amorazzo contadino): linguaggio basso e espressivo Il beffato Calandrino: la brigata di beffatori (Maso, Bruno e Buffalmacco) fanno credere a Calandrino l’esistenza della magica pietra dell’elitropia che rende invisibili, e poi gli rubano un porco e due capponi. Maso e i compagni: riescono a rubare le brache del giudice Nicola da Sant’Elpidio proprio mentre questo sta sentenziando Bruno e Buffalmacco: fanno finire il medico Mastro Simone in un bagno di escrementi Ultima novella alla fine della giornata del “beffatore beffato”: uno studente di Parigi si vendica della burla di una vedova Cortigiana Iancofiore: superata in astuzia dal mercante Salabaetto IX giornata (lunedì): regina Emilia Tema: libero - diventa la rappresentazione comica dell’eros Badessa che nella fretta si riveste mettendosi in testa le brache del prete con cui giaceva 31 Calandrino: convinto di essere incinto poi innamorato e bastonato dalla moglie Cecco Angiolieri Ciacco Novella campagnola di Donno Gianni: prete che fa credere a una donna di potersi trasformare in cavalla e se la gode mentre organizza il finto rituale magico, alla presenza del marito. X giornata (martedì): re Panfilo Tema: liberalità e magnificenza, cortesia e virtù, grandezza d’animo che trionfa sulla fortuna – grandezza d’animo superiore anche all’ingegno Personaggi appartenenti a rango elevato (tranne l’ultima) Ultima novella (raccontata da Dioneo): Griselda, una donna di umili origini, sposata da Gualtieri marchese di Saluzzo, senza amore ma solo per dimostrare la vanità delle donne. Lei nonostante tutte le prove che deve sopportare a causa del marito, riesce a mantenere forza d’animo e virtù, al punto da ottenere alla fine il pentimento del marito e il suo amore La mattina del giorno dopo i giovani tornano a Firenze (epidemia quasi finita) Conclusione (rivolta alle donne): Boccaccio riprende la parola contro le accuse di oscenità o di imperfezione linguistica o formale. 3.4 Opere della maturità ⁃ Eredità di Dante + insistenza da parte di Boccaccio affinché Petrarca leggesse la Commedia ⁃ Trascrive la Commedia – opera decisiva per la costruzione di una “vulgata” = testo che dalla metà del secolo si continuò a copiare in tutta Italia, livellando le differenze che prima esistevano tra le diverse tradizioni ⁃ Boccaccio era riuscito a ritrovare testi rari di Dante (egloghe e lettere) e li copia negli Zibaldoni ⁃ Per risolvere alcuni dubbi irrisolti su Dante (come se avesse scritto la Commedia quando già era in esilio) fabbrica dei falsi (come una lettera attribuita a un misterioso Frate Ilaro, che avrebbe incontrato l’esule Dante) ⁃ Copiò la Vita Nuova, le canzoni del Convivio e la commedia in un codice o Compose una biografia di Dante: Trattatello in laude di Dante con dati biografici reali e leggendari (il sogno della madre di dante), finalizzati alla costruzione del mito del poeta teologo, autore della “divina” (aggettivo che dà Boccaccio) Commedia. o Esposizioni della Commedia: lettura di Dante orientata all’esegesi retorica e storico-mitologica, lettura pubblica di cui Boccaccio fu incaricato a Firenze nella chiesa di Santo Stefano di Badia ⁃ Dante = grande modello, anche nella tensione continua ad un realismo o Corbaccio: ultima opera volgare di Boccaccio. Vicenda di amore non ricambiato per una vedova la cui perfidia è rivelata al poeta-amante in un sogno-visione dal fantasma dello stesso defunto marito della donna. – qui Boccaccio rinnega l’opra di esaltazione dell’intelligenza e nobiltà femminile e riprende la tradizionale misoginia medievale + grande espressività realistica, molto moderna, con stile veloce e sintassi talvolta scorretta - Attenzione di Boccaccio rivolta agli studi classici e alla produzione di opere in latino - Opere in latino: o Genere bucolico: trascrive nello Zibaldone Laurenziano le egloghe di Dante + egloga Argus di Petrarca Scrive testi pastorali: in forma epistolare + 16 egloghe del Buccolicum carmen (-dedicate al pastore appennino Donato degli Albazani, amico di Petrarca Boccaccio preferisce cantare sotto travestimento pastorale il mondo di amori e di affetti familiari. o De casibus virorum illustrium (disgrazie di uomini illustri) o De mulieribus claris (donne famose) – compilazioni erudite da testi classici medievali o Genere agiografico = biografia sacra: Vita Sanctissimi patris Petri Damiani o Genere erudito-geografico o Genealogia deorum gentilium: trattato di mitologia in 15 libri (Petrarca studioso attento della mitologia, spinse Boccaccio a scrivere la prima enciclopedia moderna del mito) – testo in cui si superava la tradizione medievale di attualizzazione e allegorizzazione morale-religiosa. Ritorno agli Antichi. 4. Cultura volgare fra tre e quattrocento 32 ⁃ C’era la percezione che la lezione di civiltà degli Antichi, dopo un lungo periodo di oscurità, stava rinascendo ⁃ Rinascita delle lezioni di civiltà degli antichi (che nel Medioevo non erano state dimenticate. I classici erano stati trascritti negli scriptoria dei monasteri) – cambiava però il modo di leggerli ⁃ Cambia il modo di leggere gli antichi: NON più con interpretazione allegorica finalizzata ad interpretazione di sovrasenso religioso o morale, MA come ricerca indipendente della realtà umana; si cercavano risposte a nuove domande (convivenza civile e sociale, rapporti tra stato e cittadini, educazione, relazioni politiche, affermazione delle libertà individuali) ⁃ Testi classici dimenticati riscoperti nelle biblioteche di antiche abbazie (es. tragedie di Seneca nell’abbazia di Pomposa, epistolari di Cicerone e manoscritti di Livio ad opera di Petrarca, Tacito Apuleio Varrone scoperti a Montecassino da Boccaccio) ⁃ Poggio Bracciolini, umanista, scopre codici tra cui un manoscritto di Quintiliano (1416) nell’abbazia di San Gallo, autore fondamentale per educazione stilistica e retorica ⁃ I classici rinascono ⁃ Per secoli l’Europa occidentale e il Mediterraneo orientale erano rimasti divisi anche per ragioni linguistiche + Nell’Occidente latino si era persa la conoscenza del greco + Filosofi antichi (Platone e Aristotele) erano letti in traduzioni incerte mediate da traduzioni arabe cambiamento promosso da Petrarca e Boccaccio = introdurre l’insegnamento del greco a Firenze (con le lezioni di Manuele Crisolora del 1396 allo Studio fiorentino). - La caduta di Costantinopoli (1453) per mano dei Turchi favorisce l’arrivo in italia di intellettuali e libri greci - Le vecchie strutture dell’insegnamento entrano in crisi (nel Medioevo la lettura dei classici latini avveniva nelle prime classi elementari, dedicate alle arti del Trivio e considerate propedeutiche alle arti del Quadrivio) - La battaglia culturale si combatte nel rinnovamento dell’educazione - La gerarchia di Trivio e Quadrivio si ribalta: le materie prima ritenute inferiori (grammatica e retorica) ora considerate le più importanti - Rilevanza assoluta alla lettura dei classici sottolineata da maestri come: Gasparino Barzizza, Guarino da Verona, Vittorino da Feltre (-che fonda una scuola: Ca’ Zoiosa, aperta ad una formazione globale, anche fisica) - Trattati sull’educazione: “Libretto dei nobili costumi e degli studi liberali* dell’adolescenza” di Pietro Paolo Vergerio - *studi liberali = si convengono ad un uomo libero, è lo studio che rende veramente liberi - Discipline e testi che costituivano il curricolo di queste scuole = studia humanitatis. Chi si occupava di questi studi = humanista (= professionista di humanae litterae, ovvero un intellettuale che si riconoscevano nel movimento della rinascita) - Umanesimo: quel periodo del rinascimento in cui si pongono al centro dell’esistenza i valori dell’humanitas - Al centro degli studia humanitatis era la lettura dei classici, e quindi l’acquisizione delle migliori competenze linguistiche per poterli intendere - Lingua dell’umanesimo= latino (NO medievale MA classico) restituita alla forma antica grazie alla nuova disciplina della filologia – problema: il latino aveva come vantaggio l’universalità MA il latino classico era limitato alle ristrette élites - L’imitazione divenne uno dei problemi principali per gli umanisti , fonte di dibattiti tra chi proponeva l’imitazione fedele ad un solo modello (ad esempio di Cic.) e chi invece era favorevole ad una maggiore libertà di espressione individuale. - La letteratura umanistica latina crea un nuovo sistema di generi: o Nella prosa abbiamo: storiografia: si distacca dalla tradizone medievale di cronache ed annali e riprende Livio, Cesare, Sallustio e Taciyo Epistolario: in cui si proietta la rete di relazioni tra gli umanisti + da Petrarca conserva anche il carattere di specchio autobiografico mantenendo comunque il carattere di opera pubblica Dialogo: derivato dai modelli antichi in cui c’è la ricerca di una verità condotta insieme dagli interlocutori con confronto di tesi anche discordanti o Poesia: imitazione degli antichi – epigramma, elegia, poesia erotica, epica e bucolica o Commedie umanistiche: imitazione di Plauto e Terenzio, atto di nascita del teatro europeo moderno - Riscoperta inizia sul piano del recupero dei testi fino ad una restituzione globale estesa a tutti gli ambiti della vita - L’ottimismo di fondo di questo periodo avrebbe portato la civiltà europea fuori dal proprio continente per mezzo delle grandi esplorazioni (da Colombo in poi) 35 Pietro Paolo Vergerio: Libretto dei nobili costumi e degli studi liberali dell’adolescenza – trattato sull’educazione 5.2 I centri dell’umanesimo ⁃ L’umanesimo nasce come fenomeno sovraregionale in alcuni centri propulsori, poi si diffonde in tutta Italia (grazie anche all’eredità di Petrarca che aveva vissuto in città diverse) ⁃ Proiezione verso l’Europa favorita da molti umanisti che appartenevano alle strutture di governo della Chiesa Cattolica la quale, x attraversare la crisi dello Scisma d’Occidente, promosse i concili di Costanza e Basilea ⁃ Concili di Costanza e Basilea: occasione di confronto tra umanisti-curiali italiani e europei ⁃ Veneto (Padova): area geografica determinante (si conservano i libri di Petrarca + presso l’università si incontrano i maestri dell’umanesimo) ⁃ Veneto (Venezia): principale porta di accesso da e per l’Oriente greco, luogo di arrivo dei primi manoscritti greci + sede di scuole umanistiche ⁃ Firenze: la nuova cultura era stata preparata da Boccaccio che aveva educato i suoi concittadini al culto di Dante e Petrarca. ⁃ Umanesimo fiorentino= caratterizzazione ideologica e politica ⁃ Firenze credette nel sogno di una repubblica retta da filosofi e intellettuali (come descritta da Platone) – conserva le proprie istituzioni comunali MA ripensandole come una repubblica di stampo antico, su modello della città-stato greca o Roma repubblicana coinvolgimento diretto degli umanisti nel governo cittadino ⁃ Umanisti al governo cittadino umanesimo civile ⁃ A Firenze il vero potere era sempre nelle mani delle famiglie ricche di mercanti ⁃ Si continuava a mandare in esilio avversari politici o capi di famiglie che sembravano emergere più delle altre – accadde questo a Cosimo de’ Medici ⁃ Cosimo de’ Medici, tornato dall’esilio (1434) instaura definitivamente il dominio dei Medici sulla città ⁃ Anello di congiunzione tra l’età di Petrarca/Boccaccio e umanesimo civile: Coluccio Salutati, cancelliere della repubblica fiorentina che si richiamò all’eredità petrarchesca con la composizione di un epistolario + l’affermazione della superiorità degli studia humanitatis sulle discipline professionali (trattato De nobilitate legum et medicinae) ⁃ Coluccio afferma la superiorità della vita attiva su quella contemplativa (≠ Petrarca) e del coinvolgimento dell’intellettuale nell’attività politica + difende la concezione di un libero stato repubblicano in varie opere come De Tyranno e Invectiva ⁃ NON tutti d’accordo con Salutati, vd. Giovanni Dominici ⁃ Leonardo Bruni studioso di greco + promotore delle “tre corone” (= Dante, Petrarca e Boccaccio) di cui ne scrisse la vita e trattò della loro eccellenza + opere di storico Leonardo Bruni: fondatore della storiografia umanistica e moderna (vd. Historia florentini populi, Rerum suo tempore gestarum comentaria, De bello italico adversus Gothicos) ⁃ Prima biblioteca pubblica dell’umanesimo = nel convento domenicano di San Marco a Firenze (il nucleo della libreria fu dato da Niccolò Niccoli, collezionista di libri per conto di Cosimo de’ Medici) ⁃ Italia del Nord: si sviluppano le corti signorili ⁃ L’umanista è in funzione subalterna rispetto al principe e al nord poteva massimo diventare segretario, cancelliere, scrittore delle sue lettere ufficiali (≠ Firenze) ⁃ L’intellettuale contribuisce a costruire un’immagine pubblica positiva del principe ⁃ Umanisti a servizio delle corti settentrionali difendevano il governo signorile ⁃ I principi delle grandi famiglie del Nord divennero i principali promotori dell’umanesimo ⁃ Umanesimo: cultura elitaria + le scuole miravano alla formazione di una nuova classe dirigente ⁃ Milano dei Visconti attira umanisti + costituzione di una biblioteca nel castello di Pavia + fondazione dell’università ⁃ Umanesimo = rete di molti centri (Mantova con i Gonzaga, Ferrara con gli Estensi, Rimini con i Malatesta) – spesso l’umanista non resta legato al suo luogo di origine ma gira in diverse città in cerca di una sistemazione migliore al servizio di un principe o di un miglior incarico di insegnamento nelle università ⁃ Francesco Filelfo insegna in varie città + scrive un epistolario, specchio della vita dell’umanista + rimarca l’importanza della letteratura in volgare alla quale dedica la lettura della Commedia a Firenze (1431-32) + commento del Canzoniere ⁃ Dopo il ritorno del papa da Avignone Roma acquista un ruolo tra i centri dell’umanesimo – molti umanisti appartengono alla curia pontificia + con i concili di Costanza e Basilea girano per l’Italia e l’Europa. Tra questi Poggio Bracciolini 36 ⁃ Poggio Bracciolini: segretario nella corte pontificia e infine cancelliere a Firenze + autore di epistolario con racconto delle vicende che gli diedero fama + scoperta di codici di autori latini (Institutio oratoria di Quintiliano, Argonautiche di Flacco, De rerum natura di Lucrezio, Plauto, Stazio e il Satyricon di Petronio. Tra le sue opere emerge la forma del dialogo su temi morali e civili - Poggio = inventore della scrittura umanistica – (la scrittura aveva caratteristiche elaborate e risultava talvolta illeggibile. Già Petrarca cominciò ad adottare una scrittura più chiara con caratteri distinti e ben leggibiliconsiderando l’altra scrittura come barbarica e definita “gotica”). Imita la scrittura dei codici che aveva appena scoperto e che credeva originali del tempo di Cicerone mentre invece erano dell’epoca carolingia e NON romana antica - Poggio imita una scrittura che credeva essere romana antica ma che in realtà era carolingia, ma comunque più chiara di quella gotica - Poggio fu a lungo un curiale = umanista a servizio della corte pontificia ma sempre laico - L’umanesimo nasce in un rapporto stretto con le strutture della Chiesa Cattolica + nel corso dell’umanesimo i papi favoriscono la cultura umanistica (vd. Pio II, grande umanista) - Grande dibattito su quale dovesse essere il ruolo della nuova cultura in una società e mondo che restava comunque cristiano – gli umanisti conservano profonde radici cristiane ma con ideale di humanitas (NO conflitto tra cultura classica e cristianesimo) + dei della mitologia antica NON elementi del nuovo paganesimo MA visti come grandi valori simbolici dell’esistenza umana. Coluccio Salutati (1331-1406): De nobilitate legum et medicinae - superiorità degli studia humanitatis sulle discipline professionali; De Tyranno; Invectiva; De laboribus Herculis – testimonia il sucesso del mito umanistico di Ercole (NON più simbolo di forza sovraumana) che combatte vittoriosamente contro i mosti dell’ignoranza Giovanni Dominici (1356-1419): Lucula noctis – attacca la possibilità di conciliare cultura classica e fede cristiana Leonardo Bruni (1370-1444): Laudatio Florentinae urbis – celebra Salutati; traduzioni dell’Etica Nicomachea e Politica (Aristotele), Fedone (Platone), De tyranno (Senofonte); Dialoghi ad Petrum Histrum – eccellenza delle tre corone; Historia florentini populi – 9 libri dalle origini della città + popolo Rerum suo tempore gestarum commentaria; De bello italico adversus Gothicos Francesco Filelfo (1398-1481) Poggio Bracciolini (1380-1459): De varietate fortunae, De miseria humanae conditionis, Liber facetarum – nobilitava in latino il genere volgare dei motti e delle facezie Pio II (Enea Silvio Piccolomini) (1405-1464): Commentarii – opera storica Chrysis – commedia Historia de duobus amantibus – romanzo amoroso, relazione di una gentildonna senese e cavaliere tedesco 5.3 Valla (1405-1457) ⁃ Umanista che avvertì il senso della battaglia contro la barbarie ⁃ Insegnò all’università di Pavia ⁃ Al servizio del principe Alfonso d’Aragona ⁃ Ad un certo punto della sua vita abbandona Napoli per andare a Roma presso il papa-umanista Niccolò V. Qui rielabora le sue opere (vd. elenco sotto) + conclude la Collatio Novi Testamento - Opere: o De voluptate (“sul piacere”) dialogo– difesa del principio di piacere, pulsione naturale dell’uomo, contro l’asceticismo medievale (rievoca l’epicureismo) o De libero arbitrio: dialogo - demolisce tradizione filosofica aristotelica. Bersaglio: fondamenti della cultura medievale o De falso credita et ementita Constantini donatione – dimostra la falsità della donazione di Costantino (su cui la chiesa fondava il presupposto del potere temporale del papa) – dimostrazione che fu possibile grazie alla filologia e alla storia della lingua latina o Elegantiae latinae linguae – rifondazione della grammatica latina e del suo lessico. 37 - La corte favorisce anche la letteratura in volgare con poeti cortigiani (es. Antonio Cornazzano, Niccolò da Correggio, il Tebaldeo - I generi di punta a Ferrara sono: bucolica (con produzione di egloghe in latino e in volgare con il Boiardo), il genere cavalleresco (sempre con il Boiardo) e il teatro profano (=nuovo genere teatrale) - Teatro profano: la corte estense promuove le prime rappresentazioni di commedie di Plauto e Terenzio tradotte in volgare. Alle traduzioni successero poi opere originali (la ovidiana Fabula di Cefalo di Niccolò da Correggio e la rielaborazione della Fabula di Orfeo di Poliziano di Tebaldeo) - Milano: all’antica dinastia dei Visconti era succeduto Francesco Sforza (uomo nuovo che aveva sposato la figlia dell’ultimo Visconti); poi suo figlio, Ludovico il Moro, che si circonda di artisti come Leonardo da Vinci e Bramante da Urbino - Secondo la visione di Ludovico il Moro la cultura era uno strumento del potere e un gradevole passatempo. Testimoni di ciò gli umanisti latini a suo servizio, gli scrittori volgari, nobili cittadini o funzionari di corte come Gasparo Visconti - Mantova: con Isabella d’Este (sposa di Francesco Gonzaga), opera di mecenatismo e politica culturale - Urbino: proiettata nel cuore del Rinascimento con Federico da Montefeltro che promosse la costruzione di un palazzo ducale e accolse circolo intellettuale - Roma: con la stabilizzazione della residenza dei papi dopo lo Scisma d’Occidente la città “rinasce” e diventa simbolo del Rinascimento, luogo di formazione privilegiato degli artisti che vi giungevano per studiare i resti dell’”antico” nasce come disciplina propria dell’umanesimo l’archeologia moderna - Nascita dell’archeologia moderna anche grazie all’umanista Biondo Flavio che scrive il primo manuale archeologico moderno - Umanesimo romano con umanisti raccolti nell’accademia guidata da Pomponio Leto - Biblioteca Vaticana: nasce presso la corte pontificia - MA la corte romana non era un ambiente facile: l’accademia fu sospettata di congiura e sciolta da papa Paolo II. + dopo i papi umanisti (Niccolò V e Pio II) si impone una politica di potenza militare e di ingerenza sul sistema italiano, culminante con Papa Alessandro VI Borgia - Papa Alessandro VI Borgia favorisce l’ascesa del figlio Cesare (il Duca Valentino) con il progetto (che fallirà con la morte di Alessandro) di assoggettare l’Italia sotto lo Stato Pontificio. - La politica temporale però dei papi non finisce ma continua con papa Giulio II Della Rovere, Leone X e Clemente VII - Artisti a Roma: Bramante, Raffaello e Michelangelo - Catastrofe: sacco di Roma, fatto dall’esercito imperiale 1527, episodio simbolico visto come punizione divina sulla corte pontificia, accusata di corruzione. - Venezia: eccezione, è una repubblica oligarchica (non divenne mai un principato e non ebbe mai una corte) + alla fine del 400 il suo dominio si estende dall’Isonzo fino alle porte di Milano - Venezia = “porta dell’Oriente”, accolse dotti bizantini come il cardinal Bessarione, che donò la sua biblioteca greca base della Biblioteca Marciana - Venezia divenne la capitale dell’editoria x varie cause: sede della rete di scambi commerciali, disponibilità di maestranze artigiane specializzate, produzione di carta, forte richiesta di testi dalle scuole venete e dall’Università di Padova. Ricordiamo Aldo Manuzio (1450-1515) che applicò la filologia umanistica all’attività editoriale – si interroga sul valore testuale del manoscritto (editore che divenne umanista) - Aldo Manuzio: figura decisiva per la cultura europea , stampa quasi tutti i classici greci in lingua originale e molti latini, inventando anche un nuovo formato, il “tascabile” (solo testo senza commenti) + classici moderni come Dante e Petrarca stampati con la collaborazione di Bembo Vespasiano da Bisticci: Vite – rappresentazione contemporanea degli intellettuali dell’epoca Giovanni Pico della Mirandola Cristoforo Landino: traduzione dell’enciclopedia naturale di Plinio il Vecchio Giannozzo Manetti (1396-1459): De dignitate et excellentia hominis – afferma la dignità dell’uomo e la bontà intrinseca + bellezza della vita Panormita (Antonio Beccadelli) (1394-1471): Hermaphroditus- libro di poesia erotica Giovanni Pontano (1429-1503): Hendecasyllabi seu Baiae – epigramma che celebra l’amore sensuale negli stabilimenti termali dei Campi Flegrei De amore coniugali – dolcezza dell’amore coniugale Tumuli – rievocazione di amici e parenti scomparsi; sono i morti a parlare attraverso le loro epigrafi tombali – suprema forma di rielaborazione della poesia epigrafica in chiave moderna De bello Napolitano – opera storica 40 De Prudentia – trattato morale e politico De Fortuna – trattato morale e politico De sermone – trattato morale e politico De principe – trattato morale e politico; definisce un modello ideale di principe Galateo (1448-1516): Eremita – dialogo in cui l’anima di un eremita, dopo la morte, si conquista il suo posto in paradiso con la forza Esposizione del Pater Noster De educatione – apparentemente un trattatello di pedagogia, in realtà la rappresentazione della crisi dell’umanesimo italiano Diomede Carafa: Memoriali – in volgare, sull’agire politico e vita di corte Pietro Iacopo De Iennaro (1436-1508): Pastorale – prose ed egloghe su imitazione dell’Arcadio di Sannazzaro Cariteo (Benet Gareth) (1450-1514): Endimione – raccolta simil Canzoniere di Petrarca, basata su immagini e metafore nuove che sembrano preannunciare la poetica del secolo successivo Masuccio Salernitano (1410-1475): Novellino – raccolta di 50 novelle (“boccaccismo”) senza cornice ma con dediche a personaggi illustri del tempo – satira antireligiosa e misogina con perdita di equilibrio che conduce a irrazionalità, oscenità e violenza Sabaldino degli Arienti: Porretane novelle – raccolta di novelle dedicate al duca Ercole I Niccolò da Correggio: Fabula di Cefalo - teatro Tebaldeo: Fabula di Orfeo – teatro Gasparo Visconti (1461-1499): (Canzoniere petrarchesco) De Paulo e Daria - poema narrativo tema amanti infelici Pasitea – opera teatrale Biondo Flavio (1392-1463): Roma instaurata e Italia illustrata – celebrazione della vitalità dell’antichità classica Roma triumphans – primo manuale archeologico moderno 6.2 Pulci - Luigi Pulci (1432-1484) apparteneva a una famiglia nobile decaduta e con i fratelli Luca e Bernardo vissero nella chiusa società fiorentina, dominata dalle famiglie oligarchiche. - I 3 fratelli si dedicarono ai generi della letteratura in volgare: Luca si dedica alle Pistole (= genere delle lettere d’amore, anche in persona di donna, inventato da Ovidio con le Eroidi), Bernardo alla poesia religiosa, alle sacre rappresentazioni e alla traduzione delle Egloghe. - Luigi entra nella cerchia di Lorenzo il Magnifico dove divenne l’animatore della “brigata” laurenziana - Giocò con Lorenzo all’invenzione di un genere di parodia campagnola - La sua forza sta nel linguaggio, nella deformazione della parola parodia linguistica - Gusto x il gioco linguistico e x linguaggio (scrisse anche il Vocabulista) - Posizione antiumanistica, più vicina alla cultura irregolare delle botteghe degli artisti del suo tempo - Opere: o Il Morgante (1481)– poema cavalleresco in ottave. Trovò il manoscritto di materia carolingia, destinato alla recitazione (Orlando Laurenziano) e lo riscrisse in forma quasi parodica. La storia e i personaggi erano sempre quelli: Carlo Magno, il traditore Gano di Maganza, i paladini Orlando e Rinaldo + dilatò il ruolo di un personaggio minore: il gigante Morgante che, vinto da Orlando si converte e comincia a battagliare dalla parte dei cristiani Mondo comico del grottesco Morgante = contrario dell’ideale di equilibrio degli umanisti + altro personaggio che inventa: Marguette, furfante libertino che rovescia i valori dell’umanesimo o Vocabulista – piccolo vocabolario personale di parole rare e latinismi 6.3 Lorenzo - Lorenzo de’Medici, il Magnifico (1449-1492), figlio di Piero di Cosimo, prende il potere a 20 anni (1469) - Educato da umanisti promuove la letteratura in volgare - Assunse funzioni di governo e sposò Clarice Orsini - Richiami espliciti di Dante e Cavalcanti – riflessione storica sulla letteratura italiana che tende al recupero della poesia delle origini - Nel 1478 sfugge alla congiura dei Pazzi – scatena una repressione che segna la fine delle libertà repubblicane 41 - Negli ultimi anni usa la propria produzione letteraria in senso “impegnato”, come strumento di comunicazione di massa, di legame tra il principe e il suo popolo, in occasione di feste religiose (Rappresentazione di San Giovanni e Paolo) e laiche come carnevale (canti carnascialeschi) - Canti carnascialeschi: metro – ballata - Compose anche trionfi mitologici - Opere: o Simposio – poemetto che mette in scena una brigata di ubriaconi o Uccellagione di starne o Nencia da Barberino – 20 ottave, parodia linguistica della parlata rusticale del Mugello, celebrazione della bellezza ruspante della contadinotta Nencia (ripresa di Boccaccio) o Altercazione – poemetto dantesco e neoplatonico in terzine o Commento sopra alcuni dei suoi sonetti – rilettura allegorico e morale del Ficino o Raccolta Aragonese - manoscritto allestito di poesia italiana delle origini su Dante, Guinizzelli, Guittone, Cavalcanti, Cino e Lorenzo stesso o Corinto – egloga o Amori di Venere e Marte – egloga o Ambra – poemetto eziologico o Rappresentazione di San Giovanni e Paolo – sacra rappresentazione o Canzone di Bacco (1490) – traspare la malinconia di Lorenzo che avverte la fragilità della vita umana 6.4 Poliziano - Angelo Ambrogini detto il Poliziano (1454-1494) entra a servizio dei Medici e precettore dei figli di Lorenzo abbracciando però anche lo stato ecclesiastico - Conoscenza del greco (traduzione parziale dell’Iliade) + composizione di poesie in latino (In violas) e in greco - Uso anche del volgare in ballate, canzonette e “rispetti” (= produzioni in volgare) - Nel 1475 Giuliano de Medici vince un torneo che fornisce a Poliziano un’occasione celebrativa (Stanze per la giostra del Magnifico Giuliano) - Nel 79 lascia Firenze forse per dissapori con Lorenzo o per il clima cupo della città dopo la congiura dei Pazzi – va a Mantova dai Gonzaga dove compone la favola di Orfeo. Tornato a Firenze cambiò vita e fu attratto dagli studi classici e umanistici, legati ora all’insegnamento di eloquenza greca e latina all’università (analisi filologica). (apriva i suoi corsi con prolusioni poetiche in esametri latini, le Sylvae) - La sua idea di imitazione dei classici: come difesa di individualità e originalità dello stile con confronto con i modelli antichi ma NON in rapporto di sudditanza ma di parità e se possibile di emulazione - Opere: o Stanze per la giostra del Magnifico Giuliano – Libro I: spunto originario della vittoria di Giuliano si unisce alla tematica amorosa – amore di Giuliano per Simonetta Cattaneo. Il giovane cacciatore Iulio (Giuliano), sprezzatore delle donne e amante della vita selvaggia, viene per vendetta fatto innamorare dal Dio Amore di Simonetta + digressione descrittiva del palazzo e del giardino di Venere. elementi che derivano dall’archetipo dei poemetti allegorici umanistici (Trionfi di Petrarca): inizio – trionfo di castità di Iulo; poi – trionfo di Amore; infine – trionfo di Virtù umanistica e cavalleresca; MA anche trionfo della morte – infatti nel 76 muore Simonetta Libro II: dopo la morte di Simonetta il poeta riprese il racconto ma nel 78 Giuliano fu ucciso dai Pazzi – poema rimane incompiuto Testimonia comunque la sintesi tra cultura umanistica e tradizione volgare (lettura dei classici ma con ritmo veloce dell’ottava) Lingua: fusione tra parlata popolare e preziosismo latineggiante Stile: citazioni esplicite e allusioni ai classici Qui nelle Stanze la concezione dell’amore è legata ad una prospettiva platonica, di Nobilitazione dell’anima. Nelle opere successive amore = furor, devastante alterazione della natura umana o Favola di Orfeo – opera teatrale. Euridice amata di Orfeo muore per il morso di un serpente mentre scappa dallo spasimante Aristeo. Euridice vuole andarla a riprendere nell’Ade e riesce a commuovere la divinità che concede il ritorno di Euridice ad una condizione: nella risalita Orfeo non deve voltarsi a guardarla cosa che invece avviene e la donna scompare per sempre nelle tenebre. Orfeo disperato incappa in una banda di baccanti che lo dilaniano. 42 - Tenta di entrare nella carriera politica a Venezia, fallendo. – Va alla corte di Urbino - Intraprene poi la carriere ecclesiastica a Roma diventando segretario pontificio (di Giulio II e Leone X) - Ciceroniano - Per Bembo l’imitazione è: processo di assimilazione organica da un solo autore individuato come il migliore nel suo genere (Cicerone x la prosa e Virgilio x poesia). Ma, assimilando i classici moderni ai classici antichi valgono le stesse regole di imitazione (Petrarca come modello x la poesia e Boccaccio x la prosa) - Opere: o De Aetna (1496) – dialogo latino tra Pietro e suo padre, rievocando una gita sull’Etna. Trattazione della materia naturalistica ingentilita dal dialogo o Asolani (1505) – dialogo-prosimetro in 3 libri ambientato nella cornice idealizzata della corte di Caterina Cornaro ad Asolo. Due degli interlocutori, Perottino e Gismondo danno un’interpretazione dell’amore opposta: x uno fonte di eterno dolore, x l’altro motivo di piacere. La sintesi viene fatta dal terzo giovane, Lavinello, grazie all’incontro con un eremita che rivela la versa essenza dell’amore = desiderio della bellezza vera, ovvero solo quella spirituale Tema: tipico della filosofia ficiniana – amore Stile: eccessiva ambizione stilistica che punta all’imitazione di Boccaccio e all’emulazione di Sannazaro o Lettere d’amore – alla nobildonna veneziana Maria Savorgnan e a Lucrezia Borgia o De Virgilii Culice et Terentii fabulis – dialogo latino con analisi testuale dei testi di Virgilio e le commedie di Terenzio. Metodo: apparentemente quello di Poliziano MA in realtà è una filologia orientata all’individuazione di valori stilistici alla ricostruzione del bello più che del vero. o De Guido Ubaldo Feretrio deque Elisabetha Gonzagia Urbini ducibus – dialogo ciceroniano dove celebra Urbino o Stanze – poesia volgare o Rime 6.8 Castiglione - Baldassar Castiglione (1478-1529), formazione umanistica + al servizio dei Gonzaga poi di Guidubaldo da Montefeltro e di Francesco Maria della Rovere a Urbino, poi di nuovo a Mantova - Fu chierico a Roma nelle corte di Leone X e ambasciatore in Spagna per Clemente VII - Assistette al crollo della civiltà umanistica italiana con il sacco di Roma (1527) - Autore di poesie latine e volgari - Coinvolto anche nell’attività teatrale tipica delle corti (vd. Tirsi) - Opere: o Tirsi – egloga in ottave di ambito bucolico rappresentata e recitata ad Urbino o Il Libro del Cortegiano – prende spunto dalla sua vita di corte. Dialogo in 4 libri, ambientato a Urbino nella cerchia di Elisabetta Gonzaga nelle stanze del palazzo ducale, dove un gruppo di illustri personaggi conversano su la definizione del modello ideale del “perfetto cortigiano” – uomo completo dotato delle qualità necessarie per vivere a corte. Libro I: il cortigiano è erede dell’ideologia cavalleresca medievale: gentiluomo e uomo d’armi, coraggioso e leale Libro II: la civiltà umanistica è alla base del cortigiano che gli indica i comportamenti civili + tematica della facezia, della grazia e della sprezzatura (atteggiamenti che privilegiano l’aspetto esteriore della cerimonia) Libro III: tema della donna e la sua funzione sociale e intellettuale nella vita di corte Libro IV: questione del rapporto intellettuale-potere esemplato nel rapporto cortigiano- principe + amore platonico Lingua: tipica dell’intellettuale della corte = lingua moderna e mutevole, NON dialetto regionale ma neanche fiorentino letterario 6.9 Leonardo - Leonardo da Vinci (1452-1519) figlio illegittimo di un notaio fiorentino, avviato alla bottega del Verrocchio a Firenze. - Botteghe artistiche del 400= laboratori intellettuali + la bottega ha rapporti con Lorenzo e con i suoi umanisti - Apprende varie arti, come anche le tecnologie e le scienze applicate - Non ebbe un’educazione regolare, non sapeva il latino (“omo sanza lettere”) 45 - Fa una lettura personale delle Metamorfosi di Ovidio e ricava una legge di natura basata sul perpetuo movimento, sulla metamorfosi e sul rapporto tra microcosmo (uomo) e macrocosmo (mondo). Da questa riflessione ne deriva il Codice Arundel - Lascia Firenze per Milano dove cerca di entrare a servizio di Ludovico il moro (lettera di presentazione dove elenca come sue competenze solo quelle di ingegnere militare e solo alla fine quella artistica – curiosa). In questo periodo decide di diventare scrittore – compone trattati sulla pittura, prospettiva e architettura verso la cultura umanistica o di corte. si avvia alla pratica della scrittura “progettuale” perché non completò mai alcun libro I testi sono tutti tra le pagine dei suoi manoscritti privati (con scrittura speculare leggibile solo allo specchio), non ordinati in nessuna gerarchia ma collegabili gli uni agli altri tramite links - Ogni suo manoscritto è un documento individuale e in alcuni casi presenta convergenza verso tematiche unitarie + assimilabili alla forma del trattato - È possibile riconoscere un insieme di materiali per un libro di pittura + scritti all’introduzione del libro (Paragone) - Poi lascia di nuovo Milano, va a servizio di Cesare Borgia, poi a Firenze, poi di nuovo Milano, poi Roma e infine Amboise dove muore a servizio del Re di Francia Francesco I. - Oltre ai trattati scientifici e naturalistici dispersi nei vari codici – trattato di anatomia - Vari altri testi più “letterari” (collegati alle opere volgari da lui amate): favole di animali e piante, facezie erotiche, bestiario allegorico-morale, lettere in cui finge di essere andato in oriente e descrive l’arrivo di un gigante - Per la corte sforzesca inventa profezie che si rivelano banali indovinelli (oggi paragonabili ai rebus) - Fu tra gli artefici della rivoluzione del teatro del Rinascimento: inventa le prime macchine scenografiche x gli spettacoli - Opere: o Codice Arundel – descrizione di un mostro marino e una caverna. Ingresso tenebroso di una caverna (rovesciamento del mito platonico), custode dei segreti della natura che incute paura e desiderio o Paragone – scritti forse destinati all’introduzione dell’ipotetico libro di pittura. Afferma la superiorità della pittura sulle altre arti o descrizione di tempeste e battaglie ma anche visioni (come quelle dei diluvi) o Quaderni di Windsor – trattato di anatomia, il 1° della civiltà moderna basato sulle sue osservazioni + disegni del corpo umano 7. Machiavelli 7.1 La vita - Nasce a Firenze nel 1469 da un notaio che lo inizia alle prime letture dei classici latini e degli autori volgari (Dante e Boccaccio) - Formazione non umanistica (anca il greco), ma vicina agli ambienti borghesi e mercantili della città - Nel 94-95 cadono i Medici a Firenze e sale il Savonarola (ma Niccolò è ancora quasi assente dal panorama politico) - Non favorevole al governo del Savonarola, esce dall’ombra quando viene nominato segretario della seconda cancelleria (1498) alle dipendenze di Marcello Virgilio Adriani (suo maestro) - Niccolò impegnato sul fronte diplomatico e internazionale x garantire a Firenze un margine di autonomia - Missione a Forlì presso la principessa Caterina Sforza - Proiettato nel teatro politico europeo grazie al 1° viaggio in Francia alla corte di Luigi XII - Va da Luigi XII per chiedere aiuto nella guerra contro Pisa (1500), città che si arrende solo nel 1509 grazie proprio alla mediazione di Machiavelli - 1501 sposa Marietta Corsini - 1502 diventa il principale consigliere del nuovo reggitore della repubblica fiorentina: Pier Soderini - Con il fratello di Piero svolge del 1502/3 la sua missione più difficile presso Cesare Borgia (il Duca Valentino) che, appoggiato dal padre Alessandro VI, stava ampliando il suo stato tra le Marche e la Romagna con una politica spregiudicata. - Machiavelli incontra Cesare Borgia nel 1502 a Urbino e sarà poi testimone del massacro di Senigallia dove il Duca ucciderà con l’inganno i suoi principali nemici. - Niccolò è invitato a Roma nel conclave che elegge il nuovo papa guerriero Giulio II - Va poi varie volte in Francia, poi Mantova, Siena, e Verona - Capisce che una delle prime cause della debolezza degli stati italiani è: mancanza di un esercito di leva (i principi usavano mercenari, pronti a cambiare bandiera da un momento all’altro) idea 46 - Idea di Machiavelli: costituzione di una milizia della repubblica fiorentina formata da popolani e contadini – progetto difficile che però riesce tra 1505 e 1507 costruisce i primi reparti del “suo” esercito - Nel 1512 papa Giulio II guida una lega per cacciare i francesi dall’Italia (Firenze era alleata con la Francia) - Verso Firenze si muove un minaccioso esercito spagnolo che a Prato annienta la milizia di Machiavelli - I Medici rientrano a Firenze e Niccolò viene congedato dalla cancelleria + incarcerato con l’accusa di aver partecipato ad una congiura antimedicea - Il cardinale Giovanni de’Medici (figlio di Lorenzo il Magnifico) viene eletto papa (Leone X) e libera Niccolò che si ritira nella casa di campagna a San Casciano, l’Albergaccio - All’Albergaccio medita sulle vicende contemporanee e nascerà il De Principatibus - Vuole riguadagnare la fiducia dei Medici e allora si avvicina a un circolo di giovani patrizi fiorentini infiammati da ideali repubblicani che si riunivano nel giardino della famiglia Rucellai - Orti Oricellari - Dopo 1519 riprende i contatti con i Medici che apprezzano i suoi scritti (Mandragola, Vita di Castruccio Castracani, De re militari) e gli chiedono pareri sul come riformare la costituzione a Firenze Machiavelli propone di restaurare la repubblica (nel Discursus florentinarum rerum) - Riceve qualche incarico umiliante come quello di inviato al capitolo generale dei frati minori a Carpi con il suo amico Francesco Guicciardini - Si concentra poi nella scrittura della sua opera storica: Storie fiorentine che presenta anche al nuovo papa Clemente VII - La politica di Clemente, favorevole alla Francia, è ostile all’impero di Carlo V – scenari di guerra – Machiavelli cerca di riorganizzare la milizia in Romagna con Guicciardini + nominato cancelliere dei Procuratori delle Mura a Firenze per curare le difese della città – tutto inutile – 1527 l’esercito imperiale arriva a Roma e la saccheggia mentre a Firenze torna la repubblica (cacciata dei Medici) - Firenze ora repubblica guarda con sospetto Niccolò che negli anni precedenti sembra non aver fatto altro che cercare di riguadagnare il favore dei Medici - Morte: 21 giugno 1527 7.2 Le scritture del “segretario” - Scritti del periodo della prima cancelleria (1498-1512), periodo che coincide con l’inizio della sua attività di scrittore - Scritture politiche legate all’occasionalità (es. relazione di una missione compiuta, lettere diplomatiche, memorie ai signori di Firenze sulle decisioni da prendere su una determinata situazione…) - La responsabilità finale delle decisioni politiche con competeva a Machiavelli ma la sua influenza di segretario fu spesso decisiva - Queste scritture innovano l’ambito della scrittura professionale - Stile: secco, con lingua che si avvicina al parlato, grande cura retorica con attenta disposizione degli argomenti apparentemente oggettiva (ma in realtà non sempre è neutrale e lui lo sa) - Prima serie di scritti che riguarda i rapporti di Firenze con le città vicine, rapporti che rivelano l’egemonia fiorentina che per mantenersi deve fare anche uso di forza e violenza o Discorso sopra Pisa (1499) – affronta uno dei nodi della politica fiorentina = conquista della libera e pericolosa concorrente, Pisa o De rebus Pistoriensibus (“dei fatti di Pistoia”) – prima memoria per il Soderini o Del modo di trattare i popoli della Valdichiana ribellati – sulla città di Arezzo sempre ribelle per la quale si chiede un castigo esemplare o Parole da dirle sopra la provisione del danaio – questioni amministrative e di governo o La cagione dell’ordinanza – promuove il suo sogno della milizia repubblicana - Altra categoria di scritti in cui si rivolge alla politica europea: memorie stese al ritorno dei suoi viaggi diplomatici – ritratti di uomini, cose e costumi (grande capacità di osservazione e realismo) Qui supera la struttura tradizionale dei luoghi comuni – ne emergono ritratti di personaggi storici incontrati (Luigi XII, Cardinale Georges d’Amboise, Massimiliano d’Asburgo) o De natura Gallorum – “la natura dei francesi” o Ritracto di cose di Francia o Il rapporto di cose della Magna o Discorso sopra le cose della Magna o Ritracto di cose della Magna - + prime scritture letterarie legate al filone della letteratura popolare fiorentina del 400 (es. vicende dei 10 anni dal 1494 al 1504, decisivi x la storia d’Italia. Con la discesa di Carlo VIII, guerre tra francesi e spagnoli, papa Borgia e Valentino) 47 - Cultura umanistica con maestro Gregorio da Spoleto – ne deriva una prima produzione di poesia latina di notevole elaborazione formale (temi: erotici, occasionali) - Cultura ferrarese tra il latino e il volgare lo porta alla lirica volgare (grazie anche all’incontro con Bembo) + si distacca dallo sperimentalismo cortigiano tentando di avvicinarsi al modello petrarchesco. - Vita proiettata su una dimensione cortigiana – “familiare” del duca Ercole I, capitano della rocca di Canossa - Entra al servizio del cardinale Ippolito d’Este (1503) + diventa chierico – vari incarichi che lo allontanano dagli studi e dalla letteratura. - Vari viaggi a Bologna, Mantova, Roma (dal papa Giulio II) - Incontra una donna che diventa il suo grande amore, Alessandra Benucci - Impegno letterario con la composizione dell’Orlando Furioso lo porta alla rottura con Ippolito, consumata al rifiuto di accompagnarlo in Ungheria - Accetta l’incarico di commissario della Garfagnana (-terra di confine sottoposta al dominio estense) 8.2 Orlando furioso - La morte del Boiardo aveva lasciato incompiuto il suo poema: l’Inamoramento di Orlando - Ariosto aveva conosciuto Boiardo e si propone come continuatore del suo poema, venendo incontro ad una aspettativa dei suoi destinatari (=gli estensi) fa una “giunta” all’opera originale - Alcuni testi di questa giunta vengono recitati di fronte a Isabella d’Este a Mantova - In 10 anni l’opera viene completata e pubblicata a Ferrara nel 1516 prima redazione di 40 canti dedicata al cardinale Ippolito con titolo: Orlando furioso - Ariosto lascia quest’opera aperta per tutta la vita nello sforzo di allargarne gli orizzonti correzioni di lingua e di stile della seconda redazione (40 canti) del 1521 - terza redazione in 46 canti del 1532 con la revisione linguistica in direzione del toscano letterario - Distanza dalla precedente tradizione cavalleresca: “le donne, i cavalier, l’arme, gli amori, le cortesie, le audaci imprese “io canto” – dopo tanti cantari spesso anonimi emerge la forte presenza dell’autore, dell’io del narratore che sovrappone i fili del racconto come un tessitore intreccia la sua tela o come un musico ricerca l’armonia di voci diverse in una polifonia - Io canto richiama anche il primo verso dell’Eneide e quindi la consapevole fusione del genere cavalleresco con le istanze classiche della cultura umanistica - Tecnica dell’intreccio - Nonostante il titolo suggerisca un prevalere della storia di Orlando, in realtà nessun filo è dominante sugli altri + (Contiene anche digressioni novellistiche (derivazione: Boccaccio)) - Forse lo spunto del titolo proviene da una tragedia di Seneca, l’Hercules furens – nell’umanesimo Ercole incarnava il mito dell’eroe fortissimo ma anche del saggio (mito positivo). La sua folliua era il risultato della vendetta di una donna – tema della follia d’amore (tipico Medievale) che conduce a morte e rovina - Per i cavalieri dell’Ariosto i valori cortesi dell’amore (eroismo e nobiltà) e quelli umanistici (ragione e virtù) vengono vinti dalla follia, negazione assoluta della ragione. - Orlando = controfigura cristiana e medievale di Ercole (pagano) - Orlando entra in scena con un sogno che gli mostra Angelica in pericolo e diventa pazzo quando scopre le prove dell’amore di Angelica per un fante nemico (Medoro) – di fronte alla realtà crolla l’illusione e ogni ideale cavalleresco si trasforma in un essere selvaggio che vaga nudo - MA la follia è ovunque, è la follia degli uomini accecati dalle illusioni della vita: il desiderio di potere e ricchezza, la meschinità, il tradimento e la lussuria - Ariosto critica cos’ l’intera società del Rinascimento, critica parallela a quella del contemporaneo Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam - Ora la più grande follia umana è la guerra, NON più competizione onesta tra due leali cavalieri, ma la guerra “sporca” sporca delle armi da fuoco crisi degli ideali militari della cavalleria - Il mondo è dominato da forze irrazionali come caos e fortuna - non-misurabilità che corrisponde all’improvvisa dilatazione delle frontiere con le scoperte di Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci vastissima è allora la geografia fantastica del Furioso, spazi immensi percorsi dalla ricerca dei paladini - per superare quegli spazi Ariosto inventa l’Ippogrifo (cavallo alato) usato da Alfonso per il viaggio sulla Luna (- luogo dove si ritrova ciò che sulla terra è perduto) - senso del magico e desiderio di conoscenza (rappresentato dal personaggio di Astolfo) - Ruggiero: (pagano) conserva una funzione encomiastica nei confronti dei principi estensi, considerato capostipite di questa famiglia. Alla fine si converte per amore di Bradamante (- processo di metamorfosi, frequente in Ariosto) - Processo di metamorfosi: utile x creare personaggi a tutto tondo 50 - Donne: elemento di grande novità acquisendo una funzione nuova, NON più oggetto del desiderio Es. Angelica – sempre inseguita e in fuga si serve dell’intelligenza per piegare ai suoi voleri i cavalieri (alla fine si innamora di Medoro) Es. Bradamante -sorella di Rinaldo, batte in duello vari guerrieri maschi Sono proiezioni delle donne che diventano protagoniste della vita di corte degli inizi del 500 (Isabella d’Este, Lucrezia Borgia, Vittoria Colonna) - Legami con contemporaneità con il periodo della crisi della civiltà delle corti ispira i Cinque Canti o Cinque Canti – (al di fuori del poema); digressione che doveva ritardare il lieto fine del matrimonio tra Ruggiero e Bradamante con inganni orditi dal traditore Gano di Maganza – scenario cupo - Nel corso delle 3 redazioni cerca di affinare la sua lingua poetica – elimina elementi settentrionali o dialettali raggiungendo equilibrio con componenti diverse (latine e umanistiche) – impianto ispirato ai modelli toscani - Modello: Petrarca lirico con endecasillabi in ottava - Stile: equilibrio di parole e ritmi (“ottava d’oro”) – senso della misura - Trama: Il peoma inizia nel punto in cui si era interrotto quello del Boiardo: Parigi, re Carlo assediato dai Mori di Agramante e Marsilio. Angelica fugge dal campo cristiano, Rinaldo la insegue in una selva dove si scontra col saraceno Ferrarù (con cui poi fa tregua). Altro spasimante di Angelica, Sacripante, disarcionato da Bradamante (sorella di Rinaldo), poi duella con Rinaldo. Angelica continua la fuga. Rinaldo inviato in Bretagna da Carlo. Bradamante è fatta precipitare in una grotta (=grotta magica di Merlino) da Pinabello, dove dallo spirito del mago e dalla fata Melissa apprende la profezia del glorioso futuro della stirpe estense che nascerà da lei e dal pagano Ruggiero. Ruggiero, tenuto prigioniero dal mago Atlante in un castello, liberato da Bradamante grazie a anello magico rubato al saraceno Brunello con cui batte Atlante. Ma l’Ippogrifo rapisce di nuovo Ruggiero. Intanto Rinaldo in Scozia difende dalle false calunnie Ginevra. Ruggiero finisce in India nell’isola della maga Alcina (-che trasforma i suoi amanti in piante o animali, come rivela una pianta parlante di mirto = paladino Astolfo). Ruggiero amoreggia con Alcina ma Melissa giunge a salvarlo e svelare che in realtà Alcina, senza la magia, è una brutta vecchia. Angelica insediata da un lascivo eremita + rapita da un popolo crudele che la incatena all’isola di Ebuda x farla divorare dall’Orca. Orlando sogna Angelica, sua amata, in pericolo e parte al suo soccorso + presta aiuto a donzelle indifese lungo il cammino (Olimpia). Ruggiero, a cavallo dell’Ippogrifo arriva x primo a salvare Angelica la quale poi sfugge alle sue avances rendendosi invisibile. Orlando arriva e uccide l’Orca ma trova incatenata Olimpia. Ruggiero resta di nuovo in potere di Atlante, in un castello incantato nel cui labirinto di stanze ognuno vede il fantasma del suo amore. Ci finisce ance Orlando che ne esce per continuare l’inseguimento di angelica e x salvare la saracena Isabella + cade nell’incantesimo di Atlante anche Bradamante. Al campo dei mori arriva il tartaro Mandricardo che rapisce Doralice, donna di Rodomonte (pagano), impegnato nell’assedio di Parigi dove però torna Rinaldo con i rinforzi inglesi. Nella notte dopo la battaglia due fanti saraceni (amici), Cloridano e Medoro, effettuano una sortita per dare sepoltura al corpo del loro re – ma sono scoperti e il primo ucciso e il secondo ferito (Medoro) – nella capanna di un pastore trova Angelica che si innamora. In parallelo le avventure di Alstolfo in Oriente (: cattura il gigante Caligorante e uccide il mostro Orillo) + di altri paladini come la guerriera pagana Marfisa (- duella con Guidon Selvaggio). Astolfo arriva al castello di Atlante, libera tutti e tiene x sé l’Ippogrifo. Ruggiero e Bradamante rimangono divisi dalla sorte perché lei ha la possibilità di uccidere Pinabello. Svolta= Orlando trova nel bosco i segni dell’amore di Angelica e Medoro e diventa furioso, pazzo. Ne approfitta Mandricardo che gli ruba la spada Durindana, uccide Zerbino e duella con Doromonte finché Doralice non li ferma. + varie avventure di Ruggiero. Ormai a Parigi stanno x vincere i Mori, ma x fortuna la Discordia ne allontana Rodomonte che incontra Isabella di cui si innamora – la donna x non cederglisi si uccide, allora lui resta a guardia del suo sepolcro e imprigiona chiunque passi sul ponte d’accesso. Ma Orlando -pazzo- lo sfida e poi passa a nuoto lo stretto di Gibilterra mentre Ruggiero uccide Mandricardo. A Parigi i Mori, senza Rodomonte, sono ricacciati in Provenza da Rinaldo + sua sorella Bradamante diventa furiosa alla notizia che Ruggiero si sposa con Marfisa – giunge nel castello di Tristano nella cui sala dipinta vede rappresentate tutte le guerre future. 51 + avventure di Astolfo sull’Ippogrifo (- uccide le arpie in Etiopia, scende all’Inferno e poi in Paradiso dove incontra San Giovanni che lo accompagna sulla luna). Sulla luna ritrova ciò che si perde sulla terra – ampolla con senno di Orlando – gliela porta e Orlando guarisce. Bradamante furiosa batte diversi cavalieri (Rodomonte e Marfisa) + sta per prendersela con Ruggiero, quando lo spirito di Atlante rivela che in realtà Marfisa è sorella di Ruggiero. Si decide che la guerra sia conclusa dal duello di Ruggiero e Rinaldo ma durante il duello Agramante rompe i patti – i Mori hanno la peggio. Grande duello finale = mori (Agramante, Gradasso e Sorbino) VS cristiani (Orlando, Bradimarte e Oliviero) muoiono tutti tranne Sobrino e Oliviero che rimangono feriti e Orlando. guerra finita. Finisce anche l’ossessione amorosa di Rinaldo per Angelica in quanto beve dalla fontana del Disamore. I paladini seppelliscono Bradimarte e trovano presso un eremita Ruggiero, convertito alla fede cristiana. I genitori di Bradamante la promettono sposa al principe Leone. Ruggiero vorrebbe sfidarlo ma diventano amici e Leone rinuncia alla donna per l’amico – Ruggiero e Bradamante sposi Rinaldo Angelica Orlando Ruggiero ❤ Marfisa (sorella) Ruggiero ❤ Bradamante Angelica ❤ Medoro 8.3 Il teatro - Ludovico partecipa ad una delle compagnie che metteva in scena le prime rappresentazioni ferraresi - Lavora sui testi di Plauto e Terenzio preparando le traduzioni destinate alla recitazione - scrive testi originali (Tragedia di Tisbe) o Tragedia di Tisbe o Erbolato – occasione: carnevale; prosa di medicina popolare recitata da un finto ciarlatano o Cassaria – commedia (x carnevale del 1508) + scenografia dipinta da Prisciani che rappresentava la città del Rinascimento in prospettiva Novità del linguaggio: NON più poesia MA prosa volgare e moderna = ferrarese o Suppositi (“gli scambiati”) – (x carnevale del 1509) commedia degli errori e degli inganni ambientata a Ferrara in prosa volgare Rappresentati a Roma nel 1519 con la scenografia di Raffaello - Ritorno al teatro (di corte) di Ariosto avviene negli ultimi anni - Novità= scrivere teatro in versi ma tali da sembrare lingua viva o Lena (1528) o Negromante (1528) – profondità psicologica dei monologhi dei personaggi o Studenti – ultima commedia incompiuta o + riscrive in versi la Cassaria e i Suppositi - Versi usati: endecasillabi sdruccioli sciolti 8.4 La satira - Satira nella letteratura latina antica = critica morale di costumi e della società contemporanea (Persio e Giovenale) + riflessione personali su temi morali (Orazio) - Ariosto abbraccia il genere della satira nel momento del distacco dal cardinale Ippolito - È per lui mezzo di espressione nuovo, con cui comunica il suo disagio esistenziale - Satire in terzine: vere e proprie epistole, una sorta di piccolo libro di familiari (modello: Petrarca) - Destinatari delle epistole satiriche = parenti o amici stretti - Ironia e comicità garbata - Collegate al modello oraziano e alla tradizione della favola antica e umanistica I Satira: rottura col cardinale che voleva portarlo in Ungheria II Satira: corte romana e rifiuto della carriera ecclesiastica III Satira: atteggiamento critico verso la vita cortigiana V Satira: considerazioni sul matrimonio Da qui in poi i testi sono databili al periodo trascorso in Garfagnana 52 o Considerazioni intorno ai Discorsi del Machiavelli – rielaborazione; nega la possibilità di trarre dall’analisi degli eventi storici valutazioni applicabili a situazioni contemporanee (ogni evento 0 caso a sé stante, irripetibile) + idee critiche nei confronti degli esempi e imitazione degli Antichi o Ricordi – (tra 1512 e 1530) pensieri ordinati in un progetto di libro; esercizio di stile che tende verso la condensazione del pensiero in aforismi o Dialogo del reggimento di Firenze – dialogo ambientato alla fine del 400 che evidenzia anche il rapporto con Machiavelli – distanza dal suo pensiero che Guicciardini supera. X Guicciardini storia NO magistra vitae (≠ Machiavelli) o Storie fiorentine – incompiute o Storia d’Italia (1537-1540) – 20 libri su 40 anni di storia (1492-1534), dalla morte di Lorenzo il Magnifico alla morte di Clemente VIII); affresco della rovina d’Italia + ricerca cause degli errori umani. Stile: ampio, grave (a livello di quello della tragedia) 1.3 Dibattiti di lingua e di poetica - Questione della lingua: problema di definire uno strumento di comunicazione in ambito letterario e culturale, condiviso in tutte le regioni quindi “italiano” (non solo toscano, fiorentino, napoletano o lombardo) MA una lingua letteraria comune - La città in cui si persegue questo obiettivo è Napoli e Venezia - In area veneta nascono i primi tentativi di dare “regole” alla lingua volgare, riprendendo i metodi della filologia umanistica con Giovan Francesco Fortunio - Necessità di regole letterarie e grammaticali in un periodo di inquietudine - All’inizio si opposero coloro che erano legati al mondo cortigiano (dove si usava una sorta di lingua mista comune, la lingua cortigiana) - Riscoperta del trattato De vulgari eloquentia (che venne interpretato male) fu fatta la proposta di un “italiano illustre” e di una lingua italiana (NON cortigiana) basata sui principali dialetti regionali e NON solo sul fiorentino letterario. - Desiderio di Trissino di inaugurare nella letteratura italiana nuovi generi (poema epico storico e tragedia) - Gli avversari della “lingua italiana” sono all’inizio proprio i fiorentini che vogliono difendere la lingua fiorentina viva e parlata (vd. posizione assunta da Machiavelli e Giambattista Gelli) - Seconda metà del 500, Firenze: stagione di filologia per stabilire basi (=tradizione letteraria fiorentina e toscana) su cui basare la lingua italiana - La lingua italiana si basa su tradizione letteraria fiorentina e toscana - Filologia italiana nasce nel 500 con il recupero dei manoscritti di prosa e poesia delle origini + Dante e Petrarca - Vincenzo Maria Borghini, monaco, filologo, realizza influenzato dai principi di censura morale della chiesa un’edizione del Decameron “purgato” delle novelle con situazioni erotiche - Lionardo Salviati fonda l’Accademia della Crusca 1583, x separare la farina dalla crusca, ovvero la lingua italiana eccellente dai prodotti dialettali - Prima edizione del Vocabolario 1612 – canone linguistico e letterario fondato su basi filologiche ed interpretative - Commenti: pratica che si estende – applicata ai classici moderni in volgare (Petrarca oggetto di molteplici commenti) - Attenzione ai problemi della poetica: sulla questione dell’imitazione - Opposizione tra classicismo-ciceronianismo VS difesa della libertà di composizione - Definizione del sistema dei generi (discussione sul genere romanzesco ed epico-cavalleresco – opera critica di Giambattista Giraldi Cinzio) Giovan Francesco Fortunio: Regole grammaticali della volgar lingua Pietro Bembo: Prose della volgar lingua – fondarono la lingua letteraria italiana sulla base della lingua fiorentina del 300 (imitazione dei modelli toscani del 300 – Petrarca x poesia e Boccaccio x prosa) Giovan Giorgio Trissino: Epistola de le lettere nuovamente aggiunte ne la lingua italiana Il Castellano – dialogo L’Italia liberata dai Goti – poema epico storico; endecasillabi sciolti sulle vicende della Guerra Gotica del VI secolo ma con allusione alla realtà contemporanea dell’Italia invasa da Francesi e Spagnoli 55 Sofonisba – tragedia; tratta dalla storia d’amore narrata da Petrarca nell’Africa e Trionfi, ambientata nella seconda guerra punica Giambattista Giraldi Cinzio: Discorso intorno al comporre dei romanzi – riconosce l’eccellenza di Ariosto 1.4 La poesia - Cambiano gli orizzonti della produzione poetica – NON più circolazione protetta della poesia cortigiana MA l’allargamento del pubblico (favorito dalla diffusione del libro a stampa) ad un mondo di lettori borghesi - Diffusione del petrarchismo (canonizzato dal Bembo con le Prose della volgar lingua) - Momento di svolta = 1530, pubblicazione di 2 raccolte di rime di Sannazaro e Bembo - Compilazione di antologie = raccolte di rime curate dagli editors veneziani - Sonetto: modellato in una forma nuova - Petrarchisti: Giovanni Guidiccioni, Bernardo Cappello, Bernardo Tasso - Bernardo Tasso (padre di Torquato), raccolse la sua produzione lirica nelle Rime + tentativo per il rinnovamento dell’epica cavalleresca - Scuola napoletana con Luigi Tansillo (cantore del mondo georgico e agreste vd. poemetti), Bernardo Rota - Galeazzo di Tarsia elabora un suo personale petrarchismo, sintatticamente e linguisticamente difficile - Donne scrittrici: categoria riflessa di un’età che comincia a riconoscere alla donna un valore e un peso crescenti nella società e nella cultura – la loro poesia si colloca nel petrarchismo formalmente ortodosso MA con l’approfondimento di tematiche “femminili” (=rapporto amoroso, consapevolezza della propria condizione economica e sociale - Tipologia frequente della poesia femminile: epistola poetica (-poesia che ha bisogno di rivolgersi a un interlocutore, di solito uomo lontano o assente); modello: Eroidi - All’inizio queste donne sono grandi signore feudali che si sono trovate in una precoce condizione di vedovanza e solitudine (vd. Veronica Gambara signora di Correggio, Vittoria Colonna marchesa di pescara e vedova di Francesco Ferdinando d’Avalos) - Con Vittoria Colonna si assiste al passaggio dalla lirica amorosa cortigiana alla poesia spirituale e platonizzante - Superamento delle barriere di genere con Laura Terracina che nelle proprie rime utilizza per sé stessa il genere maschile - Altre donne poetesse: Chiara Matraini, Laura Battiferri Ammannati, Gaspara Stampa e Veronica Franco - Isabella di Morra: caso unico; spietatamente uccisa dai fratelli a causa del suo amore clandestino con un nobile spagnolo – lascia una testimonianza straordinaria (10 sonetti + 3 canzoni) del suo desiderio di amore e libertà - Michelangelo Buonarroti trova nella poesia uno strumento di espressione - Esponenti dell’antipetrarchismo: Francesco Berni - Poesia didascalica di ispirazione virgiliana: con Rucellai, Alamanni e Molza - La poesia latina raggiunge il suo apogeo (con i poemi di Sannazaro, Vida, Fracastoro) e poi il suo tramonto - Poesia maccheronica: latino coniugato con lingua viva degli studenti universitari r con dialetti popolari del Nord effetto comico - Poesia maccheronica chiamata così dal titolo di un poemetto di Tifi Odasi, Macaronea 1490) – autore + grande = Teofilo Folegno - Oltre la metà del 500: petrarchismo ingaggia una battaglia formale con il modello, sorta di scrittura artificiosa in cui i poeti cercano di esaurire tutte le possibilità espressive – sperimentazione (che porta al manierismo) - Manierismo= estenuazione degli artifici formali (vd. Nuovo Petrarca e Austria) - La forma metrica che prevale è il madrigale (fusione di poesia e musica) testi + aperti a esecuzione musicale - Nuove preoccupazioni religiose e morali + senso di caducità delle cose e della morte - Superamento del petrarchismo con Gabriello Chiabrera – educazione gesuitica su classici latini e greci+ scuola umanistica – poesia basata su imitazione dell’antica metrica greca poesia classicheggiante, “alla greca” (NON classicista o manierista) Pietro Bembo: Prose della volgar lingua Giovanni della Casa: Galateo Rime – approfondisce l’analisi del ritmo intero del verso + uso di figure retoriche (es. enjambement) Bernardo Tasso: Rime (1560) – cammino che va oltre il petrarchismo con odi e inni Amadigi – poema di 100 canti; tentativo per il rinnovamento dell’epica cavalleresca Luigi Tansillo: 56 Il Vendemmiatore Il podere Bernardo Rota – egloghe piscatorie Vittoria Colonna Laura Terracina Isabella di Morra Michelangelo Buonarroti Non ha l’ottimo artista alcun concetto – tematiche vicine alla sua vita di artista I’ho già fatto un gozzo in questo stento – autocaricatura Francesco Berni: Chiome d’argento fino, irte e attorte – rovesciamento del canone di bellezza ideale e parodia del sonetto Crin d’oro crespo di Bembo; capitolo satirico in terzine con oscenità burlesca Giovanni di Bernardo Rucellai: Le api – poemetto di poesia didascalica Luigi Alamanni: La coltivazione - poemetto di poesia didascalica Francesco Maria Molza: La ninfa Tiberina - poemetto di poesia didascalica Girolamo Vida: Christias – poema sacro Girolamo Fracastoro: Syphilis sive de morbo gallico – poema scientifico (era medico) sulla diffusione della sifilide Tifi Odasi: Macaronea (1490) – i personaggi sono ghiotti di un tipo particolare di gnocchi detti “macaroni”. Lingua= NO latino ma linguaggio artificiale che utilizza su una base grammaticale latina parole volgari o dialettali e i costrutti sintattici Teofilo Folegno Moschea – opera maccheronica, poemetto omerico sulla guerra di mosche e formiche Zanitonella – egloghe Varium poema – opera latina Orlandino – italiano, sull’infanzia del paladino Baldus – (il suo capolavoro), poema eroico sulle gesta di Baldo, figlio del paladino Guidone e Baldovina (figlia del re di Francia), ma fatto nascere nell’oscuro villaggio di Cipada, presso Mantova – sfondo contadino nel contrasto comico tra ideale cavalleresco e banalità quotidiana Ludovico Paterno: Nuovo Petrarca Ferrante Carafa: Austria – sulla battaglia di Lepanto; stravolge la forma metrica del sonetto 1.5 La prosa - Intenzione di Bembo era quella della prosa che si conforma al modello di Boccaccio MA non succede (la prosa italiana cerca di attuare un compromesso tra periodare boccacciano, influenze latineggianti e lingua parlata) vd. esempio di Della Casa - Giovanni Della Casa (1503-1556), carriera nella corte di Paolo III Farnese poi a Roma come segretario di stato di Paolo IV Carafa. Mise la sua opera a servizio della controriforma + contribuisce alla prima stesura dell’Indice dei libri proibiti. + operette latine legate a tematiche etico-comportamentali - Pietro Aretino rinnova l’espressione in prosa: vive a Venezia, capitale dell’editoria della quale lui è il 1° intellettuale italiano a trarre regolari mezzi di sostentamento - Niccolò Franco: schiacciato dalle lotte di potere dopo la morte di papa Paolo IV e impiccato all’Inquisizione - Epistolografia (uno dei generi + fortunati nella prosa del 500) - Molti poligrafi = scrittori che si mettono a pubblicare e scrivere di tutto (Anton Francesco Doni e Francesco Sansovino) - Enciclopedismo con Tommaso Garzoni che fa affreschi della vita quotidiana dell’epoca - Trattatistica: strutturata nella modalità del dialogo (consente una ricezione migliore) in cui la ricerca della verità viene presentata come un processo di incontro tra interlocutori diversi - Lingua della filosofia = latino (adattato a contesti diversi) - Scritture legate al mondo delle arti figurative (trattati sulla pittura, scultura, architettura) + si pubblicano quelli di Leon Battista Alberti – opere che riflettono l’interesse circa il dibattito sull’arte nella consapevolezza che veramente il Rinascimento aveva superato gli Antichi - Il più grande scrittore di arti figurative: Giorgio Vasari (1511-1574) - Letteratura di viaggio: dopo Colombo e Vespucci – relazioni e descrizione di viaggio (genere già fortunato dal Medioevo con Marco Polo) - L’intellettuale sembra compendiare tutti gli interessi della cultura contemporanea (arti figurative, storia, cosmografia) vd. Paolo Giovio (1483-1552), grande cronista del suo tempo 57 Piacevoli e amorose notti de’ novizi – (imitazione boccacciana) cornice = giardino in cui i giovani si ritrovano a novellare e a raccontare situazioni anche molto licenziose e sempre meno accette nel clima moralistico del secondo 500 Il Lasca (Anton Francesco Grazzini): Cene – raccolta postuma di novelle. Ambientazione: spazio chiuso cittadino come fosse una scena di teatro in cui si svolgono memorabili e grottesce beffe ai danni della vittima di turno Tommaso Costo: il fuggilozio – cornice decameroniana. È un grande zibaldone (raccolta) di 422 racconti (arguzie e motti) Giulio Cesare Croce (1550-1609): Le sottilissime astuzie di Bertoldo 1.7 Il teatro - Il teatro si afferma nel 500 a partire da alcune grandi prove d’autore (le commedie di Ariosto e Machiavelli) - Nel Medioevo: era scomparsa l’idea di teatro profano + le sacre rappresentazioni avvenivano all’aperto o al massimo all’interno di luoghi di culto - Nel 400: le prime rappresentazioni laiche nei cortili o nelle sale dei grandi palazzi signorili - MA era necessario creare un vero teatro - 1513: primo grande teatro del Rinascimento – il teatro olimpico di Vicenza - 1513, Urbino: il Castiglione fece rappresentare la Calandra del Bibbiena, commedia degli equivoci, in cui Calandro si innamora di Lidio, amante della moglie, travestito da donna. Tema: travestimento e el superamento dell’identità di genere – filo rosso di tutto il teatro del 500 - Venezia, agli inizi è ai margini della rinascita teatrale – unica commedia rappresentata con successo: Stephanium - Ruzante: impresario teatrale e attore, tra divertissement aristocratico e teatro popolare. Lui torna al dialetto della bassa padovana (mentre tutte le forme di espressione letteraria contemporanea tendono verso un sostanziale unilinguismo con assimilazione del toscano e del fiorentino letterario) + ricrea mondo rurale - L’orizzonte di Ruzante NON è più comico. Il mondo della campagna, degli umili e dei contadini, non ha più nulla di idilliaco, di vagheggiamento di vita semplice – le loro sofferenze NON fanno più ridere - La Venexiana: commedia anonima – contesa erotica tra un’esperta vedova (Angela) e una giovane sposa (Valeria) x la conquista di un bel giovane lombardo di passaggio (Iulio) - Andrea Calmo nelle sue commedie inventa una lingua mescidata e sperimentale (veneziano + altri dialetti italiani) - Ludovico Dolce riprende la commedia classica - Girolamo Parabosco: tema del travestimento + scambio uomo-donna - Aretino: 5 commedie - In altri centri italiani il teatro è collegato all’attività delle accademie: - Siena: Gli Ingannati (1532), commedia esemplare con fusione del comico e patetico + azione vivace con gioco del travestimento – la fanciulla Lelia, travestita da maschio (Fabio) x conquistare l’amore di Flaminio, innamorato di Isabella, innamorata di Fabio - Firenze: il Lasca con 7 commedie si ribella contro la ripetitività convenzionale della commedia, introducendo una novità elemento del magico + modello del triangolo amoroso (Boccaccio) - Napoli: nasce un teatro di parodia popolare, le Farse cavaiole (satira degli abitanti di Cava de’ Tirreni). + Giambattista Della Porta - Viene riportata in vita la tragedia! – le poetiche cinquecentesche rivoluzionate dalla riscoperta della Poetica di Aristotele (testo greco pubblicato da Giorgio Valla) – testo mutilo, giunto solo nella parte dedicata alla tragedia e quindi utilizzato come base normativa delle regole del genere tragico - 3 unità (ricavate dalla Poetica di Aristotele): regole secondo le quali la tragedia doveva presentare lo svolgersi di un’azione unitaria, concentrata in un tempo breve e nello stesso luogo (=1 azione in 24 ore nello stesso luogo) - Molti furono i letterati che provarono a far risorgere la tragedia (vd. Trissino con la Sofonisba, Rucellai con Rosmunda e Pazzi con traduzioni di Sofocle e Euripide) MA furono tutti tentativi senza grande successo avevvano tutti una tendenza di rappresentazione “troppo tragica” - Oltre queste prove isolate bisogna aspettare la fine del secolo per incontrare veri tragediografi (vd. Pomponio Torelli) - Pomponio Torelli: scrive drammi politici che rispecchiano la complessità del tema presente - Federigo Della Valle: in cui emerge l’attualità - Terzo genere, la tragicommedia = nasce tra la tragedia e la commedia come esigenza di un genere intermedio, che si realizza nella favola pastorale 60 - Tragicommedia = favola pastorale, porta a compimento lo sviluppo di tutta la tradizione bucolica (vd. Arcadia di Sannazaro) – tentativo di Cinzio + Tasso MA ci sono attacchi dagli aristotelici che denunciano la “mostruosità” della favola pastorale – risposta alla critica fatta da Battista Guarini - Battista Guarini con la sua opera Pastor fido, manifesto della favola pastorale Giovanni Armonio (frate): Stephanium (1499) – in un vivace latino plautino. Mette in scena la storia di una prostituta in una sala di un convento Ruzante (Angelo Beolco) (1496-1542): La pastoral (1517) – idealizzazione bucolica Parlamento di Ruzante qual era stato in campo – triste storia del contadino che, arruolato, scampa ai pericoli della guerra e torna dalla moglie Gnua, per scoprire che la sua donna è nel frattempo diventata prostituta che finisce col bastonare il marito Dialogo Secondo – una sorta di riscrittura del Parlamento con finale tragico – l’ex soldato lasciato dalla moglie uccide a coltellate il ricco rivale Andrea Calmo Ludovico Dolce Girolamo Parabosco Aretino: Marescalco – maniscalco misogino costretto da un pressing collettivo a sposarsi per scoprire poi all’altare che la sposa è un paggio travestito La cortigiana – satira della corte romana e della cortigianeria Sei giornata Talanta - commedia di travestimenti che ruota intorno alla cortigiana Talanta Ipocrito Il filosofo – riscrittura teatrale della novella di Andreuccio da Perugia Giambattista Della Porta (1535-1615) Magia naturalis – trattato Fantesca Trappolario – emerge tra erotismo e vivacità linguistica la visione del mondo “magico” che prelude ad un’epoca che sarà dominata dal senso della meraviglia Pomponio Torelli (1539-1608) Federigo Della Valle: La reina di Scozia – sulla vicenda di Maria Stuarda decapitata nel 1587 per ordine di Elisabetta I, eroina e martire dal punto di vista cattolico. Rappresentazione della violenza esercitata sull’individuo dalla ragion di stato e dal potere politico Ester – materia biblica Iudit – materia biblica. Fine onesto ottenuto per mezzo dell’inganno – Giuditta si serve della propria bellezza per farsi concupire dal condottiero nemico Oloferne e sgozzarlo a tradimento nell’intimità della sua tenda Giraldi Cinzio: Egle “favola di satiri” – favola pastorale Torquato Tasso: Aminta – vagheggiamento della felicità innocente dell’età dell’oro Battista Guarini: Pastor fido (1590) – tratta della maledizione di Diana che sarà placata solo con il matrimonio di Silvio (discendente di Ercole) e Amarilli (discendente di Pan), che però ama Mirtillo (umile pastore). Il misogino Silvio concupisce tutte le altre donne ed è amato da Dorinda, ninfa infelice e da Corisca, ninfa perfida. Amarilli, sorpresa in una grotta con Mirtillo viene condannata a morte x adulterio ma Mirtillo si offre di morire al suo posto. Tutto sembra perduto MA ecco l’agnizione risolutiva: è Mirtillo il vero discendente di Ercole quindi il suo amore è lecito. Amarilli si unisce a Mirtillo e Silvio a Dorinda – ordine ristabilito. Sì lieto fine ma domina comunque un senso di malinconia – NON è più l’Arcadia dell’Aminta ma ci sono penetrate ormai le leggi della società del 500 2. Tasso (1544-1595) 2.1 La vita - Torquato Tasso nasce a Sorrento da Porzia de’ Rossi e Bernardo, segretario e uomo di fiducia del principe di Salerno (che dichiarato ribelle dal viceré spagnolo di Napoli don Pedro di Toledo fu costretto all’esilio in Francia + scrittore di Amadigi) - Prima educazione presso i gesuiti poi studi classici e universitari a Padova (filosofia e eloquenza) poi a Bologna 61 - Prima produzione poetica: poema storico sulla prima crociata, Il Gierusalemme (1559) e Rinaldo (1562) - Primo abbozzo dei Discorsi dell’arte poetica, et in particolare del poema heroico (1562) - Varie rime legate a motivi occasionali o amori giovanili - 1565: inserimento in una corte rinascimentale – corte estense di Ferrara - 1573: rappresentazione della favola pastorale Aminta - Comincia a comporre una tragedia di argomento nordico: il Galealto re di Norvegia - Diventa anche storiografo ufficiale - In questi anni c’è la rivincita cristiana contro i Turchi nella battaglia di Lepanto (1571) - Passione x il poema cavalleresco con materia storica della Prima Crociata compone poema il Goffredo (- nome dell’eroe di quella crociata, Goffredo da Buglione) che legge al duca Alfonso d’Este - Inizia a manifestare i primi segni del disagio esistenziale e psichico – avverte le inquietudini religiose del suo tempo, fra i timori dell’Inquisizione e di possibili sospetti di eresia nei confronti delle sue opere. Gli appare nemica anche la corte ferrarese tanto che nel 1577 aggredisce un servitore – breve prigionia – fugge e vagabonda x l’Italia fino a Sorrento (dove si presenta dalla sorella travestito da frate) - 1579: torna a Ferrara x le nozze trai l duca Alfonso e Margherita Gonzaga e dà in escandescenze di fronte alla corte facendosi rinchiudere come pazzo, nell’isolamento dell’ospedale di Sant’Anna x 7 anni - Nell’ospedale di Sant’Anna esercita comunque la scrittura come via di liberazione – compone centinaia di lettere e rime, Dialoghi - Vengono pubblicate le sue opere del periodo cortigiano (Aminta e Goffredo) - Goffredo ribattezzato “Gerusalemme liberata” nell’edizione curata dall’amico Angelo Ingegneri - Nascono discussioni sulla poesia epica, concentrate sul confronto tra Ariosto e Tasso: l’Italia letterata si divide tra i sostenitori di Ariosto (che accusano Tasso di oscurità stilistiche) e i sostenitori di Tasso nell’agone scende il poeta stesso che difende anche nell’Apologia l’Amadigi del padre + rivendicazione della libertà di usare la materia storica - Liberato da Sant’Anna (1586) – peregrinaggio nei centri della cultura contemporanea: Mantova: dai Gonzaga dove riscrive la tragedia Galealto con titolo Re Torrismondo Napoli: ospite del convento di Monteoliveto dove scrive poemetto Monteoliveto + poemetto bucolico Il rogo amoroso + compone un poema sulla creazione, Le sette giornate del mondo creato Risiede infine presso i benedettini dove inizia Della vita di San Benedetto (1594) Roma: lo attira nelle residenze più lunghe, fa revisione della Liberata pubblicata come Gerusalemme conquistata (1593) e qui muore nel 95. - Opere: o Il Gierusalemme (1559) - incompiuto o Rinaldo (1562) – dedicato al cardinale Luigi d’Este o Discorsi dell’arte poetica, et in particolare del poema heroico (1562) o Aminta o Galealto re di Norvegia (poi Re Torrismondo) o Il Goffredo – (20 canti) poema cavalleresco di materia storica (:prima crociata) o Dialoghi – tematiche di attualità o Apologia (1585) – rivendica la libertà di usare la materia storica (nell’agone di discussione con letterati italiani che preferivano Ariosto) o Monteoliveto – sulla solitudine contemplativa o Il rogo amoroso o Le sette giornate del mondo creato (1592) o Della vita di San Benedetto (1594) Opera il Goffredo (1571) Gerusalemme liberata (1581- ed. curata da Angelo Ingegneri) Gerusalemme conquistata (1593) 2.2 Il poema - Opera: Goffredo/Gerusalemme liberata/ conquistata - Tasso va alla ricerca di un testo che risolvesse le aporie e le difficoltà strutturali che il genere cavalleresco aveva sempre avuto (rapporto contraddittorio tra originaria tradizione orale e popolare ed elaborazione scritta cortigiana e letteraria) - Il furioso di Ariosto era un capolavoro NON imitabile e NON continuabile 62 - Coro, che nel I canto celebra la bella età dell’oro, vagheggiamento di un’utopia di piacere senza peccato, di eros privo di angosce e paure - Il lieto fine ha rovesciato quella che sembrava essere una tragedia (=morte di Aminta) (caratteristica principale della tragicommedia) o Galealto re di Norvegia (compiuto poi come Re Torrismondo) 1586 - Tasso infatti sperimenta anche la tragedia cercando di seguire i principi della poetica aristotelica - Tematica originale: una storia del tenebroso Nord del mondo, la Scandinavia, terra ancora del tutto leggendaria, ispirata dalla sua lettura de l’Historia de gentibus septentrionalibus di Olao Magno - Ambientazione: cieli lividi, mari tempestosi, terre inospitali e desertiche tipico immaginario nordico - Trama: Torrismondo re dei Goti, intermediario fra Germondo re di Svezia e il re di Norvegia, deve portare in sposa a Germondo Alvida, figlia del re di Norvegia. Durante il viaggio però Torrismondo possiede Alvida (tanto che lei pensa che sia lui il suo promesso sposo). Torrismondo vorrebbe allora offrire a Germondo sua sorella Rosmonda, in cambio di Alvida MA scopre che in realtà Alvida è sua sorella (di Torrismondo) e che l’atto di amore che hanno consumato è un incesto doppio suicidio di Torrismondo e Alvida 2.4 Prose o Discorsi dell’arte poetica, et in particolare del poema heroico – dibattito sulla poetica con tematica = composizione di un poema che superasse le difficoltà strutturali della tradizione cavalleresca - Poema epico ricondotto alle prescrizioni della poetica di Aristotele (in rapporto quindi con il genere della tragedia) - Successiva redazione: Discorsi del poema heroico (1594) – rispecchia di più la Conquistata con la nuova teoria di magnificenza di stile in cui il poema diventa un piccolo mondo, un organismo vitale in cui si rispecchia l’intero universo. - Non basta più per raccontare il mondo il verisimile, MA serve ora il meraviglioso o Dialoghi (26) con temi del dibattito contemporaneo = gioco, educazione, famiglia, nobiltà di sangue, posizione della donna nella società, poesia + riflessione sulla corte (vd. Dialogo Il Malpiglio, overo la corte) - Il Malpiglio, overo la corte: insiste sulla doppia polarità corte-accademia, e riconosce nella prudenza la dote principale del cortigiano moderno, che gli consente di sopravvivere in un mondo in cui prevale la doppiezza e l’ipocrisia - Tra i personaggi anche Tasso (con nome Forestiero Napolitano) o Lettere (1300) – che sarebbero dovuto confluire in una raccolta epistolare sulla genesi del poema (i dubbi del poeta o piccoli trattati su tematiche di rilievo) - Ne emerge u dialogo continuo con i contemporanei che contraddice il mito romantico del poeta isolato 2.5 Poesie - Abbondante produzione lirica che attraversa tutta la sua vita o Rime (raccolte nel 1591) divise tra amorose, encomiastiche + rime spirituali - Segno dominante = occasionalità cortigiana o accademica - I primi 42 testi: antologia degli Accademici Eterei di Padova - Tematica amorosa: si divide tra rime per una donna estense (Lucrezia Bendidio) e una mantovana (Laura Peperara) MA in realtà è il pretesto di una modulazione della lirica erotica petrarchesca lungo il filo di una sperimentazione che va oltre l’imitazione - Nuova frontiera di Tasso= espressione musicale, percezione sensoriale x descrizione di atmosfere indefinite e sensuali (paesaggi sonori che tornano nella Liberata + senso di sospensione panica) - Metrica= madrigale o Ultimi poemetti: esploravano territori di poetica nuovi Genealogia della Casa Gonzaga (1591)- poemetto encomiastico Il Monte Oliveto – composto nel convento di Monteoliveto, celebra la vita solitaria Stanze per le lagrime di Maria Vergine e per le Lagrime di Gesù Cristo – variazioni sul genere del pianto religioso Della vita di San Benedetto – legato al soggiorno presso l’abbazia benedettina Il Mondo Creato (1592) – poema in endecasillabi sciolti sulla storia della creazione, basato sulla Genesi e sulla Bibbia; poesia cosmica che passa in rassegna gli elementi naturali, creature e animali fino alla creazione dell’uomo 3. Il Seicento 3.1 Moderno e barocco 65 - Grande scontro tra le potenze europee x il dominio del continente che culmina con la guerra dei Trent’anni (- che termina con trattato di Westfalia 1648) - Inizio del declino della Spagna e dell’Impero - Proiezione commerciale e coloniale di Olanda, Inghilterra e Francia in Asia e Americhe - Italia: inserita nel sistema imperiale spagnolo + vari momenti di crisi (= guerra, pestilenza 1630 e rivolta di Masaniello a Napoli 1647 - Predominio spagnolo in Italia: diffusione di un sistema di amministrazione burocratica centralizzata + accelerazione delle dinamiche di trasformazione sociale sviluppo demografico, modernizzazione dei sistemi di produzione di massa e commercio e primi stabilimenti industriali a Milano e Napoli - Roma: i papi della Controriforma l’avevano riportata ad essere capitale del Cattolicesimo MA anche sede della censura morale + capitale dell’educazione cattolica (Collegio dei Gesuiti) - MA la censura della chiesa non può impedire l’incremento del mondo della comunicazione - La cultura si diffonde presso un pubblico più ampio per mezzo di edizioni economiche + primi fogli periodici (=antesignani dei giornali) - Passaggio alla produzione di massa che porta i letterati a cercare di seguire il gusto del pubblico (piuttosto che l’imitazione dei classici) ricerca dell’approvazione del pubblico - Si afferma la superiorità dei moderni rispetto all’autorità degli Antichi - Accademie: dedite principalmente alle scienze naturali - Le ultime conquiste in ambito scientifico: Galileo (invenzione del cannocchiale, scoperta di nuovi corpi celesti, teoria eliocentrismo già proposta da Copernico) - Cartesio attua fondazione razionale della scienza della natura con il suo Discours de la méthode 1637 - Frontiere del mondo più ampie – il sentimento che domina i moderni è quello della meraviglia (x le cose viste x la prima volta) - Sentimento di inquietudine di un mondo instabile, non + al centro dell’universo MA un piccolo pianeta sperduto tra altri infiniti mondi relativismo - Seicento = secolo in rivolta (– ribellione contro i Classici, gli Antichi, sistemi trad. di pensiero, società, religione – contro i sistemi che avevano fornito la struttura fondante del 500) - Rivolta anche in campo linguistico: reazioni alla pretesa dell’Accademia della Crusca di dare fondamento alla lingua italiana (sulla base del toscano letterario fissato nel Vocabolario degli Accademici della Crusca) da parte di Alessandro Tassoni e Paolo beni (-autore di Anticrusca in cui afferma una sorta di principio di non- imitazione dei modelli) - La Crusca dovette in seguito procedere a un ampiamento del lessico fino a Tasso - Metafora: simbolo delle associazioni tra cose in un mondo retto da una rete infinita di analogie – corrispondenza tra cose - Metafora analizzata dal gesuita Emanuele Tesauro ne Il cannocchiale aristotelico - argutezza per cogliere il senso profondo della metafora - La nuova poesia è una poesia fatta di concetti, di idee ingegnose, di inediti accostamenti di immagini, che rinnova la retorica degli Antichi - Barocco: parola che definisce l’arte e la poesia del 600 – è un tipo di sillogismo della tarda scolastica, arzigogolato e ingegnoso - Altra etimologia di barocco: perla rara, di forma irregolare e bizzarra (perla scaramazza) in portoghese - Termine barocco utilizzato nel 700 in senso spregiativo, x condannare le forme artistiche bizzarre e anticlassiche del 600 (solo in età contemporanea assunto in modo neutro) - Caratteri di fondo della cultura barocca: nella sua realtà storica si distingue x la prevalenza del “vedere” e della vista (portando a compimento un processo di trasformazione nel sistema della comunicazione che passava dal dominio dell’udito – al dominio della vista) - Dal dominio dell’udito – al dominio della vista - Spettacolarità globale che tende a trasformare tutto in “teatro”: il gran teatro del mondo in cui ognuno è attore e protagonista, in cui gli eventi storici acquistano una dimensione spettacolare per queste ragioni il teatro raggiunge nel 600 il suo primato - Nel teatro: assunzione della maschera, della dissimulazione (Torquato Accetto nel trattato “Della dissimulazione onesta” definisce la dissimulazione “industria di non far vedere le cose come sono” – un nascondersi x proteggersi dalla violenza dei poteri) - L’arte barocca predilige le forme in movimento, la metamorfosi, il bizzarro, il mostruoso – x il raggiungimento del godimento estetico arte edonistica fondata sul piacere - Stile della poesia: erotica, vitale, esuberante, con giochi di significanti, onomatopee, sonorità musicali, sperimentalismo metrico e stilistico – oltre la regola e le norme del classicismo - Una poesia esuberante che maschera il suo opposto: il sentimento della Morte 66 3.2 Galileo - Galileo Galilei (1564-1642) figlio di un musico fiorentino (musica=una delle arti liberali, vicina alla matematica) – era naturale per Galileo intraprendere studi matematici allo Studio di Pisa – MA torna a Firenze senza conseguire il titolo. - Interesse x lettere – svolge due Lezioni circa la figura e grandezza dell’Inferno di Dante - Esalta la poesia di Ariosto e svaluta quella di Tasso (oscura e patetica) - A Pisa e poi a Padova come professore di matematica - Rifonda i principi della fisica e della meccanica x mezzo di osservazioni sperimentali - Si avvicina al sistema copernicano e si costruisce da solo il cannocchiale (1609) – prime osservazioni della luna (con valli e monti sulla superficie), nuovi astri, nebulose, macchie solari, 4 satelliti di Giove (“pianeti medicei”) - La grande scoperta è comunicata al mondo scientifico x mezzo di un trattato latino: Sidereus Nuncius (1610) - È convinto della giustezza del sistema copernicano - Roma: aderisce ai Lincei x ottenere appoggio alle sue ricerche e proporre la separazione tra scienza e fede - MA inizia con le Lettere copernicane una battaglia feroce con i Gesuiti, che osteggiano il sistema copernicano facendolo condannare come contrario alla teologia – Galileo attaccato dal Gesuita Orazio Grassi - Galileo demolisce il Grassi nel Saggiatore e dedicato a Papa Urbano VIII (che sembra favorevole a Galileo) - L’iniziale vittoria del Saggiatore fa nascere in lui l’illusione di poter vincere la battaglia contro aristotelismo e dogmatismo (Dialogo sopra i due massimi sistemi) - Opere: o Lezioni circa la figura e grandezza dell’Inferno di Dante o Sidereus Nuncius (1610) o Lettere copernicane o Saggiatore (ed. 1623) – affermazione del metodo sperimentale che si accompagna al rifiuto del principio di autorità + esempio di una nuova prosa volgare/ atto di fondazione della prosa scientifica con accorto uso della retorica + precisione del linguaggio medio (posizione stilisticamente opposta alle intemperanze formali della contemporanea prosa barocca) o Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano – affermazione del sistema copernicano x mezzo del dialogo (= ricerca della verità attraverso le opinioni contrapporte di due attori: Salviati, controfigura di Galileo, e Simplicio, aristotelico 3.3 La poesia - L’ansia di superamento dei modelli e degli Antichi - Ricerca di nuove strutture x finalità edonistica - Giambattista Marino: “è del poeta il fin la meraviglia” – finalità del poeta= finalità edonistica - Marino si forma a Napoli, poi dal 1600 passa alle atre corti italiane (Roma, Torino dove fu oggetto di assassinio da parte di un poeta rivale Gaspare Murtola, da lui sbeffeggiato nella Murtoleida; e infine alla corte francese – poi torna a Napoli) - La prima vasta produzione di Marino è la poesia lirica, erotica e d’occasione (vd. Rime e Lira) – dove si intuisce ancora l’influenza tassiana declinata in direzione della musicalità del verso + rinnova la bucolica (vd. Sampogna) - Aspirazione + grande del Marino: superare Tasso compone una Gerusalemme distrutta (abbandonata) – si volse alla composizione di una favola mitologica (Adone) - Stile di Marino: sensuale con accostamenti fonici e musicali + bagaglio enciclopedico usato nelle parti allegoriche didascaliche – enciclopedismo esibito, ostentato. Sistema di ripetizioni, dilatazioni in cui l’elemento dominante è la meraviglia (x la vitalità della Natura) + curiosità x un mondo infinito che si risolve in una attenzione alle scoperte della scienza contemporanea (+ lode a Galileo) - L’opera di Marino influenza contemporanei e generazione successiva, suscitando dibattiti di poetica che hanno fatto pensare a 2 correnti letterarie contrapposte: marinisti e antimarinisti (guidati da Tommaso Stigliani) - Scuola di Napoli: divisa tra chi presenta un filo continuo di tradizione (vd. Giovan Battista Manso, tiene viva eredità tassiana, petrarchista e classicista) e chi invece fa trionfare lo sperimentalismo barocco (vd. Girolamo Fontanella e Giacomo Lubrano) - A Bologna: petrarchista Claudio Achillini e Fulvio Testi (cantore di poesia civile, contenuti politici e morali) - A Roma: classicismo promosso da papa Urbano VIII + Virginio Cesarini, peota in latino e in volgare, classicista e petrarchista 67 Lo cunto de li cunti overo lo tratteniemento de li peccerille (o Pentamerone) – imitazione di Boccaccio; 50 racconti raccontati in 5 giorni. Ultima novella: è la storia della stessa protagonista della cornice che lei stessa racconta – novella e cornice coincidono in un gioco di contenitori progressivi: Trama ultima novella: la principessa Zola incapace di ridere, riesce a farlo solo assistendo alla caduta di una vecchia strega che la maledice: potrà sposare solo un principe eternamente addormentato in una tomba e che può essere risvegliato riempiendo di lacrime una brocca. Zoza trova il principe e sta per colmare la brocca, quando sul + bello si addormenta e una schiava di passaggio riempe la brocca e sposa il principe. Zoza rovescia la situazione facendo intrattenere i due da 10 vecchie orrende novellatrici x 5 giorni di fila, fino all’ultima favola (narrata da lei stessa travestita – NON è una favola ma il racconto reale di quello che le è capitato) – fa scoprire la verità al principe che decide di sposarla Francesco Pallavicino (1616-1644) Giovan Domenico Campanella (1568-1639): Philosophia sensibus demonstrata – posizione antiaristotelica Del senso delle cose e della magia – idea del mondo animato e dotato di sensibilità Poetica – poesie filosofiche influenzate da Lucrezio, Dante e Bibbia Apologia pro-Galileo – testo latino in difesa di Galileo x sostenere la sua battaglia x la libertà individuale. Città del Sole – testo utopico della sua visione di un’umanità che riesce a superare la violenza e la sopraffazione, una città dalla quale le tenebre sono bandite x sempre Traiano Boccalini: Ragguagli di Parnaso – mette in scena una finzione satirica del mondo degli dei in cui si proietta il mondo di quaggiù Virgilio Malvezzi: Romulo Tarquinio Superbo Davide perseguitato Ritratto del privato politico cristiano – elogio del Conte Duca di Olivares ministro del re di Spagna (fiancheggiamento della politica spagnola) Pietro della Valle Francesco Negri: Viaggio settentrionale – descrive le terre desolate del Nord Europa fino a Capo Nord 3.5 Il teatro - Il 600 segna il trionfo del teatro come mezzo di espressione + successo di comunicazione presso tutti i livelli sociali - I contesti medio-bassi favoriscono la costruzione di nuovi edifici teatrali - Spettacolarizzazione della vita pubblica, in cui la manifestazione del potere avviene x mezzo di grandi macchine sceniche, luci, musiche finalità = meraviglia - Musica (già nel teatro del 500 in forma di interludio/intermezzo) ora si avvicina al testo adottando schemi di canto monodico adatto alla recitazione = recitar cantando Genere + adatto alla fusione di parola e musica = tragicommedia (ambientazione pastorale o mitologica) - Primo melodramma (o dramma musicale): Dafne e poi Arianna di Ottavio Rinucci - Roma: nasce la forma dell’oratorio = insieme di testi recitati e cantati di argomento sacro - Commedia dell’arte: fenomeno quasi spontaneo di trasformazione della commedia regolare in una forma di teatro popolare – rispecchia la realtà contemporanea Messe in scena da compagnie familiari di attori girovaghi - Fondamento della commedia dell’arte= improvvisazione – gli attori non avevano il tempo di imparare a memoria le commedie antiche MA le tenevano presenti x ricavare gli intrecci fondamentali – bastava ad essi solo il canovaccio, lo scheletro dell’azione e delle entrate, su cui essi improvvisavano le battute tratte da un repertorio comune - Un personaggio della commedia col tempo perde ogni profondità psicologica e diventa una maschera che a sua volta riproduce un tipo universale ben riconoscibile nella società contemporanea - La commedia dell’arte è plurilinguistica (vari dialetti in ambito teatrale vd. Carlo Maria Maggi) teatro dialettale - Le forme tradizionali di teatro perdono terreno - La tragedia diventa + che altro una forma letteraria destinata alla lettura 70 Ottavio Rinucci: Dafne – melodramma Arianna – melodramma Claudio Monteverdi (musicista contemporaneo): Madrigali Orfeo Carlo Maria Maggi: Rime + commedie in dialetto milanese con personaggio Meneghino Francesco de Lemene: La sposa Francesca – la vedova Francesca deve maritare la figlia senza dote 4. Il Settecento 4.1 L’età dell’Arcadia - Alla fine del 600 Guerre di Successione portano al declino della Spagna e all’ascesa di Francia e Inghilterra - Italia passa dall’influenza spagnola a quella austriaca + comincia ad imporsi l’autonomia della dinastia Savoia (con l’acquisto del regno di Sicilia – scambiato poi con l’Austria x quello di Sardegna) - Italia: ancorata al classicismo e alle tradizioni MA anche culla della retorica e degli splendori del barocco - Claude Perrault affronta tema della querelle des Ancients et des Moderns (confronto degli Antichi e dei Moderni) – dichiara che il grand siècle aveva superato la belle antiquité risposta degli italiani: rivendicano il valore della loro tradizione letteraria e poetica, il loro classicismo (che semmai andava depurato dalle intemperanze formali dei 600 barocco) - Ritorno all’ordine ispirato ai grandi classici antichi (Orazio) e moderni (Petrarca, Ariosto, Tasso) - risposta che si concretizzò nella rinascita dell’accademia (nata nel rinascimento), strumento di aggregazione degli intellettuali che godeva di una certa autonomia dalle strutture del potere politico - Un circolo di letterati si riunisce dal 1674 sotto Cristina di Svezia (= ex regina dello stato scandinavo), protettrice di lettere e arti, morta nel 1689 - Dopo la morte di Cristina 1689, un anno dopo 1690, tra quei letterari riunitisi x commemorarla nasce l’esclamazione “Egli mi sembra che noi abbiamo oggi rinnovato l’Arcadia” nasce l’accademia dell’Arcadia - Nascita Arcadia: 15 ottobre 1690 a San Pietro in Montorio sul Gianicolo - Giovan Mario Crescimbeni: il primo “custode” (= segretario) dell’Arcadia - Arcadia: rinviava al mito pastorale dell’Arcadia (=regione del Peloponneso nella quale la tradizione bucolica aveva ambientato le finzioni poetiche) MA la sua produzione letteraria NON era limitata solo al genere pastorale MA gli interessi erano verso l’intero sistema dei generi letterari (preferenza x effusione lirica e amorosa) - Caratteri della poetica dell’Arcadia: Ricerca della chiarezza d’espressione Abbandono del concettismo e dell’arguzia del 600 barocco Ritorno al vero e al buon gusto sensibilità musicale forme poetiche brevi riforma che agisce nella retorica e nella metrica, in cui si impongono le forme poetiche brevi Forme poetiche: canzonette di settenari basate su strofe in quartine + nuova sensibilità musicale - Arcadia: ampia dimensione sociale e istituzionale – l’accademia NON rimase confinata a Roma MA ebbe una diffusione nazionale x mezzo di sedi distaccate (=colonie) + la sua poesia era spesso poesia collettiva, affidata a pubblicazioni come le raccolte delle Rime degli Arcadi (1716) - Personalità nella produzione poetica: Giovan Battista Felice Zappi (sonetti si quadretti galanti contemporanei, leggeri) e Paolo Rolli (diffusore della cultura italiana a Londra dove produsse edizioni dei nostri classici) - Ambiente dell’Arcadia= luogo di scontro feroce tra diverse idee della poesia - Nome + prestigioso: Vincenzo Gravina, giurista e filosofo dal Sud e da Napoli (= aveva una formazione classica e umanistica + profonda degli altri Arcadi) – la sua mediazione poetica basata su ragioni di ordine filosofico e storico e NON retorico-formale - Gravina si scontra con Crescimbeni in quanto critica il formalismo dei poeti dell’Arcadia esce dall’accademia – ne fonda una propria = Accademia dei Quirini - Accademia dei Quirini: approfondisce la riflessione sul teatro tragico con composizione di 5 tragedie di ispirazione classica + trattato (Della tragedia) - Teatro: genere + vitale e nuovo del tempo l’attività teatrale perde il carattere di provvisorietà e marginalità (che aveva nella Commedia dell’Arte) – in ogni città esistevano teatri e compagnie stabili + i ruoli erano ben definiti 71 - Apostolo Zeno: tra gli scrittori di libretti del melodramma e sostenitore di una riforma del teatro musicale - Metastasio: contribuì alla diffusione europea del teatro e della musica. Prese ordini e divenne abate, va a Napoli (centro europeo x melodramma e x musica) e rappresenta la 1a opera (Didone abbandonata) - successo enorme che lo porta presso la corte imperiale di Vienna al servizio di Carlo VI Asburgo e Maria Teresa. - Didone: quasi unica sua tragedia (preferisce drammi eroici e drammi patetici) - Metastasio: preferisce opere a lieto fine percorse da elevata conflittualità tra principi contrapposti (piacere e amore VS dovere, cuore VS ragione) che sembra precipitare i protagonisti in una catastrofe senza rimedio MA invece, solo in extremis, si risolve x mezzo si agnizione (=gesto di magnanimità) – di solito la vittoria è delle ragioni del cuore contro quelle della convenienza e del sociale - Personaggi di Metastasio: influenzati da quelli di Tasso - Stile e lingua: (modello: Tasso) – cerca di evitare le intemperanze barocche, comunicare insegnamenti utili esempi di virtù e valore. Lingua musicale, basata su lessico ridotto e semplificato, metrica comunicativa. - Napoli: subisce un’intensa rinascita culturale grazie all’azione degli ultimi illuminati vicerè spagnoli (duca di Medinacoeli) + interessi di ambito storico, politico, filosofico e giuridico + riscoperta del Rinascimento e dell’umanesimo Biblioteche riaperte alla consultazione pubblica + si riprende attività editoriale + + nuova idea politica: si sviluppa una coscienza dello stato come entità autonoma, laica e moderna ansia di riforma sociale a partire dalle istituzioni ecclesiastiche la cui influenza nella società era diventata soffocante (vd. Pietro Giannone) - Pietro Giannone: afferma l’autonomia del sovrano nei confronti della chiesa – scomunicato -esilio (scrisse Triregno) – arrestato e incarcerato (compose Vita scritta da lui medesimo) - Giambattista Vico: impiegato all’università di Napoli come prof. di retorica. Poesia con gusto tardobarocco e poi arcadico (entra in Arcadia e in Accademia Palatina). Primi scritti legati a insegnamenti universitario (- latino) (vd. De nostri temporis studiorum ratione e De antiquissima Italorum sapientia) - Capolavoro di Vico: la Scienza nuova. Rielaborata in 2 successive edizioni (scienza nuova seconda e terza). Scienza nuova = idea di Cartesio, che voleva applicare un principio unificante all’interpretazione del reale (MA Cartesio trova questo principio nell’astrattezza della ragiona matematica) - Vico influenzò le vicende successive della storia (=influenza vichiana) – rivalutazione delle forme poetiche delle età primitive, dominate da un diffuso senso del divino (autori come Omero e Dante svalutati dal Classicismo) ORA additati come modelli di poesia sublime - Riscoperta di Dante e del Medioevo - Revisione delle vite dei Santi + eliminazione di credenze e superstizioni leggendarie x mezzo dello studio filologico delle fonti e dei manoscritti medievali - Istanza filologica rappresentata da Ludovico Antonio Muratori, sacerdote a servizio degli Estensi - Progetto del Muratori: ricostruire la storia d’Italia attraverso la pubblicazione e lo studio delle fonti storiche (vd. Rerum italicarum scriptores e Antiquitates Italicae Medii Aevi) + studioso di poesia e di Petrarca + critico nei confronti delle intemperanze formali del barocco - Nasce la riflessione critica sulla poesia e la letteratura d’Italia alla base della moderna storia della letteratura italiana - Prosa: esigenza di chiarezza e comunicazione (+ prevale la divulgazione scientifica vd. Marcello Malpighi e Lorenzo Magalotti) Giovan Mario Crescimbeni (1663-1728): Arcadia – romanzo pastorale, rappresenta in forma allegorica la nascita e lo sviluppo dell’accademia L’istoria della volgar poesia – tra le prime storie della letteratura italiana La bellezza della volgar poesia – tra le prime storie della letteratura italiana Comentari intorno alla storia della volgar poesia – tra le prime storie della letteratura italiana Giovan Battista Felice Zappi (1667-1719) Paolo Rolli (1687-1756): Solitario bosco ombroso – canzonetta melica cantabile La neve è alla montagna - canzonetta melica cantabile Vincenzo Gravina (1664-1718): Della ragion poetica – poesia legata al potere di creazione e finzione della fantasia e questo gli consente di recuperare il valore del mito e indicare in poeti come Omero e Dante un primato immaginativo-poetico + critica la tradizione lirico-amorosa in volgare, dal vuoto formalismo petrarchista agli ultimi poeti dell’Arcadia ( scontro con Crescimbeni) Della tragedia Apostolo Zeno (1668-1750)- Giornale dei letterati d’Italia – pubblicazione periodica 72 Antonio Genovesi: Lezioni di commercio o sia di economia civile – diffuse le idee sul progresso economico e sociale Ferdinando Galiani: Della moneta Gaetano Filangieri: Scienza della legislazione – ideale di uno stato basato sulla giustizia e l’eguaglianza dei diritti Pietro Verri (1728-1797): Il Caffè (1764-1766) – rivista Discorso sull’indole del piacere e del dolore - seguace delle tendenze sensistiche della filosofia francese Alessandro Verri: Notti romane al sepolcro degli Scipioni – adesione alle nuove poetiche neoclassicistiche Cesare Beccaria (1738-1794): Dei delitti e delle pene (1764) – denuncia la barbarie della tortura e della pena di morte Gasparo Gozzi: Gazzetta veneta e L’Osservatore veneto -periodici Carlo Gozzi L’amore delle tre melarancie Turandot Augellin belvedere Giuseppe Baretti (sotto lo pseudonimo di Aristarco Scannabue): La frusta letteraria – periodico in cui critica la letteratura contemporanea Pietro Chiari (1712-1785) Giacomo Casanova (1725-1798): Histoire de ma vie – autobiografia (racconto di una drammatica fuga dal carcere dei Piombi di Venezia, alle testimonianze degli incontri con i sovrani dell’epoca, dagli intrecci erotici, alle avventure del gioco d’azzardo) Lorenzo da Ponte: Le nozze di Figaro Don Giovanni Così fan tutte Memorie – autobiografia Animali parlanti – storia della Rivoluzione francese sotto allegoria satirica 4.3 Parini - Giuseppe Parini (1729-1799) sperimenta di persona nel corso della sua vita le disparità sociali del suo tempo - Legge classici antichi e moderni e x continuare i suoi studi dovette frequentare la scuola dei Barnabiti - Divenne anche sacerdote (senza vocazione) x poter usufruire del testamento di una vecchia zia che aveva condizionato l’eredità a quella clausola (- NO prete, NO soldi) - Precettore presso famiglie aristocratiche e professore nelle scuole Palatine - Assiste al crollo dell’Antico Regime con la Rivoluzione Francese e all’arrivo di Napoleone a Milano (si rende anche disponibile alla partecipazione al governo della Repubblica Cisalpina) – poi al ritorno degli austriaci - Rinnovamento della lingua della poesia (senza essere poeta dialettale amò i suoi colleghi meneghini e li difese contro le critiche di Padre Onofrio Branda – inizio della sua letteratura impegnata - Letteratura sempre impegnata nella satira morale o nell’insegnamento in prosa e nelle Odi - Odi: lette nelle riunioni dei Trasformati e pubblicate + tematiche del dibattito contemporaneo - Scrive 3 poemetti satirici, fingendo che siano testi pedagogici indirizzati a un Giovin Signore (allievo aristocratico), come se dovesse insegnare a lui le attività della vita. Passa in rassegna i costumi + corrotti e insulsi – satira di una vita vuota e inutile che arriva ad essere un atto di accusa nei confronti delle classi dominanti che perdono il contatto con la realtà e vivono a spese di un sistema sociale ed economico che lavora al loro servizio. - I poemetti dovevano essere 3, a coprire l’arco temporale di un’intera giornata di vita del Giovin Signore (mattino, mezzogiorno e sera), MA Parini ne pubblicò solo 2 (il Mattino, preceduto da una dedica in prosa Alla Moda, e il Mezzogiorno) progetto ripreso negli anni ’80 che divenne un vero e proprio poema: Il Giorno (incompiuto) - Opere: o Principi generali e particolari delle belle lettere –sue lezioni pubblicate; promuove l’idea di una poesia socialmente utile, di una letteratura che non si compiace di sé stessa ma si fa maestra + concezione dell’unità delle arti che nel teatro portano alla fusione di diversi linguaggi o Alcune poesie di Ripano Eupilino – raccolta delle sue prime poesie (che gli consente l’ingresso nell’Accademia dei Trasformati) Temi: legami con tradfizione classicistica e arcadica + sperimentazione di vari generi e metri + ricreazione originale dei modi raffinati della poesia ellenistica 75 Prosa: o Lettere del conte N.N. ad una falsa divota – contro la religiosità ipocrita o Discorso sulle caricature – divertita finzione di un viaggiatore che, giunto come Gulliver su un’isola fantastica, ne descrive le bizzarrie, specchio delle follie della società contemporanea o Dialogo sopra la nobiltà (1757) – dialogo tra un poeta e un nobile, morti e finiti nello stesso sepolcro, in cui il poeta dimostra al nobile, che protesta x la vicinanza del plebeo, che di fronte alla morte si è tutti uguali – con leggerezza si affrontano temi dell’epoca = disuguaglianza e ingiustizia sociale o Discorso sopra la poesia – afferma l’utilità morale e sociale della poesia secondo il principio oraziano dell’utile dulci Poesia: o Prime Odi – (all’inizio in strofette arcadiche di settenari poi con metrica meno cantabile ma + ragionativa) – temi del dibattito contemporaneo: La vita rustica – condizioni di vita nelle campagne La salubrità dell’aria – condizioni di vita della città con problemi di inquinamento ambientale e di precarietà sanitaria La musica – denuncia l’usanza dei “castrati” nel melodramma Il bisogno – povertà e ingiustizia sociale L’innesto del vaiuolo – vaccinazione contro il vaiolo La educazione (1764) – indirizzata al giovane allievo Carlo Imbonati – tema dell’educazione virtuosa della nobiltà x la formazione di una nuova classe dirigente capace di affrontare le sfide del cambiamento nella società dell’Antico Regime o Il Mattino (1763) – 1083 versi o Il Mezzogiorno (1765) – 1376 versi o Il Giorno (1791) – poema (che riprende i poemetti del Giovin Signore), diviso in 4 parti: Mattino: descrizione del risveglio del giovane e della sua preparazione alla giornata che lo spetta Meriggio: l’incontro con la dama e le vicende dal pranzo alla passeggiata in carrozza Vespro: la toilette degli amanti e le loro futili visite ad altri personaggi Notte: con l’arrivo al gran palazzo, dove si passa in rassegna la “galleria degli imbecilli” che si preparano al rituale collettivo del gioco d’azzardo + secondo altri appunti la notte doveva poi proseguire e terminare a teatro progetto incompiuto Temi: 1. descrittività che fa risaltare il dettaglio (soprattutto nel Mattino), glorificato secondo i modi della poesia eroicomica 2. dimensione teatrale, con l’impressione che tutti i gesti compiuti siano atti di una recita che si ripete uguale ogni giorno senza che gli stessi protagonisti (ridotti a burattini) se ne rendano conto 3. classici antichi (Virgilio, Orazio, Ovidio) e la mitologia, ricreata in favole originali di tipo eziologico (spiegazione dell’origine di qualcosa es. la cipria, il gioco del tric-trac, il Canapè) Metro: endecasillabo sciolto Stile: lo stile della Notte risente di una nuova sensibilità poetica, avvertita di primi romantici europei: l’avvio di una poesia notturna, con stile cupo. o Ultime Odi: La tempesta - scenari invernali e tempestosi che corrispondono alla fine di un’epoca di relativa tranquillità (con la minaccia dei cambiamenti di Giuseppe II) A Silvia, o Sul vestire della ghigliottina – orrori della Rivoluzione francese La caduta – il poeta (malandato e povero) ha l’orgoglio di rispondere con sdegno al passante che lo aiuta a rialzarsi da una caduta invitandolo però a essere + accondiscendente con i potenti Per l’inclita Nice o Il messaggio – vagheggiamento della bellezza femminile dipinta con gusto neoclassico. Alla poesia si affida il compito di cogliere quella bellezza ideale e di vita e di fissarlo nel momento in cui la vita svanisce x sempre 4.4 Goldoni - Carlo Goldoni (1707-1793) nasce a Venezia (famiglia di origine modenese, nonno e zio notai, padre medico) 76 - Il padre lo mette a studiare presso i Gesuiti a Perugia e poi dai Domenicani a Rimini, da dove Carlo fugge verso Chioggia, sul barcone di una compagnia di attori girovaghi. - Studia legge a Pavia (espulso x una satira sulle belle giovani pavesi) – completa studi a Padova - Passione x il teatro favorita dall’incontro con Giuseppe Imer (capocomico del teatro di San Samuele a Venezia) - Teatro di San Samuele a Venezia: qui rappresenta le sue prime opere teatrali (= Belisario, Rosmonda, Griselda, Don Giovanni Tenorio o sia il dissoluto) - Fugge da Venezia x sfuggire ai debiti, poi ci torna sposato e console della repubblica di Genova presso la Serenissima - Diventa direttor di un altro teatro veneziano: San Giovanni Grisostomo - Fa la riforma teatrale (criticata dai Gozzi e dal Chiari): superamento degli schematismi e della ripetitività della commedia dell’Arte Abbandono all’improvvisazione e delle maschere Afferma l’autonomia del testo scritto (non più strumentale nella stesura di canovacci) MA elevato alla dignità di forma d’arte (certo, il testo teatrale sempre sospeso tra oralità e scrittura + molti dialoghi risentono dell’oralità) - Grande cura all’attività editoriale di edizioni complessive che fissavano il testo delle sue opere salvandolo dall’incessante mobilità della ricezione, delle scene e degli interpreti - Nuova fuga x i debiti – risiede a Pisa – poi avvia la collaborazione con Medebac, facendo rappresentare al San Samuele varie opere (da Il Servitore di due padroni) - Il contratto con Medebac impegna l’autore a produrre 10 opere all’anno per 4 anni. Tra queste La bottega del caffè - Commedia di carattere (novità): presentava un rispecchiamento della realtà tale da far credere agli spettatori che quella scena non fosse più una scena ma una vera bottega del caffè (es. La bottega del caffè) realismo - Realismo goldoniano: mirava a portare nel teatro il mondo, ad annullare la distanza tra finzione e realtà, a superare gli schemi della commedia dell’Arte – entrava in scena la vita quotidiana, con i problemi reali dei suoi personaggi - Altro tema delle sue commedie: donna con l’affermazione della sua indipendenza + una dignità che non derivava dalla classe sociale MA dall’intelligenza (vd. La locandiera) - Simpatia di Goldoni x le classi medie in ascesa (borghesi e artigiani) - Critica le classi nobiliari ma garbatamente - Vicino all’ideologia dell’illuminismo + con prospettiva riformatrice, ostile però alle rivoluzioni traumatiche - Dimensione corale: tendenza a rappresentare un gruppo, una comunità – dimensione che diventa + spiccata quando lascia Medebac e lavora x il teatro di San Luca (dove ritorna anche al dialetto) - Dialetto: come efficace strumento linguistico, NON + alternativo alla lingua italiana MA compresente, in una condizione di plurilinguismo realismo – ogni personaggio parla la sua lingua - Accetta l’invito della Comédie Italienne a Parigi – lascia l’italia (1762) - MA il pubblico francese vuole ancora la Commedia dell’Arte da lui superata e “riformata” – riscrive i vecchi scenari di Arlecchino - Precettore di lingua italiana delle principesse a Versailles + compone anche una commedia in lingua francese - Testimone della Rivoluzione Francese e del crollo dell’Ancient Regime, muore poi nel 1793 a Parigi - Opere: o Belisario – tragicommedia o Rosmonda – tragedia (tratta dalla novella di Boccaccio) o Griselda – tragedia (tratta dalla novella di Boccaccio) o Don Giovanni Tenorio o sia il dissoluto – sulla figura del libertino Don Giovanni o Momolo cortesan (1738) - Comincia a togliere la maschera a Pantaleone; commedia sulla figura di un vecchio mercante veneziano o La donna di garbo (1743) – la colta Rosaura si traveste da cameriera x recuperare l’amante Florindo. Rosaura = prima di una lunga sere di eroine contemporanee che con la loro intelligenza riescono a prevalere in molte situazioni o Il servitore di due padroni (1747) – poche secene scritte e quasi tutto affidato all’abilità scenica del Truffaldino (attore napoletano Giovanni Antonio Sacchi), personaggio che in seguito diventerà Arlecchino o La vedova scaltra – storia di un’astuta vedova contesa da 4 spasimanti o Putta Onorata – Bettina, giovane popolana che resiste alle lusinghe e diventa perciò La buona moglie (nella commedia successiva) 77 - Identità tra letteratura e vita – coinvolgimento del poeta in ciò che scrive (il poeta è il 1° testimone della sua tragedia, della sua vita bruciata) - figura del martire laico, modello morale per la classe borghese - Lirica x esprimere al meglio questa nuova sensibilità - Favole dei fratelli Grimm - Rinasce il genere delle ballate - Inghilterra: romanzo gotico ( mondo tenebroso, misterioso, con presenze demoniache e soprannaturali) + nella poesia William Blake con una visione quasi profetica + immagini della fantasia - Generazione successiva dei poeti romantici inglesi con figure accumunate dalla spinta di ribellione e dal desiderio di viaggiare: Byron, Percy Bysshe Shelley, Keats - Romanzo storico con Walter Scott - Racconto fantastico con Mary Shelley Johann Wolfgang Goethe (1749-1832): I dolori del giovane Werther – modello dell’eroe moderno con amore impossibile x Carlotta cui pone fine solo il suicidio Wilhelm Meister – romanzo di formazione che racconta la vita di Wilhelm Viaggio Italiano – racconto del suo viaggio in Italia che porta Goethe a contatto con la civiltà antica e alla conversione al classicismo Le affinità elettive – coppia di sposi, Eduard e Charlotte, che si rompe con l’arrivo di un’altra coppia, il Capitano e Ottile e con lo scatenarsi di un’attrazione fatale tra Eduard e Ottile che li porta alla morte Faust – tema del titanismo dove uno scienziato vende la sua anima in cambio di sapienza e amore Friedrich Schiller (1759-1805) I masnadieri – storia di odio tra fratelli Don Carlos - (simile a Filippo di Alfieri ma con + scenari politici) Trilogia di Wallenstein – sul capitano della guerra dei Trent’anni Guglielmo Tell – sulla lotta degli svizzeri x indipendenza Fratelli Grimm: favole William Blake Songs of innocence Songs of experience Samuel Taylor Coleridge: ballate liriche – affermazione della poesia come manifestazione della verità Ballata del vecchio marinaio – descrizione visionaria di un viaggio ai confini del mondo, reso maledetto dall’uccisione dell’albatros che guidava la nave Walter Scott: Ivanhoe – vicenda del tempo di Riccardo cuore di leone e di Robin Hood Mary Shelley: Frankenstein or the modern Prometheus 5.4 Foscolo - Nato a Zante 1778 - Modello: Alfieri - Lingua e stile: plurilinguismo e sperimentalismo - Orfano di padre approda a Venezia con la madre - Relazione amorosa con Isabella Teotochi Albrizzi + in quei salotti compone le prime opere (Tieste e Sesto tomo dell’Io) - Si identifica in un eroe alfieriano, pronto ad uccidere i tiranni e immolarsi x libertà si entusiasma x Napoleone (MA poi ne rimane deluso x la pace di Campoformio dove Venezia viene ceduta all’Austria) - Si impegna x la rep. Cisalpina e x la Francia abbracciando la vita militare e combattendo in campo. - Continui viaggi - Amore x Fanny Hamilton - 1803: pubblica un’edizione delle sue poesie migliori degli ultimi anni (vd. le due odi di ispirazione pariniana e neoclassica) - Professore di eloquenza latina e italiana a Pavia, poi escluso in quanto critico del regime napoleonico - Al crollo del dominio napoleonico, dopo un’iniziale esaltazione, fugge a Milano e poi in esilio in Inghilterra (intensa attività intellettuale sul versante critico saggi - Saggi che segnano la nascita della critica letteraria italiana moderna 80 - Assume lo pseudonimo di Didimo Chierico, autoritratto ironico e paradossale, testimonianza della caduta delle illusioni e delle passioni - Muore a Londra 1827 - 1871 l’Italia rende a lui omaggio trasferendo i suoi resti nella basilica di Santa Croce a Firenze - Opere: o Tieste - tragedia alfieriana o Sesto tomo dell’Io – frammenti autobiografici; meditazione su sé stesso, sui progetti di poesia e gloria o A Bonaparte liberatore – ode a Napoleone o Ultime lettere di Jacopo Ortis (1789)– finzione autobiografica della prima grande crisi esistenziale, romanzo epistolare, modello: Werther di Goethe, da cui però si distacca tentando di raggiungere una dimensione eroica + alfieriana e meno borghese , ispirata ai modelli antichi. Sono le lettere di Ortis all’amico Lorenzo Alderani, che nella parte finale assume il compito di narratore. Trama: Ortis si ritira sui colli Euganei, sdegnato per la pace di Campoformio, dove si innamora di Teresa, promessa sposa a Odoardo – viaggio/fuga per l’Italia fino a Ventimiglia – lì crollo definitivo di tutte le illusioni, decide di tornare indietro da Teresa, ormai sposata, e lì si suicida. Forte autobiografismo + molte pagine dell’Ortis corrispondono a vere lettere di Foscolo (rielaborate o riscritte all’interno del romanzo), annotate in “Laura, lettere” (forse corrispondente alle vicende di un primo amore per una fanciulla di nome Laura) Stile: immediato, vicinissimo all’oralità, freschezza sperimentale o Hypercalypseos liber singularis – contro gli intellettuali asserviti al potere o Aiace – tragedia, contro il regime (censurata perché ritenuta antinapoleonica) o Ricciarda – tragedia o Le Grazie – poema o Saggio sulla letteratura contemporanea in Italia o Essays on Petrarch – saggi su Petrarca o Studi su Dante e Boccaccio – dialogo con quei poeti o A Luigia Pallavicini caduta da cavallo (1799) – ode o All’amica risanata (1802) – ode dedicata a Antonietta Fagnani Arese ristabilitasi dopo un periodo di malattia; rappresentazione di una sensualità vitale che va oltre l’ideale della bellezza neoclassica. Poesia con funzione di eternare gli aspetti sublimi corrotti dalla morte o 12 sonetti (che superano i modelli= Petrarca, Della Casa e Alfieri): Non son chi fui - autoritratto di stampo alfieriano Perì di noi gran parte - autoritratto di stampo alfieriano Solcata ho fronte, occhi incavati incerti - autoritratto di stampo alfieriano Alla Musa – equilibrio tra intuizione della verità, il ritorno del mito e le drammatiche istanze esistenziali; afferma la poesia al di sopra delle vicende individuali e della Storia Alla Sera – sera = immagine della morte, di breve serenità che porta la meditazione alla contemplazione del nulla eterno In morte del fratello Giovanni – suicidatosi nel 1801; vede nella morte la conclusione delle sofferenze umane A Zancito – prefigura per sé una morte priva del conforto di una sepoltura “lacrimata” + rivive memorie della sua isola natale Zante o Dei sepolcri (1807) – poemetto epistolare in 295 endecasillabi sciolti, dedicato a Ippolito Pindemonte. Tema della sepoltura e dell’utilità dei sepolcri dopo l’editto napoleonico di Saint-Cloud (che ordinava l’istituzione dei cimiteri fuori le mura della città). Tratta delle antiche leggi delle 12 Tavole (contrappone le vecchie leggi romane alle nuove leggi francesi). Ragionamento poetico sui sepolcri e le onoranze date ai defunti nelle varie fasi della storia della civiltà. I sepolcri mantengono in vita il ricordo dei cari e la maledizione della morte viene sconfitta solo dal legame emotivo memoria storica e poetica: la sepoltura comunica un valore civile e morale e non è giusto che una comunità si privi di tali valori Stile: forme della poesia filosofica, didascalica, modello Parini, complesse architetture del periodo, improvvisi cambi di marcia e tono + pluralità di stili (dal notturno tenebroso al classicismo luminoso delle rievocazioni mitologiche, dalla canzone morale e politica, alla poesia didascalico-ragionativa) o Traduzione della chioma di Berenice o Le Grazie (1812-3) – poema incompiuto, in endecasillabi sciolti e diviso in 3 parti (Venere, Vesta e Pallade) e con dedica a Canova (autore della scultura con lo stesso nome). Rimangono solo frammenti 81 Primo inno: Venere nasce tra le onde del mare della Grecia e x mezzo della bellezza eleva gli uomini alla civiltà Secondo inno: a Vesta. Segna il passaggio della civiltà a Roma e all’Italia + descrizione di un rito pagano in onore delle Grazie fatto da Foscolo + esaltazione del Rinascimento Terzo inno: a Pallade. Crisi della civiltà cui sovviene la dea dell’intelligenza. Resta il “velo delle Grazie” (frammento) in cui sono rappresentati i valori umani (=umanità, compassione, nobiltà e pudore) o Traduzione del Sentimental journey di Sterne pubblicata come “Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l’Italia” sotto lo pseudonimo di Didimo Chierico 5.5 Il Risorgimento - Età della restaurazione = consolidamento del potere delle classi borghesi nella formazione di stati nazionali a favorire lo sviluppo dell’economia industriale e la diffusione del liberto mercato - In Italia: tensione verso l’unificazione della penisola con patriottismo che si univa alle aspirazioni del romanticismo in un movimento storico chiamato Risorgimento - Risorgimento= periodo durante il quale l'Italia conseguì la propria unità nazionale – passa prima attraverso rivolte che miravano alla concessione di libertà costituzionali e poi alla libertà dal dominio austriaco (MA sempre represse) + esponenti come Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi, Carlo Cattaneo, Vincenzo Gioberti - Guerre d’Indipendenza alla fine, il 17 marzo 1861, Torino, nasceva il Regno d’Italia - La cultura italiana era indietro rispetto a quella di inglesi e francesi (già immersi nel romanticismo), ancora legata ai modi del classicismo e dell’ultima Arcadia (vd. riflessioni di madame de Stael) - 1816 nascita della rivista Biblioteca Italiana, favorita dal governo austriaco x raccogliere gli intellettuali critici contro il precedente regime + in nome di un recupero dell’italianità contro l’ingerenza francese - “Biblioteca italiana” diretta da Giuseppe Acerbi + all’inizio collabora con illustri letterati come Monti e Pietro Giordani - Giordani guida la riscossa dei classicisti fedeli alla tradizione italiana contro la moda romantica ( altri reagirono e presero invece le parti della de Stael) dibattito tra classici e romantici - Dibattito tra classici e romantici: poesia romantica difesa da Ludovico di Breme e Pietro Borsieri + Giovanni Berchet (che fa opere di traduzione) - Romanticismo italiano caratteri: letteratura NON sganciata dalla realtà politica e sociale o perduta nella contemplazione dell’infinito MA impegnata nella lotta patriottica con grande impegno morale e politico (+ moderato rispetto a quello tedesco) - Rivista “Il Conciliatore” 1818/9 che voleva ricollegarsi idealmente al Caffè con indirizzo politico liberale MA la censura austriaca sospende le pubblicazioni e molti collaboratori arrestati/ condannati (vd. Silvio Pellico) - Silvio Pellico condannato a morte MA pena commutata nel carcere della fortezza dello Spielberg – una volta fuori racconta le sue vicende (vd. Le mie prigioni) - Rivista “Il Politecnico” promossa da Carlo Cattaneo (esperto di economia e questioni industriali) - “Rivista Europea” di Carlo Tenca - La politica protezionistica dei Borboni attira grandi capitali che favoriscono l’inizio della rivoluzione industriale - Scuole e università ancora in mano a ecclesiastici e Gesuiti + editoria controllata dalla censura - Rinnovamento del sistema dei generi – romanzo la forma che registra + trasformazioni passaggio dal romanzo filosofico o avventuroso a tutte le tipologie = gotico, fantastico e storico - Romanzo storico ha grande fortuna nel romanticismo italiano (grazie anche ai Promessi sposi di Manzoni) con messaggi patriottici risorgimentali e ambientazione spesso nel Medioevo di maniera - Grande narrativa europea = attenzione alla realtà sociale e psicologica contemporanea con il genere del romanzo realistico - A Napoli il precoce tentativo del romanzo sociale (con Antonio Ranieri) - Poesia del risorgimento = satira comico-realistica (della situazione politica contemporanea) o inno (della canzone politica accesa di passione es. canto di Goffredo Mameli “Fratelli d’Italia”) - Lirica: influsso della poesia romantica europea incline al sentimentalismo morboso - Poesia dialettale: rappresentazione della realtà sociale contemporanea (con Carlo Porta) - Teatro: di ispirazione romantica – nel teatro tradizionale (dopo Alfieri, Foscolo e Manzoni) prevale ambientazione storica verso le epoche sentite come + romantiche (= Medioevo dantesco) oppure verso il Rinascimento con grandi episodi di eroismo 82 - Posizione nei confronti del romanticismo: entra in conflitto con al tradizione classicista della cultura italiana e scontrandosi contro i romantici contesta l’imitazione dei classici in quanto NON vanno imitate le opere ma lo spirito degli Antichi – il suo è un “classicismo romantico” (tende verso l’infinito, all’esaltazione della soggettività, del sentimento, dell’immaginazione ma tenendo a mente lo spirito dei classici) (vd. Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica) - Inizia lo Zibaldone che gli fece coltivare la possibilità di comporre un romanzo autobiografico (frammenti) – l’istanza di espressione dell’io avrebbe trovato più compiuta realizzazione nelle Operette morali e nei Canti - Opere: o La dimenticanza - canzonetta; racconto della burla giocata dai 3 fratelli Leopardi ai danni del prete (si travestirono da masnadieri e lo terrorizzano) o Dissertazioni filosofiche – primi studi filosofici o Storia della Astronomia – studi filologici + meraviglia nella contemplazione della Natura o Saggio sopra gli errori popolari degli antichi – studi filologici + vagheggiamento di età favolosa in cui ancora si credeva nei miti e negli antichi o Inno a Nettuno – si finge tradotto da un testo greco da poco scoperto in un manoscritto o Appressamento della morte – 5 canti in terzine con visione allegorica in cui un angelo annuncia al poeta la morte imminente e la vanità del mondo o Maria Antonietta – dramma tutto interiore, incompiuto o Erminia – idillio patetico e notturno ispirato a Tasso o Telesilla –ispirato alla letteratura cavalleresca o Discorsi/lettere pubbliche: Agl’Italiani. Orazioni in occasione della liberazione del Piceno Lettera ai signori compilatori della Biblioteca Italiana in risposta a quella di Madama la baronessa di Stael Holstein ai medesimi – con cui voleva inserirsi nei dibattiti tra classici e romantici (dalla parte dei classicisti MA criticando l’imitazione dei nuovi modelli romantici moderni in quanto era imitazione, mentre la poesia naturale e spontanea degli antichi può essere solo oggetto di vagheggiamento) Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica – stigmatizza gli aspetti superficiali della poesia romantica (manifestazione di passione e sentimenti e gusto x orrido e macabro) MA ne comprende e condivide le ragioni profonde (= la rivolta contro le regole e contro l’imitazione) Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani – confronto tra italiani e stranieri + identifica negli italiani una natura cinica e mancanza di buoni costumi Della condizione presente delle lettere italiane – progetto critico mai compiuto dove voleva paragonare la letteratura italiana con quella delle altre nazioni o Epistole o Diario del primo amore – scrittura dominata dal prevalere dell’Io; pochi eventi reali (parole scambiate con la donna, gioco degli scacchi) e molti movimenti del cuore (sogni, fantasmi) o Elegie – in terzine (rielaborate e riprese nei canti) o Zibaldone – raccolta di pensieri e appunti (sulla madre, una fanciulla incrociata x strada, giochi dei fanciulli) 6.3 Dallo Zibaldone ai Pensieri - 1817 (nel pieno della conversione letteraria) scrive le prime note di un privato diario intellettuale - Appunti, impressioni della realtà, destinati forse a composizioni poetiche di genere idillico e bucolico – scrittura di accumulazione seriale, che registra praticamente tutto (e da pag 100 anche la data in fondo) - Per l’autore non è neanche un’opera che assumerà il non-titolo di Zibaldone di Pensieri - È un’opera aperta, disponibile a molteplici percorsi di lettura - All’inizio è una raccolta di giudizi critici, letterari ed estetici, appunti linguistici, grammaticali; poi oltre la pag. 70 si avverte il passaggio dalla condizione “antica” (dominata dalla fantasia creatrice di poesia) alla condizione “moderna” che Leopardi chiama conversione filosofica = passaggio dall’immaginazione alla verità – passaggio amaro, drammatico, con meditazioni che approdano alla scoperta di una mancanza di senso di vita nichilismo - Ma nonostante questo vuoto la poesia può rinascere e procurare all’uomo piacere - Teoria dell’infinito desiderio di piacere e dell’inclinazione dell’uomo all’infinito (causa dell’infelicità umana ma anche del momentaneo senso di piacere che si avverte con la contemplazione del vago) - Tot. pagine: 4526 85 - Ultima nota datata 4 dicembre 1832 - Per Leopardi era un grande magazzino di idee cui attingere x la scrittura di altre opere – viene fatto un lavoro di indicizzazione e di organizzazione tematica in 7 schede (=Polizzine) - I pensieri + significativi contenuti sono stati estratti e condensati nella tarda raccolta dei CXI pensieri – quel che nello Zibaldone veniva espresso dal ragionamento ampio e disteso, ora è affidato alla brevitas dell’aforisma 6.4 Le operette morali - Scrive le prime 20 dopo 1824 (-dopo conversione filosofica) - Rovesciamento di tutte le illusioni che rende possibile lo stile comico, satirico e il riso (ma un riso amaro) usa i toni della satira x fini seri (modello: Luciano) - In forma di dialogo, tra personaggi mitologici, allegorici o storici, o personificazioni di elementi naturali - Modelli: filosofi moralisti greci, Plutarco, filone paradossale, Machiavelli, moralisti francesi moderni - Tematiche filosofiche: ricorrenti (stesse dello Zibaldone) - Temi: contrasto tra illusione e felicità e verità e sofferenza, Natura matrigna o indifferente - Critica al facile ottimismo dei contemporanei che credono in un progresso universale (“l’età delle macchine” - Compaiono tra i personaggi anche dei grandi italiani (vd. Tasso, Colombo e Parini) che formano l’idea della coscienza collettiva nazionale - Opere: o Dialoghi satirici alla maniera di Luciano o Dialogo galantuomo e mondo o Comparazione delle sentenze di Bruto Minore e di Teofrasto vicini a morte o Bruto minore – commenta l’opinione di Bruto che la virtù non sia nient’altro che una vuota parola o Dialogo di Plotino e Porfirio – sul suicidio (che va contro l’istinto di sopravvivenza + provoca ulteriore sofferenza ai cari - solidarietà e amore tra gli uomini contro un nemico comune = natura) o Il Copernico o Dialogo di Torquato Tasso e del suo Genio familiare o Dialogo di Cristoforo Colombo e di Pietro Gutierrez o Il Parini, ovvero della gloria – discorso di un educatore al suo allievo per dimostrare l’illusorietà della gloria terrena + conclusione pessimistica: ingegno = peggior sventura o Dialogo della Natura e di un islandese – un islandese che ha sempre cercato di sfuggire alla Natura, se la ritrova davanti e le chiede il motivo della sofferenza – domanda priva di risposta perché intanto arrivano 2 leoni affamati che lo divorano o Cantico del gallo silvestre – un gallo gigante sospeso tra cielo e terra canta la fine dei tempi o Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie – tema della morte; un coro di mummie sveglia lo scienziato che conversa con una di loro su cosa significhi morire (=cessazione del dolore, quindi quasi piacere) o Dialogo d’un venditore d’almanacchi e di un passeggere – basato sulla dimostrazione che nessuno vorrebbe tornare a vivere la vita che ha già vissuto + il desiderio ci spinge verso ciò che non conosciamo o Detti memorabili di Filippo Ottonieri – sorta di ironica proiezione autobiografica o Dialogo di Tristano e di un amico – pensato come conclusione delle Operette 6.5 La poesia satirica - La linea satirica delle operette viene ripresa dall’ultimo Leopardi nella poesia - Modello: favola degli animali - Opere: o Paralipomeni della Batracomiomachia – 8 canti in ottave, allegoria delle vicende degli ultimi 10 anni; lotta tra topi-liberali capeggiati da Rubatocchi e rane-reazionarie – vittoria delle rane affiancate dai granchi-austriaci guidati da Brancaforte. o I nuovi credenti – satira contro cattolicesimo liberale e progressista + ironia verso gli intellettuali napoletani del tempo 6.6 I Canti - Canzoni + idilli - Successivi alla conversione letteraria dall’erudito al bello, alla scoperta della poesia 86 - Poesia che permette alla tragedia individuale di un giovane che si sente estraneo alla società in cui vive di proiettarsi su una tragedia collettiva e poi cosmica - Prima fase (1818-1823) = distinzione tra canzoni e idilli - Comparvero nell’edizione dei Versi del ’26 con l’aggiunta delle 2 Elegie, dei 5 Sonetti in persona di Ser Pecora e della canzone Epistola al conte Carlo Pepoli - Canzoni e Versi alla fine avevano testi di chiusura: Alla sua Donna e A Carlo Pepoli – poi furono ripresi con Risorgimento e A Silvia - Poi i Grandi Idilli (1828-1830) dopo una lettera alla sorella Paolina - Prima vera edizione del libro dei Canti 1831 (= 23 componimenti totali chiusi dal Sabato del villaggio) - Nuovo ciclo successivo= ciclo di Aspasia – canti dedicati all’amore x Fanny - Successivamente Leopardi sentirà il bisogno di aggiungervi altri testi come La ginestra - Dai Canti emerge la Storia di un’anima = uno dei titoli del romanzo autobiografico progettato - Opere: o Canzoni: strutture + o meno regolari di lunghe strofe periodo del bello (1818-1822) Tema civile/patriottico – pessimismo nei confronti della storia dell’umanità All’Italia Al cardinal Angelo Mai – critica all’Italia, nazione divisa e ostaggio di stranieri Nelle nozze della sorella Paolina A un vincitore nel pallone Tema filosofico Ultimo canto di Saffo – infelicità = condizione assoluta + titanismo e suicidio Alla primavera o delle favole antiche – congedo dai miti degli antichi Inno ai patriarchi – congedo dalla sapienza biblica o Idilli (in endecasillabi sciolti) – tematiche intime e autobiografiche + rielabora il genere della poesia bucolica rappresenta realtà esterna in modo soggettivo (=proiezione del soggetto lirico = significato che l’oggetto ha nell’animo del poeta) + gli elementi evocano sensazioni. Il poeta si slancia verso spazi infiniti nella meditazione del destino dell’uomo Stile: semplice, piano, paratattico in cui emerge ogni tanto il bagliore della parola antica, rara periodo del vero (1819-1821) Il primo amore – rielaborazione dell’Elegia I per Gertrude Cassi Il passero solitario – rappresentazione del contrasto tra Io e mondo L’Infinito La sera del dì di festa – il poeta innamorato, pensando alla sua donna addormentata, medita sulla propria condizione di esclusione tragica e sull’universale condizione di dolore Alla luna o Seconda parte dei Canti (1828-1830) (canti pisano-recanatesi) divisi in 2 sezioni: 1. Grandi Idilli – strofa libera + recupero memoriale (= la memoria recupera ricordi del passato piacevoli ma vani) Il Risorgimento A Silvia (1828) Canto notturno di un pastore errante dell’Asia 2. Ciclo di Aspasia – poetica anti-idillica + impegnata nel presente Il pensiero dominante Amore e Morte Aspasia – epistola di addio indirizzata ad una donna reale 7. Manzoni (1785-1873) 7.1 La vita - Nasce a Milano da Giulia Beccaria (e probabilmente dal suo amante) - Padre ufficiale= Pietro Manzoni - La madre si separa dal padre ufficiale x vivere all’estero con Carlo Imbonati e Alessandro passa infanzia e adolescenza in collegi religiosi - Poi ritrova la madre a Parigi, sola (dopo la morte di Imbonati) e i due vivono insieme 87 ridotto + si danno nomi meno da commedia ai personaggi: Renzo Tramaglino, Lucia Mondella e l’Innominato (Conte di Sagrato) - Comincia anche la riscrittura linguistica nella direzione della lingua nazionale modellata sul fiorentino contemporaneo - Prima edizione “ventisettana” con titolo I promessi sposi: dell’editore Ferraio a Milano 1827 in 3 volumi - Seconda edizione “quarantane” con correzioni della lingua del romanzo: Guglielmini e Radaelli 1840-42 + edizione illustrata - Romanzo dominato dal confronto fra grande Storia e piccola Storia, tra le vicende della storia europea del 1628-30 e dei suoi riflessi sulla Lombardia sotto il dominio spagnolo e quelle delle microstorie (singole vicende individuali degli umili) - Pessimismo di fondo: società dominata dalla violenza, dalla prepotenza + sistema di sopraffazione dei potenti che con le armi e la lingua della cultura segnano il divario tra le due classi. - Provvidenza: unico mezzo attraverso cui è possibile ottenere il riscatto - Fiduciosa e operosa accettazione dei segni divini - Il brano iniziale del finto manoscritto è ricreato nell’Introduzione - Il Seicento in cui è ambientata la storia è un Seicento “ricreato” sulla condanna estetica e morale del mondo politico del tempo condanna del barocco e della sua vanità formale e pomposa, della sua cultura concettista e arzigogolata + condanna storica e politica di quello che sembrava il punto + basso dei secoli della storia d’Italia = età del predominio spagnolo (specchio dell’Italia contemporanea sotto il dominio austriaco) - L’autore, con la questione della finzione del manoscritto dell’Anonimo, si presenta come un semplice traduttore-rifacitore nonché autore onnisciente - Stile: mezzano che oscilla tra comico e tragico - Il sistema dei personaggi rispecchia la demarcazione tra grande e piccola storia facendo interagire personaggi storici (Cardinal Federigo Borromeo, Monaca di Monza, Egidio alias Gian Paolo Osio, Antonio Ferrer e l’Innominato ovvero un assassino realmente esistito di nome Francesco Bernardino Visconti) e personaggi fantastici - I promessi sposi sono anche un romanzo di formazione per quei personaggi che cambiano grazie alla luce della Grazia (=Innominato e Lodovico che diventa Fra Cristoforo) - Trama: I promessi sposi di Alessandro Manzoni iniziano con una famosissima descrizione: quella del curato don Abbondio che passeggia per le stradine di Lecco recitando il breviario e ammirando il paesaggio. Arrivato ad una biforcazione del sentiero, don Abbondio trova due bravi che lo attendono e gli intimano di non celebrare il matrimonio fra due paesani, Renzo e Lucia, perché Don Rodrigo, il signorotto del paese, è contrario all'unione. Tornato alla parrocchia, Don Abbondio confessa tutto a Perpetua, la sua domestica, che giura di mantenere il segreto. Il giorno delle nozze, però, mentre sta parlando con Renzo in merito all'improvviso rinvio del suo matrimonio, la serva si lascia sfuggire troppi particolari sulla faccenda e così il giovane scopre il ricatto e lo racconta a Lucia e a sua madre, Agnese. In un primo momento, il ragazzo decide di rivolgersi a un avvocato, il dottor Azzecca-Garbugli, sperando che la legge lo tuteli, ma l'uomo è corrotto e lo caccia in malo modo. Lucia, allora, chiede l’aiuto di Fra' Cristoforo, il suo padre confessore. Il buon religioso si reca al castello di Don Rodrigo per convincerlo a mettere fine a questa bravata. Egli cerca di far ragionare il prepotente, ma Don Rodrigo non è disposto ad ascoltare i consigli del frate. Nel frattempo Agnese elabora un piano per far sposare la figlia con il suo promesso: organizzare un matrimonio a sorpresa. Per celebrare queste particolari nozze agli sposi basta presentarsi davanti al curato con due testimoni (Tonio e Gervaso) e recitare davanti a lui le frasi di rito per diventare marito e moglie a tutti gli effetti. Purtroppo anche questo piano fallisce. Lucia, Renzo ed Agnese decidono quindi di fuggire da Lecco: Renzo si dirige a Milano mentre Lucia e sua madre chiedono ospitalità al convento di Monza, sotto la protezione di Gertrude (la Monaca di Monza). Don Rodrigo, intanto, attende con ansia il ritorno degli uomini che aveva mandato per rapire Lucia, la notte stessa del tentato matrimonio a sorpresa nella casa di Don Abbondio, ma questi lo informano della fuga dei due promessi. Il tiranno riesce a ritrovare le tracce dei due fuggiaschi e li fa cercare dai suoi bravi. A Milano Renzo cerca aiuto nel convento di Padre Bonaventura, ma, non essendo presente il prete al momento del suo arrivo, decide di visitare la città. Si ritrova così in mezzo a una rivolta popolare contro un forno, nella quale i cittadini protestano per l'aumento del costo del pane. Prende parte alla rivolta e il forno in poco tempo viene completamente saccheggiato. I cittadini tentano anche un attacco al palazzo del Vicario di Provvigione, ma interviene Ferrer, vice procuratore di Milano, che mentendo riesce a riportare la situazione alla normalità. Alla fine della giornata, Renzo, discutendo assieme ad altre persone, parla troppo animosamente della faccenda del pane al punto da essere udito da un poliziotto. L'uomo, allora, decide di condurre il giovane all'osteria della Luna Piena dove lo fa ubriacare e gli fa confessare il proprio nome. La mattina dopo il giovane viene arrestato, ma riesce a fuggire grazie all’aiuto della gente che il giorno prima aveva partecipato alla rivolta del pane. Renzo, sapendo di essere ricercato, decide di lasciare Milano e di dirigersi a Bergamo, dove risiede suo cugino Bortolo. Il cammino è arduo e difficile: teme di essersi perso, è 90 impaurito, si ferma e non sa se proseguire il suo cammino o arrestarsi e ritornare sui suoi passi, quando sente il rumore dell’Adda. Sceglie così di trascorrere la notte in un vecchio capanno che aveva intravisto poco lontano dalla riva del fiume. Il mattino seguente chiede ad un pescatore di aiutarlo ad attraversare il fiume con la sua barca e prosegue il suo cammino verso Bergamo. Don Rodrigo ormai ha perso le tracce di Renzo e Lucia è protetta all’interno del convento di Monza. Così chiede aiuto all’Innominato, un signorotto della zona di Bergamo, molto più potente e malvagio di lui, per riuscire a rapirla e portarla al suo castello. Egli si mette subito all'opera e il suo piano con l’aiuto della monaca di Monza riesce perfettamente. L'Innominato dopo un incontro con la fanciulla si pente però dell'azione riprovevole da lui stesso compiuta: in cuor suo sente il desiderio di cambiare, vorrebbe tanto diventare un uomo migliore. Quando il Cardinale Borromeo sopraggiunge in città il "pentito" si reca da lui per chiedergli di assolverlo per i peccati mortali che ha commesso e confessare il rapimento di Lucia. Il Cardinale ordina allora ad una donna e a Don Abbondio, giunto in città per rendere omaggio all'uomo di Chiesa, di dirigersi con l'Innominato al suo castello e di restituire alla ragazza la sua legittima libertà. Don Abbondio appare molto titubante: ha paura di venire coinvolto e di cacciarsi in qualche spiacevole situazione e teme che l'Innominato non si sia realmente convertito e che possa in qualche modo fargli del male. La giovane, invece, viene trasferita in un luogo sicuro e Don Abbondio, lungo la strada del ritorno, incontra la madre di Lucia e la informa riguardo alle sorti della figlia. In seguito viene deciso che la ragazza vada a vivere a casa di Donna Prassede e Don Ferrante, una coppia di borghesi che si offrono di aiutarla. Intanto la situazione di Renzo è più complicata rispetto a quella della sua amata: tutti gli danno la caccia e lui si nasconde presso il cugino Bortolo sotto falsa identità. Inizia a scrivere a Lucia: la giovane gli fa rispondere da Agnese che lo invita a rassegnarsi all'idea di rinunciare alla sua amata, poiché ha fatto voto di castità mentre era prigioniera nel palazzo dell’Innominato. Nel frattempo, la situazione in Europa sta precipitando a causa della guerra: iniziano ad arrivare le truppe tedesche in Italia, scendono nella penisola anche i Lanzichenecchi e si diffondono carestie. Agnese e Perpetua, scortate dal loro curato, partono alla volta del castello dell'Innominato, dove ricevono ospitalità fino al termine della guerra. Al loro ritorno troveranno tutto a soqquadro. Dopo la carestia e la guerra, una nuova piaga si abbatte su Milano: la peste. I monatti, le persone che avevano il compito di portare gli appestati al Lazzaretto o alle fosse comuni, hanno preso il possesso dell'intera città. Tra le vittime della peste c’è anche Don Rodrigo che, recatosi a Milano, dopo aver passato la notte in preda agli incubi e al malessere, scopre di essere malato. Il signorotto manda quindi il Griso a chiamare un famoso chirurgo che si preoccupa della guarigione dei malati senza denunciarli alle autorità Sanitarie, ma il suo bravo più fedele lo tradisce e al posto del dottore sopraggiungono i monatti che lo portano al Lazzaretto. La sorte del servitore però non è migliore di quella del suo padrone: la malattia colpisce anche lui e lo porta alla morte. Persino Renzo si ammala e, una volta guarito, decide di ritornare al suo paese perché sente nostalgia di Lucia, ma per le strade incontra Don Abbondio, che lo incita a fuggire e lo ragguaglia sugli ultimi avvenimenti. Il ragazzo, amareggiato per aver trovato il suo paese distrutto (Perpetua è morta e della sua vigna rimane poco e niente) decide di partire per Milano alla ricerca della sua amata. I giorni successivi egli osserva ogni carro di appestati che incontra, cercando il corpo di Lucia, ma non lo trova. Finalmente giunge alla casa di donna Prassede e scopre così che la ragazza si trova al Lazzaretto dove si sta prendendo cura degli ammalati. In questo luogo ha occasione di incontrare anche Fra' Cristoforo e Don Rodrigo in punto di morte e poi, finalmente, di riabbracciare la sua promessa che, però, è sempre intenzionata a tenere fede al suo voto. Il ragazzo non si rassegna e chiede a Fra' Cristoforo di intervenire: così il frate scioglie Lucia dal suo voto spiegandole che non è possibile offrire al Signore la volontà di un altro. Poco dopo la pioggia inizia a cadere su Milano portando via la peste. Lucia, uscita dal Lazzaretto viene ospitata in casa della vedova che ha curato e lì apprende della morte di Fra' Cristoforo, di Don Ferrante e di Donna Prassede e del cammino di espiazione iniziato dalla Monaca di Monza. Arriviamo così al 1630, anno in cui i due promessi sposi, con Agnese e la vedova riescono a fare ritorno nel paesino del bergamasco in cui tutto ha avuto inizio e dove al posto di Don Rodrigo è subentrato un marchese che acquista le loro case a un prezzo molto più alto del valore effettivo per aiutarli. Le nozze possono così finalmente essere celebrate. Renzo diventa socio di Bortolo e i due acquistano un filatoio. Poco dopo nasce Maria, la prima dei figli della coppia. I due sposi suggeriscono la morale del racconto: quando i guai bussano alla porta ciò che conta è affidarsi a Dio, solo così è possibile riuscire a rendere le disavventure un buon mezzo per costruire una vita migliore. 7.5 Prose critiche - Opere: o Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia – si misura con le fonti storiche e grandi autori (Muratori e Vico) e prende posizioni come la parte avuta dai papi nell’invasione dei Franchi + si schiera contro il Giannone definito “storico parziale”. o Osservazione sulla morale cattolica (1819) – risposta a Sismondi (che aveva indicato nel ruolo storico del papato una delle cause della decadenza italiana) sul piano morale trovando inaccettabile l’idea che i princìpi del cristianesimo portarono gli italiani al presente stato di di mancanza di strutture civili a livello degli altri paesi europei. Vede l’avanzare di un mondo che non ha + bisogno del senso del divino, dominato dall’utilitarismo, dalla rincorsa di un benessere materiale. Pessimismo nei confronti dell’uomo 91 o Saggio sulla Rivoluzione francese del 1789 e la rivoluzione del 1859 – confronto tra gli eventi del 59 che portarono all’unità d’Italia e quelli dell’89; condanna morale di ogni rivolgimento violento dell’ordine sociale costituito o Sul Romanticismo – rifiuto della mitologia e dell’imitazione classicista in nome di una maggiore libertà creativa e del primato del vero o Del romanzo storico e, in genere, de’ componimenti misti di storia e d’invenzione – giunge gradualmente al rifiuto del romanzo storico ormai genere ibrido e incoerente, lontano dall’ideale di vero o Della lingua italiana – (frammenti + incompiuto) necessità di formare una lingua italiana media capace di sostituire quella letteraria. Preparazione teorica di linguistica generale 92